Sotto ai tetti di Valiinorê

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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    Camminò silenziosamente al suo fianco. Avanzava con leggiadria lungo il sentiero che le indicava, passo dopo passo. E osservava tutto con attenzione, memorizzando il percorso e ciò che la circondava. Il villaggio, dunque, era come una locanda. Alcuni clienti erano abituali, altri arrivavano, sostavano per un po' per poi ripartire verso altri lidi. I discorsi dello skektis le aprirono la mente su un sistema di gestione collettivo, dove una peculiare nobiltà di spirito permetteva agli abitanti della valle di sopravvivere a un ambiente ostile. Le piacque vedere i virgulti crescere nel clima improbabile del Nord. Quei campi erano sinonimo di vita, là dove non avrebbe dovuto crescere nulla. Era come se quella vita avesse contagiato anche skekDor, trasmettendogli una gioia che solo lì pareva dare un senso alla sua esistenza. Rynne lo scrutava attentamente, cercando di valutare il suo comportamento e inquadrarlo in uno stereotipo, ma più notava il cambiamento e più comprendeva quanto quella creatura fosse anomala. Non commentò: era troppo presto per esprimere un giudizio. Per il momento si accontentò di osservare, e lasciare le dovute considerazioni a un tempo a venire. Lasciarono infine i campi per avventurarsi lungo il costone roccioso della montagna, lungo un sentiero difficilmente agibile. Rynne percorse quella strada con grazia, evitando rocce appuntite o punti dall'equilibrio incerto. SkekDor non sembrava aver bisogno di aiuto, anche se in alcuni momenti le parve quasi che stesse per cadere di sotto. Ogni volta che pareva perdere l'equilibrio, Rynne sospirava, chiedendosi se sarebbe sopravvissuto alla caduta. Le rassicurazione del suo interlocutore non cambiarono il suo stato d'animo già perennemente sereno. Solo, non faceva che aumentare la sua curiosità, e la domanda che cresceva dentro di lei. Dove la stava conducendo?


    Info Pg


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    Link Scheda: Rynnelthalas

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    Come detto, una volta superato il tratto in cui il crinale scosceso s'incontrava con la muraglia esterna, il sentiero si fece più largo e agevole.
    Alzando gli occhi ai bastioni di difesa, Rynnelthalas avrebbe potuto notare come ogni porzione di muro fra un baluardo e l'altro esponesse sulla sua superficie uno strano ed elaborato simbolo. La scelta sembrava ben più che decorativa, considerata la perfezione con cui ogni motivo era stato intagliato finemente nella roccia. A voler essere onesti, parevano tutti perfettamente uguali.

    Comunque, avanzando ancora il duo sarebbe arrivato alla fine del muro, che proseguiva ad angolo retto lungo l'altro versante del villaggio. Davanti a loro, la roccia fuoriusciva dal terreno e germinava verso il cielo, sottoforma di intricate ramificazioni rocciose le quali, all'effettivo, costituivano le radici delle cime montuose poco più avanti.
    Prima di andare oltre, skekDor mormorò: "Questo è il versante più quieto, ma anche quello meno illuminato. Da qui si dipartono i sentieri che conducono ai pascoli, poco più in alto." Nel dire questo, indicò col braccio delle lunghe strisce di brecciolino e terra, scavate a colpi di vanga fra le rocce e i rari tappeti erbosi.
    Calendule e bucaneve spuntavano qua e là, puntinando di diversi colori un paesaggio in cui, in altra maniera, le tinte prevalenti sarebbero state il nero e il bianco.

    "Era qui che mi rifugiavo, all'inizio. Quando ancora il villaggio non aveva un nome, e il sole aveva quasi del tutto smesso di splendere sulle poche case rimaste." Un nota di malinconia gli attraversò la voce, ma venne subito spazzata via col successivo periodo: "Ormai, per me non è altro che un punto di transizione. E mi piace pensare che sia l'unico confine davvero sicuro di Valiinorê."

    Rimase lì fermo dov'era, tenendo le mani nelle ampie maniche della veste e scrutando il panorama circostante con rinnovata attenzione. Sembrava quasi che vedesse il territorio per la prima volta ma, al contempo, dava anche l'impressione di essere come una specie di esiliato, tornato a casa dopo tanto tempo.
    Eppure, come detto poc'anzi, passava di sovente da lì

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Rynnelthalas


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    Le venne in mente una domanda piuttosto semplice: «Ti rifugiavi qui? Da cosa ti rifugiavi, se posso chiedere?»
    I suoi occhi risplendettero d'oro liquido, andando a cercare il profilo dello skektis. A differenza sua non aveva una vestaglia in cui infilare le mani, ma un mantello dentro il quale rifugiava il proprio corpo.
    «Immagino che tu ci sia abituato, ma questo clima non mi è familiare. Non sono abituata al freddo. Il mio sangue è caldo, il mio respiro è incandescente. La mia pelle umana percepisce questi piacevoli tremiti con maggiore entità qui sopra.»
    Sorrise, riflessiva.
    «Il tuo vecchio mondo era freddo come qui? O c'era caldo? Presumo di no, dato che quel gelo ti è rimasto addosso. Lo sento dal tocco con le tue mani. Ti porti dietro qualcosa che ancora non so come definire.»
    Parlava con piacevole lentezza, continuando a osservare il paesaggio come se niente fosse. Per lei quei discorsi erano... quello che erano. Semplici annotazioni e considerazioni, frutto di alcune sue idee. Come al solito non si poneva problemi a domandare le questioni più personali al suo interlocutore dal becco da rapace.
    «Questo simbolo cosa rappresenta, invece? Mi piace la sua geometrica perfezione e l'incastro di così tante figure diverse. Voglio sapere chi l'ha fatto e perché si trova qui.»
    La mano iniziò ad accarezzare la superficie di pietra, il dito che scorreva lungo le intersezioni.

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    Il quesito di Rynnelthalas era lecito, e la risposta anche piuttosto ovvia. Tuttavia, quando gli fu posta, sulle prime skekDor strabuzzò semplicemente gli occhi, quasi come se fosse stato colto di sorpresa. In verità, cercava solo le parole giuste per esporre il concetto senza macchiare d'infamia l'immagine di Valiinorê che aveva mostrato fino a poco prima.

    "Dalla paura, principalmente." Asserì, e poi riprese: "Guardatemi. Il mio aspetto è piuttosto comune, se paragonato alle creature che abitano il mio mondo. Qui su Endlos, però, è vero esattamente l'opposto..." Allargò le braccia, inclinando il capo con biasimo: "E se non bastassero queste forme a suscitare timore, ad aggiungersi al resto c'è il fatto di non aver ancora potuto rigenerarmi completamente. Immagino non vi sia sfuggito, un po' come a tutti. Io... puzzo di morte."
    Fece una breve pausa, addolcendo i lineamenti del volto: "L'odore che mi porto dietro non dipende da una scarsa igiene, o da una dieta particolare. È l'afrore di ciò che un tempo era in salute, e che adesso non lo è più. Uno stato che si trova in equilbrio su un filo sottile, sopra la bolgia dell'ineluttabilità. Un qualcosa che condivido, per certi versi, coi nostri nemici."
    Abbassò appena le palpebre, e la vista sembrò farsi più cupa: "Prima di Valiinorê, durante la ricostruzione e le ricognizioni, venivo percepito come una minaccia silente. Un po', era dovuto anche all'indole... che ostentai. Però, allora nessuno mi rivolgeva la parola, a meno che non fosse strettamente necessario."
    Sospirò, facendo spallucce: "Non gliene feci mai una colpa, però. Anzi, avevo in un certo senso pietà di loro. La guerra li aveva resi ciechi, incapaci di andare oltre le apparenze. Per fortuna, col miglioramento delle condizioni del villaggio, anche le mentalità cambiarono. E così, colui che si era proclamato il "Signore del Cristallo" continuò a rimanere tale nella mente degli abitanti. Al contempo, però, ad affiancare questa figura ricolma di oscurità e raccapriccio ne nacque una seconda: una più amichevole, quasi rispettabile. I bambini furono i primi a rendersene conto. E anche gli adulti, col tempo, cambiarono registro nei miei riguardi. Quanto al sottiscritto... fu una piacevole sorpresa lo scoprirmi parte di qualcosa di così fragile e delicato."

    Avrebbe voluto agitare una zampa al vento, e subitamente creare i soliti tre piccoli globi incandescenti che, staccatisi dal suo palmo, avrebbero presero a vorticare attorno a Rynnelthalas. Tuttavia, non gli sembrò giusto farlo.
    Certo la dragonessa possedeva i suoi modi per rendere il freddo meno pungente, qualora l'avesse ritenuto necessario.
    Al contrario, il cuore di tenebra non le avrebbe concesso questa scelta, sfruttando magari l'occasione per portare in scena una patetica avance.
    Parlando di quest'ultimo, s'era fatto stranamente silenzioso. Gli bruciava parecchio l'esser stato accolto nel villaggio per via delle azioni del Mistico, anziché le sue.

    "Thra aveva perlopiù un clima tropicale, ma anche zone afose, o gelide come questa. E un tempo... anche il mio corpo poteva percepire il freddo e il caldo come il vostro. Il mio cuore batteva, la mia pelle era calda al tatto. Oh, parlo di diversi millenni, chiaramente. Allora, ero anche più giovane. Però... Almeno parlando per me..." E s'indicò, come se ci fosse stato qualcun altro interpellato: "Non mi è dispiaciuto invecchiare come un semplice mortale. Quel che mi pesa, è solo questo stato di non-morte. A volte... A volte spero nel profondo dell'animo di riottenere almeno questo: almeno un'illusione di vitalità."
    skekDor si guardò bene dal dire che, col suo "piano segreto" eventualmente andato a buon fine, quella speranza sarebbe stata lì lì per concretizzarsi.

    Poi, la successiva domanda di Rynnelthalas portò la conversazione su argomenti più lieti.
    Alla donna non erano infatti sfuggiti i giganteschi glifi impressi sui muri ci cinta.
    Era la prima volta che uno straniero s'interessava ad essi. Di solito, i più scrutavano i simboli e, semplicemente, li prendevano come semplici ornamenti. O magari come marchi di una certa casata nobiliare. Forse, però, qul quesito era scaturito nella mente della donna per via della sua natura.

    Portò lentamente le zampe dietro la schiena, lo Skeksis e, facendo un gran passo di modo da mettersi di fianco a Rynnelthalas, esclamò: "Quest'emblema è caro agli altri esseri come me, nel mondo da cui provengo. Rappresenta, per certi versi, la nostra genesi. E anche il nostro epilogo. Ciò che inizia ha prima o poi una fine. E ogni fine, presenta un nuovo inizio. Comunque, è un simbolo di speranza e di rinnovamento: rappresenta la Grande Congiunzione." Le sue labbra si serrarono all'istante, espresso quel concetto. Qualcuno, dentro il suo costato, stava facendo resistenza.
    Così, urElah aggiunse solo: "Si tratta di un augurio: "Possano queste mura sopportare le sferzate di vento più impetuose, o il tumulto di un'intera guarnigione di soldati, senza patire la minima crepa". Così dissi. E così, apparentemente, fu."

    Lasciò ancora qualche istante alla dragonessa per assimilare quelle nuove informazioni, prima di riprendere la marcia.
    All'orizzonte, a giudicare dal sentiero imboccato da skekDor, sembrava esserci poco e niente. Solo manti erbosi puntinati di chiazze nevose, sentieri che si snodavano in alto, verso i pascoli... e una specie di rudere, sulla cima di un colle a pochi metri di distanza

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    «Ti rifugiavi dalla paura che gli altri provano nei tuoi confronti?»
    Rynnelthalas sorrise e i suoi occhi tornarono su di lui.
    «Il tuo odore non ti caratterizza. La tua divinità, sì. Il resto non ha importanza. Sei quello che sei, e la gente ti vedrà sempre nel modo che più preferisce. Quindi fai come me e nascondi il tuo aspetto, o convivi con l'opinione dei mortali.»
    Ci mise poco a liquidare la questione, e ancora una volta tornò sul simbolo. Chissà cosa poteva pensare skekDor di fronte alla semplicità con cui l'altra dea analizzava le questioni. Ingenuità divina o senso pragmatico? Forse era un misto di entrambe. C'era saggezza nelle parole del drago, o superficialità? Certo, non era facile dirlo.
    «Però ho compreso che allora, al tuo arrivo, ti sei mostrato con la stessa faccia che mi hai mostrato quando ci siamo conosciuti. E poi sei cambiato. Cosa ti ha fatto cambiare? Perché sei cambiato? I mortali hanno corrotto il tuo carattere? O hai scelto di cambiare per sopravvivere? E perché quando sei lontano da Valiinorê sfoderi le zanne e quell'altra tua natura?»
    Ryn tornò all'attacco con numerose domande. Non si arrendeva facilmente. Attese delle risposte e poi stette in silenzio per alcuni minuti, prima di parlare nuovamente. Come al solito fu schietta e decisa, tranquilla e placida nel suo modo di parlare, anche se le sue parole potevano sembrare dure o incuranti.
    «Il fatto che tu sia come un non morto mi disgusta ma non te ne farò una colpa. L'importante è che tu non influisca sul ciclo naturale della vita, o che non trasmetta la tua condizione ad altre creature, come fanno i re lich. Quando riavrò i miei poteri ti aiuterò a ritrovare la vitalità perduta.»
    E mentre marciavano si guardava distrattamente in giro, incuriosita dal paesaggio, ma concentrata sul rapace divino. Aveva preso quella decisione non per altruismo quanto per senso del dovere. Era la sua natura a parlare per lei, suggerendole cosa dire e cosa fare. Ripristinare l'equilibrio di skekDor era parte del suo compito e motivo per cui il destino li aveva fatti incontrare.
    «Se i nostri nemici del Nord fossero accondiscendenti come te potrei guarire anche loro. Ma da quello che ho capito, la loro non morte è stata una scelta voluta e ricercata, mentre nel tuo caso un capriccio del fato. Non ami essere freddo e cadaverico, vero?»



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    La constatazione di Rynnelthalas attirò nuovamente l'attenzione di urElah sul suo volto. Era difficile anche per lui starle accanto senza subirne l'"influsso"
    "Non penso sarei mai in grado di farlo. Nascondere il mio aspetto, intendo. Io sono quel che sono, e non è con le menzogne che attirerò il favore del prossimo. E anche voi, del resto..."
    Serrò appena le palpebre, come se scrutasse ben al di là della figura della donna.
    "...non credo dovreste affatto rinnegare la vostra vera forma. Io, come sapete, la trovo incantevole. E penso che anche per i mortali sia lo stesso. Qui, sulle montagne, ci sono almeno due dragoni nostri alleati. I piccoli li acclamano, quando li vedono. E anch'io non attiro più brutti sguardi. La gente non avrebbe problemi a posare lo sguardo su una pelle ricoperta di scaglie, riponendo in essa fiducia."
    Riportò le zampe in grembo, fregandole l'una contro l'altra: "Una... Ehm... gran bella pelle, se mi concedete d'esser licenzioso."

    Sulla seconda questione, il mezzo-Mistico si dimostrò imbarazzato: "Posso affermare che sia... ben più "complicato" di così. Non è a Valiinorê che avvenne il cambiamento. Se così lo posso chiamare. Di certo, però, su questo particolare ci avete preso in pieno. Il villaggio sembra tirar fuori ciò che c'è di buono in questo corpo. In tutte le sue forme..."

    Di seguito, trattenne un moto di riso alle affermazioni di Rynnelthalas. Non si trattava, però, di una risata di scherno. Anzi, s'affrettò a specificare: "Oh, no. No, mia cara. Non esiste questo pericolo. Non è nei miei poteri il rianimare i morti. Io posso solo ridare la vita, quella vera. E anche la mia condizione ha ben poco a che spartire con quella dei nostri nemici. Io marcisco, ma ogni giorno mi rigenero. Questo corpo non si consumerà mai, com'è vero che, al momento, non sarà mai più vivo di così."
    E infine, concluse: "Non amo esser così in bilico. Il freddo nelle ossa e la carne cadente sono solo un effetto collaterale di qualcosa di molto più grave."

    Riprese la marcia, come se niente fosse, e lasciò a metà quell'argomento. Come detto, all'orizzonte si trovava un colle con sopra un rudere.
    Lo Skeksis avrebbe fatto strada alla dragonessa fin su, lì dove all'effettivo sorgeva quella che aveva tutta l'aria di essere una piccola chiesa.
    Non aveva certo l'aspetto d'una cattedrale, l'edificio. Piuttosto, sembrava il luogo di culto adatto ai pastori di passaggio, e in effetti era di dimensioni modeste.
    Lì dove un tempo si trovava il campanile, c'era al contrario un vero e proprio buco nel soffitto. Le mura, però, sembravano ancora integre. Anzi, a osservarle meglio, pareva che qualcuno le avesse risistemate e messe quasi a nuovo.
    "Ecco. Qui è dove... Ihihih! Diciamo, dove passo di solito la notte." Sghignazzò, con la mano davanti al becco.

    Doveva essere una specie di chiesetta minore, utile per lasciare offerte alle divinità e niente di più, perché in sommità c'erano i resti di quello che aveva tutta l'aria d'essere un campanile, come detto, ma ciò nonostante era troppo piccola per accogliere più di una dozzina di persone al suo interno.
    skekDor spinse sul gran portone d'ingresso, e le ante di legno si spalancarono con un crepitio.
    L'interno era costituito da un singolo ambiente delle dimensioni di una stanza.
    Non c'erano panche, e i drappi che normalmente avrebbero dovuto adornare l'altare, si trovavano invece sparsi un po' ovunque, come a rendere l'intero ambiente un unico, grande tabernacolo. Al centro dell'ambiente c'era un buon tavolo in legno di noce, pieno di ceste di vimini vuote. L'odore che permeava l'aria (Oltre a quello dello Skeksis) era quello tipico della frutta.
    Sul fondo, un soffice e modesto letto prendeva posto vicino alla navata centrale.
    Il lucernario ricavato dal rudere del campanile faceva cadere la luce con un'ottima angolazione. Questo aveva permesso allo Skeksis d'effettuare il "rito del mattino" senza neanche doversi spostare da dove si trovava.

    Di nuovo, skekDor fece strada: "Prima, vi ho parlato del fatto che da queste parti ci si aiuti a vicenda. Beh... Come potete constatare, nel loro piccolo gli abitanti si sono fatti abbondantemente perdonare dei loro pregiudizi nei miei riguardi."

    Salute: 100%
    Energia: 90%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    «Il mio aspetto umano non è una menzogna. Questo è un dono che i miei creatori mi diedero perché potessi mischiarmi ai mortali assomigliando a loro. È una gentilezza nei loro riguardi.» Sospirò, portandosi l'indice sinistro alle labbra e accarezzandole in un piccolo e intenso moto circolare. «Tu sei diverso. È normale che tu trovi la mia vera forma attraente.» Ma non specificò per quale motivo lo credeva possibile. E poi insistette: «Porrò un rimedio al tuo problema. Vedrai.»

    Arrivarono alla dimora di skekDor e lì si fermarono per un attimo, così che la draghessa potesse osservarne l'esterno con i suoi occhi indagatori. Non sembrava una dimora lussuosa. «Non è la dimora adatta a un dio.» Poi sorrise. «In effetti, almeno tu hai una casa.»
    Quando furono all'interno, Rynne iniziò a muoversi come una bambina, zampettando da una curiosità all'altra per saggiarne con le mani e con gli occhi ogni concretezza e peculiarità. Il suo viso si illuminò per una manciata di minuti mentre frugava fra i cesti di vimini cercando qualcosa che non c'era. Quando ritrovò il controllo assunse nuovamente la sua placida aria di sempre.
    «Sembra un posto tranquillo, adatto alla meditazione. Ti trovi a tuo agio, qui, circondato dai doni dei tuoi sudditi e compaesani?» La parola "sudditi" era un po' una provocazione, perché persino la dea aveva capito che non era quello il rapporto vigente fra gli abitanti di Valiinorê e lo skektis, ma volle vederne la reazione. Stava ancora parlando, che si avvicinò al letto e si sedette su di esso. Tastò la consistenza del materasso e poi si sdraiò come se fosse il suo. I suoi globi dorati andarono verso il soffitto e il lucernario, un'espressione di pacata serenità a incorniciare quel viso che non sembrava mai preoccupato di nulla.


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    Fisico: Buone condizioni
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Lo Skeksis portò le zampe avanti. Non intendeva certo inimicarsi la sua nuova amica: "Perdonatemi. Ho parlato senza pensare. Ciò, però, dipende dal fatto che nel mio mondo, e negli altri che ho visitato, non esistevano gli "umani". Pensavo che la vostra forma fosse una conseguenza della vita su Endlos. E ora so di aver frainteso."

    Poco più tardi, raggiunta la chiesetta, Rynnelthalas fece notare come non si trattasse della dimora adatta a un dio. Il cuore di tenebra ebbe un sussulto: skekDor lo sapeva benissimo! Avrebbe proprio voluto uscir fuori e dirle di quanto detestasse passare il tempo da quelle parti. Però, la volontà di urElah quel giorno si stava dimostrando troppo forte.
    E il Mistico parlò: "A me non dispiace. S'intona al territorio, anziché spiccare all'occhio. Chissà, forse quando il villaggio risorgerà, anche questo luogo tornerà ad assumere il suo antico ruolo..."

    La dragonessa sembrò apprezzare di più l'interno. Infatti, non appena skekDor finì di descrivere di come gli abitanti si fossero prodigati per rendere un minimo accogliente l'antico rudere, la donna s'era messa a dare un'occhiata un po' ovunque.
    "Eh, "sudditi"... Forse, non siete poi tanto lontana dal vero. Per ora, però, preferisco non pensarci. Voglio credere che mi pensino come un loro pari... Urgh!"
    Una fitta al petto. Non un dolore fisico, più dell'anima. urElah, stavolta, non poté fare a meno di agguantarsi lo sterno con gli artigli.
    skekDor, quello vero, premeva per uscire.
    Specialmente ora che Rynnelthalas se ne stava sdraiata sul suo giaciglio. I pensieri che la sua mente turpe suggerivano al corpo fecero rabbrividire l'essenza del Mistico.
    Comunque, ancora, urElah ricacciò indietro skekDor.
    "Ah, queste vecchie ossa ogni tanto mi fanno qualche scherzo." Cercò di svicolare, muovendosi verso una seggiola completamente in legno, col fondo ricavato da un sacco di iuta pieno di paglia.
    A fatica, lo Skeksis ci si mise sopra, e sospirò. Si trattava ovviamente di una messinscena. I dolori, i reumatismi... Quelli, skekDor li aveva sempre e comunque, a prescindere dalla posa assunta.
    Una volta di più, il suo corpo semi-immortale gli ricordava di non esser più eterno.
    "Questa non è davvero la mia casa, ad ogni modo. Potrei affermare che sia piuttosto il luogo in cui pretendo di essere. Non ho casa, non ho regno, e nemmeno un focolare familiare. Tutto ciò che ho è il presente... E il modo in cui vivo in quest'esile tratto temporale mi fa dimenticare d'essere uno straniero."

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    «Non importa» rispose il drago senza troppo pensare, rispetto al fraintendimento di skekDor. Non era importante per lei, ad ogni modo. La sua espressione, ad ogni modo, non cambiò, rendendo le sue parole ancora più vere. «Con il tuo contribuito Valiinorê diventerà un centro sempre più grande e prospero. Coloro che vivono nel Nord ne sentiranno parlare e verranno qui per cercare rifugio e protezione.»
    Alla risposta dello skektis sorride, continuando a fissare il soffitto. «Difficilmente sono lontana dal vero. So riconoscere ciò che vedo.»
    Fu interrotta dai gemiti della creatura, la quale si giustificò citando i dolori della vecchiaia. Rynne aveva già promesso il suo aiuto in tal senso, perciò non sentì necessario ribadire ancora una volta la sua intenzione. Ma si mise a sedere, terminando così il suo brevissimo riposo. Puntò gli occhi sulla figura del dio, osservandolo con attenzione.
    «Sei come me allora. Ma con un rifugio in più. Io non dormo mai con un tetto sopra la testa, dai giorni in cui sono giunta a Endlos.»


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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    La metà dello Skeksis era stanca di restare in panchina. Spinse, e spinse ancora per uscire allo scoperto. Ma urElah non aveva alcuna intenzione di lasciarle fare i suoi porci comodi.
    Non lì, almeno. La chiesa, da accordi, doveva essere un luogo neutrale. D'altro canto, come la voce sobillatrice fece notare, anche la parte del Mistico stava venendo meno al patto, visto che gli impediva di emergere.
    urElah ignorò quell'ennesimo tentativo di aver ragione di lui, e si concentrò su Rynnelthalas, che al momento si alzata seduta.

    Scansando lentamente la zampa dallo sterno e portandola assieme all'altra in grembo, lo Skeksis esclamò: "Tuttavia, mia cara, da che ho compreso vagate per queste terre da molto meno tempo. Endlos è ricolma di ferite aperte, che meritano l'attenzione di un curatore sapiente. Confido nel fatto che, un giorno, anche voi troverete un posto in cui vi sarà gradito passar la notte."
    Socchiuse gli occhi e sorrise: "Fino ad allora, se vi farà piacere, questo sarà il luogo in cui potrete tornare in qualunque momento."
    Fece spallucce: "In fin dei conti, è raro che usi dormire su quel giaciglio."
    Ed era vero. Rynnelthalas avrebbe sì sentito il suo odore sulle federe, ma non maniera così preponderante dal lasciar supporre che l'avesse usato spesso.

    Passarono appena pochi minuti, e i suoni di diverse campanelle echeggiarono per Valiinorê. Le superfici ricurve delle montagne trasportarono l'eco fin sui pascoli, giungendo all'orecchio dei due dei in maniera flebile, ma perfettamente comprensibile.
    "Oh, come passa il tempo, quando la compagnia è lieta. Questa è l'ora di sedersi a tavola per il pranzo."

    Fece pressione con entrambe le mani sulle ginocchia, digrignando i denti per lo sforzo. Poi, ondeggiò avanti e indietro a più riprese, usando la robusta coda per spingersi su.
    La risalita in piedi fu accompagnata dai suoni più sinistri: scricchiolii, crepitii, persino suoni più simili a quelli di un'anta poco oleata, che a giunture fragili.
    Rimase ben diritto solo per pochi istanti, poi la testa si piegò in avanti e il corpo assunse la solita posa ingobbita.
    Ballonzolò sul posto, girandosi di appena quarantacinque gradi.
    Poi, volgendo il becco alla dragonessa, esclamò: "Io non ho appetito, ma se volete giù in paese troveremo di sicuro qualcuno disposto a ospitarci."

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    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    Si alzò in piedi con un movimento leggiadro, e portò le mani all'addome, nascondendone una dentro l'altra. «Hai bene inteso, skekDor. Vivo su questo mondo da un paio di mesi appena. E ho già visto molte più cose qui che in tutti i secoli che ho trascorso nella mia Valle. Il mio mondo era vasto, ma non lo percorrevo, lasciando che fossero i mortali a farlo per me. Vegliavo sulla mia terra e loro venivano da me e io chiedevo loro di raccontarmi storie, e in cambio li benedivo.»
    Le cose erano decisamente cambiate. Ora che era libera dai suoi doveri, sentiva di poter viaggiare liberamente. Allo stesso tempo, il suo viaggio ricercava un nuovo dovere da accollarsi, qualcosa che desse scopo alla sua esistenza.
    «Per ora non desidero un luogo dove rifugiarmi, ma un destino da assecondare. Non sento la morsa del sonno o della fame, non come i mortali, ma la pressione del fato, quella sì, pesa su di me come un pesante mantello. Sono stata creata per uno scopo, e ora che sono venuta meno a quel compito devo capire se la mia presenza su Endlos è un esilio o una nuova possibilità per redimermi.»
    Parlò con calma e pacatezza, nonostante il peso delle sue parole, ma dopotutto quello era il suo tono di voce tipico, e la sua espressione raramente mostrava grandi emozioni. Invitata dallo skektis a scendere al villaggio, Rynne accettò di buon grado, sfoggiando un insolito sorriso.
    «Bene, allora. Torniamo fra i mortali. Saranno lieti di vederti. Oramai ti considerano una presenza importante, e a quanto pare anche loro lo sono per te. Quindi non aspettiamo oltre.»
    E dicendo queste parole abbandonò definitivamente il giaciglio alle sue spalle e si incamminò verso l'uscita, provando pietà per i rumori provocati dalle articolazioni del rapace ma senza poter fare niente per aiutarlo, almeno per il momento.


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    Fisico: Buone condizioni
    Mente: Buone condizioni
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    Link Scheda: Rynnelthalas

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Rynnelthalas aveva accettato di buon grado l'invito dello Skeksis a rimanere ancora un po' al villaggio.
    Questo, unito ai suoi propositi futuri, riempirono il cuore marcescente dell'anziano eremita di nuova linfa.

    Le giunture scricchiolavano, e ogni passo era accompagnato da una specie di mugugno sommesso, tuttavia urElah sembrava sprizzare vitalità da tutti i pori.
    Aprì il portone, scansandosi di lato per permettere alla dragonessa di varcare la soglia e uscire dalla chiesa.
    Subito dopo, riportate le zampe al suolo vivo, indicò la via da seguire.
    "Prima, vi ho fatto percorrere una strada più lunga. Vogliate perdonarmi per questo, ma ci tenevo a farvi apprezzare il panorama..."
    Di nuovo, si fregò le mani, visibilmente imbarazzato. Subito dopo, riprese: "Ad ogni modo, ora potremo prendere una via più rapida. Seguitemi pure."
    E, così detto, s'incamminò.
    I due sarebbero ridiscesi per un sentiero che curvava appena rispetto al percorso ottimale per raggiungere il villaggio, ma che almeno non permetteva all'eccessiva pendenza di rischiare di farli ruzzolare giù.
    "Se posso permettermi..."
    Iniziò a un certo punto. E, prima di proseguire, fece una breve pausa.
    Aprì e chiuse il becco, assottigliando lo sguardo e guardandosi un po' attorno. Poi, riprese.

    "Forse sarà chiedervi troppo, ma potreste parlarmi della vostra... "creazione". L'avete accennata più volte, nel corso di questi nostri due incontri. E sento che, per certi versi, questa cosa potrebbe accomunarci."
    Fissò il cielo, esclamando: "E' una mia curiosità. Come vi ho appena detto, anch'io... Per certi versi, ho avuto una genesi..."

    Scoppiò a ridere. Una risata contenuta, quasi sarcastica.
    Si pigiò la zampa sul muso, scuotendo tristemente il capo: "Mi sovviene ora che io vi ho costretto a procrastinare le spiegazioni, riguardo alla mia natura, mentre adesso io vi chiedo in maniera tanto indelicata della vostra."

    Inclinò il capo, pensando che forse skekDor non aveva tutti i torti. Rynnelthalas era particolare, irradiava un'aura impalpabile ma sempre presente. E per certi versi, anche urElah aveva iniziato a subirne gli effetti.
    Si affrettò a concludere: "Temo che, con l'età, anche il cervello abbia cominciato a dare i numeri... Sono proprio uno straccio..."
    Poggiò le mani sui lombi, inarcando la schiena e gonfiando il petto. La spina dorsale emise diversi "click!" in rapida successione

    Salute: 100%
    Energia: 90%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    Rynne seguì il divino interlocutore fuori dalle quattro mura del vecchio edificio, sospirando e pensando a quanto dovesse essere stata dura per uno della sua natura accontentarsi di vivere una vita del genere. Il vecchio beccuto sembrava davvero un'altra persona rispetto a quello con cui aveva parlato la prima volta, e semmai quel carattere fosse riaffiorato, non sarebbe stato pericoloso per il villaggio? Ma tenne queste considerazioni per sé, anticipando lo skektis per il sentiero che dolcemente scendeva verso il villaggio. Lo stava "seguendo", ma in realtà gli camminava davanti, dandogli le spalle con sicurezza e fiducia, non aspettandosi nulla di negativo dal mistico. E nel frattempo stringeva i suoi occhi dorati e luminosi per scrutare il paesaggio sottostante, fatto di casine, vicoli e piazzali.

    La domanda non giunse del tutto inaspettata, era solo questione di tempo prima che uno dei due iniziasse l'argomento. Il drago si fermò, nascose una mano sotto l'altra sul grembo, e fece un lungo sospiro.
    «Perché temi di chiedermi troppo? Forse pensi che non ti risponderò solo perché tu non hai voluto parlarmi del tuo segreto? Io sono al di sopra di queste concezioni, più tipiche degli umani, se vogliamo.»
    Il suo tono era calmo, pacato, ma suonava forse come un rimprovero, nonostante il suo tipico ed effimero sorriso dipingesse quel volto serafico.
    «Il mio mondo è stato creato da una razza di architetti divini, viaggiatori che solcano l'universo per mettere ordine nel caos primigeno. un tempo v'era confusione. Gli antichi dei avevano corrotto il pianeta, generando abomini e incertezza. Gli elementali dei quattro elementi combattevano fra di loro, guidati dai loro signori immortali, causando distruzione ovunque andassero. Ma i miei creatori sconfissero sia quelli che gli altri, relegandoli nelle profondità della terra e riformando tutta la terra di superficie, creando le nuove razze che l'avrebbero abitata. Per impedire ai mortali di sbagliare la strada verso il proprio futuro, noi Aspetti della Creazione fummo creati. Un aspetto per ogni elemento della natura. E io fui scelta come Aspetto della Vita. Il mio compito era quello di vegliare sul ciclo della vita e della morte. Ma con il passare del tempo divenni sempre più attratta da un singolo territorio, la mia Valle, e mi stanziai lì, prediligendolo al resto del mio pianeta.»
    Non raccontò solo della sua creazione, ma di tutta la genesi del suo mondo. E poi, riprendendo a scendere il sentiero, chiosò: «Non scherzare. La mente di un dio non invecchia. Si fa solo più saggia.»


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    L'allusione di Rynnelthalas fece ben poco piacere alla metà dello Skeksis. Buon per lei che stesse parlando col Mistico, insomma.
    Ad ogni modo, urElah non era poi andato così lontano dal vero, con le sue constatazioni.
    Rynnelthalas era il parto di dei superiori a lei, e ne rappresentava per certi versi una sfaccettatura, sebbene solo in parte.
    Lo stesso poteva dirsi per skekDor e urElah: eternamente divisi e imperfetti, le due metà di un "tutto", un tempo integro.
    E anche loro, così come Rynnelthalas, avevano scelto di occuparsi di una piccola zona di spazio, anziché dell'intero creato.
    Gli Skeksis avevano il loro castello, i Mistici la loro valle.
    E ora, su Endlos, stavano per certi versi ripercorrendo lo stesso cammino.
    Valiinorê piaceva a skekDor per via del freddo e dell'aura di morte che l'avvolgeva, al contrario urElah si trovava lì per la pace e il calore che irradiava. Se fossero stati insieme come un tempo, probabilmente avrebbero usato i loro poteri per rendere l'intera Endlos un posto migliore.
    Ma, appunto, ormai ognuno pensava al suo "orto". Com'era successo a Rynnelthalas.

    Il tragitto non durò a lungo. skekDor era stato di parola.
    Dopo poco, si trovarono infatti nei pressi dei viottoli che conducevano alla piazza principale.
    Grossomodo lì, skekDor diede risposta alle parole della dragonessa, riferite agli scherzi della sua mente.
    "Avete perfettamente ragione. Simili bugie balorde non attaccano con chi, come voi, condivide la mia natura. Mi scuso e mi spiego. La verità è che-"

    Proprio in quel frangente, un piccolo terremoto su due piedi schizzò fuori da una casupola, correndo incontro ai due.
    "Nonno, nonno!" Esclamò il bimbetto biondino, agitando le braccia al cielo.
    skekDor ridacchiò divertito a quella scenetta e, dimentico di ciò che stava per dire, con uno strattone si lasciò cadere quasi in ginocchio.
    Rynnelthalas avrebbe potuto sentire le vertebre della sua schiena crepitare sinistramente, e i lineamenti del suo viso irrigidirsi per un solo istante: doveva esser stata una manovra piuttosto dolorosa.
    Eppure, allargando le braccia, lo Skeksis ostentò il migliore dei suoi sorrisi anodini: "Oh-oh-oh! Quanta vitalità, piccolo Hans!"
    Il bimbo piombò praticamente addosso al mezzo-Mistico e subito dopo girò lo sguardo su Rynnelthalas, salutandola con la manina ma non spiccicando parola.

    "Dove te ne corri, sbarbatello?" Domandò un omaccione dai lunghi baffi rossicci, spuntando dallo stesso vicolo da cui veniva Hans.
    Notando il duo, si tolse dalla testa il pesante copricapo in lana che indossava e mormorò: "Oh... Eminenza. Vogliate scusarmi, mi era scappato."
    Si fece poi più vicino, rivolgendo un lieve inchino a Rynnelthalas: "Saluti, signorina."

    skekDor, con evidente sforzo, si sollevò in piedi col bimbo appeso alla sua veste. Sostenerlo con un solo braccio, nonostante la piccola stazza, sembrò costargli fatica. Eppure, sembrò non volerlo dare a vedere.
    "Oh, che volete che sia. Per così poco."

    Poi, girò il becco alla dragonessa: "Questo simpatico giovanotto è Tindaro. Li dobbiamo a lui, gli ortaggi che abbiamo gustato a colazione."

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    Rynnelthalas


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    La verità non ebbe il tempo di trovare strada oltre il becco di skekDor, perché la loro discussione venne interrotta. Rynne sospirò: era finito tutto sul più bello, ma a quanto pareva la sua curiosità avrebbe dovuto attendere ancora a lungo. Rynne sorrise al bambino, dal nome di Hans. Sembrava che lo skektis lo amasse in particolar modo, dai metodi usati per andargli contro, e quel sentimento sembrava ricambiato dal giovane.
    «Salute a voi» rispose il drago all'esclamazione dell'uomo, sorridendo anche a lui. Cercava di mostrarsi simpatica e benevola, anche se si sentiva ancora un'estranea agli occhi di quelle persone. «Tindaro è il tuo nome? Piacere di conoscerti. Io sono Rynnelthalas. Puoi chiamarmi Ryn, se il mio nome ti sembra troppo difficile da pronunciare.»
    Affiancò il suo interlocutore dal becco affilato e si inchinò leggermente verso il bambino, accarezzandogli la testa con un buffetto leggero. E una serie di piccole luci color rubino iniziarono a scaturire dalle sue dite.
    «Questo è molto interessante» commentò l'elfa divina, aguzzando gli occhi sul fenomeno.




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