Storia d'inverno

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    Si era ormai in estate, fra le vette innevate del Koldran. Eppure, non fosse stato per la concezione del tempo, si sarebbe detto di trovarsi al contrario in pieno inverno!
    Il sole era appena sorto e faceva molto, molto freddo. Un vento gelido soffiava direttamente dal Presidio Est, e prometteva neve.
    Nell'intricato labirinto di dedali montuosi e lande semi-desertiche in cui a stento si vedeva attecchire un po' di muschio, proprio in prossimità della Calaverna del Pettirosso, cominciavano ad accendersi le piccole luci prodotte dai fuochi del villaggio di Valiinorê.

    Per diverse stagioni, ormai, famiglie di umani avevano ricostruito le loro case sul terreno reso sterile dal freddo e dalla piaga dei non-morti. Problemi che ancora pressavano le poche anime le quali, stoiche, si ostinavano a resistere lì, alle pendici di cime montuose dall'aspetto sicuramente bello, ma anche piuttosto austero.
    Gli umani di Valiinorê erano sempre molto indaffarati. Quando il tempo si faceva bello (il che, stranamente, succedeva ormai grossomodo due volte al dì, a intervalli di tre o quattro ore), seminavano i campi, portavano il bestiame al pascolo e svolgevano lavori utili alla comunità.
    C'era anche una discreta raccolta di bacche e piante officinali nelle vallate lì vicino. E dalle cucine, un po' a tutte le ore, veniva quasi sempre un buon odore di confetture, zuppe di verdure o carne cotta a puntino.
    Pur lavorando molto, i paesani trovavano però sempre del tempo per occuparsi della vera speranza per il futuro: i piccoli.
    Orfanelli, figli di una terra che sembrava volerli ricacciare con tutte le loro forze, bambini che affrontavano ogni nuovo giorno nella maniera più congeniale alla loro tenera età, divertendosi.
    E agli adulti, fra una faccenda e l'altra, spettava l'onere di occuparsi dei giovani virgulti, organizzando banchetti, giochi e intrattenimenti vari.
    Ogni occasione, insomma, era buona per riunire i pargoli tutti insieme e far fare loro festa!

    Come detto, quindi, alle prime luci del mattino il villaggio era già in piena attività.
    Fra i diversi falò accesi, superate le cinte murarie esterne e attraversato un breve tratto contraddistinto da ruderi e macerie varie, spiccavano luci più piccole, delle case abitate.
    Una in particolare, si muoveva veloce lungo la stradina, per raggiungere la piazza centrale del villaggio.

    A brandire la torcia era un'omaccione vestito di un pesante mantello. Non ci sarebbe voluto un genio per capire che si trattava di un contadino. Anche perché, nell'altra mano, stringeva una vanga.
    Dietro di lui, una schiera di piccole testoline si accalcavano lungo la fila.
    I bimbi si erano destati dai loro lettini piuttosto presto, quella mattina. E non vedevano l'ora, visto il freddo, di gustarsi una bella zuppa calda vicno al fuoco.

    Il signor Tindaro, questo il nome del villico, voltò il capo alle sue spalle per esser sicuro che i bambini fossero tutti ordinatamente in fila. I suoi baffi rossicci brillarono dello stesso colore delle fiamme.
    Poi, riprese il cammino. La piazza centrale era ormai vicina!

    Si trattava di un ampio spiazzo, abbellito da una pavimentazione in granito quasi sempre coperta qua e là da cumuli di neve.
    Tutt'attorno, lungo il perimetro, c'erano pesanti blocchi di pietra disposti a formare delle panche.
    Nel centro, invece, delle grosse pire, simili ai roghi usati dall'Inquisizione, torreggiavano in mezzo alla piazza, diffondendo il loro calore in ogni dove.

    A pochi passi da essi erano stati disposti tavoli e sedie in abbondanza. E qualcuno aveva già occupato il posto più vicino al fuoco. Il più caldo, ma anche il più pericoloso, considerando la vicinanza con le fiamme.
    D'altro canto, a una prima occhiata anche la creatura non dava poi l'idea d'esser tanto raccomandabile.
    Una lunga veste rinascimentale ne copriva le fattezze, dilungandosi in una gonna tanto pomposa da lasciar presagire che a indossarla fosse una nobile dama.
    E invece, soffermandosi sulle parti scoperte del corpo, ovvero gli arti e la testa, ci si sarebbe trovati in disaccordo con una simile affermazione.
    Una robusta coda spuntava fuori della gonna, serpeggiando fra due piedi umanoidi, dalle fattezze simili a quelle di una lucertola.
    Le mani, grossomodo, avevano il medesimo aspetto. Il particolare più grottesco era però la testa: era come se qualcuno avesse preso il cranio di un drago, ne avesse svuotato le orbite per inserirci a forza due occhi umani, e infine gli avesse tagliato buona parte del muso, sostituendolo col becco di un rapace.
    E se questo non fosse bastato a render grottesca l'apparizione, la creatura pareva essere anche piuttosto in là con gli anni, e a giudicare dalla sua cera non gli sembrava esser rimasto molto da vivere.
    "Alla buon ora, Tindaro! Iniziavo a temere che non avrei più fatto colazione!" Borbottò il vegliardo, con un tono di voce rauco e cavernoso.

    L'omaccione fece spallucce, esclamando: "Buongiorno a voi, mastro skekDor. Eh, i piccoli stamane hanno l'argento vivo. Tenerli disciplinati è un'impresa!"
    Mentre rispondeva allo Skeksis, il contadino si avvicinò a una campanella disposta sul tavolo. Quindi, la suonò.
    Dopo poco, la porta di una casupola adibita a cucina si aprì. Deliziosi profumi uscivano dall'uscio.
    Una donna dai capelli color carota fece capolino, salutando con un cenno del capo tutti i presenti.
    Poi, si rimise all'opera.
    "Do una mano a mia moglie. Ci pensate voi a loro?" Chiese Tindaro e, senza attender risposta, si chiuse a sua volta la porta alle spalle.

    Sbuffando, lo Skeksis spostò appena la sedia e, con visibile fatica, si mise subito in piedi. Solo che non stava poggiato con le zampe sul tavolo. Anzi, fluttuava a mezz'aria.
    Scrutò i presenti con una mutria seriosa, e di rimando anche i piccoli scimmiottarono il suo aplomb, salvo sghignazzare di tanto in tanto sotto i baffi.
    A skekDor quei ragazzini davano fastidio nel midollo. Non sapeva neanche lui bene il perché. Tuttavia, erano i beniamini della metà del Mistico. Inoltre, finché non poggiava alcun artiglio su di loro, poteva vantare della benevolenza degli abitanti. Il che voleva dire cibo e vitto gratuiti!

    Sospirò ancora, annoiato, e mormorò: "Prendete posto e siate disciplinati, su! Tra poco sarà servita la colazione."
    I bimbi obbedirono, iniziando a sedersi. Dopo averlo fatto, però, volsero di nuovo il capo allo Skeksis.
    Il fatto di avere così tanti occhi addosso di solito avrebbe fatto estremo piacere alla divinità del Cristallo. Ma skekDor sapeva benissimo cosa stessero a significare in quel frangente quegli sguardi, e così trovò la faccenda piuttosto snervante.

    Sollevò le palle degli occhi al cielo, e dopo un ennesimo sospiro esclamò: "No, non vi racconterò proprio niente, prima di aver mangiato. Perciò, vedete di stare ai vostri posti e aspettate la vostra porzione di cibo."
    Sperò davvero che funzionasse. E in effetti sembrò così. Almeno, per qualche secondo.

    "No, io voglio la storia subito!"
    "Anch'io!"
    "Sì! Dicci una fiaba, nonno!"
    "Oggi è imbronciato!"

    Si levò un piccolo coro di dissensi

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Nell'algido buongiorno che richiamava le genti di Valiinorê alle fatiche della veglia, qualcuno stava varcando la soglia della comunità inosservato agli occhi dei piú.
    Non che gli abitanti avessero il tempo, nella frenetiche attività del mattino, di porre attenzione a tutti i forestieri, che trascinavano le membra stanche, in cerca di asilo nel loro villaggio. In piú l'uomo, giunto dal nord, aveva l'abbigliamento tipico dei popoli dell'Uthgardt: era rivestito in un'ingombrante bianca pelliccia inumidita dalla neve che lo avvolgeva dalle spalle ai piedi, strascicando sul suolo alle sue spalle come fosse un grottesco mantello.
    Ovviamente, ad un occhio attento, lo straniero non poteva essere scambiato per un barbaro: la pelliccia che indossava era sgraziatamente lavorata, e dava l'impressione di una catasta di piccole pelli intrecciate tra loro. Anche dalla distanza si percepiva qualcosa di completamente alieno in quell'uomo che camminava determinato verso la piazza del paese, in cerca di qualcosa.
    Quando fu sufficientemente vicino da essere illuminato dai fuochi della piazza, lo straniero si fermó come se avesse raggiunto l'obbiettivo della sua cerca.
    Davanti a lui aveva luogo una cerimonia di stranezza inusitata: molti cuccioli di uomo si erano radunati intorno ad un esotico cerimoniere, che divideva con loro cibo e bevande. Sulla faccia pallida del nuovo arrivato si abbozzó timidamente un orribile sorriso di denti giallastri. Osservandolo mentre sembrava, goffamente, chiedere con la gestualità il permesso di avvicinarsi, si potevano notare con certezza almeno due cose:
    nonostante gli stopposi perlacei capelli e il viso spigoloso e segnato, era probabimente molto giovane;
    nonostante il senso del gusto sia estremamente personale, era davvero brutto...
     
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    L'insolenza di quei marmocchi era davvero intollerabile! Come si permettevano, gli scriccioli, di avanzar pretese?
    Non solo skekDor s'era incamminato di buon ora per far loro da balie (Nonostante avesse di meglio da fare), ma ora doveva persino impersonare le veci di un cantastorie?
    Borbottò qualcosa d'irripetibile sotto voce e, proprio mentre era lì lì per esplodere, ecco che le porte della cucina si aprirono.
    Tindaro uscì fuori con un piatti di pietanza sulle braccia: ben tre per arto!
    Poi si mosse alla volta della tavolata, accolto dagli applausi di tante piccole mani.
    I piccoli erano, come di consueto, eccitati all'idea di riempirsi il pancino. E skekDor, dalla sua, non era da meno.
    Abbozzò un sorriso, quando notò di quale pietanza si trattasse: stufato di agnello e carote, con contorno di patate cotte sotto le braci.
    La lingua violacea guizzò fulmineamente da un lato all'altro del becco, pregustando il banchetto imminente.

    A seguire Tindaro, dopo poco, uscì anche la moglie Gualtiera. Questa, in modo da accelerare i tempi, aveva disposto le scodelle su un pratico carrellino in legno.
    La strada incerta fece sussultare gli intingoli più volte, e solo per miracolo le scodelle non si rovesciarono a terra.
    Distribuiti i piatti e concluse le facezie, a sostituire il vociare concitato ci fu un sommesso scalpiccio, prodotto da cucchiai che affondavano nel cibo.
    skekDor, dalla sua, trangugiò il tutto con la sua solita calma: a lui il cibo non serviva per nutrirsi, ma solo per godere del senso del gusto.

    Frattanto, alle porte del villaggio, le sentinelle lasciarono passare un ignaro forestiero, proveniente chissà da dove.
    A occhio, non sembrava un tipo minaccioso. Senza contare che, a giudicare dall'aspetto, molto probabilmente si trattava dell'ennesimo mercenario in cerca di gloria.

    skekDor avvertì la sua presenza non appena raggiunta la prossimità delle macerie, ma non diede a vederlo. Sapeva che si trattasse di un semplice umano, e pertanto l'avrebbe degnato della minima attenzione.
    E così fece anche quando questi si presentò proprio in piazza.

    Com'era prevedibile, l'attenzione dei bambini si spostò su di lui. Nessuno di loro, tuttavia, sembrò provare paura o ribrezzo per il suo aspetto.
    Sostanzialmente, erano abituati a skekDor.
    Parlando di quest'ultimo...

    Alzò il becco dal suo cibo in tempo per incontrare con lo sguardo Tindaro. Il contadino gli restituì un'espressione eloquente. Insomma, altre seccature.

    "Uff..." Controvoglia, lo Skeksis lasciò il suo posto e, nella più naturale delle circostanze, svolazzò in direzione di Hura, fermandoglisi dirimpetto, a un altezza tale per cui l'albino avrebbe dovuto alzare leggermente il capo per fissarlo direttamente negli occhi.
    "Saluti, mortale. Sei qui in cerca di fama e gloria, o porti notizie?" Domandò. Il tono sembrava quasi solenne, peccato che nella sua testolina il mezzo-Mistico continuasse a pensare solo al fatto che una simile scocciatura proprio non ci volesse.
    E a quanto gli sarebbe piaciuto che il tizio gli avesse dato un valido pretesto per farlo fuori

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  4. Dedder
     
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    La risposta del cerimoniere non si fece attendere e fu carica di infausti presagi. Egli poteva volare e cosí fece raggiungendo Hura e librandosi sopra di lui. Per un'istante, nel vedere che un essere vivente cosí opposto a lui per potenzialità e fattezze, avesse intelligenza e addirittura facoltà di parlare, si riempí di incertezza e timore. La sua faccia cosí difficilmente adattata a quell'espressione di cordialità, generalmente usata dagli abitanti di superficie, tornó di riflesso alla naturale espressione neutra, da animale selvatico, che era in fondo la sua normalità. Hura fece due passi indietro e spalancó gli occhi su quello strano interlocutore come a cercare di sondarne le forme. skekDor poteva osservare su quello sfondo biancastro riflettersi perfettamente la sua immagine svolazzante. Hura aveva perso il senso delle parole di skekDor in quell'attimo di stupore e concitazione, ma aveva probabilmente intuito il senso del messaggio dal tono con cui era stato declamato.
    Molto lentamente aprí le braccia per mostrare l'interno della pelliccia: anche se non potevano ritenersi ferite vere e proprie, il corpo nudo sotto la pelliccia rivelava diverse ustioni da freddo.
    Con una voce morbida e pacata Hura rispose a skekDor e apparentemente anche ai cuccioli d'uomo lí radunati.

    "Domando il vostro perdono, forse i miei gesti sono stati fraintesi"

    Detto questo all'immagine di skekDor, girando lo sguardo, si sostituí il rossore delle fiamme del faló.

    "Avete fatto dei bei fuochi qui, e mi chiedevo se potessi anch'io stringermi al loro tepore...
    con il vostro permesso ovviamente"

    Edited by Dedder - 22/6/2018, 03:21
     
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    Purtroppo per le mire di skekDor, Hura si dimostrò un tizio con un po' di sale in zucca.
    Anziché accettare la provocazione e, magari, andare in escandescenze, si rese conto di trovarsi lui per primo in una situazione scomoda, e s'affrettò a levarsi d'impiccio.
    Davanti alla sua richiesta di poter ottenere un po' ristoro dalle fiamme dei falò, al mezzo-Mistico non rimase che spostare il becco verso Tindaro e la consorte.

    Dopo poco, una nuova scodella di cibo venne posta su di una tavolata rimasta quasi vuota.
    Lo Skeksis indicò il posto con un lucido artiglio, facendo cenno a Hura di mettersi lì.
    E se l'umano avesse accettato, la figura l'avrebbe seguito. Sempre svolazzando sopra di lui, ovviamente.
    "Sicché, avresti affrontato il gelido vento del Koldran vestito solamente di questa pelliccia, mortale? Mh... Interessante." Osservò, aggiungendo poi: "E vuoi darmi a bere che non conoscessi l'ubicazione di questo villaggio? Stento a credere che viaggiassi alla cieca, senza una meta precisa."
    Il puzzo di cadavere che skekDor si portava dietro, unito al profumi di oli ed essenze profumate, crebbe in intensità via via che il duo s'avvicinava al fuoco

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    L'invito dei suoi ospiti ad accomodarsi colse Hura di sorpresa: normalmente in quel tipo di situazione essere scacciati via, era per lui, ormai ordinaria amministrazione. Il suo sguardo vagó indeciso tra l'uomo robusto e lo Skeksis. Il primo era da considerarsi il proprietario del cibo in questione, ma il secondo dimostrava una certa autorità sul primo, cosí Hura decise di concentrarsi momentaneamente su di lui.
    Rispondendo con un cenno di ringraziamento della testa, seguí skeDor verso la tavola.
    Appena si furono accomodati Hura inizió a consumare il suo pasto.
    La maniera scomposta e frenetica con cui addentava le carne e macinava indiscriminatamente ossa e verdure, piú che avidità e maleducazione richiamava un immagine di fame antica mai placata.
    Quando skeDor inizió a parlargli Hura si fermó all'improvviso e allontanó la testa dal piatto.
    Placidamente fissando lo Skeksis
    si apprestava ad una risposta.

    "Mi sposto alla cieca da tutta la vita, mio buon signore...
    in questo caso peró devo concordare con lei..."

    Hura si soffermó ancora una volta squadrando il suo ospite e, apparentemente, annusandolo da lontano come un cane farebbe con un estraneo. Poi continuó:

    "Molti viandanti mi hanno parlato di questo villaggio...
    cerco un posto dove stabilirmi da molto tempo..."

    Detto questo Hura si osservó intorno cercando una reazione alle sue parole, sia dallo Skesis che dagli uomini lí riuniti, per poi affondare nuovamente la faccia nel piatto, nel tentativo di finire il suo pasto prima che qualcuno potesse rispondere.

    Edited by Dedder - 22/6/2018, 14:12
     
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    A giudicare da come mangiava, lo straniero sembrava essere a digiuno da giorni.
    I piccoli seduti al suo stesso tavolo lo guardarono con aria interrogativa, qualcuno persino ridacchiando sottovoce.
    Pur avendoli fatti crescere liberi, gli abitanti di Valiinorê si erano sempre assicurati che i pargoli rispettassero i dettami della comune educazione.
    Uno spettacolo di quel tipo, anziché fungere da esempio diseducativo, suscitava in loro una certa ilarità.

    skekDor borbottò: "Parli come un uomo, ma hai le abitudini di una bestia, a quel che vedo."
    Era un'osservazione abbastanza acida da dire a uno sconosciuto, ma in effetti Hura si stava proprio dimostrando poco avezzo al vivere in comunità.
    E quando accennò al fatto di cercare un posto in cui stabilirsi, lasciando quasi intuire di star valutando la possibilità di fermarsi a Valiinorê, fu skekDor a perdere l'etichetta.

    "P-HAAA-HAAWRK-HAAWWRK-HAARR..." Rise sguaiatamente, emettendo un suono a metà strada fra il verso di una iena e il pulpare di un avvoltoio.
    Gualtiera batté un paio di volte la mano sulle spalle di Tindaro, intimandogli con lo sguardo di farsi vicino.
    Sospirando, il buon contadino acconsentì alla richiesta della moglie.

    Frattanto, lo Skeksis aveva estratto da una delle tante tasche del verdugale un fazzoletto di seta, e con esso si stava asciugando gli angoli degli occhi, umidi per il gran ridere. Il tutto, stando bene attento a non rovinarsi il trucco, chiaramente!
    "Bell'affare, fermarti da queste parti. Alla meglio, patirai freddo e fame. E questa è solo la versione più ros-"
    "Ah-ehm..." S'intromise Tindaro, beccandosi così un'occhiata di traverso.

    "S-se posso intromettermi... A Valiinorê è d'uso accogliere e sfamare i vagabondi che attraversano le porte del villaggio: per certi versi, è il nostro modo di bilanciare la buona sorte che ci accompagna da diversi mesi..."
    Il discorso si stava facendo un po' troppo "alto" per il buon contadino, che in effetti già stava faticando a trovare le parole giuste: "P-pur tuttavia, le risorse qui sono quelle che sono, e si lavora tutti ogni giorno al fine di-"

    "Quel che intende dire Tindaro l'umano..." S'intromise lo Skeksis: "...è che le provviste sono limitate, e non c'è spazio per delle bocche in più, a meno che non si rendano utili in qualche modo."
    Il mezzo-Mistico assottigliò lo sguardo e, scansando una sedia col piede, vi planò sopra fino a sedervisi: "A questo, però, arriveremo dopo. Perché non cominci dal principio, mortale? Dicci il tuo nome, la tua discendenza, e magari anche in cosa sei bravo."

    Rimasto fermo immobile lì dov'era, Tindaro sospirò sommessamente.
    I piccoli, di fronte alla scenetta, sghignazzarono di gusto e ripresero a mangiare... Sempre con gli occhietti fissi sullo teatrino che andava creandosi, ovviamente!

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Hura

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    Mentre finiva di consumare il suo pasto, Hura realizzó che non sarebbe stato libero di rilassarsi davvero finché non avesse risolto le perplessità dei suoi ospiti. Soprattutto la figura di skeDor continuava a turbarlo e a riempirlo di interrogativi. Cosí, mentre lo Skensis e l'uomo chiamato Tindaro con le loro domande ed argomentazioni, giocavano a "guardia buona/guardia cattiva", Hura li osservava rapito, cercando di comprendere il piú possibile dei due.
    Infine si accorse che era arrivato il momento di rispondere ad entrambi e, rinfrancato dal pasto, si sentiva decisamente pronto:

    "Gentili ospiti, non c'é bisogno di giustificarsi, ho sempre posto la stessa richiesta in molti villaggi del Koldran, sentendomi rispondere anche molto peggio di cosí..."

    Hura stava rivolgendo lo sguardo a Tindaro mentre affermava queste parole ma tornó ad osservare tutti i presenti continuando:

    " Risponderó volentieri a due delle vostre domande poiché, in verità, la terza non mi é chiara... "

    Adesso era chiaro che la sua attenzione fosse tutta rivolta a skeDor, e gli altri rimasero, per lui, un pubblico piuttosto distante.

    "Il mio nome é Hura e sono nativo di una terra non molto distante...
    Inoltre, se questo mi stavate chiedendo, io non lavoro, almeno non nel senso inteso dagli abitanti dei villaggi del Koldran..."

    Hura sapeva di aver detto qualcosa di estremamente impopolare per quella gente e infatti si affrettó ad aggiungere:

    "Sono peró avvezzo alla caccia, e sarei felice di condividere le mie prede con i magnanimi abitanti del villaggio, se a essi puó interessare..."

    A queste parole lo sguardo di Hura si intensificó nell'osservare lo Skensis, sino a che l'immagine della sagoma di skeDor, riflessa negli occhi bianchi e vuoti di Hura, non svaní completamente.
    Al suo posto si sostituí un lucore spettrale, che tuttavia non era osservabile da nessuno se non skeDor stesso.
    Chiunque fosse stato in grado di percepirlo, avrebbe a quel punto notato che un piccola bolla di pura energia psichica stava galleggiando nell'aria tra Hura e lo Skensis, e quando raggiunse lo scranno di skeDor esplose.
    In quel momento i pensieri di Hura furono udibili da skeDor come se fossero parole sussurrate nell'orecchio.
    In questa forma la voce di Hura perdeva quella flemma che l'aveva fino a quel momento contraddistinta, divenendo piacevole e cristallina.


    (telepaticamente)
    (A Hura, invece, interessa di piú la ragione per cui uno della tua razza ha tanto a cuore questi uomini... queste donne... questi bambini...)
     
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    Grattandosi dietro la testa, Tindaro fece spallucce e iniziò a portar via le scodelle vuote.
    Quanto a Gualtiera, al contrario, riempì dei piccoli piatti di una generosa quantità di confettura di frutta mista, accostata a un pezzo di pane raffermo.
    L'odore, nonostante il freddo, raggiunse facilmente le narici di tutti.

    Tuttavia, al momento, skekDor era impegnato a osservare il suo interlocutore. C'era qualcosa in quel tizio che proprio non gli tornava, e aveva tutta la voglia necessaria a cerziorare minuziosamente le sue intenzioni.
    "Hura..." Ripeté sottovoce, non appena udì il nome. Se ne sarebbe ricordato, così come di tutti. A lui le facce restavano ben stampate in testa!

    Incrociando le braccia al seno, lo Skeksis disse in risposta alle capacità ostentate dal ragazzo: "Per via della Piaga del Nord, di animali da cacciare non ne sono rimasti molti. D'altro canto, però, un cacciatore in più penso farebbe comunque comodo. Alla peggio, potresti ripiegare le tue capacità sulla raccolta di erbe officinali." Un insulto in piena regola, seppur velato.
    skekDor in realtà non ce l'aveva veramente col giovane. Il fatto era che si sentiva ormai stanco di veder arrivare fin lì mortali in cerca di gloria e amenità simili, a dilapidare le poche risorse di cui il villaggio disponeva, per poi svanire nel nulla.
    Non che a lui stesse a cuore la sorte di quel posto. Era la parte del Mistico, quella davvero coinvolta. Per lui... Per lui era solo un'immensa dispensa di anime! Sì, ecco... Proprio così!

    Le facoltà extrasensoriali di Hura giunsero inattese. Nessuno dei presenti s'accorse di nulla, com'era ovvio, ma a skekDor la bolla d'energia non sfuggì affatto.
    Al contempo, percepì anche che non si trattasse di nulla d'infausto. O, per meglio dire, nulla cui non potesse opporsi eventualmente con successo.
    Perciò, lasciò fare l'umano. E l'incanto lo colpì.
    Subito dopo, nella sua mente, udì una voce decisamente più cristallina di quella ascoltata fino a poco prima, ma che arrivava palesemente da Hura...

    "Mmmh..." Mugugnò stridulamente, addolcendo i lineamenti del muso.
    Spostò il becco in direzione di Gualtiera, che proprio in quel mentre stava portando i dessert ai due.
    "Non sarà necessario, donna Gualtiera. Io e il nostro nuovo commensale avremo di che discutere. Da' pure la nostra porzione ai virgulti."

    Si alzò, sfruttando come sempre il volo per sollevarsi dalla sedia nonostante l'ingombrante gonna. Quindi, rimessi i piedi a terra, cercò con lo sguardo quello dell'albino.
    "A te non dispiace, vero, Hura l'umano, di andare a fare due passi più in là?"
    Era strano il suo sguardo. Il sorriso era anodino, eppure nel profondo delle piccole iridi vermiglie sembravano divampare fiamme maligne.
    "Non patirai il freddo, te lo prometto."

    E così, attese che l'altro prendesse una decisione in merito

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Osservare la defezione di Tindaro era doloroso per Hura: sapeva che ci sarebbe voluto benaltro che affettata cortesia per attirarsi le simpatie degli abitanti del villaggio, ma non si aspettava una reazione cosí indifferente. C'era da dire che osservando tutti quei cuccioli, le preoccupazioni dell'uomo non potevano essere considerate irragionevoli.
    Cosí tornó a concentrarsi su skekDor che sembrava perlomeno mostrare una minima reazione alla sua presenza, e ai bambini che si mostravano divertiti da quella performance mattutina. Ascoltare le sue provocazioni non lo infastidiva anzi: cosí abituato a umani e creature che lo prendevano di punta, la raffinata ostilità dello Skeksis stuzzicava piacevolmente la sua intelligenza.
    La reazione di skekDor al suo messaggio telepatico non fu peró altrettanto piacevole: Hura non era un'ingenuo e ormai aveva imparato che la sua mente non era la piú potente in quelle terre, fu peró la tranquillità con cui il suo interlocutore accettava la cosa a renderlo sospettoso.
    Quando, poi, skeDor manifestó il desiderio di appartarsi con lui, senza aver chiarito le sue intenzioni, l'evidente impossibilità di Hura di cogliere il senso dello sguardo di chicchesia, non gli fu d'impedimento nel capire che c'era qualcosa che non gli tornava, in quell'improvviso interesse.
    Cosí altre bolle di energia psichica lasciarono Hura alla volta dello Skeksis.

    (telepaticamente)
    (Credo non ci sia la necessità, per nessuno di noi, di rinunciare al dolce, per poter parlare in discrezione...)

    Mentre la sua mente si prodigava in questo pensiero Hura fissava skekDor con un sorriso accennato:

    "Perdona il mio ardire mio buon signore...
    Nonostante non abbia obiezioni nel cedere la mia parte ai bambini, mi sembrerebbe di mancare di rispetto a madama Gualtiera nel rifiutarmi di assaggiare il risultato del suo, sicuramente lodevole, operato."

    Detto questo la faccia sorridente di Hura si voltó a cercare lo sguardo della donna, stavolta evitando accuratamente di mettere in mostra i denti.
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Una nuova bolla d'energia psichica, un nuovo pensiero suggerito al suo inconscio.
    skekDor schioccò la lingua sul palato, facendo produrre a quest'ultimo un suono paragonabile a quello di una canna che si spezza.
    E sia, se proprio Hura ci teneva...
    "Come preferisci, Hura l'umano. D'altro canto, non sei il primo telepate che arriva da queste parti. Anche se in effetti..."
    Allungò una zampa e, se l'altro non gliel'avesse impedito, provò a sfiorargli il viso con la punta degli artigli.
    "...di ciechi il villaggio non ne aveva ancora mai avuti."

    Quella considerazione fece sussultare Gualtiera che, nell'istinto di portare una mano a coprirsi la bocca, per poco non fece cadere il vassoio a terra.
    Ci mise qualche istante a riprender smalto e farsi vicina, la donna. Poi, servì il dolce così come le era stato chiesto.
    Indugiò per alcuni secondi con lo sguardo sul viso di Hura, con un misto di curiosità e preoccupazione dipinto in volto.
    Poi, si fece indietro e tornò alle sue faccende.
    Lo Skeksis trovò la cosa piuttosto divertente. Un nuovo, tetro sorriso gli incurvò il muso.

    "Il mio nome è skekDor, mortale. Sono uno dei Signori del Cristallo del lontano Thra. Da quant'è che i tuoi occhi non percepiscono la luce?" Di nuovo diretto, come suo solito.
    Affondò il cucchiaio nella confettura, portandolo lentamente al becco e lappando quest'ultimo con cura. Nel fare tutto questo, non staccò mai lo sguardo dal suo interlocutore.
    "Oh... Munch-munch... Puoi anche fare a meno di usare il trucco di poco fa. Da queste parti, non ci si impressiona per simili "capacità". Inoltre, azzarderei l'ipotesi che si tratti di un "giochino" piuttosto faticoso da mettere in pratica."

    Cacciò fuori dalla tasca uno specchietto da trucco. Mentre si sistemava con gli artigli il piumaggio rimastogli dietro al collo, mormorò: "Non è così?" Domandò.

    E nella mente di Hura echeggiò il medesimo quesito

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Hura

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    Hura tornó ad osservare skekDor e sembrava non aver neanche notato l'avvicinarsi del suo artiglio. Quando fu molto vicino al suo volto, la testa si inclinó in sua direzione: ben prima che il contatto avvenisse, la pelle di Hura inizió a vibrare impercettibilmente. Gli fu molto difficile resistere al naturale istinto e costringersi immobile, ma come spesso avveniva la mente ebbe il sopravvento sul corpo. Hura sapeva che se skekDor avesse voluto fargli del male, l'artiglio avrebbe guizzato in modo molto piú rapido. Nonostante questo il suo braccio destro accennó la ricerca della sua spada dietro le spalle, al momento non pervenuta.
    Non riusciva a comprendere il senso di quel gesto e infatti quando svanita la, di lui, tensione si accomodarono per completare la colazione, continava a fissare lo Skeksis senza ormai piú traccia di sorriso.

    Apprese cosí il nome e la provenienza del suo ospite che si intratteneva con cucchiaiate di confettura mentre continuava con i suoi interrogativi.
    Hura aveva molte piú domande che risposte da offrire e una di esse giunse da sola in quel momento.
    Il sentire i pensieri di qualcun'altro nella sua testa era insieme gradevole, confidenziale, ed anche decisamente esplicativo.
    Cosí mentre skekDor si era distratto con un piccolo ammenicolo, che utilizzava apparentemente per correggere delle imperfezioni sul suo collo, Hura continuó dove lo Skeksis aveva interrotto.

    "skekDor, mio signore, la luce di cui parla io non l'ho mai posseduta...
    almeno fino a dove la memoria puó arrivare...
    potrei quindi dire che non so che aspetto abbia."

    Hura si interruppe per tornare con lo sguardo ai gesti del Signore del Cristallo.

    "Ma da dove vengo, questo non é mai stato considerato un problema..."

    Hura non aveva piacere nel richiamare alla mente il suo passato e la sua espressione si rabbuiava sempre di piú.

    "Mi perdoni, adesso, se cambio argomento...
    Mi chiedevo, da quando sono arrivato, cosa rendesse questo villaggio cosí particolare da giustificare la presenza di qualcuno come lei..."

    Di nuovo sorrise in maniera piú compiaciuta di prima.

    "A meno che, non voglia farmi intendere, che il suo impegno qui, si limiti a far da precettore a questi giovani, ovviamente..."

    Edited by Dedder - 23/6/2018, 15:18
     
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    Hura sussultò quando skekDor gli sfiorò il viso con l'artiglio. In effetti, non c'era un significato recondito dietro un simile atteggiamento da parte della divinità del Cristallo.
    Un po' come un bimbo curioso di qualcosa di nuovo (Sebbene per lui non lo fosse affatto), aveva solo voluto "toccare con mano". Niente di più, niente di meno.
    E la reazione dell'umano era valsa la fatica, apparentemente.

    Di seguito, Hura svelò a skekDor di essere cieco dalla nascita. Ecco, questo era un dettaglio interessante. Lo Skeksis non poté fare a meno di mugugnare stridulamente all'idea.
    Comunque, più tardi sarebbero tornati sull'argomento.
    Anche perché ora lui era di nuovo al centro dell'attenzione, apparentemente.
    <<sbagli a pensare che io sia qui solo perché il villaggio ha bisogno di me, ragazzo...>> Echeggiò nella mente di Hura.
    <<queste terre fanno gola ai nostri nemici, ma anche fra chi difende il luogo gli intenti non sono poi tanto onesti. Buona parte di chi viene qui lo fa per accaparrarsi la gloria di aver sterminato qualche morto rianimato, o per del vil denaro.>>

    Hura non se ne sarebbe accorto, ma al momento l'attenzione di skekDor era del tutto rivolta al suo specchietto da trucco. E in esso, tuttavia, non era riflesso il gran becco da volatile, bensì il viso dell'albino.
    <<diciamo solo che, fra quelli che passano da queste parti, io sono il meno ipocrita. Sono qui per aiutare il villaggio a sopravvivere, ma anche per ottenere per me qualcosa di difficile da trovare su Endlos. O, per meglio dire, qualcosa di difficile da "accaparrarsi" senza ritorsioni di sorta.>>

    Si carezzò di nuovo il piumaggio, stavolta proprio in testa, lì dove ne erano rimaste poche, e spalancando il becco disse: "Quid pro quo. Ora tocca a te, Hura. Da dove vieni la ciecità non è un problema. Non voglio i dettagli spiacevoli, ma vorrei che mi dicessi di più. Ah... E non preoccuparti di usare la bocca per parlare, qualora non lo ritenessi auspicabile. Ti sento lo stesso benissimo."
    Tindaro passò in quel mentre a poggiare un altro piattino con due o tre fette di pane sopra fra i due conversanti.
    Scrutò skekDor con dubbio, sentendolo dire quelle parole, e poi disse: "Lui si unirà ai mercenari secondo lei, eminenza?"
    Ridacchiando -e mettendo educatamente la zampa davanti al muso nel farlo-, lo Skeksis replicò: "Via, Tindaro. Il signor Hura, qui, è un cacciatore. Non l'hai sentito parlare, poc'anzi?"

    L'omaccione tirò il fiato e, mentre stava per andarsene, lo sguardo gli cadde sulla superficie liscia dello specchietto di skekDor.
    Strabuzzò gli occhi, spostando l'attenzione da esso a Hura: "Ma... Che prodigio è questo? Perché la sua faccia si trova lì?"
    Lo Skeksis rispose con un nuovo risolino: "Sei sicuro di voler entrare in tanto oscure materie, mio caro amico?"
    Il contadinotto ci pensò un po' su, e poi pensò bene di farsi indietro: "Ah-ehm... Concludete con comodo la colazione."

    Quanto a skekDor, mormorò nella mente di Hura: <<ecco un altro buon motivo per cui mi trovo bene a Valiinorê. La gente comprende al volo, quando le parli in un certo modo. Stendi il braccio, Hura.>>

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    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Hura

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    Dopo aver superato la sua inquietudine iniziale, ascoltare la varietà di suoni prodotti da skekDor mentre conversava, stava diventando piacevole per Hura.
    A differenza della piattezza espressiva degli umani, che lo costringeva spesso ad impegnarsi, per cogliere il senso del contesto, era come se skekDor incarnasse quel principio di trasparenza a cui Hura era piú abituato.
    Questo era almeno quello che pensava, mentre tirando le gambe sullo scranno, assumeva una posa piú contemplativa.
    Cosí la mente del Signore del Cristallo era cosí potente da sostenere quella comunicazione cosí lunga senza il minimo sforzo...
    lasciando intendere, seppur in maniera sottile, di potersi fare carico anche dei pensieri del suo interlocutore.
    Strabiliante!
    Eppure quella piccola porzione dei suoi pensieri continuava a sussurrare anche "pericoloso... molto pericoloso..."
    skekDor desiderava saper di piú e giunti a quel punto perché non accontentarlo, infondo probabilmente colui che avrebbe deciso se doveva andarsene o restare non sembrava essere Tindaro, il contadino.

    "In rispetto alla vostra accoglienza è giusto che sia sincero con voi..."

    Hura si fermó confuso come fosse per lui difficile iniziare il discorso.

    "In verità sono trascorse solo poche settimane da quando ho lasciato, per sempre, la mia terra natia...
    Comprendo possa essere difficile da credere: la mia mente ha viaggiato in lungo e in largo imparando a conoscere il vostro stile di vita. Ma il mio corpo... si potrebbe dire che..."

    Hura guardava inespressivo verso tutti quei cuccioli.

    " beh, non sia dissimile dal loro."

    A queste parole emerse un sorriso, forse indirizzato proprio ai bambini lí riuniti.

    "Per quanto riguarda la mia provenienza...
    non é cosí semplice...
    so che in queste terre é conosciuta con il nome di Amnos..."

    A quelle parole i pensieri di Hura esplosero in un caos di emozioni e ricordi:
    adrenalinica tensione,
    immobile silenzio,
    dolore del corpo e dell'anima,
    insondabile terrore...
    e sopra tutto questo aleggiava una sensazione, meno violenta, ma che permeava il resto:

    solitudine...

    Perso in quel limbo mentale Hura si riscosse giusto in tempo per ascoltare l'ultima richiesta di skekDor.
    Non vedendo la ragione di tale richiesta fu la sua curiosità a spingerlo. Il suo braccio si avvicinó allo Skeksis e lí rimase steso in attesa di ció che sarebbe successo...

    Edited by Dedder - 25/6/2018, 13:28
     
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    Amnos...
    Una terra in cui skekDor non metteva piede da diverso tempo. Di quel posto aveva il ricordo di un villaggio di minatori, e di un ragazzo dai vestiti eccentrici e dai modi ambigui.
    Ne erano passate, però, di stagioni. Chissà se era ancora vivo...
    Indubbiamente, Hura non avrebbe potuto conoscerlo. Anche perché, a occhio, molto probabilmente veniva da tutt'altro villaggio.

    Comunque, il ragazzo gli aveva steso il braccio. skekDor non perse tempo in proposito.
    Afferrò il giovane per il polso. Una stretta gelida, seppur molle. E fece sì che con la punta delle dita tastasse il suo Specchio della vicinanza.
    <<non sempre le doti innate richiedono sforzi di sorta. Anzi, talvolta è conveniente ricorrere alla magia insita nelle cose, anziché prosciugare il proprio io...>> Echeggiò nella mente di Hura: <<il tuo potere è particolare, ragazzo. E hai camminato a lungo, per giungere fino a qui. Mi domando... Mi domando se ti troverai bene a Valiinorê, o se piuttosto l'aver attraversato i confini montani del Koldran non costituisca per te solo l'inizio di un lungo viaggio...>>

    Spostò l'attenzione ai piccoli. Sapeva bene che loro non potevano sentirlo, così come Hura non poteva vederlo compiere quel gesto. Proseguì: <<come la superficie di questo specchio, che mi consente di parlare al tuo spirito, parimenti la tua mente è liscia. Priva di scalfitture, o di deformità. Ma la vita, caro il mio giovincello, è fatta anche di dolore e sofferenza. Se rimani qui, potresti morire, ma forse vivrai in pace il resto dei tuoi giorni. L'apatia sarà la tua fedele compagna, poiché qui, a parte il freddo e i lich, l'esistenza scorre allo stesso modo: monotona, ciclica.>>

    "Mmmh..." Mugugnò stridulamente, riversando un nuovo fiume di pensieri dentro Hura.

    <<forse considererai queste mie parole delle semplici pinzillacchere, però vorrei che ci riflettessi. Su questo, e sulla possibilità di pretendere qualcosa di più dalla tua esistenza. A volte basta poco, un'inezia. Ad esempio, cosa faresti se ti dicessi che io potrei ridarti la vista?>>

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    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

     
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