[Scena M. n°1] Strade Alternative

Strade Alternative
Naos Project



"È per sistemare la Storia che si incasina la geografia".
(Daniel Pennac)

???

Attraversare un portale è sempre un'esperienza bizzarra. Ci si sente "traslati" e non sono pochi i viaggiatori che risentono di qualche disturbo. Quello che il povero Augustus -volente o nolente- varcò per colpa di Zakar, però, non ebbe particolari controindicazioni a quelle "classiche". Agli occhi di qualcuno in buona fede sarebbe perfino parso il proseguimento di un viaggio prestabilito, quasi una "gita di piacere"... se solo non fosse stato per la totale ignoranza della posizione geografica del luogo, del motivo per cui un portale creato dal nulla fosse nel Kijani Fahari e -ovviamente- di cosa era accaduto quando una luce violacea aveva accecato i due viaggiatori.
Cosa era passato per la testa di Zakar, in quel momento?

Quando i viaggiatori endlossiani scomparvero oltre la soglia luminescente dell'enorme bocca di pietra nascosta nel grande bosco che abbracciava Undarm, un paio d'individui erano comparsi in un altro posto. Il clima era un po' freddo, ma non rigido quanto le distese del Nord. Il cielo era di un azzurro spento, colorato di tinte più calde che, riflettendosi nel denso strato di nebbia, tramutava i toni freddi in triste e monotono grigio: all'orizzonte un sole splendeva oltre la foschia. Intorno ad Augustus ed a un Zakar curioso, invece... il nulla. Ad esser più precisi, non c'era traccia di civiltà, almeno a vista d'occhio, piuttosto un'enorme distesa palustre intervallata occasionalmente da alberi e boschetti.

-Che strano!- esclamò l'abitante di Berjaska, quasi inconsapevole di esser diventato probabilmente oggetto di odio dell'Aviatore lì presente -Un posto simile sembra non appartenere nemmeno ad Endlos!

Rise di gusto a quella che -secondo lui- doveva essere una battuta bellissima. Peccato che -in caso avesse avuto ragione- quell'esclamazione si sarebbe solo rivelata l'ennesima notizia pessima, come se Augustus già non ne avesse sentite -e coordinate- abbastanza con il proprio lavoro.
Non c'era nemmeno un buon odore. Acqua ristagnante, probabilmente, ed anche di qualche carcassa in giro che però, al momento, non era visibile.
Tanto silenzio e... ronzio di zanzare.

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"È per sistemare la Storia che si incasina la geografia".
(Daniel Pennac)

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Ben presto gli spiriti a lui legati avrebbero rivelato ad Augustus ciò che -in un certo senso- già si sospettava, e cioè la non-appartenenza di quel luogo all'amata Endlos.
In particolare, la zona in cui erano apparsi doveva essere a sud di un continente sconosciuto, e se su Endlos ogni presidio era caratterizzato da una stagione dominante (a Est la Primavera, a Sud l'Estate, a Laputa e ad Ovest l'Autunno e a Nord l'Inverno), in quel posto sconosciuto le temperature si abbassavano con l'abbassarsi della latitudine. Se avessero camminato verso sud, avrebbero quindi dovuto coprirsi... non che nella loro posizione facesse esattamente caldo: l'umidità regnava sovrana ed il freddo quasi accettabile penetrava tuttavia nelle ossa. Non era dunque il posto ideale per chi soffriva di reumatismi.

-Credo che siamo dall'altra parte del portale- rispose tranquillamente Zakar, forse ignaro delle indagini del Numerologo -Questo cambio di percorso potrebbe rivelarsi davvero affascinante!

Andando verso l'alto, lo spirito di Augustus avrebbe inoltre colto due dettagli abbastanza importanti di quella zona: il primo era l'impossibilità di salire troppo in alto, lontano dalla terra, come se una patina oscura ed invisibile racchiudesse il mondo entro i propri confini, non permettendogli di "uscire" verso l'esterno. L'altra era la presenza a sud-ovest di una casetta probabilmente abitata.
Considerando che, a parte quella, non vi era letteralmente anima viva in giro, era probabile che la zona fosse discretamente sicura: un piccolo campo coltivato ad ortaggi era ormai sul punto di dare i propri frutti e dell'allegro fumo usciva dal camino.

-Cosa ti piacerebbe fare, ora?

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"È per sistemare la Storia che si incasina la geografia".
(Daniel Pennac)

???

Hai idea di dove ci troviamo o cosa sia successo?

Quel tale Zakar sembrava immune ai moti d'ira repressi a stento dal Numerologo, a tratti anche divertito. Quando però "il compagno di sventura" chiedeva spiegazioni, non esitava mai nel rispondere con calma.
-Credo di aver bypassato il sistema che teneva chiuso quel portale. In realtà volevo solo azionarlo ma... beh, non sempre la magia esce al primo colpo! Ancor meno se è una situazione come questa: non avendo mai letto nulla a proposito, non conosco incantesimi ad hoc.
Fece spallucce, tranquillo come solo un esperto può essere... o uno stupido.
Uno molto stupido.

Lì c'è una casa...direi che è un buon punto dove cominciare a recepire informazioni, no?
Dobbiamo capire cosa è successo e come fare a tornare indietro. Ho cose importanti da fare. E poi non sono esperto di magia del trasporto o quello che è stato.
-La trovo una buona idea!

Mansueto come un gattino e fastidioso come una colonia di pidocchi, il buon Zakar decise di assecondare le richieste del Numerologo, dirigendosi verso l'unica cosa abitata nel giro di miglia. Giunti alla costruzione -una misera casetta diroccata e fatiscente, impregnata di odori fastidiosi come concime o muffa- e constatato che non vi fossero pericoli evidenti in zona, i due decisero di bussare. Dopo alcuni rintocchi e molto tempo di attesa, qualcuno decise di muovere la porticina in legno marcio.

Da essa sbucò il volto sospettoso di una vecchina dall'aria fragile: era molto magra, abbastanza alta -considerando che la vecchiaia non l'aveva incurvata su sé stessa- e con un caschetto lungo ed abbastanza trasandato in testa. Alcune ciocche di capelli erano più grige di altre ed in alcuni punti ormai mancava del tutto la peluria, permettendo una visione abbastanza nitida di diverse zone del capo.
Gli occhi erano color miele ed i lineamenti sottili -anche se cadenti e raggrinziti- rendevano chiaro quanto fosse stata bella in tempi ormai lontani.
-Due affascinanti stranieri che bussano alla mia porta...- avrebbe iniziato, quasi divertita -Questi sono luoghi pericolosi: cosa ci fanno due bei ragazzi in mezzo alle selve?

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"È per sistemare la Storia che si incasina la geografia".
(Daniel Pennac)

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Bhè... Cosa possono mai farci qui questi due bei giovanotti?
Ovviamente si sono persi!
Ci potrebbe aiutare a capire dove siamo?

La vecchia signora colse intesi e sottintesi, dunque rise di gusto con voce gracchiante.

-Oh, fanciulli miei! Se avete un cuore buono ed amorevole, non potete perdere niente, nemmeno voi stessi, ovunque andate!- avrebbe risposto, aprendo la porta e lasciandoli accomodare nella sua casetta -Potete solo trovare.

Gli interni della dimora erano semplici ed in parte malandati: un camino spoglio, una credenza in legno senza vetri, delle sedie di legno ed un tavolino, una pentola vuota dove -probabilmente- cucinava zuppe e prodotti della terra. Dietro l'angolo sbucava un lettino in legno ed una cassapanca chiusa: null'altro.

-Siete nelle selve a sud di Lutemar...- spiegò brevemente, zoppicando fino alla credenza ed estraendo delle tazze in terracotta scheggiate ed un pentolino in latta nel quale aveva probabilmente intenzione di far bollire dell'acqua per il tè -...del regno di Engolan. Di dove siete voi, invece?

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"È per sistemare la Storia che si incasina la geografia".
(Daniel Pennac)

???

La verità è che noi siamo dei...
Mi scusi gentile Signora se cambio discorso ma non riesco a togliermi dalla testa un pensiero.
Noi per caso ci conosciamo?
Ha un viso così familiare, ma proprio non riesco a ricordare il perchè!
-Impossibile che tu l'abbia vista prima di adesso- avrebbe risposto prontamente il compagno di sventure, rimasto zitto fino ad allora -Hai vissuto su Endlos, come credi di averla potuta incontrare, scusa?
E se prima il suo silenzio generava sospetto, in quel momento sarebbe stata l'unica cosa che -forse- avrebbe tenuto il signore di Berjaska in salvo da qualche pugno del Numerologo. O qualche maledizione. O qualcosa di genericamente brutto.

Nonostante quel calo di stile -strategicamente parlando- la signora non parve tuttavia affatto turbata.
Rispose con delle battute, ridendo allegra e spensierata come una bambina.

-Potremmo esserci allora conosciuti in qualche sogno o in un'altra vita, chissà.
Lasciò che l'acqua bollisse, dunque si accomodò anche lei su una seggiola. Ad ogni movimento, inquietanti rumori provenivano dal legno, segno che a breve il suo sostegno non sarebbe servito più a nulla, troppo marcia e mangiata dalle tarme.
-Oppure avrai visto la mia faccia su qualche libro per bambini...- continuò, questa volta più seria, anche se non era semplicissimo capire fin dove si spingeva lo scherzo -Per loro sono la Strega delle selve che li rapisce e poi li mangia, hahahah!

Nonostante le risate divertite, improvvisamente si creò del disagio, avvalorato dalla strana risposta che l'altro aggiunse, appena ebbe modo di parlare, pronunciata oltretutto con leggerezza disarmante.
-Forse una dieta unicamente proteica non farebbe troppo bene alle vostre vecchie membra, senza offesa- spiegò, come se avesse preso seriamente quella battuta -Immagino non sia troppo facile nemmeno renderli abbastanza teneri per denti così deboli...
-Per ammorbidire gli umani basta immergerli nelle bugie- continuò lei, sorridendo appena verso l'interlocutore con lo strano caschetto, esibendo un'espressione sibillina -Eppure la menzogna è come un dolce veleno: se non la maneggi con cura, rischi di sporcarti e finire a tua volta avvelenato.
Con quella strana spiegazione, Zakar fu stranamente zittito, ed il sorriso che le rivolse era simile ai soliti, ma lievemente più falso e tirato. Cosa volesse dire, era un bel mistero. Eppure altre erano le priorità in quel momento.

-Dimmi il tuo nome, caro ragazzo- avrebbe continuato lei, questa volta ad Augustus -io sono Flemeth e ti ho accettato come ospite: chiedi ciò che vuoi e da me ti sarà dato.

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"È per sistemare la Storia che si incasina la geografia".
(Daniel Pennac)

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ACCIDERBOLINA!
Il disappunto del Numerologo fu accolto dal Mago con un'espressione alquanto ilare, forse per qualche misterioso motivo - o magari perché quell'espressione lo faceva semplicemente ridere. Sarebbe stato comunque saggio ignorarlo bellamente, e fu sostanzialmente quello che sia Augustus che Flemeth fecero.

Il mio nome è Augustus e sono un Numerologo. Signora Flemeth è un piacere fare la tua conoscenza e ti sono sinceramente grato di avermi accettato come ospite. Come il mio compagno di viaggio ti ha detto veniamo da un posto che si chiama Endlos.
Abbiamo trovato un portale che ci ha condotti qui, ma non sappiamo dove ci troviamo e come tornare indietro.

-Mi spiace per la vostra sventura...

Preparata una tisana, la versò nelle ciotole e la consegnò a entrambi, prendendone anche per sé stessa. Sorseggiò tranquilla, riflettendo sul da farsi. Dallo sguardo non appariva spaventata o turbata, tuttavia il suo disappunto lasciava intendere che non si trattava di una situazione comune - nemmeno per una strega di quel mondo. Aiutarli sarebbe stato complicato anche per lei.

-Mi potreste accompagnare nel punto in cui siete arrivati?

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(Daniel Pennac)

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Mi scusi, ma potrebbe spiegarmi un po' meglio dove ci troviamo?
Vi è già capitato di avere "naufraghi"?
-Ho già detto dove ci troviamo, giovanotto- avrebbe risposto l'anziana donna, uscendo dalla sua casetta con aria malandata, ma tranquilla -E...no. Credo di aver capito cosa intendi, ma temo di non averne mai visti. Certo, ci sono i demoni, ma quei mostri possiedono gli esseri umani per raggiungere questo mondo, quindi immagino voi non lo siate.

Il tragitto che li separava dal portale era rimasto sgombro durante la loro assenza, ragion per cui i tre individui non incontrarono particolari difficoltà nel raggiungerlo. Avrebbero comunque impiegato più tempo del previsto, principalmente a causa della signora anziana che -pur sforzandosi di tenere il passo- non riusciva a compiere ampie e rapide falcate come loro. Il Numerologo dovette dunque munirsi di pazienza e comprensione, anche perché era l'unica anima viva incontrata e la sola che appariva determinata ad aiutarli in quel posto. Zakar li seguiva in silenzio, ma non sembrava particolarmente intenzionato a rendersi in qualche modo utile; non si degnava nemmeno di far da sostegno alla strega lì dove la strada non era facile da percorrere su gambe malandate.

-Che situazione curiosa.

Raggiunta la loro meta, la vecchietta rimase qualche attimo ferma, immobile come una statua, a contemplare sorpresa il bizzarro portale.

-La serratura che lo chiude è stata creata da una mente eccelsa ed una mano potente... ma è evidente che sembra fatta per esser facilmente aperta- avrebbe commentato, reclinando il capo su di un lato e lasciando svolazzare i radi capelli sbiaditi dalla vecchiaia -Come se non lo volesse per davvero. Che senso ha?

Dalla sua faccia sembrò perplessa.
Eppure tese la mano verso la struttura, ponendo il palmo della mano aperta verso il basso. Chiuse gli occhi lentamente, respirando profondamente e sussurrando strane parole di una lingua sconosciuta a voce bassa. Mosse la mano, portando il proprio palmo verso l'alto. La luce nella bocca della faccia centrale scolpita nel portale reagì in modo strano, pulsando numerose volte prima di stabilizzarsi.
A quel punto, una strana forza fin troppo simile alla gravità iniziò a risucchiare i presenti.
Primo fra tutti, Augustus.

-Ho invertito il processo che vi ha portato qui- spiegò la signora, sorridendo gentile -Due viaggi così ravvicinati potrebbero portarvi allo svenimento. Eppure non devi preoccuparti: farò in modo che tu arrivi sano e salvo alla meta che desideri raggiungere.

La forza di gravità divenne più forte, ma a quel punto non restava che abbandonarsi ad essa, fidandosi della signora. Fu così che Augustus si sarebbe lasciato cullare da quella strana energia, trascinare come la foglia di un albero spinta dal vento. Ormai in parte avvolto dalla luce, prima di chiudere definitivamente gli occhi avrebbe potuto intercettare quelli di miele dell'anziana donna. Erano sottili come quelli di un rapace... ed allo stesso tempo, immensamente dolci.
-Che Ishtar ti protegga ad ogni passo.

Ogni cosa si oscurò dietro palpebre stanche.
Ed il mondo divenne buio.

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(Daniel Pennac)

Shiju, Capitale del Nishikaigan.
Presidio Occidentale, Endlos.

Dall'aspetto antico -invero quasi cadente- e dagli ambienti più lineari e spartani delle altre grandi città dell'Ovest, sarebbe stato abbastanza semplice per Augustus intendere chiaramente il luogo in cui si trovava, merito anche di qualche libro -probabilmente letto per caso- sulle bellezze di quel Presidio straniero. Nonostante i materiali di cui era fatta -legno, in particolare- Siju accostava infatti al limpido cielo azzurro le tinte di acceso rosso sangue dei suoi palazzi, tramutando l'intero paesaggio in un dipinto dai colori brillanti.
Eppure -nonostante fosse evidentemente giunto alla meta- qualcosa non tornava affatto.

Nonostante le nozze del Signore di quel luogo -motivo per cui erano stati convocati anche gli altri capi delle Nobili Famiglie- nulla in quella Capitale dava anche solo l'idea di voler festeggiare. Numerosi erano gli uomini visibilmente armati che camminavano in gruppo, di meno i grassocci individui dallo sguardo altero e la postura poco elegante. Ad ogni loro passo, il tintinnio dei soldi nelle sacche si mescolava ai passi del loro seguito. In compenso -tuttavia- il frammento di AI sembrava funzionare: l'idea di poter comunicare con Laputa avrebbe reso tutto meno inquietante.

Tormentato dai dubbi, ad Augustus non sarebbe rimasto che proseguire in silenzio finché, sollevando lo sguardo, si sarebbe trovato a scorgere lo scheletro del Palazzo del Feudatario (Hitobito No Ken). Troneggiava semidistrutto ed imperioso, un gigantesco cadavere la cui vista lasciava da sola presagire ogni tipo di sventura.