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.Rimase in silenzio durante la breve conversazione fra la piccola Trirl e skekDor; a quanto pareva, la sua parola non era necessaria e le spiegazioni date dallo Skeksis parvero convincenti alle orecchie della bambina.
Nonostante questo, i suoi occhi si velarono di tristezza all'udire la parola caccia, tanto breve quanto capace di riportargli alla mente ricordi che avrebbe preferito tenere nascosti sotto il pesante manto dell'oblio e che invece, di volta in volta, tornavano ad affacciarsi sui suoi occhi come soli oscuri. Un'alba cui non avrebbe mai desiderato assistere.
Fu solo quando skekDor si rivolse a lui personalmente, mentre procedevano verso l'abitazione del fantomatico signor Krurl, che Montecristo parve riaversi, tornando ad interagire con l'ambiente circostante con coscienza della propria esistenza in mezzo agli altri.
« Lo spero davvero, skekDor » soggiunse, in tono pacato, mentre sfilavano accanto al pascolo e le narici gli si riempivano degli afrori bucolici, odori che non sperimentava da tanto di quel tempo da disperare d'essere in grado di riconoscerli.
« Odierei essere di peso a questa gente. La loro non sarà una vita semplice, ma sembrano abbastanza contenti. »
Rifletté sulle sue stesse parole man mano che procedevano. Probabilmente sembravano contenti perché lo erano, erano stati capaci di accontentarsi, di trovare il buono in ciò che gli era stato messo a disposizione - ad occhio e croce, davvero poco. Sempre meglio che covare rancore e abbeverarsi di veleno, pascendosi nel frustrante desiderio di avere di più. La bramosia aveva smesso di essere un suo problema, ma aveva dovuto perdere tutto prima di imparare la lezione, meditò con amarezza. Quelle creature, invece,
apparivano scevre di qualsiasi velleità.
Fu solo a quel punto che tornò a riferirsi allo Skeksis.
« Capisco che tu venga qui in visita in qualità di... medico condotto? Ma » domandò, abbassando repentinamente il tono di voce per evitare che Trirl cogliesse il sottinteso della domanda « non mi hai ancora detto chi è questo signor Krurl, né perché hai tanta fretta d'incontrarlo. ». -
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.Lo Skeksis ammetteva di avere una buona ragione per incontrare il signor Krurl, tuttavia non sembrava intenzionato a rivelarla. D'altro canto, nemmeno Reinhard aveva detto tutta la verità al suo accompagnatore, né desiderava risultare troppo invadente indagando ulteriormente sulle ragioni di quell'incontro. Era un uomo curioso, ma poteva fare a meno di scoprirlo. La passeggiata tra le meraviglie della natura e la promessa di poter raggiungere Palanthas erano di per sé dei premi sufficienti ed insperati, dunque decise di sorvolare sulla questione, predisponendosi ad assistere
al colloquio tra skekDor e Krurl o - se questo non fosse stato possibile - a intrattenere Trirl. Sfortunatamente, non disponeva di alcun dolcetto.
La domanda - o meglio, la sottile insinuazione - del Mezzo-Mistico
lo colpì come una scudisciata. L'offerta era generosa, ma da sempre si era mostrato restio a parlare dei suoi trascorsi nell'esercito del reginato, persino con i suoi vecchi compagni d'arme. Per questo, quando le parole gli uscirono di bocca, fu lui stesso il primo a sorprendersi.
« Alcuni anni fa » spiegò, in tono sommesso « ero molto giovane, ai tempi, eppure già un promettente alchimista. Il mio paese era in difficoltà, sull'orlo della guerra civile. Per mantenere l'ordine, la corona creò un reggimento di combattenti scelti con compiti di polizia segreta; ci chiamavano i Cacciatori. »
A quelle parole, le sue labbra si piegarono in una smorfia di disgusto.
« Credevo di fare il bene del mio paese. All'inizio dovevamo solo scovare gli agitatori, fermare i sospetti, prevenire i complotti. » Sospirò, continuando in tono amareggiato. « Poi vennero le liste di proscrizione. »
Scrollò le spalle, cercando di togliersi di dosso quel velo di sporcizia che sentiva pesargli anche solo rievocando a parole gli scempi esecrabili perpetrati dai suoi compagni e da lui stesso.
« Abbiamo fatto cose terribili, skekDor. Per noi, 'andare a caccia' significava cacciare uomini. Ogni notte, o quasi. E si tornava sempre con il carniere pieno. »
Fece un gesto secco con la mano, avrebbe voluto scacciare quel ricordo come si scaccia un moscerino impudente.
« Non vado fiero di questa storia e non volevo tediarti. Si è trattato solo di un attimo perduto tra i vecchi ricordi. ». -
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.Il contatto con le zampe gallinacee dello Skeksis ebbe il duplice effetto di farlo sentire improvvisamente compreso, quasi benvoluto, e al tempo stesso un completo imbecille per essersi aperto - aver raccontato una generosa porzione della propria storia - ad una creatura conosciuta quello stesso giorno.
Le ragioni che l'avevano spinto in questo senso sarebbero parse del tutto prive di ogni logica, buone solo per essere un monito o motivo d'una solerte ramanzina. Eppure, eccolo lì, pendere dalle labbra di urElah. Forse il Mezzo-Mistico aveva ragione, forse a volta si ha solo bisogno di qualcuno disposto ad ascoltare e a concederti l'illusione e la promessa di quel perdono che - da soli - non saremmo mai in grado di darci.
Montecristo avrebbe voluto rispondere, ringraziare, anche solo balbettare qualcosa di incomprensibile, raschiarsi la gola - una cosa qualsiasi, purché servisse a far capire allo Skeksis che sì, aveva compreso ed apprezzato le sue parole.
Avrebbe voluto, ma non ne ebbe il tempo: il signor Krurl era venuto fuori dalla sua povera e pericolante abitazione, reclamando l'attenzione di tutti con la paciosa belligeranza di chi non necessita di dar fiato per attirare l'attenzione. La sua sola stazza intimoriva, così come il suo sguardo gelido che a più riprese finì per posarsi sull'essere che aveva accompagnato skekDor, uno straniero, uno sconosciuto.
Tuttavia, Krurl si dimostrò assai più educato di quanto Montecristo non avrebbe potuto dire della maggior parte degli abitanti del reginato. Endlos era piena di sorprese, dovette ammettere,
e non tutte necessariamente brutte.
« Una buona giornata a lei, signor Krurl. Il mio nome è Montecristo. » si presentò,
con il solito sorriso benevolo stagliato sulle labbra. « Monty, come dice sua figlia. Mi dispiace essere piombato qui inatteso ma - come ha ben detto la piccola Trirl - sono uno studioso diretto a Palanthas e skekDor è stato tanto caritatevole da accettare di guidarmi fin lì. »
Si tolse il cappello dal capo, sebbene con qualche secondo di ritardo, incerto sul da farsi: non era sicuro che il capo coperto al momento dei saluti venisse considerato un atto di villania anche presso quelle popolazioni.
« Non desidero recarvi alcun disturbo, davvero. Anzi, se desiderate conferire in privato » soggiunse, benché la curiosità lo stesse divorando « Sarò ben felice di rimanere qui ad aspettarvi. ». -
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Di nuovo - e non per l'ultima volta, quel giorno - Montecristo si sorprese per i modi urbani di quella popolazione nomade e poverissima. Krurl era enorme, capacissimo di stritolarlo se solo avesse voluto, ma dalla sua figura austera e certo un po' spartana traspariva grande dignità e gentilezza. Per questo, l'alchimista non ebbe un attimo di esitazione, ed anzi rispose al gesto dello yantui non la massima naturalezza.
Accennò a sua volta un inchino, prima di stringere la mano della creatura.
« Vorrei che mi consideraste un amico, sì. Non sarò capace come skekDor, ma se c'è qualcosa in cui posso esservi utile, fatemelo sapere. »
Le altre parole di Krurl furono assai chiare e da queste traspariva la massima disponibilità. Sotto lo sguardo attento dello Skeksis, dunque, parlò in tono calmo, lievemente divertito in realtà dal vedere la piccola Trirl avventarsi sui cioccolatini offerti da skekDor.
« Non sono qui per motivi di studio, signor Krurl. Sto... cercando una persona. Una donna sui vent'anni, esile e dai capelli d'argento. »
Riflettè un istante sulle sue parole. « Si potrebbe dire che mi somiglia. Si chiama Rania. »
Le dita affusolate tamburellarono nervosamente sul bordo della spilla che portava alla base del collo.
« Dubito che abbiate potuto vederla, vi dico questo solo per spiegare le ragioni che mi conducono a Palanthas: so che è un luogo di creature sagge e che vi sia una grande biblioteca da poter consultare. Vorrei avere maggiori informazioni su Endlos, prima di addentrarmi nella mia ricerca. »
Sbuffò, innervosito dal sentirsi così fastidiosamente inadeguato. « Ho provato a documentarmi prima di partire ma negli altri mondi le notizie a riguardo sono spesso lacunose, se non fallaci. E parecchio datate. Ad esempio... » e qui scoccò un'occhiata a skekDor « Ero convinto che ad Est governasse una donna, ma mi dicono che sia Lord Quaglion il reggente. Che ne è di Lady Kaliah? »
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Quarion, non Quaglion. La sua proverbiale incapacità di ricordare i nomi stava palesandosi anche su Endlos, come a dire che certe cose non cambiano mai - e sono quasi sempre le abitudini peggiori.
Annuì convinto alle parole dello yantui che - data la disponibilità mostrata fino a quel punto - poteva dimostrarsi utile come e più di skekDor, quanto ad informazioni. Gli venne da chiedersi se, in assenza dello Skeksis, Krurl l'avrebbe accolto con la medesima deferenza e cordialità e, soppesando attentamente le dimensioni del suo anfitrione decise saggiamente che era meglio non conoscere la risposta.
« Dunque dovrò avere a che fare con lui o con i suoi rappresentanti, presto o tardi. »
E c'è solo da sperare che non sia troppo leale nei confronti di Rivenore o passerò un brutto quarto d'ora.
Voltandosi per un istante ad osservare skekDor che ripuliva il volto di Trirl, ricoperta di cioccolata, non poté trattenersi dal ridacchiare nel vedere come quell'essere antico e - certamente - potente si divertisse a giocare con la giovane yantui. Non era un caso se Trirl l'aveva chiamato nonno: i suoi erano modi affezionati, da nonno autentico. Sebbene Krurl lo trattasse con maggior rispetto, era chiaro che, per i pargoli del luogo, lo Skeksis doveva risultare come uno di famiglia.
Alla successiva domanda di Krurl, la risposta non si fece attendere.
« Non vorrei approfittare » iniziò Montecristo, senza tuttavia distogliere lo sguardo da Trirl che si metteva a posto l'acconciatura. « Ma sarei curioso di sapere qualcosa anche sugli altri presidi. Pare che la loro stabilità politica sia... evanescente, per usare un termine non troppo negativo. »SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa il ritardo, volpone. Il lavoro mi ha risucchiato nel week-end.. -
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Un cavalluccio a dondolo. Quel simpatico pennuto era pieno di sorprese, c'era da riconoscerlo - e Montecristo lo fece con un sorriso divertito. Non sapeva esattamente da dove fosse saltato fuori, ma era certo che la piccola Trirl si sarebbe baloccata ben volentieri con quell'aggeggio, anche se forse non si sarebbe lasciata andare troppo davanti agli occhi attenti e - apparentemente - severi del padre. Questo gli fece balenare un'idea, ma presto la sua attenzione tornò a concentrarsi sul suo diretto interlocutore, bendisposto sì, ma a corto di vere informazioni.
« Capisco » mormorò, incapace di nascondere una certa delusione.
Le sue dita iniziarono ad accarezzare la curva del mento, gli occhi dorati erano pietrificati in uno sguardo irrisolto
che non sembrava avere molto da promettere. In quei pochi attimi analizzò ciò che già sapeva di Endlos: il Pentauron era l'ultimo posto in cui lui stesso si sarebbe voluto ritrovare,
mentre di Laputa sapeva ben poco, se non che la sua storia era iniziata su Celentir.
Il Presidio Ovest, descritto come un dominio delle macchine, era una meta più in sintonia con l'assecondare la sua vena più curiosa e prosaica che con l'idea di portare a termine la missione; il Presidio Sud - al contrario - rappresentava l'ultima spiaggia. Una ragazzina impulsiva e permalosa come Rania sarebbe stata capacissima di farsi accorciare della testa in tempi pericolosamente brevi, in un posto come quello.
La risposta di Krurl l'aveva spiazzato e incuriosito: avrebbe dovuto chiedere che gli parlasse del sud - o dell'ovest - ma l'ultima affermazione dello yantui aveva improvvisamente sovvertito l'ordine delle priorità.
« Perchè? » chiese, momentaneamente dimentico della cortesia
usata fino a quel momento. « Cosa c'è a Nord? ». -
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« Il Nord sta affrontando una grave calamità, in questo periodo. Non solo freddo e scarsità di cibo, ma anche una piaga venuta dall'oltretomba ne minaccia gli abitanti. Se ne avrete piacere, signor Montecristo, ve ne parlerò in privata sede. Non qui, davanti alla bambina. »
Montecristo non avrebbe saputo dire cosa l'avesse sorpreso maggiormente, se il repentino ritorno al voi come formula di cortesia, l'improvvisa durezza nella voce - del tutto antitetica all'atteggiamento avuto fino a pochi istanti prima - o il fatto che skekDor abbandonasse la conversazione dopo aver scambiato poche parole con Krurl - il quale appariva ora più spaventato che deferente.
Reinhard inarcò un sopracciglio, senza tuttavia dire nulla - e in silenzio rimase, osservando il caracollare ondeggiante dello Skeksis, finché non lo vide entrare nella casa dello yantui.
A giudicare dal rumore prodotto all'interno dell'abitazione, doveva essere uscito dal lato opposto.
« C'è altro che posso fare per voi? »
La domanda di Krurl non lo prese alla sprovvista, ma Reinhard impiegò qualche istante a rispondere, senza mai distogliere lo sguardo dalla direzione in cui era scomparso skekDor.
« Sssssì. » replicò, in tono enigmatico.
« Potresti dirmi cosa succede al nostro comune amico? » chiese,
mentre l'indice volteggiava per aria ad indicare con scarsa convinzione un punto in cui la sagoma dello Skeksis era stata fino a qualche momento prima. Quell'atteggiamento non era piaciuto a Montecristo e - al netto della riconoscenza che provava per il Mezzo-Mistico - aveva provato un leggero brivido nel vederlo così altero e pungente. Il cambiamento era stato drastico, basti pensare che fino a qualche attimo prima aveva giocato con Trirl come il più devoto dei nonni.
« Posso capire che la mia domanda l'abbia innervosito, e me ne dolgo, ma questa reazione... ». -
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Nonostante il racconto dello yantui lo turbasse più di quanto avrebbe creduto possibile in una simile situazione,
Montecristo rimase impassibile, ascoltando con volto di pietro e occhi tumultuosi e mobilissimi, che cercavano di inseguire non tanto le semplici parole di Krurl, quanto piuttosto tutto ciò che - non detto - veniva lasciato all'immaginazione dell'ascoltatore. E quello specifico ascoltatore di immaginazione ne aveva da vendere.
Pericoli provenienti dall'oltretomba, ferite marcescenti ed un arzillo eremita - piumato ed immortale - che andava in giro guarendo moribondi con un semplice tocco. C'era di che far girare la testa ad ogni avventuriero, scienziato, curioso o semplice fesso di tutta Endlos.
Anche quando Krurl gli strinse il braccio, Montecristo rimase impassibile, limitandosi a registrare il gesto ed a osservare in tralice le falangi della creatura chiudersi sul suo avambraccio. I suoi occhi dall'iride dorata mandavano riflessi lugubri e sembravano essere stati crudelmente privati da quella scintilla divertita e calorosa che li aveva accesi poco prima. Ora erano freddi, glaciali - e pericolosi.
Di fronte al dispiacere della piccola Trirl e all'affermazione di Krurl, Montecristo non replicò, limitandosi a sospirare.
Avrebbe potuto inseguire skekDor, o forzare la sua permanenza in quel luogo, ma il tempo della caccia era terminato e lui non voleva più essere costretto a combattere, specie se per futili motivi. La sua presenza, in ragione delle domande poste e - ancora più - di quelle che avrebbe ancora potuto porre, non era più gradita in quel luogo. E qualcosa
(ma cosa?)
gli diceva che lo stesso Skeksis non se la sarebbe presa troppo per la sua
improvvisa sparizione. In fin dei conti, lui stesso l'aveva trattato duramente,
qualche istante prima.
« Sì, piccola. » rispose, rivolto a Trirl.
« Devo proprio rimettermi in viaggio, ma spero che ci rivedremo presto. »
Così dicendo si piegò sulle ginocchia, come aveva già fatto, per portare i suoi occhi all'altezza di quelli della bambina. Le sorrise - il suo sorriso sincero e un po' triste, con la testa inclinata sulla spalla - mentre poggiava la mano destra al suolo. Piccole scariche luminescenti animarono l'aria intorno al braccio ed alla mano di Montecristo, mentre per suo tramite il miracolo dell'alchimia tornava a compiersi. Sollevò la mano, lentamente, e sotto quelle dita immobili nel gesto del comando si modellava la forma e la sostanza.
Quando ebbe terminato - la mano sospesa a tre palmi da terra - al suolo rimaneva in piedi una curiosa bambolina di roccia intagliata e perfettamente levigata. Non più grande di una ventina di centimetri, i suoi lineamenti ricordavano vagamente quelli di Trirl.
Porse il balocco appena generato alla giovane yantui, senza smettere di sorridere.
« Così ti ricorderai di me, piccola Trirl. »
Poi, dopo un attimo di esitazione, aggiunse: « Vorrei che salutassi il nonno da parte mia,
puoi farmi questo piccolo favore? »
Senza attendere una risposta, si rimise in piedi e tornò a concentrarsi sul padre.
« Grazie di tutto, Krurl. » biascicò, mentre sollevava appena il cappello in un vago cenno di saluto - che tuttavia non rendeva meno sinceri i ringraziamenti. « Temo che il modo migliore per ringraziarvi sia togliermi di torno, e così farò. »
Detto questo, si incamminò verso l'esterno delle recinzioni, agitando la mano in segno di saluto senza tuttavia voltarsi.
Peccato. Gli piaceva quella bambina - ed anche Krurl non era male, così gentile e dignitoso nella sua compostezza.
E skekDor... gli dispiaceva sparire in quel modo, ma non aveva nessuna voglia di attirarsi le ire di un pennuto ancestrale, né tanto meno desiderava creare problemi a chi l'aveva accolto con tanta gentilezza e disponibilità. Nonostante tutto, gli sarebbe piaciuto trascorrere più tempo con lo Skeksis. Magari fino a Palanthas. Però, in fondo, il suo viaggio era appena iniziato e di certo avrebbe incontrato altre creature, anche se forse non parimenti straordinarie.
E poi chissà, Endlos non era poi così grande, magari un giorno...
« ...potremmo incontrarci di nuovo. »
E allora mi racconterai di ciò che è accaduto al Nord.SPOILER (clicca per visualizzare)Ti ringrazio per la giocata, mi sono davvero molto divertito. Avrei anche proseguito (ad esempio inseguendo skekDor) ma non volevo forzare la mano, il carattere del personaggio lo porta ad evitare sempre lo scontro quando non strettamente indispensabile e Krurl lo ha praticamente invitato a togliersi dai marroni. Non dubito comunque che troveremo presto il modo di fare incontrare questi due maramaldi.