Il Regno dei Ghoul

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    I colori e gli odori di Epartis erano un tripudio in festa di quel giorno straordinario ed unico nel suo essere assolutamente ordinario in quella terra di miele e delizie. Sotto un sole gentile di una primavera che si giurava meravigliosa i gitani saltellavano qua e là fra gli altri guitti, facendo tintinnare i sonagli ed elargendo sorrisi radiosi lieti di un palcoscenico così gioioso ed astanti tanto ben disposti nei loro confronti. Cheya ballava a piedi nudi sul ciottolato della piazza a poca distanza dagli spruzzi della grande fontana, dove quel giorno benedetto dai primi caldi dell'anno i bambini si erano messi a sguazzare allegramente. Si era buttata perfino la sua sorellina ed ogni volta che la incontrava con la coda nell'occhio non poteva fare a meno di sorridere lieta, deliziando i presenti con balzi e piroette al ritmo della musica dei violini suonati dagli altri suoi fratelli più grandi. Il reame dell'Est sembrava il regno delle fiabe, e avevano già deciso di stabilirsi laggiù il più a lungo possibile e di non tornare più al sud, dove si erano sentiti degli estranei. I suoi zii avevano detto che c'erano molti lavori che potevano fare per avere di che vivere, ma in quel momento, circondata da tanta gioia di vivere, Cheya pensava che avrebbero potuto benissimo vivere come saltimbanco. Nei posti che aveva visitato quando era piccola era tutto molto diverso, nella sua memoria il cielo era più plumbeo e gli sguardi più torvi e minacciosi, e danzare in pubblico per delle offerte era definito chiedere l'elemosina. Ad Est invece era tutto così diverso, così vivo. La gente aveva abiti semplici ed occhi sinceri, quando passavano la guardavano e sorridevano senza malizia, non c'era da temere coltelli o parole cattive e nessuno l'aveva mai chiamata zingara lanciandole sassi addosso per scacciarla come invece succedeva spesso quando era piccola.
    Visto che si era raccolta una discreta piccola folla di astanti decise di mostrar loro qualcosa di più di qualche piroetta. Con un balzo si proiettò sul bordo della fontana, attenta a premere bene le dita dei piedi sulla pietra per avere maggior presa poiché quel punto era reso scivoloso dagli schizzi d'acqua. Allargò le braccia con un gran sorriso per essere certa di guadagnarsi l'attenzione di tutti, poi riuscì in una successione di giravolte e balzi che deliziarono la platea, facendole guadagnare uno scroscio di applausi e qualche moneta in più sulla sciarpa lasciata poco più in là. Concluse con un inchino, al che tutti capirono che quella parte dello spettacolo improvvisato su strada si era conclusa e andarono a rivolgere le loro attenzioni altrove, chi sulle numerose bancherelle del mercato a cielo aperto, chi agli altri artisti di strada che si stavano esibendo un po' ovunque nella grande piazza.

    « Cheya!!! Cheya!!! »
    Riconobbe la voce di sua cugina che chiamava il suo nome. Per un momento quasi si preoccupò del tono concitato e dal modo in cui correva verso di lei, ma poi vide sul suo volto un sorriso ansioso e capì che non era portatrice di brutte notizie.
    « Dalla vecchia Narìa! Il bimbo ha sentito la primavera e non ne vuole più sapere di aspettare!! Corri!!! »
    Lei non se lo fece dire due volte. Sua sorella più grande, Flamia, era incinta ed il bambino avrebbe dovuto nascere nel giro di un paio di settimane. Era un po' in anticipo, ma non c'era da preoccuparsi. In un giorno così, nulla poteva andare storto. Scappò via fra la folla rapida come un cerbiatto, evitando i presenti senza urtare nessuno, un dono che aveva acquisito in una vita passata fra le folle delle grandi città.
    Dovette uscire dalla città per arrivare all'accampamento, sistemato poco fuori dalle porte in uno spiazzo pulito e adatto ad ospitare carovane anche molto più grandi della loro. Aveva corso come una forsennata ed era reduce da un'ora di giochi da guitto, ma la fretta le aveva messo le ali ai piedi e perfino il vento sembrava spingerla, scompigliandole i capelli lunghi del colore castano caldo del legno di leccio. Arrivò sul posto e le sue orecchie non udirono le voci degli anziani, che si erano riuniti proprio all'ingresso, ma avevano spazio solo per il pianto incessante e lamentoso di un neonato, verso cui Cheya si avventò con le lacrime agli occhi. Nei suoi sedici anni, quella era la prima volta che diventava zia, e aveva una gran voglia di prendere in braccio il nascituro per la prima volta. Si immaginava già intenta a spalancare la porta della carrozza e trovare Flamia distesa sul letto fra le lenzuola bianche con lo scricciolo appena nato al seno, invece sbatté contro una porta chiusa con tutti i chiavistelli dall'interno, e vide una delle sue tante zie sgattaiolare via dalla porta sul lato opposto del carrozzone, con il bimbo urlante e piangente in braccio. In quel momento un brivido corse sulla spina dorsale, perché capì che qualcosa non andava per il verso. Rinunciò ad assalire la porta una seconda volta e invece tentò di rincorrere il pianto del bambino, venendo però bloccata sul posto dalla mano callosa del fratello più grande di suo padre.

    « E stai buona, per una volta! »
    La rimproverò lui, in tono duro e sbrigativo.
    « Ci fosse mai il verso di farvi star fermi, a voi! »
    Cheya si sentì ferita, inoltre la stretta di suo zio le faceva effettivamente male.
    « Lasciami!!! »
    Gridò in un tono che le uscì più duro di quanto voleva. Quello era un parente stretto, e per di più un anziano. Non stava bene gridargli addosso, però era spaventata e voleva sapere che cosa era successo a Flamia.

    « Sveglierai tua sorella se urli così, testaccia dura compagna a tuo padre!!! »
    Gli gridò lui, tirandola via e quasi facendole perdere l'equilibrio. Gli altri anziani si affiancarono a lui, e la fissarono tutti insieme. Cheya si scoprì una preda in trappola, circondata da sguardi torvi e preoccupati.
    « Che cosa... il bambino... »
    Balbettò qualcosa, ma aveva dimenticato come si faceva ad articolare un discorso di senso compiuto. Inoltre non sapeva neanche più che cosa chiedere. Flamia dormiva? Quindi stava bene? Il bambino piangeva? Stava bene anche lui? E allora cos'era quella sensazione terribile che aleggiava all'accampamento? Perché non si faceva festa, perché nessuno cantava? Dov'erano mamma e papà?

    « Cheya, ora ascoltami bene perché quello che sto per dirti è importante. »
    L'anziano Rorge, quello con più inverni di tutti fra i gitani, sbatté i pesante bastone da passeggio a terra richiamando la sua attenzione, parlandole poi in tono greve e quasi cattivo.
    « Tu vuoi bene a tua sorella Flamia, sì? Bene. Adesso lei è molto provata, il parto è stato più duro e difficile del previsto. Il bambino è uscito sano, ma tua sorella può darsi che non ce la farà a passare la notte, lo capisci? »
    Fu come se le avessero dato uno schiaffo con dei tizzoni ardenti. Sentì la terra che si apriva ed un vuoto sotto di se.
    « I tuoi zii vogliono pregare e sperare, ma non c'è granché altro che noi possiamo fare. Noi uomini, almeno. Capisci che cosa sto per chiederti...? »
    Un lampo di consapevolezza le attraversò la mente. Il Re!! Ma certo!!! Lui non lascerebbe mai morire Flamia! Nel plenilunio durante i fuochi aveva poggiato la mano sul suo grembo benedicendo la nascita del bambino. Qualcuno doveva andare da lui, qualcuno doveva implorarlo di aiutarla... No, non qualcuno. Gli uomini non si possono avvicinare al Re. Ecco cosa voleva il ecchio Rorge.

    « Lo faccio io!!! »
    Disse di un soffio, alzando gli occhi al cielo per valutare a quale ora della giornata fossero. Anche correndo, ci avrebbe messo diverse ore per arrivare alle rovine. Se sua sorella rischiava di non superare la notte allora non c'era tempo!!!
    « Non puoi partire così. Prendi qualcosa per il viaggio, devi mangiare. » Disse suo zio in tono crudo. « E gli amuleti. Gli amuleti che erano di tua nonna. Il Re deve vedere gli amuleti, così ti riconoscerà. Devi essere cauta, hai capito? Devi essere svelta, ma cauta. La vita di Flamia è nelle tue mani. »
    Poi si corresse, in tono greve.
    « Nelle mani del Re... »
    ______________________________________________________________

    Il paesino sorgeva poco al di fuori dell'area della capitale, un delizioso gruppetto di casette dipinte di colori vivaci ed abitato da pastori che provvedevano a rifornire di squisito latte di capra i mercati della capitale ed erano sostanzialmente incapaci di nuocere ad una mosca. Quando si erano sentiti minacciati da un nemico così abbietto e infestante come i divoratori di cadaveri ghoul, subito i ministri dell'Alfiere dell'Est avevano reagito con vigore, inviando una forza di uomini d'arme guidati da un gruppo di valorosi cavalieri in armature scintillanti, che ora sfilavano alteri e pieni di se fra le stradine della piccola città in ranghi da due, in groppa agli alti frisoni dell'est dai manti scuri che facevano risaltare le elaborate bardature dai colori bianchi o azzurro cielo, le araldiche tipiche dell'Est. Avevano armature immacolate di un metallo talmente ben lucidato che sembravano di argento, splendidi paladini sicuri di se che tenevano alte le lance da combattimento su cui erano fissati drappi con i simboli dei loro casati nobili: un cigno in campo azzurro, quattro torri grige in campo bianco, l'ala di un drago azzurro in campo grigio, poi un cigno che affronta un grifone, le chiavi d'argento in campo bianco, le fiamme rosse in campo celeste, il bianco e azzurro scaccato della guardia di Chediya su due cavalieri che incedevano fianco a fianco, infine il drago bianco in campo nero ed il lupo bianco rampante in campo azzurro. La crema della nobiltà guerriera di quelle terre. E probabilmente nessuno di loro si sarebbe neanche sporcato i lembi del mantello, visto che avevano reclutato in fretta e furia tutti gli avventurieri che erano riusciti a rastrellare dalle taverne del presidio Est per fare il lavoro al posto loro.

    Nella peggiore delle stime c'erano un centinaio di ghoul fra le rovine di Paesello Vecchio, un gruppetto di rovine insignificanti che erano disabitate già decenni prima che la Dama Azzurra diventasse alfiere. Non c'è partito fra dei cavalieri ed un branco di ghoul, ma proprio per questo non ha senso obbligare duchi e baroni a strisciare di casa in casa ed a passare a fil di spada bestie immonde del genere. In branco i ghoul diventano pericolosi quanto i goblin, ma fra loro c'erano donne e cuccioli da ammazzare. Anche se il legato dell'Alfiere stava giusto conferendo a voce alta con il siniscalco del luogo, assicurando che le bestie sarebbero state "portate in un altro luogo, lontano da tutto e da tutti dove avrebbero potuto vivere in pace senza nuocere ai greggi o ai morti". Agli avventurieri era stato detto fin da subito che i cavalieri volevano le bestie morte e bruciate in una fossa comune, e per un buon motivo: temevano un contagio. Anche per questo mandavano gli avventurieri, non sia mai che l'Arciduca Vincesbrando nella sua luccicante armatura laccata di bianco e sotto l'effige del cigno si ritrovasse malato di qualche peste diffusa dai ghoul.
    Era il mezzodì di una mite giornata di primavera quando infine uno degli alti papaveri a capo della spedizione si presentò davanti all'assembramento di avventurieri preannunciando l'avvio di quella che sulla carta si proponeva come una semplicissima operazione di pulizia.

    « Bene, gentiluomini. Fine dei preamboli, bisogna darci una mossa prima che il sole va giù. Nessuno vuole andare a caccia di mangia-carogne dopo il tramonto, dico bene...? »
    Parruccone grigio a parte, l'uomo aveva modi spicci ed un tono affabile che non lo faceva apparire poi così pessimo in quel ruolo. Certo, indossava una sorta di uniforme con bene in vista un certo numero di onoreficienze, ma faceva parte del costume del luogo. D'altronde aveva appena conferito con un siniscalco, doveva darsi un tono per via dell'ufficialità della missione.
    « Tre guardiani del cimitero hanno messo in fuga una decina di quei mostri con un paio di fucilate sparate in aria, quindi abbiamo modo di credere che venti ubriaconi da taverna come voi saranno più che sufficienti per scovare quegli animali dalle loro tane, dico bene? Gli uomini d'arme dell'Alfiere ed i cavalieri con i loro scudieri formeranno un cordone attorno alle rovine, voi dovete entrare e quanto meno mettere in fuga i mostri, farli fuggire dalle loro luride tane dimodoché la guardia cittadina possa catturarli tutti. L'importante è non farne fuggire nemmeno uno, miei signori. »
    Sventolò il rotolo del mandato firmato dall'Alfiere esibito fino a poc'anzi, poi ribadì il concetto:
    « nemmeno. Uno. Direi che ci siamo chiariti... »

    CITAZIONE
    Dunque, post introduttivo semplice-semplice: fate parte di uno stuolo di venti spade al soldo reclutate qua e là nel presidio per dare la caccia ad un branco di ghoul che si sono stabiliti dove non devono, semplice e basilare. Per una casualità vi trovate fianco a fianco fra i ranghi degli avventurieri, quindi siete incitati a conoscervi fin da questo primo post, anche se naturalmente la cosa è lasciata ai vostri personaggi e non strettamente obbligatoria. Per qualsiasi domanda o chiarimento scrivetemi pure, non mordo ed anzi sono apertissimo nel fornirvi qualsivoglia dettaglio.

    Vi do circa sette giorni per postare, con proroghe concesse liberamente previa avviso. Avete quindi tempo fino all'11/02


    Edited by Yomi - 4/3/2019, 00:52
     
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    Ha impiegato settimane per lasciare le terre del Nord. Potrà sembrare un periodo molto lungo, ma se per abbandonare le fredde terre del Nord stai attento a tutti i pupazzi di neve, credendo che sono agenti governativi, bhè, i tempi di marcia necessariamente diventano più dilatati. La sua fortuna è stata trovare una carovana di mercanti che gli han spiegato per filo e per segno come tutte le informazioni date dalla ragazza-lupo fossero in realtà menzogna.
    Ha deciso di dirigersi nel Presidio Est per poter visitare la biblioteca e cercare informazioni sull'Oscuro Signore, ma pare che nessuno abbia sue concrete notizie.
    Mentre vagabondava per taverne è stato reclutato da questa compagnia di ventura che ora sta seguendo.
    Allora, capiamoci, non lo fa certo perchè vuole fare un piacere ai cavalieri, ben poco gli interessa. I motivi che lo spingono sono tendenzialmente tre:
    - Il primo è di ordine pratico: ha bisogno di soldi per sopravvivere e continuare le sue ricerche.
    - Il secondo è parte del suo scopo: l'Oscuro Signora era in grado di generare e manovrare i ghoul, quindi potrebbe trovare qualche informazione a riguardo.
    - Il terzo è collegato al secondo: non ha ancora piena coscienza dei suoi poteri e delle sue abilità, quindi venir addirittura incitato ad utilizzare tutti i malefici del suo grimorio è cosa molto interessante.
    I motivi che gli vengono spiegati, francamente, non gli interessano. Lui se ne sta in piedi distante aspettando solo il momento in cui finalemente potranno infierire sui non morti. Il resto non gli interessa.
    Per l'occasione si è stretto i capelli bianchi con una striscia di stoffa nera. Elegante anche in questi momenti indossa un pantalone nero, una camicia bianca baroccheggiante con una serie di sbuffi ed una mantella scura da viaggio che si chiude al collo con una piccola catena a foggia di serpente. Al fianco la sua bacchetta pronta a scagliare incantesimi.
    Questi Cavalieri non sono poi così dissimili dagli Auror.
    Una breve e scenografica pausa.
    Scansafatiche, inetti.
    Ma finchè pagano e mettono a disposizione divertimento per noi altri, hanno una ragion d'essere.

    Sghignazza mentre lo sguardo di serpe si sposta sul ragazzo che si trova lì vicino, cerca una spalla per fare conversaione in attesa che le danze comincino.

    Equipaggiamento: Bacchetta
    Mana: 100%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive

    Attive
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Tutto accadde in pochi minuti, e poi si concluse in qualche istante, ma ciò non era altro che l’inizio: chissà con quale trucco, e chi sa grazie a quale informatore, Jester riuscì a venire a conoscenza di una richiesta di arruolamento per scacciare un gruppo di ghoul che stavano infestando uno dei villaggi dell’Est, era una missione sicuramente facile per qualsiasi membro della MxM da come gli era stata proposta, e dato il cambiamento del carattere impostoli più o meno velatamente dalla strega, pensò probabilmente che poteva essere una buona occasione per dimostrare se davvero Black aveva la buona volontà di cambiare atteggiamento, e quindi gli affidò l’incarico. Per il Come avrebbe raggiunto il luogo dell’incontro se ne occupò Skekdor che grazie ai poteri conferitegli dal cristallo, ormai una cantilena che tutti sulla nave sapevano a memoria, teletrasporto Black in un’istante vicino al villaggio dell’incontro descritto da Jester poco prima.
    Arrivato ad Est, si trovò catapultato su una piccola altura dall’erba corta e verde, accompagnata in sottofondo da un piacevole cinguettio di alcuni passeri locali.
    Guardò verso l’orizzonte ammirando così il villaggio nella sua interezza per poi incamminarsi, facendo un cenno a Skekdor e lasciando che lui tornasse sulla nave allo stesso modo in cui era arrivato.
    Quell’aria pulita, quella sensazione di freschezza che provava nel respirare quella leggermente fredda aria che sapeva di campi e vallate lontani lo rasserenavano, soprattutto dopo quella costante atmosfera cupa e tenebrosa che circondava l’intera nave e tutti i suoi componenti. Respirò a pieni polmoni mentre si dirigeva al luogo dell’incontro. Era la prima volta che veniva mandato in missione completamente da solo, e quella era l’occasione perfetta per dimostrare il suo valore; ci teneva più che mai a dimostrare a Jester e agli altri quanto fosse forte e in grado di cavarsela anche in solitaria, e sicuramente non avrebbe fallito. Sarebbe stato talmente grande in quell’impresa che non solo l’avrebbe conclusa con successo riportando a casa un bel gruzzoletto, ma si sarebbe parlato per anni in tutto l’Est della forza e dell’impresa straordinaria di quel ragazzino. Ne era certo.
    La brezza di quelle terre gli procuravano piccoli brividi sulle braccia nude e muscolose, mentre a pochi centimetri dal suo viso il colletto alto del giacchetto senza maniche e i capelli ribelli svolazzavano leggermente.

    Raggiunto il Villaggio cercò qualcuno a cui chiedere indicazioni per sapere dove fosse il luogo dell’incontro e come fece per guardarsi intorno fra le viuzze più o meno ampie del villaggio, ciò che attirò la sua attenzione fu la sfilata dei cavalieri che a cavallo e nelle loro armature scintillanti accompagnati ognuno da quello che sicuramente era lo stendardo del proprio casato, si mettevano in mostra all’intero villaggio.
    Troppo eleganti, ordinati e per quanto potessero sembrare autorevoli in quello sfarzo, agli occhi di Black davano un’idea totalmente opposta: “Fifoni spocchiosi che si proteggono dietro scintillanti armature. nemmeno tutti quelli insieme potevano reggere il suo confronto”, pensò.
    Trovato il luogo, notò che non fu il primo dei mercenari arrivati, anzi, data il numeroso gruppetto già presente, era probabile che fosse uno degli ultimi. Un uomo pieno di medaglie scintillanti parlava esponendo hai presenti la situazione, e come concluse, il primo pensiero di Black fu che era contento di sapere che chi lo avrebbe fiancheggiato in prima linea non fossero i tipi con gli stendardi ma tutti gli altri, certamente più grezzi e rudi, ma quindi sicuramente meno timorosi di sporcarsi le mani.
    Il discorso fu breve ma chiaro: scacciare o eliminare i ghoul, l’importante era che non ne restasse nemmeno uno.
    Niente di più facile.
    A discorso concluso la voce di Black si alzò dal fondo del gruppo, che alzando una mano e tenendo un tono leggermente alto per farsi sentire chiese guardando il generale dritto negli occhi nonostante la distanza che gli separava: “Tutto chiaro. A lavoro concluso, torniamo da lei per la paga?”

    Qualunque fosse stata la risposta del generale, o anche se l’avesse ignorato, Black non avrebbe insistito domandando una seconda volta.
    Lo straniero alla sua destra li rivolse la parola, e nonostante inizialmente non avesse capito capito che si rivolgesse a lui, gli piaceva come ragionava.
    “Non ho la minima idea di chi siano questi Auror di cui parli, ma sono pienamente d’accordo: fifoni che si nascondono dietro armature scintillanti, buoni a nulla se non a lucidarsele.”
    Poi, invece gli si palesò un’idea geniale a suo parere, e mantenendo lo sguardo fisso sul “comandante” asserì rivolgendosi al compagno al suo fianco:
    “Hey, che ne dici di rendere la cosa più interessante? Giochiamoci metà della nostra paga, chi riesce a farne fuori di più di quei così si prende metà dei soldi dell’altro.”
    Gli porse la mano, aspettandosi che l’altro gliela stringesse, accettando così la sfida
    “Ci stai?” Perché non accettare, dopotutto, Black, era soltanto un ragazzino di 16 anni.
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    »Stato fisico: Perfetto
    »Stato mentale: Rilassato, entusiasta
    »Passive: Eco dell'anima:+ 10% energia Max - Il corpo di un Dio: Potenziamento alla forza - Tasca Dimensionale:Trasporto armi/Eliminazione peso
    »Equipaggiamento:
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    I ghoul non erano nulla di più diverso dai mostri delle fiabe. Anche con a disposizione cinquecento anni per vagabondare di locanda in locanda si sarebbe faticato alquanto nel trovare un cantastorie disposto a narrarti di epiche gesta di eroi o cavalieri contro simili creature, e d'altronde dove mai s'è sentito di un nobile d'animo che uccide bestie del genere?
    Erano cenciosi, la pelle bluastra come coperta di ematomi sporca e tirata fino ad esporre le ossa, quasi le vertebre e le scapole volessero premere per uscire fuori da quei miseri corpi. Avevano addosso stracci, per lo più, alcuni nemmeno quelli. Glabri, le labbra spaccate aperte in un ghigno sofferente, gli occhi che sembravano implorare il perdono del mondo per la loro misera esistenza. Puzzavano, gemevano e piangevano mentre i mercenari li trascinavano fuori a calci dalle quattro mura mezze diroccate che usavano come riparo. Era quasi impossibile distinguere i maschi dalle femmine, se non perché queste ultime si tiravano i cuccioli al seno guaendo ed erano le ultime che venivano ammazzate: se quasi tutte le spade al soldo non avevano problemi a spaccare la testa di un ghoul con il calcio del fucile, quasi tutti avevano un minimo di risentimento per la propria coscienza nel dover fare altrettanto con le femmine e la loro prole. Mostri o no, brutti o meno, avevano un ché di umano nel fondo di quegli occhi grigi e acquosi.

    « Muovetevi! Non siete qui per una fottuta scampagnata! »
    Intimò una delle due figure di riferimento a cui quasi tutti i mercenari si rivolgevano, quanto di più simile ad un capo fra quella marmaglia. Era un uomo alto, di lignaggio teutonico, proveniva dalle terre dell'est e sfoggiava alti baffi appuntiti, un viso scavato ed un largo cappello a falde larghe con una piuma bianca che lo rendeva facilmente individuabile. Aveva il tono di voce autoritario ed anche quelli che non venivano dalla sua compagnia gli davano retta, anche perché c'era davvero poco da contestare nei suoi ordini perentori. Si stava rivolgendo a due mercenari inesperti di quelli che erano accorsi allettati dalla lauta paga perché in qualche modo si erano procurati un moschetto o una pistola ed una daga, ma ora che era giunto il momento di usarle non sapevano più bene che farsene. Avevano trovato un nido all'interno di tre mura in pezzi, le rovine di quella che un tempo era una casa a due piani. Il soffitto era crollato e c'era un buco nel pavimento del secondo piano, ma tutto un intero terzo del piano inferiore costituiva un riparo dalle intemperie ed all'interno avevano trovato un pagliericcio, qualche straccio, un ghoul femmina e tre creature deformi e strillanti che si faticava a definire umanoidi. I due pischelli erano entrati, avevano puntato le armi ed avevano passato un buon cinque minuti a guardarsi l'uno con l'altro senza sapere più che fare, tanto che alla fine gli strilli incontrollati delle bestie avevano attirato l'attenzione del siniscalco e la sua piuma bianca che ondeggiava sul cappello.
    Questi ignorava stoicamente la creatura e la sua prole, rivolgendo uno sguardo irritato a due novellini, che di contro non sapevano bene che dire.
    « Figlioli, questo lavoro certo non è per tutti, ma la paga è distribuita in modo uniforme. Ed uniforme dovrebbe essere anche il vostro impegno, dannazione! Ora fate il vostro dovere, oppure vi spedisco a calci da quel branco di damerini in armatura che si aspettano da noi un lavoro veloce ed in serata. »
    Puntò le braccia sui fianchi e guardò di nuovo entrambi. Loro sudavano freddo ed alzarono le armi. Da dentro l'edificio venivano tanti di quegli strilli che sembrava un mattatoio per porci. Ci furono una coppia di esplosioni, poi le grida più alte si spensero, e rimasero solo gli strilli dei cuccioli.
    « Bravi, ragazzi. »
    Il siniscalco gratificò i due con pacche sulle spalle, e con nonchalance li accompagnò fuori. Con un gesto del capo convocò altri due uomini, dei veterani, che senza una parola presero dei grossi massi ed entrarono. I due novellini avevano facce come dei cenci, non riuscivano a spiccicare una parola. Tempo pochi secondi, comunque, ed anche le grida più basse e lamentose ebbero fine, al che il capitano ed i due veterani emersero parlottando fra loro e gettando un ampio sguardo per avere un'idea di come procedevano le operazioni.

    « Voi due! » Disse il capitano adocchiando Black e Salazar, poco distanti. « Basta poltrire, al lavoro! »
    Smanacciò in direzione di una delle tante case ancora da controllare. Erano nella parte più interna del villaggio abbandonato, quasi tutte quelle abitazioni erano infestate ma non c'era stato ancora nemmeno un episodio di resistenza da parte di quelle bestie degno di questo nome. Quasi tutte le creature divoratrici di cadaveri venivano semplicemente trascinate fuori urlanti e scalcianti dalle case e poi giustiziate sul posto nei modi più disparati e quasi sempre abbastanza umani. Di solito gli avventurieri gli sparavano in testa oppure li sgozzavano con gli stiletti, salvo con le bestie infanti per cui spesso si ricorreva a grossi massi. Qualcuno aveva anche accennato a dei patiboli, ma i due siniscalchi avevano messo subito fine a quell'idea bislacca. I ghoul non sono dei condannati a morte, ma bensì delle bestie. Stavano di fatto sterminando un focolaio di creature pericolose e nocive per scongiurare epidemie e danni al riposo dei morti ed al bestiame, nient'altro. Semplice pulizia, non chissà quale castigo...
    Era interessante che non si erano ancora perpetuati episodi di particolare crudeltà. Quegli avventurieri erano umani, dopotutto, e se qualcosa spinge una persona ad intraprendere una carriera universalmente riconosciuta come squallida, pericolosa e scarsamente remunerativa come il mercenario spesso c'erano alla base motivi ben più gravi di tasche vuote o desiderio di avventura. Tutti o quasi tutti quei disgraziati impegnati in quell'operazione dovevano aver avuto in passato problemi con la legge, magari anche gravi. Eppure nessuno era granché felice di ammazzare a sangue freddo, segno che non c'erano sadici o pazzi sanguinari là nel mezzo. Solo uomini che in quel momento avrebbero preferito svolgere mansioni meno indegne.

    « Muovetevi, laggiù!! Voglio quel buco ripulito in fretta! »
    Gridò il siniscalco abbaiando verso altre reclute che stavano bighellonando attorno ad un edificio in pezzi proprio a ridosso del fianco del monte, un luogo che in passato doveva essere stato una chiesa, o un edificio di culto. Un tempo doveva essere alto e con il tetto a punta sormontato da un campanile, ora la torre era al suolo, i detriti sparsi per tutto il piazzale. Avevano tirato fuori una decina di mostri da là dentro, poi avevano mandato un gruppo ed ora una mezza dozzina di novellini guardavano in attesa che ne uscissero. Comunque il siniscalco come risultato andò avanti, lasciando indietro Black Star e Salazar con il loro compito ingrato da svolgere...

    CITAZIONE
    Perdonate il ritardo davvero increscioso ma ho passato -sto passando- un periodo davvero gramo a lavoro, con mille cose da fare che mi prosciugano tempo e sopratutto energie mentali. Detto questo spero di riuscire a dedicarmi un po' più attivamente al forum nei prossimi giorni, con post un po' meno dilazionati nel tempo.

    Dunque, vi ritrovate nella sgradevole posizione di dover entrare nell'edificio diroccato e ripulirlo dai ghoul. L'esterno è simile a tutti gli altri edifici di Paesello Vecchio, questa sperduta località poco lontana dalla capitale dell'Est un tempo villaggio di pastori, ora abbandonata da qualche decennio. La capanna un tempo era un'abitazione, quindi ha mura di pietra di un singolo piano ed i resti di un tetto crollato da un bel po', l'interno è una grossa trave portante rovinata a terra di traverso e parecchie pietre sparse un po' dappertutto. Ed una botola. I ghoul non sono bestie intelligenti seppure in possesso di pollici opponibili, neanche ci hanno provato a nascondere l'evidenza di quel nascondiglio.
    Aperta la botola là sotto vi è una cantina lunga e stretta, poco più di tre passi di larghezza e poi un lungo corridoio al buio dove un po' di luce mostrerà scaffali vuoti divorati dai tarli, sudiciume e sabbia per terra, ed infine tre ghoul rannicchiati in un angolo terrorizzati tanto da voi quanto dalla luce. La procedura è semplice: tirateli fuori ed ammazzateli senza troppe cerimonie. In via eccezionale vi è permesso essere autoconclusivi -nei limiti del realismo- nelle vostre azioni. O almeno questo è quanto vi viene ordinato di fare...

    Vi do circa dieci giorni per postare, con proroghe concesse liberamente previa avviso. Avete quindi tempo fino all'30/03


    Edited by Yomi - 21/3/2019, 00:59
     
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    Certo che si.
    Il mio nome è Salazar, ragazzo, piacere di fare la tua conoscenza e di accettare i tuoi soldi a tempo debito.

    Risponde rapido e certo al ragazzetto stringendogli la mano. Ha imparato a non sottovalutare i nemici, l'Oscuro Signore è stato sconfitto da un moccioso poco più che adolescente, quindi ha imparato la lezione. Questo, però, non vuol dire che è pronto a scommettere metà della sua paga che questo specifico ragazzetto non sia niente di speciale.
    Segue il gruppo verso il villaggio da epurare restando attento a tutte le infromazioni che può utilizzare per il proprio tornaconto e cosa più importante per vincere la scommessa.
    I vari gruppi si muovono e si attivano. In realtà sembra tutto molto semplice e regolare. Tanto meglio, ha bisogno di fare un po' di esercizio e non vuole certamente dedicarsi subito ad attività complesse.
    Quando finalmente il magnifico neo-duo viene inviato a completare la propria missione, si avvicina a grandi falcante all'abitazione diroccata. Osserva con attenzione se i ruderi vi fosse qualche ghoul nascosto, ma sembra proprio di no. Si limita ad aprire quindi la botola e scendere in quel luogo oscuro ed umido. Segue la luce fioca, non gli sembra necessario utilizzare ancora la bacchetta, sino alle creature spaventate. Le osserva con un certo disgusto, freddo e privo di ogni forma di pietà nei loro confronti.
    Vede quelle creature come bestie immonde adatte ai suoi scopi, e basta.
    Veramente non si capacità dei problemi che si son posti gli altri uomini.
    Prendine uno
    Chiede supporto al ragazzino così da evitare di fare due giri. In malo modo, e con presa ferma, allunga le mani contro i mostri e cerca di stringere i cenci di cui son vestiti o alla meglio la spalla. Cercherà di trascinare fuori le creature, aiutandosi, se dovesse servire, anche con sonori calci e spintoni. Come detto non ha particolari remore in questa fase del lavoro.
    Una volta all'aperto si limiterà a lanciare i ghoul tra le macerie, chiudendo ben ben la botola, così da chiudere eventuali vie di fuga. Estratta la bacchetta, assunta la distanza di sicurezza, si limiterà a dire.
    Confringo
    Una sferetta argentata dovrebbe scagliarsi dalla bacchetta diretta contro i nemici, giunta in loro prossimità una piccola esplosione dovrebbe coinvolgere e cancellare dall'esistenza i tre ghoul. Nessuna interazione con i mostri, nessuna domanda sul suo operato.
    Se il ragazzino dovesse lagnarsi, gli lascerà uno dei tre ghoul da giustiziare. E' doveroso per gli anziani lasciare spazio ai giovani ed alla loro crescita.


    Equipaggiamento: Bacchetta
    Mana: 100-10: 90%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive

    Attive
    Confringo: questo incantesimo genera una piccola sfera argentata che viene scagliata contro il nemico. Giunta a destinazione la sfera deflagra generando una potente esplosione che coinvolge i presenti. La distanza ed il raggio d’azione sono proporzionali allo sforzo magico. [Danno Magico; consumo Variabile; 1 turno]

    Scheda: Qui

     
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    Il Regno dei Ghoul
    Fase: I

    Sorrise quando il tipo accettò la sfida stringendoli la mano, alla quale ricambiò con decisione. Occhi di sfida e un sorriso beffardo:
    “ Black Star, e non ti scordare questo nome! È il nome di colui che si prenderà metà dai tuoi soldi una volta che avremo finito.”
    il risolino beffardo, mutò rapidamente in un sorriso più amichevole, e una volta conclusi quei convenevoli, si incamminò senza remore seguendo l’intero gruppo.
    Case e edifici smembrate e ricoperte di macerie. Quello era lo scenario che si presentò davanti al giovane raggiunta la cittadella. Non aveva mai visto una città abbandonata e distrutta in realtà, ma non era certo quello ha incuriosirlo ma bensì colore che potevano nascondersi in quel disastro.
    Si sarebbe aspettato qualcosa tipo un’orda di qualche decina se non centinai di quei cosi, messi in fila uno per uno che come nel più classico dei film cercavano con agognante lentezza di raggiungerli e mangiarli il cervello, mentre lui a uno a uno ne spazzava via uno dopo l’altro in un tripudio di colpi, sangue e budella.
    Ma essendo loro a doverli cercare, era diventato improvvisamente tutto più noioso a quella maniera…
    “Venite fuori piccoli zombi… non voglio farmi del male, voglio solo SCHIACCIARVI COME SCAFARAGGI A SUON DI PUGNI”
    Mentre correva a scrutare sotto ogni sassolino e sotto ogni cumulo, si divertiva urlando un invito poco pacato senza fermarsi nella sua agitata ricerca, ma più il tempo passava senza un concreto risultato, più l’agitazione andava scemando, fino a quando non ci fu la chiamata da parte del generale:
    ne avevano travati tre, ed era stato affidato proprio a loro due il compito di eliminarli. Il cupo compagno conosciuto all’andata lo precedette, prendendone due e trascinandoli di peso, lasciando il terzo al giovane. Salazar li porto fuori, un rapido gesto con un bastoncino e una altrettanto rapida frase ed ecco che i due furono uccisi, eliminati senza troppe remore.
    “Troppo veloce, amico… non c’è gusto a questo modo” non volendosi mostrare più debole e meno deciso dello sfidante anche lui trascinò la sua preda con forza davanti a se, lasciandola spaventata e terrorizzata per terra accostata a una grossa trave marcia sommersa in parte dalle macerie. Si avvicinò al Ghoul terrorizzato difronte a lui, e con le spalle larghe e le mani hai fianchi si mise davanti a lui, in piedi, a osservarlo e lo guardò con aria incuriosita
    “Mhmm…” si chinò su di lui: gambe dritte e busto in avanti, ritrovandosi cosi a una ventina di centimetri dalla bestia marcescente inclinando la testa e rivolgendosi direttamente a quest’ultimo: “Quindi tutto qui?... capisco che la presenza di un guerriero come me possa spaventarti, perché al posto tuo, pure io avrei paura di me stesso” il puzzo di cadavere era fastidioso, ma si era abituato dopo le schifezze che dovette pulire regolarmente dalla sala di torture della nave. Si tirò su, in posizione retta, e un sorriso compiaciuto li si stampò in voltò mentre parlava e osservava la creatura indifesa dall’alto verso il basso del suo metro e 65.
    “Non vuoi nemmeno tentare di mangiarmi il cervello, o qualcosa di simile?” “ Che palle… Cosi non c’è gusto se non reagite nemmeno però.
    Solo qualche mugugno strano in risposta a quei diretti quesiti.
    Alzò un piede, caricando il calcio piegandolo verso il suo corpo per poi con uno scatto andare a schiacciare la testa del malcapitato contro la trave su cui era appoggiato con la pianta del piede che finì con forza sulla sua guancia. Un sonoro “CRACK!” provenne dalla testa schiacciata: forse era stato il collo spezzato, o forse il naso e la mandibola già putrescenti che si staccarono e si spappolarono contro il resto della faccia, o forse il cervello ormai ridotto in poltiglia che esplose all’interno del cranio per quella poca energia della propria anima rilasciata da Black attraverso il colpo stesso, ma poco importava cosa fosse stato. Rimase un secondo o due fermo col piede sul viso del malcapitato, per poi staccarlo e rendersi conto che piccoli pezzi di pelle marcia gli rimasero sulla scarpa i quali cerco di togliersi immediatamente strusciando il piede per terra e sui pochi ciuffi d’erba che sbucavano dalle macerie “Blhee… che schifo questi dannati Ghoul…” “Spero solo che i prossimi siano un po' più vivaci di quest’ultimi…”
    Con passo deciso si diresse verso il gruppo col generale, e solo quando ripassò accanto a Salazar si rese conto della cosa più importante: era sotto di uno rispetto al compagno, quel bastardo gli aveva fregato un punto. Passandogli di fianco lo fulminò con lo sguardo, che poteva essere senza difficoltà interpretato come un’incazzatura per il suo essere passato in vantaggio, ma ciò gli ridiede vigore per continuare e accelerare la ricerca.
    Raggiunto il resto del gruppo, esclamò rivolgendosi al generale in persona e senza aspettare che quest’ultimo potesse avere la possibilità di accorgersi del suo arrivo:
    “Ghoul sterminati senza problemi Signor Generale!” non era certo che lui fosse un generale, ma poco gli importava, l’obbiettivo era attirare l’attenzione su di lui “Altri Ghoul a cui poter spappolare il cranio?”
    »Energia:110 - 10= 100%
    »Stato fisico: Perfetto
    »Stato mentale: Rilassato, entusiasta
    »Passive: Eco dell'anima:+ 10% energia Max - Il corpo di un Dio: Potenziamento alla forza - Tasca Dimensionale:Trasporto armi/Eliminazione peso
    »Equipaggiamento:
    »Slot I:Burn Baby Burn!: con un semplice tocco Black sarà in gradi di scagliare l'onda della propria anima all'interno del corpo dell'obbiettivo, andando cosi a creare all'interno del corpo nell'aria interessata dal tocco, come un pugno interno che andrebbe a colpire l'organo interessato come se quest'utiltimo fosse totalmente scoperto causando possiibili gravi lesioni interne
    [Consumo: Medio ]
    »Slot II:

    Note: so che volendo seguire la "sportivita" di Stanfa del 5% per ogni ghoul, utilizzando un 10% per un ghoul solo non è una mossa molto furba xD ma Black è talmente forte che non ha tech a consumo basso o variabili u_u
    Quindi le opzioni erano: o non consumare nulla e essere più "anti-sportivo" o consumare medio, e cosi ho deciso di optare per la seconda.


     
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    La concitazione iniziale viene meno, superati i primi momenti di generale confusione i mercenari stavano procedendo ad un meticoloso rastrellamento dei ghoul di edificio in edificio, per poi procedere alla loro esecuzione. Non tutte le spade al soldo sono rapide, ed efficienti come si dimostrano Salazar e Black Star (per cui ci sarebbe da aggiungere un entusiasta quale meritatissimo aggettivo di merito, come nota a piè di pagina), tuttavia tutti si danno da fare, e tutti alla fine contribuiscono come possono. I veterani e quelli dotati di maggior stomaco raccolgono e giustiziano in vari modi gli umanoidi saprofagi, chi semplicemente raccattando i cadaveri ed aiutando ad impilarli in una pira nel bel mezzo delle case, che lentamente si sta facendo sempre più corposa, con già non meno di una trentina di corpi ammassati ed un brutto fuoco malsano che inizia a bruciare lentamente, consumando per lo più gli stracci di cui si vestono le bestie quasi fosse anch'esso schifato all'idea di lambire le carni tirate e malate dei ghoul. In tutto questo, Black Star si avvicina con fare baldanzoso ad uno dei due veterani cui i mercenari fanno per lo più riferimento come capo, seguito dappresso da un ben più composto Salazar.

    “Ghoul sterminati senza problemi Signor Generale!” si fa avanti il giovane “Altri Ghoul a cui poter spappolare il cranio?”
    L'anziano veterano squadra i due mentre armeggia con un fiammifero in legno nero, tentando di accendere un corto sigaro dall'aria vissuta che probabilmente era già stato acceso e spento diverse volte nell'arco di qualche giorno.
    « Vedo che avete voglia di fare. »
    Tirò una boccata di fumo acre, poi accennò al centro del piccolo paesino in rovina, proprio in direzione della pira di corpi che si stava giusto arricchendo dei tre divoratori di cadaveri uccisi da Salazar e da Black Star. Sulla piazzetta torreggiava una cappella diroccata, mutilata del campanile e con porte e tetto in legno divelte e crollate al suolo sotto il peso degli anni. C'erano un paio di mercenari che sbirciavano con aria nervosa l'ingresso, senza però azzardarsi ad entrare.
    « Bene. Andate a vedere laggiù che sta succedendo. Hanno mandato quattro uomini e sono dentro da mezz'ora, ormai. Stavamo giusto cercando qualche volontario per capire se c'è effettivamente qualche problema o se sono semplicemente degli idioti che si sono persi nel buio. »
    Guardò Salazar di sbieco, annuendo.
    « Tu sei un mago? Quella che hai lì è una... bacchetta magica, o qualcosa del genere? Insomma: sai fare magie? Tipo fare luce se perdiamo le torce, robe così? Perché là sotto ci servirebbe, una roba del genere. »
    Sempre abboccando il mozzicone di sigaro, fa strada ai due oltre la pira di corpi, mentre dalla direzione opposta arriva l'altro sergente con altri tre volontari, tutta gente dall'aria truce con banderuole di pistole, moschetti, spade corte, alabarde. Sono probabilmente le spade al soldo meno peggio della masnada di avventurieri che si erano radunati in quel posto a fare il lavoro sporco dei cavalieri dell'Est.

    « Non ce li dovevo mandare quei quattro coglioni là sotto! »
    Esordisce con aria piccata il secondo sergente, al che l'altro con ancora il sigaro ficcato in bocca indica Salazar e Black Star con il pollice.
    « Di certo si sono persi. Vado io con questi due, spero solo non si siano spaccati una gamba. Non ho voglia di tirarli su in spalla. »
    Quello annuì in risposta, indicando gli altri tre volontari armati fino ai denti.
    « Veniamo anche noi. »
    Il gruppetto così composto, costituito ora da ben sette elementi fra cui i due sergenti, supera il portone di ingresso divelto, ritrovandosi nell'ambiente desolato di una cappella ormai in rovina, fra mucchi di travi che parecchio tempo prima avevano fatto parte dell'arredo, muri spogli e grigi, qualche scalino di marmo spaccato ed un grosso buco largo sei passi là dove un tempo sorgeva l'altare. Tutti i presenti si muniscono di torce sormontate da stracci imbevuti di pece, e ne offrono una anche a Black Star ed a Salazar, qualora ne avessero bisogno. Uno dei veterani ficca la brutta faccia nel buco, illuminandolo con la propria torcia e rivelando una caverna piena di ciottoli e detriti che sembra frutto di un crollo. Fa due passi, si china e tira fuori un osso che ha tutta l'aria di essere una mandibola umana. Preme appena con le dita e quella si frantuma come se fosse di gesso, segno che si tratta di resti davvero molto vecchi. Il sergente con ancora il pezzo di sigaro in bocca lo guarda e sbuffa.

    « Ci seppellivano i morti, sotto l'altare. I ghoul avranno scavato, oppure chissà? Magari è crollato tutto per via di un terremoto e quei mostri sono usciti da qui. Vallo a sapere... »
    Il mercenario sceso di qualche passo nel buco fa un cenno concitato, allungando la torcia e avanzando ancora di qualche metro.
    « Sento dei rumori!! C'è qualcuno che sta risalendo!!! »
    Senza pensarci due volte, l'altro sergente si fa avanti raggiungendo il proprio sottoposto, alzando la torcia con aria irritata.
    « Sono quei quattro coglioni che ho mandato là sotto! Era ovvio che si erano persi, ci hanno fatto perdere tempo per niente! »
    Frattempo gli scalpiccii si avvicinarono, rumori di qualche ciottolo spostato, l'eco di movimenti goffi ma nessuna luce di torce.
    « Ehi!! Montanari del cazzo, venite fuori! Adesso vi trascino dai cavalieri e vi faccio il culo! »
    Una grossa mano si allungò dalla semioscurità a malapena rischiarata dalle torce, afferrando il soldato di fianco al sergente per il cranio e staccandoglielo di netto con un suono secco e crudo di ossa spaccate senza sforzo. Una seconda creatura si materializzò proprio davanti all'ufficiale, che ebbe a malapena il riflesso di alzare la torcia e guardare negli occhi il faccione gonfio e distorto di un essere umanoide tanto grosso da sovrastare un ogre, tanto alto da doversi muovere gobbo in quel buco alto quasi otto piedi. Venne raggiunto da due manone munite di artigli grandi a sufficienza da stringere una testa come un umano stringerebbe un uovo di gallina, l'urlo gli morì in gola mentre quegli arti orribilmente massicci si stringevano sulla sua spalla ed il suo braccio. Senza sforzo, la creatura strappò via l'uno e l'altra, riducendo il sergente a lembi di carne strappata, testa e metà busto che volavano da una parte, un braccio e parte della spalla con le viscere ancora attaccate dall'altra.

    Al sergente cascò il sigaro di bocca, mentre gli altri due veterani imbracciarono le armi da fuoco in gran fretta, scaricando una granicola di colpi sulle due bestie, che però emersero dal buco ignorando la pioggia di pallettoni, che si conficcarono senza effetto sui loro corpi glabri come quelli dei ghoul. Dietro di loro seguì una terza figura, un ghoul più o meno dell'altezza di Salazar ma che nudo e glabro appariva più piccolo e smunto pur non essendolo. La faccia era diversa da quella tutto sommato umana dei saprofagi già visti, aveva zigomi scavati in crateri oltre i quali si vedevano i denti aguzzi e distorti, le orecchie erano allungate e aguzze, la fronte priva di capelli vasta e contorta in rughe che trasmettevano rabbia, gli occhi rossi avvampati d'ira e follia, ed un'aura oscura attorno a cui la luce sembrava piegarsi e fuggire.

    « U... uccidete questi mostri!!! »
    Esclamò terrorizzato il sergente mentre arretrava, ma non c'erano molti posti dove scappare. I due soldati avevano scaricato le loro armi a polvere nera, ed ora stringevano moschetti e pistole ormai inutili senza la più pallida idea di cosa fare, mentre le bestie torreggiavano su di loro come torri ambulanti. Una falcata di quelle bestie erano tre passi di un uomo.
    No, non c'erano posti dove scappare.

    Come penso potete intuire stavolta non c'è la possibilità di essere autoconclusivi. Poco da dire: combattete. Vi do tempo per postare fino a domenica 28.
     
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    Segue le indicazioni dei sergenti e del nobile che sembra essere a capo di tutta la spedizione.
    Uccidere quegli esserini inutili non gli genera una grande gratificazione, ma è un lavoro semplice, sbrigativo, che gli permette di esercitare nuovare la magia. In realtà un po' sadicamente gli piace, gli ricorda i bei vecchi tempi.
    Ha bisogno di ritrovare il suo vecchio io, le sue vecchie abilità e cosa più importante l'Oscuro Padrone.
    Mentre il ragazzo iperattivo già si avvia a chiedere altri ghoul, dal canto suo si limita ad avvicinarglisi e ricordargli un semplice
    Sono già in vantaggio.
    Rammenta più che bene la loro scommessa e certo non lesiva sul lanciargli un sorrisetto di sfida divertito.
    Finalmente il Nobile, circa, cavaliere decide di muoversi verso quella che sembra essere un punto di ritrovo di parecchi ghoul. La costruzione sembra essere decrepita e piena di legno. Sarebbe quasi tentanto di utilizzare le fiamme per purificare tutto, ma pare che quattro stupidi siano ancora lì dispersi.
    Imparare ad evocare una luce si insegna al primo anno del corso di magia.
    La voce nasale, schifata, quasi offesa da una simile affermazione. Come può anche solo domandare quello stupido se il Mangiamorte fosse in grado di evocare una banalissima luce? Si deve ricordare di dare una punizione a questo stolto. Il Serpeverde, con un po' di concentrazione poteva evocare l'intero sole, almeno un tempo.
    Bene
    Si limita a rispondere ai due sergenti che reclutano altri tre veterani per andare a recuperare gli stupidi dispersi. Piuttosto che portarli in spalla, li finirà sul posto, questo è certo. Armato di bacchetta in una mano e torcia di pece nell'altra avanza verso la struttura. La studia con cura mentre si muove tra i detriti di legno e di massi. Cerca segnali della presenza di ghoul che però non sembra trovare.
    Si avvicinano a quello che fu l'altare giusto in tempo per cominciare l'esplorazione. Non ha molto interesse nel comprendere il nesso causale, che siano stati i mostri o un terremoto, poco cambia. Quello che gli interessa è di capire dove sono gli uomini, dove sono i ghoul e mettere fine il prima possibile alla giornata.
    I rumori, alla fine, dovrebbero presagire una rapida risoluzione del problema.
    Ed invece no.
    Mostri che spuntano e letteralmente deflagrano il primo degli uomini della spedizione. Il Serpeverde indietreggia di un paio di passi rapidamente puntando la bacchetta in avanti verso i mostri che vengono crivellati dai colpi di fucile. Alla fine pare che i ghoul non abbiano quindi solo dei corpi limacciosi ed inutili, devono avere dei guardiani o soldati, o quello che sono.
    Un sorriso sghembo taglia il viso del Mangiamorte che si esalta all'idea di poter finalmente utilizzare qualche incantesimo più utile allo scopo.
    Allontanatevi!
    Lo dice, ma solo per evitare danni collaterali. La sua strategia è quella di rallentare i nemici, "tamponare" la loro avanzata, per poter poi dar fuoco alla struttura, così da rendere la cappella la personale pira di questi mostri. Per attuare questo deve prima far allontare i compagni dai mostri, così da avere campo libero per i suoi incantesimi. In secondo luogo indietreggia rapidamente così da avvicinarsi all'ingresso e macinare metri tra la sua figura ed i nemici. Prima di farlo, però, alza la bacchetta e scaglia il suo primo incantesimo.
    Dismundo!
    Una cortina violacea dovrebbe zigzagare verso i nemici e poi approfondirsi nell'antro, così da coinvolgere eventuali altri mostri presenti. Lo scopo della cortina è creare visioni orrorifiche e paurose così da confondere ed irretire gli animi dei mostri. Visto che le azioni "fisiche" si sono dimostrate poco utili, meglio lavorare su altri campi.
    Proprio per tale motivo, con un gesto circolare della bacchetta sulla propria testa il Mangiamorte scaglia il secondo incanto.
    Draconifors
    Un draghetto delle Ebridi dovrebbe sbucare dal portale or ora disegnato con la bacchetta. La creatura scura come l'inchiostro, dopo un ruggito di rito, spalancando le ali velate cercherà di prendere un minimo di quota sopra le teste dei nemici. Spremendo le ghiandole a livello della gola, in un verso che somiglia ad un rigurgito, una cascata di acido verdognolo dovrebbe cascare sulla testa del ghoul più basso (e più macabro).


    Equipaggiamento: Bacchetta
    Mana: 90-10-20=60%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive

    Attive
    Dismundo: dalla bacchetta del mago spunta un denso fumo viola che investe una specifica area di 7 metri. Chi viene colpito da questo incanto sarà vittima di una serie di visioni orrorifiche riguardanti ciò di cui ha più paura. Tali visioni generano nel bersaglio sgomento e confusione. [Danno Psichico; consumo Medio; 2 turni]

    Draconifors: il Mago apre un portale dal quale evoca un drago nero delle Ebridi. Tale draghetto (delle dimensioni circa di un cervo) è in grado di volare e di scagliare potenti colate di acido. [Danno Magico; consumo Alto; 2 turni]

    Scheda: Qui

    Riassunto: Salzar cerca di confondere i nemici con una cortina di visioni orrorifiche (della durata di due turni, a consumo Basso per ogni turno) così da arginare la loro avanzata. Evoca poi un draghetto che cerca di spuntare una cascata di acido sulla testa del terzo ghoul (Danno Magico pari a Medio; resterà in campo ancora un turno). Intanto cerca di allontanarsi il più possibile dai nemici.

     
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    Il Regno dei Ghoul
    Fase: I

    Dopo le parole del generale, sperava che avessero più fortuna: aveva cercato fra le macerie, ma non era riuscito a trovare nulla, e probabilmente se delle mezze cartucce come Sicuramente erano coloro che ancora non erano tornati, forse erano morti per colpa di qualche Ghoul e quindi facili punti per lui, soprattutto se arrivava prima di quel “mago”
    Sono già in vantaggio.

    Pensi al diavolo, ed ecco che spunta alle tue spalle: una voce gli ricorda del suo Temporaneo Svantaggio quasi sussurrandoglielo nelle orecchie. Girò la testa senza muovere il resto del corpo, osservandolo con la coda dell’occhio ma con sguardo assassino. Il pugno si stringeva all’altezza del fianco in una rabbia repressa, per poi mollare la presa:
    “HUM!” fece spallucce per poi girarsi e guardarlo negli occhi “sei in vantaggio solo perché ho voluto concederti un vantaggio, cosi dopo che avrai assaporato la vittoria,” con uno scatto un pugno si chiuse deciso difronte a se non come minaccia, ma come a voler marcare la sua sicurezza di quello che diceva “ piangerai! per l’enorme distacco, rimpiangendo il momento in cui hai accettato la sfida col più grande dei guerrieri! AHAHHA!”
    Finita quella sceneggiata, si incammino insieme al piccolo gruppetto verso il luogo indicato dal generale; una vecchia chiesa sul punto di cadere, un po' come tutto il resto in quella cittadella abbandonata dopotutto.
    Passo tranquillo, le mani incrociate dietro la testa a sorreggerla mentre camminava guardandosi intorno e seguiva il gruppo tirando qualche calcio a qualche roccia per terra ogni tanto, fino a quando non arrivarono.
    Detriti, travi, macerie e un buco enorme scavato nel terreno era ciò che gli si presentava davanti. Curioso si avvicinò al buco anche prima degli altri, ma lascio fare agli uomini che presero la vera iniziativa di procedere. Poco tempo ed ecco che due mostri e un mingherlino emersero schiacciando e strappando come fossero di marzapane i primi della fila. Cadde per terra all’indietro dallo stupore, il sangue e la stazza di quei cosi. Per poi rialzarsi quasi in maniera teatrale, con un sorrisetto sadico stampato in volto “si… SII! COSI VI VOGLIO!”
    “brutti pezzi di sterco putrescente, siete il mio biglietto per una montagna di denaro, quindi…” un dito minaccioso punto verso il più vicino dei giganti “preparatevi perché BLACK STAR STA VENENDO A PRENDERVI A CALCI NEL SEDERE!”
    Ma ancora una volta, quel bastardo di un mago da quattro soldi sembrò precederlo rovinandoli il momento; una cortina violacea parti a zigzag verso i ghoul, distraendolo cosi da quell’adrenalina che lo avrebbe spinto a lanciarsi contro le bestie. Un comando, poi una successiva offensiva dalla quale il mago evoco un piccolo drago che sputò un qualcosa su quelle enormi zucche vuote. Guardò il compagno allontanarsi e dirigersi rapido verso l’uscita, doveva agire, poi il lampo di genio! sapeva come batterli, ma gli serviva più spazio, quella stupida chiesa era limitante. Ma se voleva uscire doveva guadagnare tempo, e dubitava che un po' di vomito acido di un draghetto come quello sarebbe bastato a darli il tempo necessario: scatto con sorprendente velocità verso l’uscita, e mentre correva la sua ombra sembrò prolungarsi nella direzione opposta alla stessa velocità con la quale Black correva, e come quest’ultima raggiunse gli enormi piedi dei due bestioni mostrandosi come una macchia nera sotto di loro, l’ombra si allungò in un’sitante in dodici lunghe lingue nere che sparpagliandosi in 6 per ogni mostro andarono ad avvolgersi nella parte esterna delle caviglie per poi stringere con forza sovrumana, cosi se avesse funzionato avrebbe impedito ogni movimento delle bestie e con un po' di fortuna gli avrebbe fatti cadere rovinosamente a terra, facendosi cosi guadagnare ancora più tempo.
    »Energia:100 - 10 - 10=80%
    »Stato fisico: Perfetto
    »Stato mentale: Rilassato, entusiasta
    »Passive: Eco dell'anima:+ 10% energia Max - Il corpo di un Dio: Potenziamento alla forza - Tasca Dimensionale:Trasporto armi/Eliminazione peso
    »Equipaggiamento:
    »Slot I:Kodiboshi – Ombra meschina: L’ombra di Black Star si propaga in tante strisce nere simili a seta che andranno ad avvolgersi intorno al corpo dell’avversario immobilizzando quest'ultimo fino alla conclusione del suo successivo turno.
    [Consumo Medio]
    »Slot II:Kodiboshi – Ombra meschina: L’ombra di Black Star si propaga in tante strisce nere simili a seta che andranno ad avvolgersi intorno al corpo dell’avversario immobilizzando quest'ultimo fino alla conclusione del suo successivo turno.
    [Consumo Medio]
    »Riassunto: Raggiunta la chiesa e fatta la comparsa dei 3 ghoul, pur non capende quali sono le intenzione di Salazar cerca di aiutare la fuga dell'intero gruppo con un doppio Medio (uno per ogni Ghoul gigantesco) con l'intendo di ferirgli le caviglie o almeno rendergli più difficili i movimenti cosi da favorire la loro fuga verso l'uscita.

     
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    Allontanatevi!
    Blandisce con un ghigno di soddisfazione Salazar mentre scaglia il suo primo incantesimo, con i tre uomini rimasti che non se lo fanno ripetere e gettano le armi, per voltarsi e fuggire verso l'unico ingresso all'edificio. La nebbia evocata dall'incantatore avviluppa nelle sue spire violacee, i ghoul deformi dai volti distorti la inalano e ci sguazzano dentro, senza dare segni di sentirne gli effetti. Seppure gli effetti di quella stregoneria fossero ben noti al mangiamorte, tale reazione avrebbe certamente fatto suonare un lugubre campanello di allarme nella sua mente affilata: se è vero che quelle creature abominevoli non davano segni di grande intelligenza, nulla faceva supporre che fossero privi di intelletto al punto da riuscire ad ignorarla a tal punto. Ma se i loro sensi erano aggrediti da visioni terrificanti, allora perché i loro occhi acquosi iniettati di sangue non cessavano di puntare il nemico? Qualcosa era certamente successo, l'esperienza e l'intuito avrebbero certamente sussurrato allo stregone che non si trattava di un dettaglio da nulla, ma non c'era tempo per i dubbi accademici. Perché nemmeno il draghetto nero delle Ebridi poteva contenere l'avanzata di quelle mostruosità aberranti.
    Il getto d'acido investe la terza creatura, la più piccola ed in apparenza in qualche modo la più vulnerabile. Questa si scherma il volto con un braccio, subendo in pieno il getto caustico che avrebbe potuto sfigurare completamente un essere umano, sciogliendone le carni e lasciando esposte le ossa fra grida disumane. Lo strano ghoul invece ne venne a malapena rallentato, sebbene grosse gocce di quella pioggia malevola schizzarono sui due colossi che lo precedevano, causando piaghe nelle loro carni e facendole ululare di dolore. Ma la bestia principale bersaglio di quell'assalto si limitò a snudare i denti e ringhiare di rabbia: file e file di canini affilati come pugnali, ricurvi come uncini e tanto fitti da sembrare ganasce mortali si mostrarono agli spettatori, visione terrorizzante come quegli occhi di un rosso innaturale, abissi ardenti di follia e magia. Non aveva sul corpo più che poche ustioni superficiali, niente di più. Alzò la mano munita di artigli lunghissimi, più simili a speroni d'ossa che semplici unghie, e fissando intensamente colui che nel suo mondo era stato discepolo del Signore Oscuro fece qualcosa che non ci si aspetterebbe mai da una bestia tanto abbietta come un ghoul. Con una fitta graticola di parole antiche di una lingua perduta scagliò un incantesimo, che per una qualche forma di distorta ironia aveva lo stesso fine della nebbia violacea evocata da Salazar stesso, ma con un'intensità ed una potenza sconosciuta al mondo da cui quest'ultimo proviene.

    Allora i due titani si mossero, tanto grossi da risultare impacciati, eppure capaci di scatti repentini. Ignorarono completamente l'Incantatore come se avessero ricevuto un preciso ordine, ed invece puntarono risoluti su Black Star ed i tre mercenari in rotta. Le spire d'ombra evocate dal ragazzino, una mezza dozzina per mostro, si avvinghiarono su di loro per bloccarli e ferirli, ma tutto ciò che ottennero fu di rallentarli di un paio di secondi al più. Le due bestie che avevano già dato prova di possedere forza fisica sufficiente ad aprire il cranio di un umano adulto con una sola mano semplicemente sforzarono i poderosi muscoli, sfasciando le spire d'ombra e strappandole via come una persona normale farebbe con fragili viticci secchi. Black Star doveva inventarsi qualcosa di più efficace di semplici giochi d'ombra, e farlo in fretta. Probabilmente avevano fatto un errore di valutazione terribile nel sottovalutare quelle creature, perché se i ghoul visti in precedenza erano squallide parodie di un umano, allora quei tre esseri di umanamente concepibile non avevano nulla. Ed erano veramente oltre la portata di qualsiasi essere presente sul posto.
    Il primo mostro caricò a testa bassa, abbattendosi sul giovane Weapon Master per travolgerlo con una spallata, più simile ad un treno in corsa che ad una creatura di carne ed ossa. Contemporaneamente l'altra belva si avventò sui tre soldati come un lupo fra le pecore. Uno dei soldati, il più lento a scappare, si voltò solo per trovarsi addosso quel titano, lanciò un grido disperato ma lo raggiunse un manrovescio tanto potente da proiettarlo contro la parete più lontana dove andò ad abbattersi, ridotto a nulla più di un mosaico di carne e sangue ed ossa spezzate, ucciso sul colpo. Il secondo venne raggiunto da una mano artigliata ad un passo dall'uscita, tirato su di peso urlante e scalciante e poi abbattuto al suolo con un tremendo suono disgustoso di carni in pezzi, lasciando sotto di se una pozza di sangue. A quel punto la creatura sollevò ciò che rimaneva del soldato, miracolosamente ancora vivo ma con un'intera metà del proprio corpo in pezzi, lo osservò per un momento poi lo schiantò di nuovo al suolo frantumandogli il cranio, salvo proseguire ancora e ancora facendo schizzare ovunque brandelli di ossa, cervella, sangue.
    Solo il sergente riuscì a raggiungere l'uscita. Strinse i battenti con la forza della disperazione e si tirò fuori gridando aiuto, chiamando disperatamente i mercenari che ignari di un tale disastro erano ancora intenti ad ammassare cadaveri alla pira appena allestita. Non ce l'avrebbero mai fatta a fermare quelle tre creature. Nessuno di loro aveva armi o capacità sufficienti a farlo.

    Già investito in pieno dalla potenza della stregoneria della bestia, Salazar in piedi nel bel mezzo della cappella in rovina si ritrovò ora faccia a faccia con la creatura, che incedeva lenta e dinoccolata, un passo alla volta, prendendosi il suo tempo, muovendo il cranio ovale e scavato ad ogni passo, gli occhi rossi fissi sul mago come se fosse per lui una creatura strana, mai vista, da studiare e analizzare con calma. La schiena curvata e ingobbita come se pressata da un peso enorme, non era glabra come gli altri ghoul, al contrario aveva spessi e aguzzi peli sul corpo oscenamente nudo, ma in generale era una visione disgustosa, la pelle marrone e corrugata come percorsa da rughe, incrostata di sporco e sangue rappreso. Ed era impossibile non fissare le guance, aperte come se fossero piagate, oltre cui erano visibili i molari. Era orribile, e sibilando continuava ad avanzare...

    Inizia la fase di combattimento. Non è contemplato alcun tipo di danno permanente o morte, se subite un attacco a cui i vostri personaggi non sono in grado di controbattere e che porterebbe quindi a danni permanenti e/o morte, semplicemente chiudete la narrazione un istante prima di subire il danno, in qualità di narratore completerò io l'azione in modo adeguato al corretto svolgimento della scena. In pratica: fate perdere i sensi al vostro personaggio, oppure tagliate prima che subisce il danno.

    La tecnica Dismundo di Salazar va a segno e colpisce in pieno i tre bersagli, tuttavia gli effetti non sono quelli previsti. Anzi, al contrario, da spettatore esterno non sembra proprio cambiare un bel niente, ma in verità qualcosa deve essere successo, dato che il colpo è andato completamente a segno. Come d'altronde va a segno la tecnica Draconifors, che investe il ghoul più piccolo dei tre. Laddove i bestioni sembrano accusare i danni di tale tecnica in modo proprio (bastano pochi schizzi per farli ululare di dolore) il bersaglio principale dell'attacco di Salazar si rivela... più problematico. Non solo sembra avere un corpo talmente coriaceo da riportare appena qualche ustione superficiale, ma si gira male sul mangiamorte scagliandogli addosso una stregoneria di Consumo Critico che si propaga nell'aria come un'onda visibile come una perturbazione nell'aria, che aggredendo il bersaglio si traduce in un assalto mentale di potenza Critica che infligge danni mentali di pari entità sottoforma di una tremenda allucinazione che mostra l'intero corpo che avvizzisce e si sgretola in polvere sotto il peso di secoli. La tecnica Kodiboshi lanciata da Black Star per ben due volte ha invece meno fortuna, i bestioni si limitano infatti a neutralizzarla potenziando le proprie capacità fisiche con una tecnica appropriata, sfasciando così le spire d'ombra e proseguendo la loro avanzata. A quel punto Black Star viene attaccato da una delle due creature, che lo carica con una tecnica fisica di Consumo Alto e quindi pari potenza, che consiste in una semplice e brutale spallata che se colpisce in pieno potrebbe scagliare via il ragazzo di parecchi metri con risultati abbastanza deleteri per il fisico.
     
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    Che situazione! E meno male che questi Ghoul dovevano essere piccoli ed indifesi. Dovrà chiedere quanto meno un maggior stipendio vista la piega che sta prendendo tutta la faccenda.
    Prima di tutto osserva il risultato delle sue azioni. L'acido ed il potere magico non sembrano sortire un particolare effetto, si, certo, qualche danno, ma nulla di quanto sperato. Inoltre nemmeno gli sfilacci del giovane ragazzo sembrano riuscire a tener ferme le creature. Quindi pensare di scappare via e dar fuoco alla struttura, è qualcosa da scartare, almeno al momento.
    Quindi che fare adesso?
    C'è qualcosa che gli sfugge, che si tratti di illusioni? O magari di un potere straordinario?
    Prima di tutto il Mangiamorte viene investito da una portete bordata di energia. Comincia a vedere la sua pelle avvizzire, via via sempre di più, barcolla indietro. Cade al suolo, indietreggia boccheggiando. Si osserva la mano armata della bacchetta che viene devastata dalla visione. La pelle cade a brandelli ed i muscoli si asciugano e si scuriscono lasciando intravedere le ossa. Mentre ormai vede il suo corpo avvizzire e fiamme di dolore lo invadono, l'unica cosa che riesce a fare il Mangiamorte è quella di alzare la bacchetta verso la sua testa e sussurrare.
    Fianto duri
    Una bolla di magia gli riveste la testa andando ad alleggerire la potenza della visione. Salzar al momento riesce vagamente a vedere solo la mano come reale, per il resto si sente un bellissimo scheletro in fiamme. Il dolore peggiore, però, è quella sensazione di sconfitta incombente su di sè. Si sente impotente, inutile. Se avesse pieno potere, gli basterebbe scagliare due vampe verdi e chiudere la questione, ma non è così ormai da mesi.
    Digrigna i denti indispettito, ormai gli resta solo quello. Brandelli su brandelli di carne che continuano a staccarsi dalla pelle. Ad ogni frammento si sente più debilitato, disfatto, inutile.
    Chiudete gli occhi!
    Solleva la bacchetta ed inocula il suo potere all'interno. Lascia che la punta della bacchetta divenga un faro di speranza, un piccolo sole che ha due scopi: il primo accecare i nemici, così che il drago nero possa provare ad investire con una nuova colata di acido il piccoletto del gruppo, prima di scomparire in una cortina di fumo. Il secondo scopo, imprevisto ma sperato, è quello di irradiare abbastanza luce attraverso la struttura, così da richiamare le forze esterne per un adeguato supporto.
    Dato il diversivo lascia a BlackStar il momento di sfruttare la situazione. Anche perchè, un piccolo scheletro macilento, che altro potrebbe fare?

    Equipaggiamento: Bacchetta
    Mana: 60-10-5=45%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive

    Attive
    Fianto Duri: incantesimo di protezione; crea una cortina argentata intorno la testa del Mago o di un bersaglio così da proteggerlo da intrusioni mentali [Difesa Psion; Consumo Medio; 1 turno]

    Lumos Solem: grazie a questo incantesimo viene scagliata una sfera vuota, simile ad una bolla di sapone, contro un bersaglio. Quando la bolla deflagra crea una luce così intensa da essere paragonabile al sole. [Supporto Magico; consumo Basso; 1 turno]

    Scheda: Qui

    Riassunto: Si difende minimamente per poter riuscire almeno ad utilizzare Lumos Solem così da abbagliare i nemici e magari richiamare rinforzi. Il drago, ancora in campo, utilizza una colata di acido a consumo Medio sul piccoletto del gruppo. Per il resto il Mangiamorte incassa pienamente la visione e resta inerme al suolo.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il Regno dei Ghoul
    Fase: III

    Forse stava sottovalutando la situazione.

    Correva verso l’uscita alla massima velocità, ma nonostante ciò, in una furiosa carica uno dei due giganti l’aveva già raggiunto pronto a schiacciarlo alla parete con un treno sotto forma di spallata, e se non fosse stato per i pesanti passi che attirarono la sua attenzione in tempo che gli permettesse di accorgersi della minaccia in arrivo; con un balzo senza fermare la corsa si girò verso il bestione che lo caricava, le braccia si incrociarono e si tatuarono di lingue nere andando cosi a parare il colpo che poteva inferire sul corpo, ma la forza era solo attutita, non dissolta: la velocità e la potenza furono impressionanti, tanto da travolgere Black e spingerlo via.

    Il colpo fu potente, ma non per questo si sarebbe arreso o avrebbe arretrato, ora era una questione personale, l’avrebbe fatta pagare a quei 3 cosi.
    Si fermò pochi secondi per riprendere fiato.
    Non doveva agire d’impulso, doveva pensare, ragionare sulla prossima mossa “pensa Black, Pensa,veloce pensa… smettila di pensare al fatto che devi pensare e pensa”
    Un grido di avvertimento del compagno prima che la potente luce dell’incantesimo del mago da quattro soldi si emanò in tutta la chiesa ormai diroccata.
    “UN’occasione!? … pensa... hanno reagito all’incantesimo di poco fa, ma come niente hanno proceduto ad attaccarli, e inoltre sono riusciti a spezzare l’ombra come se fosse carta… che sia il piccoletto la mente dei 3 e con qualche magia guida gli altri due?” Il tempo per pensare era finito, circa cinque secondi erano già passati e si doveva decidere ad agire, ora o mai più.
    Non avrebbe ammesso un altro affronto del genere, rischiare di farsi sorprendere ancora una volta alle spalle.
    Una figura minacciosa sembro come iniziare a uscire letteralmente dalla schiena ricurva di Black, facendosi strada come se stesse squarciando e allargando una ferita: prima la testa dal volto anonimo, poi le mani come punte affilate e poi un corpo stilizzato e secco, che rimase attaccato all’ombra di Black, ma quello che sorprendeva non era tanto la figura che fisicamente sembrava sovrumana, macilenta e fragile, ma la stazza, un mostro nero come la notte che avrebbe potuto fare concorrenza per le dimensioni hai due bestioni che stavano affrontando, ma non c’era tempo per le presentazioni; La creatura evocata da Black raccolse il ragazzino stringendolo nella sua mano per poi letteralmente Lanciarlo verso li Ghoul che poco fa l’aveva attaccato, mirando al viso. Tutto fu rapidissimo: due spade gli comparvero in mano mentre volava e urlava le sue imprecazioni mirando agli occhi del bestione
    Crepa! CREPA MALEDETTO CREPA!

    Contemporaneamente, la creatura in nero corse rapida verso il piccoletto e senza fermare la corsa, come l’altro ghoul fece prima, sfrutto la forza fisica e la potenza della corsa per sferrare un potente calcio alla formica che gli sostava davanti: una enorme palla nera e appuntita da spine affilate sarebbe spuntata al posto del piede stilizzato della creatura per poi tentare di abbattersi con incredibile potenza su di essa.
    Era stata una mossa rischiosa e sicuramente suicida? Certamente
    Era stata un’offensiva elegante e studiata? Ovviamente no, ma dopotutto, è di Black Star che stiamo parlando.

    »Energia:80 - 5 - 20= 55%
    »Stato fisico: Dolorante
    »Stato mentale: infuriato
    »Passive: Eco dell'anima:+ 10% energia Max - Il corpo di un Dio: Potenziamento alla forza - Tasca Dimensionale:Trasporto armi/Eliminazione peso
    »Equipaggiamento:
    »Slot I:Shadow ✩ Star: mentre ha in mano una qualsiasi delle sue armi, Black Star è in grado di controllare la sua Ombra. Essa andrà ad avvolgersi intorno al suo collo formando una sciarpa con una “coda” libera di muoversi. Essa può sia difendere che attaccare, in difesa può parare attacchi sia fisici che di tipo magico, mentre offensivamente può andare a creare tante punte affilate che possano attaccare l’avversario da più direzioni
    [Difensiva: “oscurità invalicabile” fisici-magici: consumo variabile Basso]
    »Slot II:Mimo: La stilizzata ombra alle sue spalle prenderà forma, ingigantendosi e diventato cosi un'enorme angelo custode alle spalle di Black Star, che al col tempo, impugnerà una copia anch'essa stilizzata della lama in pugno in quel momento a Black Star, sfruttando le smisurate dimensioni sarà in grado di attaccare con maggiore forza ma pari agilità a quella di Black star permettendo cosi di poter sferrare un'offensiva senza doversi preoccupare di eventuali contrattacchi diretti dell'avversario.
    [consumo:Alto]
    »Riassunto:Black riesce a pararsi solo in parte dall'offensiva dato l'improvviso attacco avversario parandosi con un Basso (e ho lasciato molto vago i danni da lui subiti proprio come te avevi richiesto) per poi evocare Questa creatura che prima raccoglie Black e lo lancia puntando al viso del Ghoul che precedentemente lo ha attaccato puntando al viso e con più precisione agli occhi di quest'ultimo con un attacco Gratuito, e nel mentre la bestia corre verso il terzo e il più piccolo dei 3 ghoul e sfruttando la potenza della sua maggiore stazza rispetto al suo obbiettivo e la velocità, tentata di colpirlo con un calcio di danno fisico Alto.

     
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    Mentre tutti gli altri scudieri erano già scesi lungo il declivio per raggiungere il vicino ruscello in cerca di refrigerio e con la scusa di far abbeverare le bestie, solo il giovane drago aveva deciso di rimanere sulla cima della collina dai tratti dolci tipici delle alture dell'Est, da cui in sella ad un elegante morello dal pelo lucido riusciva a vedere bene il villaggio vicino in cui i cavalieri avevano appena finito di sfilare, e poi la scarna sagoma del paese-fantasma in lontananza, in cui con un po' di immaginazione poteva quasi figurarsi le due dozzine di mercenari e avventurieri intenti a purgare la minaccia dei ghoul. Da una buona mezz'ora si era sollevata una colonna di fumo nero da quel vecchio cumulo di casupole, ma non era un incendio. Era nella tenda con Lord Cunnington e gli altri otto nobili cavalieri, in compagnia di altri quattro scudieri e con il compito di attendere eventuali ordini o richieste da parte dei loro superiori, quindi sapeva benissimo che se avevano appiccato il fuoco era per bruciare i cadaveri dei ghoul, il che significava che la cosa stava andando secondo i piani. Tuttavia il giovane drago in quel momento non si sentiva affatto tranquillo, la mancanza di informazioni lo rendeva irrequieto. Purtroppo però era solo uno scudiero novizio al servizio del capofamiglia di un casato nobile di Chediya, non aveva certo diritto di inviare messaggeri o pretendere di conoscere notizie che arrivavano dai mercenari.
    Si stava arrovellando su quel problema, ed era quasi arrivato alla conclusione che poteva benissimo cavalcare fino al villaggio per provare a parlare con Lord Cunnington con una scusa qualsiasi, sperando di origliare qualcosa in grado di placare quel senso di irrequietezza che non voleva saperne di lasciarlo andare, quando con la cosa nell'occhio notò un movimento dall'altra parte del declivio, lontano dalla quindicina di scudieri che stavano giocando al ruscello. Mosso dalla curiosità, il giovane drago spronò il morello, che subito partì al passo, che divenne ben presto un rapido trotto appena vide uno dei cespugli di un roveto agitarsi. Senza timore fece avanzare il destriero dal manto nero in direzione del roveto, che superò a velocità sostenuta. Senza voltarsi fece decelerare il cavallo appena superata la zona cui aveva puntato, finché con una manovra repentina improvvisamente fece svoltare l'animale in una rapida manovra, lanciandolo in un punto ben preciso dei cespugli, provocando un grido di paura ed un movimento repentino.

    « Fermati!!! »
    Il giovane drago fu abbastanza rapido da riuscire ad afferrare il braccio della figura che si stava nascondendo nei cespugli prima che tentasse di inoltrarsi nella boscaglia, dove il morello avrebbe faticato non poco a seguirla rischiando di ferirsi le zampe fra i rovi oppure di spezzarsi una caviglia in un fosso nascosto dalla macchia. Rimase però stupito nel riconoscere una ragazza, con abiti larghi e dai colori sgargianti tipici dei gitani che aveva incontrato più di una volta fra le strade della capitale dell'est.
    « Una strigana?? »
    « Lasciami!!! Lasciami, ti ho detto!!! »
    Cheya tentò in tutti i modi di divincolarsi, ma tutto ciò che ottenne fu di rovinare a terra malamente appena il giovane drago l'accontentò, mollandola di colpo e senza preavviso facendola cadere al suolo. Sbatté il fianco e si sporcò la gonna di terra, ma non ci fece troppo caso e subito tentò di rialzarsi, salvo trovarsi di nuovo il manto nero del morello a sbarrarle il passo. A quel punto il giovane drago scese da cavallo. Non era una figura particolarmente imponente, magro e slanciato con i capelli incolore ed i tratti del viso delicati e affilati: i tratti di un nobile. Ma era comunque un drago, Cheya sentì il suo sguardo come freddo e distante e subito provò un moto d'odio che le fece considerare l'idea di afferrare una pietra e provare a colpirlo per fuggire, ipotesi che scartò subito perché avrebbe rischiato grosso.

    « Non ho fatto niente! Non puoi trattarmi così! »
    « Posso farlo, invece. E ti trascinerò dai Lord con l'accusa di essere una spia, se non la pianti subito di divincolarti in questo modo. Stai facendo innervosire il mio cavallo. E' addestrato per la guerra, se si imbizzarrisce e ti colpisce in faccia con un calcio puoi anche rimanerci secca, lo sai? »
    Lei si irrigidì all'improvviso, guardando il destriero nero con sospetto. Naturalmente il giovane drago non intendeva davvero trascinare urlante e scalciante una ragazzina scovata fra dei rovi dai lord di Chediya senza che questa abbia fatto assolutamente niente, ci avrebbe solo fatto una figura pessima mettendo anche in imbarazzo Lord Cunnington, però voleva sapere che cosa stava facendo quella ragazzina, e perché si stava nascondendo.
    « Da quella parte raggiungi lo stesso sentiero che hanno preso i mercenari, verso il villaggio vecchio. Perché stavi cercando di raggiungerlo? »
    « Mercenari?? Perché ci sono dei mercenari in un paese disabitato?? »
    Domandò di rimando Cheya, che sbiancò in volto.
    « Guarda che le domande le faccio io! »
    « Mia sorella sta morendo!!! DEVO SAPERLO!!! »
    La ragazza strinse i pugni e si fece avanti senza paura, perfino il cavallo arretrò di un passo ed il giovane drago rimase stupito da tanta forza d'animo in un semplice essere umano dal corpo fragile come quello di un fuscello abbandonato agli elementi. La minaccia di essere condotta con la forza davanti ai lord non la spaventava affatto. Non era solo semplice impudenza, c'era dell'altro...
    « Ti prego!!! Mia sorella sta morendo... »
    La fonte della forza di volontà della ragazzina era ora più chiara, un po' meno però le sue intenzioni. Il giovane drago aggrottò la fronte, squadrandola ancora una volta, preda di un brutto presentimento.

    « I cavalieri dell'Est e le spade al soldo dei governatori della regione sono qui per eliminare l'infestazione di mangiacarogne. In questo momento è in atto la purga, quindi il luogo dove vuoi dirigerti è zona di guerra. Non troverai nessuna cura per la tua sorellina in quel posto, saresti solo in peric--- »
    Non riuscì a finire di parlare, perché lei cacciò un urlo disperato e cadde in ginocchio. In un primo momento lui pensò fosse un mancamento, ma poi si accorse che la ragazza si era prostrata. Rimase esterrefatto.
    « Ti scongiuro, lasciami passare! Devo raggiungere la corte ed implorare aiuto! Mia sorella non passerà la notte dopo il parto se il Re non intercede per lei! »
    « Il Re...? » Ribatté lui, sempre più preda dell'ansia. « Un Re dei ghoul...? »
    Immaginò una grottesca parodia di reame, con un mangiacarogne umanoide con indosso una corona d'ossa. Era un'immagine ridicola, ma nella sua mente stava strisciando anche un'altra immagine, ben più temibile. Ed il presentimento funesto avuto finora iniziò a prendere forma. Nel frattempo Cheya frugava fra gli abiti, per estrarre un monile con l'aspetto di un rosario di ferro, culminante in quella che in un primo momento il giovane drago scambiò per una semplice croce ortodossa. Una seconda occhiata, però, tolse l'ultimo accenno di colore al suo viso già pallido. Strappò di mano alla ragazza l'oggetto con un gesto rabbioso, guardandolo da vicino e confermando così i suoi timori.
    « Dove hai preso questo...? »
    Le chiese in tono feroce.
    « Lasciami passare, al mio ritorno sarà tuo. Mi serve per farmi riconoscere agli occhi del Re, affinché sappia chi sono. Una volta che mia sorella Flamia sarà salva te ne farò dono, lo giuro! »
    Il giovane drago non la stava ascoltando, guardava i fregi consumati dallo scorrere del tempo del monile in ferro. I mercenari erano in pericolo. Anzi, forse erano già spacciati. Cosa doveva fare, andare dai Lord a dare l'allarme? No. Non avrebbero creduto ad un semplice scudiero. Guardò la ragazza, poi le tese una mano.
    « Sali. Ti porto laggiù. »
    Lei guardò la mano che le veniva tesa, sospettosa.
    « Conosco la strada, ed a cavallo sarai più rapida. »
    Vincendo ogni tentennamento, Cheya accettò l'invito e salì sul morello, che con un nitrito partì al galoppo in direzione del cumulo di fumo nero che si alzava dalla città vecchia...

    ______________________________________________________________


    Noncurante delle ferite subite, Black Star si lancia all'assalto del suo diretto avversario, sollevato come un sacco di patate e letteralmente lanciato alla volta del nemico dalla strana evocazione stilizzata richiamata sul campo. Mentre era in volo gridando, deciso a scagliare un'offensiva praticamente suicida, per un istante il suo sguardo andò ad incrociarsi con quello del diretto rivale, il gigantesco ghoul deforme, che ricambiò con occhi fiammeggianti.

    Crepa! CREPA MALEDETTO CREPA!
    Gridava Black Star mentre si accaniva con le spade contro il volto dell'avversario, sfigurandone le carni del volto mentre quello si proteggeva la parte superiore del testone mutato con i bracci, subendo ulteriori tagli profondi agli avambracci che però non ne rallentarono il feroce contrattacco, che anzi piovve con furia assassina sul giovane. Black Star venne quindi raggiunto da un rovescio sufficiente a sfondare le pareti di un edificio, la superficie di impatto sarebbe andata dal lato destro del volto fino alla spalla destra ed a tutto il costato, come se in luogo del braccio ossuto della bestia vi fosse un tronco d'albero scagliato da un gigante. Al primo impatto sarebbe seguito il secondo, contro la parete più lontana della chiesa, che già provata dagli anni e dall'incuria sarebbe letteralmente collassata, franando di colpo e probabilmente seppellendo il ragazzino. Nel frattempo l'evocazione-ombra attaccò il più piccolo dei tre ghoul, che con uno sfoggio di riflessi e rapidità sovrumani torse il busto afferrando l'evocazione al volo, schiacciandola letteralmente in pezzi con la sola forza di una singola mano, senza nemmeno mostrare sforzo mentre tornava ad occuparsi dell'incantatore suo diretto avversario, ormai alla sua mercé.

    Poco più in là stavano arrivando i rinforzi, accolti all'ingresso dalla sagoma titanica dell'altro ghoul, che con noncuranza iniziò un'autentica mattanza squartando e massacrando sul posto i tre sventurati che sullo slancio tentarono di invadere la chiesa senza rendersi conto di ciò che stava succedendo al suo interno. Gli avventurieri sopraggiunti sul momento capirono che qualcosa stava andando storto solo dopo che la spina dorsale ancora attaccata alla testa di uno dei loro compagni volò su tutto il selciato, fino ai piedi della pila di cadaveri in fiamme eretta al centro della piazza. Fu allora che i soldati capirono di essere nel posto sbagliato, e come l'enorme incubo emerse dall'ingresso ergendosi ingobbito e ringhiante in tutta la sua notevole stazza molti gettarono le armi e si dettero alla fuga. Tutto ciò che giunse all'interno della chiesa alle orecchie di un inerme e frastornato Salazar furono solo rumori di grida ed ossa spezzate. La reazione del mangiamorte fu accolta con indifferenza dal suo diretto avversario, il ghoul di stazza umana dalle carni incartapecorite e dai lineamenti ferini, che dopo aver reso inerme Salazar con un violento assalto psionico gli si avvicinava con calma, allungando le mani munite di lunghi artigli simili a pugnali. L'incanto dello stregone in apparenza era solo una bolla di sapone, nient'altro che un placido globo acquoso che rimane sospeso fluttuando a mezz'aria, nell'indifferenza di tutto e tutti...
    Incapace di muoversi, il discepolo di Lord Voldermort vede con lentezza esasperante quei lunghi artigli incrostato di sudicio e sangue rappreso che gli si avvicinano, verso la fronte. un tocco simile a quello di un ago che penetra la pelle mentre questi poggiano nel bel mezzo della sua fronte, facendo colare un rivolo di sangue e facendo capire al mago che ben presto una rapida, violenta pressione del mostro avrebbe fatto sì che penetrassero nell'osso della fronte, trapassando dolorosamente da parte a parte il cranio a dispetto del terribile incantesimo illusorio che ora lo voleva simile ad un mucchietto d'ossa...

    Poi però la bolla esplose.
    Un vasto oceano di luce inondò la cappella in rovina, spandendosi come un sole liquido ad ogni angolo, radiosa come una stella appena nata nel buio cosmico. Le grida di dolore che ne risultarono non erano niente di umano, più simili a quelle di un intero inferno popolato di anime dannate che strilla in preda all'agonia. L'illusione cessa istantaneamente, riportando i sensi di Salazar alla normalità ma lasciando dietro di se un violento senso di spossatezza, in cui rimbombava l'urlo abissale della creatura. Il draghetto tentò il suo attacco, ma l'essere non sembrò accusare l'acido più di quanto avesse fatto prima, ed era già in fuga da quel sole in miniatura evocato dal mago. Resi folli dalla luce, anche la coppia di ghoul giganti prese a gridare, ma non era dolore né paura nella loro voce, solo rabbia ed il bisogno primordiale di proteggere la mostruosità umanoide che ora si rifugiava nel buco scavato nella cappella. La terra tremò, come percependo a sua volta il dolore della bestia. Come il ghoul si gettò nel baratro sparendo alla vista di Salazar e Black Star, il pavimento tutto si aprì come una voragine, le pareti collassarono su di loro ed anche quelle poche travi spezzate che rimanevano vennero giù con un rombo...

    L'attacco di Black Star viene smorzato da una difesa fisica del grosso ghoul, che però subisce un danno medio al viso. Egli reagisce con un violento attacco fisico di livello Alto (essenzialmente uno sganassone poderoso sul nemico a mezz'aria) che se va a segno scaglia Black Star a volare dall'altra parte dell'edificio, contro una parete che potrebbe collassare all'impatto. L'assalto dell'evocazione invece non ha molto effetto, il ghoul più piccolo se ne sbarazza con la stessa facilità in cui in precedenza aveva fronteggiato il draghetto. Ciò che invece sorte un effetto devastante è invece il diversivo di Salazar, un... sole in miniatura, che dovrebbe accecare il nemico ma che invece provoca un danno catastrofico ed inaspettato, mettendo in fuga la creatura fra grida di dolore ed un pungente odore di carni bruciate. L'acido del draghetto, che andando a segno dovrebbe ustionare il bersaglio, non ottiene null'altro che aggiungere ulteriori danni, ma pare davvero poca cosa rispetto all'azione della luce magica evocata da Salazar. A questo punto lo strano ghoul umanoide fugge nella voragine, e appena scompare nel buio ecco che l'intera cappella crolla: il pavimento si squassa e sprofonda in una voragine, le pareti collassano e vengono giù anche le travi che anticamente reggevano il soffitto. In totale l'effetto è equiparabile a quello di una tecnica di livello critico da cui dovete difendervi rapidamente ed in modo efficace, per non essere letteralmente seppelliti vivi fra le macerie.

    Ricordate: se non riuscite a difendervi (e solo in questo caso) semplicemente interrompete la narrazione con il vostro personaggio che perde i sensi.
     
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    E pensare che si sarebbe accontentato di distrarre il nemico e magari richiamare qualche alleato dalla piazza antistante. Non poteva minimamente immaginare una simile reazione al suo incantesimo. Certo, a ben pensarci ha studiato da giovane che le creature della notte sono poco affini con la luce, ma mai pensare ad una reazione così spropositata.
    In realtà ringrazia l'Oscuro Signore che le cose siano andate così, visto che il rivolo di sangue che continua a scendere lungo il naso era una dolciastra spia di una prossima morte. Senza paura l'avrebbe affrontata, ma non può morire così, non prima di aver ritrovato l'Oscuro Signore e di averlo riportato in gloria.
    Si gusta con una certa gioia la reazione suscitata dalla sua bolla di luce nelle creature che con rabbia si dimenano e si ustionano ad ogni raggio di sole. Passa la lingua sottile sulle labbra pallide ed assapora il sapore del suo sangue. Sente la costrinzione psionica che viene meno e tira un lungo sospiro di sollievo. Si sente stanco, spossato e privo di forze.
    A questo punto vorrebbe solo riposare, recuperare quel ragazzetto e spillargli i soldi della scommessa, ed andare via in qualche biblioteca a capire come trovare il suo Lord.
    Purtroppo però le cose non vanno come sperato. Tutta quella rabbia sembra trasmettersi alla costruzione che deflagra su se stessa in un ruggito iracondo. Il Mago, per quel che può, cerca di limitare i danni. Si cerca di spostare verso zone del pavimento più "sane" e non prossime alla distruzione. Si raggomitola mentre agira la bacchetta in un gesto rapido e sicuro.
    Protego!
    Una nebbia argentata, come i capelli di una vecchia saggia, dovrebbero avvilupparsi intorno al suo corpo creando una barriera abbastanza forte da deviare la caduta dei mattoni e dei frammenti.
    Si lascia trasportare dagli eventi, cercando di portare al petto la sua bacchetta, senza sarebbe semplicemente perduto.
    Forse già lo è.

    Equipaggiamento: Bacchetta
    Mana: 45-20=25%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive

    Attive
    Protego: sortilegio scudo; dalla bacchetta fuoriesce una cortina argentata che protegge il bersaglio da possibili attacchi fisici. [Difesa Fisica; consumo Variabile; 1 turno]

    Scheda: Qui

    Riassunto: Si difende con un Alto (Protego) alla tecnica critica ad area, cercando di evitare di cadere nella voragine che si sta venendo a creare.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il Regno dei Ghoul
    Fase: IV

    Furia.
    Adrenalina.
    Spregiudicatezza.
    E poi, rammarico
    E fallimento.

    Ogni fibra del suo corpo in trazione, ogni singolo muscolo in tensione: doveva mettere fine a quei cosi, ed era più che intenzionato a farlo con quel colpo combinato carico di potenza, imprevedibilità e decisione… ma ciò non fu abbastanza; aveva sottovalutato gli avversai che aveva davanti, e niente è maggiore di un fallimento quando sei convinto di vincere.

    Nonostante l’offensiva diretto andato a segno, il contrattacco del mostro risorto dagl’inferi fu ancora più potente e devastante, andando a infierire con mostruosa potenza sul viso, la spalla destra e il costato del giovane ragazzo che in preda ha un’eccitante furia non riuscì a difendersi prontamente richiamando l’ombra a indurire il busto e il viso, e lasciando che il braccio destro se pur piegato in posizione difensiva, assorbisse tutta la forza finendo così scaraventato contro la flebile parete della chiesa, per poi cadere a peso morto a terra.

    L’ombra l’avvolgeva pronta come un’estensione del corpo illesa e vigile a difenderlo da un secondo attacco o dalle macerie, mentre a fatica si rialzava un piede dopo l’altro: la mano sinistra poggiata delicatamente sul braccio destro che sanguinante penzolava a peso morto, ormai sicuramente fratturato sul fianco destro; i denti stretti e digrignanti mentre con i cerulei occhi luccicanti per il dolore guardava con furia e disprezzo la bestia che l’aveva colpito duramente, e poi il lampo. Al segnale di coprirsi gli occhi del compagno mercenario, guardò l’uomo per poi coprirsi rapidamente gli occhi col braccio non ingiuriato.
    L’effetto fu sorprendentemente efficace, mettendo gli avversari in fuga, ma proprio quella troppa efficacia creò la peggiore delle situazioni: neanche il tempo di comprendere appieno quale fosse stata la causa che fece spaccare letteralmente il terreno sotto i loro piedi che Black si ritrovò a sprofondare nel terreno fra una pioggia di macerie.
    Era troppo ferito per reagire, troppo debole per scappare, e troppo provato per inseguirli: una lacrima di dolore, frustrazione e paura gli solcò il viso mentre cadeva guardando con timore verso il basso, e lasciando che l’ombra lo difese, per quanto gli fosse possibile data la vacillante concentrazione del ragazzo.


    Era la prima volta dopo tanto tempo che assaporava di nuovo la sconfitta, e il fallimento era un dolore che non sapeva bene come gestire, forse ancora più doloroso di un osso fratturato.
    »Energia:55% - 10 -20 = 25%
    »Stato fisico: Dolorante, Braccio destro rotto
    »Stato mentale: affranto
    »Passive: Eco dell'anima:+ 10% energia Max - Il corpo di un Dio: Potenziamento alla forza - Tasca Dimensionale:Trasporto armi/Eliminazione peso
    »Equipaggiamento:
    »Slot I: Shadow ✩ Star: Black Star è in grado di controllare la sua Ombra ed essa andrà ad avvolgersi intorno al suo collo formando una sciarpa con una “coda” libera di muoversi. Essa può sia difendere che attaccare, in difesa può parare attacchi sia fisici che di tipo magico, mentre offensivamente può andare a creare tante punte affilate che possano attaccare l’avversario da più direzioni
    [Difensiva: “oscurità invalicabile” fisici-magici: consumo variabile Medio]
    »Slot II: Shadow ✩ Star: Black Star è in grado di controllare la sua Ombra ed essa andrà ad avvolgersi intorno al suo collo formando una sciarpa con una “coda” libera di muoversi. Essa può sia difendere che attaccare, in difesa può parare attacchi sia fisici che di tipo magico, mentre offensivamente può andare a creare tante punte affilate che possano attaccare l’avversario da più direzioni
    [Difensiva: “oscurità invalicabile” fisici-magici: consumo variabile Alto]
    »Riassunto: Para parzialmente con un consumo Medio il primo colpo del Ghoul e l'eventuale caduta di macerie risultante dall'urto con la friabile parete, per poi tentare di difendersi dal crollo a consumo Critico con una tech difensiva a con

     
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