[H] Eredità

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    "Il mondo a te appare semplice, amico mio,
    ma per chi è re poche scelte sono semplici".


    (Troy)


    png

    Sala del Consiglio, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    La sala del Consiglio, insolitamente piccola rispetto ai classici ambienti del Mastio laputense, non possedeva numerosi elementi di mobilia né si fregiava di arazzi od ornamenti quali statue e piante. Le pareti ricoperte di pannelli lignei -internamente ai quali numerosi Magistri avevano apposto sigilli di ogni tipo e mondo, in grado di allontanare creature maligne ed isolarla totalmente da spie o incantesimi di sorta- di un color ciliegio elegante e lucido rendevano quell'ambiente intimo e ben riscaldato, anche in inverno.

    Un enorme tavolo -anch'esso in legno lavorato- rotondo e dai bordi irregolari troneggiava esattamente al centro come unico reale protagonista della sala. Un'artista elfico senza nome -già molto anziano più di un decennio prima- aveva inciso il disegno di una mappa di Endlos come era ai tempi della Notte di Valpurga: sulle regioni occidentali, in quei tempi molto diverse, erano ancora ben visibili i nomi delle perdute regioni di Klemvor e di Undarm. Poco distante dalle coste, Berjaska era ancora l'isola dove -si diceva- tramontava il sole.

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    Lo scranno dell'Alfiere -l'unica sedia con braccioli e lo schienale più alto- era rivolto in direzione della porta d'ingresso ed ospitava la figura regale e leggiadra di una donna in abito lungo. I lunghi capelli castani ricadevano sciolti sulle spalle aggraziate come un fiume dalle mille onde. Gli occhi smeraldini erano gemme incastonate nell'ovale perfetto del suo volto, mentre la pelle diafana e brillante risplendeva in quell'ambiente in penombra, illuminato quanto bastava dal solo candeliere magico sul soffitto, famoso per le fiamme fatue in grado di raggiungere su comando qualunque tonalità si ordinasse.

    Alla sinistra dell'Alfiere sedevano tre dei suoi cinque Ufficiali di Presidio, cioè Cesare Vittorio Borgia -colui che aveva convocato i presenti in Consiglio- in veste di Maestro del Conio, Augustus Asensi -a capo delle attività di ricerca e spionaggio- ed il neo-nominato Gerarca a capo dell'Esercitio Errante, Firion. Procedendo verso la destra del regale scranno erano accomodati i due Ufficiali rimanenti, quindi Shantotto -Rettore del Magisterium e rappresentante della cultura del Presidio- e Virginia Naïlo, capo dei Guaritori, in quell'occasione intenta a portare fra le braccia il più piccolo dei Principi Erranti. L'ultimo posto -proprio al fianco dell'Alfiere- era occupato da un Principe estremamente somigliante alla Dama del Vento; silente e garbato, era lì per ascoltare la riunione in silenzio, su suggerimento della madre di occupare il proprio tempo con qualcosa che gli tenesse la mente impegnata, così da affrontare il lutto del proprio maestro ed uscirne più saldo e forte di prima. Come lei aveva gli occhi verdi e limpidi, i capelli lunghi e d'ebano -ma più lisci e lucenti.

    -Vi chiedo scusa se vi ho fatti convocare con tanta urgenza- a parlare fu l'Alfiere Errante, e la sua voce suonò dolce e melodiosa -Ma credo sia giunto il momento di fare il punto della situazione.
    Chiuse gli occhi, respirò profondamente.
    -A seguito della Notte di Kisnoth, i nostri eserciti sono tornati ai rispettivi Presidi: abbiamo subito perdite ingenti, e siamo tutti dell'idea che il nemico l'abbia fatta franca. Abbiamo inoltre ottenuto informazioni sulla presenza di una fazione nemica a Nord, mentre gli informatori ad Ovest hanno confermato un tentativo -da poco fallito- di una demonessa di diventare il nuovo Alfiere.
    A tal proposito, spero abbiate letto il rapporto di Firion...


    Per quella riunione, Drusilia aveva volutamente scelto di tardare, lasciando tuttavia in sala delle copie del documento redatto dal Gerarca stesso riguardante le sue missioni nel vicino Occidente. Situazioni politiche a parte, era presente anche la descrizione di un misterioso individuo in bianco: aveva ucciso lui l'Imperatrice bambina e, con molte probabilità, era anche il responsabile dell'esplosione di Berjaska.

    -Da alcuni giorni si è manifestato alla mia presenza un individuo in bianco corrispondente alla descrizione di Firion. Ha diversi nomi, fra cui Mephisto o Re del Tempo: sostiene di voler vivere su Laputa con me... perché sostiene che io, durante i rastrellamenti nel Pentauron, ho raccolto un suo argento nuziale, e questo nelle sue usanze dovrebbe essere una proposta di matrimonio.
    Rabbrividì all'idea, ma preferì continuare.
    -Ovviamente non ho alcuna intenzione di sposarmi con lui e -in un certo senso- ho la sensazione che il matrimonio sia una scusa, dato che più di un corteggiamento, i suoi modi mi danno da pensare che sia intenzionato ad indurmi al suicidio o all'omicidio.
    Portò una mano a massaggiarsi la tempia, esibendo un'aria palesemente seccata.
    -Il grosso problema è che ho provato a fargli del male o scacciarlo, ma è stato tutto inutile. Inoltre ho paura a spingermi oltre una certa soglia nei suoi confronti, perché temo possa innervosirsi e far del male ai miei cittadini. Ad essere sincera, mi sento male all'idea di aver portato questa disgrazia fra di noi: è stata tutta colpa di una mia leggerezza.
    Sospirò, afflitta dalle colpe.

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    -In ogni caso, non è solo per aggiornarvi di questa situazione che vi ho chiamati. Durante il Circus Diabolique ho scoperto che uno di loro è in qualche modo legato a me. Quando fui imprigionata in una gabbia, prima che il tendone fosse aperto, ha voluto incontrarmi. Mi... ha chiamata Ishtar... parlava con me come se fossi una sua vecchia conoscenza.
    Al termine di quella confessione pronunciata a mezza voce, l'Autocrate si sentì morire dalla vergogna. Avrebbe dovuto proteggere i suoi cittadini come una madre ed indirizzarli verso un futuro prospero: quello che tuttavia vedeva di fronte a lei era solo una notte buia e senza stelle.
    -Durante il riposo della maternità ho avuto modo di riflettere molto sulla mia vita, su cosa desideravo farmene e come pensavo di agire per rendermi davvero utile. Ho pensato che valesse la pena combattere ancora, perché lasciarsi andare di fronte al dolore è un affronto alla bellezza ed alla natura.

    Non era mai stata una donna svenevole, ancor meno facile a spezzarsi.
    Sarebbe morta piuttosto di venir meno ai propri ideali di giustizia.

    -...ma se resto qui, il pericolo che il Presidio correrebbe sarebbe eccessivo. Non voglio che le mie disgrazie ricadano sugli innocenti. Inoltre... penso che non riuscirei a combattere rispettando i miei talenti e la mia natura, perché l'Autocrate va tenuto sempre nelle retrovie, ed è il momento che io esca allo scoperto e mi muova liberamente. Ho molte questioni da chiarire, e quelle personali rischiano di aumentare a dismisura.

    Abbassò lo sguardo, nascondendo quanto invece aveva saputo sulla Curtis Arcana: ancora confusa ed indecisa sul da farsi, non si sentiva realmente pronta a rendere pubbliche le questioni riguardanti la sua Famiglia. Respirando profondamente nel tentativo di farsi forza, sollevò nuovamente gli smeraldi su quelle persone che -nel bene e nel male- non l'avevano mai abbandonata e nemmeno tradita.
    Ed allora il suo sguardo fu quanto di più dolce avrebbero mai potuto osservare.

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    -Per questo, amici miei, sono qui per dirvi che
    è giunto il momento che Laputa abbia un nuovo Alfiere.


    Sorrise, consapevole del malcontento che avrebbe generato.
    -Vorrei tuttavia non lasciare il mio Presidio nel caos: abdicherò in favore di un Re che riterrò degno, qualcuno che conosca e porti avanti ideali di rettitudine e libertà, un Alfiere di cui la mia gente possa fidarsi ciecamente.
    Qualcuno che è presente in questa sala.


    Nel dirlo, prese a fissare tutti i presenti, prima di soffermarsi su Cesare.
    Lasciò che gli sguardi s'incatenassero.

    -Chi desidera questo ruolo, è bene che lo dica adesso.

    Informazioni

    Vi trovate tutti in Consiglio Ristretto.
    Seduti ad una tavola rotonda, a partire dalla destra di Drusilia, son seduti: Lowarn, Virginia con Ren fra le braccia, Shantotto, Firion, Augustus e Cesare.

    Credo che tutto ciò che ci sta da sapere sia stato scritto nel post: prima di iniziare la riunione, ciascun personaggio ha trovato fra i documenti della propria postazione un rapporto di Firion riguardante la missione svolta ad ovest nella quest "Le conseguenze della Superbia".

    Per ciò che riguarda Mephisto, molti personaggi hanno già avuto modo di incontrarlo: potete anche esprimervi a riguardo, o aggiungere altre informazioni a quelle condivise da Drusilia.

    Detto ciò, i turni per questo giro sono questi: Madhatter, Stanfa, Silver Shadow.

     
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    La Sala del Consiglio del Mastio non era mai stata particolarmente ampia, risultando anzi insolitamente piccola rispetto al resto delle stanze del maniero, eppure... era la prima volta che quell'ambiente gli sembrava così soffocante: neppure all'indomani della Guerra Civile -dopo l'ascesa all'Alfierato della sua allora rivale-, quando vi entrato da sconfitto per la prima volta, per suggellare i termini della propria resa, gli aveva fatto quell'impressione...

    Ma, probabilmente, era dovuto al fatto che allora -dopo aver fomentato e guidato un conflitto che era costato così tanto alla sua Casa- aveva già perso ogni volontà di conquista, e sarebbe stato in verità ben disposto a fare ammenda per quelle sue azioni con la propria vita... cosa con cui Drusilia aveva in effetti convenuto, sebbene in una forma diversa da quella che Cesare Vittorio Borgia si era immaginato.


    -Vi chiedo scusa se vi ho fatti convocare con tanta urgenza,
    ma credo sia giunto il momento di fare il punto della situazione.

    chiudendo gli occhi verdi, la donna trasse un profondo respiro
    -A seguito della Notte di Kisnoth, i nostri eserciti sono tornati ai rispettivi Presidi: abbiamo subito perdite ingenti, e siamo tutti dell'idea che il nemico l'abbia fatta franca. Abbiamo inoltre ottenuto informazioni sulla presenza di una fazione nemica a Nord, mentre gli informatori ad Ovest hanno confermato un tentativo -da poco fallito- di una demonessa di diventare il nuovo Alfiere.
    A tal proposito, spero abbiate letto il rapporto di Firion...


    Seduto ora attorno al grande tavolo rotondo, alla Sinistra dell'Alfiere -proprio tra lo scranno di Dama Galanodel e quello dell'Ufficiale Augustus Asensi-, il Maestro del Conio abbassò gli occhi scuri sulla propria copia del fascicolo di carta che ciascuno dei presenti aveva trovato davanti al proprio posto: il resoconto della missione del Gerarca Firion, in cui si faceva menzione di un non sconosciuto uomo in bianco.

    -Da alcuni giorni si è manifestato alla mia presenza un individuo in bianco corrispondente alla descrizione di Firion. Ha diversi nomi, fra cui Mephisto o Re del Tempo: sostiene di voler vivere su Laputa con me... perché sostiene che io, durante i rastrellamenti nel Pentauron, ho raccolto un suo argento nuziale, e questo nelle sue usanze dovrebbe essere una proposta di matrimonio.

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    Nell'udire quella storia, gli occhi del Condottiero si sbarrarono un poco, ed egli parve finalmente ricollegare molti dei dettagli che proprio quel figuro -ora minaccioso e ben più che detestato- aveva farneticato nei suoi insensati sproloqui quando la Dama del Vento lo aveva in alcune occasioni parcheggiato sotto la sorveglianza del Laputense, nel di lui studio, e che aveva semplicemente considerato i deliri di un vecchio stravagante.

    -Ovviamente non ho alcuna intenzione di sposarmi con lui e -in un certo senso- ho la sensazione che il matrimonio sia una scusa, dato che più di un corteggiamento, i suoi modi mi danno da pensare che sia intenzionato ad indurmi al suicidio o all'omicidio.
    confessò la Dama, reprimendo un brivido e massaggiandosi una tempia con afflizione
    -Il grosso problema è che ho provato a fargli del male o scacciarlo, ma è stato tutto inutile. Inoltre ho paura a spingermi oltre una certa soglia nei suoi confronti, perché temo possa innervosirsi e far del male ai miei cittadini. Ad essere sincera, mi sento male all'idea di aver portato questa disgrazia fra di noi: è stata tutta colpa di una mia leggerezza.

    Per quanto, nei giorni precedenti, la sua pazienza già sufficientemente provata dal contatto con quel tale Mephisto l'avesse più volte indotto a questionare, criticare, maledire in cuor suo la decisione dell'Angelo di appioppargli un ospite così problematico, ora che sapeva come stavano le cose, il Mercante se ne vergognò un pochino... e gli dispiacque che la donna covasse anche quel senso di colpa, dal momento che -stando al suo racconto- una leggerezza come raccogliere un oggetto non aveva davvero nulla di colposo.

    -In ogni caso, non è solo per aggiornarvi di questa situazione che vi ho chiamati. Durante il Circus Diabolique ho scoperto che uno di loro è in qualche modo legato a me. Quando fui imprigionata in una gabbia, prima che il tendone fosse aperto, ha voluto incontrarmi. Mi... ha chiamata Ishtar... parlava con me come se fossi una sua vecchia conoscenza.
    aggiunse Drusilia, in una rivelazione che lui non seppe come interpretare
    -Durante il riposo della maternità ho avuto modo di riflettere molto sulla mia vita, su cosa desideravo farmene e come pensavo di agire per rendermi davvero utile. Ho pensato che valesse la pena combattere ancora, perché lasciarsi andare di fronte al dolore è un affronto alla bellezza ed alla natura. ...ma se resto qui, il pericolo che il Presidio correrebbe sarebbe eccessivo.

    Eccoli arrivati alla svolta, dunque. E al Borgia bastò quell'ultima frase per cominciare a sentire nella propria mente l'eco di un campanello di allarme: non aveva assolutamente idea di cosa nel dettaglio avesse elaborato la Dama del Vento nella sua testa, certo... ma la conosceva abbastanza da aver ormai sviluppato la capacità di percepire un brivido gelido lungo la schiena ogni volta che le decisioni della donna viravano con decisione in direzione di qualche follia.

    -Non voglio che le mie disgrazie ricadano sugli innocenti. Inoltre... penso che non riuscirei a combattere rispettando i miei talenti e la mia natura, perché l'Autocrate va tenuto sempre nelle retrovie, ed è il momento che io esca allo scoperto e mi muova liberamente. Ho molte questioni da chiarire, e quelle personali rischiano di aumentare a dismisura.
    abbassando il capo, meditò un momento prima di tornare a rivolger loro lo sguardo
    -Per questo, amici miei, sono qui per dirvi che
    è giunto il momento che Laputa abbia un nuovo Alfiere.


    ...no-no-no-No-No-No-NO-NO-NO.

    -Vorrei tuttavia non lasciare il mio Presidio nel caos: abdicherò in favore di un Re che riterrò degno, qualcuno che conosca e porti avanti ideali di rettitudine e libertà, un Alfiere di cui la mia gente possa fidarsi ciecamente.

    Non lo pensare. Non lo fare. Non lo dire.
    E -soprattutto- non guardare da questa parte.

    -Qualcuno che è presente in questa sala.

    #einvece ...ma gli occhi verde smeraldo della Dama del Vento, dopo aver passato in rassegna ciascuno degli astanti, si soffermarono alla fine proprio su di lui...

    -Chi desidera questo ruolo, è bene che lo dica adesso.

    ...e se non fosse stato costretto dalle circostanze e dalla pressione che sentiva montare intorno a lui quando cominciò a percepire anche altre paia di occhi convergere su di sé, Cersare Borgia sarebbe rimasto in silenzio, facendo il vago e volgendo lo sguardo altrove. Ma così non stavano le cose, perciò gli toccò di esser il primo a spezzare il silenzio attonito e prender la parola.

    Non per cercare di farle cambiare idea -una cosa in cui non era mai riuscito in ormai diversi anni-,
    ma per presentarle i fatti oggettivi che rendevano quella decisione insensata.


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    « È una pessima idea. Non funzionerebbe mai. »
    esordì, rispondendo alla domanda che l'insistenza nelle iridi della Dama gli aveva rivolto
    « Il ricordo della Guerra Civile è ancora fresco nella mente del nostro popolo, e se la mia autorità viene tollerata sull'Isola, è solo perché occuparmi delle finanze mi relega dietro le quinte, in seconda fila, lontano dai loro sguardi. »
    stavolta, fu il suo turno di abbassare lo sguardo, scuotendo il capo
    « Come credi che la prenderebbero quelli che a causa mia hanno perso un padre, un fratello o un figlio, vedendomi sul trono? A cosa sarebbe servita tutta la sofferenza che hanno patito allora, supportando la tua causa?

    Non posso ricoprire questo ruolo: non ne sono meritevole,
    non ne sono più in grado, e non lo voglio. »

     
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    Numerologia 33: Ricerca


    Sapeva che era questione di tempo prima che giungesse una simile convocazione. Anche il suo oroscopo, ovviamente studiato dallo stesso Augustus, gli suggeriva di prepararsi a grossi sconvolgimenti per quella data. Consapevole di questo, e del fatto di aver in realtà già ricevuto la convocazione, ha trascorso un'intera giornata a rileggere vecchi e nuovi rapporti così da esser quanto mai pronto.
    In realtà è drammaticamente in difetto rispetto le possibili aspettative della Dama del Vento e se interrogato, bhè, potrebbe apparire alquanto imprerato in merito ad una questione che le sta molto a cuore: stiamo parlando degli incantesimi di contenimento e simili. Purtroppo per ora è solo riuscito a prendere appuntamento al Magisterium, ma non vi è ancora andato. Quindi da questo punto di vista è stato un cattivo Numerologo.
    Per il resto, per quanto riguarda il grado di aggiornamento, bhè, è preparatissimo e bravvissimo.
    Sedersi nel concilio ristretto, insieme alla famiglia reale (alla sua gran parte) ed agli altri ufficiali gli mette ancora una certa ansia. Questo è ben visibile dal fatto che il Pastore è vestito di tutto punto. Una camicia bianca elegante, un pantalone grigio ed una sorta di giacca nera. Molto più formale del solito. I capelli riccioluti son stranamenti ordinati ed anche gli occhiali non sono i soliti, sempre tondi, ma con una montatura più leggera, meno nerd.
    Seduto sulla sua sedia saluta tutti gli altri presenti e scambia un paio di battute su Firion e come sia andato il loro incontro (suo e di Mugen) con l'Alfiere qualche giorno prima.
    Richiamato all'ordine del giorno ascolta passo passo le parole di Drusilia. Le mani poggiate sul tavolo a sfogliare distrattamente un paio di fascicoli, già li conosce ma segue visivamente l'excursus che sta tenendo la Dama del Vento. Inutile dire che Giulietta già si lamenta che è stanca e che vuole andare a fare una passeggiata, fortemente supportata da quasi la metà del corteo che vuole recuperare la giornata trascorsa a leggere dossier e riassunti.
    Li ignora e catalizza il suo sguardo sull'Alfiere. Conosce bene la situazione locale ed internazionale, buona parte delle informazioni passa per la sua persona prima di tutto. Quindi sa bene, anzi benissimo la delicatezza della situazione in cui si trovano. Anzi, sarebbe meglio dire il baratro su cui danzano. Quel demone, probabilmente lo stesso distruttore di Berjaska è solo la gocciolina che sta per far traboccare il vaso. Troppo potente per esser eliminato, troppo astuto per essere emarginato. Si spera non troppo oltre la possibiltà di essere incarcerato.
    Quando poi la Dama si incupisce lo sguardo del Numerologo si fa torvo. Quella rivelazione lo lascia spiazzato.
    Ishtar
    Certo non è un nome che si è dimenticato. Anzi, rappresenta uno dei casi irrisolti più grandi attualmente al suo vaglio. Quindi sentirlo sciorinato e sciolto in una semplice frase lo lascia sbigottito e senza parole. Giulietta invece di parole ne ha tante.
    Ancora intontito ed immerso nei suoi pensieri il Pastore viene scosso da una notizia ancor più violenta. La mano destra si stringe ad accartocciare la prima pagina del dossier di Firion. Uno sguardo spiritato si lancia contro la Dama che continua a spiegare che però lascerà tutti in buone mani.
    Mani di uno dei presenti.
    Ma è follia!
    Si lascia scappare in un sussurro di voce andando a sondare la reazione degli altri presenti. Cesare sembrava ragionevole, ma alla fine si limita a non assumersi il fardello di nuovo Alfiere. Il Numerologo, che ovviamente rifiuta, però sperava che qualcuno facesse ragionare Drusilia, piuttosto, a non abdicare.
    Ma...ma...
    Cerca di digerire la cosa, ma in realtà, come la solito, è Giulietta che gli viene in aiuto a speigargli e ripetergli le parole di Drusilia. La delicatezza femminile arriva subito a cogoliere le sfumature della Dama del Vento. Un soprannome così adatto, eppure una donna così costretta alla stasi. E' questa la sua situazione, Giulietta la capisce, e lo spiega ad Augustus che in silenzio ascolta. Volendo potrebbe anche essere d'accordo, peccato che qui si sta a fare i conti senza l'oste.
    Ovviamente io non me ne posso fare carico, mi sembra normale!
    Ma penso che la scelta possa ricadere unicamente su chi è pronto a farsi carico di una così grande Volontà.

    E quest'ultima parola viene particolarmente stressata e certo non viene detta a caso, in quanto su questo semipiano tutto è dominato da questo concetto.
    Quindi benissimo che il successore sia scelto tra "i meritevoli" e chi già conosce bene il Presidio, ma tutto diventa inutile senza l'epocale volontà di farlo e si farsi carico della sopravvivenza morofologica e strutturale del Presidio.
    Se è vero che un Presidio è specchio del suo Alfiere, non vuole certo immaginare una Laputa che si scioglie come cera per la mancanza di volontà del suo nuove rappresentante.
    Quindi la vera domanda è...chi?
    Il Numerologo con tutto il suo corteo cerca lo sguardo altrui. Chi è pronto ad un simile fardello?

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi
    Mana: 110%

    Status Fisico: Ferita bassa alla testa
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione

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    L'urgenza con la quale Cesare Borgia li aveva convocati per una riunione straordinaria del Consiglio fece presagire fin da subito notizie tutt'altro che piacevoli.
    Seduto al lato sinistro dell'Alfiere, Firion partecipava per la prima volta al fianco delle massime cariche del Presidio; per quanto fosse da sempre uno dei soldati più fidati del Gran Maestro, la nomina ad Ufficiale era giunta solo di recente, per necessità politiche verso le Terre Occidentali. Non era una persona granché avvezza ad ambienti di quel tipo; si reputava un sempliciotto, sì mosso da spirito nobile ed ammirevole, ma non degno di sedere al cospetto di menti tanto illustri ed influenti... un battesimo del fuoco, per lui.
    Visibilmente a suo agio e per nulla scomposta si presentava invece Shantotto, dal lato opposto del tavolo. Delle persone presenti in quella stanza sembrava essere la più autoritaria: la figura minuta ed apparentemente innocua oscurava a malapena l'aura prominente che solo la sua leggenda avrebbe potuto raccontare. Entrò a pieno diritto nel Consiglio del Presidio non appena fece la comparsa nell'Accademia, annunciando il risveglio dei Guardiani suoi compagni.
    Fra le braccia di Virginia, invece, giocava noncurante una piccola Volpe: sembrava manovrare dei pupazzi minuti dalle sembianze di piccoli volatili variopinti, inscenando nella sua testa chissà quali mirabolanti avventure. Evidentemente la madre non aveva trovato nessuno a cui affidare il kitsunino, prima di iniziare la riunione... e fu quel dettaglio a far balzare all'attenzione di Firion l'assenza di Yoko fra i membri convocati per la riunione.

    -Vi chiedo scusa se vi ho fatti convocare con tanta urgenza, ma credo sia giunto il momento di fare il punto della situazione.
    A seguito della Notte di Kisnoth, i nostri eserciti sono tornati ai rispettivi Presidi: abbiamo subito perdite ingenti, e siamo tutti dell'idea che il nemico l'abbia fatta franca. Abbiamo inoltre ottenuto informazioni sulla presenza di una fazione nemica a Nord, mentre gli informatori ad Ovest hanno confermato un tentativo -da poco fallito- di una demonessa di diventare il nuovo Alfiere.
    A tal proposito, spero abbiate letto il rapporto di Firion...


    Gli occhi castani del Cavaliere sondarono gli sguardi presenti nella stanza, pronto a riassumere rapidamente i dettagli salienti qualora si fosse presentata la necessità. Era per quel motivo dunque che era stata convocata la riunione? Forse Augustus ed il Magisterium avevano trovato un modo di sfruttare gli oggetti recuperati alla Prima, ed erano pronti a lanciare un contrattacco su larga scala?

    Da alcuni giorni si è manifestato alla mia presenza un individuo in bianco corrispondente alla descrizione di Firion. Ha diversi nomi, fra cui Mephisto o Re del Tempo: sostiene di voler vivere su Laputa con me... perché sostiene che io, durante i rastrellamenti nel Pentauron, ho raccolto un suo argento nuziale, e questo nelle sue usanze dovrebbe essere una proposta di matrimonio.

    Il sangue del Comandante Verde si gelò; le sue orecchie non erano nemmeno arrivate ad elaborare le ultime parole, poiché le prime furono per lui un motivo d'angoscia e panico meritevole di ogni possibile attenzione. Quel tizio... quel demone che aveva raso al suolo mezzo Presidio... era su Laputa?!
    Diversa fu invece la reazione di Shantotto, impassibile dinnanzi a dichiarazioni che per lei suonarono forse come informazioni già note. Aveva avvertito una presenza anormale nell'ultimo periodo, ma fino a quel momento si era limitata a studiarne spostamenti e comportamenti in collaborazione con gli altri Custodi Erranti. Finché non fosse diventato una minaccia per la sua Accademia o per il Presidio stesso, non avrebbe avuto motivo di intervenire direttamente.
    Ad avere la reazione più evidente, tuttavia, fu il piccolo Youkai: quando udì le ultime parole smise improvvisamente di giocare, abbandonando i pupazzi sul tavolo ed assottigliando gli occhi a fessure estremamente minacciose.

    -Ovviamente non ho alcuna intenzione di sposarmi con lui e -in un certo senso- ho la sensazione che il matrimonio sia una scusa, dato che più di un corteggiamento, i suoi modi mi danno da pensare che sia intenzionato ad indurmi al suicidio o all'omicidio.
    Il grosso problema è che ho provato a fargli del male o scacciarlo, ma è stato tutto inutile. Inoltre ho paura a spingermi oltre una certa soglia nei suoi confronti, perché temo possa innervosirsi e far del male ai miei cittadini. Ad essere sincera, mi sento male all'idea di aver portato questa disgrazia fra di noi: è stata tutta colpa di una mia leggerezza.


    Le frasi successive servirono ad allontanare l'espressione assassina, perché prima di tutto nessuno si sarebbe mai dovuto permettere di sposare la madre: quell'onore spettava soltanto a lui, una volta cresciuto. Divenne dunque improvvisamente pensieroso qualche istante dopo, quando congiunse le ditina delle mani dinnanzi al suo visino in modo molto losco... come se stesse architettando chissà quale piano malvagio.
    Le parole che fecero seguito riguardo un possibile legame con altre di quelle creature non fece altro che aumentare la preoccupazione di Firion, mentre Shantotto -più lucida e lungimirante- aveva probabilmente già compreso il vero motivo per cui era stata indetta quella riunione straordinaria:

    -Per questo, amici miei, sono qui per dirvi che
    è giunto il momento che Laputa abbia un nuovo Alfiere.


    Il silenzio cadde come una sentenza inoppugnabile su tutti i presenti.
    A poco servì il sorriso dell'Autocrate ad accompagnare quelle parole, poiché ognuno di loro sapeva quanto pesanti sarebbero state le conseguenze di quella decisione. Un nuovo Alfiere?
    L'idea di indurre Drusilia a rivalutare la sua considerazione fu forte sopratutto nel Guerriero, che venne tuttavia fermato dallo sguardo di Shantotto abile a prevedere ed intercettare quel pensiero. Naturale per i più, ma tutti in quella stanza conoscevano bene l'Autocrate, e sapevano che prima di presentare loro una decisione di quella natura aveva sicuramente valutato qualunque altra possibilità. Non era persona pronta a tirarsi indietro alle prime difficoltà, così come mai avrebbe ceduto a qualcuno in macigno di quella portata, se non sotto evidente costrizione.
    Il giudizio della regnante attuale era noto e inopinabile per chiunque, al pari della fiducia riposta nei suoi confronti e nelle sue decisioni.

    -Vorrei tuttavia non lasciare il mio Presidio nel caos: abdicherò in favore di un Re che riterrò degno, qualcuno che conosca e porti avanti ideali di rettitudine e libertà, un Alfiere di cui la mia gente possa fidarsi ciecamente.
    Qualcuno che è presente in questa sala.


    Lo sguardo di Firion seguì inevitabilmente quello del Gran Maestro, poggiandosi sulla figura di Cesare visibilmente scossa ed agitata.
    Quelli di Shantotto invece si abbassarono contro il tavolo di legno, mentre le dita della mano si intrecciavano a sostegno del piccolo mento. Rifletteva.

    « È una pessima idea. Non funzionerebbe mai. »

    La TaruTaru sapeva che quelle parole avrebbero fatto seguito alla richiesta di Drusilia. Ed il vero problema è che condivideva appieno le ragioni esposte da Cesare Borgia: era vero che Lord Aeon l'aveva ritenuto degno, a suo tempo, ma lo stesso sarebbe valso oggi per il popolo?
    Chi avrebbe accettato le dimissioni di una Regina giusta, guerriera, amorevole e vicina alle persone? Il Maestro del Conio era una figura rispettata e nota ai più, ma mancava delle doti carismatiche ed umane possedute dalla Galanodel. Lei si era costruita, sacrificata e consacrata ai loro occhi.
    Per i più era paragonabile ad una Dea.

    « Non posso ricoprire questo ruolo: non ne sono meritevole,
    non ne sono più in grado, e non lo voglio. »


    E dello stesso avviso si rivelò un istante dopo Augustus:

    Ovviamente io non me ne posso fare carico, mi sembra normale!

    Ma chi, allora, avrebbe mai potuto prendere il suo posto? Lo sguardo dell'Aviatore sondava incerto le persone riunite intorno a quel tavolo... ma anche solo pensando di estenderlo ai non presenti, nessuno si sarebbe mai potuto anche solo avvicinare a ciò che Drusilia rappresentava per il suo Presidio...

    Eppure, d'improvviso, un suono interruppe quel silenzio lancinante.
    Qualcuno aveva mosso il braccio, qualcuno aveva alzato la mano.

    Le somme iridi del Rettore si mossero sorprese, al pari dello spaesato Comandante, nella direzione che aveva richiamato il loro interesse.
    E lì trovarono ad accoglierli lo sguardo forte e motivato del loro candidato.
    Ren aveva sollevato il braccio.

     
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    ma per chi è re poche scelte sono semplici".


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    Sala del Consiglio, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

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    « È una pessima idea. Non funzionerebbe mai. »
    Il primo ad esordire fu Cesare Borgia, l'uomo che un tempo le era stato avversario.
    « Il ricordo della Guerra Civile è ancora fresco nella mente del nostro popolo, e se la mia autorità viene tollerata sull'Isola, è solo perché occuparmi delle finanze mi relega dietro le quinte, in seconda fila, lontano dai loro sguardi. Come credi che la prenderebbero quelli che a causa mia hanno perso un padre, un fratello o un figlio, vedendomi sul trono? A cosa sarebbe servita tutta la sofferenza che hanno patito allora, supportando la tua causa?
    Non posso ricoprire questo ruolo: non ne sono meritevole,
    non ne sono più in grado, e non lo voglio. »


    Nonostante Drusilia percepisse perfettamente la solidità delle sue argomentazioni, era anche dell'idea che -come lei stessa si era costruita un regno sulle macerie di una Guerra Civile, ergendosi su ogni pettegolezzo o diceria che l'aveva messa in pericolo con la scoperta della sparizione di Forge- per quanto Cesare fosse risultato inizialmente impopolare, avrebbe regnato comunque da buon sovrano.
    A quel punto avrebbe potuto spiegargli che pure lei aveva dovuto governare con metà Presidio che le era stato avverso fino alla notte precedente, eppure aveva stretto comunque i denti ed era andata avanti lo stesso, lasciandosi aiutare dai suoi alleati: Cesare avrebbe potuto seguire la stessa strada, e a lei sarebbe andato bene.

    -Ma è follia! Ma...ma...- esclamò immediatamente dopo Augustus -Ovviamente io non me ne posso fare carico, mi sembra normale!
    Ma penso che la scelta possa ricadere unicamente su chi è pronto a farsi carico di una così grande Volontà.


    Nonostante fosse stato travolto dai sentimenti, Augustus si mostrò abbastanza lucido e lungimirante da cogliere il punto della questione, lo stesso che aveva costretto Drusilia al silenzio, dopo la risposta di Cesare. Un Alfiere doveva avere Volontà, la stessa su cui si reggeva il loro mondo. Eppure la Volontà non cadeva dal cielo né si generava dal nulla: nasceva per ispirazione e cresceva lentamente come un grande albero.
    Nonostante i loro rifiuti, sapeva che quelle persone ne possedevano a sacchi: erano solo troppo legati a lei.
    Un'arma a doppio taglio.

    Ovviamente io non me ne posso fare carico, mi sembra normale!

    Guardandosi attorno, lanciò un'occhiata alla silente Shantotto, in quel momento rapita dalle sue riflessioni, con gli occhi bassi le dita della mano intrecciate a sostegno del suo piccolo mento. Anche Virginia tacque, abbassando lo sguardo in silenzio.

    -...
    Sconfortata, l'Autocrate laputense avrebbe voluto spiegare loro che nemmeno lei era diventata Alfiere per ambizione: in realtà bastava solo del semplice amore verso la loro gente, e tutti i presenti avevano a modo loro dimostrato di possederne. Non servivano doti speciali, ma solo alleati fedeli e tempo e voglia di ascoltarli; per quanto i suoi Ufficiali potessero temere il peso di quella carica, erano e restavano una famiglia e si sarebbero sempre e comunque supportati, chiunque si fosse accomodato sul trono del Presidio Errante.

    Poi, improvvisamente, qualcosa cambiò. Fu un suono lieve ed appena percettibile, ma estremamente chiaro nel silenzio teso che regnò per qualche attimo fra di loro. Qualcuno aveva mosso il braccio, qualcuno aveva alzato la mano.
    In un gesto istintivo, la Dama del Vento lasciò vagare lo sguardo smeraldino nella direzione del rumore inaspettato, ma lo sguardo forte e motivato che trovò alla sua destra non era color nocciola, come gli occhi della sua amica d'infanzia lì seduta, piuttosto verde come il suo.
    Ren aveva sollevato il braccio.

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    Dopo un primo istante di silenzio e sorpresa, l'Alfiere prese in mano la situazione con naturalezza ed una certa dolcezza impressa nella voce, la stessa che mostrava ogni volta in cui si lanciava andare in effusioni zuccherate nei confronti dei suoi figli.
    -Oh, ma tu sei già il Re!- decise di assecondarlo, prendendolo fra le braccia, intenerita da tanto ardore concentrato in un corpicino così piccolo -Sei il Re del cuore della mamma ♥
    Gli schioccò un bacio sulle guance paffute e morbide, posizionandolo poi sulle proprie ginocchia e giocherellando con le orecchie volpine.
    -Oggi però non dobbiamo eleggere il vero Re di Laputa: quello lo sei già tu...- lo rassicurò, consapevole di quanto il figlio tenesse al suo "gioco del regno", per il quale si era anche fatto costruire una corona di cartoncino colorato -Ci serve... il tuo assistente!

    Ed allora la piccola Volpe tornò a spiazzarla: portandosi prima il ditino cicciottello sulla bocca, contratta in un broncio riflessivo, ragionò pochi attimi su quella precisazione. Poi... indicò suo fratello, che sobbalzò.

    « Lowann! »

    Sentendo tutti gli occhi puntati addosso, il Saggio finì per raggelare: essere al centro dell'attenzione in quel modo lo metteva a disagio. Come se non bastasse, prima della Notte di Kisnoth non si era mai realmente interessato di politica, ragion per cui non ne era affatto ferrato; aveva sempre scelto come priorità la sua musica, e se negli ultimi mesi si era comportato realmente da Principe, era stato solo per il lutto che non lo aiutava a comporre musica e per aiutare sua madre, in difficoltà tra gravidanza ed un esercito decimato da un giorno all'altro.

    -Ahahahaah! Sei proprio un monello!- scherzò il fratellone, lasciandosi andare in una risata che lasciava intuire una certa tensione da parte sua -Suvvia, non scherziamo!
    In un gesto affettuoso, portò una mano sul capo del fratellino, scompigliando la zazzera argentea. Gli avrebbe lanciato anche uno sguardo intenerito, se non fosse stato occupato a guardarsi attorno nervosamente, nella speranza di scrollarsi tutte quelle attenzioni di dosso.

    Informazioni

    Scenetta buffa a parte, non c'è nulla da segnalare.

    Detto ciò, i turni per il prossimo giro di post sono questi: Silver Shadow, Madhatter, Stanfa.

     
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    Il simpatico siparietto fra la mamma ed il bimbo suscitò una naturale tenerezza nel volto di Firion, fra i più sensibili e premurosi dei soldati Laputensi. Nonostante le doti eccellenti in campo di battaglia, il Comandante Verde era quanto di più lontano vi potesse essere dal prototipo classico del guerriero; delicato, umano, compassionevole.
    Di tutt'altra natura era invece il kitsunino, che nascondeva dietro il suo sorrisetto compiaciuto la ferma convinzione nelle parole pronunciate dalla madre. A differenza degli adulti indecisi e pensierosi, il volpino aveva le idee molto chiare: se avesse dovuto delegare a qualcuno le sue mansioni da Alfiere, quello sarebbe stato senza dubbio il fratello. Fin dalla nascita era stato piuttosto evidente l'attaccamento nei confronti del musicista, un legame che col passare del tempo non faceva altro che rafforzarsi.

    « Perché no? »

    Il primo commento del Rettore avrebbe forse sorpreso tutti per il modo ed i tempi in cui sarebbe arrivato; fino a quel momento era rimasta in silenzio, pensierosa, quasi in disparte. Prese la parola la prima volta per rispondere al ditino sentenzioso che era stato mosso da un bambino.
    Le iridi castane della Maga della Leggenda si spostarono dunque verso lo smeraldo del Saggio, e nella loro solennità avrebbero contrastato l'imbarazzo e l'aria giocosa assunta da lui difensivamente.

    « Erede in fin dei conti lo saresti per discendenza.
    Dal popolo certamente otterresti benevolenza. »


    Chi pensava che la TaruTaru stesse scherzosamente reggendo il gioco al nipotino acquisito, avrebbe avuto modo di ricredersi nel momento in cui iniziò ad argomentare sulle sue parole.
    La reazione del popolo era stata la principale preoccupazione per la candidatura di Cesare; Lowarn rappresentava in tal senso l'antagonista per lui migliore. La gente l'avrebbe accolto con comprensione, come un passo dovuto allo naturale scorrere dei tempi, che permetteva di mantenere la linea che era stata tracciata finora dall'Alfiere tanto amato.
    Il Maestro del Conio rappresentava rottura, incertezza, cambiamento: qualcosa che avrebbe terrorizzato la maggior parte degli esseri viventi. Il Saggio incarnava invece familiarità, affidabilità, consolidamento.

    « Anche il Magisterium esprimerebbe il proprio favore.
    Dopotutto, della Conoscenza tu sei apprendista e divulgatore. »


    Ed ecco che al popolo il Rettore aveva affiancato anche la classe erudita, i cui membri avevano un'influenza notevole sugli equilibri del Presidio. Uno studioso come Alfiere, per natura a loro affine ed incline, sarebbe stato accolto con assoluto e totale favore.

    « Hai inoltre vissuto ad Est per molte stagioni:
    una garanzia per gli alleati delle nostre buone intenzioni. »


    Un altro punto di fondamentale importanza: i legami che Laputa avrebbe consolidato nei confronti degli altri Presidi. Nonostante la giovane età, Lowarn aveva trascorso lunghi periodi della sua vita nel regno governato da Kalia, preziosa amica di Drusilia e dell'intera Isola Volante. Più volte il Musico aveva percorso il Ponte che collegava la Terra al Cielo, esportando ed importando benefici per la cultura dei due mondi.

    « Concludo sottolineando che al Governo la tua presenza
    garantirebbe comunque alla deposta Lady Galanodel una ovvia permanenza. »


    L'ascesa al potere del figlio, infine, avrebbe permesso all'Autocrate uscente di mantenere un contatto diretto e preferenziale con il noto successore. Mantenendola, di fatto, una figura influente per gli equilibri del Presidio Errante.
    Non solo la candidatura di Lowarn era l'unica attualmente disponibile sul tavolo del Consiglio... era anche la più ovvia e migliore delle soluzioni.
    Dopotutto ad averla proposta era stato niente meno che l'autentico e legittimo Erede al Trono! Che nel frattempo si ritrovava ad annuire in modo vistoso e rumoroso alle parole di Zia Shantotto, poiché era per lui fondamentale che tutti i presenti fossero al corrente dell'approvazione dell'unico, vero e segreto Alfiere di Laputa.

     
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    -Ma è follia! Ma...ma...Ovviamente io non me ne posso fare carico, mi sembra normale! Ma penso che la scelta possa ricadere unicamente su chi è pronto a farsi carico di una così grande Volontà.

    Sebbene in maniera appena più scomposta, il Numerologo fece eco alla sua tesi, e per quanto fu l'unico oltre al Mercante ad esprimere il proprio dissenso a parole, apparve chiaro dal silenzio di tutti gli altri -desolato, interdetto, o, ancora, pensoso- che nessuno si trovava favorevole alla drastica decisione della Dama del Vento: stando così le cose, Drusilia avrebbe dovuto tornare sui suoi passi.

    Cesare Vittorio Borgia stava studiando le reazioni sul volto della donna quando un suono delicato -a malapena un fruscio- si alzò da un punto della tavolata, richiamando tanto gli occhi verdi di lei quanto la stessa attenzione dell'osservatore: con la manina rivolta al cielo e il braccino ben teso, il Principino Ren sembrava essere pronto ad offrirsi volontario...

    ...e che fosse un gesto dettato dalla sua convinzione assoluta di star giocando al “gioco del Re”, o l'ingenuo desiderio di aiutare sua madre in difficoltà, fu comunque una scena tenera da osservare; ancor più quando la sorpresa della Galanodel virò in una dolcezza conciliante non appena -tratto l'infante reale in braccio- si apprestò a replicare a quella candidatura inaspettata.


    -Oh, ma tu sei già il Re! Sei il Re del cuore della mamma ♥
    lo rassicurò l'Angelo, schioccando un bacio sull gote soffici del piccolo
    -Oggi però non dobbiamo eleggere il vero Re di Laputa: quello lo sei già tu...
    Ci serve... il tuo assistente!


    Il Cucciolo di Volpe accettò le spiegazioni della Dama del Vento senza problemi, ma... qualcosa di ancor più sorprendente accadde non appena il bimbo -presosi un momento per riflettere, con un indice sulle labbrucce- puntò senza esitazione il ditino su uno dei presenti.

    « Lowann! »

    Seguì un lungo attimo di silenzio attonito, e mentre gli occhi di tutti i presenti convergevano su di lui, il giovane Principe Lowarn -sempre così timido e riservato- parve lottare per farsi forza e costringersi a dissimulare sia l'evidente sorpresa che l'aveva colto quanto il profondo disagio che la situazione doveva star cucendogli addosso.

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    « . . . »

    -Ahahahaah! Sei proprio un monello!-
    minimizzò il Musicista, con una risata nervosa e una rigida carezza al fratellino
    -Suvvia, non scherziamo!

    « Perché no? »

    Il primo commento a rompere il denso silenzio che circondava la tavolata -spezzando anche il proprio, mantenuto fin dall'inizio della riunione- fu quello del Magnifico Magico Rettore, i cui occhi scuri soppesavano ora con solennità la figura esile del Violinista.

    « Erede in fin dei conti lo saresti per discendenza.
    Dal popolo certamente otterresti benevolenza. »

    sciorinò la Lalafell, esprimendosi -come suo solito- con parole in rima
    « Anche il Magisterium esprimerebbe il proprio favore.
    Dopotutto, della Conoscenza tu sei apprendista e divulgatore. »


    Dopo un momento di iniziale sorpresa, il Borgia si ritrasse lentamente sprofondando le spalle nello schienale del suo seggio, incrociando le braccia e massaggiandosi pensosamente il mento con una mano mentre lo sguardo scuro fissava il vuoto, meditabondo, passando in rassegna le argomentazioni dell'Arcimaga.

    « Hai inoltre vissuto ad Est per molte stagioni:
    una garanzia per gli alleati delle nostre buone intenzioni. »

    proseguì Shantotto, analizzando la mossa anche in prospettiva estera
    « Concludo sottolineando che al Governo la tua presenza
    garantirebbe comunque alla deposta Lady Galanodel una ovvia permanenza. »


    jpg
    « Sì... questo potrebbe funzionare... anzi: funzionerebbe di certo:
    si tratterebbe fuor di dubbio della miglior soluzione possibile per la gente di Laputa. »

    assentì Cesare, tornando alla realtà, e cercando con i propri gli occhi della Dama
    « ...e se il Nuovo Alfiere vorrà riconfermare i nostri incarichi, ci impegneremo a continuare a servire l'Isola sotto la sua guida, al meglio delle nostre possibilità, come fatto fino ad oggi. »

    E lo sguardo serio e attento del Maestro del Conio tornò infine a dedicarsi a Lowarn.

     
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    Numerologia 33: Ricerca


    Giulietta continua nella sua opera di convincimento, con forza e con ardore, gli spiega e gli rispiega i motivi che hanno portato Drusilia a fare una simile scelta. Sono logici, non è qualcosa di avventato, anzi, è tutto piuttosto sensato se solo non si ha la miopia di agire troppo superficialmente.
    Poggia entrambi i gomiti sul tavolo e si tiene la testa. Respira profondamente pensando alle ripercussioni sul Presidio e probabilmente su tutta Endlos di una simile scelta.
    Ma quali sono le alternative? Giulietta gli dimostra che concretamente non ve ne sono di utili.
    Per fortuna il piccolo principino Ren rende tutto più leggero e divertente grazie alla sua volposa spontaneità.
    Sorride mentre si gusta la piccola scena familiare in cui la non-presenza di Yoko rende tutto più strano. Non ha mai chiesto dettagli all'Alfiere a riguardo e certo non comincerà ora.
    Da quello che sembrava essere un gioco innocente, però, si innesca una reazione a catena che ha dell'incredibile. Ogni volta che qualcuno prende parola al Numerologo scoppiano diverse migliaia di neuroni. Strabuzza gli occhi quando il Rettore prende la parola. Un'alternativa nata per gioco, lentamente viene imbellettata e rafforzata sino a sembrare qualcosa di reale, fattibile ed anche unica soluzione possibile.
    A conti fatti la figura del Principe è perfetta. Seguendo una linea ereditaria lascia meno "perplessa" la popolazione, con la consapevolezza che l'Eroe Drusilia potrà tornare a guidare la battaglia contro le Tenebre in prima persona. Al contempo il Principe è legato, per decisioni e Volontà, alla madre. Il Principe è un saggio, ben visto dal Magisterium, e sicuramente avendo trascorso buona parte della sua vita nell'Est, risulta per loro un valido alleato come la madre.
    Pensando ai contro, cosa in cui il Numerologo è bravissimo, c'è sicuramente la giovane età del Principe e probabilmente la sua Volontà incerta (già si immagina una Laputa trasformata in un cimitero con tanto di zombie erranti), la scarsa/minima attitudine alla politica ed all'economia e il probabile astio della classe commerciale/aristocratica laputense.
    Insomma, una situazione complicata, ma su cui ci si può lavorare. Buoni consiglieri, tanto tanto studio, un po' di pratica e si potrebbere rattoppare la falla, anzi, trasformare la falla in una bellissima nave da crociera.
    Ma il vero problema è: Lowarn, vuole essere il nuovo Alfiere?
    Penso si tratti dell'unica opzione a nostra disposizione.
    Costerà sacrificio, richiederà dedizione e ci vorrà molto, tanto, supporto, ma sopra ogni cosa: Volontà.

    Vorrebbe evitare di vedere una Laputa che si schianta sul già martoriato Ovest.
    Lo sguardo occhialuto si rivolge esitante verso il ragazzo. Così giovane, eppure con un così grande fardello da accogliere. E' veramente pronto?

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi
    Mana: 110%

    Status Fisico: Ferita bassa alla testa
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione

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    ma per chi è re poche scelte sono semplici".


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    Sala del Consiglio, Mastio.
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    « Perché no? »
    Ascoltare le argomentazioni del Rettore che -in modo perfettamente logico e sensato- avvaloravano quello che era stato un semplice gioco del suo fratellino minore, fu per il Principe il palesarsi concreto di molte delle sue paure più intime. Quel pensiero -dopotutto- gli aveva solleticato le meningi diverse volte, rendendolo spesso più insicuro di quanto non fosse già; nonostante si trattasse infatti del primogenito di sua madre, non era mai riuscito ad ispirare lo stesso suo rispetto negli altri. Qualcosa negli sguardi e nei battiti cardiaci dei coetanei gli aveva suggerito per tutta la vita che, non fosse stato per il titolo, avrebbe trascorso l'intera infanzia come vittima di qualche bullo. A conferma di ciò, le sue esperienze fuori dai territori di dominio o influenza di sua madre erano state tutte a dir poco pessime. Come poteva governare un regno, in quello stato? Era il primo fra tutti loro a non sapersi difendere dai malintenzionati.

    « Sì... questo potrebbe funzionare... anzi: funzionerebbe di certo: si tratterebbe fuor di dubbio della miglior soluzione possibile per la gente di Laputa.
    ...e se il Nuovo Alfiere vorrà riconfermare i nostri incarichi, ci impegneremo a continuare a servire l'Isola sotto la sua guida, al meglio delle nostre possibilità, come fatto fino ad oggi. »


    Penso si tratti dell'unica opzione a nostra disposizione.
    Costerà sacrificio, richiederà dedizione e ci vorrà molto, tanto, supporto, ma sopra ogni cosa: Volontà.

    tndyJmh

    -Si, ecco... appunto...- tentennò il ragazzino, lasciando sfuggire lo sguardo altrove -Non è per voi... voi siete perfetti così. Però...
    ...però come leader faceva schifo.
    Poteva essere superiore a tutti gli altri ragazzini su quel Presidio in rango, conoscenze, cultura o talento artistico, ma non era il tipo di persona brava nel dare gli ordini. Non era semplicemente nella sua natura: se si fosse trovato durante una qualsiasi emergenza, era certo che avrebbe perso tempo a far ragionare tutti, generando problemi su altri problemi.
    -Ho tredici anni. Non sono sicuro di sapere come si fa...

    -Sei ancora piccolo: anche se accettassi, avresti un tutore. In questo caso, suppongo Cesare: per quanto continui a ripetere che non è più in grado di farlo, è perfettamente capace di affrontare una reggenza nel migliore dei modi.
    Nel pronunciare quell'ovvio commento, Drusilia lanciò uno sguardo imbronciato al suo Ufficiale, probabilmente ancora offesa dal rifiuto.
    -In ogni caso... non mi sento completamente convinta di questa soluzione.

    Purtroppo l'Autocrate condivideva le parole di Shantotto e la convinzione che il primogenito fosse -in effetti- una soluzione. Ciò nonostante, lei aveva affrontato male il suo alfierato, in particolare dal punto di vista psicologico: Lowarn sarebbe stato emozionalmente in grado di gestire non solo le ovvie responsabilità, ma anche il peso dei tradimenti e le insidie dei manipolatori assetati di potere?

    -Questo ruolo implica doveri, una libertà limitata, moltissime soddisfazioni... ma anche tremende delusioni. Non son sicura che Lowarn gradisca questa strada.

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    Le conferme ricevute in ordine da Cesare ed Augustus riversarono completamente le attenzioni nei confronti del giovane Galanodel, ora più che mai costretto ad abbandonare il silenzio e la timidezza che l'avevano accompagnato per tutta la vita.
    Shantotto era consapevole di aver fatto cosa a lui non gradita, così come probabilmente lo era anche per la madre; il Rettore aveva il dovere di agire per il bene e l'equilibrio del Presidio, erano il suo ruolo e la sua storia ad imporglielo.
    La decisione finale tuttavia sarebbe spettata al Musico e a lui soltanto: essere il candido ideale non garantiva necessariamente una risoluzione... un Alfiere perfetto, senza volontà, avrebbe condotto l'Isola alla rovina in breve tempo.

    -Ho tredici anni. Non sono sicuro di sapere come si fa...
    -Sei ancora piccolo: anche se accettassi, avresti un tutore.

    Le iridi del Rettore accarezzano dunque prima il Saggio e poi Drusilia, consapevole della pesantezza del giudizio della madre nei confronti del figlio; nessuno poteva conoscerlo e valutarlo più di lei, un rifiuto da parte dell'Autocrate in carica avrebbe fatto crollare la proposta senza alcuna possibilità di appello.

    -In ogni caso... non mi sento completamente convinta di questa soluzione.
    Questo ruolo implica doveri, una libertà limitata, moltissime soddisfazioni... ma anche tremende delusioni. Non son sicura che Lowarn gradisca questa strada.


    Non vi era stato né un rifiuto né tanto meno una chiusura, e questo fu già un segnale rincuorante. Ma questo non sarebbe stato sufficiente...

    « Se posso dire la mia... »

    Delicato e rispettoso come suo solito, Firion prese la parola per la prima volta quel giorno. Non per presa di coscienza della sua posizione: la nomina ad Ufficiale aveva certamente elevato i suoi diritti ed i suoi doveri, ma non gli aveva conferito l'esperienza e la preparazione mentale che un ruolo tanto prestigioso avrebbe richiesto. A quello ci sarebbe arrivato col tempo... e fu proprio quel pensiero a spingerlo a parlare.

    « ...penso di capirti.
    Certo, c'è una differenza abissale fra i ruoli che ci chiedono di assumere... ma anche io mi reputo inadatto.
    Inesperto, non pronto a sedere a questo tavolo, ad incidere con le mie decisioni sulla vita dei cittadini Laputensi.
    E' una responsabilità enorme... per istinto ammetto che preferirei non averla. »


    Il suo intervento, come prevedibile per chi fosse a conoscenza della sua persona, sarebbe stato prettamente umano.
    E pronunciò quelle parole senza alcuna vergogna o autocommiserazione.

    « Però poi ci ho riflettuto su. Sin da quando sono arrivato su Laputa Drusilia è stato il mio modello di riferimento. In un certo senso penso che siamo spiriti affini... »

    Sorrise in direzione dell'Autocrate, a cui mai prima d'ora aveva forse rivolto un pensiero tanto intimo. Ma raccontava la verità: il loro percorso di vita era stato a tratti piuttosto simile, così come reputava vicina la loro linea di pensiero, i loro ideali.

    « Lei non ha rifiutato.
    Quanto volte avrebbe potuto o voluto farlo? Come Ufficiale, come Gran Maestro, come Alfiere.
    Ha scelto di mettersi in gioco. Sempre.

    Perché?

    Me lo sono chiesto un milione di volte, mentre l'osservavo mordersi la lingua.
    E l'ho compreso solo il giorno in cui ha scelto di nominarmi Ufficiale... »


    Le iridi castane si soffermarono stavolta decise e motivate nello smeraldo del giovane Galanodel.

    « Quello che ci viene offerto non è solo responsabilità, dovere e sacrificio.
    E' una possibilità. Di fare la differenza, di riportare il Presidio verso una direzione migliore. »


    Questione di prospettiva, di imprimere il significato che loro avrebbero voluto dare al proprio ruolo.

    « Non dico queste cose per cercare di convincerti ad accettare il titolo di Alfiere... ma solo per darti una prospettiva differente e più completa, affinché tu possa considerare al meglio le tante implicazioni, anche quelle che ora ti saranno inevitabilmente ignote.
    Sappi solo che, se deciderai di accettare la nomina, non sarai mai solo.
    Io sarò al tuo fianco, così come ho fatto fin dal principio con tua madre, e spiegherò ai soldati -ma anche al popolo- le mie ragioni. Lo stesso sono certo che faranno Shantotto ed i colleghi qui presenti. »


    Lo sguardo si spostò allora ad abbracciare tutti i presenti, cercando nei loro occhi il consenso dichiarato: Lowarn ne avrebbe avuto bisogno, più di ogni altra cosa.
    Decise infine di terminare il suo discorso, lasciando al Musico il promemoria più importante:

    « Ma se anche decidessi di rifiutare, una libertà che nessuno ti potrà mai sottrarre, sappi che questo non farà di te un cattivo erede né tanto meno un vigliacco. »

     
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    Penso si tratti dell'unica opzione a nostra disposizione. Costerà sacrificio, richiederà dedizione e ci vorrà molto, tanto, supporto, ma sopra ogni cosa: Volontà.

    Pur con delle riserve inespresse, in ogni caso più che comprensibili e condivisibili, anche l'Ufficiale Asensi si mostrò aperto alla possibilità; l'unico effettivamente poco convinto della cosa pareva essere proprio il diretto interessato, che non si sbottonò in nulla di più che qualche mezza frase esitante.

    -Si, ecco... appunto... Non è per voi... voi siete perfetti così. Però...
    Ho tredici anni. Non sono sicuro di sapere come si fa...


    -Sei ancora piccolo: anche se accettassi, avresti un tutore.
    In questo caso, suppongo Cesare: per quanto continui a ripetere che non è più in grado di farlo,
    è perfettamente capace di affrontare una reggenza nel migliore dei modi.


    Prontamente, sua madre intervenne a rassicurarlo, prendendosi poi anche un momento per brontolare all'indirizzo del Borgia, scoccandogli un'occhiatina imbronciata che quello sostenne senza problemi, incrociando le braccia al petto e inarcando severamente un sopracciglio: detta così, faceva sembrare le argomentazioni che le aveva fornito una sorta di capriccio o di dispetto!

    Ecco quanto quella donna doveva aver inteso dei suoi discorsi...! Come quando le parlava di bilanci, deficit, ammortamenti, fluttuazioni o elasticità, il Maestro del Conio ebbe la netta sensazione che Drusilia non lo avesse ascoltato fino in fondo, o comunque
    non lo avesse preso sul serio.

    In ogni caso, terminato quel muto scambio, la Dama del Vento tornò a rivolgere le proprie attenzioni al figlio -come era giusto- esternando i propri scrupoli e dando voce a quelle che -in fondo- erano le medesime preoccupazioni di tutti i presenti: perché Lowarn era di certo il candidato perfetto, sulla carta, ma al di là delle difficoltà lungo il cammino, avrebbe sempre potuto rifiutare.

    -In ogni caso... non mi sento completamente convinta di questa soluzione.
    Questo ruolo implica doveri, una libertà limitata, moltissime soddisfazioni...
    ma anche tremende delusioni. Non son sicura che Lowarn gradisca questa strada.


    Riportando gli occhi scuri sul suo giovane Principe, il Condottiero provò ad empatizzare con lui: dopotutto, non si era ritrovato in una situazione molto dissimile quando, durante la fanciullezza, suo padre gli aveva imposto sia l'addestramento guerriero che la pratica mercantile -sebbene i rampolli suoi pari erano solitamente chiamati a scegliere una delle due cose soltanto-, facendolo spesso sentire oppresso da responsabilità più grandi di lui...

    ...eppure, fin da ragazzino, Cesare aveva sempre avuto un'indole ambiziosa e tenace, molto diversa da quella di Lowarn, e mentre la sua memoria rievocava le dure parole con cui l'inflessibile genitore era solito spronarlo (che gli fornirono se non altro un chiaro indizio su cosa non fare), con i pensieri che vagavano alla ricerca di qualche massima rassicurante che potesse infondere sicurezza o una qualche motivazione nel più timido Lowarn, fortuna volle che fosse Firion a farsi avanti, prendendo la parola per primo.


    « Se posso dire la mia... penso di capirti. Certo, c'è una differenza abissale fra i ruoli che ci chiedono di assumere... ma anche io mi reputo inadatto. Inesperto, non pronto a sedere a questo tavolo, ad incidere con le mie decisioni sulla vita dei cittadini Laputensi.
    E' una responsabilità enorme... per istinto ammetto che preferirei non averla. Però poi ci ho riflettuto su. Sin da quando sono arrivato su Laputa Drusilia è stato il mio modello di riferimento. In un certo senso penso che siamo spiriti affini... »


    Era un discorso molto semplice, quello del Cavaliere, ma -soprattutto- onesto e sentito: quelle che la sua voce calma metteva in fila erano parole concilianti, che presentavano tutti elementi che avrebbero probabilmente messo a suo agio il Musico.

    Parlando del comune senso di inadeguatezza che l'inesperienza suscitava, Firion condivise le proprie riflessioni, la propria esperienza, e quella che era stata sua personale ispirazione, e Cesare ascoltò in silenzio, trovando in quel giovane altri meriti oltre a quelli militari.


    « Quello che ci viene offerto non è solo responsabilità, dovere e sacrificio.
    E' una possibilità. Di fare la differenza, di riportare il Presidio verso una direzione migliore. »


    Ed ecco il punto nevralgico della questione: in fondo, era per quel medesimo ideale che lui stesso era riuscito a riaversi dalla crisi esistenziale in cui tanto le Nove Giornate quanto il loro esito lo avevano scaraventato: per lui si era trattato di redenzione, ma... il concetto era lo stesso. Fare la differenza, e farla in meglio.

    « Sappi solo che, se deciderai di accettare la nomina, non sarai mai solo.
    Io sarò al tuo fianco, così come ho fatto fin dal principio con tua madre, e spiegherò ai soldati -ma anche al popolo- le mie ragioni. »

    l'albino abbracciò tutti i presenti con lo sguardo, e il Borgia annuì con decisione
    « Lo stesso sono certo che faranno Shantotto ed i colleghi qui presenti. Ma se anche decidessi di rifiutare, una libertà che nessuno ti potrà mai sottrarre, sappi che questo non farà di te un cattivo erede né tanto meno un vigliacco. »

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    « Firion ha ragione, Principe Lowarn: dall'inizio alla fine. »
    esordì Cesare, ingentilendo la sua espressione in un sorriso gentile
    « La decisione è solamente vostra -e mi scuso se le nostre considerazioni vi hanno messo sotto pressione-, ma sappiate che in nessun caso vi verremo meno, a prescindere da ciò che sceglierete di fare. »

     
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    Numerologia 33: Ricerca


    Continua a fissare con una certa insistenza il giovane Principe in attesa di una risposta. Tutti gli spiriti si assiepano intorno al Numerologo e si dispongono a più spalti, manco si trovassero allo stadio. Però a conti fatti in questa piccola riunione si stanno decidendo le sorti di un intero Presidio e probabilmente anche di buona parte, almeno un quarto-quinto, del semipiano.
    Il giovane Principe rapidamente fa alcune rimostranze e sottolinea le sue difficoltà nel ricoprire questo ruolo. Ugualmente la Dama del Vento sembra sostenere questa posizione, ma al contempo concede un ottimo assist al gruppo di sostenitori del Musico.
    Il Numerologo dal canto suo, non vorrebbe essere nei panni del giovane ragazzo. Ereditare un tesoro così grande da poterti schiacchiare, ad un'età così giovane è un fardello che sa più di maledizione che di premio.
    Firion si lancia in un discorso stupendo. Se potesse applaudire lo farebbe, infatti ci pensano gli spiriti, ma farlo realmente spezzerebbe l'aria tesa che si è venuta a creare, giustamente.
    Cesare supporta il capo delle forze armate così che tutti concordano sul sostenere il Principe nelle sue scelte.
    Ma può un gruppo di uomini, per quanto validi e volenterosi, riuscire a sgravare il ragazzo del peso di questo fardello? A giudizio di Augustus la risposta è: no.
    La pena, il fardello, l'opprimente gestione di un così grande potere sarebbe in ogni caso unicamente di un povero tredicenne. Possiamo parlare di tutori, concili e sostenitori, ma alla fine di tutti sarebbe sempre e solo Lowarn e Laputa.
    Quindi, riflettendo ancora una volta, le parole del Numerologo sarebbero probabilmente meno concilianti rispetto a quelle degli altri.
    Questa possibilità, però, tieni ben a mente, che è soprattuto responsabilità, dovere e sacrificio.
    Responsabilità verso tutti i cittadini del Presidio, che verranno sempre prima di te, di me, e di chiunque altro. Dovrai alienarti dal tuo Io, per mettere prima di tutto il Noi.
    Dovere verso gli altri Altri, rispondere in prima persona di ogni tua decisione. Consapevole che non potrai mai accontentare tutti e che spesso ti ritroverai a prendere decisioni che non ti piacciono ma che devi prendere.
    Sacrificio, dei tuoi interessi, delle tue voglie, di quello che più ti piace, per il bene comune.
    Proprio come sta facendo ora tua Madre. Per responsabilità, ha il dovere di sacrificare se stessa e la sua carica.

    Forse è un po' estremista, ma ha più volte saggiato sulla sua pelle quello che può succedere a fare qualcosa in cui non si eccelle o che non si vuole semplicemente fare.
    E tutto questo, lo dovrai sempre fare con grande Volontà, altrimenti Laputa si ritroverà a galleggiare al posto di Berjaska
    Ha pagato in prima persona un simile errore. La scarnificazione del 33 sulla sua pelle è il memento che si ripete ogni giorno. Con così grandi scelte, non si può agire superficialmente. Giulietta un po' lo riprende per le parole troppo dure. Così giocherellando con gli occhiali tra le mani va ad aggiungere.
    Ovviamente, se vorrai, ti saremo vicino in queste gravose scelte.
    Cercheremo di alleggerirti il fardello il più possibile, ma alla fine di tutto, l'ultimo peso e l'ultima scelta sarà sempre tua.


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    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione

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    "Il mondo a te appare semplice, amico mio,
    ma per chi è re poche scelte sono semplici".


    (Troy)


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    Sala del Consiglio, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Durante tutta la discussione, Virginia era rimasta in silenzio ed in attesa. Ufficiale solo perché capo di ciò che più somigliava ad un sistema sanitario sulla Fortezza delle Nubi e tendenzialmente restia nel partecipare ai conflitti (dibattiti compresi), non si sentiva adeguatamente motivata e nemmeno emotivamente propensa a prendere posizioni in una situazione del genere. Annuì col capo solo quando fu evidente che quasi tutti fossero in perfetto accordo.
    -Penso abbiate ragione- si limitò ad esporre -Lowarn è un bravo ragazzo: sarei felice della sua incoronazione.

    « Se posso dire la mia... penso di capirti.
    Certo, c'è una differenza abissale fra i ruoli che ci chiedono di assumere... ma anche io mi reputo inadatto.
    Inesperto, non pronto a sedere a questo tavolo, ad incidere con le mie decisioni sulla vita dei cittadini Laputensi.
    E' una responsabilità enorme... per istinto ammetto che preferirei non averla.
    Però poi ci ho riflettuto su. Sin da quando sono arrivato su Laputa Drusilia è stato il mio modello di riferimento. In un certo senso penso che siamo spiriti affini... »

    Attirato dal consiglio di Firion, che ben si prestava alle parole di un ipotetico fratello maggiore, Lowarn sollevò lo sguardo attento proprio nel momento in cui l'Alfiere in carica lo abbassò, arrossendo. Abituata a complimenti di ben altro tipo e natura, Drusilia era rimasta involontariamente colpita da quella confessione. Rimase tuttavia in garbato silenzio, sorridendo appena.
    « Quello che ci viene offerto non è solo responsabilità, dovere e sacrificio.
    E' una possibilità. Di fare la differenza, di riportare il Presidio verso una direzione migliore. »

    Il Saggio ascoltò il Comandante con la solita mansueta attenzione riservata ad ogni docente incontrato, riflettendo bene sul nuovo punto di vista suggerito.
    Contemporaneamente suo fratello Ren, rimasto in silenzio a fissare il cavaliere, scribacchiò su un bigliettino "cavaGLiere dell'AFFiere", accartocciandolo poi e lanciandolo come una pallina in direzione di Firion.
    Questa possibilità, però, tieni ben a mente, che è soprattutto responsabilità, dovere e sacrificio. [...] E tutto questo, lo dovrai sempre fare con grande Volontà, altrimenti Laputa si ritroverà a galleggiare al posto di Berjaska- intervenne poi Augustus, rimettendogli pressione addosso -Cercheremo di alleggerirti il fardello il più possibile, ma alla fine di tutto, l'ultimo peso e l'ultima scelta sarà sempre tua.

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    Alla luce di quanto ascoltato, il Principe si trovò a quel punto più in conflitto con sé stesso di prima: se da un lato Shantotto, Virginia, Cesare e Firion erano riusciti a fargli vedere una possibile nomina come qualcosa di particolarmente positivo, dall'altro sia Augustus che sua Madre lo tennero saldamente (e metaforicamente) con i piedi ancorati a terra, alla luce di loro esperienze particolarmente negative.

    -Mamma...- disse a mezza voce, fissando la Dama del Vento con sguardo estremamente serio -...giorni fa mi hai detto che papà è partito perché deve risolvere delle questioni personali.
    -...
    Il sopracciglio destro dell'Autocrate s'incurvò leggermente, perfetta espressione della sua sorpresa e perplessità. Non le fu immediatamente chiaro infatti il nesso fra la partenza di Yoko e la sua nomina ad Alfiere Errante.
    -Sia tu in passato che Augustus adesso mi avete messo in guardia: pensate entrambi che l'individualismo non sia accettabile per un sovrano- argomentò brevemente -E' per questo che abdichi?
    Vi fu un attimo di silenzio, e se la madre fu solo spiazzata, gli altri si limitarono ad attendere, forse nella speranza di ottenere informazioni riservate circa l'Ufficiale assente.
    -Non ci credo che tu abbia davvero paura dell'uomo in bianco: la verità è che le faccende personali... le stesse che hanno ucciso il Maestro Owl in quel circo di mostri... sono diventate urgenti. Papà è già via chissà dove e presto dovrai andartene anche tu, è così?

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    -Non andrò via per sempre...- rispose la donna, mortificata davanti all'intuizione del Principe-...ma non posso lasciare questa città vuota. Non con i rischi che potrei correre... o che potrei attirare.

    -Mamma... se sono tornato a casa... non è stato solo per ritrovare ispirazione. Sono tornato perché eravamo tutti a pezzi. La differenza è che io non ho fatto nulla per aiutarvi... per aiutare il Maestro.
    Sul volto simmetrico e dai lineamenti dolci apparve un sorriso malinconico.
    -Non sono in grado di andare da quei mostri e consegnarli al Mietitore... o anche far semplicemente giustizia, ma se mi dici che puoi farlo tu, e puoi riuscirci per davvero... allora prenderò il tuo posto qui.

    Presa in contropiede dalla proposta del figlio, Drusilia non trovò le parole giuste per esprimere i sentimenti contrastanti che si sorprese a provare nel medesimo attimo. Annuì e tacque: nonostante il mondo intero sembrasse marciarle contro, si sarebbe fatta bastare anche solo una possibilità di vittoria per proseguire quella crociata. Ne andava del futuro di tutti loro... anche di quello dei suoi bambini.

    -Allora... accetto la vostra nomina.

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    Scena conclusa. Siete liberi di scrivere una chiusura anche voi: in tal caso, avvisatemi privatamente.

     
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