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{ Presidio Sud, Daleli }
pov - ???
Il caldo vento del Meridione spirava nella steppa, sollevando la polvere tra sterpaglie e palmeti. Lungo le distese di erba secca delle sagome mastodontiche acquisivano volume, mostrandosi in tutta la loro arcaica bellezza: ziggurat erose dalle intemperie, statue diroccate, obelischi scoloriti dal tempo, templi in rovina e monoliti dalle iscrizioni indecifrabili costellavano il panorama riarso, offrendo uno scorcio delle civiltà perdute che in passato abitavano la superficie del Presidio Sud.
Un dromedario avanzava lungo una tratta carovaniera minore e poco battuta, trasportando su di sé un fantino intabarrato che ne reggeva distrattamente le redini mentre scrutava i dintorni. Uno sguardo arguto filtrava dal sottile spiraglio della tagelmust – tipico copricapo adatto al clima locale, poiché da una parte riparava la testa dal sole e dall’altra impediva di respirare la sabbia trasportata dalle folate afose.
Ad un certo punto gli occhi del tuareg si posarono su di una figura che cozzava con l’ambiente circostante: un guerriero in armatura completa si stava trascinando tra i ruderi, probabilmente cuocendo dall’interno sotto il sole impietoso del Meridione.
« Buondì, per caso ha smarrito la via? »
Una voce soave trapelò da sotto il velo, mentre il nomade smontava agilmente dalla propria cavalcatura a pochi passi dal viandante corazzato, che scintillava al pari di una statua vivente la cui platinatura non si era scrostata col passare dei secoli.. -
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{ Presidio Sud, Daleli }
pov - Ser'ada
Dalla reazione stranita del viandante alla vista del dromedario intuì che qualcosa non quadrasse: a Sud i camelidi erano assai comuni ed era improbabile che un normale viaggiatore avesse raggiunto quel remoto punto dell’entroterra meridionale senza averne incrociato nemmeno uno lungo le tratte carovaniere. I sospetti furono confermati non appena il girovago in armatura ammise amaramente di non aver perso semplicemente l’orientamento, bensì l’intero sistema di riferimento in cui era di norma inserito.
Dunque si trattava di un naufrago dimensionale, sebbene meno spaesato di quanto fosse lecito aspettarsi: forse rientrava nella minoranza di profughi planari con discrete conoscenze sul funzionamento del Multiverso, o forse arenarsi in quel semipiano era stata una deviazione imprevista di un viaggio spaziotemporale con diversa destinazione, oppure ancora il nuovo arrivato aveva semplicemente un buon intuito di sopravvivenza.
« Al momento siamo nella regione di Daleli, collocata nella fascia meridionale del mondo conosciuto – noto ai suoi abitanti come Endlos. »
Ricambiò la stretta di mano con la variante tradizionale della propria etnia: una presa affettuosa lentamente prolungata fino ai polpastrelli, seguita da una mano sul proprio cuore.
« Il mio nome è Ser'ada, mentre il mio destriero si chiama Spito. Ti diamo entrambi il benvenuto su Endlos e - come si suol dire tra la mia gente - al chair ras, Michael. »
Il dromedario pareva fin troppo vispo per essere un semplice animale da monta: da come guardava il nuovo giunto pareva che stesse effettivamente partecipando a quello sparuto comitato di accoglienza.
« Sei stato probabilmente coinvolto in un “naufragio dimensionale”, un singulto del creato che conduce i superstiti di una tempesta celestiale lungo le correnti del Maelstrom – il Gorgo che muove il Multiverso, nel cui occhio del ciclone si spiaggiano gli esuli di altri mondi. »
Quando poi Michael sottolineò la propria simbiosi con la corazza che indossava, Ser'ada diede una carezza a Spito prima di rettificare le prime impressioni del naufrago sulle rovine.
« Farai bene a tenerti stretta questa seconda pelle, allora: come molte altre cose in questo mondo, anche le apparenze di Daleli possono ingannare – ciò che un tempo visse qui stenta ad abbandonare le proprie vestigia. »
Dopotutto non era un caso se molti siti archeologici erano rimasti intoccati nei secoli,
nonostante il viavai di razziatori e vagabondi senza dimora.. -
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{ Presidio Sud, Daleli }
pov - Ser'ada
Il naufrago s’interrogò sugli abitanti dei ruderi, così il tuareg si premurò di specificare la loro natura.
« Tra le rovine dimorano spettri e altri orrori, vittime e carnefici della Guerra delle Sabbie. Forse infestano ancora questi luoghi per reclamare quella quotidianità che fu sottratta loro con la forza… o forse per molti caduti la battaglia non è mai realmente finita. »
Notò lo sguardo attento tipico di un soldato, che per deformazione professionale scandagliava i dintorni in cerca di coperture e posizioni sopraelevate, chiedendosi quali insidie potessero celarsi in quei territori sconosciuti.
« Questo mondo dispensa pericoli e meraviglie in egual misura, eppure a volte è arduo distinguere l’uno dall’altro: le tempeste di sabbia sono tanto pericolose per i viandanti quanto indispensabili per quelle creature che coi respiri del deserto hanno un rapporto simbiotico, e lo stesso vale per l’escursione termica, per le anomalie magnetiche e per ogni belva che si può incrociare da qui fino al centro abitato più vicino. »
Non a caso il Presidio Sud era soprannominato “Dominio della Violenza”.
La brutalità era insita in ogni granello di sabbia, ma non sempre tale veemenza si traduceva in pura distruzione: laddove l’impeto della natura era più intenso spesso si verificavano le trasformazioni più sorprendenti, creando le condizioni ideali per forme di vita prima impensabili.
« Del cibo e un giaciglio non sono difficili da trovare, ti basterà barattare qualcuno dei tuoi averi all’avamposto di Gna’dray – a circa trenta miglia in direzione nord-ovest. Ma una volta che sarai sazio e riposato dovrai decidere come vivere in questo mondo: tornare nella tua dimensione natia potrebbe risultare complicato nell’immediato futuro, perciò dovrai valutare una sistemazione per la tua permanenza su Endlos. »
Sopravvivere al naufragio dimensionale era solo il primo passo di un faticoso processo d’integrazione, ma tutto sommato Michael pareva avere le carte in regola per cavarsela sul semipiano.
« Se hai competenze nell’arte guerriera potresti intraprendere una carriera mercenaria a Merovish, la capitale sotterranea del Sud: per quanto la concorrenza sia agguerrita, nella Tana c’è sempre posto per una nuova lama prezzolata, e - sebbene non sia una professione di lustro - ti consentirebbe di vivere dignitosamente fino a quando potrebbe ripresentarsi l’occasione di fare ritorno a casa. »
Ser'ada salì in sella a Spito, prontamente abbassatosi per facilitare la monta del proprio fantino.
« Se invece desideri una soluzione più stabile e prestigiosa… forse l’organizzazione per cui lavoro potrebbe fare al caso tuo: si tratta di un ente che veglia sui territori meridionali di questo mondo e molti combattenti si stanno coscrivendo nell’esercito da poco istituito per militare sotto la nostra bandiera. La sede istituzionale è lontana da qui, nel Distretto Sud del Presidio Centrale, ma se lo desideri potrei accompagnarti nel mio viaggio di ritorno. »
Il naufrago aveva dinanzi a sé una mano tesa
e un posto libero in sella al dromedario.. -
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