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{ Yasul, Palazzo Imarat }
Michael Solus
Lungo il tragitto che separava la regione di Daleli da Yasul, Ser'ada spiegò a Michael molte peculiarità del mondo in cui era naufragato: il fenomeno della Riscrittura, che ridisegnava il paesaggio asportando e inserendo frammenti di altre realtà; la suddivisione geografica in Presidi per ognuno dei punti cardinali, ciascuno idealmente retto dalla Volontà di un Alfiere; i dieci mesi dell’anno (periodo in cui il Maelstrom compie una rivoluzione completa), contraddistinti rispettivamente da una diversa luna variopinta… e molte altre nozioni sulla storia recente del semipiano. Il tuareg lasciò al naufrago il tempo necessario per metabolizzare ogni argomento prima di passare al successivo, così - al termine del loro viaggio verso settentrione - al fantino di Spito avanzò il tempo necessario per dare al passeggero un’infarinatura sugli Emirati Meridionali, l’ente intergovernativo per cui lavorava.
Dopo essersi sincerato che l’esule interplanare avesse compreso la natura dell’organizzazione che aveva suscitato il suo interesse, la guida si congedò da Michael alle porte di Palazzo Imarat – la maestosa sede istituzionale edificata entro i confini del Pentauron.
« Le nostre strade si separano qui. Et teqqaimed selhir, Michael. »
Il naufrago aveva con sé una lettera di raccomandazione che gli avrebbe consentito di prendere parte alla fase selettiva delle reclute dell’esercito comunitario emiratino. Secondo quanto gli aveva spiegato il suo accompagnatore intabarrato, il tirocinio psico-attitudinale e le prove fisiche avrebbero richiesto un paio di giorni per essere portati a termine, dopodiché ogni aspirante coscritto avrebbe ricevuto il responso sulla propria candidatura.
Per la prima volta dopo il suo naufragio, Michael era nuovamente solo in un ambiente sconosciuto – stavolta ben più affollato e moderno dei ruderi in cui era precipitato giorni prima. A giudicare dalla calca di baldi giovini delle più disparate razze, nell’atrio del palazzo si stava radunando la prima batteria della sessione di reclutamento odierna.. -
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{ Yasul, Mura Perimetrali }
Michael Solus
I candidati radunati nell’atrio dell’Imarat erano assai variegati: dai tozzi Svirfneblin (detti “gnomi delle profondità”) agli affusolati uomini-serpente, passando poi per drow (o elfi scuri), hobgoblin, umani di etnia berbera e molti altri rappresentanti di razze civilizzate. Tutti avevano uno sguardo determinato e a tutti fu assegnato un numero identificativo da esporre addosso – Michael ricevette la targhetta del trentanove.
Una donna dalla stazza imponente e dalla pelle d’ebano con marmoree venature cremisi si parò davanti al gruppo assortito, posando i suoi occhi dalle sclere nere e vitree sugli aspiranti cadetti. Era blindata dentro una sorta di carapace chitinoso assimilabile ad un’armatura naturale, dato che molti segmenti della corazza parevano emergere direttamente dal suo corpo.
« Seguitemi, candidati: andiamo a farci una corsa sulle mura. »
La gigantessa alta più di due metri si avviò a passo spedito fuori dall’edificio, dirigendosi verso le mura periferiche che cingevano il Pentauron. Dopo aver asceso una vertiginosa scala a chiocciola che avrebbe messo il fiatone ai meno allenati, l’esaminatrice si voltò verso chiunque l’avesse seguita fino alla sommità dell’immensa cinta muraria.
« Statemi dietro fin quando non mi fermerò, se scendete prima siete fuori. Non potete nuocere in alcun modo agli altri candidati, pena l’allontanamento dalla selezione. Se dovete vomitare e non arrivate in tempo al parapetto esterno, non sporcate le mura o siete fuori. »
Ad assicurare il rispetto delle regole c’erano altri esaminatori in coda al gruppo, tanto simili alla capogruppo - eccezion fatta per le folte barbe scure - da sembrare imparentati o quantomeno appartenenti alla medesima etnia.
La corsa cominciò subito dopo, diretta verso sud-est per assecondare la forma di pentagono rovesciato del Presidio Centrale – di cui Yasul era il Distretto sotteso dal vertice inferiore. L’esaminatrice partì di gran carriera, distanziando immediatamente gli esaminandi numerati: il suo passo pesante mostrava uno stile di corsa efficiente, privo di movimenti inutili e perfettamente saldo sulla pavimentazione marmorea che separava le Cento Torri di guardia per cui il Pentauron era celebre.
Da quell’altezza si poteva ammirare alla propria sinistra il Distretto arabeggiante - costellato da minareti, cupole dorate e dai vicoli caratteristici della qasba - su cui dominava Palazzo Yarasmid, l’antica sede del potere della Punta del Ferro; di contro alla propria destra si estendeva a perdita d’occhio la desertificazione incalzante del Presidio Sud, interrotta solo dalle carovane in arrivo e in partenza; infine alcuni dirigibili sorvolavano l’intero scenario in un continuo viavai aereo e molti aerostati esibivano il simbolo degli Emirati Meridionali.
Purtroppo molti dei candidati non riuscirono a godersi il panorama, impegnati com’erano a non incespicare mentre tentavano di mantenere il passo dell’apripista. Dopo la prima ora alcuni corridori cominciarono ad andare in crisi, inciampando nei loro stessi piedi e barcollando verso la balaustra per rigurgitare la colazione. Qualcuno si fermò e non riprese a correre, ritirandosi ufficialmente dalla selezione per lo stress di non sapere quante miglia ancora restassero da macinare. I controllori si limitavano a spuntare i numeri di matricola dei ritirati, rimuovendo le targhette e affidando gli squalificati alle Milizie d’Argento in servizio sulle mura, che avrebbero indicato loro il punto di discesa più vicino.
Allo scoccare della seconda ora di tragitto, dopo essersi lasciati alle spalle una dozzina di torri e aver superato il vertice meridionale della cinta muraria, il gruppo si era sfoltito e la maggior parte dei candidati rimanenti arrancava dietro l’esaminatrice sempre più distante.
Quanto sarebbe durata ancora quella maratona?. -
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{ Yasul, Mura Perimetrali }
Michael Solus
La maratona di sangue, sudore e bile costeggiò l’intero Distretto di Yasul, portando gli aspiranti cadetti fino al confine opposto rispetto a quello in cui sorgeva Palazzo Imarat. Tra affanni e vista offuscata i candidati intravidero in lontananza una vasta distesa luccicante, su cui i raggi del sole riverberavano come un tripudio di diamanti. Il lago di Rivenore - incastonato nel Pentauron come una perla - rappresentava la Punta Sud-Est del Presidio Centrale: il castello insulare che sorgeva al centro del lago era la Chiave delle Dimensioni, dimora di Lord Aeon e sede del potere assoluto su Endlos.
Laddove le mura perimetrali s’interrompevano per lasciar spazio alla distesa d’acqua, l’avanguardista del gruppo si fermò. Dopo decine di miglia di corsa ininterrotta si voltò per scrutare i superstiti, mostrando di avere una respirazione perfettamente sotto controllo.
« Candidati, abbiamo finito il riscaldamento. Ciascuno prenda una di queste funi: fissatele in autonomia ad una sporgenza e calatevi dalle mura con la tecnica che preferite. Ci ritroviamo di sotto, se non volete cimentarvi potete sempre ritirarvi e scendere dalle scale. »
Dopo aver indicato delle corde arrotolate a disposizione di chi aveva tagliato il traguardo, l’esaminatrice si gettò dalla sommità della cinta muraria con disarmante disinvoltura. Dopo una vertiginosa caduta nel vuoto, la temeraria maciste atterrò con un tonfo seguito immediatamente da una capriola che la riportò in piedi sul suolo disselciato del litorale lacustre. Da quell’altezza si riuscivano a distinguere a malapena le sue braccia conserte, in attesa di saggiare le manovre di discesa degli esaminandi.
Gli altri esaminatori rimasero di sopra per cronometrare il tempo impiegato nell’esecuzione dell’esercizio e per valutare i punti di attracco scelti da ognuno, nonché i nodi con cui avrebbero assicurato le rispettive funi. I presenti avrebbero scoperto (forse troppo tardi) che la lunghezza delle cime era studiata per essere sufficiente a raggiungere il terreno solo se annodate nel modo più efficiente possibile, senza nemmeno un centimetro sprecato. Usando eccessivo scrupolo si rischiava di dover concludere la discesa con un balzo potenzialmente spacca-ossa, mentre un nodo grossolano poteva rivelarsi del tutto fatale.
Proprio mentre ciascun membro del gruppo si appropriava di una corda - approfittando della ricerca di una sporgenza per tirare brevemente il fiato - sopraggiunse un ultimo corridore sfiancato, trascinatosi come fanalino di coda nelle ore precedenti. L’uomo era scarno e pareva il meno preparato fisicamente, tanto che la sua stanchezza lo fece cadere in ginocchio – e nessuno degli istruttori si sarebbe premurato di ripetergli le istruzioni della nuova prova.. -
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{ Yasul, Riva del Lago di Rivenore }
Michael Solus
Uno dopo l’altro i candidati si calarono dalla cinta muraria, ciascuno adottando la tecnica discendente più congeniale alla propria costituzione fisica: alcuni sfruttarono l’attrito della corda sul corpo per regolare la velocità di discesa, altri oscillarono come pendoli lungo le mura. Più della metà dei presenti calcolò male la lunghezza delle corde, ma solo un paio di candidati cascò tanto rovinosamente da fratturarsi le ossa – giocandosi così la possibilità di proseguire la selezione. Perfino l’ultimo arrivato della maratona aveva trovato il coraggio di calarsi nel vuoto, emulando chi l’aveva preceduto fino a scorticarsi gli avambracci per la discesa grossolana.
« Ora seguitemi, ci facciamo una nuotata nel lago: se non riuscite a proseguire e volete ritirarvi, agitate le braccia e i miei uomini v’isseranno sulle barche a remi. »
Senza ulteriori preamboli l’esaminatrice si tuffò nel freddo lago di Rivenore, avanzando a ritmo inumano a suon di possenti bracciate. Gli altri esaminatori scesi dalle mura spinsero in acqua delle scialuppe arenate in quella caletta, posizionandosi in modo da fiancheggiare la formazione di nuotatori che prontamente si stava fiondando sulla scia dell’apripista. Prima di tuffarsi, alcuni candidati lasciarono a bordo dei canotti gran parte del proprio vestiario, così da non appesantire eccessivamente le proprie membra già provate.
La traversata avrebbe messo a dura prova anche il più irriducibile dei candidati: tra il fiato mozzato per lo sbalzo di temperatura e gli arti appesantiti dall’acido lattico, perfino restare a galla mentre si sguazzava poteva risultare un ostacolo insormontabile. E chi poteva sapere quale sarebbe stata la destinazione finale? L’addetta alla selezione pareva talmente forzuta da poter raggiungere a nuoto perfino il castello di Lord Aeon!. -
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{ Yasul, Darsena della Sede del Sodalizio delle Ceneri }
Michael Solus
La traversata dell’immenso lago durò parecchie ore e a mano a mano i nuotatori si distanziarono vicendevolmente. Nessuno fra i candidati restò in scia all’esaminatrice, tanto che qualcuno - preso dall’affanno - perse del tutto la trebisonda e finì per spiaggiarsi lontano dalla meta, mentre altri semplicemente si arresero e furono issati sulle zattere prima di affogare. Lo sparuto gruppo dei sopravvissuti approdò nella darsena di una vasta proprietà privata, accolto dallo sguardo insoddisfatto della responsabile alla selezione – già asciugatasi mentre attendeva i ritardatari (tra cui spiccava anche l’ultimo arrivato della maratona, ancora miracolosamente in vita).
« Forza, lumache di lago: fuori dall’acqua. »
Contemporaneamente sbarcarono anche le scialuppe degli altri esaminatori, che avevano già scaricato su altri moli lacustri chi aveva gettato la spugna. Riconsegnarono ai candidati l’equipaggiamento affidato loro e si schierarono sull’attenti davanti alla superiore – che tornò a rivolgersi agli aspiranti cadetti.
« Stanotte sarete ospitati nel parco di Sua Eccellenza Yasuf ʿĀmir Khalīfah, Shah di Yasul ed Emiro dell’organizzazione per cui voi mammolette pensate di essere tagliati. »
Il Djinn più comunemente noto come “Califfo” era una figura ben nota a Yasul e probabilmente si trattava dell’Emiro che Ser'ada aveva menzionato più volte durante il viaggio in compagnia di Michael.
« Dovrete costruirvi un giaciglio e accamparvi per la notte. Se lasciate la proprietà prima dell’alba di domani siete fuori. »
Ciò che l’esaminatrice aveva omesso era la presenza di parecchie bestie esotiche nella tenuta del Sodalizio delle Ceneri - organizzazione venatoria fondata dallo stesso Califfo - che avrebbero certamente disturbato il sonno dei presenti: tra insetti pervasivi, piante urticanti e una baraonda di richiami notturni, dormire all’addiaccio in quella riserva naturale sarebbe stato ben poco riposante – soprattutto se ogni mossa dei candidati sarebbe stata sottoposta allo sguardo vigile dei vari esaminatori appostati nella proprietà.. -
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