Arrivo alla Città dell'Acqua

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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    I primi raggi del sole nascente tingono il cielo con sfumature dorate e rosa pastello, offrendoti uno spettacolo tutto nuovo e pieno di incanto quando ti soffermi a contemplare il modo in cui la luce colpisce l'acqua della laguna, creando un gioco di specchi e colori che ti ricorda un poco i fenomeni di Aurora boreale del tuo paese natio - il Presidio Nord.

    Il viaggio da Najaza è stato lungo, ma in fondo tranquillo... almeno fino a quel brutto affare del furto alla locanda, ma -come avevi detto a Göstaff, all'alba di quel giorno- in qualche modo siete riusciti a completare la prima tappa del viaggio: pur lavorando in condizioni non certo facili, siete riusciti a pagarvi la colazione e l'alloggio, e con qualche settimana extra di fatica siete anche riusciti a metter da parte qualche provvista per sfidare il Dorso del Drago di Pietra.

    Una volta raggiunti gli avamposti arroccati sul Koldran, avete potuto trovare appoggio presso i Cavalieri che vi sono stati spediti in esilio, ma... ben conoscendo di fama la loro comprensibile mancanza di simpatia per i Nobili che hanno il privilegio di dimorare sulla città volante -che ce li hanno spediti- vi è bastato avere l'accortezza di tenere celate le vostre identità, limitare al minimo le interazioni con gli altri, e spacciarvi per comuni viandanti diretti ad Est.

    In ogni caso, varcati i confini del Presidio Est, hai potuto tirare un sospiro di sollievo: non solo perché il clima e le condizioni atmosferiche sono migliorate -passando dai rigori dell'inverno ad una fresca primavera-, ma perché nella discesa dai Monti Celesti hai trovato solo una vasta quantità di eremi isolati -abbastanza ospitali da potervici riparare-, acque dolci in abbondanza, bacche e funghi, e scorci panoramici mozzafiato; nessun centro urbano propriamente detto, solo qualche escursionista prodigo di racconti e raccomandazioni, e qualche creatura fatata troppo schiva per stabilire qualsivoglia contatto.

    ...per questo il tuo precettore si è quasi commosso quando -volta scesi di quota- avete raggiunto il primo grazioso e tranquillo paesello montano da cui poter arrivare a valle: raggiunta la vasta laguna che s'apre ai piedi delle alture, hai potuto notare che la gente dell'Est è molto più aperta e calorosa di quella a cui sei stato abituato, è indaffarata ma gentile, e la cosa non ti fa sentire particolarmente fuori posto; per lo meno, la carovana commerciale a cui tu e il tuo tutore vi siete uniti nel traghetto verso Selowen si è rivelata una compagnia piacevole con cui trascorrere la traversata.

    In particolare, i piccoli mercanti -alcuni con famiglia al seguito- sono stati molto disponibili a fornirvi informazioni utili su come muovervi in città, i luoghi più belli da visitare, e le locande migliori in cui alloggiare dignitosamente - ma senza dover spendere un patrimonio per questo.

    Una volta sul molo, dopo esservi accomiatati dalle persone che vi hanno tenuto compagnia, tu e Göstaff vi ritrovate da soli per le vie di quella città sospesa sull'acqua; sicuramente c'è tanto da fare e molto da vedere, ma potrebbe essere una buona idea trovare prima la taverna che vi hanno segnalato: "il Giglio Rosso" dovrebbe essere in fondo alla via che costeggia il canale; non proprio vicino alla piazza centrale -e proprio per questo dai prezzi più abbordabili-, ma comunque in un'area molto pittoresca della metropoli.

    Stando alla dritta che ti ha dato uno degli uomini sul traghetto -probabilmente toccato dalle lamentazioni un po' troppo emotive del tuo precettore sulle asprezze del viaggio-, la vecchina che ne è proprietaria è stata una stella dei teatri di Lafiel, in gioventù, e la nostalgia tende a farle fare sempre un prezzo di favore ai giovani aspiranti artisti: tutto sta a capire se potete sfruttare la cosa senza marciarci troppo.

    Ma... hai tempo di pensarci lungo la strada. Ora sei libero di guardarti intorno, respirare l'allegria di quel viavai di gente, e gioire di quella tua prima conquista: perché nonostante le avversità, sei arrivato alla meta. Allora... come ti fa sentire?


    Info-Box

    Benvenuto nel Presidio Est! :woot:

    Ricollegandomi al tuo post introduttivo, ho delineato a grandi linee quella che può essere stata il resto della traversata per Kyrill e il suo precettore; per non appesantire -e ritardare- ulteriormente, il primo turno è a tua disposizione per un riassunto - nel prossimo arriverete alla locanda e questa mini-avventura avrà propriamente inizio :flwr:

    Buon divertimento! :grab:

     
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    o sciabordio dell’acqua contro il fianco dell’imbarcazione era un suono che Kyrill sentiva ora per la prima volta nella sua vita. Era una sensazione strana e piacevole, stare seduti su quel guscio di legno, percependo con tutto il corpo i movimenti dell’enorme massa liquida sottostante, che solo il fasciame divideva da lui. Oltre il parapetto, la nera superficie della laguna celava fondali limacciosi coperti da tappeti di alghe carnose color ruggine, che solo nei primi metri dopo il molo si erano potuti intravedere, prima di sfuggire nelle torbide profondità.
    Nell’aria c’era un odore come di marciume, ma piacevole, esotico.
    « Non esiste al mondo un freddo paragonabile a quello che si prova su una barca in mezzo all’acqua prima del sorgere del sole in inverno. In questo momento darei la mia mano destra per una bufera di neve a Najaza »
    Seduto al suo fianco, il povero Göstaff tremava come una foglia, stringendosi nel suo mantello.
    « E probabilmente non me ne accorgerei neanche, se adesso me la segassero »
    Il fatto che non avesse perso il gusto per i suoi motti di spirito tuttavia era confortante. Kyrill gli sorrise senza rispondere, perché effettivamente anche lui era scosso da violenti brividi, e gli sembrava che tutto il calore del suo corpo si fosse ridotto a una fiammella tremolante in fondo al suo stomaco.
    « Ve lo ripeto cari amici, avete fatto la scelta migliore a prendere il primo traghetto! Arrivare a Selowen all’alba è senza dubbio il modo più suggestivo. Soprattutto se per voi è la prima volta in città. Ne sarà valsa la pena, credetemi » Disse il mercante che la sera prima li aveva convinti a quell’alzataccia.
    « È la prima volta solo per il ragazzo. Io sono un abitué della Città degli Innamorati. Ahh… mai appellativo fu più appropriato! Un gentiluomo conosce il valore della discrezione, perciò non farò nomi, ma questo viandante del Nord ha goduto, e chissà, forse ancora gode, dei favori della più affascinante dama della Laguna… »
    Il colorito del non più giovane nobiluomo si era improvvisamente ravvivato a quel ricordo, e i suoi occhi fatti lucidi. Tuttavia i presenti non parvero molto impressionati da quelle vaghe allusioni. Passarono alcuni istanti di silenzio, poi, con tono noncurante, come se si fosse passati a tutt’altro argomento, Göstaff domandò: « Hanno poi riparato il danno al cornicione del palazzo della Principessa Chrisobell? » Sbirciò furtivamente le reazioni sui volti degli altri passeggeri, pregustando fremiti di sorpresa e invidiosa ammirazione.
    « Non ho mai sentito questo nome »
    « Ma come! La più affascinante dama della Laguna! La musa di tutti i poeti di Selowen! » L’uomo rimase mortificato, e non parlò più per il resto della traversata.

    A oriente il cielo cominciava ad assumere quella tinta grigiastra che preannuncia l’alba vera e propria, e che riempie sempre il cuore di un irrazionale sollievo. Come se una parte di noi temesse ogni volta che la notte non dovesse davvero avere fine, e quel rischiararsi giungesse ad esaudire una speranza.
    Con lo sguardo fisso a prua, in attesa che le tanto celebrate cupole di Selowen apparissero oltre gli isolotti boscosi della laguna, Kyrill indugiava sui ricordi dell’ultima settimana. A confronto con gli anni scivolati via sempre uguali fra le mura volanti di Najaza, quelle due settimane sembravano lunghe una vita. Non si capacitava di come il tempo potesse riempirsi così tanto di avvenimenti.
    Si toccò le vesciche ormai rimarginate che gli erano venute spaccando la legna nel cortile della locanda dove li avevano derubati… Per quanta forza mettesse nel colpo, la scure non riusciva mai a dividere in due il ciocco, e allora doveva prenderla a colpi con una pesante mezza, mentre Göstaff reggeva il manico dell’ascia. “ Le querce da queste parti sono dure come pietra, signorino ” commentava la moglie del locandiere, che aveva preso sarcasticamente a chiamarlo così imitando il suo precettore. Il quale tuttavia non faceva nulla per sembrare meno aristocratico.
    Ho le dita tremendamente informicolate a reggere questa scure, signorino. Ogni volta che date un colpo mi sento vibrare fino alle più remote estremità!

    Socchiudendo le palpebre riportò alla mente il momento in cui per la prima volta aveva posato gli occhi sul panorama del Presidio Est. Stavano scendendo per un sentiero di montagna coperto da alti abeti scuri, quando all’improvviso dopo una curva gli alberi si erano aperti, e davanti al loro sguardo si era svelata un’ampia valle, occupata in fondo da un laghetto d’acqua cristallina in cui si rifletteva l’azzurro del pomeriggio. Nonostante la stagione un timido verde colorava i prati, e da alcune piccole casette lontano si levavano sottilissimi fili di fumo. Il suo petto si era come espanso, le sue spalle si erano come scrollate di dosso un peso, e si era sentito felice!
    Avevano deciso di fermarsi per una pausa di fronte a quella vista magnifica, per fissarne bene il ricordo nella memoria. Mentre il ragazzo affettava il pane e il durissimo salame di cervo che avevano ricevuto dai Cavalieri sul Koldran, il precettore si era allontanato in cerca di un ruscello per riempire le fiasche. Non vedendolo tornare, Kyrill si era poi incamminato nella stessa direzione, fra gli alberi. L’aveva trovato al centro di una piccola radura, con graziosi funghi arancioni che spuntavano da un soffice tappeto di aghi di pino. Stava mezzo accucciato, e muoveva lo sguardo attorno a sé come seguendo qualche insetto che gli ronzasse attorno. “ Signorino – lo aveva chiamato a bassa voce il gentiluomo – Venite a vedere!
    Qualcosa effettivamente gli sfarfallava attorno… ma non erano insetti! Si trattava di una mezza dozzina di esili figurine, alte meno di una spanna, che lo attorniavano emettendo un dolce ronzio e delle risatine sommesse. Lui si muoveva con gesti lenti e delicati, cercando di sfiorarli.
    " Oh Cielo, mi ha dato un bacino sulla guancia! "
    Due vistosi rivoli di lacrime scorrevano giù dagli occhi spalancati dell’uomo, palesemente in estasi.
    Kyrill non credeva ai suoi occhi, erano delle vere fate! Ma quando mosse il primo passo verso di loro, fu come se un fulmine avesse squarciato all’improvviso l’idillio della radura. Gli spiritelli lanciarono un grido acuto da far accapponare la pelle, e sfrecciarono via verso la foresta. Intanto Kyrill cadeva a terra, rigido, in preda alle convulsioni.

    « Eccola, ci siamo! »
    La voce del mercante lo riportò al presente. L’aria e l’acqua si erano accesi di uno stupendo rosa pallido, e davanti a loro, mentre la barca procedeva sciabordando, si rivelava il profilo di una città come il ragazzo non ne aveva mai viste. Il volto che Selowen mostrava a chi arrivava da quella parte della laguna era il più magnifico: i marmi bianchi dei palazzi sembravano fatti a posta per catturare i colori dell’alba e accendersi di splendore, il profilo delle torri e delle cupole pareva disegnato da un unico artefice per rispettare segreti canoni di bellezza, e ogni vetrata rifletteva gagliarda i raggi del sole nascente.
    « Non ve l’avevo detto che ne valeva la pena? »
    La vista di Selowen che si faceva sempre più vicina, e forse i piacevoli ricordi che questa gli richiamava, aveva fatto dimenticare persino il suo malumore a Göstaff, che tutto contento si mise a raccogliere consigli e raccomandazioni dagli altri passeggeri del traghetto, i quali facevano a gara per mostrarsi grandi conoscitori della città.
    I passeggeri scesero a terra su un molo che dava direttamente sul marciapiede che costeggiava il canale principale. Uno stuolo di facchini sciamò sui bagagli dei mercanti, e in breve tempo ognuno si diresse verso il proprio fondaco o la propria casa, augurando ai due viaggiatori del Nord una buona permanenza.
    Appena rimasero soli, e divenne ovvio che erano stranieri, vennero avvicinati da un uomo che evidentemente doveva essere stato in attesa nei dintorni, e che si offrì di fargli da guida e di accompagnarli ad un albergo poco distante, ma Göstaff lo congedò con decisione.
    « La prima volta che sono stato qui ho fatto l’errore di accettare le offerte di un uomo come quello, e alla fine della giornata esigeva denaro che mi sarebbe bastato per una settimana. Nelle nostre sfortunate condizioni non possiamo permetterci errori simili… »
    « Qualcuno sul traghetto ti ha consigliato un posto dove alloggiare? Io non stavo ascoltando »
    « Si, non è lontano da qui, e pare sia una locanda a buon mercato, ma dignitosa, finalmente. Siamo in una delle Sette Sorelle del resto, non è più tempo di dormire gomito a gomito con gente che non ama la toeletta personale! »
    Ragazzo e precettore si sistemarono gli zaini con i loro pochi bagagli sulle spalle e si avviarono lungo il canale. Il marciepiede era pulito come se fosse stato appena spazzato con acqua e sapone, e le botteghe che vi si affacciavano avevano tutte un’aria ordinata e amichevole.
    « La locandiera dovrebbe essere una specie di ex attrice, pare che si lasci commuovere dai giovani che arrivano a Selowen con il sogno del teatro. Mi hanno consigliato di farvi passare per un aspirante attore, ma in tutta onestà non credo che questo sia consono alla dignità del vostro rango. Chissà cosa ne penserebbe vostra madre… »
    « Nemmeno spaccare legna fuori da una locanda è particolarmente consono alla dignità del mio rango… »
    « Ma il teatro… è un mondo sordido… »
    « … il problema piuttosto è che se una scure la posso ben maneggiare, non credo di potermi far passare per attore! Ma vedremo come andranno le cose. »
    Svoltato un angolo della via principale, si trovarono quasi subito di fronte ad una bella insegna ridipinta di fresco con un giglio rosso stilizzato.
    « Siamo arrivati! »


    Alla faccia del non appesantire... scusa il mattone :tend:


    Edited by T h e B a r d - 29/1/2020, 18:34
     
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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    Con i bagagli in spalla, il giovane rampollo e il non-più-cosí-giovane precettore si incamminano lungo la direzione che è stata indicata loro dai mercanti assieme a cui hanno viaggiato, e mentre i loro occhi rimirano curiosi l'ordine, la pulizia, e la serena bellezza delle strade dei canali cittadini, non incrociano che poche altre anime tanto mattiniere da lasciare i propri alloggi e le proprie dimore già all'arrivo dell'alba.

    Si tratta per lo più di gente del popolino, e non è cosa strana, dal momento che Selowen è una celebre e grande città turistica, e che ai turisti -spesso reduci dalle gozzoviglie notturne- a quell'ora piace starsene a dormire: fornai già all'opera nelle loro botteghe, massaie e locandieri in cerca di primizie al mercato cittadino, pescatori di rientro dalla laguna, e -anche se non appaiono più così flamboyanti come durante la notte, nei loro abiti più colorati e succinti- anche cortigiane, dal momento che -come Göstaff potrebbe spiegarti con un certo imbarazzo, più o meno scandalizzato- le case d'appuntamenti sono regolamentate come una qualsiasi altra attività commerciale nel tollerante Est.

    Avendo sempre per sottofondo il placido e gentile sciabordare delle acque, chiacchierando con il tuo tutore per fare il punto della situazione -e magari accordarvi sulla versione comune da presentare alla locandiera-, svoltate l'angolo della via maestra e i vostri sguardi vengono naturalmente catalizzati dalle tonalità squillanti del giglio rosso, dipinto sull'insegna di legno che penzola dalla sua aste di ferro battuto ad una manciata di metri di distanza.

    « Siamo arrivati! »

    Lieto di essere giunto a destinazione, il buon Göstaff sta per raggiungere il battente con l'intenzione di spingerlo e fare il suo ingresso nel locale quando uno schianto di legno che si spezza -un suono con cui hai preso familiarità durante i tuoi giorni da spaccalegna- echeggia nella strada, ulteriormente amplificato dalla quiete che a quell'ora regna sovrana sulla città, paralizzando il tuo attendente sul posto; quando poi sentite alcune voci dai toni aspri e concitati fare eco a quel suono così fragoroso, non vi serve alcuna scienza particolare per capire che qualcosa sta succedendo nel vicolo che si apre a pochi passi da voi.

    Sebbene per dei forestieri non sia forse la cosa più saggia del mondo ficcanasare nei problemi altrui, qualcosa ti spinge lo stesso ad affacciarti nella stradina per capire la situazione, ed è così che ti ritrovi ad assistere a quella che ha tutta l'aria di essere una scena di colluttazione: disteso a terra -in mezzo ai resti di alcune cassette della frutta-, intravedi un omone barbuto intendo a stringersi il naso sanguinante; indossa delle brache scure ed una lisa casacca rossa, molto simile a quella degli altri due energumeni che -ad appena un paio di metri da te- sostano in piedi all'imboccatura della stradina.

    In mezzo ai tre, disposti in posizione di accerchiamento, girato di spalle, noti uno smilzo giovanotto dai corti capelli biondi, abbigliato con un paio di calzoni marroni ed una semplice camicia bianca: strano a dirsi, ma dal suo pugno ancora levato in aria sembra essere stato lui a mandare al tappeto il tipo dal naso rotto, e... se la voce del buonsenso ti potrebbe suggerire di non impicciarti, la tua educazione ai valori dell'onore e della cavalleria -ricevuta durante l'Accademia Militare- non può fare a meno di farti immediatamente notare la disparità delle forze in campo.

    Tre contro uno è una buona strategia, ma non è uno scontro leale; in più, ciascuno degli uomini in rosso è già da solo più alto e largo dell'opponente, e -per finire- mentre il ragazzo è disarmato e voltato di schiena, dalla tua posizione vedi gli altri due estrarre i pugnali con l'intenzione di colpirlo vigliaccamente alle spalle.

    A questo punto, la cosa più ragionevole per un bravo cittadino sarebbe correre a cercare l'aiuto di qualche gendarme, ma... non farebbero mai in tempo. E poi tu non sei un civile Perciò... che cosa fare? Intervenire? Lanciare un avvertimento? Voltarti dall'altra parte e proseguire per la tua strada?
    E mentre decidi cosa scegliere, il tempo fugge.


    Info-Box

    Grazie a te del "mattone": è sempre bello vedere un giocatore che ha voglia di scrivere, narrare ed approfondire il proprio personaggio e condividerlo con chi legge :kisu:

    In ogni caso, vendo al turno di gioco, la situazione è abbastanza chiara: prima di entrare nella locanda, sentite un rumore e vi trovate ad assistere ad una rissa in cui un giovanotto affronta tre energumeni - hai piena libertà di scelta sul da farsi, ma ricorda solo di non essere autoconclusivo sui PNG :flwr:

    Se hai domande o necessità di ulteriori dettagli, scrivimi pure in privato :grab:

     
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    entre Göstaff lo precedeva verso l’ingresso della locanda, Kyrill sciolse la schiena e le spalle sotto il peso dello zaino. La meraviglia dell’arrivo in città all’alba già perdeva la sua vividezza e scivolava nel mondo dei ricordi, mentre in lui restava una fastidiosa stanchezza. Non se ne era reso conto sul momento, ma il tempo trascorso immobile nella gelida umidità dell’imbarcazione gli aveva intorpidito le membra, già provate dal sonno interrotto troppo presto.
    Con inquietudine si rese conto che all’idea della giornata che lo attendeva, ore e ore a camminare su e giù per quella città sconosciuta, provava ora un certo malessere. Il momento che aveva tanto desiderato e che gli aveva fatto sopportare quel viaggio tanto faticoso, ora che ce l’aveva a portata di mano, perdeva un po’ della sua aura scintillante, e questo non gli fece per niente piacere.

    Un rumore come di oggetti rotti e rovesciati sorprese in quel momento il ragazzo e il precettore, facendoli sobbalzare. Kyrill non si era reso conto fino a quel momento di quanto la zona fosse silenziosa. Subito seguirono delle voci di cui non si potevano distinguere le parole, ma che nel tono suonavano cariche di violenza.
    Göstaff si trattenne dall’aprire la porta e gli rivolse uno sguardo esageratamente sorpreso, con la bocca sovrastata dai bei baffi che formava un ovale perfetto.
    Sarebbe stato molto semplice affrettarsi dentro la locanda e lasciare che qualunque cosa stesse accadendo continuasse ad accadere senza coinvolgerli, ma (forse più per naiveté che per buoni principi) questo pensiero non sfiorò nemmeno la mente del ragazzo. Con due falcate si avvicinò all’angolo del vicolo da cui provenivano le voci e guardò oltre.
    Per prima cosa vide le schiene larghe e massicce di due uomini che gli davano le spalle. Oltre, un’altra persona, anche lei voltata, con un vestito bianco, e ancora al di là quella che sembrava la causa del fracasso: un quarto individuo riverso a terra fra cassette di legno sfasciate. La calle era molto angusta, stretta fra muri di mattoni anneriti, molto meno pulita e ordinata del marciapiede lungo il canale. Appena voltato l’angolo un fresco profumo di biancheria pulita raggiungeva le narici, e infatti in alto, fra una casa e l’altra, erano tesi dei fili carichi di bucato.
    L’istinto guerriero di Kyrill, allenato all’Accademia per oltre dieci anni, riconobbe immediatamente la situazione: la persona con la camicia bianca si trovava circondata dagli altri tre, che le erano ostili. Doveva aver colpito e buttato a terra uno di loro, facendo in questo modo partire l’escalation di violenza.
    Il ragazzo seppe che i due uomini in piedi stavano per sfoderare delle armi ancor prima di vedere le mani stringersi sull’impugnatura dei coltelli e il luccichio delle lame.

    Forse quegli individui vestiti di rosso avevano le loro buone ragioni per dare addosso all’altro. Ma forse no, e una volta che gli avessero piantato quei pugnali fra le costole sarebbe stato troppo tardi per accertarlo.
    « Un momento! Che succede? »
    La sua voce suonò più roca e incerta di quello che si era immaginato, tanto che probabilmente gli uomini non avrebbero afferrato quello che aveva detto. Ma ripetersi sarebbe stato ancora più ridicolo. E anche la scelta, “Un momento, che succede?”, gli sembrò immediatamente comica, da romanzo. Si augurò che non avessero afferrato.
    Sentì che anche Göstaff dietro di lui si era affacciato sul vicolo, ma ormai era troppo tardi per chiedere la sua opinione sul da farsi. Senza che se ne rendesse conto, le sue dita scivolarono sul pomo della spada.
     
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    Sarebbe stato facile voltarsi dall'altra parte e risparmiarsi grane evitando di impicciarsi in... qualsiasi cosa stia accadendo in quella stradina, ma se c'è una cosa che il tuo viaggio ti ha permesso di scoprire -fin dal suo esordio in quella taverna dell'Etlerth- è che a quanto pare sei un tipo tenace, e anche se sei vissuto nella relativa bambagia che una vita aristocratica ti garantiva, le avversità non ti fanno nessunissima paura.

    Avanzi a passo deciso verso l'angolo che ti preclude la vista, e la scena di tafferuglio che ti si para davanti non è certo qualcosa che coincide con l'immaginario collettivo che i viaggiatori potrebbero avere del pacifico Est, ma... ehi! Il conflitto può nascere ovunque, e sebbene le apparenze e le tue conoscenze militaresche ti permettono di leggere facilmente la situazione in atto, l'impossibilità di indovinare quali dinamiche abbiano portato a quel momento ti suggerisce che la cosa migliore da farsi è vederci chiaro.

    Possibilmente -pensi, guardando i due energumeni snudare le lame-
    prima che qualcuno si faccia male sul serio.

    « Un momento! Che succede? »

    La tua voce, per quanto roca ed incerta, echeggia tonante come un colpo di tamburo nell'aria quieta delle prime luci dell'alba, e risuona nella sorpresa di quelle persone che -assorte nei propri pensieri- non si sono nemmeno accorte del tuo arrivo, facendole sobbalzare: tralasciando l'uomo tramortito per terra, le altre tre figure ancora in piedi si voltano istintivamente nella tua direzione, e se i due omoni restano sorpresi ed un po' accigliati, il ragazzo con la camicia bianca è certamente il più reattivo della batteria.

    Difatti, dopo aver stabilito con un colpo d'occhio che non sei una minaccia, quello nota i pugnali in mano ai suoi due aggressori e scatta in avanti, verso di loro: approfittando della loro distrazione, di cui tu stesso sei la causa, il biondino disarma il primo con un calcio -facendo finire l'arma in mezzo alla vicina catasta di cassette di legno- e si impossessa della lama del secondo con un gioco di destrezza delle mani che -alla luce della tua esperienza- tradiscono un addestramento dalla basi solide.

    Ora armato, il ragazzotto aggira rapidamente gli altri due tizi dalle bluse rosse, in modo da avere tutti e tre gli avversari in vista: non sembra intenzionato ad attaccare, ma -mentre ti da le spalle- è piuttosto chiaro che è pronto a difendersi; i due energumeni, rimasti spiazzati dal tuo arrivo e dalla pronta reazione del loro bersaglio, ripiegano invece verso il loro amico che solo adesso inizia a dar qualche segno di ripresa.

    Sono visibilmente indecisi, non sanno bene cosa fare, e quando la facciotta baffuta di Göstaff fa capolino da oltre l'angolo, la loro confusione è totale. Almeno finché...

    « Niente. Non succede proprio niente, miei buoni signori. »

    La voce proviene dall'altro capo della stradina, ed è dalle ombre che l'avvolgono che vedete emergere una figura avvolta da una cappa nera e dal volto coperto da una delle Maschere tipiche della città di Selowen; la voce è pacata, i suoi passi non fanno rumore, e -se non lo avessi davanti agli occhi- troveresti la sua presenza stranamente impercettibile.

    « I miei uomini hanno semplicemente bevuto fino a tardi, e sono diventati molesti.
    Vogliate scusare il trambusto.
    »

    Ad un singolo cenno della sua mano guantata, i due energumeni aiutano il compagno a rimettersi in piedi e si affrettano a sparire nella direzione opposta a quella da cui sei arrivato, mentre l'uomo mascherato si attarda per scrutarvi tutti al di là del guscio bianco che protegge la sua identità; quando i suoi compari sono spariti in fondo alla stradina, il Domino vi rivolge un inchino, vi volta le spalle, e si allontana a passo tranquillo per tornarsene da dove è venuto.

    Rimasti soli, lo smilzo ragazzo biondo si gira verso di te e verso il tuo precettore, svelando un viso ancora imberbe, lineamenti delicati, e due occhi castani dall'aria intelligente; dopo avervi soppesati entrambi con una seconda occhiata, schiude le labbra e vi rivolge la parola con tono neutro.

    « Vi ringrazio. »


    Info-Box

    Dovrebbe essere tutto chiaro, ma se così non fosse, contattami pure privatamente :kisu:

     
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    ubito dopo aver deciso di parlare, Kyrill fu invaso da una vampata di calore, mentre l’adrenalina si propagava per il suo corpo intorpidito. Che reazione aveva innescato? Stava, proprio lì, in quel vicolo, in quella città, quella mattina, per sfoderare per la prima volta la spada contro qualcuno? Ci sarebbe stato un combattimento? O avrebbe dovuto tener testa a quegli sconosciuti verbalmente?

    Una reazione effettivamente si verificò, nello stretto vicolo che profumava di bucato, ma essa non si rivolse a lui, lasciandolo spettatore, come se le sue parole incerte non fossero bastate a farlo penetrare nella scena rispetto alla quale lui, in fondo, non era che un estraneo. Mentre i due uomini dalle casacche vermiglie si voltavano dando le spalle al ragazzo vestito di bianco, questi guizzò come un’anguilla: Kyrill non riuscì a seguirne i movimenti, dal momento che la sua visuale era ostruita dagli stessi corpi dei due individui, ma in un batter d’occhio i loro pugnali finirono uno scagliato lontano e l’altro nelle dita del biondo.
    In quel momento divenne chiaro, per il cadetto, che quelli non erano combattenti esperti, ma dei bravi da quattro soldi, grandi e grossi ma senza alcun guizzo guerriero. Avevano reagito con lentezza, dando entrambi la schiena al loro avversario, e ora il biondo gli era scivolato praticamente in mezzo senza che neppure provassero a immobilizzarlo e a disarmarlo a loro volta. Questi, per contro, si muoveva con una sicurezza e una padronanza che non si improvvisano.
    « Eccezionale… » si lasciò sfuggire Göstaff in un sussurro pieno di meraviglia.
    Kyrill invece si sentiva a disagio. Allontanò la mano dalla spada, sentendosi stupido in quella posa da guerriero che sta per entrare in azione. Era evidente che lo sconosciuto aveva la situazione sotto controllo, e non aveva bisogno del suo intervento. Mentre la scena continuava in silenzio, e i due uomini ora disarmati arretravano verso il compagno riverso a terra, il ragazzo arrivò a domandarsi se non avrebbe dovuto semplicemente voltarsi e uscire dal vicolo.
    Ma infine, ormai inaspettata, dal fondo della calle una voce dette risposta alla domanda del ragazzo, riconoscendo finalmente la sua parte in quel piccolo dramma.
    « Niente. Non succede proprio niente, miei buoni signori »
    Era una voce dallo strano timbro. Il ragazzo cercò di vedere chi fosse stato a parlare, ma troppe persone ingombravano il vicolo. Qualcuno era fermo all’altro capo della calle, appena oltre il confine del chiarore mattutino che si proiettava da sopra i tetti delle case ai due lati.
    « I miei uomini hanno semplicemente bevuto fino a tardi, e sono diventati molesti.
    Vogliate scusare il trambusto
    »
    Parole misurate, sicure, lasciate cadere a una a una in quel teso silenzio, nella piena consapevolezza della totale attenzione con cui venivano recepite. Con sospesa curiosità Kyrill seguì i movimenti dei tre uomini che si allontanavano, passando oltre e così liberando finalmente la visuale sulla stravagante figura che sostava in fondo al vicolo. La cosa che più sorprendeva lo sguardo era ciò che non si vedeva: non un centimetro di pelle era in vista: una nera cappa gravava sulle spalle dello sconosciuto, le mani erano nascoste da guanti, e tra l’alto bavero e il cappello la chiazza bianca che spiccava nella penombra non era un volto, ma una maschera.
    L’apparizione si inchinò rigidamente, voltò le spalle, e in un attimo era scomparsa.
    Nel vicolo rimase solo quel giovane biondo, con la camicia dello stesso colore dei panni appesi contro la striscia di cielo che si faceva sempre più azzurra.
    Se un passante avesse svoltato in quel momento l'angolo della calle non avrebbe colto più alcuna traccia della tensione che aveva un attimo prima pervaso l'aria, ma nell'animo dei presenti la figura mascherata aveva lasciato dietro di sé una sensazione di sospesa inquietudine.

    « Vi ringrazio » disse il ragazzo con semplicità, senza emozione.
    Kyrill lo osservò in viso, e si disse che doveva essere di qualche anno più giovane di lui. Gli parve assurdo dargli del voi.
    « Non ne hai motivo, non abbiamo fatto niente… » Tacque per un attimo, esitante « Ma che cosa stava succedendo? E chi era quell’uomo mascherato? »


    Edited by T h e B a r d - 13/2/2020, 22:58
     
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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    « Eccezionale… »

    Il commento meravigliato del buon Göstaff sottolinea il senso di disagio che quella insolita situazione di tensione ti ha installato, ma di lì ad un istante, gli eventi intorno a voi prendono una piega curiosa e scivolano via rapidi, verso uno scioglimento imprevisto - che ha però per te un vago insoddisfacente retrogusto di irrisolto.

    Lo scontro imminente, che al tuo arrivo sembrava pronto ad esplodere in maniera violenta, viene disinnescato dal tuo intervento (forse poco avventuroso ed adrenalinico, ma indubbiamente efficace), che permette al ragazzo con la camicia bianca di rompere l'accerchiamento dei suoi aggressori, e dall'arrivo di un misterioso uomo mascherato, che con le sue parole richiama all'ordine i tre energumeni -evidentemente suoi sottoposti- per poi dileguarsi nella bassa caligine che aleggia all'altro capo del vicolo.

    « Vi ringrazio. »

    « Non ne hai motivo, non abbiamo fatto niente… »
    i neutri ringraziamenti del giovane ti ridestano dai tuoi dubbi, solo per darti modo di esprimerli ad alta voce
    « Ma che cosa stava succedendo? E chi era quell’uomo mascherato? »

    « Non ne ho idea: qualche turista meno educato di voi, suppongo. »
    sentenzia il biondino con un mezzo sorriso, scrollando un poco le spalle
    « ...non che ci volesse molto, a giudicarlo dai suoi scagnozzi,
    che erano bifolchi della peggior specie.
    »

    Con disinvolta noncuranza, l'esile giovanotto dal viso imberbe infodera il pugnale "vinto" durante il confronto nella cintura che gli stringe la vita sottile -dietro la schiena, di modo che la piega della bianca stoffa della camicia lo nasconda alla vista-, e in curiosa coincidenza col fatto, con un impeccabile tempismo, anche il tuo precettore lasciò il riparo offerto dalla parete per avvicinarsi.

    « Io e quei tre eravamo malauguratamente nella stessa locanda: hanno passato tutta la serata a far chiasso, e non contenti hanno cominciato anche a declamare vili sconcezze sulle sirene, così gli ho detto chiaro e tondo di smetterla. »
    spiega ad entrambi, con uno sguardo duro ed un tono vagamente indignato al solo ricordo
    « Non sono stati collaborativi, naturalmente; anzi... e quando hanno avuto la bella pensata di infastidire la mia ragazza, li ho invitati a seguirmi fuori. »

    Una storia come ce ne sono tante, ma a cui il giovane non sembra voler dare troppo peso... né elargire troppi dettagli; in ogni caso, messe via le armi e tolte le pieghe dai propri abiti, il biondino porge la destra per un saluto amichevole.

    « Il mio nome è Rajulma: piacere di conoscervi. »
    esordisce, eseguendo le dovute presentazioni
    « In segno di ringraziamento per il vostro interessamento -e aiuto-,
    mi piacerebbe offrirvi la colazione.
    »


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    Nulla da dichiarare - un abbraccino, e a te la penna! :grab:

     
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    na certa nota di sincerità nell’atteggiamento e nel mezzo sorriso che si aprì sul viso dell’altro ragazzo iniziò a far scogliere in Kyrill quella sensazione di disagio che lo irrigidiva dall’interno. I suoi modi avevano un ché di sbrigativo, ma senza freddezza, e quando se ne rese conto ebbe la forte sensazione di potersi rilassare e sentire a suo agio, con quello sconosciuto.
    La sua spiegazione della vicenda, tuttavia, suonò all’orecchio del cadetto come percorsa da una fastidiosa sensazione di incompletezza…
    « Non ne ho idea: qualche turista meno educato di voi, suppongo. Non che ci volesse molto, a giudicarlo dai suoi scagnozzi, che erano bifolchi della peggior specie.
    Io e quei tre eravamo malauguratamente nella stessa locanda: hanno passato tutta la serata a far chiasso, e non contenti hanno cominciato anche a declamare vili sconcezze sulle sirene, così gli ho detto chiaro e tondo di smetterla. Non sono stati collaborativi, naturalmente; anzi... e quando hanno avuto la bella pensata di infastidire la mia ragazza, li ho invitati a seguirmi fuori.
    »
    Kyrill si disse che era naturale che l’altro non scendesse in tutti i dettagli così, di fronte a loro, di cui non sapeva nulla, in piedi in un vicolo, con quell’aria di sospensione che ancora vi aleggiava. Era un rapido riassunto, ecco perché suonava incompleto!
    L’accenno alle sirene, poi, bastò a destare il fascino e l’interesse del ragazzo abbastanza da allontanare la sua mente da quei ragionamenti. Con che noncuranza il biondo le aveva nominate, come fossero un elemento assolutamente normale della sua vita! Kyrill si sentì di nuovo invaso da quel sentimento di esaltazione che lo aveva trascinato fino a quel momento, e che era stato sul punto di affievolirsi poco prima, quando stavano per bussare alla porta della locanda. Non c’era dubbio che avesse fatto la cosa giusta, abbandonando il freddo grigiore di Najaza, perché forse un giorno, ora che si trovava in quella città, anche lui avrebbe potuto nominare le sirene con tanta indifferenza, come una cosa che conoscesse benissimo. Si vide nei panni del viaggiatore mondano, che sapeva consigliare le migliori locande di Selowen, e che aveva tanti aneddoti spiritosi da raccontare sulle sirene, sui canali, sulle abitudini degli abitanti…
    La mano tesa dell’altro ragazzo lo strappò a quelle brevi fantasticherie e lo riportò al presente.
    « Il mio nome è Rajulma: piacere di conoscervi. »
    Il cadetto ricambiò il gesto con un sorriso.
    « Mi chiamo Kyrill, e questo è Göstaff von Aspendag, il mio precettore. Veniamo da Najaza, siamo arrivati in città da neanche un’ora »
    « In segno di ringraziamento per il vostro interessamento -e aiuto-, mi piacerebbe offrirvi la colazione. »
    Per un attimo di nuovo Kyrill provò una punta di imbarazzo ad accettare dei ringraziamenti per il suo intervento piuttosto insignificante. Una parte di lui avrebbe voluto aver fatto di più, aver effettivamente aiutato quel giovane sconosciuto facendo prova di coraggio e generosità, e si sentiva un ipocrita a fare come se fosse andata così. Ma sempre qualcosa nella semplicità dei modi dell’altro lo portò ad accettare l’offerta senza fare complimenti. Sentiva di voler assecondare qualunque cosa succedesse, in quella città.
    « Se servono la colazione nella locanda qui dietro l’angolo, noi ci stavamo per entrare in ogni caso, per cercare alloggio! »
    E si fece da parte per permettere all’altro di guidarli all’interno, immaginando per qualche ragione che fosse un cliente abituale. Mentre lasciavano che il biondo li precedesse, Göstaff gli mormorò all’orecchio: « Quel figuro non aveva per niente l’aspetto di un altro turista. Se la memoria non mi inganna, indossava una maschera tipica di Selowen, e non aveva proprio l’aria di essersela appena comprata come souvenir »
    Il cadetto aggrottò le sopracciglia ricambiando l’occhiata cospiratoria che gli stava indirizzando il suo precettore, e i dubbi che gli erano sorti poco prima riguardo alle spiegazioni date dal ragazzo ripresero forma nella sua mente.
     
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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    Sebbene ancora un po' insoddisfatti dallo sbrigativo riassunto fornito dal biondino, il ragazzo ed il precettore si lasciano rassicurare dai modi ruvidi ma educati di Rajulma, ed entusiasmati dalla menzione appena fatta -così naturale e casuale- in merito all'esistenza delle sirene, si perdono per qualche istante nelle fantasticherie... fino a che il momento di presentarsi non li riporta al presente.

    « Mi chiamo Kyrill, e questo è Göstaff von Aspendag, il mio precettore.
    Veniamo da Najaza, siamo arrivati in città da neanche un’ora.
    »
    esordisci, ricambiando la stretta di mano del giovanotto e accettando al sua offerta
    « Se servono la colazione nella locanda qui dietro l’angolo,
    noi ci stavamo per entrare in ogni caso, per cercare alloggio!
    »

    « Oh, il Giglio Rosso: nuovi clienti per Monna Vinca...!
    Anche io e la mia ragazza alloggiamo lì, da quando vi siamo trasferite in città.
    »
    commenta l'altro, muovendosi per farvi strada
    « Vi avviso che non ha esattamente tutti i lussi a cui in genere i turisti ambiscono, ma è in posticino tranquillo e confortevole: c'è solo da adattarsi un po'. »

    Seguendo il biondino, tornate sui vostri passi: girate l'angolo, vi rimettete sulla via, e intanto Göstaff non riesce a contenere la sua vena pettegola, avvicinandosi al tuo orecchio per renderti partecipe delle proprie speculazioni che ha maturato dall'appena avvenuto incontro.

    « Quel figuro non aveva per niente l’aspetto di un altro turista. Se la memoria non mi inganna, indossava una maschera tipica di Selowen, e non aveva proprio l’aria di essersela appena comprata come souvenir »

    Senza sbilanciarti in commenti o contro-argomentazioni, ricambi l'occhiata cospiratoria del tuo tutore accigliandoti un poco, pensieroso, ma... forse per un udito particolarmente fine, forse con la complicità della quiete e del silenzio che ancora imperano sulle strade del rione, il biondino sembra aver inteso ogni parola, visto che interviene nella conversazione.

    « Forse è una deduzione affrettata, ma la parata annuale di carri e maschere richiama molti turisti dal resto del Presidio e da oltre i confini, ed è quasi la norma vederli abbigliati secondo tradizione. »
    spiega, con lo stesso atteggiamento disinvolto e spassionato di prima
    « Inoltre, i suoi gorilla mi sembravano originari del Sud, e di certo sono nuovi dei paraggi... perciò, visto come gli hanno ubbidito senza obiettare, devono essere molto disciplinati -ma non mi sono sembrati i tipi-, o devono conoscerlo abbastanza da preferire non contraddirlo. »

    Giunti alla porta del locale, sotto la bella insegna ridipinta di fresco, il vostro anfitrione spinge il battente, facendolo ruotare silenziosamente sui cardini bene oliati e facendovi strada nella spaziosa sala comune, arredata da otto tavolacci di legno massiccio -corredati di solide panche-, con un camino che occupa la parete alla vostra destra, un bel bancone di noce con alti sgabelli di paglia in opposizione all'ingresso, e sulla sinistra una scalinata che porta ai piani superiori.

    « Sono tornata! »

    All'interno, l'ampio stanzone sembra deserto, ma quando Rajulma si annuncia con voce quieta -ma ben udibile nel silenzio del mattino-, cogliete con la coda dell'occhio del movimento in uno degli angoli sulla stessa parete della porta: volgendo lo sguardo in quella direzione, notate l'unica presenza in vista; si tratta di una graziosa fanciulla dagli occhi verdemare e dai lunghi capelli della stessa singolare colorazione, dall'incarnato pallido, appena riscaldato dalla sfumatura appena più vivace del lungo e semplice abito color crema.

    Mentre la sua espressione preoccupata si addolcisce in un evidente accesso di sollievo, la ragazza si allontana dal tavolo -dove era seduta in silente attesa- e raggiunge Rajulma per stringervisi in un abbraccio, presto ricambiato con una tenerezza che rende immediatamente manifesto il tipo e la profondità del loro legame.

    « Stai bene? Ti hanno aggredita? »
    « Abbiamo discusso, ma... tranquilla: come vedi, sto bene. »

    Non del tutto pacificata da quella risposta, la ragazza dai lunghi capelli si scosta un poco da Rajulma, e la fissa con sguardo di rimprovero, prima di spostare le iridi su voi altri con una punta di genuina curiosità.

    « E loro? »

    « Due gentiluomini che mi hanno aiutata nella discussione di prima. »
    spiega il biondino, seguendo lo sguardo della compagna ed abbozzando un mezzo sorriso
    « ...oltre che clienti per Monna Vinca. A proposito: è già in piedi? »

    « Ah, beh... no: la Signora sta ancora dormendo. »

    « D'accordo, vorrà dire che aspetteremo. Intanto... »
    avvolgendo le spalle della ragazza con un braccio, Rajulma si volta verso di voi
    « Ti presento Kyrill e Göstaff von Aspendag, due visitatori di Najaza;
    signori, lei è Meti, la mia fidanzata.
    »

    « Lieta di fare la vostra conoscenza, signori. »

    Con la grazia e la perizia di una dama di corte, l'esotica Meti accompagna la sua replica cortese esibendosi in un leggero inchino; poi, posandole le mani sulle spalle esili, con lo stomaco che reclama soddisfazione, Rajulma spiega all'altra la situazione.

    « Senti... visto che glielo avevo promesso,
    ti va se offriamo la colazione a questi signori mentre aspettiamo Monna Vinca?
    »

    « Certo! Nessun problema! Voi sedetevi pure! »

    Così, Meti si congeda con un sorriso, diretta alle cucine -separate dalla sala comune da una parete alle spalle del bancone-, e il biondino vi fa cenno di accomodarvi al tavolo più vicino, prima di fare a sua volta lo stesso.

    « Allora... visto che non ne sapevate nulla, immagino non siate qui per la Parata, perciò: come mai siete in città? Avete già idea di quanto tempo fermarvi? »

    Dopotutto, mentre aspettata la colazione, cosa c'è di meglio che scambiare quattro chiacchiere?


    Info-Box

    Nulla da dichiarare sulla situazione, anche se c'è un certo elemento nascosto nel narrato :pft:

    Per il resto, Kyrill e Göstaff sono seduti in locanda -per il momento ancora vuota e silenziosa- in attesa della colazione, facendo quattro chiacchiere con Rajulma :flwr: Sentiti pure libero di rispondere o meno alle domande e di formularne a tua discrezione se c'è qualche argomento che ti interessa approfondire :grab:

     
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    iryll era percorso da quell’elettricità incantata che si impadronisce immancabilmente di tutti i novellini al loro primo viaggio. Una situazione che ad un altro appena più esperto del mondo di lui (l’incontro casuale con un altro viaggiatore nei pressi di una locanda) per il cadetto aveva il sapore dell’avventura, quell’avventura la cui chimera lo aveva spinto fin dall’inizio a mettere piede al suolo.
    Un sorriso inconsapevole fiorì sul suo viso. Fino a poco prima lui e Göstaff erano due stanchi e infreddoliti forestieri appena arrivati in una città straniera, due atomi in un contenitore che non aveva ragione di fargli buona accoglienza… ed ecco che la locanda che gli era stata raccomandata assumeva, ancor prima di metterci piede, un’atmosfera domestica: anche quel ragazzo così alla mano vi alloggiava, con la sua fidanzata, e gli avrebbero offerto la colazione. Le cose non avrebbero potuto andare meglio.
    Mentre li precedeva fuori dal vicolo, Rajulma fece sobbalzare Göstaff, rispondendo con naturalezza da sopra la spalla al suo sussurro che a quanto pare aveva inteso benissimo.
    « Forse è una deduzione affrettata, ma la parata annuale di carri e maschere richiama molti turisti dal resto del Presidio e da oltre i confini, ed è quasi la norma vederli abbigliati secondo tradizione. Inoltre, i suoi gorilla mi sembravano originari del Sud, e di certo sono nuovi dei paraggi... perciò, visto come gli hanno ubbidito senza obiettare, devono essere molto disciplinati -ma non mi sono sembrati i tipi-, o devono conoscerlo abbastanza da preferire non contraddirlo »
    Colto nell’imbarazzante e poco cortese atto di bisbigliare, il nobiluomo si schiarì la voce e affrontò la situazione rilanciando: « Mi pare piuttosto deboluccio il tuo sillogismo: che i cani siano del Sud non significa necessariamente che lo sia anche il padrone »
    Kiryll, ormai conquistato dal carisma dell’altro ragazzo, si vergognò della maleducazione del suo precettore, e mentre passavano attraverso la porta gli percosse silenziosamente la coscia con il fodero della spada per fargli cenno di tacere.

    L’interno della locanda rese evidente che il significato di adattarsi un po’ variava decisamente una volta valicati i monti Shea. La prima cosa che colpì i due viaggiatori appena entrati nella bella sala dal pavimento di coccio fu ciò che non li colpì: l’aria era fresca, respirabile, quasi profumata. Nonostante il basso soffitto, la locanda non era greve di fumo, paglia marcita e sudore come tutte quelle in cui si erano abituati ad alloggiare. Il precettore dette in un sospiro di approvazione.
    « Sono tornata! »
    Kiryll ebbe appena il tempo di dirsi che non doveva aver sentito bene, che un movimento nella sala a prima vista vuota rivelò la presenza di una quarta persona seduta in un angolo. Con l’armonia di movimenti di un pesce che si muova in un fontana, una ragazza si alzò da una panca, attraversò la stanza e venne da abbracciare Rajulma, coprendo la camicia candida del ragazzo con una cascata di capelli azzurri. Kiryll non aveva mai visto niente di simile: a Najaza le donne al massimo si schiarivano la chioma con un pestato di zafferano e bile di bue, ma quell’azzurro non sembrava neanche tinto. La coppia si scambiò qualche parola nell’intimità dell’abbraccio, prima che la fanciulla se ne sciogliesse e rivolgesse ai due sconosciuti uno sguardo curioso.
    « E loro? »
    Il cadetto non poté fare a meno di abbassare lo sguardo di fronte agli occhi limpidi della ragazza. Si sentiva in imbarazzo a parlarle mentre il biondo la cingeva con il braccio: al di là del fatto che lui non avesse mai avuto una donna, fra la nobiltà settentrionale non erano considerate normali le effusioni di fronte ad altri.
    « Due gentiluomini che mi hanno aiutata nella discussione di prima… »
    Stavolta non poteva aver sentito male, Rajulma aveva proprio usato il verbo al femminile! Con una meraviglia probabilmente non perfettamente celata, Kiryll riconsiderò la figura del biondo con nuovi occhi. Effettivamente poteva anche darsi
    « …Intanto ti presento Kyrill e Göstaff von Aspendag, due visitatori di Najaza; signori, lei è Meti, la mia fidanzata. »
    Il maturo accompagnatore approfittò dell’occasione per sfoderare la sua migliore cavalleria. Teoricamente come parte del suo ruolo, per dare una dimostrazione al pupillo, ma probabilmente più che altro per pura civetteria e gusto di mostrarsi connoisseur della cortesia orientale.
    « Appena un’ora fa mi meravigliavo che non si conoscesse più il nome di una famosa bellezza dei miei tempi andati. Ma se al giorno d’oggi a Selowen tutte le dame assomigliano a voi, davvero non c’è di che stupirsi » disse, esibendosi in un elegante ossequio, che il cadetto tentò di imitare, sentendosi terribilmente intralciato dalla lunga spada che gli oscillava al fianco.
    La fanciulla ricambiò con altrettanta cortesia ma tutt’altra semplicità - « Lieta di fare la vostra conoscenza, signori » - quindi, invitata da Rajulma, li lasciò con un sorriso per dirigersi a preparare la colazione. Il clima della locanda doveva essere davvero familiare, se gli ospiti potevano disporre liberamente della cucina. Al ragazzo questo piacque.
    Quindi tutti e tre presero posto a una delle tavolate disposte nella sala.
    « Allora... visto che non ne sapevate nulla, immagino non siate qui per la Parata, perciò: come mai siete in città? Avete già idea di quanto tempo fermarvi? »
    Kiryll rivolse un’occhiata interrogativa al suo maestro, dal momento che della parata non aveva mai sentito parlare. Questi probabilmente si sentì colto in fallo, e si giustificò: « Non è esatto dire che non ne sapessimo nulla. En un mot… me n’ero dimenticato! » Allargò un sorriso amabile da sotto i baffi color miele sui due ragazzi « Chi non abbia vissuto a settentrione non può immaginare come le buie stagioni di Najaza sconvolgano la memoria… avevo completamente dimenticato che si svolgesse in questo periodo! » quindi, rivolto al cadetto: « Senza nemmeno farlo apposta siamo capitati a Selowen nel momento migliore! Se ci fossimo persi la Parata non me lo sarei mai potuto perdonare. È un avvenimento straordinario, e un viaggiatore che sia passato di qui e non vi abbia assistito ha completamente perso il suo tempo. Caro Rajulma, raccontaci un po’ delle meraviglie della Parata. E per rispondere alla tua domanda, è facilissimo: per il momento intendiamo fermarci fino alla fine del festival! »
    Da come l’uomo continuava a rivolgersi a Rajulma, evidentemente non doveva aver colto le espressioni usate da questi al femminile. O forse era Kiryll ad aver sentito male? Senza dare nell’occhio il cadetto cercava di spiare le forme di quello che fino ad ora gli era sembrato un ragazzino di qualche anno più giovane di lui.


    Rieccomi a distanza di un mese :geez: come già detto in mp perdona la latitanza, sono pronto a riprendere Kiryll a pieno ritmo :win: :win:
     
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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    « Mi pare piuttosto deboluccio il tuo sillogismo... »
    rilanci, dopo esserti schiarito la voce, mentre il biondino vi fa strada fino alla locanda
    « ...che i cani siano del Sud non significa necessariamente che lo sia anche il padrone. »

    Una giusta osservazione, dalla logica inoppugnabilmente solida, ma... a dispetto dell'udito sopraffino che ha dimostrato solo poc'anzi, l'efebico giovanotto che fa da anfitrione ai due viaggiatori del Nord quello sembra non sentirlo, limitandosi piuttosto a scoccare al Precettore un mezzo sorriso e a scrollare le spalle, accantonando la questione.

    Dopotutto, a Rajulma non pare importare più di tanto l'identità del disturbatore:
    tutto ciò che conta è che lui e i suoi bravacci se ne siano andati via.

    L'ingresso dei due Gentiluomini al Giglio Rosso porta immediatamente qualche sorpresa: l'ambiente molto più grazioso ed ospitale di quanto l'immaginario attribuiva al concetto di "locanda", il colore esotico delle chiome della Sirena in forma umana, la naturalezza con cui le effusioni sembrano essere pubblicamente accettate ad Est, il genere di Rajulma che -a quanto pare- scopri essere una ragazza...!

    « Appena un’ora fa mi meravigliavo che non si conoscesse più il nome di una famosa bellezza dei miei tempi andati. Ma se al giorno d’oggi a Selowen tutte le dame assomigliano a voi, davvero non c’è di che stupirsi »

    Per fortuna, la navigata esperienza di Göstaff e la sua innegabilmente vasta cultura in fatto di usi e costumi Endlossiani si rivelano determinanti in quel frangente sospeso, evitando che un silenzio di meraviglia -e forse d'imbarazzo- cali sul quartetto raffreddando l'atmosfera; così, non appena i convenevoli terminano, i due forestieri e l'avventrice prendono posto attorno ad uno dei tavoli per intraprendere una serena ed amabile conversazione. L'argomento? La tradizionale parata in Maschere di Selowen.

    « Non è esatto dire che non ne sapessimo nulla. En un mot… me n’ero dimenticato! »
    confessa con elegante disinvoltura il baffuto Precettore, sfoggiando un sorriso accattivante
    « Chi non abbia vissuto a settentrione non può immaginare come le buie stagioni di Najaza sconvolgano la memoria… avevo completamente dimenticato che si svolgesse in questo periodo! »

    Mentre la Sirena emerge dalla cucina reggendo un vassoio ricolmo di vasellame dall'aria fin troppo pesante per la sua esile figura, la biondina si congeda un istante dai suoi due interlocutori con un educato cenno della mano per alzarsi e andare incontro alla sua compagna, sgravandola da qualche peso, prima di tornare sui sui passi, facendo strada alla sua fidanzata fino al tavolo.

    « Senza nemmeno farlo apposta siamo capitati a Selowen nel momento migliore!
    Se ci fossimo persi la Parata non me lo sarei mai potuto perdonare.
    »
    intanto, il Tutore rivolge al suo Rampollo qualche ragguaglio sull'evento appena menzionato
    « È un avvenimento straordinario, e un viaggiatore che sia passato di qui e non vi abbia assistito ha completamente perso il suo tempo. »

    Mentre un piacevole odorino ed un allegro sfrigolio si levano nell'aria dalla cucina, Meti e Rajulma dispongono sul robusto ripiano di legno una caraffa piena di latte con delle graziose ciotole di ceramica decorata, barattoli di tre diverse confetture, pane fresco tagliato a fette, guantiere di biscotti, un cestino di frutta fresca, e delle posate con cui potervi servire.

    Poi, la fanciulla dai capelli verde-acqua vi invita a non fare complimenti, e con un sorriso torna in cucina a controllare la preparazione dei piatti caldi, mentre la sua più androgina compagna si accomoda nuovamente sulla panca, giusto in tempo per venire coinvolta dai discorsi del Mentore baffuto.

    « Caro Rajulma, raccontaci un po’ delle meraviglie della Parata. »
    domanda il buon Göstaff, con entusiasmo
    « E per rispondere alla tua domanda, è facilissimo: per il momento intendiamo fermarci fino alla fine del festival! »

    Del tutto serena davanti al fraintendimento di genere, come ci fosse abituata e neppure troppo preoccupata, l'interpellata si limitò ad accogliere quelle parole con espressione neutra, spalmando un po' di confettura di un rosso intenso e vivace su una fetta di pane -già velata di un burro dorato- con un coltellino.

    « Beh, nei tre giorni della sua durata, la Parata di Maschere è un evento che stravolge completamente i ritmi della città: io e Meti ci siamo stabilite a Selowen solo da qualche anno, ma è una cosa a cui non ci si abitua mai...! Anche perché lo staff organizzativo e i partecipanti in competizione si mettono di impegno per superare le performance delle edizioni precedenti. »
    spiega con voce leggermente divertita il maschiaccio, sbocconcellando lo spuntino
    « Inoltre, pare confermato che all'inaugurazione di dopodomani presenzierà anche la Dama Azzurra in persona, per tenere il discorso di apertura... Quindi la confusione e la competizione tra i vascelli allegorici sarà alle stelle! »

    In quel momento, la Sirena in forma umana fa ritorno con una teiera fumante ed un grosso piatto da portata su cui splendono alcune uova fritte e strisce di carne croccante, da cui si alza un profumino davvero invitante; dopo averli deposti al centro del tavolo, la fanciulla prende posto accanto a Rajulma, e si inserisce nella conversazione, mostrando visibilmente passione ed entusiasmo per l'argomento.

    « Naturalmente, approfittando dell'ondata di turisti, le botteghe e le altre attività riempiono le vie ed i canali di bancarelle, ma è anche facile trovare piccole compagnie teatrali con attori che recitano, spettacoli di burattini, musicisti che si esibiscono in piazza, e altri artisti pronti a catturare l'essenza della festa. »

    « Sì, è tutto molto bello... però ci sono alcune cose da discutere, prima di pensare a divertirsi. »

    Spostando una ciocca ondulata dal viso eburneo dell'amata con un gesto tenero, la biondina tornare a rivolgere gli occhi castani verso i due Visitatori Nordici, tornando ad indossare un'espressione più seria, ma ugualmente distesa e pacata.

    « Parlare di denaro a tavola non si confà alle tradizioni dell'Est, ma mio padre era un Mercante di Laputa e sono stata educata ad essere pragmatica, quindi spero non me ne vogliate troppo: oltre che ospiti fissi del suo Giglio Rosso, io e Meti aiutiamo Monna Vinca nella gestione, essendo lei ormai piuttosto anziana. »
    premette con un mezzo sorriso di scuse, stringendosi nelle spalle e spiegando la situazione
    « Lo stabile ha ancora qualche stanza libera, e dal momento che non mi risultano prenotazioni potreste fermarvi qui senza problemi, ma... siamo in alta stagione -cosa che generalmente comporta un sovrapprezzo- perciò ci sarebbe bisogno di discutere del pagamento per accordarsi. »

    Meti si limita a scoccare un'occhiata alla sua compagna e a servirsi una tazza di thé caldo che stempera con del latte, mentre gli occhi attenti di Rajulma rimangono placidamente appuntati su Kyrill e Göstaff, in attesa di una risposta da parte dei due.


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    Scusa il ritardissimo :sob:

     
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    entre il precettore scioglieva la lingua in quelle chiacchiere di maniera che erano il suo elemento naturale, la tavola andava riempiendosi di tazzine, piattini e vassoi. E man mano che le delicate dita della ragazza dai capelli turchini appoggiavano davanti a lui graziose ceramiche, fette di pane bianco e confetture colorate, i suoi occhi grigi si illuminavano sempre di più. Sembrava che l’uomo non avrebbe potuto essere più felice di così.
    Con gesti studiati il nobiluomo afferrò con due dita una fetta di pane e prese a spalmarvi sopra con esagerata attenzione della marmellata d’arancia, come se fosse una questione di assoluta importanza il fatto che fosse distribuita con lo stesso spessore su ogni centimetro. Nel frattempo, sorrideva amabilmente a Rajulma, ma era ovvio che si stava trattenendo dall’interromperla per mettersi a decantare la meravigliosa finezza delle colazioni dell’Est in confronto a quelle settentrionali, o qualcosa del genere.
    « Beh, nei tre giorni della sua durata, la Parata di Maschere è un evento che stravolge completamente i ritmi della città: io e Meti ci siamo stabilite a Selowen solo da qualche anno, ma è una cosa a cui non ci si abitua mai...! Anche perché lo staff organizzativo e i partecipanti in competizione si mettono di impegno per superare le performance delle edizioni precedenti. »
    Rajulma aveva usato di nuovo il genere femminile per riferirsi a sé stessa, non c’erano più dubbi. Kiryll registrò con sorpresa questa stranezza dell’Est, e per impedirsi di fissare la ragazza con un’aria di sorpresa che di certo non lo avrebbe fatto sembrare un uomo di mondo abbassò lo sguardo sulla colazione.
    Kiryll aveva assaggiato confetture simili a quelle solo qualche volta prima d’ora, in occasione di merende offerte da sua madre alla società di Najaza. Naturalmente era stato lo stesso Göstaff a consigliarle quella raffinatissima delizia straniera, ma il ragazzo le aveva trovate troppo dolci. Assaggiò un biscotto, ma il suo stomaco vuoto e freddo si chiuse tanto che gli fu difficile deglutire. In quel momento avrebbe scambiato qualunque leccornia per una nordica scodella di avena calda…
    « Inoltre, pare confermato che all'inaugurazione di dopodomani presenzierà anche la Dama Azzurra in persona, per tenere il discorso di apertura... Quindi la confusione e la competizione tra i vascelli allegorici sarà alle stelle! »
    Il nobiluomo parve se possibile illuminarsi ancor di più. « Avete sentito signorino? Al nostro terzo giorno in città avremo già la fortuna di vedere l’Alfiere del Presidio! Ricordate come vi affascinava la Dama Azzurra, durante le nostre lezioni di storia? »
    Kiryll rivolse al precettore uno sguardo truce, perché quel riferimento alla sua infanzia lo faceva sentire in imbarazzo, in quel momento. Ma l’uomo non parve rendersene conto.
    « Chissà se come nobili cittadini della capitale del Nord potremmo essere ricevuti… »
    Nel frattempo Meti era tornata dalla cucina con gli ultimi vassoi. Badando molto poco al galateo, Kiryll si riempì immediatamente una tazza di tè caldo e ne ingollò la metà, e subito sentì un piacevole tepore rifluirgli dallo stomaco al resto del corpo. E fingendo di non accorgersi dell’espressione di amara delusione del suo tutore, si servì in abbondanza di pane e di uova.
    « Naturalmente, approfittando dell'ondata di turisti, le botteghe e le altre attività riempiono le vie ed i canali di bancarelle, ma è anche facile trovare piccole compagnie teatrali con attori che recitano, spettacoli di burattini, musicisti che si esibiscono in piazza, e altri artisti pronti a catturare l'essenza della festa »
    Ora che la nausea dovuta al digiuno era finalmente scacciata, la mente del ragazzo prese ad elaborare effettivamente tutte quelle informazioni, e davanti ai suoi occhi si formarono immagini di barche variopinte che sfilavano per i canali, e di una folla tumultuosa che applaudiva attori e suonatori. In realtà erano cose che si figurava solo vagamente, visto che a Najaza di certo non aveva mai visto niente di simile.
    Gli venne in mente che in quella confusione un sacco di persone dovevano finire spinte in acqua, visto che non aveva visto parapetti lungo i canali... E da quella preoccupazione un’altra se ne affacciò alla sua mente, ben più angosciosa: e se avesse avuto un attacco della sua malattia, in mezzo alla calca?

    Rajulma si schiarì la voce: « Sì, è tutto molto bello... però ci sono alcune cose da discutere, prima di pensare a divertirsi… Parlare di denaro a tavola non si confà alle tradizioni dell'Est, ma mio padre era un Mercante di Laputa e sono stata educata ad essere pragmatica, quindi spero non me ne vogliate troppo… »
    La ragazza cercò di stemperare il passaggio ad un argomento per forza di cose meno conviviale con un’espressione di scuse. Questo tuttavia non poté impedire ai due viaggiatori di scambiarsi un muto sguardo imbarazzato. La faccenda del vicolo e poi l’offerta della colazione avevano fatto loro dimenticare la situazione in cui si trovavano.
    Ed ora dovevano affrontarla allo sbaraglio, colti completamente alla sprovvista. C’era sempre, però, nel modo di fare di quella sconosciuta qualcosa che metteva Kiryll a suo agio, come una sensazione di fiducia che a ogni problema si potesse trovare una soluzione. Anche la presenza di Meti, che nell’atteggiamento dava un’idea di dolcezza e compassione, in qualche modo mitigava la preoccupazione del giovane.
    « Oltre che ospiti fissi del suo Giglio Rosso, io e Meti aiutiamo Monna Vinca nella gestione, essendo lei ormai piuttosto anziana. Lo stabile ha ancora qualche stanza libera, e dal momento che non mi risultano prenotazioni potreste fermarvi qui senza problemi, ma... siamo in alta stagione -cosa che generalmente comporta un sovrapprezzo- perciò ci sarebbe bisogno di discutere del pagamento per accordarsi »

    Avrebbe dovuto essere, in teoria, Göstaff ad occuparsi degli aspetti materiali del viaggio, ma da quando si erano ritrovati senza un soldo il loro rapporto di pupillo-precettore era andato via via allontanandosi dai normali canoni. L’esperienza di doversi guadagnare il pane spaccando la legna li aveva avvicinati piuttosto a due comuni compagni di viaggio. Così fu Kiryll a prendere finalmente la parola, anche perché il maturo nobiluomo si trovava in visibile imbarazzo all’idea di dover confessare le loro ristrettezze: « Non voglio girarci attorno: alcune settimane fa siamo stati derubati di tutto il nostro denaro in una locanda. Da allora abbiamo dovuto mantenerci lavorando lungo le tappe del viaggio... Potremmo inviare a mia madre una richiesta di credito, ma preferirei rimandare questo momento, in modo da poterle far intendere che abbiamo sperperato i soldi a Selowen piuttosto che farla preoccupare con storie di furti. È stato già abbastanza difficile convincerla a farci partire... In tutta onestà » concluse « non sappiamo come pagare »
    « In verità io credo di disporre ancora di una certa stima presso alcuni salotti qui in città. Sono certo che con qualche visita alle persone giuste potremmo facilmente ottenere del denaro a credito, però si tratta di faccende delicate, che vanno trattate con molto tatto, e soprattutto senza fretta… » aggiunse Göstaff, ispirato dalla nobile schiettezza del suo pupillo.
    « Perciò ditemi » disse Kiryll guardando con franchezza in viso le due sconosciute « come vi comportereste voi due al nostro posto?
     
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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    Mentre il quartetto comincia a consumare la colazione, la conversazione decolla; dopotutto, con un argomento come la Parata di Maschere di Selowen, il discorso si prospetta vivace quanto l'evento stesso! C'è così tanto di cui poter parlare: le tradizioni, le gare annuali tra le compagnie di artisti più quotate, i souvenir tipici preparati dagli artigiani, le maschere commemorative, gli ospiti...

    « Avete sentito signorino? Al nostro terzo giorno in città avremo già la fortuna di vedere l’Alfiere del Presidio! Ricordate come vi affascinava la Dama Azzurra, durante le nostre lezioni di storia? »
    dice il Precettore al suo Pupillo, imbarazzante come solo un familiare sa essere
    « Chissà se come nobili cittadini della capitale del Nord potremmo essere ricevuti… »

    Dissimulando il disagio che gli hanno scatenato le indiscrezioni rilasciate da Göstaff sul proprio conto, Kyrill si serve una bella tazza di thè caldo e abbondanti quantità di pane e uova fritte, e man mano che lo stomaco si riempie, la mente si schiarisce, fornendogli abbastanza energie per carburare; così comincia a pensare ai festeggiamenti, ad immaginare come sarebbe trovarcisi in mezzo, e a temere una crisi del tuo misterioso malanno in quella folla...

    Fortunatamente le parole di Rajulma strappano il giovane Lord dalle sue elucubrazioni astratte e non così rosee: si parla di soldi -soldi per permettersi il soggiorno alla locanda-, e i due Visitatori del Nord si scambiano un'occhiata come se potessero telepaticamente confrontarsi sul da farsi e su come rispondere; tuttavia, a prendere la parola improvvisando, sorprendendo anche il suo compagno e precettore fu Kiryll.

    « Non voglio girarci attorno: alcune settimane fa siamo stati derubati di tutto il nostro denaro in una locanda. Da allora abbiamo dovuto mantenerci lavorando lungo le tappe del viaggio... »
    racconta il giovane, scegliendo senza troppe remore la via dell'onestà
    « Potremmo inviare a mia madre una richiesta di credito, ma preferirei rimandare questo momento, in modo da poterle far intendere che abbiamo sperperato i soldi a Selowen piuttosto che farla preoccupare con storie di furti. È stato già abbastanza difficile convincerla a farci partire... In tutta onestà, non sappiamo come pagare »

    « In verità io credo di disporre ancora di una certa stima presso alcuni salotti qui in città. »
    subentra il Mentore baffuto, ispirato dallo slancio del suo protetto
    « Sono certo che con qualche visita alle persone giuste potremmo facilmente ottenere del denaro a credito, però si tratta di faccende delicate, che vanno trattate con molto tatto, e soprattutto senza fretta… »

    « Perciò ditemi: come vi comportereste voi due al nostro posto? »

    Questa volta, è il turno di Meti e Rajulma di scambiarsi un'occhiata prima di riportare la loro attenzione sui due commensali, e lo sguardo dolce e comprensivo della fanciulla dai capelli verdi già anticipa la sua buonafede nei vostri riguardi quando torna a rivolgersi a voi... e lo fa con semplicità e senza timore, come se in qualche modo potesse comprendere che siete sinceri.

    « Quando abbiamo lasciato Laputa, anche noi ci siamo ritrovate a doverci costruire una vita da zero in un posto nuovo... perciò non penso sia difficile capire le vostre difficoltà. »
    esordisce la Sirena, propensa a ricambiare la sincerità con un sorriso rincuorante e fiducioso
    « Io e Rajulma abbiamo avuto la fortuna di trovare l'aiuto di molte persone di buon cuore, per questo sono sicura che non ci sia da preoccuparsi: una soluzione si trova sempre. »

    « ...sì, se non avete paura di rimboccarvi le maniche e sporcarvi un po' le mani. »
    conclude la Biondina, molto più spartana e concreta nel dar voce ai suoi pensieri
    « Con l'ondata turistica in arrivo, ci sarà sicuramente qualcosa in cui potete rendervi utili per ripagare la stanza e i pasti: dopotutto, avete pur sempre due braccia. »

    « Perché non ci parlate di quello che sapete fare? »
    vi domanda Meti, giungendo le mani delicate con una vivace curiosità negli occhi verdi
    « Dal momento che in mattinata devo recarmi nelle botteghe di alcune corporazioni,
    potrei provare a chiedere se qualcuno può avere bisogno...
    »

    I buoni presentimenti di Kyrill sembrano essere stati confermati: le due ragazze sembrano propense a dare una mano ai due viandanti, forse anche per restituire al mondo un po' dell'aiuto ricevuto in passato; ora sta ai due vendere al meglio i propri talenti, facendo buona pubblicità alle loro capacità.


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    Nulla da dichiarare: dovrebbe essere tutto chiaro dal testo. :flwr:

     
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    « Q
    uando abbiamo lasciato Laputa, anche noi ci siamo ritrovate a doverci costruire una vita da zero in un posto nuovo... perciò non penso sia difficile capire le vostre difficoltà. Io e Rajulma abbiamo avuto la fortuna di trovare l'aiuto di molte persone di buon cuore, per questo sono sicura che non ci sia da preoccuparsi: una soluzione si trova sempre. »
    Una soluzione si trova sempre… La tensione che aveva brevemente tornato a mordere il fondo dell’animo dei due viaggiatori si sciolse come neve lambita da un vento caldo. Le sopracciglia di Göstaff si corrugarono straordinariamente, mentre già le lacrime salivano a velargli lo sguardo: dovette appoggiare con un tintinnio la tazzina sul tavolo nello sforzo di contenersi.
    « ...sì, se non avete paura di rimboccarvi le maniche e sporcarvi un po' le mani. Con l'ondata turistica in arrivo, ci sarà sicuramente qualcosa in cui potete rendervi utili per ripagare la stanza e i pasti: dopotutto, avete pur sempre due braccia. »
    « Perché non ci parlate di quello che sapete fare? Dal momento che in mattinata devo recarmi nelle botteghe di alcune corporazioni, potrei provare a chiedere se qualcuno può avere bisogno... »
    Göstaff rispose con voce commossa ma non rotta, come di qualcuno che sia giunto ad un supremo stato di tensione eroica: « La vostra bontà mi fa vergognare profondamente… Che vita meschina ho vissuto fino ad oggi, sospeso dans les nuages, ragionando di… di… – inspirò dal naso, e gettò uno sguardo di stoico disprezzo a quella fetta di pane e confettura che lo aveva deliziato appena pochi istanti prima, come se non riuscisse a trovare la parola giusta per una cosa tanto spregevole – Ignaro che intanto, sulla terra, uomini e donne comuni si scambiassero simili gesti di nobile fratellanza! Sì, ho due braccia, ma me ne accorgo solo adesso! » E mimò un’espressione di sorpresa muovendo la testa da destra a sinistra. Poi, con un sorriso beffardo evidentemente rivolto a sé stesso: « Sono sempre state qui, appese, inutili all’Uomo e alla Società. Ma non più! Con che coraggio potrei adesso mostrare paura di sporcarmi le mani! – e si rimboccava davvero le maniche, lì, sul momento – Laverò i panni come una lavandaia, raccoglierò le cozze, le taglienti cozze, dal bordo dei canali… spazzerò, si, spazzerò persino le latrine, se necessario. Oggi il Destino mi è venuto incontro e mi ha detto: Göstaff von Aspendag, sei tu un Uomo o un Pusillanime? »
    Eccetera eccetera…
    Mentre ascoltava il suo precettore planare sopra quelle sempre più vertiginose correnti ascensionali del pathos, a Kiryll tornarono in mente le notti che il nobiluomo aveva passato tormentato dalle vesciche sulle mani, tenendo svegli tutti gli ospiti delle varie locande con i suoi lamenti. Il ragazzo non metteva in dubbio la generosità di sentimenti che lo inebriava in quel momento, ma aveva i suoi dubbi che l’uomo avesse la pur vaga idea di cosa significasse davvero spazzare delle latrine.
    Ritenne che fosse il caso di intervenire a ridimensionare il suo slancio:
    « Il caro Göstaff come sempre esagera con la modestia – gli mise sorridendo una mano sulla spalla, facendolo tacere – Un uomo tanto sapiente ed istruito può rendersi utile al suo prossimo in molti altri modi che raccogliendo le cozze. Conosce a memoria un’infinità di versi, date, nomi di fiumi e mari… Forse si potrebbe trovare il figlio o la figlia di qualche mercante a cui dare delle lezioni? Oppure potrebbe prestare servizio come scrivano… »
    Anche la sua fantasia, suo malgrado accesa e trascinata dall’iperbolico eloquio del nobiluomo, gli suggerì immagini da romanzo sentimentale: « Magari potrebbe mettere un banchetto per strada e farsi dettare lettere da chi non sa scrivere »
    « Ma certo! Un letterato al servizio degli illetterati, giusto, giustissimo! »
    « Per quanto riguarda me… credo di potermi adattare a qualunque lavoro di fatica. Purtroppo, me ne rendo conto, la formazione di un aristocratico di Najaza non prevede alcun insegnamento pratico, al di fuori del maneggiare la spada… – ammise con un umile sorriso – Ma se non altro ho un fisico robusto... »

    Era vero. Kiryll si era accorto, sotto lo sguardo beffardo dei padroni delle locande che gli avevano insegnato come sbucciare una patata senza tagliarsi, di non sapere nulla del mondo. Prima di lasciare Najaza mai si sarebbe immaginato di trovarsi, nobile, guardato dall’alto in basso da un popolano. E di nuovo, adesso, lui e il suo elegante precettore dovevano rimettersi alla disponibilità di due sconosciute, non certo di nobili natali, per farsi trovare un impiego con cui mantenersi. Non era con questa immagine in mente che sua madre gli aveva concesso di partire per quel tour del Presidio Orientale…
    Ma, in fondo, non stava davvero “completando la sua formazione”?
     
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    L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre.
    Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza.


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    « La vostra bontà mi fa vergognare profondamente… Che vita meschina ho vissuto fino ad oggi, sospeso dans les nuages, ragionando di… di… »

    Davanti all'esagerata commozione che lascia il buon vecchio e baffuto Göstaff senza parole, costringendolo ad un momento di pausa per riprendere fiato e contegno, Meti e Rajulma si scambiano un'occhiata: preoccupata, quella della biondina, mentre più maternamente intenerita quella della sua compagna dai capelli verdi.

    Ma non c'è nulla da temere, perché non appena il Precettore riprende il controllo di sé, le parole -guidate dall'entusiasmo e dalla più fervida immaginazione- sono proprio l'ultima cosa che gli manca.

    « Ignaro che intanto, sulla terra, uomini e donne comuni si scambiassero simili gesti di nobile fratellanza! Sì, ho due braccia, ma me ne accorgo solo adesso! Sono sempre state qui, appese, inutili all’Uomo e alla Società. Ma non più! Con che coraggio potrei adesso mostrare paura di sporcarmi le mani! »
    dichiara, così infervorato dal discorso da rimboccarsi letteralmente le maniche
    « Laverò i panni come una lavandaia, raccoglierò le cozze, le taglienti cozze, dal bordo dei canali… spazzerò, si, spazzerò persino le latrine, se necessario. Oggi il Destino mi è venuto incontro e mi ha detto: Göstaff von Aspendag, sei tu un Uomo o un Pusillanime? »

    Di più mite consiglio -e certamente meglio concretamente piantato con i piedi per terra- risulta essere il giovane Kyrill, che interviene a smorzare l'animo rampante del proprio tutore posandogli una mano sulla spalla, inducendolo al tacere per lasciar parlare lui.

    « Il caro Göstaff come sempre esagera con la modestia. Un uomo tanto sapiente ed istruito può rendersi utile al suo prossimo in molti altri modi che raccogliendo le cozze. »

    Riprese le redini della conversazione, dopo aver assistito alla corsa a briglia sciolta del suo congiunto per le sconfinate praterie dell'immaginazione, il Rampollo del Nord catalizza l'attenzione delle due commensali con idee più plausibili e suggerimenti di concreta utilità: il suo Precettore è un uomo letterato, amante della cultura e portato all'insegnamento, ben edotto di storia e geografia endlossiana...

    E sono certamente tutti talenti dei che è sempre possibile fare fruttare, soprattutto in un Presidio che tributa profondo rispetto alla conoscenza nelle sue più svariate forme; difatti, prestando ascolto alle parole del giovanotto, la Sirena prende mentalmente nota mentre annuisce pensosamente.

    « Per quanto riguarda me… credo di potermi adattare a qualunque lavoro di fatica. Purtroppo, me ne rendo conto, la formazione di un aristocratico di Najaza non prevede alcun insegnamento pratico, al di fuori del maneggiare la spada… Ma se non altro ho un fisico robusto... »

    « D'accordo, direi che i presupposti per trovarvi qualcosa da fare ci sono. »
    conclude la biondina, tornando alla sua fetta di pane e marmellata con un mezzo sorriso
    « Per il momento, sarete sicuramente stanchi per il viaggio e avrete voglia di darvi una sistemata...
    Perciò, dopo la colazione vi mostreremo la stanza.
    »

    « ...e vi presenteremo Monna Vinca. »
    annuncia la Sirena, tornando a sorseggiare elegantemente la sua tazza di thé

    Pertanto, i due Viaggiatori del Nord possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, con la consapevolezza di aver trovato un porto sicuro - e un punto di partenza da cui poter intraprendere la loro esplorazione dell'Est e assaporare la quiete frizzante della metropoli acquatica in tempo di festa.


    Info-Box

    Con questo, la prima giocata è giunta a conclusione: a te libertà di scelta se fare un ultimo post di chiusura dal punto di vista dei tuoi PG, o sottoporre la scena a Valutazione nell'apposito Topic :grab:

    A presto aprirò il proseguo :yuppi:

     
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14 replies since 27/1/2020, 17:45   265 views
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