La Casa Stregata

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    LA CASA STREGATA

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    "Gran parte del carattere di ogni uomo può essere letto nella sua casa".

    (John Ruskin).


    j24wQdq

    Dimora di An Lushan, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    POV: Ren Galanodel.

    Nella sua vita, Virginia non aveva mai visto una "stanza delle torte".
    Primogenita di una famiglia di ceto medio -affatto avvezza ai lussi- e poi ospite di un convento nella sua vita passata, non aveva mai nemmeno immaginato potesse esistere qualcosa del genere in una semplice dimora da mercante. Perfino nella sua ricerca di un piccolo appartamento sulla Fortezza delle Nubi (e poi di un ambulatorio dove esercitare le sue abilità) non aveva mai sentito nulla del genere. Eppure... per quanto Ren fosse un bambino, se ne parlava era perché ne aveva in qualche modo sentito parlare da un adulto, oppure lo aveva visto con i suoi occhi. Magari a casa di un nobile, oppure al Mastio. Dopotutto, non era un mistero che lì vi fossero parecchie ale dedicate all'intrattenimento quotidiano ed altrettante sale da tè, utilizzate soprattutto per accogliere ospiti illustri o graditi, ma aveva sempre ritenuto la roccaforte dell'Alfiere un edificio con funzioni pubbliche, più che una vera e propria casa. Dubitava che Drusilia avesse portato il figlio con sè con la sola idea di fargli mangiare delle torte.
    O forse si?

    In ogni caso, torte o meno, l'intuizione del bambino non le sembrò troppo strana; guardandosi attorno, la suorina si rese improvvisamente conto che -in effetti- gli spazi non tornavano, e non era per semplice disposizione di mobili e pareti.
    Lasciò al bambino le prime fasi della ricerca -risultate tutte fallimentari- per poi imitarlo nell'ultima idea di picchiettare contro il muro, ma ad un'altezza da "adulto". Fu così che -improvvisamente- sentì un "clack" nella camera da letto del padrone di casa. Allontanandosi dalla parete per semplice riflesso al suono improvviso, avrebbe notato una porzione di muro grande quanto un mattone essersi incassata come un bottone schiacciato. Poi una parete prese a scorrere... liberando una camera nascosta.

    -Ehm... SIGNORI!- cercò di alzare la voce dopo essersi accertata che non vi fosse nessuno all'interno, richiamando i colleghi al piano di sotto -ABBIAMO TROVATO QUALCOSA.

    Cercò delle fonti di luce, ma non ve ne era nessuna. Per questo prese una lanterna a mano dal comodino della camera da letto e la accese, entrando in quello che sembrava uno sgabuzzino senza finestre. Era tutto vuoto, a parte un solo oggetto al suo centro.
    Una culla vuota e dall'aria malconcia oscillava nella penombra.

    j24wQdq

    Dimora di An Lushan, Città Alta.
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    POV: Tabi no Kami.

    -Allora, giovane scudiero! Cosa dici, trovato qualcosa di interessante qui?-
    -Eh, magari...
    Nonostante l'ambiente un po' insolito e qualche scelta d'arredamento "discutibile", nessuno di loro trovò stranezze abbastanza evidenti da suscitare interesse. José per primo -che fosse scudiero o soldato, comunque non aveva mai fatto l'investigatore- si guardava attorno con aria vaga, senza avere la più pallida idea di dove metter mano.

    -Ehm... SIGNORI!- poi -come per miracolo- giunse una voce ad indicare loro la via, con un tempismo a dir poco perfetto. -ABBIAMO TROVATO QUALCOSA.

    Contento di non dover usare troppo la testa, dato che non credeva che il cervello fosse il suo muscolo più funzionante, José lasciò che un bel sorrisone si allargasse sul suo viso giovane. A quel punto fu abbastanza ovvia la sua volontà di raggiungere gli altri: con un gesto complice ed un invito ad esser seguito, si precipitò sulle scale, nella speranza che l'anziano avesse accolto la sua richiesta.
    Saliti al piano terra, si posizionarono immediatamente sulla seconda rampa di scale, ma...

    -Pat-pat-pat-

    Sentirono degli strani rumori su quel piano.
    Josè sembrò paralizzarsi, non per paura ma nell'evidente tentativo di capire cosa fosse o da dove provenisse. Lanciò un'occhiata all'anziano dietro di lui, nella speranza che riuscisse a percepire qualcosa. In effetti, anche l'altro avrebbe sentito quel suono, ma -come José- non sarebbe stato in grado di capire la provenienza. A peggiorare tutto fu il constatare che niente si era mosso nei dintorni. Inoltre la durata era stata troppo breve, di pochissimi attimi.

    -...
    ...che fare?


    Turno 6


    La situazione sembra farsi più complicata.

    Ren e Virginia trovano una stanza segreta. Dentro si vede una culla malconcia dondolare al centro della stanza. Possono decidere che fare.
    Il signor Tabi e José vengono richiamati dal seminterrato, ma a metà strada sentono dei suoni. Ad occhio non si vede nulla di strano, e non ci sono ulteriori indizi dagli auspex di entrambi i pg. Possono decidere di restare o raggiungere il resto del party.


    Postare entro il: 7 Giugno, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicare tutto privatamente.

     
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    Il fiuto del Grande Detective si confermò i-n-f-a-l-l-i-b-i-l-e. Come ogni altra intuizione partorita dalla suprema mente geniale dell'Alfiere, vi era una stanza che mancava all'appello... e non poteva essere altro che una stanza nascosta. Meno male che zia Shantotto aveva dato al papà un amuleto in grado di contenere la super intelligenza di famiglia... se no Endlos sarebbe veramente implosa!! Troppa, proprio una cosa incredibile fra padre e figlio!

    -Ehm... SIGNORI!
    ABBIAMO TROVATO QUALCOSA.


    L'abile assistente chiamò dunque il supporto degli acchiappafantasmi, ma il piccolo Volpino, in realtà... sapeva. Sapeva che lui sapeva! Il traditore, l'uomo che aveva accompagnato il fidato Investigatore con la pipa. Avrebbe fatto finta di nulla, dunque? Avrebbe ammesso la sua complicità dinnanzi all'evidenza? O forse... aveva assassinato il suo prezioso alleato?!
    C'era solo un modo per scoprirlo... impugnando la sua poderosissima aspirapolvere arma super tecnologica, il Re buttò un occhio dentro la stanza, scorgendo una culla che... dondolava da sola.

    -...

    A questo punto, era tutto chiaro.

    -...vai tu.

    Suggerì dunque alla coraggiosa zia Virginia, invitandola senza timore a verificare chi ci fosse in quella culla, e perché si muovesse da sola.
    L'avrebbe fatto lui, che di certo non aveva affatto paura dei fantasmi! Era solo il vento, ovviamente. Per quello si muoveva così. Per cui sarebbe stato uno spreco di tempo mandare lui a controllare, no? A lui spettava un altro compito importantissimo: sorvegliare le loro spalle! Perché era lì che il nemico li avrebbe attaccati. Quella era una trappola, ovviamente. Li attirava lì nella stanza, arrivava il traditore e... PUM! Chiusi dentro. Così si poteva mangiare lui tutti i dolcetti della casa. Che piano vile e malvagio!
    Ma lui no, non ci sarebbe cascato. Non perché aveva paura di entrare lì dentro da solo, al buio, con la culla che si muoveva da sola... con i fantasmi che non esistono. Perché mai avrebbe dovuto avere paura di una cosa del genere? No lui era coraggioso. Solo che non entrava per non cascare nella trappola, perché era più furbo!
    Dunque si nascose dietro la gonna della zia mise spalla a spalla con l'assistente entusiasta, pronto ad ogni possibile agguato mentre lei sarebbe entrata ed avrebbe controllato.

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    Tabi no Kami | Turno 6



    -EHM... Signori!- dall'alto la voce della donna tuonò -ABBIAMO TROVATO QUALCOSA- ci avviammo quindi al piano superiore ma salendo le scale Josè, d'un tratto, si paralizzò. Io sentii dei rumori al piano terra, come un battito, ma non ne capii la provenienza. Josè ormai pareva pietrificato dalla paura allora gli dissi -Giovane, andiamo! Dobbiamo raggiungere gli altri... In fretta- lui mi guardò, non era impaurito, era curioso. Anche a me sarebbe piaciuto capire ma lo afferrai per il braccio e ricominciai a salire -Cos'era?- chiese -Non ne ho idea, per ora non preoccupartene e andiamo, su!-

    Saliti di sopra ci parse di entrare in una casa diversa. I muri erano spogli ed era evidente come fossero stati rimossi dei quadri enormi dalle pareti per via degli aloni più chiari. Il corridoio dava su quattro stanze, noi avanzammo verso quella flebilmente illuminata e nel silenzio sentimmo un bisbiglio, senza riconoscerne le parole. La stanza era la camera da letto padronale, riarredata in maniera spartana, essenziale. Un paio di cornici con un An Lushan da giovane, una donna e una bambina -Non ricordavo che An avesse una figlia...- pensai. Josè picchiettò sulla mia spalla e indicò quello che pareva essere uno sgabuzzino.

    -Oh déi- esclamai sottovoce. Una culla, solo una culla, che dondolava da sola. Virginia e il bimbo sembravano ipnotizzati da quella culla, la donna vi si stava avvicinando a piccoli passi. Io e Josè rimanemmo sullo stipite della porta. Tutti ansiosi di capire cosa ci fosse lì dentro.

    Poteri Passivi

    ♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.

     
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    Lentamente, Virginia si avvicinò alla culla. Nonostante temesse vi fosse realmente qualcosa che non andava, era forse la più "serena" della comitiva, in quegli istanti: nel suo credo religioso la possibilità che vi fossero fantasmi in giro non era contemplata ne' accennata nelle Sacre Scritture, quindi fortemente improbabile. Le anime -infatti- finivano tutte in altri mondi nel momento del trapasso, che fossero Paradiso o Inferno poco importava; qualche studioso del suo mondo nativo (la Luna che su Endlos prendeva il nome di Mirach) aveva in diverse epoche storiche contemplato quella possibilità, affiancandola all'introduzione del Purgatorio, di molto successiva all'avvento del Messia. Virginia l'aveva tuttavia sempre scartata, e se davvero aveva timore di qualcosa, era l'eventuale presenza del Diavolo.

    In ogni caso, avanzando con cautela, la suorina ebbe l'impressione che quel percorso non terminasse più. Facendosi coraggio, remò contro la propria volontà compiendo le ultime due falcate con passo più svelto, fino a raggiungere quel nido d'infanzia. Al suo interno -per fortuna- non trovò nessun bambino, nessun animale e nemmeno il Demonio.

    -Oh.
    ...anche se -forse- tutte le sue precedenti supposizioni sarebbero risultate meno inquietanti di quella.
    -C'è qualcosa, qui.

    w7zbCx0

    Raccolse un foglio di carta ben piegato, per poi consegnarlo al vecchio mercante. Qualora lo avesse aperto, avrebbe immediatamente potuto notare uno scarabocchio impreciso e sbavato, che sarebbe potuto benissimo appartenere a un bambino. La scena ritratta non avrebbe tuttavia mostrato nulla di infantile: era un loro ritratto, tutti impiccati.
    Chiunque l'avesse disegnato, non doveva evidentemente apprezzare la loro presenza.

    A conferma di quanto supposto, le luci iniziarono ad accendersi e spegnersi per qualche attimo, finché un rumore al piano di sotto li avrebbe forse allarmati. Virginia prese immediatamente tra le braccia il cucciolo di Kitsune, mostrando un'espressione ed una grinta forse inaspettate, per una come lei. Che fosse per senso del dovere verso l'amica, il proprio Dio o semplice coraggio, non faceva molta differenza: s'incamminò verso il rumore, sperando di esser seguita dagli altri al piano terra.
    Fermò il proprio incedere solo quando, sceso l'ultimo gradino, si trovò gli stivali completamente in ammollo, come se fosse finita in una pozzanghera.

    -Cosa...?!
    L'intero piano terra era invaso dall'acqua.


    Turno 7


    Trovate un disegno strano nella culla, che Virginia consegna al pg di Kandino.
    Sentite poco dopo uno strano rumore, e Virginia decide di scendere con il bambino in braccio. Finisce tuttavia con i piedi nell'acqua: in tutto il piano terra (quello del soggiorno, cucina ecc.) c'è acqua per terra, e arriva fino alle caviglie.

    Postare entro il: 19 Giugno, ore 23:59.
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    Ebbene: chiunque fosse il mostro che li stava minacciando, si era fatto un nemico molto, molto potente.
    Punto primo: nel disegno non gli aveva messo la corona in testa. Quindi oltre che malvagio era anche irrispettoso, maleducato, ignorante, brutto e stupido!
    Punto secondo: una minaccia di morte all'Alfiere? O avevano a che fare con un novellino, o quel fantasma era molto coraggioso... oppure semplicemente stupido, cosa più probabile. Cioè capito? L'aveva disegnato senza corona! Una cosa incredibile... allargò le braccia con espressione scandalizzata in direzione dell'Assistente entusiasta, che sembrò comprendere subito il suo ovvio sgomento, condividendolo. Difatti lo prese in braccio, correndo giù per le scale pronti a punire il cattivo a suon di sculaccioni.

    -Cosa...?!

    Ad accoglierli, invece di un criminale pronto ad affrontare la giusta pena, trovarono un'inaspettata... piscina. Certo, ora sperava di rimediare a quell'affronto invitandolo a giocare?! E no, non se la sarebbe cavata così facilmente!

    -José... puoi provare ad aprire la porta principale?

    L'Assistente fu chiaramente d'accordo con il suo Capo Ispettore, per questo ordinò al soldato traditore di aprire il portone per far scorrere via l'acqua. Interrompeva il gioco ed in più metteva il finto alleato con le spalle al muro, furba... come si sarebbe comportato ora, eh?? Avrebbe finalmente palesato i suoi ovvi conflitti d'interesse?!

    -Brava

    Si congratulò a bassa voce il piccolo Principe, fiero della mossa strategica della zia.
    Ma ora... toccava a lui. Era suo il compito di far rivelare il nemico principale! Doveva attirarlo allo scoperto, tendere una trappola abilissima ed elaboratissima... e lui sapeva perfettamente quello che avrebbe dovuto fare.

    -Uff... e io che voevo coddividee quetti doccetti co un amico...

    Esclamò allora, con scaltrezza degna di una Volpe, il Grande Investigatore. Il broncio afflitto di un tenero demonietto bambino avrebbe reso il tutto più credibile e realistico.

    -Se soo ci fose quaccuno a cui dalli... eh, li daei motto voettiei.

    Ovviamente si trattava di una recita! Era necessario specificarlo, vista l'innato talento e la super bravura da attore. Ma il fantasma certamente non l'avrebbe mai capito, e così facendo l'avrebbe attirato allo scoperto.

    -Popio un pecato...

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    Tabi no Kami | Turno 7



    Il disegno che Virginia mi aveva passato sembrava quello di un bambino, raffigurava un vecchio, un uomo dalla carnagione scura, una donna bionda e un bimbo provvisto di orecchie pelose, da volpino. Eravamo noi, chiaramente. Peccato che fossimo stati tutti disegnati con una corda al collo. La presenza era infastidita dalla nostra ispezione e dovevamo essere vicinissimi a scoprire qualcosa perché di lì a poco le luci della stanza iniziarono ad impazzire, come disturbate da qualche energia insolita. Sentimmo tutti un rumore provenire dal piano inferiore, la suorina prese in braccio il bimbo e iniziò a scendere di sotto.

    L'acqua stava incessantemente invadendo il piano terra, appena arrivati arrivava alle caviglie. Da dove arrivava tutto quel flusso d'acqua però? Il bagno era appena stato ristrutturato e alla mia prima visita non parevano esserci perdite o problemi evidenti nel sistema idraulico. Dovevo capire quale fosse la fonte. Iniziai a levare la vestaglia e la riposi in cima alle scale, mi levai anche le scarpe e tutto ciò che mi avrebbe appesantito in maniera eccessiva. Rimasi in canotta e pantaloni, giusto per non congelare in acqua -Virginia, vado a controllare da dove arriva tutta quest'acqua e vedo se riesco a fermarla- infilai le dita in una lanterna ad olio spenta che serviva ad illuminare la scala, sfregai i polpastrelli sul vetro fuligginoso e poi tracciai un segno sul muro, all'altezza del piano superiore -se l'acqua dovesse raggiungere questo livello non attendetemi, vi troverò da solo. La casa non è così grande- a quel punto iniziai la "piccola" immersione.

    L'acqua era gelida e scorreva rapida, come un ruscello di montagna. Stava quasi bagnando le mie cosce. A fatica riuscivo a camminare ma piano piano sarei arrivato dove avrei voluto, seguendo la corrente.

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    -Uff... e io che voevo coddividee quetti doccetti co un amico... Se soo ci fose quaccuno a cui dalli... eh, li daei motto voettiei. Popio un pecato...
    Nonostante l'idea della piccola Kitsune non fosse affatto male, in quel particolare frangente non ebbe alcun effetto particolare, se non strappare un sorriso intenerito a Virginia, che si concesse di dargli un bacetto sulla guanciotta paffuta del visino tondo e imbronciato.
    -Virginia, vado a controllare da dove arriva tutta quest'acqua e vedo se riesco a fermarla- disse allora il vecchio mercante, segnando un punto del muro con della fuliggine ritrovata in una lanterna, all'altezza del piano superiore -se l'acqua dovesse raggiungere questo livello non attendetemi, vi troverò da solo. La casa non è così grande..

    Una volta immerso, avrebbe cercato il punto da cui giungeva quell'acqua. La sala si rivelò del tutto priva di perdite; come una piscina improvvisata, si limitava a contenere le acque ed i vari cuscini bagnati che -ormai- galleggiavano allegramente, come tavolette colorate. La cucina non fu da meno: era tutto spento, chiuso e in ottimo stato, acqua a parte, che ormai invadeva tutto. Solo alla fine avrebbe raggiunto il bagno e... trovato un rubinetto completamente aperto. Come una piccola cascata, l'acqua corrente scendeva indisturbata, traboccando ovunque e ricadendo per terra.

    Fys1YQF

    Se già quella visione non fosse parsa strana in tutta la sua banalità, a rendere l'episodio più curioso fu un altro foglio galleggiante, invero un po' malconcio, ma dai colori ancora abbastanza definiti.
    Dal tratto molto simile al precedente, non ritraeva più gli intrusi impiccati, ma qualcos'altro...
    Qualcosa che al signor Tabi no Kami sembrò familiare.

    -Che ne dici di tornare al piano di sopra, Ren?
    Domandò Virginia, iniziando a preoccuparsi per quelle che riteneva le sue priorità.
    -Con tutta quest'acqua potresti prendere il raffreddore...
    Vero era che avrebbe dovuto controllare il livello dell'acqua, ma... c'era il soldato con loro, e si sentiva abbastanza sicura di poterlo lasciare da solo a controllare.


    Turno 8


    Altro turno di decisioni da prendere: il volpino ha a che fare con una Virginia giustamente preoccupata per la sua salute, molto più della missione in sé. Altrove, e più precisamente nel bagno, Tabi no Kami ha appena scoperto che l'origine della perdita altro non era che un rubinetto lasciato aperto. Nessun problema alla struttura, ma l'evidente sensazione di non esser mai stati soli, in quella casa. In più, ottiene un nuovo indizio.
    Decidete il da farsi, e per qualunque cosa mi trovate in privato!

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    Tabi no Kami | Turno 8



    Arrivai a controllare il bagno e lì trovai il rubinetto completamente aperto. Mi catapultai a chiudere l'acqua, interrompendone finalmente il flusso. Girandomi notai che qualcosa stava galleggiando sulla superficie dell'acqua. Un altro foglio, zuppo ma ancora riconoscibile: sembrava proprio un luogo già visto ma faticavo a ricordare, vista la mole di situazioni avvenute in serata. Se avessi preso in mano il foglio mi si sarebbe spappolato in mano quindi decisi di tornare indietro e, al massimo, portare lì in bagno gli altri se ve ne fosse stato bisogno.

    Il flusso d'acqua pareva essersi davvero fermato, io feci comunque un po' di fatica a tornare indietro. Nel lento tragitto ebbi modo di ripensare meglio a dove avevo visto ciò che era rappresentato dal disegno e facendo mente locale ricordai di aver visto una cosa del genere nel cucinino della cantina. Avrei dovuto controllare nuovamente, ma senza prima rimuovere del tutto l'acqua sarebbe stato complesso.

    Arrivato alla scala mi levai di dosso gli abiti zuppi, assicurandomi di non essere visto, e raggiunsi la pila di abiti in cima alla scala. Appena rivestito presi la biancheria fradicia e la riposi al lato della scala. L'avrei potuta recuperare in un secondo momento. -Ragazzi... Ragazzi! Dovremmo andare in cantina!- esclamai a gran voce, nella speranza di essere sentito e di ricevere risposta. Chissà quale altro ostacolo ci avrebbe atteso dopo la piccola inondazione.

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    Come osava quel fantasma non cadere nella sua trappola perfetta?!
    Un piano infallibile, orchestrato in ogni singolo dettaglio! Un oltraggio rifiutare una sua offerta di dolcetti -che mai sarebbe avvenuta, ma lui questo non lo sapeva!-, per di più nel momento in cui serviva a smascherarlo e farlo uscire allo scoperto.
    Certo oramai si era macchiato di ogni crimine possibile, e la cattura sarebbe servita a fargli scontare una giusta pena... ma a questo punto non avrebbe avuto più alcun riguardo.

    -Vooom

    Rombava imponente il suono della macchinetta acchiappafantasmi che portava sulla schiena. Se solo l'avesse voluto avrebbe potuto risucchiarci l'intera casa! Ma gli avrebbe dato ancora un'ultima possibilità...

    -Che ne dici di tornare al piano di sopra, Ren?
    Con tutta quest'acqua potresti prendere il raffreddore...

    -Ragazzi... Ragazzi! Dovremmo andare in cantina!-

    Il Detective, pensieroso, valutò la proposta di entrambi gli Assistenti, in netta contrapposizione. Non voleva certo abbandonare una possibile scena del crimine, ma la mamma gli aveva ribadito molte volte quanto fosse importante stare attento per non prendere un raffreddore... e lui non poteva certo andare contro le raccomandazioni della mamma!

    -Dividamoci.

    Avrebbe dunque proposto, accogliendo la richiesta della zia. Forse nella soffitta avrebbero trovato qualche altro indizio?!

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    -Che ne dici di tornare al piano di sopra, Ren? Con tutta quest'acqua potresti prendere il raffreddore...
    -Ragazzi... Ragazzi! Dovremmo andare in cantina!-
    -Dividamoci.

    Gli investigatori avrebbero potuto finalmente organizzarsi sul da farsi, ma già covavano in parte il sentore che la curiosa serie di stranezze non sarebbe certo finita lì. E infatti... la risata di un bambino giunse nitida e chiara a tutti, forse gelando loro il sangue.
    Durò pochi attimi, giusto il tempo di far distrarre José, che molto delicatamente non calibrò bene la propria forza, palesemente sopra la media, e finì per sfondare un gradino della scala col piede. Seguì una imprecazione, ed il tonfo del suo naso sullo spigolo di un altro gradino. Poi arrivò l'urlo di una Virginia strattonata all'indietro dal soldato, che si sarebbe trascinata involontariamente mercante e volpino.
    Caddero con un tonfo nell'acqua che si era agglomerata in fondo alla tromba delle scale senza riportare danni, mentre il livello si abbassava lentamente per merito di una vetrata spaccata da un pezzo di legno, lo stesso che -da solo, come una scheggia impazzita- era schizzato via alla rottura del gradino.

    In effetti, la successione di eventi fu alquanto bizzarra, e probabilmente in pochi avrebbero compreso le dinamiche fortuite della tremenda caduta; tutto ciò che rimase a dare concretezza all'assurdo fu una Virginia con lo sguardo alto e le mani congiunte. Ringraziava il suo Dio e gli Angeli ed i Beati, acclamando al miracolo. José, invece... era poco distante, con il sangue che gli scendeva dal naso alla bocca e le mani sulla faccia per il dolore: probabilmente sarebbero rimasti entrambi lì, invocando dei e santi in modi differenti.

    Buonsenso avrebbe dunque suggerito di lasciarli alle loro questioni ed avvicinarsi al forno... e fu proprio quando i due superstiti raggiunsero l'ingresso della cucina che notarono un'evidente stranezza.
    La pressione dell'acqua -o forse qualche infiltrazione- aveva provocato un crollo parziale di una parete decisamente meno stabile di tutte le altre, probabilmente inserita successivamente ai lavori di costruzione della casa. C'era una camera nascosta in quel punto, ma il contenuto risultò decisamente più inquietante della culla del piano superiore. Un cerchio alchemico ricoperto di rune e simboli arcani era graffiato nella pietra del pavimento spoglio, circondato da candele spente. All'interno, un libro aperto e leggermente umidiccio.
    A quel punto fu quantomai evidente che parecchie cose non quadravano, e forse la realtà poteva essere ben peggiore dei sospetti.


    Turno 9


    Ci stiamo avvicinando alla fine: non mi soffermo oltre sulla descrizione (che spero sia chiara). Non riuscite a vedere cosa sta scritto sul libro (al momento siete all'ingresso della cucina), e per farlo dovreste avvicinarvi. Non sentite odore di fumo, segno che le candele sono spente da parecchio tempo. Il muro crollato è quasi certamente un elemento successivo alla costruzione della casa in cui vi trovate.
    Decidete il da farsi, ovviamente usando il condizionale. Potete parlare fra voi.

    Postare entro il: 20 Agosto, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicare tutto privatamente.

     
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    Ecco. Ecco.
    Lo sapeva che il traditore era lui. Lo sapeva che sarebbe intervenuto per aiutare il fantasma! Proprio quando il grande Detective aveva deciso di salire al piano superiore per risolvere il caso, improvvisamente quell'ammasso di muscoli e ferro li aveva afferrati e fatti sprofondare tutti insieme nelle cantine! Un disastro annunciato. Ma ora basta, avrebbe detto il Principe Guerriero. Ora basta, avrebbe tuonato l'Alfiere eroe. Perché a tutto c'era un limite. A tutto. E lui gli aveva appena fatto bagnare il vestitino che gli aveva cucito su misura la mamma.
    Così la piccola Volpe si liberò dalla presa di Zia Virginia senza fiatare, scendendo sulle sue stesse gambe quando ancora erano distesi lungo il terreno. Si avvicinò a lui, il soldato che finora li aveva scortati, con estrema calma. E solo una volta giunto dinnanzi al suo volto ancora sanguinante, e ad altezza giusta...

    -PIITO MAEDETO MUOI!

    ...afferrò il tubo dell'aspirapolvere l'arma risucchia-fantasma e la puntò contro la sua fronte.

    -VOOOOMMM

    Infine azionò il marchingegno supremo per qualche secondo.
    L'aveva liberato. Finora aveva deciso di risparmiarlo per usarlo come trappola, attendendo un passo falso... ma la pazienza si era esaurita. Lo spirito maledetto che aveva posseduto il loro amico non esisteva più.

    -Oa sei savvo.

    Sussurrò poco dopo con voce calma e rilassante, poggiandogli una mano sulla spalla. Ma non c'era bisogno di ringraziarlo. Non c'era tempo per ringraziarlo! Perché il cattivo principale era ancora lì nei paraggi, e loro dovevano fermarlo.
    Con passo sicuro e deciso si incamminò dunque verso il cerchio alchemico pronto ad afferrare il libro, ma... le raccomandazioni di Zia Shantotto giunsero nella sua memoria: mai mettere piede dentro un cerchio magico o alchemico senza le dovute protezioni.
    Dunque si fermò a ridosso dello stesso, scrutando con aria interessata. Poi si voltò verso Virginia e l'Assistente, attendendo una loro mossa.
    Forse nel libro avrebbero trovato un incantesimo per mandare via lo spirito? O forse sarebbe stato sufficiente distruggere le incisioni nella pietra? O ancora, accendere le candele lo avrebbe evocato dinnanzi a loro?!
    Mille misteri che solo un Detective del suo calibro avrebbe potuto fronteggiare.

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    • Fortuna Sfacciata: [Fortuna Perenne]
    • Occhi dell'Innocenza: [Malia di tenerezza]
    • Legame con la Fonte: [Immunità agli agenti esterni]
    • Voce dell'Innocenza: [Spara-balle]
    • Un Piccolo Ladro in Erba: [Passiva di anti-auspex di tipo radar]

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    • Dentino: [arma]
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    Tabi no Kami | Turno 9



    Una risata sinistra, poi un tonfo e l'urlo di Virginia. Eravamo finiti in acqua, cadendo fino al piano più basso. A quel punto il bimbo, tutto corrucciato, prese in mano un'aspiravolvere, indirizzò il tubo verso la faccia di Josè e aspirò alla massima potenza. Trattenni a stento una risata. -Oa sei savvo- disse il piccolo al soldato. A me doleva ancora un po' la schiena a causa della caduta, ma nulla di grave o non sopportabile.

    Avvicinatoci alla porta della cucina facemmo una scoperta interessante: uno dei muri era ceduto, rivelando una stanza nascosta e apparentemente sigillata. Il muro sembrava più recente della casa, all'interno del piccolo locale un cerchio magico. Candele attorno, tutte spente. Di solito i cerchi magici si usano per proteggere qualcosa o qualcuno, in altri casi fungono invece da trappole e prigioni. Sicuramente un metodo poco ortodosso di gestire e tenere a bada uno spirito, ma soprattutto non del tutto infallibile. Era probabile che qualcuno avesse intrappolato lì lo spirito che infestava la casa.

    In ogni caso sarebbe stato consono intervenire; la cosa più sensata da fare, a mio avviso, era accendere le candele e da lì procedere in base a ciò che sarebbe avvenuto. Guardai Virginia e cercai di farle capire con lo sguardo che a breve le cose si sarebbero potute fare più serie ancora.

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    ♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.

     
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    LA CASA STREGATA

    2LIuDwF

    "Gran parte del carattere di ogni uomo può essere letto nella sua casa".

    (John Ruskin).


    j24wQdq

    Dimora di An Lushan, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando gli investigatori accesero le candele... qualcosa -in effetti- accadde. Nonostante avesse la forma di una mera impressione, un presentimento in grado di metter la pelle d'oca, fu così chiaro e percepibile che tutti ebbero l'impressione di aver azionato qualcosa, dato vita ad un incantesimo.
    Virginia -che più degli altri, per esperienza personale- aveva motivi più che validi per sospettare di quel particolare tipo di magia, si sollevò di scatto, guardandosi attorno con aria sospetta e nervi ben tesi. Non le ci volle troppo per individuare qualcosa, prima assente, esattamente dentro l'enorme forno. Con un lieve cenno del capo ed un movimento degli occhi, cercò di comunicare con José, invitandolo a controllare cosa fosse apparso lì dentro. Il soldato -però- non parve particolarmente felice; tentennò qualche attimo, domandandosi se vi fosse qualcuno a cui avrebbe potuto scaricare l'onere. Peccato che in quella sala fossero presenti solo una ragazzina, un Principe quasi neonato ed un anziano; a quella vista ingurgitò sonoramente il rospo che gli si era fermato in gola, iniziando ad autoconvincersi su quanto il suo ruolo fosse importante in quella "spedizione" e comportasse anche quello.

    Lentamente, e non senza timore, avanzò fino all'obbiettivo, curvando appena la schiena, nel tentativo di riuscire ad osservare l'interno del forno. Nella penombra, degli occhi di un viola brillante e dalla pupilla verticale come i gatti ricambiarono lo sguardo del soldato, il quale avrebbe avuto modo di osservare una testa abbastanza grande rispetto al corpo minuto, e braccia ed arti corti. A completare il set, un paio di piccoli cornini sulla testa, ed una coda nera che terminava con la singolare forma di una punta di freccia.

    -...un bambino?

    No, non era un bambino. Quelle corna e quella coda erano un segno inequivocabile della sua natura, e non sarebbe stato necessario nemmeno un forcone per richiamare la più tradizionale forma di un diavolo. Fu evidente anche per José, ma le dimensioni e le proporzioni erano fondamentalmente quelle di un bambino: fosse stato umano, avrebbe avuto meno di quattro anni.
    Anche l'atteggiamento non appariva troppo diverso da quello di un cucciolo: invece di attaccare, si nascondeva goffamente in una tana improvvisata, con i grandi occhi più spaventati che aggressivi. Uno sguardo più attento, li avrebbe notati leggermente lucidi.
    Cosa avrebbero dovuto fare a quel punto?
    Perfino la religiosissima Virginia parve in evidente difficoltà sulla decisione da prendere.


    Turno 10


    Scusate il ritardissimo: vi ringrazio di avermi aspettata.
    Siamo quasi alla fine della quest: accendere le candele vi ha condotti a questo risultato. La creaturina che avete trovato nel forno, al momento, continua a nascondersi nel suo piccolo buco, con gli stessi atteggiamenti di un bambino piccolo. Virginia, che di solito è molto netta contro i demoni, questa volta tentenna, probabilmente a causa del suo aspetto infantile. Decidete come agire, o come prendere iniziativa.

    Postare entro il: 20 ottobre, ore 23:59.
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    Come ampiamente previsto e pronosticato dal super Detective infallibile, la chiave per andare avanti risiedeva nell'accensione delle candele! Eh, la differenza che faceva la lunga esperienza accumulata nel salvare il mondo ogni giorno... il rituale da lui illustrato ai suoi compagni servì infatti ad evocare il sicuramente responsabile di quel disastro. Che ricordiamo non era certo l'aver cacciato di casa il suo padrone, o l'avergli annacquato e distrutto parte della sua dimora, né tantomeno i disegnini brutti e macabri che non rendevano onore e giustizia alla nobile immagine dell'Alfiere. Ma aver accolto il Re di Endlos in casa propria con le dispense della cucina vuote, quello non era certamente passabile ed ammissibile.

    -...un bambino?

    Esatto... e quindi? Confuso dalla preoccupazione e dalla paura dipinta sul volto della Zia Virginia, il nobile Detective strinse gli occhi per provare a vedere meglio dentro il forno. Un bambino con corna e coda demoniaca. Quindi? A cosa era dovuto tale tentennamento? ...Forse...?
    Persino l'Assistente Cavaliere sembrava titubante... sì, a questo punto non c'erano dubbi: nascondeva con se nel forno tutte le caramelle della casa. Nessun altro gesto o visione avrebbe mai potuto destare tanto stupore e disdegno!
    Eppure, quando il Re Eroe saltò dalle braccia dell'Assistente per arrampicarsi sulla mobilia volare col supporto del suo fidato mantello magico, atterrando di fronte al forno, non trovò nulla di quanto si aspettava.
    Solo un demonietto come lui, rannicchiato, ma nessuna caramella.

    -Mhmmmm...

    Il Principe Volpino allora, che era famoso in tutto il regno per la sua immensa bontà ed il suo spiccato spirito di condivisione, fece ciò che tutti si aspettavano dalla sua persona. Prelevò un cioccolatino dalla tasca e lo offrì con premura ed amore al bambino che aveva di fronte.
    Non perché si aspettasse di riceverne altri in cambio, magari con una mappa che avrebbe spiegato dove trovare la vera dispensa della cucina nascosta per rubare tutto. No. Lo fece solo perché era buono e nobile. E condivideva la sua gioia con tutti.

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    A luci accese le cose cambiarono. Qualcosa era avvenuto perché all’interno del forno era comparso un corpicino che pareva umano, piccolo e docile, ad uno sguardo attento vidi invece corna e coda come di un satanasso. Il soldato, che per primo aveva fatto la scoperta, ora pareva essere a disagio – come dargli torto – e la stessa Virginia rendeva chiare le proprie remore di fronte a quell’inaspettato epilogo.

    Il “bimbo detective” – chissà che gli era saltato in mente di fare – a differenza dei più adulti dimostrò di essere sprezzante del pericolo e si avvicinò all’infante nel forno per porgergli un cioccolatino. Dubitai che quel dolcetto ci avrebbe salvati dall’energia che l’essere poteva sprigionare.

    Un demone, quello avevamo di fronte. Ci potevano essere mille modi per spiegare la comparsa di quella cosa ma a me sempre un demone pareva. Mi vennero i brividi nel pensare al potenziale oscuro del demone nel forno. Bizzarro però. Un demone nato nel luogo preposto a fuoco, legna e carbone. Mi ricordava qualcuno.

    «Questa non è cosa per noi» dissi tutto serio, cupo perfino «dovremmo solo andarcene e avvisare chi può gestire un diavolo» fui lapidario ma detti subito l’impressione corretta: noi non dovevamo trovarci lì e soprattutto dovevamo andarcene, magari consigliare al mercante di abbandonare la casa e raderla al suolo, pargolo compreso, anche se a poco sarebbe potuto servire.

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30 replies since 17/2/2020, 09:35   559 views
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