-
.Nome: Iago | Cognome: K. | Pseudonimi: Nessuno.
Sesso: Maschio. | Età Reale: 19 | Età Apparente: 19
Classe: Birbante
Rogue | Technomancer | AlchemistAspetto
Alto circa un metro e settantadue, ha i capelli ricci, folti, color ebano scuro. Gli occhi, profondi e di un acceso color castano brillano su un viso dai lineamenti delicati e privo di inutile peluria, tenuto sempre ben curato. Il suo fisico sembra robusto ma non proprio asciutto, la muscolatura ben disegnata, l'addome non privo di una leggera pancetta, tipica di chi apprezza la buona cucina. La carnagione scura è perfettamente abbinata al colore di occhi e capelli. Le mani sono affusolate e morbide.Carattere
Sarcastico, sagace, loquace – a tratti logorroico, cerca di nascondere i suoi pensieri dietro questi tratti della sua personalità. Era un bambino sensibile, una volta, anche se la sua adolescenza sembra aver cancellato qualsiasi forma di innocenza. Porta avanti le sue argomentazioni con instancabile tenacia, adora avere l’ultima parola anche in condizioni svantaggiose, per il puro gusto di litigare - o far litigare. Essendo cresciuto nell’alta borghesia, si lascia pervadere talvolta da una certa spavalderia, disprezza qualsiasi tipo di scontro che non sia verbale e ripugna qualsiasi forma di volgarità - anche se a volte si costringe a scendere a compromessi.Diario di bordo
Background
Questa volta ho toppato, lo so.
Si comincia sempre con “Cara Madre”, ma quando troverete questa lettera sul tavolo, avrete già capito. Voi mi avete sempre compreso, cara Madre; molto prima che io, come sempre, faccia qualcosa di stupido, Voi mi avete già avvertito per tempo.
Mi avete allevato bene Voi e papà, ve ne sono grato, vi sarò sempre riconoscente ma, almeno Voi, avete già compreso molto bene le mie reali intenzioni, i miei desideri reconditi.
Voglio vedere il mondo con i miei occhi, non intendo immaginarlo oltre dietro queste spesse mura; voglio costruire me stesso, non mandare avanti i progetti che avete in serbo per me. È la mia vita, Madre, per quanto possiate non condividere le mie scelte, devo prenderne le redini.
Non Vi chiedo di perdonarmi, non conosco il dolore che si prova nel sapere un figlio lontano senza poter fare nulla, Vi chiedo solo di dare pace al vostro animo.
La vita che avete accuratamente progettato per me mi disgusta, mi dispiace ma non posso accettarla. Quando leggerete sarò probabilmente lontano, parto seduta stante alla volta di quel mondo selvaggio che non vi è mai andato a genio.
Non cercatemi, cara Madre, non mi troverete.
Con Amore, Vostro figlio.
Tratto da: Ultima lettera alla Madre
Nato da una famiglia borghese nella Cittadella di Yoba su una luna di Argo, Iago è stato allevato con amore da genitori facoltosi che gli hanno assicurato la migliore istruzione possibile. Fin da piccolo è sempre stato un simpatico guastafeste, aveva una spiccata propensione all’apprendimento ma era assolutamente incapace di obbedire ciecamente ai precetti degli educatori.
Di giorno seguiva con voracità le lezioni che gli venivano impartite: scienze, chimica, anatomia, tecnologia; di sera si dilettava montando e smontando strani aggeggi.
Nel periodo adolescenziale, cominciò a discernere a modo suo l’educazione ricevuta, coltivando interessi e passioni ben diversi da quelli del padre che, nonostante tutto, lo iniziò alla professione di mercante, per succedergli nell’attività familiare: i genitori di Iago erano invischiati in una fitta rete commerciale, a dire il vero un'attività molto proficua.
Dal canto suo, Iago, seguiva attentamente le istruzioni del genitore per apprendere l’arte di ammaliare le persone con le parole, allo scopo di ottenere vantaggio. Gli stava incollato in quelle occasioni, ma aveva le idee piuttosto chiare anche riguardo al proprio futuro.
Alla prima occasione sgattaiolava fuori dalle mura della sua proprietà per andare a divertirsi nei bassifondi, cercava di mettere in pratica ciò che gli aveva insegnato il genitore. Usciva dalle finestre e passava sui tetti della parte ricca della Cittadella. Lì, lontano dagli occhi indiscreti di nobili bacchettoni, si dilettava con acrobazie di vario genere, di tanto in tanto. Aveva una buona dose di “amici”, nonostante sia fermamente convinto che l'amicizia non esista. Passava il tempo a giocare d’azzardo e imbrogliare cialtroni, riusciva anche a non mettersi (quasi) mai nei guai. Imparò il borseggio e lo scassinamento, perfezionò la loquacità trasmessagli dal padre, riusciva a sperimentarla di volta in volta su diversi individue di varie classi sociali, viziato com'era non conosceva il significato della parola timore. I farabutti di quei luoghi lo guardavano sott’occhio, all’inizio, ma finivano quasi sempre a senitirsi a proprio agio con lui.
In una di queste serate, mentre faceva baldoria con un folto gruppo di balordi mercenari, notò su uno scrittoio poco distante dal suo sgabello, un bando di arruolamento. Dall'altro lato di quel tavolino si affacciava un timido ometto paffuto che scrutava curioso qualsiasi essere si avvicinasse. Tutti lasciavano il nominativo e passavano oltre a chiacchierare con un'affascinante dama vestita da capitano di mercantile. Iago si allontanò dal fracasso dei commensali e, relativamente sbronzo, non esitò a chiedere informazioni. Gli fu spiegato che all'alba un veliero sarebbe salpato per sperimentare una nuova rotta commerciale di Yoba. Iago non seppe trattenere l’entusiasmo, firmò immediatamente e prese confidenza col capitano. La donna si dimostrò particolarmente gentile e disponibile. Forse troppo.
Filò silenziosamente via dalle lenzuola del Capitano e balzò a casa. Si prese qualche ora per recuperare le sue cose e scrivere l'ultima lettera alla madre, ormai era deciso.
Si presentò in anticipo sul ponte della nave, nella vana speranza di ritrovare il Capitano prima del resto della ciurma. Quando tutti si presentarono, puntuale come un orologio svizzero si levò l'ancora e il veliero salpò.
Il resto dell'equipaggio era composto da soli uomini, molti di essi sembravano pescatori, altri, enormi com'erano, dovevano avere un passato più turbolento. L'affascinante Capitano, non si fece viva neanche per un istante. Tutti guardavano Iago con sospetto, sebbene non avesse ancora approcciato con nessuno: si limitava a passeggiare nei pressi delle cabine, senza mai togliere gli occhi dalla porta che gli interessava.
Dopo mezza giornata di navigazione, il giovane furfante cominciò a sentire una strana inquietudine: la cabina gli sembrava sempre più deserta e gli sguardi dei suoi compagni di viaggio, sempre più taglienti.
Stanco dell'attesa, si presentò ad uno di quelli che lo guardavano peggio, un grosso tizio barbuto che se ne stava al fresco dell'albero maestro, appoggiato ad una botte di vino col calice sempre colmo.
Il dialogo si consumò rapidamente, l'energumeno aveva perso la pazienza più del ragazzo e decise di spifferargli il piano. Iago non fece in tempo a cogliere il vero punto del discorso che in quattro lo strattonarono spingendolo all'albero maestro e lo legarono.
In quel momento uscì l'affascinante Capitano che terminò la spiegazione del sottoposto. L'obiettivo del viaggio era Iago, un concorrente di suo padre li aveva pagati per rapirlo, parlavano di un riscatto, probabilmente.
Il giovane chinò il capo fingendo rassegnazione, in realtà era piuttosto eccitato all'idea di fare un tentativo di fuga. Slegare il nodo con cui, alla buona, l'avevano attaccato all'albero non doveva essere troppo difficile, ma sarebbe stato meglio aspettare di essere più vicini alla terraferma.
Una notte, cullato dal canto del suo stomaco affamato, si soffermò sull'acqua: sembrava agitarsi ogni istante di più. Alzò gli occhi al cielo cercando nubi di tempesta ma con sorpresa vide aleggiare solo un’insolita aurora boreale.
Svenne.Endlos
Bruschi RisvegliEquipaggiamento
Poteri Passivi
Poteri Attivi
Edited by kanigd69 - 7/5/2020, 21:35.