Bruschi Risvegli

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    ???


    Avere consapevolezza del proprio destino è una cosa importante e Iago, purtroppo, negli ultimi giorni ha pienamente compreso quello che sarebbe stato il suo destino. Ingannato da una ciurma di mercanti-briganti e trasformato da focoso amante a sostegno dell'albero maestro. Le corde strette ai polsi, dopo giorni e giorni di tentativi inutili non si sono sciolte, ma almeno si sono allentate, così da garantirti un minimo di sollievo dal dolore. Peggiore del dolore, c'è solo la sete, per non parlare della fame che ti stringe lo stomaco in una morsa bruciante da quanto tempo? Da giorni? Forse settimane. Hai perso il conto, ormai.
    Se non bastassero le vessazioni del fisico, quelle della mente sono anche peggiori. La ciurma che di tanto in tanto ti passeggia vicino, o ti insulta o ti sputa contro. Quelli che hanno sviluppato un po' di affezione nei tuoi confronti ti tirano una mestolata di acqua sul viso, tua unica gioia della giornata.
    La situazione è dura, ma la tua consapevolezza ti suggerisce che non ti lasceranno morire, vali solo se vivo, dopotutto.
    Mentre percepisci la tempesta e comprendi che qualcosa sta per cambiare, è l'aurora boreale che ti culla verso un sonno profondo, o uno svenimento, chissà.
    Ti riprendi dopo un tempo indefinito svegliato dal fervore della battaglia, dall'adrenalina dello scontro, dal tanfo di sangue che da qui a breve verrà versato. C'è agitazione sul ponte della nave. Vedi il tuo Capitano che impartisce ordini con durezza mentre la ciurma si muove come una macchina oleata. Ognuno sa cosa deve fare e quando farlo, così da permettere di veleggiare secondo manovre puntuali. I cannoni al fianco della nave spuntano scintillanti come zanne di un mostro marino. Tutto lascia presagire che qualcosa bolle in pentola.
    E tu?
    Tu stai ancora tutto aggrappato e lagato all'albero maestro. Praticamente lo abbracci da giorni e si può dire che è l'amante più duraturo e costante che tu abbia mai avuto. Le corde ai polsi ti permettono un minimo di movimento, puoi abbassarti o stare in piedi senza problemi. Girando il capo puoi osservare il panorama che ti circonda. Vedi sempre il solito mare, ma c'è qualcosa di tragicamente diverso. Sarà il cielo luminoso, le poche stelle che si intravedono, o semplicemente l'odore del mare. In lontananza, a leghe e leghe di distanza, intravedi il profilo di un qualche arcipelago. A tribordo della vostra imbarcazione noti un grosso vascello tozzo, vele bianche ed una bandiera a scacchi bianca e turchesi, a te ignota e sconosciuta.
    A giudicare dagli ordini del Capitano c'è qualcosa che non va. Gli strumenti direzionali non funzionano, sono come impazziti dopo un tonfo che ha scosso la nave. E poi la comparsa di quella nave di colpo.
    C'è qualcosa di strano e nessuno trova una soluzione, ma vede solo nemici.
    Per te, in questo caos, però si apre una piccola e forse preziosa occasione. Ai tuoi piedi è rotolato il secchio a cui solitamente ti gettano l'acqua, si è brutalmente spezzato ed il cerchio arruginito e rotto riposa al suolo. Sembra affilato.


    Benvenuto in questa scena masterata!
    Mi sono ricollegato alla storia del tuo pg narrandone il continuo. Quello che scoprirai poi essere un fenomo di riscrittura catapulta la tua nave in un mare sconosciuto, dove un vascello nemico veleggia in lontananza. Il Capitano si prepara ad ingaggiare il potenziale nemico, lasciandoti uno spiraglio di opportunità grazie al secchio rotto che ti ritrovi ai piedi, nessuno bada a te presi come sono dalla nave in avvicinamento.
    Sentiti libero di agire come preferisci!

    Parlando della parte tecnica, come avrai notato in altre giocate, si tende a colorare il parlato dei personaggi, per una questione puramente di ordine e colpo d'occhio. In questo modo si evidenza otticamente (e si separa dalla parte descrittiva e/o introspettiva) ciò che il personaggio dice, rendendo il post più leggibile.
    In spoiler, o nella parte inferiore del post, solitamente si inseriscono le caratteristiche tecniche del personaggio.
    In questo momento ed in questa particolare scena, è necessario inserire solo le tecniche passive convalidate, eventuali oggetti che il pg porta con sè ed in futuro anche gli oggetti del mercante (visto che la tua scheda è ancora in approvazione per ora puoi tralasciare questo dettaglio).
    Nel caso tu intenda compiere un'azione con consumo energetico, in quel caso dovrai aggiungere sotto alle passive anche la tecnica attiva usata nel turno, specificando il consumo impiegato e sottraendolo al 100% da cui tutti i giocatori partono (salvo presenza di adeguate passive che portano il tetto a 110%).

    Per quanto riguarda le azioni: l'unica nota importante da chiarire (e che fa sostanzialmente parte del regolamento di tutta Endlos) è quella sull'autoconclusività: tu giocatore potrai muovere solo e soltanto il tuo personaggio (a meno di accordi off-game con la persona con cui si gioca). Inoltre non potrai decidere le conseguenze delle tue azioni rispetto all'ambientazione o ai personaggi altrui, in questo caso gestiti entrambi da me.

    Esempio:
    “Blocco una persona per strada e le tiro un pugno perché mi gira male. Lei cade a terra per il dolore.” [NO]
    “Cerco di fermare un passante e provo a tirargli un pugno perché sono di cattivo umore.” []

    Spero di aver chiarito tutto il necessario per giocare tranquilli.
    Per qualsiasi dubbio non esitare a scrivermi!
    Buon divertimento!
     
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    ~ In trappola ~


    ? • ?


    È buio.
    Tutto, completamente nero. La coscienza è la prima a districarsi dalle avide braccia di quello strano e improvviso sonno.

    Ah, che stanchezza. Che dolore! Ma dove sono?

    Le palpebre sono ancora troppo intorpidite, lentamente la lingua accarezza il labbro inferiore cercando di lenire la secchezza. Ruotando debolmente i polsi, mi scopro avvinghiato al legno. Premo le piante dei piedi per tastare il terreno: ancora legno. Il flebile odore di salsedine che invade le mie narici viene bruscamente spezzato dal fetore di sudore e pesce. Gradualmente, le orecchie riescono a recuperare l'eco di diverse urla. Il mio cranio pare vuoto tanto è forte il rimbombo di parole confuse, di cui non riesco a comprendere il significato. Gli occhi, debilitati ma risvegliati dal caos e da un momento di panico, tentano di far entrare luce e chiarire la situazione.

    ...già. La nave.

    E così mi ritrovo ancora annodato all'albero maestro.

    Questa è l'ora della secchiata, direi. Questi bifolchi hanno anche smesso di svegliarmi?

    Un crampo violento allo stomaco mi costringe a strizzare gli occhi. Piego leggermente le spalle e realizzo di essere più libero rispetto al solito, o almeno questa era l'impressione. Accasciato, col sedere che ormai non sento più, cerco di arrivare più lontano possibile, continuando a fingere che sia il crampo a farmi contorcere. Nessuno sembra darmi retta, col capo basso riapro gli occhi di scatto e mi ritrovo a fissare un asse di legno scuro sulla quale grumi di polvere e goccioline d'acqua saltellano perfettamente sincronizzati. Ora i suoni arrivano più distinti: tutti si muovono a passo svelto, una voce femminile urla con veemenza.

    È stato proprio un tiro mancino, Capitano. E non ti sei ancora scusata.

    Giro il collo rapidamente per cercare la donna. L'immagine è ancora sbiadita, ma come potrei dimenticare la figura di colei che mi ha condotto con l'inganno fuori dalle mura della mia proprietà. Lo diceva sempre papà, sono ancora un lattante!
    A guardarsi bene intorno sembra che stia succedendo qualcosa di grosso: tutti corrono a destra e a manca, frettolosi ma puntuali.
    Lo sguardo si allunga oltre il parapetto del ponte in cerca della causa di tale scompiglio, in una direzione, in lontanaza, riesco a scorgere la sagoma confusa di una terra; in un'altra, però, c'è la sagoma di un'imbarcazione.

    Ah, stanno venendo a salvarmi!

    Ma io non voglio essere salvato.
    Oltretutto non mi sembra che i miei rapitori siano minimamente interessati a cedere la loro preda: come grosse lance a strapiombo sull'acqua, i cannoni erano stati predisposti per la battaglia e la ciurma sembrava altrettanto preparata ad una situazione movimentata. Ed è solo la prima volta che esco di casa, pensa se cominciassi a farlo più spesso!
    Chiudo per un attimo gli occhi per riflettere.

    Ma non stavamo navigando verso un golfo?
    Oltretutto non mi pare di riconoscere i colori di quella nave.

    Ehi, ma che diav ...

    L'angoscia ha preso il sopravvento per un istante, prima che il cervello frenasse quella lingua lunga. Non posso attirare attenzioni indesiderate, questo scompiglio potrebbe rivelarsi vantaggioso.
    Ma, come svincolarmi da questa brutta faccenda?
    Mentre rifletto, le mie orecchie raccolgono una serie di informazioni confuse. Sembra che non funzioni nessuno strumento di navigazione, le bussole sono impazzite, l'altra nave è comparsa all'improvviso, tutti si muovono piuttosto agitati. Non hanno dimenticato solo la secchiata, mi sento più asciutto del solito, hanno evidentemente cominciato a risparmiare anche sulla saliva. Il cuore pulsa più rapidamente, come a suggerirmi di prendere iniziativa. L'istinto propende per la ricerca di soluzioni caute: la confusione potrebbe sì portarmi vantaggio, ma sono ancora in mezzo a chissà quale mare, rapito da farabutti che stanno per affrontare chissà quale nave. Nemmeno comincio a valutare le opzioni che sento piuttosto vicino il rumore di qualche arnese che si spezza. Un leggero fruscio metallico di qualcosa che rotola e un tonfo esattamente nei pressi del mio piede. Gli occhi si sbarrano più rapidamente possibile, il cerchio metallico del buon amico secchio che passava a rinfrescarmi, è rotolato molto vicino a me.

    Calma, non c'è fretta ...

    Continuo a ripetermi mentre cerco di avvicinare come posso il ferro vecchio. Il mio piede sta tentando di portarlo in mezzo alle gambe, per nasconderlo accuratamente con le ginocchia e tentare di passarlo in qualche modo alle mani, presto o tardi. Nel frattempo, nei limiti imposti dalla mia coordinazione, i polsi ruotano per cercare di allentare le funi ancora un po'.

    Al momento di massima confusione, che il cerchio sia ben nascosto o meno, giunge infine l'occasione di muoversi. Dovrei solo fare quel gioco che mi piaceva tanto da bambino. Com'è che faceva la filastrocca?

    Lungo lombrico
    che sale e che scende,
    occhi di scarpa
    luce che splende,
    avvolge la testa
    nasconde la coda
    e vuol fare lo sciocco…
    con la magia si trasforma in un fiocco.



    Pollici e mignoli tentano di far leva sulla fune, liberando i polsi discretamente. Il mio sguardo cerca di capire se l'attenzione di qualcuno fosse rivolta a me. Le ginocchia cercano di coprire il cerchio di ferro arruginito come possono. Il cuore batte all'impazzata, una scarica di adrenalina mi drizza i pochi peli sulle braccia.
    Fatico a contenere il sorriso che mi si sta dipingendo in viso.




    Legenda
    Pensato
    Parlato | Parlato di altri
    Testo | Altro



    Recap
    Scheda
    Stato fisico: Malridotto, affamato, assetato.
    Stato mentale: Eccitato, adrenalinico.
    Energia: 95%

    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli

    Abilità passive:
    Tasca dimensionale (Sacca) | Mi senti? (AntiAuspex uditivo e Scurovisione)

    Abilità attive:
    Legami, dai.
    Iago grazie alla sua abilità e al suo ingegno può liberarsi da lacci, funi e nodi vari, uno per volta, senza bisogno di tagliarli.
    [Consumo: Basso | Durata: Istantanea | Portata: Singola]

    Grazie mille dell'introduzione. Tutto molto figo. Spero di non aver fatto/scritto cavolate. Divertiamoci!
    :flwr:

     
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    E' qualcosa di stupefacente osservare come una macchina ben oleata sia in grado di compiere azioni estremamente complesse senza il minimo rumore, anzi, facendo sembrare tutto piuttosto semplice.
    La ciurma di cui sei vittima non è altro che la dimostrazione di quanto detto prima. Sono mercanti, ma il mare tembra gli animi ed i corpi con una durezza che è propria solo delle onde e della loro risacca. Non saranno pirati, ma più di una volta la Capitana potrebbe aver sconfinato in qualche amichevole scazzottata nautica con vascelli più piccoli e facili prede. Inoltre sono gli anni del sale quelli ad aver unito in matrimonio tutta la ciurma.
    Osservi i tuoi carnefici continuare nei preparativi con una diligenza militare. Le vele vengono ore distese, ora trazionate per sfruttare i venti presenti e cominciare la manovra di accerchiamento del nemico, o meglio di volgere il fianco armato verso il vascello nemico. La Capitana, stretta in una veste che ne accentua le forme, inforca un grosso cappello a falda larga così da evitare che la luce del sole gli arrivi direttamente in viso. Le pistole gemelle riposano al fianco mentre ora va a dare una strattonata al timore, ora si avvicina al Capo Cannoniere per inveire di velocizzare i preparati. Nessuno era pronto ad una battaglia, quindi i tempi tecnici sono più lunghi del previsto.
    Confusione che ti aiuta, visto che nessuno bada più a te, sei un povero spettatore di questo complesso teatro.
    Il lombrico lento serpeggia tra i capi della corda, ora allentando un orecchio, ora tirando l'altra estremità. E' un gioco fatto di pazienza, un rebus che sai risolvere senza problemi. La pazienza di qualche secondo, l'adrenalina che sembra farti esplodere il cuore, ed ecco che la corda si scioglie liberandoti i polsi. Il ferro rotto del secchio arrugginito, una sorta di lama primordiale, se ne sta ben nascosto tra le tue gambe acciambellate. Nessuno noterà il sudore che ti imperla la fronte, sarà la febbre, il delirio, il caldo o lo sputo dell'ultimo bucaniere.
    Tornando allo scontro, senti chiaramente qualcuno annunciare che c'è qualcosa che si avvicina. Se potessi alzarti ed allungarti alle balaustre noteresti un fiotto che parte dall'altra nave e taglia il mare alzando metri di spuma. Se le tue conoscenze te lo concedono, potresti dire che si tratta di un siluro, è certo. Quando il proiettile arriva a pochi metri dalla nave, tutti si preparano all'impatto imminente. Impatto che non arriva.
    E' il tonfo che lascia tutti perplessi.
    E' il tonfo che anticipa lo sgomento e la perplessità.
    Un figuro compie un salto sovraumano dal mare e si fionda al centro del castello di comando, potro dietro la Capitana. Si tratta indubbiamente di un mostro dall'aspetto di predatore. Una specie di incrocio di un essere umano, di cui porta le vesti, ed uno squalo. Scolano litri di acqua dalla pelle liscia del predatore, una lunga coda pinneggia dietro la figura del mostro. Ha un piede di legno ed un uncino al posto di una mano come nel più banale dei cliché. La mano umanoide che gli resta stringe una grossa ancora piena di spunzoni. Indossa una grossa giacca di un blu oltremare. Lo sguardo da predatore si muove tra i vari presenti ed un sorriso fatto di tre file di denti aguzzi si snuda.
    Sospendete ogni manovra di attacco contro il nostro mercantile o sarò costretto a versare il vostro sangue per il Dio del Mare!
    Il silenzio.
    Così irreale, così strano se paragonato al continuo clagore di pochi istanti fa. Una calma innaturale, una calma tesa quasi tagliente, pericolosa. La paura viene messa da parte, perchè la prossima azione del Capitano segnerà il destino di tutti.
    Non conosci bene la tua Capitana, o meglio la conosci fino al suo intimo, ma non avete mai parlato molto. Puoi però immaginare come risponda ad una simile minaccia.
    Estrae la pistola ed in un ringhio spara. Il mostro, ferito alla spalla, inizia a mulinare la sua arma.
    Sul ponte della nave, scoppia un combattimento. L'uomo pesce, oltre due metri di mostro, comincia a mulinare la sua arma contro mozzi e tirapiedi scagliandoli senza troppo fatica oltre le balaustre. L'uncino eviscera un paio di uomini, prima che altrettanti svuotino i loro moschetti sul mostro. A dispetto dei fori da cui zampilla un sangue così scuro, da sembrare quasi blu notte, il mostro continua nella sua opera di distruzione. La Capitana impartisce gli ordini e qualcuno già smonta un cannone dal muro laterale per poterlo ridirezionare contro il pescecane.
    Se già prima nessuno badava più a te, ora sei libero e completamente ignorato.
    Ma cosa fare?
    Il nemico del tuo nemico, è tuo amico?
    Anche se è un mostro?



    Per quanto riguarda la tua precedente azione sei stato perfetto, nulla da dire.
    Continuando nella narrazione, continuano le manovre di ingaggio tra le due imbarcazioni, ma un mostro metà pesce e metà uomo compare sulla nave, chiedendo di terminare subito l'attacco.
    La tua Capitana, però, non sembra essere molto d'accordo e fa fuoco sull'uomo pesce che quindi comincia a combattere contro la ciurma.
    Come al solito completamente libero nelle tue scelte!
     
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    ? • ?


    Fatto.
    Il ghigno beffardo si allarga sul viso, spezzando la cavalcata di qualche goccia di sudore che precipita al suolo. I polsi sono liberi, ma ancora ben nascosti dietro la schiena; le mani hanno afferrato la fune che li stringeva, in modo da non lasciare tracce; le gambe raggomitolate tengono in sicurezza il vecchio ferro del secchio in attesa di elaborare una strategia. Pare tutto pronto, nessuno mi ha notato. Sono tutti troppo impegnati a difendersi.
    Ma difendersi da chi? Non riconosco i colori dell’altra nave, per quanto ci pensi. E non esiste libro su questa luna che il vecchio mentore non mi abbia fatto leggere: sarei dovuto diventare un esperto tiratore di fili per un’enorme rete commerciale, mi ha messo al corrente di qualsiasi tipologia di imbarcazione, ogni minimo pericolo che le mie navi avrebbero potuto incontrare per mare. I colori, la forma, il materiale dell’altro vascello proprio non mi suggeriscono niente. Più metto a fuoco l’immagine, più sembra che la situazione mi sfugga.

    Ma dove stiamo andando?

    Il pensiero di non conoscere una tratta marina di Argo è immediatamente allontanato dalla figura del Capitano che ora torreggia fiera davanti ai miei occhi. Le curve del suo corpo mi riportano alla mente i ricordi della sera in cui ho abbandonato la mia famiglia. In realtà forse sono più concentrato sugli istanti che hanno preceduto quella mia decisione.
    Le pupille si dilatano, il cuore continua a galoppare furioso, il desiderio che le mie mani siano al posto delle sue pistole mi distrae dalla valutazione del piano di fuga. Una sirena maledetta, la decisione delle sue parole tira le corde del mio cuore, suonandole come fosse un’arpa. Le mie fantasie vengono bruscamente interrotte dall’annuncio che qualcosa si avvicina.

    Ci stanno attaccando?!

    Eccolo, è il momento perfetto.
    La tensione negli occhi di tutti, i loro volti rivolti verso l’imbarcazione avversaria, ogni fibra del mio corpo mi urla che quello sarebbe stato un momento irripetibile. Mi alzo di scatto, mantenendo le mani dietro la schiena e nascondendo il ferro sotto i piedi, con lo sguardo indirizzato nella direzione da cui proviene l’oggetto dell’annuncio. In lontananza mi sembra di scorgere della spuma, c’è qualcosa che fende le splendide acqua su cui stiamo navigando.

    Un siluro sottomarino, fantastico...

    Il mio cervello connette le informazioni sugli armamenti delle navi di quella luna, i miei occhi cercano un luogo a riparo dalla luce per trovare un buon anfratto in cui accucciarsi nell’attesa dell’opportunità per raggiungere la terraferma e abbandonare quell’allegra banda di bricconi. Avrei sfruttato il caos dell’impatto per rotolare nel primo buco disponibile, una stanza, una pila di botti, una rete, qualsiasi cosa avrebbe potuto celarmi dagli occhi dei miei rapitori.

    Ma … l’impatto?

    Nessun boato, nessun fragore, nessuno schizzo.
    Niente. Smarrito, il mio capo si volge ancora verso la direzione in cui tutti sono rivolti.

    Splash



    Qualcosa è uscito dal mare. È letteralmente saltato fuori dall’acqua. E su Argo non esistono bestie marine in grado di compiere simili prodigi. Non c’è pesce sulle rotte di commercio a poter balzare su una nave. Mi giro di scatto, verso la Capitana.

    Ma cosa diav…

    Le parole mi si fermano in gola, hanno tutti imbracciato le armi. La figura che giganteggia imponente alle spalle della Capitana è … uno squalo?! Enorme, umanoide, con tanto di uncino, gamba di legno e vestiti. Ha addirittura un’arma. Il terrore mi immobilizza, fino ad un momento prima mi fingevo legato da corde, ora sono i miei sentimenti ad avvolgermi in una morsa stretta. Il mio cervello lotta contro le emozioni, il mio sguardo si rivolge alla donna, altrettanto paralizzata, così come il resto della ciurma.
    Ma dove siamo finiti?

    Sospendete ogni manovra di attacco contro il nostro mercantile o sarò costretto a versare il vostro sangue per il Dio del Mare!

    Versare sangue è un'espressione che mi ha sempre infastidito. Non credevo che in vita mia l'avrei mai sentita uscire dalla bocca di uno squalo. Per quanto inverosimile, è ancora più agghiacciante. Lo sguardo determinato della donna taglia la tensione come un coltello caldo taglia il burro. So di doverla fermare, ho la certezza che stia per fare qualcosa di stupido, ma non riesco a muovermi.

    Fai qualcosa maledizione, Iago! Quel coso se la mangerà viva.

    Deglutisco un boccone di saliva amara, le gambe tremano. Sto per prendere fiato e dire qualcosa. Qualcosa di orribilmente stupido.

    BANG!


    Maledetta imbecille...

    L'enorme pesce agita la sua arma, un'ancora decorata di spuntoni – come se un'ancora in mano ad uno squalo umanoide non facesse accapponare la pelle già di per sé. Cadono alcuni uomini sotto i suoi colpi, alcuni in mare, altri spezzati e sparpagliati un po' ovunque. Attacca con l'ancora e con l'uncino, è difficile pensare che quel mostro abbia il coraggio di chiamare la sua nave mercantile e definirsi un mercante. Alcuni farabutti, evidentemente stanchi di vivere, gli sparano contro.

    In mezzo a tutta quella baraonda, finalmente la mia testa riesce a sbloccare il corpo. Lentamente mi calo, una mano si muove rapida a raccogliere il ferro nascosto male dal mio piede. Cerco di infilarlo rapidamente e alla meno peggio nella sacca ancora – fortunatamente! – attaccata alla mia cintura. Uno schizzo di sangue mi sporca le scarpe, vedo budella ovunque intorno a me, mi rendo conto di essere lontano più di qualche passo dall'albero a cui ero avvinghiato. Sono troppo stanco per ragionare lucidamente, mi sfugge il quadro completo, la mente è avviluppata in un turbine di domande che non trovano risposta.
    L'unica cosa certa ora è che non devo farmi notare.

    Se mi tuffassi in mare, quanto ci metterebbe questo coso a raggiungermi? È uno squalo p**** p******! Una scialuppa verrebbe rilevata immediatamente dall'altra nave. Se mi nascondo, finisce che questo tizio affonda la nave con me sopra.
    ...
    Devo prendere tempo, non posso permettere che mi scambi per un imbecille di questi e mi sbudelli! Non posso morire cosi.
    Che situazione indecorosa.


    Il mio petto era un tamburo, ogni fibra del mio corpo rifiuta quello che la mia mente progetta. Le gambe tremano, il sudore mi bagna le labbra e gli occhi, le mani sono viscide, i peli sono dritti sulle parti scoperte delle braccia.
    Tiro un respiro profondo.

    Miei signori, per carità fermatevi!

    L'urlo che tenta di spezzare il macello.
    Ma cosa sto facendo? Non so dove sono, non posso fare affidamento su nessuno, mi trovo in una sanguinosa contesa tra chi mi sta per vendere e un maledetto uomo-squalo. Sarà il sole, sarà la fame, sarà il dolore di ossa, ma ci sto parlando.

    Vi imploro, riponete le armi, mio signore.
    Capitano, anche voi, vi prego, accogliamo le richieste del nostro ospite, almeno ascoltiamolo!


    Pronuncio così, a gran voce quelle che potrebbero essere le mie ultime parole.
    Madre, perdonatemi.




    Legenda
    Pensato
    Parlato | Parlato di altri
    Testo | Altro



    Recap
    Scheda
    Stato fisico: Malridotto, affamato, assetato.
    Stato mentale: Terrorizzato, adrenalinico, confuso.
    Energia: 85%

    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli

    Abilità passive:
    Tasca dimensionale (Sacca) | Mi senti? (AntiAuspex uditivo e Scurovisione)

    Abilità attive:
    Loquace (x2)
    Sfrutta le parole e i bei discorsi, per convincere un bersaglio ad agire secondo i propri interessi.
    Malia attiva
    [Consumo: Basso | Durata: 2 Turni | Portata: Singola (Capitano & Uomo-Squalo)]

    Ho letto in regolamento che ho due slot azione per tecniche, ho dedotto che potessi lanciare due "Loquace". Se ho sbagliato, modifico. Altrimenti, puniscimi QM :flwr:
     
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    Vuoi catalizzare l'attenzione di tutta la nave su di te?
    Ci riesci benissimo. Il mostro continua a mulinare la sua arma trucinando uomo, dopo uomo, anche alcuni energumeri che ti avrebbero conciato per le feste in una serata qualsiasi. Quando prendi parola, a dispetto della voce roca che ti ritrovi per la disidratazione, riesci in qualche modo a catturare l'attezione di tutti gli altri.
    Il Capitano e la Bestia fermano il loro duello. Il mostro tiene sollevato un vecchio cuoco per il suo uncino e si limita a lanciarlo via come fosse uno straccio sporco. La Capitana, invece, pian piano abbassa le due pistole, ormai mancano appena una manciata di metri tra i due duellanti. Silenziosamente, intanto, veleggia verso di voi il galeone nemico.
    Oh, oh, il mio bocconcino si è riuscito a liberare, eppure lo dovevo sapere che eri particolarmente bravo con i nodi.
    Cinguetta divertita mentre si inumidisce le labbra carnone con la lingua. Cosa abbia voluto sottointendere, questo lo sapete solo voi due. La Bestia punta contro il legno della nave la sua ancora e fa lunghi respiri, come se respirare aria gli desse quasi fastidio. Su tutto il corpo ha diversi tagli, più o meno profondi, da cui continua a colare il sangue scuro, continua ad essere completamente disinteressato alla cosa.
    Sospendete ogni manovra di attacco.
    Ripete con estrema calma. Gli occhi piccoli ed acquosi si muovono tra i vari presenti.
    Immagino voi siate dei naufraghi, arrivati qui a seguito di qualche tempesta. Capita spesso, ma non c'è bisogno di essere violenti.
    Il mostro in realtà sembra essere piuttosto ragionevole e comprende pienamente la situazione in cui vi trovate. Purtroppo su Endlos è fenomeno comune ed ad un certo punto riesci a riconoscere un naufrago senza troppi problemi. Se aggiungi che il mostro ha visto apparire dal nulla la vostra nave, diventa cosa piuttosto semplice comprendere la situazione in cui vi trovate.
    Ammainate le vele e lasciate che la mia nave si avvicini.
    Con la mano armata apre il braccio ed indica la nave che veleggia verso di voi sempre più rapidamente.
    Lo sguardo della ciurma ancora viva si muove verso la figura della donna in trepidante attesa. Cedere alle fandonie di un mostro?
    FUOCO!
    Il cannone è stato già ampiamente smontato dal parapetto e direzionato contro il mostro, che se ne sta pure a braccia aperte come a voler accogliere meglio la palla di cannone. L'urlo della donna si mescola con il bruciore della miccia e con la vampa di polvere da sparo che investe un po' tutti i presenti. La palla di cannone impatta in pieno petto del mostro e lo trascina in una corsa di diversi metri, fino a schiacchiarlo nel castello di poppa. Una nuvola di detriti e schegge danza a mezz'aria. La Capitana, allegra, spara un paio di colpi a mezz'aria divertita. Il resto della ciurma si aggiunge in una serie di uggiolati allegri e mezzi brilli. E' l'euforia della battaglia, il canto della morte che tutti i marinai e pirati conoscono benissimo.
    Eppure, il mostro, redidivo, torna a rialzarsi. Il petto parzialmente sventrato dalla palla di cannone, da cui cadono brandelli di sushicarne, icore nera raggraumata e frammenti di osso. Non sembra essere proprio contento. Inoltre la sua nave, è ormai prossima. E della ciurma della Capitana? appena una manciata, una decina di uomini, ancora utili allo scopo, che per inciso imbracciano i moschetti pronti a crivellare il mostro; cosa che fa la stessa capitana.
    E tu? A dispetto della tua voce, ancora una volta passi in secondo piano. Ti ritrovi alle spalle della tua bella Capitana, una manciata di metri, e puoi vedere davanti a te la furia di un mostro del mare che si risveglia.
    Uomini! Vendete cara la pelle!
    E si prepara ad aprire il fuoco, urla la sua rabbia ed incoraggia la ciurma, perchè tanto la Capitana ha già capito che presto entrerà nel Paradiso dei Marinai.


    Per quanto riguarda la precedente azione, come ti ho risposto in bacheca, non ci son problemi ad utilizzare due volte la medesima tecnica su bersagli diversi. Sia il Mostro che il Capitano subiscono la malia fermando temporaneamente le loro azioni, ma trattandosi di un consumo Basso, la Capitana decide di ingaggiare nuovamente il nemico con l'artiglieria pesante.
    In generale ricorda che per difendersi da una certa tecnica (Fisica, Magica, Mentale) c'è bisogno di una difesa appropriata di consumo pari o superiore. In caso di difesa minore, la differenza viene incassata. Le tecniche mentali e le illusioni necessitano di una particolare passiva per "rendersi conto" che si è influenzati da queste abilità.
    Tornando a noi il Mostro subisce l'offensiva ma nonostante questo si alza come nulla fosse. Di norma nelle quest o scene masterate non viene riportata la scheda dei png, ma per darti un'idea sappi che il mostro è dotato di una passiva di infaticabilità ed una di immunità al dolore; ovviamente questo non rende il png o pg che sia immortale ed alla lunga non avrà scampo.
    Per ora, comunque, si rialza e si prepara a caricare gli uomini del Capitano ed il Capitano stesso, le intenzioni sono chiare.
    Come al solito, libero di fare quello che preferisci!
     
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    ? • ?


    Ho sempre riscosso un gran successo tutte le volte che mi sono messo in mostra nelle taverne. Sono sempre stato un campione di ballo sui tavoli, sulla mia luna; racconto barzellette discrete che, con l'aiuto di qualche litro d'alcol, fanno una gran figura.
    Ma, questa volta, niente. Rimango fermo, immobile, con le ginocchia ancora tremanti e la fronte che sitlla sempre più sudore. Ormai l'adrenalina che avevo in circolo deve aver esaurito l'effetto, il mio corpo è sempre più affaticato, comincio a risentire della fame.

    Il colosso pinnato scaraventa via il cuoco come se nulla fosse, sembra abbia arrestato la carica; la donna abbassa le armi. Forse non avevo fallito su tutta la linea.

    Oh, oh, il mio bocconcino si è riuscito a liberare, eppure lo dovevo sapere che eri particolarmente bravo con i nodi.

    Ma come fa a pensare a certe cose con tutto quello che sta succedendo?! Sento le orecchie arrossire, per un istante. La mia mente vola in un secondo a quella notte, ma il mio cervello mi impone lucidità massima. Distolgo immediatamente lo sguardo dal Capitano. Il mostro che le è di fronte sembra non risentire di tutte le ferite da cui zampilla un liquido non dissimile dall'inchiostro. Sembra completamente illeso da come si muove, da come sta si staglia in piedi di fronte alla donna, eppure è forellato come un groviera.
    In che diavolo di essere ci siamo imbattuti?

    Sospendete ogni manovra di attacco.
    Immagino voi siate dei naufraghi, arrivati qui a seguito di qualche tempesta. Capita spesso, ma non c'è bisogno di essere violenti.
    Ammainate le vele e lasciate che la mia nave si avvicini.


    Naufraghi? Tempesta?
    Il mio cervello torna a tessere le informazioni di cui dispone, alla velocità che può. Siamo su una nave intatta, o per lo meno così era fino al suo acrobatico arrivo. Il cielo non ha versato neanche una goccia d'acqua, ero attaccato all'albero, me ne sarei accorto se qualcuno da lassù mi avesse voluto fare la grazia di una doccia.
    Cosa intende con naufraghi e tempesta?

    Siamo naufragati? E... dove?

    Non riesco a recuperare molto della partenza, ma sono convinto che sia impossibile che quella donna abbia perso la rotta. Ho pochi elementi per trovare una risposta alle mie domande, l'unico che le conosce sembra essere il mercante-squalo.
    Peraltro, lui pare particolarmente ragionevole, se ne sta lì a parlare con calma dopo aver commesso una serie di omicidi a grondare sangue. Ora, se quella maledetta testa calda ascoltasse le sue richieste, potremmo almeno capire dove ci troviamo.
    E qui, rientro in gioco io.

    Bene, ora che mi sono stati a sentire, devo soltant–
    FUOCO!

    BOOM!



    I miei occhi si strizzano in un istante, le mani salgono repentine a coprire il volto. Non appena realizzo che è stata sparata una palla di cannone, è già tardi per la diplomazia. Atterrito, ascolto i canti idioti della marmaglia che mi trovo di fronte, e che presto avrebbe maciullato anche me come quel mostro che ha sfondato il castello di poppa. Lancio un'occhiata alla donna che gioisce insieme ai suoi uomini, mi ha già messo nel sacco una volta, ero determinato a non mostrarle nuovamente il fianco. Ma con una decina di uomini ancora a sua disposizione, cosa potevo fare io?
    Poi il mio capo si volge verso la nave che ancora veleggiava nella nostra direzione. È vero, a bordo di quell'imbarcazione probabilmente c'erano altri mostri come quello squalo. E sapere che abbiamo fatto fuori uno di loro, di certo non ci avrebbe reso le cose facili.

    Devo nascondermi, ora.

    Sarà passata giusto una manciata di secondi dall'impatto della palla di cannone con lo squalo umano, e quello si rialza dalle macerie col petto mezzo sfondato dalla cannonata. Si rimette in piedi come se non fosse mai accaduto nulla, mentre lascia pezzi di carne qua e là. Oltretutto, vedo la sua nave sempre più vicina. Un brivido corre lungo la mia schiena, il peso si sposta istintivamente sulle punte per cominciare a correre, le pupille si dilatano e gli occhi si inumidiscono. Sono completamente preso dal terrore.

    Uomini! Vendete cara la pelle!

    Grida il Capitano, pronta a fare fuoco con le sue pistole e condurre la sua ciurma verso la fine. Il mostro di fronte a lei, è furioso. Mi trovo a pochi metri dalla sua schiena, quelle stesse spalle che ho voluto seguire per finire in questa situazione. Nel mio cuore, non so se ringraziarla per avermi condotto lontano dalla trappola della mia famiglia, o odiarla per avermi messo su questa nave. Maledizione, ho anche firmato per essere parte della ciurma di questi idioti che si stanno per fare ammazzare.
    Devo uscire da questa folle battaglia.

    Potrei aiutare il Capitano e guadagnarmi la sua fiducia, evitando di farmi legare di nuovo come un salame. Potrei aiutare lo squalo e fargli capire che non faccio parte di questo ammasso di idioti, forse potrei calmarlo e mi farebbe passare dalla sua parte, dalla parte di un individuo di cui non conosco la specie, figuriamoci le intenzioni.
    Non riesco a ragionare lucidamente.
    Il mio corpo è stanco fino al midollo, la fame e la sete non mi permettono di elaborare strategie valide, le mie parole sono state vane, il terrore mi pervade, l'unica cosa che la mia mente continua a ripetermi è...

    Fuggi!

    E così faccio.
    Lancio un'ultima occhiata alla donna, è un peccato che un corpo così venga mutilato da un mostro del genere. La rispetto, ha scelto la sua fine, per quanto mi possa sembrare inutile e priva di senso.
    L'unica speranza che mi rimane è nascondermi in attesa di comprendere le intenzioni del nostro ospite e della sua ciurma.
    Il mio volto si gira di scatto, gli occhi percorrono la nave per trovare un riparo. Dove trovo un posto buio su una nave? La mia sola possibilità è infilarmi in qualche buco in direzione del castello di poppa mezzo distrutto.

    Mi accuccio cauto, sembra che nessuno badi troppo a quell'idiota che pochi attimi prima blaterava soluzioni diplomatiche. Deglutisco, provando a darmi una svegliata. Il cuore sussulta in un modo che non avevo mai provato prima, ormai galoppa furioso da un po'. Infilo la mano sinistra nella sacca e ne estraggo la lama di fortuna ricavata dai resti del secchio, in questo momento non ho il tempo di controllare se i miei effetti sono tutti al loro posto. I piedi si muovono più veloce che possono, silenziosi come non mai, le punte sono ben piantate a terra, le ginocchia funzionano come ammortizzatori del rumore. Ho studiato bene la tecnica per non produrre alcun suono, con tutto questo trambusto non dovrebbe essere complesso passare inosservato. Per prima cosa tento di uscire dal campo visivo dei più, gli occhi si muovono all'impazzata cercando di scorgere un anfratto in cui infilarsi nell'attesa che si esaurisca lo scontro.

    È l'unica cosa che mi sembra sensata, muovermi con attenzione e il più velocemente possibile dietro il primo riparo di fortuna che avrei trovato, da lì, studiare la situazione e cercare di elaborare un piano di fuga.

    Dove hanno la maledetta scialuppa?!



    Legenda
    Pensato
    Parlato | Parlato di altri
    Testo | Altro



    Recap
    Scheda
    Stato fisico: Malridotto, affamato, assetato.
    Stato mentale: Terrorizzato, adrenalinico, confuso.
    Energia: 85%

    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli

    Abilità passive:
    Tasca dimensionale (Sacca) | Mi senti? (AntiAuspex uditivo e Scurovisione)

    Abilità attive:
    _

    Perfetto, ricevuto per quanto riguarda la questione delle difese e delle abilità dei png.
     
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    ???


    E' la guerra quella che scoppia sul ponte della nave a generare un frastuono fastiodoso. Una pioggia di sangue, urla e proiettili che volano ora a destra ed ora a manca.
    Puoi ben comprendere che nessuno bada a te, che in tutta serenità ti vai ad appollaiare in un piccolo anfratto in attesa che le acque si calmino. Dal tuo piccolo rifugio tranquillo, però, puoi osservare tranquillamente lo spettacolo di morte che sgorga davanti a te.
    Come puoi ben immaginare il veliero del mostro si avvicina sempre più, silenziosamente si affianca al punto che è facile vedere il resto della ciurma nemica: una serie di pirati/mercanti o chissà cosa, che non sono altro che ibridi con vari animali, ora un riccio, ora un pesce spada, ora un polpo.
    Lo squalo intanto ha trucidato senza troppi problemi altri cinque membri della ciurma, poi un sesto scagliando la sua ancora a gran velocità contro un povero mozzo che viene così sbalzato oltre il parapetto.
    Un balzo, un tonfo e sulla scena compare anche una donna-medusa, che in un vortice di serpi e punta di fioretto decima la ciurma. E' chiara l'apprensione che ha per il grosso bestione che continua a perdere icore nera dal corpo.
    In vita resta solo la Capitana che inutilmente bersaglia con le pistole di due mostri. Sono scariche, e lei lo sa. I due mostri emettono una serie di versi gutturali che non puoi e non riesci a comprendere.
    La Medusa si muove verso il tuo rifiugio, come se avesse sempre saputo che tu fossi nascosto lì. Si ferma a qualche passo da te e ti punta contro lo stocco.
    Il Capitano dice che sei l'unico dotato di un cervello di questa nave. Se vuoi ancora vivere ti conviene seguirmi.
    La pronuncia è sibilante, come lo sciame di capelli che continua a muoversi sul capo del mostro. Con la punta dell'arma ti indica una passarella di legno che viene allungata dal galeone nemico verso cui la Medusa ti invita a muoverti e poi superare.
    Puoi notare intanto decine di ibridi che arrivano sul ponte della nave, cominciano a vagare per il castello di poppa, le sentire, la stiva, alla ricerca di ogni bene da confiscare. Comincia una triste processione che sembra quasi il funerale della nave. Anzi, a ben pensarci lo è.
    Il Capitano Squalo, intanto parlotta con un uomo-riccio mentre uno strano ibrido uomo-murena, ha già legato la scalpitante Capitana con delle lunghe alghe marroncine, un bavero per la bocca e polsi e caviglie. La decisione dello Squalo è inappellabile e la comprendi solo quando la Medusa ti spinge a salire sul ponte per andare sull'altra imbarcazione, ben lontano da quello che avviene alla tua ex-amante: ha segnato il destino della sua ciurma, ha deciso per la morte di tutti e non può sottrarvisi. La morte giungerà tramite il mare, poichè in questo viene gettata. Un tonfo, un tuffo e la sentenza viene sancita e messa in atto.
    Chiamate subito il dottor Otto!
    Urla la Medusa verso gli ibridi che annuiscono rapidamente e predispongono una sorta di trono nel mezzo del ponte del vascello. Come puoi intuire è per lo Squalo che torna a casa e vi ci si accomoda stanco.
    Il dottor Otto non è altro che un tizio incappucciato di nero da cui fuoriescono solo lunghi tentacoli. Tra le mani palmate stringe un teschio umano che cui fuoriesce una nebbia verdastra. Borbotta qualcosa del tipo "non posso sempre ricucirti per la tua irruenza", ma poi si mette al lavoro tastando il corpo ferito dello Squalo con le sue propaggini. Conclusa la diagnosi soffia la nebbia verdastra sulle ferite che via via cominciano a rimarginarsi.
    Se deciderai di seguire gli ordini della Medusa, lo Squalo pare esser disposto ad ascoltarti.


     
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    ~ Paella de Mariscos ~


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    Tra schizzi di sangue, organi, proiettili e denti eradicati, mi faccio silenziosamente strada in una strozzatura tra le macerie del castello di poppa. Il sudore non zampilla più come prima, il cuore rallenta il battito. In quella oscurità che mi cela dalla vista del mostro, potrei trovare un attimo di pace per fare il punto della situazione. Strizzo per bene gli occhi, inumidisco le pupille per poter scorgere qualche elemento rivelatore. Poso le dita su un'asse spezzata che fa capolino verso l'esterno del nascondiglio d'emergenza, e in una posa curiosa, prendo ad osservare la situazione.

    Come si può definire "degna" una fine come questa?

    Lo squalo umanoide sta sterminando rapidamente ciò che rimane della ciurma. Sono sempre stati farabutti, questo è vero, ma forse non meritano di morire in questo modo barbaro. Finanche il povero mozzo ci rimette la pelle, in un rapido battito di ciglia viene scaraventato via dall'ancora del gigante marino, chissà se l'ha ucciso prima l'arma o lo prenderà poi il mare. Non che siano fatti miei, eh; ora ho da badare a me stesso. Mentre il cruento spettacolo continua, tra urla atroci e zampilli scarlatti, il mio sguardo volge a studiare la nave che si avvicina.

    Un mercantile, come no.

    Come avevo intuito poco prima, i membri della ciurma di quell'imbarcazione appartengono alla stessa specie dell'ambasciatore: una strana mutazione tra animali marini ed esseri umani. Parlano la nostra lingua, almeno lo squalo l'ha fatto chiaramente. Chissà che non riesca a scendere a patti con loro, in qualche modo. I miei occhi curiosano sugli elementi di quella nave, ma sarà la fatica, la fame o lo shock, riesco a scorgere solo le figure. Un uomo-pesce spada, un uomo-riccio. Sono piuttosto confuso, trovandomi davanti a quel gigante ho provato terrore, ora la cosa comincia ad affascinarmi.

    Con uno spettacolare salto, una di quelle figure irrompe sul ponte della nave su cui mi trovo, il mio sguardo fatica a seguirla. Quella che è entrata adesso in scena somiglia ad un ibrido tra una donna e una medusa. Sembra inquieta, forse a suo modo sta dimostrando una forma di affetto nei confronti dell'altro mostro, aiutandolo a terminare la carneficina. La Capitana è rimasta sola, dopo aver condotto a morte indegna la sua ciurma. I miei occhi si avvicinano alle dita per cercare di concentrare il mio sguardo su di lei, come a darle un ultimo saluto.
    I mostri, hanno anche una loro lingua e i suoni che emettono mi risultano incomprensibili. Le azioni immediatamente successive della medusa, però, mi chiariscono le sue intenzioni. Sta avanzando verso di me.
    Ritiro immediatamente le dita, cerco di nascondermi meglio che posso ranicchiandomi e spostandomi più a fondo che riesco. Ripongo il rottame di secchio nella sacca, accuratamente, cercando di non produrre il minimo suono. Ogni passo di quella donna-pesce mi fa sobbalzare, cerco di andare in apnea, ma le mie mani prendono a tremare. È sempre più vicina.

    Il Capitano dice che sei l'unico dotato di un cervello di questa nave. Se vuoi ancora vivere ti conviene seguirmi.

    Una voce quasi serpentina mi intima di uscire dal quel piccolo rifugio di fortuna, vana è stata la mia speranza di passare inosservato. Il cuore mi salta immediatamente alla gola, ora la vedo più chiaramente. Il sibilo non è prodotto solo dalla sua voce, ma anche da quelli che sembrano capelli: un ammasso di serpenti che le strisciano su quello che potrebbe essere il suo cranio.
    Timidamente, scivolo via dall'ombra. Mi aiuto appoggiando le mani su quei rottami che speravo mi potessero celare, sono in piedi di fronte a lei. Lo stomaco produce rumori strani, non riesco a capire se è per lo stress o per la fame.
    Vorrei parlare, dire qualcosa, ma non mi esce una parola. Riesco solo ad annuire.

    La bestia che sto guardando mi indica una plancia proveniente dalla sua nave, che ora stanno attraversando alcuni suoi simili. Guardo la passerella dell'uomo-riccio su quelle assi di legno, si avvia verso il gigante che ha dato inizio a questo scempio. A pensarci bene, non ho motivo di dargli colpe, quel macello è nato da una scelta del Capitano di questa nave. Chino la testa con rispetto e lentamente mi muovo nella direzione comandata.

    Dei mugugni riportano la mia mente e la mia attenzione alla Capitana. Ora è legata e si contorce, una ribellione inutile quasi quanto la battaglia che ha scatenato. La guardo, porto la mano di taglio alla fronte e le abbozzo un saluto militare, mentre continuo a camminare. Me la sarei dovuta scordare rapidamente, non credo che questi esseri vogliano mostrarle indulgenza più di quanto non lo voglia lei stessa.

    Cerco di scansare il contatto visivo con qualsiasi membro dell'altra ciurma, particolarmente con quelli che sembrano dei razziatori della nave da cui provengo. A testa bassa, avrei continuato finché mi sarebbe stato possibile camminare. Appena passato sull'altra nave, con discrezione, avrei cercato di scorgere qualche dettaglio. Nonostante non ci sperassi, una scialuppa da poter utilizzare per fuggire di notte. Qualsiasi cosa.

    La mia mano sinistra corre verso una fune, la destra alla bocca dello stomaco che rumoreggia con più fragore. La fame mi piega le ginocchia, riesco a contrastare quel dolore e quella fiacchezza solo con una salda volontà di sopravvivere. L'amore per la scienza, oltretutto, mi impone di sapere di più su tutta questa faccenda.

    Chiamate subito il dottor Otto!

    I marinai allestiscono una seduta per l'enorme squalo con cui non ho il coraggio di incrociare lo sguardo. Piuttosto la mia attenzione ricade su un ammasso di tentacoli coperto da una cappa scura. Quello sussurra una frase che sono troppo distante o stanco per sentire, ma mi sembra di vedere che stringe tra le mani un cranio umano attorniato da un'aura verde.

    Cosa sono queste creature?

    La mano che ho sulla pancia stringe con forza le dita, come a infondermi coraggio. La mancina lascia la fune, alzo lentamente il capo e volgo il mio sguardo prima alla medusa e poi allo squalo. Se nessuno di quei signori mi avesse fermato, mi sarei diretto con determinazione verso il trono. Con mia sorpresa, scopro che la gamba sinistra è più rapida della destra, probabilmente a causa delle mie condizioni. Zoppicante ma a testa alta, quindi, avrei accelerato il passo.

    TUMTUM, TUMTUM

    Riesco a sentire chiaramente il cuore e il sangue che viene pompato in tutto il corpo. Respirare mi è pesante, mi sento teso e comincio ad affannare. Non ero troppo distante dalla meta, ma quei pochi passi mi sembrano un'eternità vuota. La mia mente annebbiata, comincia a rigurgitare ricordi confusi e casuali: mia madre che mi rimbocca le coperte da piccolo, gli insegnamenti costanti dei miei mentori, mio padre che mi fa la ramanzina per qualche piccolo disastro, la notte passata con il Capitano suicida.
    Che mi stia dirigendo verso la morte?

    Eppure quella bestia si era dimostrata ragionevole, forse non avevo motivo di preoccuparmi così tanto.

    Se la mia avanzata non fosse stata bloccata dunque, mi sarei portato al cospetto del gigante squalo, avrei chinato il capo in segno di rispetto, poi lo avrei guardato dritto negli occhi tentando di sostenere il suo sguardo.

    Mi chiamo Igor, sono un Cantore di Yoba.

    Avrei detto con voce roca e sottile, ma col tono più deciso che potevo. Ora le ginocchia tremano, le mani corrono lungo i fianchi, a fermare le gambe. Deglutisco e prendo fiato, prima di riprendere il discorso.

    Sulla nave di chi ho l'onore di viaggiare?



    Legenda
    Pensato
    Parlato | Parlato di altri
    Testo | Altro



    Recap
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    Stato fisico: Malridotto, affamato, stanco, assetato.
    Stato mentale: Confuso, impaurito.
    Energia: 85%

    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli
    Ferro vecchio del secchio

    Abilità passive:
    Tasca dimensionale (Sacca) | Mi senti? (AntiAuspex uditivo e Scurovisione)

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    ???


    Mentre vieni bombardato dagii eventi che ti circondano la ciurma del pirata-mercante-squalo continua a muoversi senza badare minimamente alla tua presenza ed esistenza. Sei poco più di un barile.
    Vedi decine di ibridi che continuano ad andare e tornare dalla nave su cui ti trovavi depredando tutto il depredabile. Qualcuno comincia anche a staccare pezzi di legno particolarmente pregiati o semplici balaustre. Senti una serie di ordini che vengono urlati per lo più dalla donna-medusa, nel dettaglio sta cercando di coordinare il trasporto dei cannoni, troppo pesanti per le normali passarelle. Probabilmente dovranno lasciarli dove sono e la Medusa non vuole assolutamente piegarsi a questa triste realtà.
    Lo squalo viene guarito dal Dottor Otto e continua a sbuffare insufflando magia nel corpo del Capitano sanandone le ferite con una semplicità allarmante, manco stelle lì a giocare a carte o fare un cruciverda.
    Lo Squalo quando vede avvicinarti ruggisce verso un uomo-riccio di portarti da sedere ed infatti in breve ti porgono un piccolo sgabello di paglia intrecciata, un po' sbilenco ma dopo giorni di prigionia è una manna dal cielo. Senti lo Squalo urlare ad un ibrido di tricheco quello che sarà il menù della cena; per la cronaca prevede una zuppa di mitili e poi tranci di pesce paradiso. In tricheco si avvia verso le cucine per provvedere ai desideri del Capitano.
    Lo Squalo si sporge verso di te e ti indica con l'uncino ancora sporco di sangue coagulato dei tuoi precedenti compagni di avventura.
    Puoi chiamarmi Kangen, sono il Capitano di questo veliero. Facciamo parte di una compagnia commerciale e stavamo appunto tornando verso il continente con la stiva piena di spezie delle isole arcobaleno.
    Spiega agitando l'uncino a mezz'aria per poi pulirlo contro la giacca già zuppa di sangue.
    Per quanto le parole dell'ibrido siano veritiere, capisci subito che probabilmente la compagnia commerciale non è certo estranea a fenomeni di arrotondamento dello stipendio per mezzo di assalti più o meno vari ad altre imbarcazioni. Ma forse è meglio soprassedere a questo punto.
    Immagino che tu non sappia cosa sia Endlos e come sei finito qui, giusto?
    Domanda, ma in realtà non attende una tua risposta.
    Questo mondo è un crocevia del multiuniverso e spesso e volentieri si creano delle tempeste spazio-temporali che trascinano qui poveri avventurieri, proprio come voi.
    Dopo tutti questi anni è facile riconoscervi. Vi abbiamo visto, ci stavamo avvicinando per prestarvi soccorso, ma la tua Capitana ha preso la decisione sbagliata.

    Lo Squalo pare riprendere vigore e forza, è più spigliato e rapido, infatti agita la mano sostituita verso il Dottor Otto per congedarlo. Gli ringhia contro un paio di ringraziamenti per l'operato. Il polipo invece sbuffa sonoramente infastidito da questi teatrini.
    Di preciso cos'è un Cantore di Yoba?
    Domanda con quella curiosità tipica degli uomini o ibridi che passano buona parte della loro vita nel mare: riflessioni ed ogni spunto è buono per parlare di qualcosa che non sia il monotono mare.


     
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    Endlos • ?


    Il mezzo-polpo continua tranquillo e imperterrito nella sua opera di guarigione, tra urla e schiamazzi tipici dei traslochi. I suoi compagni stanno trasferendo qualsiasi bene possibile sulla loro nave, seguendo coscienziosamente gli ordini inamovibili della donna medusa. In questo clima, che in un lampo è passato da minaccioso a bizzarro, riesco ad avvicinarmi e a conferire con quello che ormai era chiaro fosse il Capitano del mercantile. Su suo ordine, quell'uomo-riccio che avevo intravisto dal mio nascondiglio mi porta una seduta di paglia, e io, viste le condizioni in cui ero da giorni, senza fare complimenti mi accomodo stremato.
    Mentre le mie membra si godono qualche istante di riposo, rimango ancor più estasiato quando lo Squalo Capitano ordina ad un simpatico uomo-tricheco – che doveva essere il cuoco – di preparare delle deliziose pietanze a base di pesce. Gli occhi si inumidiscono dall'emozione, la salivazione è irrefrenabile, lo stomaco accenna qualche brontolio talmente rumoroso che sembrava volesse implorare per la mia partecipazione al pasto.

    Puoi chiamarmi Kangen, sono il Capitano di questo veliero. Facciamo parte di una compagnia commerciale e stavamo appunto tornando verso il continente con la stiva piena di spezie delle isole arcobaleno.

    Dopo il mio breve sproloquio, infine, il Capitano si presenta e tenta di chiarmi la situazione. Il mio sguardo alterna brevi occhiate all'uncino, che smaniante nella mia direzione mostra ancora qualche segno della carneficina di qualche attimo fa, ed i suoi denti, che non perdono occasione di affacciarsi mentre lo Squalo Gigante incalza il discorso. Peraltro, quel prologo rimarcava il fatto che la bestia fosse il Capitano di una compagnia commerciale. Di rado ho sentito parlare di compagnie commerciali il cui Capitano è capace di sterminare un'intera ciurma da solo, ma sarebbe stato inutile soffermarsi su questo concetto.

    In in tutti i libri che ho potuto leggere nell'arco della mia breve vita, non si accenna ad un arcipelago con quel nome. Quanto siamo andati fuori rotta?

    Immagino che tu non sappia cosa sia Endlos e come sei finito qui, giusto?

    La curiosità prende il sopravvento, finanche sulla fame. Per un attimo dimentico completamente il mio stato di salute e soprattutto il fatto che sia uno squalo a raccontarmi certe storie e mi abbandono all'ascolto, labbra serrate e gomiti sulle ginocchia, nel tentativo di trovare una posa comoda.

    Questo mondo è un crocevia del multiuniverso e spesso e volentieri si creano delle tempeste spazio-temporali che trascinano qui poveri avventurieri, proprio come voi.
    Dopo tutti questi anni è facile riconoscervi. Vi abbiamo visto, ci stavamo avvicinando per prestarvi soccorso, ma la tua Capitana ha preso la decisione sbagliata.


    Quella mentecatta deve essere passata per le vie dei dimenticati!

    Multiuniverso.
    I miei occhi brillano come se avessi scoperto un tesoro. Sono partito da casa nella speranza di trovare nuovi luoghi, ma non avrei mai immaginato di trovarmi in un'altra dimensione. Magari, se avessi avuto fortuna avrei potuto studiare gli strani fenomeni della via dei dimenticati – una rotta di una luna di Argo in cui si dice che le navi scompaiano – ma non avrei mai pensato di essere la prova vivente di quella leggenda. Le mie secche labbra stanno per schiudersi, tartassando il Capitano con tutte le domande che mi frullano nella mente, ma quello mi precede.

    Di preciso cos'è un Cantore di Yoba?

    Ah, giusto. La curiosità dev'essere reciproca.

    Cerco di assumere una posa decorosa per introdurre il mio popolo, per quanto le mie condizioni fisiche me lo consentano.

    Yoba è una luna di Argo, il pianeta da cui provengo e su cui, onestamente, credevo di trovarmi.

    Respiro e mi schiarisco la voce.

    Il Cantore è la specie più intelligente di Argo, siamo abili diplomatici, studiosi e commercianti. Inutile dirvi che su quella nave ero l'unico Cantore.

    Cerco di abbozzare la battuta accompagnandola con un leggero sorriso. Sto quasi prendendo in simpatia questo gigante uomo-pesce. Riprendo immediatamente fiato, porto le mani alle ginocchia inarcando il busto in avanti.

    In realtà devo confessarvi che mi avete salvato. Quei farabutti mi avevano legato all'albero all'inizio del viaggio. Posso sdebitarmi in qualche modo? Se voi poteste dirmi di più riguardo questo mondo e il luogo in cui siamo diretti, potrei darvi una mano nella vendita delle vostre merci.

    Ricapitolando: mi trovo in un'altra dimensione, la ciurma dei miei rapitori è stata ridotta a carne macinata da uno Squalo-mercante/pirata con cui sto chiacchierando tranquillamente. Forse trascorrere tutto questo tempo a digiuno deve avermi fatto male alla testa.



    Legenda
    Pensato
    Parlato | Parlato di altri
    Testo | Altro



    Recap
    Scheda
    Stato fisico: Malridotto, affamato, assetato.
    Stato mentale: Curioso, eccitato.
    Energia: 85%

    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli
    Ferro vecchio del secchio

    Abilità passive:
    Tasca dimensionale (Sacca) | Mi senti? (AntiAuspex uditivo e Scurovisione)

    Abilità attive:
    _

    Questa giocata mi sta ispirando :flwr:
     
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    ???


    Rumori sinistri sono il condimento della vostra conversazione. Nel dettaglio la Medusa ha appena comandato ad un paio di Ibridi di creare delle zattere di fortuna, cosa che fanno distruggendo il fasciame della nave da poco assaltata. Il legno viene accatastato ed intrecciato con le corde dell'albero maestro. Quando la zatterra risulta stabile, viene gettata a mare e legata alle paratie laterali del vascello dei mostri-pesci. Creata l'adeguata stabilità del tutto, tramite una serie di carrucole cominciano a depositare i cannoni sulla zattera e li assicurano con una serie di vele strappate. Insomma, una sorta di rimorchio rudimentale per recuperare almeno le bocche da fuoco, possono essere rivendute nei territori dell'Ovest ad ottimo prezzo.
    Lo Squalo si gode finalmente il meritato riposo dopo la battaglia ed i racconti del neo-conosciuto. E' una persona curiosa, è evidente dal fatto che con attenzione ascolta il tuo racconto con calma, come se stesse pasteggiando un buon vino.
    Umh. Mai sentita nominare, ma non sono certo un esperto del multiuniverso.
    Fa spallucce mentre lo sguardo predatore si sposta sulla Medusa. Si scambiano un paio di occhiate per qualche secondo, come se potessero intendersi semplicemente così. Che sia telepatia o semplice intesa cristallizzata dal sale di tanti viaggi, questo non è dato sapere.
    Quindi a quanto pare siete una creatura interessante, caro Igor.
    Si sfrega il mento con la punta dell'uncino e si gratta sino ad aprire una piccola ferita.
    Sghignazza sentendo poi la tua triste, ma reale storia. Vittima degli eventi, non solo una volta, ma probabilmente due, forse anche tre, dipende da come valuterai la proposta dell'Ibrido.
    Lo Squadro resta in silenzio, l'unico rumore che produce è il ticchettio del legno del ponte contro la sua gamba artificiale. Riflette lungamente, osserva la ciurma di mostri presi dai loro doveri. Li conosce bene, li conosce bene tutti.
    Dopo una lunga rilflessione, finalmente ricomincia a parlare.
    Se sei bravo così come dici, potremmo trovare un piccolo compromesso.
    Sarai ospite della mia nave, e durante il tragitto verso il continente ti spiegherò quello che conosco di questo mondo.

    Un piccolo mozzo-aragosta, probabilmente di poco meno di dieci anni, si avvicina allo squalo e gli cede una grossa pipa inarsiata in quella che sembra la zanna di un tricheco. Incastra la pipa nell'uncino e con la libera recupera una scarsella dal grande cappotto blu. Inserisce delle erbe all'interno della zanna e la porge al mozzo-aragosta che provvede ad accendere la brace. Due lunghe inspirate e sbuffi di fumo violaceo escono dalle branchie del Capitano.
    Ci stiamo dirigendo nel Presidio Occidentale, che come scoprirai è piuttosto ostile ai diversi o a coloro che abbracciano forme di tecnologie. Seguiremo alcuni fiumi interni sino a Pentauron, il Presidio Centrale in cui sarà più semplice vendere le nostre merci. Lì ti libererò e potrai decidere come continuare la tua strada.
    Ancora accoglie il bocchino ed inspira il denso fumo aromatico, che ricorda da un lato la salsedine delle alghe dall'altro note dolci dello zafferano.
    Prima di arrivare al continente faremo tappe su quattro isole. Visto che dici di essere un abile commerciale, sarai tu a portare avanti le trattative. Fammi guadagnare e tutto andrà liscio. Fammi perdere e...potrei lasciarti su quelle isole sperdute o peggio nel mare salato in compagnia della tua precedente Capitana.
    Sghignazza, ma c'è qualcosa di inquietante nel tono del Capitano che ti fa comprendere che, per quanto rida, è tremendamente serio.
    Non posso offrirti un lavoro stabile, la mia ciurma accoglie solo ibridi, ma potrei garantirti un passaggio sicuro, se le tue parole sono veritiere, ovviamente.


     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~ La sfida ~


    Endlos • ?


    Mentre la ciurma continua laboriosamente a smantellare la nave della Capitana ormai dispersa in mare, recuperando ogni sorta di bene in condizioni sufficienti da essere venduto, il mio sguardo – vispo, nonostante le precarie condizioni fisiche – non si stacca dal gigante uomo-squalo. Se ne sta lì, comodo sul suo trono, ad ascoltare le mie parole con la stessa attenzione e placida tranquillità con cui pochi minuti prima mieteva vite.

    Umh. Mai sentita nominare, ma non sono certo un esperto del multiuniverso.

    La parola multiuniverso continua a solleticare la mia curiosità, un brivido di adrenalina corre lungo la mia spina dorsale alimentando il mio amore per la conoscenza. Ma quella parola non è la sola cosa a stuzzicare la mia attenzione: mentre continuo il discorso i miei occhi seguono quelli del Capitano e incontrano la donna-medusa. Tra quei due ci deve essere un legame speciale.

    Quindi a quanto pare siete una creatura interessante, caro Igor.

    Non so se ritenere più incredibile che una creatura con una potenza tale da schiacciarmi come fossi un moscerino mi abbia appena dato del voi, mostrandomi un velato rispetto – per quanto probabilmente falso – o che la mia mente mi abbia incosciamente comandato di mentirgli riguardo il mio nome. Igor è lo pseudonimo che usavo nei bassifondi di Yoba, quando nessuno doveva scoprire la mia vera identità. Certo, dirlo alla prima persona che incontro in una dimensione in cui nessuno mi conosce, avrebbe cambiato ben poco. Forse il mio subconscio è stato più furbo di quanto lo sono io in questo momento, ora mi interessa solo sapere di più riguardo a Endlos.

    Mentre realizzo la mia vana menzogna, lo Squalo pare soppesare le mie parole, si guarda intorno.
    Io, per converso, non riesco a smettere di guardalo negli occhi.

    Se sei bravo così come dici, potremmo trovare un piccolo compromesso.
    Sarai ospite della mia nave, e durante il tragitto verso il continente ti spiegherò quello che conosco di questo mondo.


    I miei occhi si spalancano all'istante. La sola idea di scoprire quella nuova dimensione, mi fa esplodere di gioia.
    Chino il capo per nascondere l'espressione ebete che altrimenti sarebbe rimasta in bella mostra sul mio viso. La mia mano sinistra corre tra i capelli nel tentativo di ricompormi, la destra la segue immediatamente. Tiro i capelli indietro chiudendo gli occhi per poter ritrovare la concentrazione spezzata, mi sforzo di non sentire fame né il dolore dei muscoli, rialzo il capo pronto a capire di quale compromesso lo Squalo parlasse.

    Il rumore della assi sposta però la mia attenzione ad un ragazzino – ibrido di aragosta – che porta al gigante un oggetto con le fattezze di una zanna di tricheco. Non appena riesco a realizzare che si tratta di una pipa, il piede destro comincia a battere furiosamente il tallone sul legno del ponte; vedere gli effetti del fumo che esce dalle branchie dello Squalo, mi scatena all'istante la voglia di imitarlo.

    Ah, così fumate anche voi...

    Sibilo timidamente, un sussurro che quasi non sento, come se fosse un pensiero fuggito dalla mente.
    La mano sinistra si infila nella sacca, tirando fuori un porta-tabacco di pelle scura, finemente lavorato a mano. Usando entrambe le mani, all'unisono come danzatori, ora, arrotolo in una foglia sottilissima, quasi trasparente, una manciata di erbe scure trinciate. Sempre con la sinistra poi, ripongo il contenitore, mentre la destra porta il risultato della composizione alle labbra che lo tengono ben saldo.

    Ci stiamo dirigendo nel Presidio Occidentale, che come scoprirai è piuttosto ostile ai diversi o a coloro che abbracciano forme di tecnologie. Seguiremo alcuni fiumi interni sino a Pentauron, il Presidio Centrale in cui sarà più semplice vendere le nostre merci. Lì ti libererò e potrai decidere come continuare la tua strada.

    È di nuovo la mancina che si porta alla sacca per tirar fuori l'accendino. Questa volta sono più rapido nei gesti, con la destra tento di celare l'aggeggio quanto più possibile per ripararlo da occhi indiscreti, oltre che dal vento. D'altra parte, il Capitano mi ha appena avvisato che non è visto di buon occhio chi pratica la tecnologia, in certi posti, meglio essere prudenti.

    Prima di arrivare al continente faremo tappe su quattro isole. Visto che dici di essere un abile commerciale, sarai tu a portare avanti le trattative. Fammi guadagnare e tutto andrà liscio. Fammi perdere e...potrei lasciarti su quelle isole sperdute o peggio nel mare salato in compagnia della tua precedente Capitana.

    Ha reso noto prima il prospetto generale, poi la modalità. Questo Squalo è davvero furbo, sarebbe stato da idioti sottovalutare le sue capacità strategiche – oltre che belliche.
    Si sbellica come solo un pirata saprebbe fare: il suo corpo ride rumorosamente, ma il contenuto delle sue parole è macabro. La minaccia è quasi tangibile, reale, ma la sfida è troppo stuzzicante e la sua risata quasi contagiosa.

    Non posso offrirti un lavoro stabile, la mia ciurma accoglie solo ibridi, ma potrei garantirti un passaggio sicuro, se le tue parole sono veritiere, ovviamente.

    Il guanto di sfida è stato lanciato e io, da bravo scavezzacollo, attendo solo una boccata di fumo per accettare.
    L'indice e il medio della mano destra accolgono in un abbraccio la foglia con la testa bruciata, ben arrotolata e serrata dalle mie labbra. Tiro quanto più posso per riempire i polmoni, i miei sensi sono inebriati quasi stessi respirando aria pura dei monti. Prima di allontanare quella sigaretta dalla bocca, qualche sbuffo di fumo fugge dalle narici, scomparendo all'istante. Respiro piano, quasi volessi avidamente tenere dentro il fumo che scivola via da uno spiraglio che lascio aperto all'angolo sinistro della bocca, verso l'alto.

    Me la caverò, come sempre.

    Non è affatto mia abitudine tirarmi indietro dalle sfide, Capitano.

    Un ghigno sardonico si dipinge sul mio viso, stremato, ma soddisfatto.

    Ditemi di Endlos, dunque, e quando sarà il momento, illustratemi cosa devo vendere.
    Lasciate il resto a me, non ve ne pentirete. D'altronde, rientra più nei miei interessi che nei vostri.




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    Stato mentale: Curioso, eccitato.
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    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli
    Ferro vecchio del secchio

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    ???


    Lo squalo si limita ad annuire alla domanda dello straniero mentre continua a prendere ampi respiri dalla pipa d'avorio. Osserva con un certo ardore e curiosità i gesti che compie per mostrare poi la sua versione del fumo.
    Dovrete spiegarmi.
    Si limita a dirgli visto che sicuramente i due avranno molto tempo per condividere storie e conoscenze.
    Intanto Medusa completa l'opera di saccheggio e costruzione delle zattere dove ubicare i cannoni. La nave è stata compledamente depredata di tutto ciò che è rivendibile e quindi viene semplicemente abbandonato.
    La ciurma di ibridi ritorna sul galeone, lascia i nodi degli ormeggi e con lunghi bastoni allontanano le due imbarcazioni. In breve potete riprendere la navigazione.
    Lo squalo, alla tua accettazione, sorride soddisfatto, forse più per il potere che esercita su di te, che altro, ma è convinto che entrambi potrete guadagnare da questa convivenza.
    Spero per te che non debba pentirmene.
    Uno sbuffo violetto gli fuma tra le brachie mentre lentamente si alza dal suo trono. Abbassa la mano con la pipa e subito il piccolo mozzo-aragosta corra a prendere la zanna di tricheco e la porta via per pulirla. Si muove verso il castello di poppa dove un cartografo sta tracciando la rotta da comunicare al timoniere. Dato il piccolo intermezzo dovranno rivedere tutti i calcoli ed il Capitano deve esser presente.
    Spugna! Accompagna il nostro gradito ospite nelle sentine. Dategli un buco e spiegategli come sopravvivere!
    E presto ti si avvicina un tizio piuttosto strano. E' smilzo e vestito da stracci logori che un tempo erano di un giallo brillante, adesso solo un color senape sporco. Il corpo è umanoide, ma il collo è lungo almeno tre spanne più del normale e coperto da una pelle liscia e bavosa, di un verde malsano. La testa è piuttosto piatta, occhi piccoli e spiritati, una bocca colma di denti aguzzi che non riesce a chiudere completamente a causa della loro lunghezza. Si, una specie di ibrido murena. Ti fissa con disappunto, o magari quella è solo la sua faccia. La mano palmata ti indica delle scale poco più in là, la tua prossima, umida e piccola, casa.
    Benvenuto ad Endlos!


    Grazie per la pazienza di avermi seguito in questo piccolo benvenuto! Spero ti sia piaciuto :)
    Provvedo ad inserire la scena in valutazione, ricorda poi di inserirla per avere i crediti del mercante! Come stabilito in bacheca, tempo qualche giorno ed apro un "prosieguo".
     
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12 replies since 23/4/2020, 17:18   168 views
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