[H] Miraggio

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    Impeto e tempesta

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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


    j24wQdq

    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    xrQLxt3

    Una "strana coppia", -formata da due uomini davvero molto diversi fra loro, almeno a primo impatto- varcò la soglia del Cappio di bronzo con passo deciso ed una certa urgenza, al punto da destare l'attenzione di qualche cliente dei tavoli più vicini.

    Il primo di loro era biondo e molto bello: dai lineamenti femminei ed il corpo scolpito, risultava abbastanza vistoso per i suoi abiti non particolarmente riconducibili alla moda del Presidio Errante, soprattutto per un corpetto femminile e ben visibile sotto la giacca. Il suo portamento era leggero ed elegante, e con gli occhi di un viola acceso scrutava i presenti alla ricerca di qualcosa.

    Il secondo, arrivato subito dopo al seducente biondino, era molto simile agli altri cittadini, nonostante avesse un'aria un po' più intellettuale. Aveva capelli neri e scompigliati, ed un paio di occhiali sul naso.
    Nonostante fosse decisamente meno appariscente del suo compare, la sua presenza provocò un certo mormorio tra i presenti, e chi si trovò ad incrociare il suo sguardo finì per chinare il capo in un cenno di saluto molto rispettoso.

    Inutile dire che ogni singola reazione dei presenti lasciò intendere che fosse entrato un pezzo grosso di qualche tipo, forse un nobile o il padrone di quella zona. Sta di fatto che pure Raphael gli corse incontro con aria entusiasta e largo sorrisone sul volto, dimenticandosi di tutta la roba che aveva lasciato sul fuoco. Un cameriere, rendendosi conto del pericolo, si lanciò in cucina per evitare il disastro.

    -Benvenuto al Cappio di Bronzo, Ufficiale Asensi!- disse il locandiere all'occhialuto giovanotto, per poi rivolgersi al biondino -Benvenuto anche a voi, Signore! A cosa devo l'onore di questa visita?

    Solo in quel momento lo sguardo ametista del bel giovanotto con lingerie in bellavista si posò prima sul cappotto e poi sul volto dell'uomo in compagnia di Elay. Quello sguardo fu invero così concentrato ed intenso da dar l'idea di poter trapassare le pareti.
    Senza mai perderlo di vista, diede una pacca sulla spalla dell'Ufficiale, così da attirare la sua attenzione sui due uomini seduti al tavolo.
    -Trovato: è ancora con quell'altro.


    Angolo del Quest Master - Turno 6

    Allego la concessione di proroga con un piccolo evento inatteso, che sarà seguito a breve da un post dell'utente Stanfa. In poche parole, questi due signori sono entrati in locanda in fretta e furia, e pare che puntino al signore conosciuto da Elay nel vicolo poco distante. Per qualche strano motivo, Elay ha come il sospetto che il biondino guardi male anche lui, pur concentrandosi maggiormente sul suo commensale.

    Postare entro il: 14 Giugno, ore 23:59.
    Enjoy!

     
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    Cra

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    mjo9om

    Cappio di Bronzo


    Riuscire ad avere qualcosa tra le mani dopo così tanto tempo è esaltante. Poter finalmente dire di aver fatto un passo avanti, aver ottenuto un briciolo di quel mare sconosciuto lo rende euforico e gli da la carica per seguire la Farfalla verso il Cappio di Bronzo.
    Tutte le ricerche, la buona volontà, le notti insonni, finalmente hanno portato a qualcosa.
    Di cosa si tratta?
    Francamente non ne ha idea.
    Mentre segue la Farfalla il Numerologo riflette, al punto che utilizza la levitazione per potersi muovere più rapidamente e senza dover pensare a come camminare, perchè tutto lo sforzo mentale è rivolto a cosa fare adesso. Stanno per trovarsi a faccia a faccia con un sottoposto di Mephisto, questo lo sa. Sa anche che ha eliminato diversi succubi inviate da Asmodeous. Bene, e quindi?
    Potrebbe arrestarlo per omicidio, torchiarlo per ottenere qualche informazione sul suo Signore e su tutto il suo circondario. Questa sarebbe però una mossa palese, pericolosa. Certo, potrebbe fingere di conoscere i suoi legami con Mephisto, farla passare per un "semplice" arresto. Eppure teme che le ripercussioni possibili possa essere sin troppo pericolose.
    Riflette senza trovare una risposta adeguata alla situazione. Quello che gli viene in mente, e che fa subito, è di predisporre una rete di supporto. L'esercito errante, o la stessa hush, poco cambia, ha bisogno di un cerchio di sicurezza nel Primo Girone, così da poter avere un piano B, C, e forse anche D-E-F-G-H. Oltre questo, di utile non gli è venuto nulla in mente, gli toccherà muoversi a seconda della situazione.
    Giulietta, a capo del corteo spiritico, già comincia a dettare legge, mette tutti in riga, li dispone ben bene a creare una semisfera così che ognuno sia al suo posto per esser pronti ad un eventuale scontro. Cosa che francamente il Pastore vorrebbe evitare.
    Giunto al Cappio di Bronzo, riguadagnando la terra, asciugandosi giusto la fronte appena imperlata, non può che ricambiare i cenni di assenso che gli vengono rivolti. Riconosce un paio di mercanti, un latifondista e qualche altro viso familiare a cui non riesce però a dare un nome.
    Grazie mille.
    Si limita ad abbozzare un sorriso mentre la Farfalla sembra subito stanare il loro bersaglio. Si sistema gli occhiali pensieroso per poi tornarsi a volgere all'oste.
    Oh, bhè, sto facendo conoscere al mio ospite straniero la città. Mi sembrava doverosa una tappa qui. Potremmo avere quel tavolo?
    Ovviamente ne indica uno nelle immediate vicinanze del duo incrimanato, abbastanza vicino da vedersi e sentirsi reciprocamente ed anche da fare cuscinetto per gli altri clinenti in caso di necessità.
    Gradieremo un Dono della Regina, se possibile.
    Aggiunge poi chiedendo una delle preparazioni più complesse che il Cappio offre, così da tenere in cucina l'oste il più possibile. Ha meditato di far evacuare il locale, ma potrebbe risultare un tantino vistosa come cosa. Per ora preferisce muoversi con tranquillità.
    Attende quindi di essere scortato al tavolo, per poi accomodarsi. Come gentilezza ed etichetta consiglia, saluta i due presenti al tavolo vicino.
    Buonasera.
    Ed intanto gli spiriti sciamano all'interno della stanza, sfruttando le proprie caratteristiche per ottenere quante più informazioni sono possibili.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

    Attive

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    Vicolo cieco, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.



    Le parole dell’uomo riecheggiarono nel vicolo:
    “Era una donna, Sir: esseri di belle sembianze e cattive intenzioni.”

    Sorrisi amaramente a quell’affermazione; in quel periodo della mia vita non avrei potuto essere più d’accordo, dopotutto. Sicuramente mi sarei tenuto alla larga dalle donne, se non per la vita, almeno per il lungo tempo necessario a curare le ferite inferte da Lilith. Passò il tempo di una frazione di secondo prima di rendermi conto che non aveva affatto risposto alla mia domanda; l’elusività dell’uomo ed il sottile senso di condivisione di un pensiero tanto becero con lui mi fecero salire una bile amara alle labbra. Sentivo montare la rabbia e la frustrazione; tutto ciò che di razionale mi era rimasto mi invitava alla prudenza, ma serrai la mascella, tremendamente stanco di essere continuamente tenuto all’oscuro della verità. Non avrei sopportato a lungo altri giri di parole; quando finalmente l’assassino fu sul punto di svelarmi qualcosa, un rumore di passi distolse l’attenzione di entrambi, mettendomi nuovamente in un immediato stato di allerta. Che si trattasse delle guardie cittadine o di ignari passanti, la tragedia poteva continuare ben oltre la morte di Demira: avrei potuto finire a dover dare spiegazioni che non possedevo per giustificare una situazione che appariva assurda in primis a me stesso, o a provare a difendere degli innocenti da un uomo pericoloso di cui non sapevo nulla. Lo sguardo del sicario mi invitò al silenzio. “Come se fosse necessario!”, considerai dolorosamente.
    Vidi il grosso e gentile taverniere fare capolino all’imboccatura del vicolo; non mi sarei certo aspettato di vederlo comparire, indaffarato com’era al Cappio di Bronzo. Forse si era insospettito nel vedermi mancare tanto a lungo, impensierito dalla mia stessa preoccupazione nel lasciare la sua taverna; forse era semplicemente uscito in strada a dare un’occhiata per capire se dovesse tenere ancora un tavolo vuoto riservato per me e Demira, in una serata in cui senz’altro altri clienti avrebbero potuto portare nuove monete nelle sue tasche.
    “Signore, vi stavo cercando! Volevo avvisarvi che i piatti sono sul punto di freddarsi del tutto e sarebbe un vero peccato non mangiare...”
    La sua bonaria cordialità mi lasciò sbigottito. Cozzava con la scena che avevo appena vissuto, stridendo così tanto da farmi sentire catapultato in una realtà troppo assurda per essere vera. Mi voltai allarmato nella direzione dove pensavo che il taverniere avrebbe trovato il corpo senza vita di Demira, e non vidi nulla . Sgranai gli occhi, ancora più incredulo. “Dov’è finita?” mi chiesi mentalmente, rivolgendo uno sguardo allarmato ed interrogativo all’assassino. Cercavo di dare un senso a tutta quella storia con un’urgenza tale che probabilmente mi si sarebbero potuti leggere in viso il cruccio ed il dubbio.
    “Oh, mi dispiace. Non volevo interrompere una chiacchierata amichevole.”
    Sollevai appena le sopracciglia, rivolgendomi di nuovo in direzione dell’oste. L’avrei definita tutt’altro che amichevole...
    “Che ne dite di continuare entrambi in locanda? Qui è buio e freddo... e mi farebbe molto felice vedere i miei clienti mangiare in un ambiente confortevole e caldo.”
    L’ingenuità sincera dell’omaccione mi fece calare lo stesso freddo e lo stesso buio che trovava lui nel vicolo dritti dritti dentro al cuore: stava invitando della sua taverna un assassino dalle convinzioni discutibili, senza avere idea di poter essere un agnellino che invitava un lupo cattivo a casa propria. Ero inorridito al pensiero che quel sicario potesse anche solo pensare di accettare l’offerta ed entrare in contatto con così tante persone buone . Fui tentato dal pensiero di ringraziare il taverniere e pregarlo di scusarmi del fatto che non saremmo rientrati, ma lo stravagante uomo elegante mi precedette:
    “Nessun disturbo, buonuomo! In effetti, la sua è davvero una magnifica idea.”
    Lo maledissi mentalmente, pronto a fare il necessario per proteggere l’ignaro oste e gli avventori della sua taverna.
    “Stavamo impelagandoci in un argomento che potrebbe andare per le lunghe....” aggiunse. Almeno, sembrava che avrei avuto una parte delle risposte che cercavo, proseguendo quella pantomima con l’assassino. “Vieni, amico mio!” mi invitò, disgustandomi per quell’epiteto. Misi un piede dietro l’altro per tornare al Cappio di Bronzo rimestando domande, preoccupazioni e tensioni dietro il volto livido.


    * * *



    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.



    Rientrai nella locanda con il passo pesante, sentendomi l’aria mancare nei polmoni. Su quelle assi di legno s’erano mossi gli ultimi passi di Demira, inconsapevole che stesse per spegnersi. Qualunque cosa si albergasse nella sua ombra, qualunque piano avesse ordito alle mie spalle per ingannarmi, qualunque cosa lei fosse – non poteva di certo essere una donna normale come sosteneva l’omicida, con il sangue scuro come pece e capace di dissolvere il corpo senza vita come se non fosse mai esistito – mi dispiaceva che fosse morta. Vedere l’assassino prendere il suo posto mi mosse un profondo senso di ingiustizia dentro, chiudendomi definitivamente lo stomaco. Non poteva starsene impunemente di fronte a me a mangiare! Non sarei riuscito a mandare giù un solo boccone del cibo che avevo ordinato insieme a lei. Ero lì seduto, frustrato, incapace di darmi pace, nella speranza che quell’uomo mi dicesse di più e poi sparisse dalla mia vista, arrovellandomi su cosa sarebbe stato più giusto fare. Avrei dovuto consegnarlo alle guardie? Avrei dovuto combatterlo io stesso? Ero partito in cerca di pace, ma cominciavo a rendermi conto di quanto utopico e naif fosse il mio desiderio; soprattutto, gli ultimi avvenimenti mettevano nuovamente in discussione la mia moralità: ero così stufo di essere gabbato che sarei stato disposto a lasciare a piede libero un assassino pur di vivere tranquillo.
    “Che razza di uomo sono diventato?", realizzai. Avrei voluto che il Vuoto mi assorbisse, lì, in quel momento, e tagliasse fuori tutto il resto.

    Dall’altro lato del tavolo, l’uomo mi fissava sornione con l’occhio libero dal monocolo. Anche lui non era una creatura di facile interpretazione, come Demira; mi chiesi nuovamente chi lo avesse assoldato, cosa sapesse, e che motivo avesse potuto spingerlo a uccidere. Un brivido mi percorse la schiena quando mi resi conto che non avrebbe lasciato andare impunemente un testimone oculare dei suoi misfatti, nonostante io non avessi la chiara intenzione di denunciarlo alle autorità di Laputa. Sperai ingenuamente di poter restare libero senza arrivare ad uno scontro o senza dover stringere uno spiacevole accordo. Non si era ancora dimostrato minaccioso nei miei confronti, ma non mi fidavo di lui, e questo mi inquietava parecchio. Ad ogni modo, stavo immobile, senza agitare un piede sul pavimento o tamburellare il tavolo con le dita: il freddo dell’ametista si era impadronito di nuovo del mio cuore, mantenendo calmo il mio aspetto esteriore. Non volevo che il minimo gesto potesse tradire ciò che mi portavo dentro; avevo bisogno di fare chiarezza, di avere luce su quella faccenda, e non potevo permettermi che i miei pensieri sull’uomo lo portassero a non condividere alcuna informazione. Soprattutto, non volevo agitarlo e mettere in pericolo la gente che beveva, mangiava, chiacchierava e giocava intorno a noi.

    Prima che potessimo riprendere il delicato discorso che avevamo cominciato nel vicolo, l’oste si presentò al tavolo con un terzo, elaborato ed appetitoso piatto. Con mio grande disappunto, Raphael si ostinò a raccontarmi nei dettagli la preparazione di quello che doveva essere la sua ricetta migliore. Pregavo mentalmente che s’allontanasse alla svelta da quell’uomo affettato e dallo strano monocolo; speravo che tenendosene alla larga non sarebbe stato contaminato da lui, quasi come se la vicinanza potesse diffondere la macchia dell’omicidio da un uomo all’altro
    Quando finalmente Raphael si allontanò dal tavolo fu per accogliere un particolare duo di uomini entrati al Cappio di Bronzo. Dovevano essere molto importanti e rispettati, a giudicare dalla deferenza di alcuni degli avventori e del tavererniere stesso. Uno era molto strano, con addosso un corpetto da donna e con quei tratti femminei; ad ogni modo, non era la cosa più stravagante della mia serata, così non ci feci caso più di tanto. Mi colpì molto di più il suo accompagnatore; colsi il nome dell’uomo dai capelli scuri grazie alla bonaria voce dell’oste, e lo annotai mentalmente.

    “Un Ufficiale. Sembra che la giustizia ci abbia trovati ugualmente.” pensai, con un ironico sorriso appena accennato. Rivolsi uno sguardo curioso all’uomo seduto al mio tavolo per cercare di captare le sue reazioni, chiedendomi se l’entrata di un uomo di Giustizia fosse casuale, dopo tutti i miei pensieri in merito. Forse Raphael aveva avuto ragione poco prima nel dire che la città di Laputa fosse molto sicura: chissà che l’atto efferato non fosse passato inosservato! Un piccolo moto di speranza prese vita nel mio petto. Grato per essere nuovamente solo a tu per tu con l’uomo seduto al mio tavolo, tirai un sospiro leggero. Giocherellando con la prelibata carne del “Dono della Regina” con una forchetta, gli rivolsi con voce limpida una domanda, sporgendomi lievemente nella sua direzione.

    “Cosa stava per dirmi, poco fa, prima che l’oste ci interrompesse?”

    Altri passi sembrarono bloccare le parole del criminale. Mentre l’Ufficiale Asensi ed il suo accompagnatore prendevano posto esattamente al tavolo accanto al nostro, sentii i muscoli distendersi sulla schiena, con la sensazione di essere un po’ più al sicuro. Quantomeno il sicario non avrebbe potuto provare a farmi fuori inosservato ed impunito lì, al Cappio di Bronzo; se avesse tentato poi di fare del male a qualcuno, ci sarebbe stato un uomo in più a difesa degli innocenti. Sperai che questo non avrebbe fermato l’uomo dal darmi le informazioni che anelavo.

    “Buonasera.”
    Mi voltai verso l’Ufficiale, facendogli un cenno con il capo.

    “Buonasera a lei.” , risposi cortesemente, bevendo con gli occhi le reazioni del mio commensale alla vicinanza di Asensi e del suo strano accompagnatore.

    Energia:

    100%


    Riassunto:

    Elay segue l’Raphael ed il misterioso assassino al Cappio di Bronzo, sempre più impensierito e teso; l’arrivo di un Ufficiale e del suo particolare accompagnatore tranquillizza parzialmente il giovane, ancora alla ricerca di risposte.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    Nel prendere garbatamente posto al tavolo del Cappio di Bronzo che gli fu indicato dall'Oste, il canuto Gentiluomo si accomodò sulla seggiola che rivolgeva le spalle alla porta di ingresso, guardandosi distrattamente attorno con l'aria lieta e curiosa del turista, contemplando gli arredi e lasciando che l'atmosfera serena e gioviale della taverna gli togliesse il gelo della notte dalle non più così giovani ossa.

    Mentre l'omaccione biondo si sperticava nel promuovere le proprie prodezze culinarie, gonfiando il petto con orgoglio e minacciando di fare esplodere i bottoni della camicia che gli fasciava i pettorali con fatica e col rischio di cavare un occhio a qualcuno con quei proiettili vaganti, l'iride scura dell'Assassino e quella al di là del monocolo si soffermarono a studiare il volto del suo giovane commensale, che lo osservava di rimando,
    domandandosi ancora una volta se fosse opportuno lasciarlo vivere o meno.

    -Mi sono ispirato alla Regina Madre, perché è buono, da' energie ed è dolce e squisito! Forse avrei dovuto mettere anche della cioccolata, ma secondo me non stava benissimo sulla carne...
    In ogni caso, poi fatemi sapere se vi piace!


    - Sarà fatto, buonuomo: non ne dubiti! -
    esordì l'ospite, con parlantina sciolta e un cordiale sorriso sotto i baffi
    - ...effettivamente, credo che inizierò proprio dal "Dono della Regina",
    se al mio buon amico non dispiace. -


    E mentre l'Assassino rassicurava l'Oste, e quello si allontanava per tornare alle proprie occupazioni nelle cucine, l'uomo con i mustacchi tornò a rivolgere la propria attenzione e il suo sorriso affettato sulla figura di Elay -stoico ed immobile come un angelo di pietra-, conficcando intanto i rebbi appuntiti della forchetta, in dotazione al suo posto apparecchiato in un bel pezzo di carne brasata, dall'aspetto reso incredibilmente invitante dai succhi bruni e dalla glassatura conferitagli dal miele.

    Sollevando il boccone fino al volto, l'Elegantone lo fece oscillare davanti al naso, prendendosi qualche istante per inalare il delizioso mix di aromi che le spezie avevano trasmesso alla pietanza nel corso di una lunga e premurosa cottura... e fu proprio in quell'istante che la porta della taverna si aprì a precipizio, introducendo due nuovi avventori tutti particolari in quella scena già abbastanza surreale.

    Con aria risoluta ed una certa urgenza nel passo, il duo avanzò nel locale, e mentre il giovane Spadaccino volgeva lo sguardo sugli ultimi arrivati, l'uomo col Monocolo non batté apparentemente ciglio e non si voltò neanche a guardarli -neppure quando un coro vociante si alzò dagli altri clienti- limitandosi a pensare agli affari propri, schiudendo le fauci baffute per accogliere -con calma e molta soddisfazione- un primo assaggio della portata prescelta, trovandola
    davvero prelibata.

    -Benvenuto al Cappio di Bronzo, Ufficiale Asensi!-
    salutò il corpulento Oste, accorrendo dalle cucine per dar loro il benvenuto
    -Benvenuto anche a voi, Signore! A cosa devo l'onore di questa visita?

    Una buona domanda, meditò l'Assassino... ma la risposta gli fu fin troppo banalmente rivelata dallo squittio della Farfalla di Asmodeus, che gli fornì un lampante indizio sulla probabilissima spiegazione della sua presenza lì, al fianco di Augustus Asensi: spiritista, studioso del Magisterium tanto assiduo quanto stralunato, nonché Ufficiale in carica del Presidio Errante.

    -Trovato: è ancora con quell'altro.

    Oh, bhè, sto facendo conoscere al mio ospite straniero la città. Mi sembrava doverosa una tappa qui.
    Potremmo avere quel tavolo? Gradieremo un Dono della Regina, se possibile.


    Intanto, spezzando la propria immobilità con un mezzo sospiro, il giovane Elay cominciò a giocherellare con il cibo del proprio piatto per allentare la tensione che doveva stare attanagliandolo, prima di sporgersi un po' in avanti per rivolgere al Nobiluomo che gli faceva da commensale una semplice domanda...

    “Cosa stava per dirmi, poco fa, prima che l’oste ci interrompesse?”

    ...accompagnata da un infelicissimo tempismo, dal momento che -oltre ad aver riempito la locanda con l'ingombrante presenza sua e dei suoi spettri- il blasonato Quattrocchi avanzò con nonchalance nel suo campo visivo per andare ad occupare il tavolo accanto, convenientemente a portata di sguardi e d'orecchi.

    Buonasera.

    “Buonasera a lei.”

    Evidentemente confortato dalla presenza delle autorità -delle autorità incompetenti, che tolleravano la circolazione di mostri e puttane per le loro strade-, il giovane Elay parve subito rilassarsi, e fu prontissimo a voltarsi per ricambiare il saluto appena ricevuto con un cenno del capo e qualche parola; tuttavia, come naturale, neppure il Gentiluomo baffuto si attardò nel silenzio o nell'esitazione: al di là di tutte le loro circostanze, mancare di ricambiare una cortesia sarebbe stato oltremodo maleducato.

    - Buonasera a voi: Ufficiale Asensi, e... Signore. -
    replicò, portando una mano guantata alla falda del cappello e arricciando le labbra in un sorriso
    - Ho sentito che avete ordinato anche voi il "Dono della Regina": ottima scelta! -
    spiluccando un altro boccone di carne saporitissima, proseguì la sua piccola chiacchierata
    - Se permettete, vi consiglierei di abbinarlo con del Sangue di Mullai di cinque anni fa: è stata un'ottima annata per quel vino rosso, e trovo che il suo spirito corposo si abbinerebbe magistralmente con il miele e le spezie della pietanza. -

    Terminata quella piccola disanima con il piglio garbato e spigliato dell'uomo di mondo, il Baffuto si portò una mano al petto e chinò rispettosamente il capo in un segno di congedo da seduto, prima di tornare a rivolgersi al Cavaliere insieme a cui era entrato in quel luogo.

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    - Dunque... tornando a noi: come ti stavo illustrando poc'anzi nel vicolo, amico mio, con le donne bisogna colpire dritto alla gola. E il buon vecchio Jack ha un suo metodo infallibile... -
    esordì con disinvoltura il Nobiluomo, rivolgendo al ragazzo un sorriso strano
    - ...ma serve una certa tecnica: dalle mie parti si chiama "Filetto alla Wellington", ed è una pietanza che fa molta scena, sebbene non sia così complicato come appare... Certo, la maggior parte delle signore si lascia più facilmente tentare dal dolce, ma... la seduzione è un peccato della carne... -

    Perché il "buon vecchio Jack" (questo il suo nome... o per lo meno il suo pseudonimo) aveva ricevuto degli ordini precisi dal proprio Capo, e tra le sue priorità rientrava l'ovvio carattere confidenziale del suo compito e l'imperativo di portarlo avanti con discrezione e tenendo un basso profilo. Tutte cose poco compatibili col ficcanasare di un Ufficiale di Presidio.

     
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    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


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    - Buonasera a voi: Ufficiale Asensi, e... Signore. -
    Il sospettato numero uno li salutò con cordialità, ma le buone maniere si scontrarono con lo sguardo palesemente ostile di Emeraude, tuttavia insondabile, data la scelta del biondo giovanotto di rimanere a fissarlo in silenzio, senza dargli le proprie generalità.
    - Ho sentito che avete ordinato anche voi il "Dono della Regina": ottima scelta! Se permettete, vi consiglierei di abbinarlo con del Sangue di Mullai di cinque anni fa: è stata un'ottima annata per quel vino rosso, e trovo che il suo spirito corposo si abbinerebbe magistralmente con il miele e le spezie della pietanza. -

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    Nonostante quell'uscita sarebbe potuta suonare abbastanza infelice alle orecchie dei laputensi più religiosi, Emeraude non sembrò farci minimamente caso, limitandosi ad annuire e a bisbigliare qualcosa ad un aiutante del locandiere che gironzolava fra i tavoli. Bisbigli abbastanza innocenti, che suonarono come un "quello che ha detto lui", appena percettibile.
    A quel punto, preferì non interferire più del dovuto nella loro conversazione: si sarebbe limitato a recitare la parte del buon cliente, anche perché sapeva di non avere prove a carico di tutte le terrificanti tesi che gli affollavano la testa in quegli istanti. Guardò Augustus, cercando di comunicare in qualche modo, o almeno intercettare le sue volontà... ma qualcosa finì per distrarlo.
    Qualcosa che lo irritò parecchio.

    - Dunque... tornando a noi: come ti stavo illustrando poc'anzi nel vicolo, amico mio, con le donne bisogna colpire dritto alla gola. E il buon vecchio Jack ha un suo metodo infallibile... -
    Gli occhi violacei si sbarrarono, fissando il commensale con l'espressione di chi non sapeva se ritenere il proprio avversario troppo stupido o troppo furbo. Le dita affusolate -invece- si strinsero sulle posate di legno, rischiando di spaccarle.
    - ...ma serve una certa tecnica: dalle mie parti si chiama "Filetto alla Wellington", ed è una pietanza che fa molta scena, sebbene non sia così complicato come appare... Certo, la maggior parte delle signore si lascia più facilmente tentare dal dolce, ma... la seduzione è un peccato della carne... -

    -Mi sembra un metodo interessante per ottenere le attenzioni di una dama- s'intromise -Immagino abbia molta esperienza con il gentilsesso.
    Sorrise a Jack ed Elay, ma non sembrava contento di quella situazione.
    -Chissà quante fanciulle son finite nella vostra rete, sir.


    Angolo del Quest Master - Turno 7

    La citazione sulla religione riguarda il sangue di Mullai, che è sia un vino, sia un vago riferimento alla dea Mullai, una delle quattro divinità maggiormente venerate nel Presidio Errante. Ci sta un topic di riferimento, anche se è saltata qualche vecchia immagine: LINK.

    Postare entro il: 30 Giugno, ore 23:59.
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    Repressi un moto di stizza; ogni parola che usciva dalle labbra dell’assassino mi batteva sui nervi come avrebbe fatto un martelletto sulle corde di un clavicembalo. Disquisiva di vini con fare cortese, all’apparenza per nulla preoccupato dall’Ufficiale e dal suo accompagnatore. Eppure non lo ritenevo uno sprovveduto; si era dimostrato già fin troppo abile ed adattabile alle novità, e la calma del sicario mi fece pensare che avesse già in mente un piano per sfuggire alle autorità, come se avesse davvero soltanto passato la serata al tavolo di una taverna con un amico. Fissai brevemente il terzo piatto con aria triste mentre il pericoloso uomo cotinuava a sciorinare parole su come quel vino si sarebbe abbinato perfettamente al piatto su cui si era avventato; mi chiesi mentalmente quanto tempo avrebbe impiegato l’Ufficiale a notare l’incongruenza fra il numero di piatti e le persone intorno al tavolo.

    “Dunque... tornando a noi: come ti stavo illustrando poc'anzi nel vicolo, amico mio, con le donne bisogna colpire dritto alla gola. E il buon vecchio Jack ha un suo metodo infallibile...”

    A quelle parole, trasalii: non mi aspettavo realmente una risposta alla mia domanda, ora che non eravamo più soli; il riferimento a quanto accaduto a Demira poco prima mi mozzò il respiro, come se Jack mi avesse colpito alle costole con forza. Stava davvero facendo riferimento così impunemente sia al suo gesto brutale, sia al luogo dove lo aveva compiuto?

    “...ma serve una certa tecnica: dalle mie parti si chiama "Filetto alla Wellington", ed è una pietanza che fa molta scena, sebbene non sia così complicato come appare...”

    Riflettei rapidamente sul nome dell’uomo – che immaginavo essere fittizio – e sul nome della pietanza; mi suonarono entrambi nuovi, e cominciai ad interrogarmi sulle origini del criminale. Forse fu per quel pensiero che sul momento non colsi il collegamento fra il colpo alla gola ed un piatto esotico, ma Jack continuò:

    “Certo, la maggior parte delle signore si lascia più facilmente tentare dal dolce, ma... la seduzione è un peccato della carne...”

    Solo in quell’istante realizzai che Jack cercava di camuffare il modus operandi dei suoi efferati omicidi – decisamente doveva aver tolto la vita ad altre donne, oltre a Demira e probabilmente sua sorella - , facendolo passare per una raffinata arte di seduzione .
    Il sangue mi prese a ribollire nelle vene, colorandomi appena il viso dall’incarnato pallido; non ebbi tempo di dare voce ad una risposta che arrivarono sottili come una stilettata le parole dello strano accompagnatore dell’Ufficiale Asensi:

    “Mi sembra un metodo interessante per ottenere le attenzioni di una dama. Immagino abbia molta esperienza con il gentilsesso; chissà quante fanciulle son finite nella vostra rete, sir.”

    Sembrava molto più irritato che ammirato; gli scoccai un breve sguardo a implorare cautela.

    Sir Jack, lei deve decisamente avere una grande esperienza alle spalle”, risposi, sperando che il ragazzo dagli occhi violacei cogliesse l’avvertimento celato in una risposta tanto innocente su quanto il suo commensale fosse avvezzo a pericolose soluzioni per i suoi scopi.

    “É così complicato comprendere le intenzioni delle donne...”, aggiunsi con un sospiro accennato, guardando nuovamente Jack , con un chiaro riferimento al fatto che non ero persuaso dalle sue risposte su Demira.

    “...E personalmente non voglio averci niente a che fare.” proseguii, affinchè arrivasse all’Ufficiale ed al suo accompagnatore il messaggio che io non c’entravo nulla con i crimini perpetrati dall’uomo.

    “In fondo lo vede da lei, quanto poco io sia bravo con loro e quanto poco io voglia esserne coinvolto: sarei seduto al tavolo con una bella ragazza e non con lei, Sir Jack, altrimenti. Non ne conviene con me?” conclusi, con un lieve accento sardonico, chiedendomi come avessi fatto a passare dalla padella degli inganni di Demira alla brace delle azioni di Jack.



    Energia:

    100%


    Riassunto:

    La conversazione al tavolo si fa spinosa, ed Elay cerca di non compromettere la sua posizione con Jack.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    Sentirsi nominare dal figuro incrimato gli fa correre un brivido gelido lungo la schiena e lo gette per qualche secondo nello sconforto. Sospira. Come previsto il nemico è palesemente in possesso di maggiori informazioni. Certo, conoscere uno degli Ufficiali del Presidio è qualcosa di scontato, o comunque possibile, ma il fatto che il Numerologo sia ai vertici del gruppo anti-demoni, potrebbe non essere una casualità.
    Si accomoda di fronte la Farfalla, volgendo lo sguardo al tavolo vicino. Il vino he gli viene consigliato, per quanto blasfemo possa essere per i più religiosi del Presidio, in verità viene decantato da molti enologi. Non si sente di criticarlo per il nome, ma più che altro cerca di desumere qualche informazione in più. Se lo sconosciuto conosce quel vino, addirittura annate precedenti, vuol dire che quantomeno frequenta questi lidi, questo semipiano, da diverso tempo. Il vino è buono, ma dubita che abbia un eco interplanare. E' probabile che la rete dei nemici sia stata gettata da anni e sia rimasta sul fondo a covare per molto tempo prima che qualcuno decidesse di ritirarla in barca.
    Corrucciato da un cipiglio pensieroso, il Numerologo se ne sta in silenzio qualche secondo, immerso nella nuvola scura dei suoi ricci. E' impossibile non sentire quando poi di seguito viene rivelato da Jack, una serie di eufemismi, allegorie e frasi ambigue che potrebbero far accapponare la pelle di chiunque, ed è la stessa Farfalla che appare furente.
    Non conosce bene le gerarchie infernali, non sa bene che relazioni possa aver intrattenuto con le succubi, ma se il Numerologo fosse il mandante di una missione di suoi colleghi, tutti morti, si sentirebbe molto, ma molto in colpa. Chissà se tra i demoni esistono sentimenti come quelli umani.
    Si volta, in maniera scortese, ad ascoltare il paragone culinario del baffuto, cosa gli infonde un senso di disagio profondo. Ma non può permettersi di scadere o lasciarisi prendere da sentimenti al momento non utili. Si lascia sostenere dal suo corteo mentre lo sventurato figuro al tavolo del "nemico" sembra cercare in tutti i modi per sottolineare la sua estranietà ai fatti, cosa confermata anche dagli spiriti.
    Così, ad occhio e croce, direi a decine, no?
    Si aggancia al discorso della Farfalla decidendo per un approccio più spudorato. Continuare a tergiversare non porterà da nessuna parte, prima o poi una delle due fazioni dovrà giocare la prima carta ed il Numerologo si prende questa responsabilità. Con la sua semplice invettiva informa il monocchialuto che sa chi è e cosa ha fatto.
    Sicuramente le sue signore avevano peccato...con la carne. Ma in quest'Isola esistono figure deputate ad aiutare queste Signore ad espiare i propri peccati della carne con una dieta adeguata.
    Cerca lo sguardo altrui mentre pianta i gomiti sul tavolo e la mano destra si muove a disegnare cerchietti nell'aria.
    Quello che non capisco è il perchè taluni si arroghino diritti che non gli competono, certo i suggerimenti sono sempre ben accetti se ci si confronta contro nemici proteici comuni, ma forse non è così, Jack.
    Ricerca lo sguardo altrui. Ai suoi occhi è già colpevole, non c'è ammenda possibile, ma sicuramente capirne le motivazioni potrebbe essere un grande vantaggio.
    Cosa ne pensa?

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
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    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
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    Nell'affrontare lo sguardo torvo e violetto della Farfalla di Asmodeus, il Galantuomo rimase pacatamente neutro, sia perché non avrebbe avuto alcun senso fare diversamente -ricambiare l'ostilità con l'ostilità poteva anzi divenire controproducente-, sia perché non comprendeva intimamente lo stato d'animo del biondo; certo, riconosceva il suo risentimento, ma gliene sfuggiva il motivo.

    -Mi sembra un metodo interessante per ottenere le attenzioni di una dama.
    Immagino abbia molta esperienza con il gentilsesso.


    Il suo Capo lo aveva istruito sulle generali tendenze delle creature con cui avrebbe avuto che fare al momento in cui gli era stato offerto quel lavoro, e riceveva con cadenza regolare aggiornamenti sulle novità dell'Isola di cui tenere conto nello svolgimento delle proprie mansioni, pertanto... l'ipotesi che l'atteggiamento del nuovo schiavo della Regina Madre fosse spiegabile con il fatto che egli avesse nutrito dell'attaccamento per qualcuna di quelle puttane gli risultò curioso. Ma parimenti irrilevante.

    -Chissà quante fanciulle son finite nella vostra rete, sir.

    Probabilmente, stava semplicemente speculando troppo e non si trattava neppure di qualcosa di così sentimentale; magari, quella era banale insofferenza, figlia di perfezionismo e dedizione al proprio lavoro, che il demone si sentiva di esprimere verso la persona che -doveva averlo capito prima ancora di mettere piede in quel locale- aveva guastato sistematicamente tutti i suoi piani di infiltraggio fino a quel momento.

    Così, ad occhio e croce, direi a decine, no?

    Tradendo il proprio palese interesse per la faccenda, l'Ufficiale di Presidio -un giovanotto dai ricci selvaggi e gli occhiali spessi, che certamente contribuivano a farlo apparire più vecchio dei suoi anni- prese la parola, rilanciando la discussione già intavolata dal biondino con cui era entrato; la cosa, comunque, non cambiava nulla: la sua risposta sarebbe stata la medesima in ogni caso.

    - Non saprei, miei signori... -
    Pacato. Garbato. Anche un po' timidamente riservato.
    - Contare le conquiste sarebbe di cattivo gusto per un Gentiluomo. -

    Sir Jack, lei deve decisamente avere una grande esperienza alle spalle. É coosì complicato comprendere le intenzioni delle donne... E personalmente non voglio averci niente a che fare.”

    Con il volto vagamente imporporato dalle proprie emozioni, il giovane Elay si inserì nel discorso con una serie di sguardi nervosi che rimbalzò con fare irrequieto tra gli interlocutori, con un tale allarme da risultare oltremodo vistoso e sospetto, sul chi vive come un peccatore in chiesa... o verginello in una casa di piacere.

    “In fondo lo vede da lei, quanto poco io sia bravo con loro e quanto poco io voglia esserne coinvolto: sarei seduto al tavolo con una bella ragazza e non con lei, Sir Jack, altrimenti.
    Non ne conviene con me?”


    - Oh, suvvia: non è il caso di demoralizzarsi a questo modo per uno sfortunato rendez vous. -
    redarguì bonariamente l'uomo baffuto, agitando una mano come per scacciare un insetto
    - Siete ancora giovane, mio buon amico, e il Tempo cura tutte le ferite: troverete senz'altro qualcuno di più giusto... dopotutto, Endlos è un mondo vasto e vario. -

    A sentirlo parlare a quel modo, il vecchio Jack sarebbe apparso innocuo e saggio come uno zio intento a rassicurare il suo precipitoso nipote... parole prive di malizia, su cui si precipitò incombente l'intervento dell'Ufficiale Asensi.

    Sicuramente le sue signore avevano peccato...con la carne. Ma in quest'Isola esistono figure deputate ad aiutare queste Signore ad espiare i propri peccati della carne con una dieta adeguata.
    incatenando lo sguardo a quello dell'Assassino, il Numerologo piazzò i gomiti sul tavolo
    Quello che non capisco è il perchè taluni si arroghino diritti che non gli competono, certo i suggerimenti sono sempre ben accetti se ci si confronta contro nemici proteici comuni, ma forse non è così, Jack.
    Cosa ne pensa?

    jpg
    Che si trattasse di una recita magistrale o piuttosto un accesso di perplessità tanto genuina quanto evidente, la reazione del Gentiluomo col monocolo a quelle parole di di evidente confusione: sbatté le palpebre un paio di volte, scrollò lievemente il capo nel tentativo di schiarirsi le idee, e fece vibrare i baffi mentre le labbra al di sotto di arricciavano in una smorfia meditabonda.

    - Temo di non capire di cosa stiate parlando, Signor Ufficiale. -
    dichiarò pacatamente, con forse persino una puntina di dispiacere
    - In ogni caso, se vi ho offeso o arrecato disturbo con le mie chiacchiere, o arrogandomi il diritto di suggerirvi un buon vino di accompagnamento per il vostro desco, ne sono a dir poco costernato - e me ne scuso. -
    portando di nuovo la mano al cappello, l'attempato signore si inchinò ancora
    - Vi lascerò desinare in tranquillità con il vostro amico,
    e dal canto mio farò lo stesso. -


    Così dicendo, il buon vecchio Jack tornò a voltarsi in direzione di Elay, e riprese a degustare la buona cena preparata dall'Oste con il piglio imperturbabile di qualunque buon cittadino con la coscienza pulita.

     
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    La situazione è sempre più spinosa.
    Sperava, inutilmente, che il baffuto si aprisse davanti alle sue richieste, certo, non esplicite, ma che lasciano chiaramente intendere che il Numerologo sa.
    Probabilmente l'assassino è così sicuro di sè da pensare impossibile di esser stato scoperto. In cuor suo, però, il Numerologo dubita fortemente di questa possibilità, non può essere che il figuro sia così tronfio da ignorare la possibilità di essere scoperto.
    Storce la bocca mentre si volta quasi completamente di fronte all'interlocutore. Lo sciame di spiriti lo circonda e lo studia, ma si tratta sicuramente di un abile ciarliero, visto che non riesce a pesare adeguatamente il vero ed il falso delle sue parole.
    Stringe appena i pugni, vorrebbe alzare i toni, far scoppiare una baruffa, cosa di cui la Farfalla sarebbe probabilmente lieta, ma si ammonisce mentalmente più e più volte di star zitto e riflettere. Anche se è difficile visto che Giulietta continua ad urlargli nella mente di agire, essere violento.
    Tanto per complicarsi la vita, poi, continua ad osservare quella linea argentata che lega il baffuto con lo sconosciuto, si tratta forse di un alleato? Un viandante qualunque? Non saprebbe dire con certezza.
    Una situazione spinosa, da cui deve uscire in qualche modo.
    Temo, mio caro avventore, che invece conosca nel dettaglio ciò di cui sto parlando.
    Duro nel tono ne studia i movimenti, per quello che sta per dire potrebbe trovarsi a fronteggiare una situazione esplosiva. La mano sinistra, infatti, si cala nella a stringere il tarocco del Matto che porta sempre con sè.
    Temo, ancora una volta, che non potrete desinare in tranquillità.
    Mi trovo in questa locanda in veste di Ufficiale per interrogarla riguardo l'omicidio di diverse donne nel nostro Presidio.
    I dati a nostra disposizione ci dicono che lei è una persona informata dei fatti.

    Comincia in modo diplomatico, senza esporsi troppo.
    Quindi per cominciare avrei bisogno del suo nome, del motivo per cui si trova a Laputa e da quanto tempo è giunto in città.
    A seguire entreremo nel dettaglio degli eventi di cui le ho parlato.

    Una pausa.
    Sempre che non me ne voglia parlare subito da sè.
    La sua mossa l'ha fatta ed è pronto a rispondere prontamente in caso di movimenti loschi o pericolosi. Lo sguardo occhialuto si fissa su quello del baffuto, solo di tanto in tanto si muove verso Elay che non ha ancora pienamente inquadrato.

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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


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    “É così complicato comprendere le intenzioni delle donne...” disse lo straniero, rispondendo al "buon" Jack “...E personalmente non voglio averci niente a che fare.”
    Nonostante potesse apparire come una semplice conversazione, considerato ciò di cui l'Ufficiale e la Farfalla Infernale erano già a conoscenza, Emeraude contrasse le labbra in una piega sottile, leggermente curva in basso e solo ad un lato. Quelle frasi -dopotutto- gli suggerivano molti dettagli: innanzitutto una evidente volontà di aver a che fare il meno possibile con il suo commensale, ma -soprattutto- che il giovanotto era a conoscenza di qualcosa che lo aveva portato a lavarsene le mani.
    “In fondo lo vede da lei, quanto poco io sia bravo con loro e quanto poco io voglia esserne coinvolto: sarei seduto al tavolo con una bella ragazza e non con lei, Sir Jack, altrimenti. Non ne conviene con me?”

    Seguirono una serie di provocazioni e metafore che non gli furono del tutto chiare, tuttavia Augustus arrivò ben presto a voler parlare chiaro, cosa che lo tranquillizzò alquanto.

    Temo, mio caro avventore, che invece conosca nel dettaglio ciò di cui sto parlando.
    Temo, ancora una volta, che non potrete desinare in tranquillità. Mi trovo in questa locanda in veste di Ufficiale per interrogarla riguardo l'omicidio di diverse donne nel nostro Presidio. I dati a nostra disposizione ci dicono che lei è una persona informata dei fatti. Quindi per cominciare avrei bisogno del suo nome, del motivo per cui si trova a Laputa e da quanto tempo è giunto in città. A seguire entreremo nel dettaglio degli eventi di cui le ho parlato.
    Sempre che non me ne voglia parlare subito da sè.

    eLPeKAy

    -Lo stesso vale per voi, signore- aggiunse il biondino, rivolgendosi ad Elay -Vi consiglio di collaborare, perché è nostra intenzione andare a fondo della questione.

    Nonostante non avesse un'espressione amichevole e gli occhi violacei risultassero in qualche modo spaventosi, il biondo usò dei toni e dei modi lievemente più gentili rispetto al baffuto gentiluomo. Non che questo risolvesse qualcosa, comunque.

    -L'idea che su Laputa vi sia un assassino a piede libero è del tutto inconcepibile, oltre che urgente. Ancor più se a pagarne sono delle donne: la Regina Madre non approverebbe affatto.
    Continuò, un po' per cercare di farli sbottonare, un po' perché non diceva il falso.
    -Laputa è la Fortezza delle Nubi, e nessuno può violarla senza permesso.


    Angolo del Quest Master - Turno 8

    Turno semplice. Dato il disordine del turno precedente, proviamo a rimettere ordine con le turnazioni: il prossimo post è di Greyfox. Poi tocca a Destino. La scadenza riguarda il post di Greyfox.

    Postare entro il: 29 Giugno, ore 23:59.
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    “Siete ancora giovane, mio buon amico, e il Tempo cura tutte le ferite: troverete senz'altro qualcuno di più giusto... dopotutto, Endlos è un mondo vasto e vario.”

    Il tono amichevole con cui Jack rispose alla mia domanda fu surreale; mi trattava davvero come se fossimo conoscenze di lunga data; peggio, si atteggiava a mentore gentile ed incoraggiante, e per quanto cercassi un modo di distaccarmi dalla sua figura, le sue risposte mi avvolgevano a lui come le spire di un serpente. Nella stessa serata due creature avevano cercato di utilizzarmi come loro scudo in una situazione spinosa per loro, prima Demira ed ora Jack; cominciai a chiedermi cosa avessero in comune oltre a questo aspetto. In fondo, entrambi si erano riconosciuti a vicenda: Jack sapeva dell’oscura creatura nascosta nell’ombra della fanciulla, e lei sapeva quanto l’uomo con il monocolo fosse pericoloso. Sentirmi la pedina in un gioco fra esseri di cui non comprendevo la natura mi fece piombare sempre più a fondo nel disagio. Ma il peggio non era ancora arrivato, lo sentivo nell’aria.

    “Sicuramente le sue signore avevano peccato...con la carne. Ma in quest'Isola esistono figure deputate ad aiutare queste Signore ad espiare i propri peccati della carne con una dieta adeguata. Quello che non capisco è il perchè taluni si arroghino diritti che non gli competono...”

    Dovetti tratterermi dallo sgranare gli occhi alle parole dell’Ufficiale: il riferimento a peccati della carne non poteva certamente legarsi soltanto agli abiti licenziosi di Demira; sospettavo che Asensi conoscesse la vera natura del corpo della bellissima giovane donna, e dell’essere oscuro che albergava dentro di lei. Lessi fra le righe la conferma di questa ipotesi quando disse che su Laputa vi erano persone il cui compito era proprio quello di gestire creature come lei. Che la ragazza fosse vittima di un incanto da spezzare, di un’evocazione da interrompere? “Poteva essere salvata da qualcuno, qui nel Presidio Errante!” , realizzai. Ero quasi sul punto di sentire la rabbia montarmi dentro al pensiero che la sua morte fosse stata vana, quando l’Ufficiale proseguì il suo discorso:

    “...Certo i suggerimenti sono sempre ben accetti se ci si confronta contro nemici proteici comuni, ma forse non è così, Jack.”

    “Nemici comuni?” , mi chiesi, provando ancora la fastidiosa sensazione di essere un pedone su una scacchiera mosso da mani invisibili. “Forse anche loro avrebbero trattato Demira come un nemico?” riflettei.

    Ad ogni modo, Jack rispose come se non comprendesse le parole di Asensi, e lo fece in un modo così genuino che se non lo avessi visto colpire Demira con i miei stessi occhi avrei cominciato a dubitare del suo coinvolgimento in qualcosa di losco.

    “Vi lascerò desinare in tranquillità con il vostro amico, e dal canto mio farò lo stesso.”

    Tornai a sentirmi come la preda di un cacciatore, con lo sguardo dell’uomo rivolto verso di me. Ogni traccia di pericolosità sembrava scomparsa mentre gustava il piatto decantato da Raphael come se nulla fosse, ma ero conscio di ciò che si agitava nelle profondità di quel lago nonostante le acque calme in superficie.

    “Temo, mio caro avventore, che invece conosca nel dettaglio ciò di cui sto parlando. Temo, ancora una volta, che non potrete desinare in tranquillità. Mi trovo in questa locanda in veste di Ufficiale per interrogarla riguardo l'omicidio di diverse donne nel nostro Presidio.”

    Il tono tagliente e diretto dell’Ufficiale Asensi mi fece ghiacciare il sangue nelle vene; sia l’Ufficiale riccioluto sia il suo accompagnatore dagli occhi violetti non accennavano a mostrare riguardi nei confronti dell’uomo seduto di fianco a me. Mi chiesi se non fossero impazziti: irritarlo con accanto tanti innocenti avrebbe potuto metterli in pericolo! Eppure, erano così concentrati sul loro bisogno di risposte che sembrarono non curarsi della loro e della mia incolumità. Forse se ne sarebbero preoccupati solo se mi avessero visto disposto a collaborare, raccontando loro ciò che avevo visto, ma dubitai di sopravvive tanto a lungo alle lame nascoste del buon Jack. Era decisamente troppo pericoloso stargli vicino. Mi spostai piano con la sedia, un po’ più di lato, col respiro sospeso; non intralciavo più minimamente i due interlocutori, ma purtroppo ero ancora a distanza di tiro per Jack. Non pensavo che la richiesta di informazioni da parte dell’Ufficiale avrebbe ricevuto una risposta diretta, con tanto di ammissione di colpevolezza; almeno, lo speravo: se fosse stato nella posizione di confessare tranquillamente il suo coinvolgimento nella morte di Demira, avrebbe significato che Jack possedeva ben più risorse di quelle che potevamo vedere. Riuscivo a sentirmi addosso lo sguardo dell’Ufficiale, ma non me ne curai più di tanto; ero molto più preoccupato per l’uomo che avevo accanto.

    “Lo stesso vale per voi, signore. Vi consiglio di collaborare, perché è nostra intenzione andare a fondo della questione.” aggiunse il biondo accompagnatore dell’Ufficiale, rivolgendosi a me con un tono gentile ma trafiggendomi con lo sguardo.

    “L'idea che su Laputa vi sia un assassino a piede libero è del tutto inconcepibile, oltre che urgente. Ancor più se a pagarne sono delle donne: la Regina Madre non approverebbe affatto. Laputa è la Fortezza delle Nubi, e nessuno può violarla senza permesso.” proseguì, senza staccarmi gli occhi di dosso.

    Questo confermava che Demira non fosse l'unica vittima di Jack. Cercai di pensare il più in fretta possibile: come potevo allo stesso tempo evitare di attirarmi l’ira – e la probabile risposta armata – di Jack ed al contempo essere di aiuto per le autorità? Scartai immediatamente l’idea di mentire: sarebbe bastato un ingenuo commento dell’oste sul mio arrivo al Cappio di Bronzo insieme a Demira per smascherarmi e mettermi sullo stesso piano del criminale. Feci un cenno col capo ed un sorriso che voleva essere rassicurante in direzione di Jack, ed incatenai il mio sguardo al suo occhio libero come a rassicurarlo che non lo avrei tradito, poi tornai a voltarmi in direzione dei due uomini al tavolo accanto.

    “Certamente, Signori, capisco le vostre ragioni. Non ho alcun problema a rispondere per quanto riguarda me, risposi, poggiando la sinistra sul petto per sottolineare che non avrei risposto a nome dell’assassino. “Sono Elay Vos, figlio della nobile famiglia di Najaza. Sono arrivato a Laputa soltanto stasera, con l’intenzione di stabilirmi in città e proseguire qui i miei studi.” , proseguii.

    Il chiacchiericcio degli avventori del Cappio di Bronzo sembrò sormontare le mie parole, e questa constatazione mi fece trovare un escamotage per provare ad allontanarmi da Jack e per provare a portare questa pericolosa discussione lontano da civili ignari. Sistemai il cucchiaio di legno con cui stavo ancora giocherellando, mi tirai in piedi con fare calmo, e feci con lentezza i pochi passi che mi separavano dal tavolo dell’Ufficiale e del suo accompagnatore, cercando di muovermi in modo da non dare direttamente le spalle a Jack e soprattutto di non interrompere il contatto visivo dell’Ufficiale con il sicario; comunque, non mi accomodai al tavolo con Asensi e l’uomo con il corpetto.

    “State indagando su una faccenda che sembra molto seria...” - aggiunsi con tono greve - “...ma se davvero vorreste parlare di un argomento così delicato, non dovremmo farlo in una locanda, con tante persone presenti. Quantomeno, non dovremmo urlarci le risposte da un tavolo all’altro.” dissi con freddezza ai due uomini, indicando la porta del Cappio di Bronzo con il capo con l'intenzione di dirigermi verso di essa passando fra i tavoli affollati del locale. Sperai che non fossero arrivati lì da soli, e che avessero un qualche rinforzo ad attenderli fuori dalla taverna.



    Energia:

    100%


    Riassunto:

    Elay cerca di uscire indenne da una conversazione spinosa; incalzato dalle domande della Farfalla e dalle parole dell’Ufficiale Asensi, si sbottona ma prova ad evitare che il buon Jack gli faccia del male – o peggio, lo uccida come ha fatto con Demira.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.


    Edited by GreyFox - 24/6/2020, 19:10
     
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    Temo, mio caro avventore, che invece conosca nel dettaglio ciò di cui sto parlando.
    Temo, ancora una volta, che non potrete desinare in tranquillità.

    asserì l'Ufficiale Asensi, sprofondando minacciosamente una mano nella tasca
    Mi trovo in questa locanda in veste di Ufficiale per interrogarla riguardo l'omicidio di diverse donne nel nostro Presidio. I dati a nostra disposizione ci dicono che lei è una persona informata dei fatti.

    Storcendo le labbra in una smorfia seccata, il Numerologo decise di passare all'attacco in quella delicata schermaglia verbale appena intavolata... ma mentre l'uomo col monocolo osservava senza fare una grinza lo stralunato ragazzotto dai capelli ricci voltarsi a fronteggiarlo in maniera tanto diretta ed aggressiva, l'unica impressione che ne ricavò fu che il suo interlocutore dovesse essere dannatamente alle strette -e fin troppo ingenuo- per sperare di coglierlo in fallo con una strategia tanto becera.

    Quindi per cominciare avrei bisogno del suo nome, del motivo per cui si trova a Laputa e da quanto tempo è giunto in città. A seguire entreremo nel dettaglio degli eventi di cui le ho parlato. Sempre che non me ne voglia parlare subito da sè.

    -Lo stesso vale per voi, signore.
    aggiunse il biondino, rivolgendosi al giovane Elay
    -Vi consiglio di collaborare, perché è nostra intenzione andare a fondo della questione.

    Nel sostenere lo sguardo dell'occhialuto, ed ignorare sia il nervoso tentativo di allontanarsi dello Spadaccino che le vuote chiacchiere patriottiche della Farfalla di Asmodeus per un luogo dove era straniero quanto lui, il Nobiluomo arricciò il naso con fare pensoso, facendo fremere i mustacchi sopra la linea delle labbra sottili; tuttavia, l'espressione seria e grave del suo viso non tradì nulla più che un cruccio meditabondo: sembrava, più che altro, sinceramente confuso...

    jpg
    - Immagino che abbiate i vostri motivi per comportarvi a questa maniera... -
    concesse l'elegantone, annuendo con fare pacato e comprensivo
    - ...sarebbe altrimenti un gesto disdicevole accusare un ignaro Gentiluomo di essere associato ad un crimine tanto abietto senza possedere prove a riguardo. -

    Fece spallucce, il buon vecchio Jack, prendendo l'invettiva a suo carico con molta filosofia: come un integerrimo galantuomo senza nulla da nascondere, non mosse rimostranze contro l'Ufficiale o il suo accompagnatore... ma, di contro, aveva sollevato in ogni avventore a portata di orecchio un legittimo dubbio: c'erano prove per rendere legittimo quel trattamento?

    Piuttosto, dopo aver spiluccato un ultimo boccone del
    "Dono della Regina" dal piatto che gli stava davanti, l'uomo infilò la mano guantata in una tasca interna della giacca e, con molta lentezza e circospezione -perché al contrario del Numerologo non voleva dar a qualcuno l'impressione di star impugnando un'arma- estrasse alcuni fogli piegati in quattro e li porse all'autorità laputense...

    “Certamente, Signori, capisco le vostre ragioni.
    Non ho alcun problema a rispondere per quanto riguarda me.”

    intanto, lo Spadaccino forestiero rivolse uno sguardo all'Assassino e rispose alle domande
    “Sono Elay Vos, figlio della nobile famiglia di Najaza. Sono arrivato a Laputa soltanto stasera, con l’intenzione di stabilirmi in città e proseguire qui i miei studi.”

    Aprendo il plico, Augustus avrebbe riconosciuto uno dei moduli originali della Dogana dell'Isola, timbrato e firmato dalle guardie del Palazzo del Leone, attestante che il Signor Jackal Kowalsky -chef e sommelier- era entrato in città solamente quella mattina; le cause della visita riportate nella dichiarazione parlavano di motivi turistico-commerciali, sicuramente connessi alla professione indicata sui documenti. Dopotutto, per quanto piccino, anche il Latifondo produce le sue eccellenze enogastronomiche...

    “State indagando su una faccenda che sembra molto seria... ma se davvero vorreste parlare di un argomento così delicato, non dovremmo farlo in una locanda, con tante persone presenti. Quantomeno, non dovremmo urlarci le risposte da un tavolo all’altro.”

    - Elay, amico mio, non essere così nervoso; in questo modo risulti scortese... -
    blandì il nobiluomo, redarguendo tuttavia la freddezza del suo congiunto
    - ...sembra quasi che tu voglia insegnare a questi signori come fare il loro lavoro... -
    così dicendo, riportò lo sguardo sull'Ufficiale e gli sorrise
    - Siamo a vostra completa disposizione, agenti: dateci pure istruzioni. -

     
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    Non riesce ad inquadrare il Gentiluomo che ha davanti. Se da un lato ha delle prove schiaccianti, o per lo meno molto probabili, che gli suggeriscono che sia quantomeno una persona informata dei fatti, dall'altro il suo comportamento è totalmente opposto a quello che si aspetterebbe.
    Sospira appena lasciando che la Farfalla aggiunga i suoi dubbi. Continua a non avere dettagli sul rapporto tra i due, se non che si tratta di qualcosa di molto superficiale, ma non sufficiente a scagionare il nobile di Najaza. Inoltre, questo dettaglio, fa scatenare tutti i suoi spiriti. Date le recenti questioni, avere l'appoggio del viandante, potrebbe essere la chiave di volta per sbrogliare una situazione altrimenti molto, ma molto, ingarbugliata.
    Sta forse mettendo in dubbio l'operato di un Ufficiale di Laputa?
    Controbatte subito con tranquillità.
    Siamo qui giunti, con urgenza, proprio per la presenza di prove a riguardo. Del suo essere persona informata dei fatti, Signor Jack Kowalsky.
    Risponde con tranquillità esaminando il modulo che stringe tra le mani. Riuscire a trovare una spiegazione a tal modulo, invero, è semplice. Potrebbe essere falsificato, potrebbe esser uscito e rientrato, potrebbe aver utilizzato qualche incantesimo temporale, dato il suo mandante. Insomma, di motivi validi ce ne sono diversi, tanto che gli spiriti del corteo continuano a dargli suggerimenti.
    Poggia il gomito sul tavolo, continuando ad osservare il documento meditabondo, valutando come utilizzarlo a proprio vantaggio. Intanto si rivolge al nobile di Najaza.
    Data l'urgenza della situazione, e la presenza di prove che rendono il qui presente Jack Kowalsky solo una persona informata dei fatti, tralasceremo il protocollo e continueremo qui.
    Un piccolo sorriso mentre si volge verso l'oste. Tramite la telepatia lo inveterà ad accompagnare gli altri presenti in locanda fuori, così da poter continuare con tranquillità nella chiacchierata.
    E lei, Signor Vos, come ha conosciuto il suo compagno di cena? Ha informazioni che potrebbero interessarci su di lui?
    Confermata la sua estranietà sarà libero di andare, seppur dovrà presentarsi domani presso le Caserme per redigere un verbale.

    Come detto non vuole perdere la possibilità di parlare con il Nobile da solo riguardo i piani del Numerologo su Najaza.
    Tornando allo chef, il Numerologo lo fissa con intensità. Come se potesse in qualche modo carpirne i segreti semplicemente osservandolo. Come è ovvio immaginare i risultati sono scarsi e si maledice per non aver ancora trovato un rituale numerologico per scavare nella mente di qualcuno. Potrebbe costringerlo, questo si, ma sarebbe un pesante abuso della sua posizione, e non ha ancora tutti i dati di cui ha bisogno, per un gesto così plateale. La nave volante gli ha permesso di recuperare il volto del killer, lo ha seguito, tracciato e praticamente gli ha dato la sicurezza che sia lui. Tutto questo reggerebbe in tribunale, ma così il Gentiluomo potrebbe non parlare, ed è quello di cui ha bisogno invece il Numerologo. Prima di accusarlo apertamente, vuole parlare un po'.
    Signor Kowalsky, se questo certificato è vero come immagino, può spiegarmi come è possibile che sia stato visto qui a Laputa da un tempo ben maggiore di un giorno?
    Le ricordo che mentire ad un Ufficiale o la contraffazione di documenti della Dogana Laputense sono crimini gravi.
    E come le chiedevo, è a conoscenza di questi omicidi? Ha informazioni a riguardo?

    Gli sembra l'unico modo concreto con cui sfruttare il documento or ora fornitogli dallo chef. Argonath può chiaramente dimostrare la sua presenza sul suolo Laputente da un tempo ben maggiore rispetto questa mattina. Ovviamente, al momento, non fornisce ulteriori dettagli sul come abbia avuto queste informazioni. Dare ancora meggiori dettagli sui sistemi di difesa dell'Isola ad un potenziale nemico è controproducente, e per fortuna la carica che ricopre non lo obbliga a simili doveri.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


    j24wQdq

    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    Il loro intervento andò peggio del previsto: il bersaglio non vacillò affatto, dando un'impressione estremamente credibile di quanto fosse estraneo alla faccenda; lui stesso -non avesse visto chi era- si sarebbe posto seri dubbi riguardo le proprie convinzioni. Ad agitarsi fu soprattutto l'altro, ma Emeraude ebbe la seria impressione che centrasse poco: i serial killer erano più preparati ad una eventualità di esser presi, ancor più se organizzati e con dei mandanti. Ad agire in quel modo -invece, almeno per ciò che era stata la sua esperienza nella Corte di Asmodeous- erano solitamente complici o persone coinvolte tramite una qualche costrizione non particolarmente invadente.

    E lei, Signor Vos, come ha conosciuto il suo compagno di cena? Ha informazioni che potrebbero interessarci su di lui? Confermata la sua estranietà sarà libero di andare, seppur dovrà presentarsi domani presso le Caserme per redigere un verbale.

    Per questo motivo decise di non andarci troppo pesante, con lui. Qualora avesse accettato l'invito, forse avrebbero trovato un modo per farlo parlare. Lo aiutò addirittura ad orientarsi, consegnandogli la propria mappa di Laputa (che gli era precedentemente tornata utile a memorizzare le strade) e segnando il punto dove avrebbe trovato la Caserma nella Città Alta, lì dove si concentrava la maggior parte degli uffici. Lasciò parlare Augustus con il sospetto, sia per rispetto della gerarchia che per naturale antipatia verso il Gentiluomo.

    Intanto, il volto del simpatico Raphael si fece improvvisamente serio. Con discrezione, rivolgendosi ad un tavolo per volta, convinse tutti gli avventori ad allontanarsi, concedendo loro di non pagare la consumazione. Terminato quel lavoro certosino, sarebbe tornato nelle cucine, chiudendosi a chiave.


    Angolo del Quest Master - Turno 9

    Il locandiere riceve il messaggio di Augustus e fa allontanare tutti i presenti, fingendo un guasto alle cucine. Riesce a farli andare via lasciando loro portar la cena a casa senza pagare. La pratica richiede un po' di tempo, ma pare efficace, segno che in qualche modo è stato già preparato all'evenienza (chi conosce da bg Laputa sa che tutti i cittadini adulti hanno ricevuto un addestramento militare di qualche tipo). Alla fine di tutto, va nelle cucine e si chiude a chiave al loro intern, attendendo con pazienza.

    Per questo giro terrei i turni identici al precedente (Elay, Jack, Augustus, me). La scadenza di sotto è per Elay.
    Postare entro il: 8 Luglio, ore 23:59.
    Enjoy!



    Edited by Drusilia Galanodel - 1/7/2020, 13:22
     
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    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.



    Come mi ero immaginato, Jack si fece scudo della mancanza di prove a suo carico per gli omicidi, difendendosi dagli assalti verbali dell’Ufficiale con una semplicità disarmante. Un rivolo freddo di sudore mi scivolò lungo la schiena quando l’uomo col monocolo mosse una mano per recuperare qualcosa, facendomi subito pensare alla rapidità con cui aveva recuperato le sue lame nel vicolo buio poco prima. I muscoli contratti delle spalle si rilassarono appena quando vidi passare dei fogli dalle mani dell’uomo a quelle di Asensi.

    Non appena mi fui avvicinato al tavolo del riccioluto Ufficiale e del suo accompagnatore, l’Ufficiale rispose subito piccato per il mio commento freddo:


    “Sta forse mettendo in dubbio l'operato di un Ufficiale di Laputa?”

    Persino Jack mi redarguì, cercando nuovamente di indicare con le parole un legame d’amicizia che non esisteva:

    “Elay, amico mio, non essere così nervoso; in questo modo risulti scortese: sembra quasi che tu voglia insegnare a questi signori come fare il loro lavoro…”

    Repressi un moto di stizza. “È esattamente quello che avevo intenzione di fare. Ma come si può interrogare ad alta voce un potenziale responsabile di molti omicidi, in mezzo a tanti innocenti, presentandosi soltanto in due - un Ufficiale tanto giovane ed uno strano ragazzo seminudo - con a disposizione come forze a sostegno soltanto alcuni spiritelli?”, pensai. Ad ogni modo, decisi di tenere per me le mie considerazioni più feroci, indossando l’espressione più neutra che potei sul volto.

    “Lungi da me volervi mancare di rispetto, Ufficiale. Probabilmente sono solo così poco avvezzo ad argomenti del genere, da essere sorpreso del vostro parlarne così apertamente in una taverna.” risposi, abbandonando l'idea di uscire e restando in piedi accanto al tavolo degli uomini di giustizia, senza accennare minimamente a voler tornare al mio posto, tanto più che l’Ufficiale manifestò la sua intenzione di voler continuare la discussione lì: non avrei comunque alzato la voce per rispondere alle loro domande,e sicuramente non avevo alcuna voglia di tornare a farlo accanto a Jack. Mentre l’Ufficiale Asensi spiegava le sue ragioni, vidi Raphael aggirarsi fra i tavoli accanto a me; lo seguii brevemente con lo sguardo, accorgendomi che parlava a bassa voce con gli avventori della locanda. Alcuni si stavano già alzando, prendendo la via dell’uscita che avevo intenzione di percorrere io stesso. Il locandiere si rivelava molto accorto, oltre che gentile: aveva sicuramente subodorato che la presenza dei due uomini accanto a me fosse foriera di problemi per i suoi clienti, e li stava invitando a lasciare la taverna. Fui distratto dagli spostamenti delle persone da una nuova domanda dell’Ufficiale:

    “E lei, Signor Vos, come ha conosciuto il suo compagno di cena? Ha informazioni che potrebbero interessarci su di lui? Confermata la sua estranietà sarà libero di andare, seppur dovrà presentarsi domani presso le Caserme per redigere un verbale.”
    Come a proseguire naturalmente la frase del suo compagno, l’uomo dagli occhi violetti stese sul tavolo una mappa di Laputa, simile a quelle che avevo visto sui libri dell’Obelisco a Najaza; mi indicò un punto della Città Alta, che supposi fosse la corretta ubicazione delle Caserme. Mi allungò dunque la mappa, che presi annuendo, per accettare la richiesta dell’Ufficiale. Ripiegai ed infilai la mappa fra il corpo e la cintura. Sperai che quello dell’Ufficiale fosse ottimismo e non ingenuità; doveva necessariamente essere convinto di star parlando soltanto con una persona informata dei fatti ed il suo ignaro commensale, e non con l’assassino in persona ed un testimone oculare di un omicidio per sperare di avere una domanda diretta alle sue domande.

    “Se voglio arrivare vivo a domattina, non posso di certo raccontare a cuor leggero d’aver visto Jack uccidere Demira; l’assassino mi lancerebbe un coltello prima ancora che io abbia finito la frase”, considerai mentalmente.

    “Ho conosciuto il Signor…” - cominciai, rivolgendomi in direzione di Jack - “…Covaschi? Scusi, Signor Jack, non ho mai sentito prima un nome simile, l’ho pronunciato correttamente?” proseguii, con un sorriso sulle labbra, a fingermi più stupido di quello che non fossi. Tornai a voltarmi verso l’Ufficiale accanto a me, osservando i suoi occhi dietro le lenti, dall’alto verso il basso, data la mia posizione. “Dicevo, ho conosciuto il Signore solo pochi minuti fa, nonostante sia così gentile da trattarmi come se fossimo amici di lunga data; non posso raccontarvi molto riguardo il suo passato, dunque.” aggiunsi, cordialmente.

    In quel momento, una ragazza bionda mi passò accanto, una delle ultime persone presenti al Cappio di Bronzo, anche lei diretta verso la porta. Aveva un volto anonimo, ma i suoi capelli mi fecero stringere il cuore, portandomi a ripensare alla giovane donna con cui ero entrato solo poco prima nella taverna. Neanche mentire mi avrebbe portato da qualche parte: avevo bisogno di comunicare qualcosa all’Ufficiale, affinché non si lasciasse scappare il vero assassino, ora che ce l’aveva di fronte. Non volevo che gli sfuggisse come un pesciolino fra le maglie troppo larghe della sua rete, credendolo solo un testimone. Mi feci coraggio, confidando nel fatto che uccidermi lì a sangue freddo non avrebbe fatto altro che sottolineare la colpevolezza di Jack; cercai ad ogni modo di essere cauto con le parole:

    “In effetti, sono entrato qui al Cappio di Bronzo in compagnia di un’altra persona, di una giovane ragazza, ma la serata con lei non è andata esattamente come immaginavo” dissi, inarcando un sopracciglio. “Come potete vedere voi stesso, lei non è più qui con noi”, conclusi, indicando il tavolo intorno al quale sedeva Jack con la sinistra, il palmo verso l’alto, in un gesto ampio, dedicando nel mentre uno sguardo denso di significati all’Ufficiale.

    Cominciavo ad espormi, ma con calma, per lasciare il tempo agli ultimi civili di lasciare la taverna ed all’oste di mettersi al sicuro. Non mi piaceva molto l’approccio seguito da Asensi, ma l’omicida mi piaceva ancora meno. Mi immaginavo che la mia ultima affermazione avrebbe dato spazio a nuove domande incalzanti dell’Ufficiale su ciò che era accaduto, ed anche che Jack avrebbe cercato di blandire la mia affermazione come se io fossi semplicemente poco abile nel corteggiare una donna, ma volevo mostrare un passo di apertura nei confronti delle autorità e far sentire a Jack che avrebbe dovuto rispondere delle sue azioni, per quanto riguardava me, ora che non aveva possibili ostaggi con cui tenere in stallo l’Ufficiale.



    Energia:

    100%


    Riassunto:

    La conversazione procede al Cappio di Bronzo, ormai vuoto grazie all’aiuto del taverniere. Elay è un po’ più sollevato, e rinuncia all’idea di lasciare il locale. L’interrogatorio continua, ed il giovane comincia ad esporsi, tenendosi tiene pronto ad ogni eventualità.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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