[Quest] Patti e Catene

Ascesa dell'Ofiuco

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    Zanzuki, Amnos.
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    “È inaudito che degli uomini che esibiscono al fianco una spada parlino come voi parlate a questa donna. A questa madre che vi chiede aiuto per suo figlio!”

    Inarcai un sopracciglio alle parole di Göstaff; per quanto potessi apprezzarne l’integrità morale, sapevo anche che un atteggiamento simile avrebbe potuto portarci tutti a morire. Dove sarebbe voluto andare, senza informazioni? Si sarebbe catapultato nella tempesta come aveva fatto Dan, senza un’idea su chi dovesse cercare, e soprattutto dove? Curtis dette voce alle mie stesse preoccupazioni, con una punta di veleno nelle sue parole. Fossi stato più giovane o più avventato avrei probabilmente fatto lo stesso, ma sapevo quanto orgoglioso potesse essere un uomo del Nord, e sperai che non ne nascesse un furioso alterco. Ad ogni modo, sia io che Kiryll fummo immediatamente d’accordo sulla necessità di doverci muovere in soccorso del figlio della giovane madre. Mi infastidì che Göstaff potesse pensare d’avermi convinto con il suo sproloquio, ma decisi che non era il caso di fargli rimangiare le sue parole o di discutere apertamente come aveva deciso di fare il signor Winbringer; c’erano questioni che avevano la priorità in quel momento. Di contro, apprezzai la presenza di spirito del giovane uomo di Najaza: collegò gli abiti leggeri della donna con la possibilità che la grotta fosse vicina, dimostrando buone capacità d’intuizione.

    “Ci servirà una mente pronta, lì fuori” , rilfettei.

    Con lentezza, la donna dagli occhi dorati riuscì a dirci qualcosa di più. Ogni parola le costava una fatica immensa, e trasudava angoscia e preoccupazione. Ci raccontò che lei e suo figlio Jung erano le vittime designate dagli abitanti del villaggio di Pok-wan’popol per soddisfare le brame del Ragno; pareva che la creatura tenesse lontani predoni e bestie feroci dall’abitato, ed il fatto che non avessi mai sentito nominare quel nome prima di allora mi fece pensare che effettivamente ci fosse qualcosa a tenere celato ed al sicuro quel posto. Senza ombra di dubbio serviva una qualche protezione per vivere in mezzo ai ghiacci, ma continuai a chiedermi come avesse potuto una madre decidere di vivere in una comunità nella quale da un momento all’altro avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita del suo bambino. Certo, probabilmente Pok-wan’popol aveva tenuto Jung al sicuro per dieci anni della sua breve vita, ma non era stato abbastanza. Serrai i pugni per la rabbia quando ci disse dove aveva lasciato suo figlio, ma cercai di mantenere un’espressione neutra sul viso. L’ultima cosa di cui quella madre aveva bisogno in quel momento era un’altra ramanzina, ma mi ripromisi di spingerla ad andare a vivere altrove, una volta che le avessimo riportato il figlio allo zanzuki.

    A breve distanza arrivò un’altra serie di parole a contrariarmi, dopo quelle di Göstaff: Mens rispose che la sua esperienza ci sarebbe stata d’aiuto, e che sarebbe venuta con noi. Nel giro di pochi minuti, due persone con più anni di me mi avevano dato dell’uomo senza onore e del ragazzino irrispettoso delle generazioni precedenti; questo mi irritò ancora di più, realizzando quanto facilmente chi era più in là con gli anni si lasciasse andare a stereotipi nei miei confronti senza neanche conoscermi. Avrei certo apprezzato storie di vita e consigli di chi avesse vissuto più anni di me in un salotto scaldato dal fuoco a Najaza, ma ritrovarmi con al seguito una donna fragile di cui doverci prendere cura in una missione che si prospettava pericolosa in mezzo alla tormenta e nelle profondità dell’Amnos sicuramente non mi faceva felice. Sapevo che le sue parole erano rivolte specificamente a me, facendo praticamente a brandelli la mia cortesia; mi parlava come se fossimo legati da chissà cosa, avendo fortuitamente condiviso un pasto caldo, e poi non era capace di leggere quelli che erano davvero i miei pensieri nei suoi riguardi. Le mie intenzioni non erano certamente state quelle di offenderla, e mi risentii del veder rispedire al mittente il mio sincero preoccuparmi per lei. Vista la sua ostinata volontà di rendersi utile, ad ogni modo, non potei fare molto per costringerla a restare.

    “E sia, allora, signora Mens; verrete con noi. Sembrate sicuramente aver ponderato con attenzione le vostre capacità ed i pericoli cui andiamo incontro”, le risposi cortesemente, ma con uno sguardo carico di ironia. Pensavo che stesse sopravvalutando le sue forze; poteva sicuramente avere qualche asso nella manica e conoscere cose che ci sarebbero state utili, ma avrebbe avuto le energie necessarie per affrontare qualunque cosa si annidasse fra le viscere dell’Amnos? Ne dubitavo fortemente, ma mi preparai mentalmente a dover andare anche in suo soccorso, in caso di bisogno.

    Nel mentre, Curtis recuperò una pelliccia in più con cui avvolgere e tenere al caldo il piccolo Jung, una volta che lo avremmo trovato. Vidi Onana sparire all’interno dello zanzuki, ed al suo ritorno, pochi istanti dopo, ci offrì uno strano artefatto che chiamò “Lacrima di Gigante”; non ne avevo mai visto uno prima di allora, ma avevo letto qualcosa in merito in un trafiletto di un libro polveroso e discutibile a Najaza. In effetti, un oggetto simile sarebbe stato utile nel buio delle grotte dell’Amnos; nonostante la mia familiarità con la luce, saremmo stati in molti a dover affrontare il percorso nelle grotte, e focalizzato sul bambino da salvare – e forse anche sul Ragno da combattere – mi sarebbe stato difficile mantenere una concentrazione tale da illuminare i nostri passi. Curtis recuperò rapidamente il dono della matrona; era probabilmente quello più preoccupato del gruppo, ed essere depositario della Lacrima poteva tranquillizzarlo. Pensai che Onana potesse aiutarci anche in un altro modo; gentilmente mi avvicinai a lei e le chiesi:

    “Gentile Onana, è possibile per lei riempire un piccolo otre con qualcosa di caldo per il bambino?”

    Immagivano che il piccolo non fosse uscito da solo nella tormenta, e sperai ardentemente che il freddo non lo avesse artigliato come aveva fatto con sua madre. Di certo, però, qualcosa di caldo e da bere gli avrebbe fatto bene e forse sarebbe stato necessario, prima di caricarcelo in spalla e portarlo con noi. Intanto Kiryll si dimostrò preoccupato per un’altra cosa che avrebbe potuto attentare alla vita del giovane Jung:

    “Solo una cosa… signora Onana, voi sapete che genere di creatura sia questo Ragno? È davvero quello che il nome suggerisce?”

    “Esistono diverse leggende riguardo un Ragno, nella zona”, gli rispose Onana. Andò avanti ad elencare parecchie storie, una meno rassicurante dell’altra. La cosa non mi stupì affatto; era pur sempre l’Amnos, lì sotto poteva esserci di tutto. Le storie che si raccontano intorno al fuoco per far paura ai bambini, ai viandanti troppo stupidi o ai cavalieri tronfi e privi di un minimo di amor proprio saranno pure state esagerate, ma avevano tutte un fondo di verità: bisognerebbe tenersi lontani dalle cose che non si conoscono e che hanno la fama di essere pericolose. Se questo Ragno riusciva a tenere a bada schiere di banditi e di lupi affamati nel mezzo delle tormente come asseriva la giovane madre, non si trattava sicuramente di qualcosa di innocuo o piccolo. Immaginai comunque che trovandosi in una delle grotte dell’Amnos non facesse davvero attività di pattuglie dei sentieri, delle strade e dei boschi circostanti, ma che piuttosto le antiche leggende avessero travisato la sua storia: la versione che mi convinceva di più era quella in cui la gente di Pok-wan’popol sacrificasse dei tributi al Ragno per essere protetti proprio dalla creatura stessa. Perso nel fiume dei miei pensieri, ascoltai solo distrattamente Onana, fino a quando non la sentii concludere la sua lista:

    “Un Demone Ragno, e se fosse lui, copritevi bene le orecchie perchè fa entrare piccoli ragnetti nel padiglione auricolare con cui può imbrigliare la volontà di una persona”, e poi altre poche immagini raccapriccianti su possibili Ragni.

    Mi guardai intorno con un sorriso appena accennato sulle labbra; avrei giurato di vedere qualcuno portare le mani alle orecchie. Mi avvicinai al giovane Kiryll, e gli poggiai per qualche secondo una mano su una spalla per fargli coraggio. Pensavo che anche lui avesse sentito le mie stesse storie riguardo all’Amnos, crescendo a Najaza, ed accompagnate a quelle della matrona potevano averlo impressionato.

    “Qualunque cosa sia in realtà questo Ragno, lo scopriremo presto. Spesso le leggende ingigantiscono la verità, e non dovremmo muoverci con la paura nel cuore; cerchiamo di essere cauti e pronti a tutto, però”. Cercai sia di rincuorarlo, sia di invitarlo ad essere attento.

    Nella struttura di ghiaccio c’era però un’altra persona che aveva bisogno di conforto e rassicurazioni:

    “Cercheremo di fare il possibile per riportarle suo figlio, signorina…” dissi alla giovane madre, sospendendo il mio discorso, realizzando di non sapere ancora come si chiamasse lei. Mi volsi nuovamente verso di lei, con uno sguardo interrogativo. “Mi scusi, ma non so il suo nome”, ammisi. “Nel frattempo, cerchi di riposare e recuperare le forze.”

    Mens intanto aveva già guadagnato la porta, in attesa di partire per quella che sembrava una interessante avventura e non una folle missione di salvataggio. Sospirai, incamminandomi anche io verso la porta dello zanzuki. Affacciandomi, mi resi conto che la tempesta si era placata tanto rapidamente quanto era arrivata; fiocchi di neve e piccoli aghi di ghiaccio ancora erano portati dal vento in volute di aria fredda, ma non impedivano la vista né sembravano impossibili da attraversare fisicamente. Cercai di scorgere le impronte di Dan o quelle lasciate dalla donna nella neve, ma per quanto mi sforzassi riuscii a cogliere soltanto tracce parziali. Ci incamminammo quindi seguendo la direzione abbozzata dalla giovane madre; il signor Winbringer faceva luce per il gruppo tutto. Vidi che si sporgeva verso Mens per dirle qualcosa, ma colsi solo frammentariamente il suo messaggio; fra il fischiare del vento sentii le parole “necessario” ed “onore”, e scrollai le spalle, sconsolato. Avevo al seguito un uomo del sud che non sapeva quanto importante fosse non disperdere il proprio calore con chiacchiere inutili nel mezzo di una tormenta, una donna che avevo paura potesse restare con qualche articolazione bloccata nel mezzo della traversata nella neve, un uomo così idealista e ligio da scordare il buonsenso, un giovane ragazzo che probabilmente non aveva mai combattuto nulla se non le spade di legno del suo maestro d’armi; decisamente la compagnia peggio assortita che si fosse mai vista lungo l’Amnos. Per di più stavamo incoscientemente per infilarci nelle oscure budella della terra per andare a recuperare un bambino, senza neanche sapere se fosse ancora vivo, abbandonato incoscientemente da sua madre, troppo giovane per prendere scelte assennate. Tutto sommato, forse, affrontare la tempesta e non entrare nello zanzuki sarebbe stato meno pericoloso per me. Mi strinsi nella pelle di lupo che Onana mi aveva consegnato, sperando che la vera natura del Ragno non avrebbe sensibilmente peggiorato quella che mi sembrava già una situazione critica.





    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Stato fisico:
    Pieno di energia; la sosta nello zanzuki è stata provvidenziale ed utile a recuperare le forze.

    Stato mentale:
    Calmo ma risoluto, cerca di mantenere la lucidità necessaria per salvare il piccolo Jung dal Ragno.

    Energia:
    100%

    Riassunto:
    Elay ascolta attentamente le risposte della donna; nonostante non apprezzi le reazioni esageratamente eroiche del famiglio di Kiryll, le risposte piccate di Mens e quelle eccessivamente caute di Curtis, si appresta a lasciare lo zanzuki per prestare soccorso al piccolo Jung, preda di una misteriosa creatura detta Ragno, nel cuore delle caverne dell’Amnos.

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
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    Q
    uel gruppo di coraggiosi che si accingeva ad andare alla ricerca della grotta del “Ragno” era ben lontano dalla perfetta armonia che Kiryll ingenuamente avrebbe desiderato. Con apprensione, lesse negli sguardi e nelle smorfie degli altri due viaggiatori il fastidio provocato dalla predica di Göstaff… Per natura il ragazzo era messo profondamente a disagio da qualunque genere di conflitto, probabilmente perché non sapeva come gestirli, e l’idea che i due sconosciuti prendessero in antipatia il suo precettore lo mise in ansia.
    Per fortuna, la giovane madre in ipotermia riprese per un attimo abbastanza forze da poter, seppur in un sussurro, rispondere alle loro domande, e l’attenzione di tutti fu catalizzata su di lei. La sua voce e le sue parole risultarono penose.
    A quanto pareva, lei ed il suo bambino, Jung, erano stati scelti dagli stessi abitanti del loro villaggio come vittime da sacrificare al Ragno, che rappresentava per quella gente una sorta di protezione da mali peggiori. Kiryll rabbrividì! Per la prima volta in vita sua, e fu piuttosto sconcertante, il ragazzo si rese davvero conto di quanto profondi fossero i contrasti interni al Presidio Settentrionale... Per vent’anni aveva vissuto lì e si era considerato un abitante del Nord, senza mai avere il minimo sospetto che nello stesso “Nord” accadessero cose del genere. Najaza era la capitale volante di una regione di cui lui e i suoi pari sapevano poco o nulla, se non che era coperta di neve e ricca di giacimenti minerari. Persino delle miniere il ragazzo di rese conto di avere avuto fino ad allora un’idea assolutamente vaga… chi era la gente che in nome, fra gli altri, di sua madre, estraeva metallo dalle viscere ghiacciate di quella terra? Erano soggetti anche loro, come gli abitanti di Pok-wan'popol, a tributi tanto orrendi? Che cosa ne sapevano i Nobili? E quanto gli importava?
    Un desiderio ancora più ardente di fare qualcosa per quella donna e per suo figlio prese a scorrergli in corpo. Avrebbe voluto distruggere il Ragno, liberare il villaggio da quella mostruosa usanza all’istante, sanare quel male con le sue sole forze. Erano pensieri ingenui ed idealisti, tipici della sua età, ma era pur sempre per lui la prima volta che li sperimentava. Fino ad allora non si era mai preoccupato di nulla di simile, e le sue angosce avevano riguardato sempre e solo il proprio personale male di vivere… Circondato da sempre dai suoi pari, era come se solo ora egli scoprisse l’esistenza di una sofferenza non puramente mentale.

    Appena fu chiaro che la poveretta non avrebbe aggiunto altro, Onana passò in un altro settore dello zanzuki, e i presenti ripresero a discutere fra loro. Evidentemente il signor Winbringer non era disposto a lasciar cadere nel vuoto le parole di Göstaff: « Potete essere costernato per il mio comportamento, ma si dia il caso che andare allo sbaraglio non è la scelta migliore per la vita di tutte le persone al seguito. Se tutti avessimo fatto come il signore che si è precipitato fuori dallo zanzuki avremo vagato senza meta. Mi aspetto un po’ di buon senso da chi dovrebbe insegnarlo alle “nuove generazioni” »
    Con tutta l’apprensione di prima che si risvegliava in lui, Kiryll corse con lo sguardo al volto baffuto del suo precettore, che non si era mai distinto per essere il primo a terminare un battibecco. Ma la reazione del nobiluomo stupì il suo protetto: si limitò a quella che aveva l’aria di una citazione, pronunciata col tono come di chi voglia lasciare intendere di celare sotto spoglie di persona comune una profonda saggezza:
    « “Per essere veramente un grand’uomo, bisogna saper vincere anche il buon senso” »
    Si guardò attorno con dignità, e tacque.
    Il ragazzo si augurò che la cosa si potesse chiudere così.
    Se non altro, comunque, sembrava che tutti fossero d’accordo a voler partire. Il signor Winbringer raccolse un’altra pelliccia e se la assicurò alla vita: « Meglio portarne una anche per il bambino », spiegò.
    Kiryll fu colpito dalla lungimiranza dell’uomo! Si trattava di una preoccupazione ovvia, ma che a lui non sarebbe mai venuta in mente. La cinica prima reazione dello sconosciuto aveva suscitato nel ragazzo una punta di antipatia, ma quella dimostrazione di concretezza glielo fece rivalutare. Evidentemente Curtis era una persona molto pragmatica, e questo era, probabilmente, soprattutto una qualità.
    Nel frattempo Mens liquidò con fermezza ogni obiezione alla sua partecipazione all’impresa.
    Il viso di Elay andava, in silenzio, sempre più caricandosi di disapprovazione e fastidio, come se fin troppe battute di quel dramma lo stessero contrariando. Il sarcasmo con cui infine rispose vibrò attraverso gli animi di ognuno di loro, e ognuno chiese a se stesso se avesse ponderato con sufficiente attenzione i pericoli cui andava incontro.


    Sotto i passi di Kiryll di nuovo scricchiolava la neve. Di nuovo sopra la sua testa incombeva la grigia cappa del cielo del Nord.
    La tempesta sembrava placata rispetto a quando lui e Göstaff soli avevano per la prima volta intravisto la luce dello zanzuki. Qualsiasi traccia aveva però fatto abbondantemente in tempo a venire ricoperta dalla neve fresca, come avevano potuto immediatamente appurare. Così, dovevano affidarsi unicamente alle indicazioni ricevute.
    Kiryll non poteva liberarsi dell’impressione che quel gruppo ricordasse più una comitiva di curiosi che una spedizione di salvataggio… E, ad essere onesti, se avesse dovuto tirare una linea per dividere quelli all’altezza della situazione da quelli che probabilmente non lo erano, non avrebbe saputo da che parte collocarsi. Certo, sia lui che il suo precettore perlomeno erano armati (a differenza di Mens), ma il ragazzo non si era mai misurato in altro che allenamenti, e l’ultimo duello del nobiluomo doveva risalire a qualche decennio prima, se mai c’era stato. E di certo nessuno dei due si era mai trovato di fronte ad un avversario come il Ragno, per quanto nessuno di loro potesse sapere che cosa questo volesse dire. Il che rappresentava, naturalmente, un motivo di preoccupazione ulteriore.
    Onana in questo non si era rivelata molto utile, e dai suoi aneddoti avevano potuto trarre soltanto che non c’era modo di prepararsi al pericolo che si sarebbero trovati di fronte. Il “Ragno Tessitore”, il “Ragno Scarlatto del Sud”, il “Demone Ragno”… il surreale elenco della matrona era risultato quasi divertente, e ci era voluto uno sforzo per ricordare che di lì a mezz’ora avrebbero potuto davvero trovarsi faccia a faccia con una di quelle creature. Kiryll provò ad immaginarsi la sensazione di una moltitudine di piccoli ragni che gli si insinuavano nelle orecchie… Come avrebbe potuto difendersi da qualcosa del genere?
    Si, era proprio paura quella che gli accarezzava le viscere.
    Cercò conforto nel pensiero di non essere solo…
    Elay chiudeva la colonna. Kiryll ripeté a mente le parole che questi aveva rivolto a tutti poco prima di abbandonare lo zanzuki, ma che il ragazzo aveva capito essere rivolte soprattutto a lui: Qualunque cosa sia in realtà questo Ragno, lo scopriremo presto. Spesso le leggende ingigantiscono la verità, e non dovremmo muoverci con la paura nel cuore; cerchiamo di essere cauti e pronti a tutto, però
    A discapito dei tratti più superficiali della sua indole nordica, i modi del giovane uomo si erano rivelati, fra tutti, i più gentili, addirittura premurosi. Era stato l’unico a rivolgere delle parole di conforto alla sventurata madre, e persino il fastidio nei confronti di Mens doveva avere alla radice un’apprensione sincera per la donna. Sempre più Kiryll provava simpatia per il suo conterraneo.
    Per primo davanti a tutti invece procedeva quello che era stato l’ultimo a convincersi: Curtis, che camminava nella neve alta aiutandosi con il bastone di Onana. Il globo di vetro in cima all’asta riluceva di un bagliore opalescente, dimostrando di possedere davvero del potere magico...
    Quando la matrona aveva offerto loro la magica “lacrima di Gigante” Kiryll era stato tentato di informare gli altri che al buio vedeva tanto bene quanto in pieno giorno, ma si era trattenuto. Nella sua vita quella bizzarra caratteristica era stata accolta dalle persone con sentimenti diversi, e non se l’era sentita di mettere, per il momento, altra carne al fuoco in quella compagnia di sconosciuti.
    Anche Mens camminava in testa, e in verità non sembrava per nulla impedita dalle intemperie. Ma per quanto risoluta e sicura di sé, restava pur sempre un’anziana signora… Se davvero il Ragno si fosse rivelato la minaccia mortale che temevano, quanto sarebbero stati davvero utili "i trucchi che le aveva insegnato l'esperienza"?
    Il ragazzo sbirciò infine di sottecchi il suo precettore, stretto al suo fianco nella morbida pelliccia di lupo, chiedendosi quali pensieri gli passassero per la testa in quel momento. Si era già pentito di aver coinvolto il proprio protetto e sé stesso in quella follia?
    Ma un’altra domanda lo rendeva soprattutto inquieto: chi, fra loro due, avrebbe dovuto essere più preoccupato per l’altro?


    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Inquieto
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Pensieroso


    Edited by T h e B a r d - 15/7/2020, 07:13
     
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    Grotte


    Onana vi fornisce di tutto il necessario, compresa un'otre piena di zuppa calda, poco prima di partire.
    Avanzare in questa neve, contro i fischi della tempesta, non vi è mai sembrato così facile e confortevole. I piedi non affondano nella neve, il vento non vi sferza le vesti, il gelo non vi entra nelle ossa. Insomma, sembra che state facendo una scampagnata in qualche vallata dell'Est, piuttosto che sfidando il grande freddo del Nord.
    A cosa sia dovuto questo piccolo miracolo è, però, un mistero. Che sia qualche influsso segreto di Onana, la benedizione delle divinità per la buona azione che state compiendo, non è dato sapere. In ogni caso quella che maggiormente giova di questa casualità è sicuramente Mons, che appesantita dai suoi anni, si riesce a muovere con una grazia indiscussa. La pelliccia che ha scelto, poi le dona uno charme nordico ancora più caratterstico.
    Come ho detto è assolutamente necessario che io venissi.
    Non siete i soli a voler aiutare quella donna ed ad incontrare il Ragno.

    Lo sguardo scintilla di sfida, rinvigorito dalla traversa e dalla voglia di fronteggiare il nemico. Sicuramente Mons ha vissuto molti anni sulla sua pelle solcata da rughe, ma questi non hanno minimamente fiaccato la sua volontà. Anzi, ora più che mai, l'anziana Signora sembra essersi intestardita per fronteggiare questa oscura disgrazia. Anzi, a giudicare dalle sue parole e dai suoi gesti, sembra quasi aver preso sul personale la questione.
    Ed è proprio la vecchietta a fermarsi di colpo mentre dalla foschia della tempesta appare davanti a voi un muro nero, via via sempre più alto e che ben presto si presenta come la base delle catene montuose del dorso del drago. Avanzando ancora qualche passo potete osservare una miriade di "fori" che tarlano la base della catena, i diversi ingressi alle grotte dell'Amnos. Davanti a voi si presenta così un grande antro, forse addirittura uno dei principali, che ricordano quanto descritto dalla madre, anche perchè il varco d'ingresso più vicino è distante centinaia di metri di distanza e si perde nella foschia. Se avete seguito correttamente le indicazioni, e così pare, siete giunti a destinazione.
    Messer Curtis, illumini la strada e voi tutti attenti, mi raccomando.
    Materna e rigida Mens invita la carovana umana ad addentrarsi all'interno della grotta. Seguendo le istruzioni della madre la galleria laterale dove è nascosto il bambino non dovrebbe essere poi molto lontana. A dispetto dell'antro, molto ampio, la caverna va stringendosi sino ad una dimensione di circa una decina di metri, alta poco oltre i quattro. L'urlo del vento, dopo le prime due svolte obbligate, si spegne e diventa un brisio continuo. Licheni stranamente di un blu fosforescente e stalattiti e stalagmiti, sono le uniche cose che incontrate oltre la nuda roccia. Dopo una decina di metri di cammino dalla galleria principale cominciano ad aprirsi una serie di cunicoli laterali, ora così lunghi da camminare per giorni, ora invece delle piccole nicchie in cui crescono rigogliosi i licheni.
    Per fortuna avete la Lacrima del Gigante che vi permette di muovervi senza troppi problemi...e la strana benedizione che continua ad infondervi calore e vi garantisce una camminata sicura, anche sulle pietre umide e scivolose.
    Arrivati alla svolta decisiva, con la tensione palpabile che si accumula sui vostri destini, finalmente scorgete qualcosa in lontananza. Nella galleria principale, quella in cui vi trovate, c'è un bambino di spalle che cammina verso le profondità buie della grotta. Alto poco meno di un metro, ha dei capelli scuri come quelli della madre. Indossa una tunica cenciosa color verde scuro e continua ad inoltrarsi nelle tenebre in silenzio, con le braccia appena allargate per un migliore equilibrio.
    In silenzio il bimbetto cammina e si allontana sempre più da voi sguisciando fuori dalla bolla di luce della Lacrima.
    Ehi!
    L'anziana cerca di catturare la sua attenzione, ma non vuole urlare e non lo farebbe mai. Troppo composta lei. In ogni caso i suoi brusii non sembrano smuovere il passo del piccolo che continua la sua camminata solitaria.

    Angolo del QM #5
    Arrivate sani e salvi alla grotta a dispetto della tempesta e di qualche aiutino non del tutto chiaro.
    Addentrandovi nelle grotte riuscite ad un certo punto ad incrociare Jung che però sembra confuso e continua a girare senza una meta. Al momento si trova a circa una ventina di metri dalla vostra posizione e continua ad addentrarsi nel profondo dell'Amnos.

    Per qualsiasi cosa scrivetemi pure senza problemi o utilizzate il bando.

    Scadenza: 31/07/20
     
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     hiclipart-com-18


    Mi sono guardato attorno. Una tempesta diversa da che la mia memoria ricordi, persino Mens riesce ad attraversarla con una certa naturalezza. Mi chiedo se magari sia normale che in questa zona sia così o ci sia effettivamente qualcosa in agguato.

    ”Elay” ho rallentato il passo per avvicinarmi a lui ”è normale che non faccia così freddo? sicuramente essendo del nord avrebbe saputo delucidarmi meglio.

    Tutto questo era troppo strano. Ma non ho fatto in tempo a pensare a quali potessero essere le motivazioni per questa docile tempesta che Mens, a pochi passi avanti a me, si è fermata. Ho fatto i pochi passi che mi dividevano dalla signora anziana il più in fretta possibile e ho cercato di aiutarla.
    ”Avete bisogno di una mano? se vi serve posso lasciarvi il bastone così potete aiutarvi” poggiando una mano sulla spalla della signora anziana e con l’altra aperta proprio davanti a lei per accogliere la sua così da poter poggiare il suo peso. Mi sono voltato ed ho visto un muro nero proprio di fronte a noi tutti. Ma molte erano le insenature ed ho iniziato a pensare che non avremmo mai trovato quella giusta. Ma quello più grande era proprio dinanzi a noi. Ho indugiato un po’ davanti a tanta maestosità.

    "Messer Curtis, illumini la strada e voi tutti attenti, mi raccomando."
    Le parole di Mens mi hanno riportato alla realtà e così ho fatto strada addentrandomi nella grotta.

    Ero il primo della fila ed ho portato il bastone sempre un po’ più avanti ed in alto rispetto a me, per aiutare la visione anche a chi stava dietro me oltre che aumentare il raggio di vista in avanti. Più ci inoltravamo e più cuniculi comparivano. Ho fatto luce ad ogni passaggio sotterraneo rivelando se la natura delle incavature erano solo un piccole insenature o una possibili gallerie. Abbiamo camminato per un po’ dentro questa grotta e la preoccupazione del gruppo si era fatta palpabile. Ed ecco che quando le speranze sembravano andarsene la figura di un bambino è comparsa all’estremità del raggio di luce. Il bambino aveva però un comportamento strano, con le braccia larghe sembrava camminare allontanandosi da noi.

    "Ehi!"
    Mens ha cercato subito di attirare l’attenzione del ragazzo. Non ha gridato ma da questa distanza il bambino avrebbe sicuramente potuto sentirla, eppure quest’ultimo continuava la camminata.
    La cosa era troppo insolita. Mi sono fermato ed ho allungato il braccio al mio fianco per interrompere il passo di tutti, mi sono girato ed ho fatto un cenno per zittire tutti.
    ”É fin troppo strano signori” ho esordito a bassa voce.
    ”Quel bambino non si è comportato normalmente, si sarebbe dovuto almeno girare quando Mens ha parlato, oppure avrebbe dovuto correre lontano pensando potesse essere il ragno. Camminare nel bel mezzo della caverna è pericoloso ed il bambino lo sa…io dico che quello non è il bambino che stiamo cercando. A me sembra una trappola che ci sta attirando tutti.”
    Ho cercato poi di ampliare la mente per capire se ci fossero trappole, se fossimo stati dentro un’illusione o in una qualsivoglia forma di attacco che possa distorcere la mente.
    Mi sono preparato per qualsiasi possibile attacco così da tenermi pronto.


     hiclipart-com-18






    Energia:
    100%


    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]
    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico). [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]
    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali. [Difesa psionica Variabile: 2pt]


     
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    Percorso verso la Grotta (del Ragno?), Amnos.
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    La traversata fino alla grotta mi rese di umore ancora più cupo man mano che avanzavamo sulla neve fresca caduta da poco.

    “Non siete i soli a voler aiutare quella donna ed ad incontrare il Ragno”, proruppe Mens, e fui incapace di contenere con grazia tutto ciò che stavo pensando.


    “No”, sibilai, seccamente. “Siamo qui per salvare un bambino indifeso dalle viscere dell’Amnos, non certo per sua madre, che è la causa per cui c’è finito dentro”, dissi con un tono tanto gelido quanto lo era stata la tormenta. “E meno vedremo il Ragno, meglio sarà per tutti”, conclusi, tagliente.

    Mi augurai con tutto il cuore che l’anziana non ci avesse seguito con un qualche desiderio di avventura per rendere avvicenti gli ultimi racconti della sua vita; dal canto mio, avrei fatto il possibile per portare Jung al sicuro, ma non avrei mosso un dito da chi volesse scioccamente e deliberatamente mettersi in pericolo per il puro gusto di vivere qualcosa di fuori dall’ordinario. Avevo parlato più di quanto avrei voluto, lì al freddo, ma volevo che fosse chiaro a tutti che ritenevo opportuno non facessero nulla di stupido. Ero calmo, il mio cuore batteva regolarmente ed avanzavo a passo saldo, ma avevo un fastidioso presentimento, forse dato dalla preoccupazione di non avere assolutamente idea di cosa si nascondesse sotto la catena montuosa del drago. Forse condividendo la sensazione che qualcosa non andasse, il signor Winbringer rallentò il passo affinché lo raggiungessi.

    “Elay,è normale che non faccia così freddo?”

    “Non lo è, signor Winbringer.”

    Avevo visto diverse tormente impazzare su Najaza, e forse essendo molto in alto rispetto al punto dove ci trovavamo le tempeste cui ero abituato avrebbero potuto essere diverse, ma non avevo mai visto o sentito nessuna bufera abbattersi con tanta violenza e poi quasi esaurirsi tanto rapidamente. Il destino giocava a nostro favore, ma avevo imparato a caro prezzo che diffidare di ciò che sembra troppo bello per essere vero è cosa saggia.

    “Mi aspettavo che la tormenta fosse più violenta”, proseguii.

    Nella neve ancora nessuna traccia di Dan; partire alla cieca lo aveva probabilmente portato a vagare, rendendo vano il suo slancio positivo. Sperai che potesse ritrovare la strada dello zanzuki, o almeno riprendere il suo viaggio, ora che attraversare quella landa non era più impossibile.

    In breve tempo ci trovammo di fronte alla base della catena dell’Amnos; rabbrividii alla vista delle aperture che portavano nelle profondità dei monti, simili a bocche affamate pronte ad ingoiarci tutti. Non riuscivo a togliermi dalla testa il fastidioso tarlo che ci stessimo volontariamente andando ad infilare nella ragnatela di qualcosa di sconosciuto, come falene attratte dalla luce mutevole di una candela. Già Mens e Curtis si impegnavano a fare luce e strada al gruppo intero per addentrarci nel cuore dell’Amnos.

    Dedicai un ultimo sguardo ai nostri due compagni di ventura venuti dal Nord, e presi una boccata d’aria fresca, riempiendomi i polmoni prima di entrare. Sperai ardentemente che quello non fosse il mio ultimo respiro da uomo libero del Nord, e che il primo passo all’interno delle grotte non mi trasformasse in una preda.


    * * *



    Grotta (del Ragno?), Amnos.
    Presidio Settentrionale, Endlos.





    La terra sulle nostre teste ed ai nostri fianchi si fece greve, stringendocisi intorno via via che avanzavamo. Intorno a noi si aprivano svariati cunicoli, alcuni non più larghi del mio braccio, altri lunghi, bui, tetri, tortuosi che finivano solo il cielo sa dove. Seguimmo il percorso principale, evitando svolte che non fossero forzate; ad ogni modo, di tanto in tanto con la sanguigna facevo un piccolo segno lungo la parete destra, facendo attenzione ad evitare di toccare quegli strani licheni, per cercare di ricordare la strada ed evitare di perderci in quel labirinto di pietra dove neanche più il vento aveva il coraggio di entrare. Tenendoli alla nostra sinistra avremmo ritrovato la strada per uscire da quel budello di pietra.

    Cominciai a comprendere il perché delle leggende, sentendomi asfissiare lì dentro. Deglutii, cercando di calmarmi la mente e di scacciare pensieri troppo oscuri dalla mia mente. Quando cominciavo a chiedermi come avremo fatto in quel dedalo a trovare Jung, ecco che nella porzione di grotta illuminata dalla Lacrima di Gigante comparve un ragazzino smunto dalla zazzera scura, con addosso una tunica rattoppata e leggera come quella di sua madre; cercava di tenersi in equilibrio aiutandosi con le braccia per non scivolare sui licheni. Tirai un sospiro di sollievo, ma l’attimo di gioia che cominciava a pervadermi si spense in fretta, come una scintilla che dalla pietra focaia non riesca ad attecchire sulla legna bagnata. Il bambino non dava segno di rispondere, né alla luce improvvisa che illuminò brevemente i suoi passi, né al richiamo di Mens; continuò anzi ad avanzare lungo il cunicolo, in direzione di qualunque cosa si annidasse là sotto. Dubitai che potesse non averla sentita: seppur l’avesse chiamato a bassa voce, lì regnava il silenzio, e Jung non era poi così distante.

    “Quel bambino non si è comportato normalmente”, fece prontamente notare Curtis. “A me sembra una trappola che ci sta attirando tutti.”

    Annuii in risposta, ma non sarei rimasto lì fermo a non far nulla, ora che avevamo il piccolo davanti a noi.

    “Che il bambino sia lucido, spaventato, confuso o sotto il controllo di qualcosa, prima lo porteremo fuori da qui, prima sarò felice”, riflettei.

    Non avevo alcuna intenzione di corrergli dietro, specie non potendo vedere chiaramente dove avrei poggiato i miei passi, dato che il signor Winbrnger si era fermato, nella speranza che nessuno di noi fosse sciocco abbastanza da partire all’inseguimento alla cieca.

    Cercai di percepire se intorno a noi ci fosse una qualche altra creatura – animale o essere leggendario dotato di anima che fosse – o addirittura qualche altro uomo perso nei meandri dell’Amnos.

    “Non così in fretta, piccolino”, mormorai appena, rivolto in direzione del ragazzo. Ebbi la tentazione di creare momentaneamente una porzione di Vuoto sotto ai piedi di Jung per farlo rallentare, in modo che scivolasse e fermasse la sua scellerata avanzata verso l’ignoto. Realizzai però che non avevo idea di cosa ci fosse più avanti, e che il ragazzino avrebbe potuto cadere male, ferirsi, o sbattere contro qualche roccia. Non era proprio il caso di agire senza riflettere. Mi fermai ancor prima di aver steso la mano di fronte a me per richiamare l’elemento amico. Leggermente innervosito dalla situazione, feci un cenno a Curtis perché continuasse ad avanzare almeno un po’, per capire se il bambino fosse davanti a noi o se fosse già sparito, avvolto nel buio.




    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Stato fisico:
    Stabile, pronto all’azione.

    Stato mentale:
    Dubbioso ed inquieto; spera di portare il bambino fuori al più presto.

    Energia:
    100%
    Riassunto:
    Una volta arrivati alla grotta, Elay si stupisce di quanto rapidamente riescano a trovare Jung. Ad ogni modo, il bambino sembra comportarsi in modo confuso, quasi spingendo Elay ad agire con l’aiuto del Vuoto per uscire il prima possibile dalle viscere dell’Amnos. Il giovane di Najaza frena però l’impulso per la necessità di vedere più chiaramente davanti a sé e di fermarsi prima a percepire se qualcuno – o qualcosa – sia annidato in quella Grotta.

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
    -

     
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    L
    a sgradevole sensazione di disunione fra i membri di quella piccola spedizione di salvataggio andava facendosi sempre più forte nell’animo di Kiryll, già gravato dalla preoccupazione per il pericolo cui andavano incontro. Si sentiva avvilito, avanzava nel silenzio del Nord a testa bassa, e gli sembrava che ogni cosa avesse preso la piega sbagliata.
    Elay, che il ragazzo aveva intuito avere un animo delicato, si stava lasciando andare sempre più al fastidio, il cui germe gli si era posato in petto ancora all’interno dello zanzuki e cha da allora evidentemente non aveva fatto altro che crescere. All’ultimo commento di Mons, il giovane aveva reagito con una stizza rabbiosa, in fondo esagerata. Avevano pur compreso che la madre non era davvero “la causa per cui c’è finito dentro”, ma una vittima al pari del bambino... Se Elay aveva risposto così, la sua ragione doveva essere preda di cupi sentimenti.
    Kiryll comprendeva quello stato d’animo fin troppo bene, e avrebbe voluto che gli venisse in mente qualcosa da dire al suo conterraneo per aiutarlo a tirarsene fuori, ma capiva che in quel momento ogni sua parola avrebbe probabilmente peggiorato le cose. Forse non era davvero così, ma se non altro quella era la sua impressione… In generale, gli sembrava che fra lui e gli altri si ergessero dei muri invisibili, e che ogni alternativa ad un cupo silenzio fosse diventata impossibile. Quella comunione che brevemente sembrava essersi formata fra loro al momento di decidere il da farsi sembrava essere stata una scintilla caduta su legna troppo umida…
    Mentre rimuginava in questo modo, Kiryll si trovò a ripensare alle parole di Mons: Non siete i soli a voler incontrare il Ragno
    Su questo punto l’irritazione di Elay era più giustificata: loro non volevano affatto incontrarlo, ma se possibile evitarlo! Tutte le loro speranze ruotavano attorno al fatto che il bambino si trovava in una galleria laterale poco distante dall’ingresso della caverna, e che per questo speravano di poterlo trarre in salvo senza inoltrarsi nel territorio del mostro. Come mai allora l’anziana sconosciuta diceva di volerlo incontrare? Quella parola, tra l’altro, suggeriva che la donna fosse convinta che “il Ragno” non potesse essere una bestia priva di ragione, ma un’entità intelligente... All’improvviso, la presenza di Mons nello zanzuki gli tornò prepotentemente a sembrare qualcosa di veramente singolare. La concitazione degli eventi aveva distratto la sua attenzione da quel particolare, ma davvero, che cosa ci faceva un’anziana ed elegante signora nel rifugio di Onana? Un inquietante quanto informe sospetto si aggiunse al mosaico di spiacevoli sensazioni che era il cuore del ragazzo…

    Nel frattempo, silenziose, le pendici dei monti erano emerse dalla cortina di neve, prima come un’indistinta sagoma scura, poi agglutinandosi in un nero muro di roccia che si ergeva bruscamente dalla spianata dell’Etlerth. In un momento diverso Kyrill e forse anche gli altri che erano con lui avrebbero potuto ammirare meravigliati l’imponenza di quella primitiva catena montuosa, nuda, morta, erosa da secoli di ghiaccio e tempeste… ma adesso in nessuno di loro c’era spazio per la meraviglia, nei confronti di quella manifestazione della natura più inospitale.
    A destra e a sinistra si potevano scorgere, come fori di tarlo in un legno antico, le bocche delle molte grotte di cui le montagne erano scavate, gole nere ancor più nere della roccia. Una soltanto era proprio davanti a loro, e a meno che non avessero sbagliato di molto la direzione dei loro passi doveva essere quella che cercavano. Enorme, molto più grande di come Kyrill se l’era immaginata: quando vi furono proprio appena fuori, la volta dell’antro incombette su di loro da un’altezza di molti metri; incrostazioni di ghiaccio che potevano essere vecchie di secoli colavano verso il basso, alcune in forma di mostruose stalattiti, altre che si allungavano fino a terra, come deformi e opache colonne. Ma non altrettanto smisurato era il budello che si inoltrava nel sottosuolo: in fondo a quell’ampio palato più esterno, una galleria di dimensioni più modeste, più larga che alta, costituiva la grotta vera e propria, quella che probabilmente si ramificava per molte miglia nelle viscere della roccia.
    « Messer Curtis, illumini la strada e voi tutti attenti, mi raccomando. »
    Risoluta, Mens li invitava a non esitare, e così, con il Signor Winbringer alla loro testa, la piccola spedizione di sconosciuti si lasciò alle spalle i vasti spazi aperti su cui imperava la tormenta, e si inoltrò nel sottosuolo.


    Kiryll, senza averlo dichiarato (un nodo gli chiudeva ormai la gola, e avrebbe dovuto fare uno sforzo enorme per pronunciare parola), si era messo alla retroguardia. La luce irradiata dalla magica lacrima di gigante che il signor Winbringer teneva alta davanti a sé lambiva appena i piedi degli ultimi della fila, così che alle loro spalle si richiudevano dense le tenebre, che nessuno tranne il ragazzo poteva penetrare. Questi gettava continuamente occhiate all’indietro, per assicurarsi che la strada che avevano trovata deserta continuasse ad esserlo.
    L’atmosfera era opprimente alla follia. Nel silenzio i fievoli suoni della comitiva in marcia erano echeggiati e amplificati in maniera angosciante: i loro passi guardinghi e, a intervalli regolari, il grattare della matita di Elay sulla parete di roccia. Ancora una volta Kiryll era rimasto ammirato dalla lucidità di uno dei suoi compagni: appena iniziato il cammino nel sottosuolo, il suo conterraneo aveva iniziato a marcare il percorso, che altrimenti non sarebbe stato così banale ripercorrere all’indietro.
    Göstaff camminava ad appena un passo davanti a lui. Per un attimo, quando si erano incamminati oltre l’ingresso della caverna, Kiryll aveva avuto l’impulso di invitare il precettore ad aspettarli lì… ma sapeva troppo bene che questi non avrebbe mai e poi mai accettato, e così aveva risparmiato il fiato.
    « C’est charmant… » Mormorò fra sé a bassissima voce il nobiluomo, mentre con un dito coperto dalla morbida pelle del guanto toccava un lichene fosforescente sulla parete della grotta. Poi, avvicinandosi al suo pupillo in modo da parlargli in un sussurro che non disturbasse gli altri: « Avete mai notato, signorino, questa stranezza dell’animo umano? Persino nel più grave pericolo, è capace di lasciarsi distrarre dal dettaglio più insignificante. I dettagli insignificanti esercitano su di lui un dominio tirannico. Io ora so benissimo in che situazione ci troviamo, eppure questo lichene mi affascina, il me fascine terriblement… E a costo di essere giudicato da tutti questi signori un fatuo imbecille, io non posso trattenermi dal toccarlo… »
    Il ragionamento bisbigliato dal nobiluomo fu troncato bruscamente dallo schiocco secco e inatteso della voce di Mens:
    « Ehi »
    Kiryll alzò lo sguardo, e vedere all’improvviso il bambino pochi passi avanti a loro fu così inaspettato che lo fece sussultare violentemente, come se fosse stato un fantasma. Gli altri davanti a lui dovevano averlo già visto qualche istante prima, Curtis fece loro cenno col braccio di fermarsi.
    Era di schiena, camminava come assorto, incurante delle tenebre.
    Tutti si aspettavano, naturalmente, che udendo il richiamo il bambino si voltasse, ma quello non dette il minimo cenno di aver sentito. La scena provocò in Kiryll un violento brivido. E come a dar voce alla sua sensazione, il signor Winbringer commentò in un sussurro:
    « É fin troppo strano, signori. – La parola “strano” provocò nel ragazzo un secondo brivido, che gli fece rizzare i peli sulla nuca – Si sarebbe dovuto almeno girare quando Mens ha parlato, oppure avrebbe dovuto correre lontano pensando potesse essere il ragno. »
    Possibile che non avesse sentito, invece? Si, ma la luce…
    « Io dico che quello non è il bambino che stiamo cercando. A me sembra una trappola che ci sta attirando tutti. »
    Kiryll ruppe il sigillo di colla che si sentiva in fondo alla gola da quando erano entrati nella grotta:
    « Forse… forse davvero non ha sentito. Ma la luce? Quella deve averla vista, gli proietta la sua stessa ombra proprio davanti ai piedi! »
    Per una volta sembrava che fossero tutti d’accordo, sia Elay che Göstaff annuivano gravemente. Solo i pensieri di Mens restavano imperscrutabili.
    Erano d’accordo nel fiutare qualcosa di strano, si… ma riguardo al da farsi? I nervi del ragazzo erano tesi allo spasmo, e la sua mente si era improvvisamente svuotata, non riusciva in nessun modo a immaginarsi come affrontare la situazione. Si immaginava il peggio, il “Ragno”, un potente illusionista, che nascosto in qualche anfratto comandava quell’ombra dalle sembianze di bambino, pronto a dare la morte a chiunque avesse fatto un passo falso.
    Kiryll si scoprì suo malgrado a lanciare uno sguardo all’anziana donna, come se si aspettasse da lei una decisione.



    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Teso
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Teso
     
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    Grotte


    Avete molti dubbi. E' giustissimo. Vi trovate in una situazione assai poco chiara, più tinteggiata da ombre che da luci.
    Onana ed il suo Zanzuki in cui ospitava un'anziana Signora persa nella tempesta, eppure non vi erano cavalli o scorte ad accompagnarla. La stranezza di Mens e dei suoi modi, oltre che gli strani eventi che si sono intrecciati con la donna ed il piccolo Jung.
    Questi a cui ognuno di voi può dare mille spiegazioni, ma al momento permangono assai più ampi i dubbi.
    Il piccolo Jung continua la sua camminata verso le tenebre. Non percepite stranezze particolari se non per chi è dotato della visione dell'anima, perchè anche questa, come quella della Madre, appare stranamente appiccicata al corpo, come se stesse lì lì per staccarsi e spirare completamente. Oppure, a seconda dei punti di vista, qualcuno potrebbe dire che quell'anima è stata appiccicata ad un corpicino di bambino, o di donna, per muoverlo secondo le volontà di qualcun altro, una sorta di vera e propria possessione.
    La spiegazione, vostro malgrado, giungerà presto.
    Mens avanza di qualche passo in avanti, scortata dalla luce della Lacrima del Gigante. Una pulsione di energia vi investe, vi attraversa come una vibrazione sinistra, ma apparentemente non sembra avere conseguenze, se non generare una fugace folata di vento umido e stantio.
    Mens trasalisce e si volta di colpo verso di voi. Lo sguardo severo della donna vi studia e cerca di comprendere cosa sia accaduto, ciocche ricciolute di bianco le incorniciano il viso che sembra di colpo ancor più pallido. Si volge in avanti e si getta in una rapida camminata verso il bambino che presto scompare all'interno di quello che sembra un ampio antro.
    Se è una trappola pare che l'anziana Signora abbia deciso di affrontarla.
    Prego, graditi ospiti, vi attendo.
    La voce è quella di una donna che giunge nelle vostre menti trasportata da una bordata telepatica. La voce è antica, sabbiata dal tempo e smussata dall'esperienza di secoli di vita. Seppur le parole giungano direttamente nella vostra mente, riuscite a percepire una certa necessità in quell'invito. Una voglia forte di ottenere qualcosa. Una brama che ribolle in ogni lettera.
    Mens, che riceve il messaggio come voi, sembra quasi sorridere e velocizza il passo verso l'antro che ormai vi è prossimo. Quando l'anziana Signora varca la soglia della grotta, dodici fiaccole di fuoco bluastro avvampano sui lati della grotta, illuminando quello che è a tutti gli effetti una cripta.
    Al centro della cripta sosta una figura mostruosa: snella e dalle curve pronunciate, sottolineante da una veste bianca e nera che le cinge la vita. Le braccia pallide, innaturalmente lunghe, sono coperte da due lunghi drappi di stoffa nera, su cui campeggia uno stemma dorato slavato dal tempo, una ragnatela. La mostruosità della figura è chiaramente visibile dalle unghie deformi, simili a rostri d'aquila e dal viso, pistillo pallido privo di occhi e naso, decorato solo da una lunga fila di denti candidi. La veste sboccia dietro il capo, in un loto di seta nera, che risalva ancor di più la mostruosità del viso del Ragno.
    Tutta la cripta, noterete subito, è ricoperta da ragnatele perlacee, che alla luce delle fiaccole, brillano come fossero tessute da diamanti liquidi. Particolarità subito lampante, poi, è la quantità di glifi e rune che rivestono tutta la pietra della cripta: sono tracciati chiaramente con del sangue, seppur scurito e rappreso da tempo, e disegnano una spirale che sfocia in un cerchio entro cui è presente la figura del Ragno. Ai piedi della creatura, accucciato al suolo, che si stringe le gambe, vi è la figura di Jung.
    Il Ragno è lieto di ospitarvi nel suo antro.
    Giungete viaggiatori curiosi, perchè qui i vostri destini potranno essere svelati.

    E notate come un piccolo ragnetto cala dal soffitto lasciandosi dietro una di quelle ragnatele brillanti. Ben presto dal filo iniziale ne dipartono altri, sino a che una ragnatela completa e pendente a mezz'aria si crea. Il Ragno sfiora la tela, la studia con curiosa attenzione.
    Siete un gruppo assai strano e variagato. Sono lieta che il destino vi abbia condotto da me.
    Mostra un sorriso inquietante e sottoliena con un certo divertimento la parola "destino".
    Il Ragno elargisce sapere e conoscenza ed in cambio vi chiederà solo un piccolo favore. Il sapere sconfinato di questo semipiano in cambio di qualche minuto del vostro tempo.
    E' un patto che potete accettare?

    E Mens si erge a prima paladina del vostro gruppetto. Non sembra esserersi scomposta alla visione della creatura, che nei modi e nei toni, sembra essere in realtà più cordiale di quello che sembra.
    Che favore?
    L'Anziana sembra interessata e per nulla spaventata dalla proposta. Anzi, a ben vedere, sembra per lei tutto naturale e già previsto. Quasi come se si aspettasse questa situazione. O magari ha avuto una vita avventurosa che ha temprato il suo spirito.

    Angolo del QM #6
    Jung continua ad avanzare e vi conduce all'antro del Ragno. Come detto anche Jung ha qualcosa di strano, proprio come la madre, e chi ha auspex spiritici può notarlo.
    Subito il Ragno si palesa ed in realtà, a dispetto della sua mostruosità, sembra essere piuttosto cordiale, ed anzi, subito cerca di proporvi un patto che sembra interessare particolarmente Mens.
    Ovviamente siete liberi di non entrare nell'altro e cercare di darvela a gamba, ma se cercherete di tornare sui vostri passi vi ritroverete al punto di partenza. Chi è dotato di auspex per le illusioni noterà la presenza di una qualche illusione che distorce la grotta e la trasforma in un labirinto.

    Per qualsiasi cosa scrivetemi pure senza problemi o utilizzate il bando.

    Scadenza: 26/08/20
     
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    Il ragazzino si perse nell’oscurità e dopo i miei avvertimenti osservai Mens portarsi più avanti rimanendo comunque a portata di luce. D’un tratto sentii il mio corpo vibrare in reazione a qualcosa, come se un’esplosione di energia si fosse deflagrata poco più avanti e mi avesse investito provocando in me malessere, quasi come se un vento ghiacciato mi trapassasse il corpo cercando di strapparmi l’anima.
    ”Come ho potuto trovarmi in questa situazione? Non può essere”, pensai immediatamente. Il semplice fatto di essermi cacciato in una situazione di pericolo e così lontano dalla sfera delle mie competenze mi ha portato a non credere che tutto questo fosse quantomeno reale.
    Mi guardai attorno e capii di non essere l’unico ad aver sentito l’emanazione di questa energia. Uno sguardo dubbioso mi fissò dagli occhi di Mens, il suo viso ancora più cinereo mi fece preoccupare per il suo stato di salute. Lei si girò ed imperterrita continuò in direzione del bambino.
    ”Aspetta, dove corri?!” gridai irritato.
    ”Perché continua ostinata? Perché?!” La rabbia verso la testardaggine dell’anziana donna prese il sopravvento. La seguii di corsa con l’intenzione di fermarla e trascinarla via da quella che mi sembrava a tutti gli effetti una trappola.
    Nel correre verso Mens la persi nell’ombra e mi guardai attorno, attraverso alcune venature ne percepii la fattura illusoria, ormai compresi di non poterne uscire se non affrontandone la causa, così continuai a cercare l’anziana donna. Girai l’angolo e la luce mi fece vedere le gambe di Mens.
    ”Eccola” dissi indicandola e sperando che qualcuno mi sentisse.
    ”Prego, graditi ospiti, vi attendo.” Di colpo mi fermai, una voce femminile ma profonda mi parlò nella mente.
    ”Ecco, la cosa che giocava con la mia mente.”
    Anche Mens si fermò alle parole, ipotizzai che il messaggio era rivolto a tutti noi. La vidi guardare verso il vuoto mentre ascoltò con me quelle parole, poi di profilo avrei giurato di aver visto un sorriso. E così come un lampo nella mente capii che Mens sapeva dove stava andando, sapeva a cosa andava incontro e voleva trovarsi qui. La grotta si restrinse fino a creare un arco lavorato, sembrava l’entrata a qualcosa Mens vi entrò senza timore ed io dalla distanza vidi che al suo camminare all’interno la stanza s’illuminò. La seguii imperterrito per cercare di porre fine a tutta questa follia. Entrai così in quella cripta imbottita di ragnatele quasi a formare uno strato ovale e creando la forma un uovo vuoto al centro dov’eravamo proprio noi ed una figura orrorifica in piedi dalla parte opposta della stanza. Oltre le ragnatele riuscii a riconoscere il bambino che era proprio ai piedi dell’orribile creatura.
    L’istinto di creare la sfera psichica per proteggere me e chi mi stava attorno rese i miei riflessi sempre attivi in preparazione ad un qualsiasi attacco mentale potesse venire da parte di quel mostro che si ergeva davanti le nostre pupille, la vista del ragno era inquietante ma non dovevo lasciarmi travolgere dalle emozioni.
    ”Il Ragno è lieto di ospitarvi nel suo antro.
    Giungete viaggiatori curiosi, perchè qui i vostri destini potranno essere svelati.”

    Le parole non potevano dire niente di più falso. Tra di noi in pochi se non nessuno sarebbe stato curioso e fremente di vedere tale abominio, non eravamo ospiti ma probabilmente cibo, non eravamo curiosi ma impauriti.
    ”Siete un gruppo assai strano e variagato. Sono lieta che il destino vi abbia condotto da me.”
    ”Il Ragno elargisce sapere e conoscenza ed in cambio vi chiederà solo un piccolo favore. Il sapere sconfinato di questo semipiano in cambio di qualche minuto del vostro tempo.
    E' un patto che potete accettare?”

    “Che favore?” Mens prese subito la parola.
    Guardai la situazione un po’ sorpreso della piega presa, il mostro di fronte sembrava incline a discutere, a questo punto mi rimaneva uno sola cosa da fare e così feci quello per cui vengo pagato, parlare.
    ”Il sapere di questo “Ragno” è così sconfinato da dover obbligare un gruppo di viaggiatori ad entrare nei propri domini per “Parlare”? Se avete così tanta voglia di parlare significa che qui sotto non viene una persona acculturata da eoni”. Iniziai a parlare con una certa velocità nel linguaggio ma mantenendo sempre i riflessi per proteggermi da un qualche attacco mentale, sempre pronto a creare una sfera protettiva. ”E fortunatamente per voi avete finalmente trovato qualcuno con cui parlare! Peccato però che le persone di fronte a voi hanno veramente poca voglia di parlare con un essere immondo quale sembrate essere...” Sperai che i miei compagni a questo punto della conversazione avessero capito che sarei andato avanti a distrarre l’essere per dare loro la possibilità di poter attaccare improvvisamente se ne avessero avuto la voglia.
    ”A prima vista sembrate snello… Oh, mi dispiace, devo aver dato per scontata la vostra sessualità. Mi sembrate un uomo ma potrei sbagliarmi, forse siete una donna dai tratti maschili o forse ancora non avete un reale sesso. Certo perdersi il piacere più grande dev’essere proprio brutto anche se non sapendolo vivrete una vita più che felice, si sa d’altronde che l'ignoranza rende felici. Immagino che siete felice allora, ma tornando al discorso di prima...”



     hiclipart-com-18






    Energia:
    100%


    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]
    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico). [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]
    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali. [Difesa psionica Variabile: 2pt]


     
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    Grotta del Ragno, Amnos.
    Presidio Settentrionale, Endlos.



    “ Forse… forse davvero non ha sentito. Ma la luce? Quella deve averla vista, gli proietta la sua stessa ombra proprio davanti ai piedi!”

    Mi voltai in direzione di Kyrill a quella frase: era più che ragionevole, ed il comportamento di Jung mi appariva sempre più senza senso. Mi concentrai allora nuovamente sul bambino, e come per sua madre all’interno dello zanzuki mi accorsi di quanto strana fosse l’anima che percepivo provenire dal corpicino: vi era attaccata a fatica, come se fosse legata da un sottile filo di seta. Avevo pensato che fosse a causa dell’ipotermia quando la donna dagli insoliti occhi dorati era arrivata esanime a rifugio di ghiaccio, ma ora una verità diversa bussava alle porte della mia mente, facendomi scendere un brivido gelido lungo la schiena. “E se qualcuno gliel’avesse ricucita addosso?”, mi chiesi, turbato, realizzando che un Ragno dai poteri paranormali avrebbe potuto senza dubbio produrre un filo tanto sottile.

    Mi sentii attraversare improvvisamente da un’onda di energia, facendomi vibrare i pensieri nella mente mentre uno strano vento innaturale muoveva allo stesso tempo i miei capelli. Non prometteva niente di buono. Con uno scatto rapido misi via la sanguigna e lasciai la mano sul pomo della mia spada, con ogni campanello di allarme possibile a gridarmi che eravamo tutti in pericolo. Impietrito, osservai Mens ignorare tutte le nostre preoccupazioni ed il segnale appena ricevuto, e scattare in direzione del piccolo Jung.

    “Aspetta, dove corri?!” chiese un concitato Curtis, seguendola per farle luce mentre si inoltrava nel cunicolo di roccia.

    Non feci neanche in tempo a pensare quanto sconsiderata mi sembrasse Mens che una voce profonda e senza tempo mi entrò non richiesta nella mente.

    “Prego, graditi ospiti, vi attendo.”

    Era la famelica voce di un predatore che aspetta le vittime ignare, ma questo era un predatore che giocava con il suo pasto. Che qualcosa di oscuro ci attendesse nel cuore delle grotte era ormai ovvio, così come mi calò addosso come un macigno la consapevolezza che ci eravamo infilati come sciocchi ad inseguire l’esca perfetta lungo i cunicoli nelle viscere dell’Amnos. Jung e sua madre altro non erano che il biglietto di invito adatto a solleticare il nostro senso dell’onore ed il nostro senso di protezione per i deboli. Mi chiesi se la donna ed il bambino potessero davvero essere salvati, o se la vita li avesse già abbandonati ed altro non fossero che marionette di quell’essere che si faceva beffe di noi e violava impunemente la sacralità delle nostre menti.

    Mi accigliai scorgendo appena il volto di Mens aprirsi in un sorriso, e tutti i miei dubbi sul suo conto trovarono improvvisamente una risposta. Era come se fosse compiaciuta, come se fosse finalmente giunta a trovare ciò che desiderava dopo un lungo viaggio. Ripensai al fatto che volesse incontrare il Ragno, e mi domandai mentalmente se il suo trovarsi nel mezzo di una tempesta a due passi dalla catena dell’Amnos non fosse giustificato proprio da quella ricerca. “Non le interessa affatto della madre e di suo figlio: Mens non stava che cercando questo fantomatico Ragno”, realizzai. Impensierito, mi chiesi quale leggenda avesse solleticato la curiosità di una donna che sembrava aver vissuto quasi tutti i giorni messi a sua disposizione dalla natura o dal fato. Cosa la spingeva a rischiare un viaggio del genere alla sua età?

    Controvoglia mi ritrovai a dirigere i miei passi seguendo Jung, Mens e Curtis; rivolsi uno sguardo verso Kyrill e Göstaff alle mie spalle, sperando che in un qualche modo miracoloso bastasse a trasmettere loro tutte le mie preoccupazioni e si appellasse al loro istinto schivo e diffidente di uomini del Nord.

    Dopo appena pochi passi osservai sgomento Mens infilarsi in una grotta, come un’insenatura naturale, uno stomaco in cui si immetteva il budello di roccia su cui ci muovevamo, pronto ad inghiottirci tutti. Sulle pareti di pietra si accesero fiaccole di un innaturale blu, fiamme algide e disturbanti ad illuminare una figura ancora più raccapricciante al centro della grotta. Non avevo mai visto nulla di simile, ed istintivamente feci scivolare la spada fuori dal fodero di qualche centimetro, con tutti i sensi all’erta. Avevo i capelli irti sul collo, il respiro affannato, il cuore che batteva più forte, ma mi sforzai di mantenere la calma. La scorgevo con chiarezza nonostante fossi ancora distante; sembrava la regina di un impero perlaceo di ragnatele che costellavano la sua cripta, e l’angosciante fila di denti che le decorava quello che avrebbe dovuto essere un viso toglieva ogni dubbio sulle sue intenzioni. Il piccolo Jung le stava incollato ai piedi come un cagnolino, e quella vista mi scoraggiò al punto da farmi quasi abbandonare l’idea di portarlo via di lì. La speranza che potesse servire a qualcosa tentare di portarlo a sua madre si faceva sempre più flebile.

    “Il Ragno è lieto di ospitarvi nel suo antro. Giungete, viaggiatori curiosi, perchè qui i vostri destini potranno essere svelati. Siete un gruppo assai strano e variagato. Sono lieta che il destino vi abbia condotto da me.”

    La mia mente vomitava le risposte più velenose che potesse trovare per quelle parole melliflue. “Non siamo viaggiatori curiosi; quanti sconsiderati si sono già infilati qui dentro, cercando chissà cosa?”, mi chiesi. “Non so se esista un destino, ma è più che chiaro chi abbia tessuto con pazienza ed arguzia la sua tela per portarci fino a qui”, pensai con rabbia, stringendo l’elsa tanto forte da avere le nocche bianche.

    “Il Ragno elargisce sapere e conoscenza ed in cambio vi chiederà solo un piccolo favore. Il sapere sconfinato di questo semipiano in cambio di qualche minuto del vostro tempo. È un patto che potete accettare?”

    “Che favore?”

    Mens rispose con così tanta solerzia da persuadermi del fatto che non stesse aspettando altro. Ecco dunque la risposta alle domande che mi tormentavano dal primo istante in cui avevamo deciso di mettere piede fuori dallo zanzuki: l’anziana e risoluta donna cercava esattamente ciò che il Ragno sembrava offrirci con tutta la cordialità del mondo. Chiedeva cosa la creatura volesse in cambio senza ansia, ma con l’affannosa curiosità di chi non vede l’ora di pagare il pegno per ottenere l’oggetto del desiderio.

    “Il sapere sconfinato”, ripetei nella mia mente, scuotendo appena la testa. Conoscevo persone all’Obelisco che avrebbero venduto la propria anima e quelle dei propri eredi per una cosa simile. Avrei negato dicendo che una proposta simile non mi allettasse neanche un po’, ma faticavo a credere che il Ragno fosse un essere gentile, visto il modo in cui eravamo stati trascinati lì. Soprattutto, se anche il destino dell’intero Semipiano fosse stato scritto in un libro, non ero affatto sicuro di volerlo leggere. Se anni fa mi avessero detto che Lilith mi avrebbe spezzato il cuore in malo modo, non avrei voluto saperlo. Non avrei evitato nessuno dei momenti stupendi con lei, nonostante quelli amari che stavo ancora scontando. No, non avrei voluto sacrificare neanche un’oncia di me stesso per qualcosa che non ero sicuro fosse un dono anziché una maledizione.

    “Eppure…”
    …Qualcosa dentro di me esitava.

    E mentre io dubitavo, lasciando spazio al seme del dubbio per crescere, Curtis dava sfogo a tutto il suo nervosismo parlando a ruota libera. Persi la prima parte del suo discorso, probabilmente perché la ripetizione di alcune parole me lo fecero percepire come una cantilena, ma purtroppo non potei che ascoltare le offese in direzione di quella creatura ignota e pericolosa che ci si parava davanti.

    “ Peccato però che le persone di fronte a voi abbiano veramente poca voglia di parlare con un essere immondo quale sembrate essere. A prima vista sembrate snello. Oh, mi dispiace, devo aver dato per scontata la vostra sessualità. Mi sembrate un uomo ma potrei sbagliarmi, forse siete una donna dai tratti maschili... ”

    Se i miei compagni di viaggio avessero fatto attenzione ai suoni nascosti dal cianciare di Curtis, avrebbero chiaramente potuto sentire il rumore della mia faccia che cadeva e rotolava sulla pietra. “Ma la natura non ha dato in dono al Signor Winbringer neanche un granello di sale in zucca?!”, mi chiesi, affranto e spaventato. Allarmato, mi affrettai accelerando il passo per raggiungerlo e mettere fine a quello sproloquio prima che il Ragno, offeso a morte, ci mangiasse tutti senza complimenti. Lasciai intanto scorrere di nuovo la spada nel fodero in modo da non sembrare minaccioso, avvicinandomi a Curtis poggiandogli una mano sulla spalla, con l’intenzione di scuoterlo affinché smettesse di parlare.

    “Signor Winbringer…”, sibilai a denti stretti, livido in volto.
    “La smetta.”, continuai, con il tono più tagliente che avevo.

    Poi, alzando la voce, mi rivolsi in direzione del Ragno, che ormai accarezzava ragnatele a pochi passi di distanza. “Non intendevamo offenderla”, dissi, alzando entrambe le mani in un gesto di distensione. “Non siamo venuti per la conoscenza, ma per riportare il piccolo Jung a sua madre”, dissi, mettendo in chiaro cosa mi avesse spinto ad inoltrarmi sotto la catena dell’Amnos. Tesi l’orecchio per cercare di capire cosa stessero facendo Kyrill e Göstaff, cercando di non voltarmi per non distogliere la mia attenzione dalle azioni del Ragno. “Almeno, la maggior parte di noi è qui per questo”, aggiunsi, con un’espressione che voleva trasmettere tutto il mio disgusto per la poca sincerità dimostrata da Mens.

    “Non credo, inoltre, che potremmo essere depositari di una cosa tanto grande come la conoscenza sconfinata di tutto il Semipiano”, dissi, con tutta l’umiltà di cui ero capace. “Indipendentemente dal costo, una cosa del genere non farebbe che schiacciarci come formiche…” - aggiunsi con un mezzo sorriso amaro - “…e non mi sembra saggio diventare piccolo come un insetto a due passi da tante ragnatele”, conclusi.








    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Stato fisico:
    Ottimale, pronto al combattimento se necessario.

    Stato mentale:
    Nervoso e teso, ma sottilmente incuriosito ed affascinato in un angolo recondito della sua anima.

    Energia:
    100%
    Riassunto:
    Seguendo Jung, Elay e gli altri arrivano alla Grotta del Ragno, trovandosi di fronte una delle crature più raccapriccianti che il giovane abbia mai visto. Irritato dal comportamento strano di Mens e da quello sconsiderato di Curtis, Elay cerca di fare del suo meglio per far uscire tutti vivi da quella situazione spinosa e portare Jung in salvo.

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
    -

     
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    Mens, senza una parola, decise di seguire il bambino.
    I primi, incerti passi che mosse verso la buia profondità della grotta ruppero il breve stallo entro cui la compagnia si era illusa di avere ancora la possibilità di decidere le proprie mosse. Facendo quel passo, la donna sbilanciò in avanti l'intero gruppo; da quel momento in poi, ciò che accadde fu uno scivolare ineluttabile sempre più a fondo nella trappola in cui, se ne resero conto troppo tardi, erano caduti nel momento stesso in cui avevano deciso di lasciare lo zanzuki.
    Un movimento d'aria innaturale soffiò dalle profondità della roccia in risposta all'incedere dell'anziana, rendendo ovvio a tutti, nel brivido che attraverò i loro corpi, che stava per accadere qualcosa, che non avrebbero semplicemente recuperato il bambino e ritrovato l'uscita assieme a lui. No, questo non sarebbe successo.
    Elay toccò la spada, Curtis cercò gli occhi degli altri, Göstaff serrò la mascella.
    Mens si voltò brevemente: Kiryll colse per un attimo tutta l'intensità con cui la donna stava vivendo quel momento, e l'immagine del pallido viso rugoso nel buio della caverna si impresse nella memoria del ragazzo come quando si fissa la fiamma di una candela. Poi, quella si staccò dal gruppo, e si avventurò definitivamente dietro al ragazzino.
    « Aspetta, dove corri?! »
    La voce del signor Winbringer rimbombò nel tunnel, senza altra risposta che la propria eco.
    No, non stavano per tornare indietro.

    « Prego, graditi ospiti, vi attendo. »

    L'uomo del sud era già lontano di parecchi passi, avviato furiosamente all'inseguimento di Mens, la luce magica di cui era portatore ridotta a un'alone proveniente da dietro una svolta della galleria. Quando quella voce si introdusse, non invitata, nei loro pensieri, Kiryll, Göstaff ed Elay erano soli nel buio che si infittiva.
    Sarebbe inutile negarlo: la paura afferrò le viscere del ragazzo togliendogli per un attimo il respiro. Una paura confusamente familiare: paura di cose oscure nascoste sottoterra, paura di sagome nere, dai contorni vibranti di potere, paura di un antico qualcuno in attesa al freddo, con sue proprie ragioni inaccessibili, incomprensibili, ma certamente terribili.
    Sarebbe stato così facile, così facile, restare a scaldarsi al riparo dalla tormenta, e poi riprendere il cammino, stare lontani da quella grotta! Si erano illusi di scivolare non visti in una galleria periferica della caverna, ma era così ovvio che appena oltre l'ingresso incrostato di ghiaccio iniziava la trappola immonda di quella cosa dalla voce di donna. Del Ragno.
    E allora anche Elay si incamminò in avanti, rispondendo all'invito.
    Kyrill era paralizzato. Una giostra di pensieri irrazionali gli martellava i timpani dicendogli di restare fermo, di aspettare lì, di lasciare che fossero gli altri ad affontare l'ignota minaccia, a risolvere tutto. L'idea di fare la figura del codardo si frantumò come una crosta di zucchero e fu soffiata via dal vento della paura. Che gliene importava? Erano degli sconosciuti, quello sarebbe stato solo un episodio da dimenticare del viaggio che doveva ancora iniziare. Si era messo in viaggio verso il Presidio Est, per scoprire il mondo, non per affrontare minacce sepolte sotto il suolo del Nord! E... se se ne fosse andato? Non avrebbe mai saputo come sarebbe finita la storia, e avrebbe potuto immaginare per sempre che i due coraggiosi sconosciuti avessero schiacciato "il Ragno" sotto i loro stivali, per riemergere vittoriosi e incolumi alla luce del sole. Non doveva far altro che voltarsi, guidare Göstaff attraverso il buio seguendo i segni della matita di Elay...
    Bastò la semplice immagine di quel ragazzo del Nord, non molto più vecchio di lui, intento a tracciare con scrupolo e buon senso i suoi tratti di sanguigna, per ridestare in qualche modo in Kiryll il giusto senso delle cose.
    Seppe con un flebile sollievo che andarsene non era un'opzione, aspettare non era un'opzione. Nessuno di loro avrebbe voluto essere lì, nessuno di loro di certo aveva idea di come tirarsene fuori... lui non aveva nessuna ragione speciale per sottrarsi e lasciare che andassero avanti gli altri.
    Proprio in quel momento, una luce danzante come di fiamma, ma blu, si accese oltre l'angolo che aveva inghiottito uno dopo l'altro tutti gli altri membri della spedizione.
    « Signorino... »
    La voce del precettore si spense, probabilmente l'uomo si era reso conto che ogni parola sarebbe stata ridicolmente superflua, e ogni domanda desolantemente priva di risposta possibile.
    « Göstaff... io vado avanti, resta qui se non te la senti »
    « Ma Signorino! – l'affermazione del suo protetto gli dette l'illusione di sapere cos'era giusto, ossia esattamente il contrario, e protestò: – questo è troppo, non siete tenuto, pensate a vostra madre... »
    Kiryll lo guardò pieno di pena, perché si rendeva conto che la propria decisione non poggiava su nulla di solido, e che si stava assumendo la grave responsabilità di non mettere in salvo sé stesso e il suo tutore. Ma strinse i denti e avanzò verso la luce, e Göstaff, piuttosto che restare solo e cieco, dovette venirgli dietro.

    Nessuno dei due era preparato alla terrificante visione che li aspettava oltre la curva. Per prima cosa videro ciò che si aspettavano di vedere: le schiene di Mens, Curtis ed Elay... poi la loro mente registrò la scena: una decina di fiaccole avvampanti di fiamme turchesi illuminava uno slargo della grotta completamente ricoperto di fitte ragnatele, che rilucevano con la consistenza di arredi di seta.
    Ma l'orrore era tutto concentrato dall'altro lato della sala, nella figura aberrante della cosa, del Ragno.
    Avrebbe potuto essere una donna, quella che stava ritta laggiù e gettava attorno a sé dodici ombre danzanti, se non fosse stato per il cranio nudo, lucido, senza occhi. L'unica traccia di vita su quella testa mostruosa era la bocca, un ghigno fatto di gengive scoperte e di denti perlacei, aguzzi come aghi. Kiryll seppe che non sarebbe mai stato in grado di descrivere a parole quella perversa creatura che introduceva i suoi pensieri melliflui nelle loro coscienze... Se mai avesse rivisto il cielo, e avuto occasione di provare a raccontare a qualcuno quell'incontro che ora lo gettava nel più agghiacciante sgomento.
    « Il Ragno è lieto di ospitarvi nel suo antro. Giungete viaggiatori curiosi, perché qui i vostri destini potranno essere svelati. Siete un gruppo assai strano e variegato. Sono lieta che il destino vi abbia condotto da me. »
    Il discorso della creatura raggiungeva Kiryll come una cantilena indistinta e priva di senso, perché alla vista di quell'essere il ragazzo era ripiombato nel paralizzante terrore di poco prima. Sentiva il sudore freddo bagnargli la schiena, le gambe molli, lo stomaco contratto. La sensazione del contatto telepatico gli dava le vertigini, e quando scorse la figura rattrappita del bambino accovacciata ai piedi del mostro, il quadro raggiunse l'apice dell'orrore.
    « Il Ragno elargisce sapere e conoscenza ed in cambio vi chiederà solo un piccolo favore. Il sapere sconfinato di questo semipiano in cambio di qualche minuto del vostro tempo. E' un patto che potete accettare? »
    Un patto... un favore... che favore?
    « Che favore? »
    Ma il Ragno non ebbe tempo di spiegarsi meglio, perché il signor Winbringer iniziò, come in preda ad una folle esaltazione, a investire il mostro di parole! La voce di Curtis, una voce reale, dal timbro anche piuttosto piacevole, che vibrava nell'aria e raggiungeva i timpani, ebbe un effetto positivo sul cadetto del Nord, che riuscì a ritrovare un briciolo di presenza di sé. Si sentiva quasi grato all'uomo, che con il suo strano blaterare stava come conquistando quello spazio alieno alla realtà umana. Tuttavia, ben presto il sollievo si macchiò di disagio, quando la ritrovata lucidità permise a Kiryll di capire cosa il signor Winbringer stesse dicendo!
    « ...forse siete una donna dai tratti maschili o forse ancora non avete un reale sesso. Certo perdersi il piacere più grande dev’essere proprio brutto anche se non sapendolo vivrete una vita più che felice, si sa d’altronde che l'ignoranza rende felici. Immagino che siete felice allora, ma tornando al discorso di prima... »
    Elay si gettò ad ampie falcate sul compagno, palesemente quasi più inorridito da ciò che stava ascoltando che dalla visione del mostro, e lo afferrò convulsamente per una spalla. Ma nel frattempo avvenne un piccolo miracolo, operato dallo stesso Curtis Winbringer.
    Laggiù, al cospetto di quell'essere terrificante che li aveva malevolmente attirati nel suo nido, con il peso della consapevolezza del pericolo mortale in cui si trovavano, senza vie d'uscita, il terrore che riempiva ogni sua fibra fino alle lacrime... qualcosa di nuovo iniziò a ribollire in un anfratto dell'animo di Kiryll. Dapprima quasi impercettibile, una sensazione passeggera destinata a svanire senza nemmeno poter sapere cosa fosse... ma che poi crebbe, risalendo dallo stomaco alla gola alle orecchie, mentre incredulo il ragazzo credeva di riconoscerla e si chiedeva come fosse possibile... ma nel frattempo era troppo tardi ed essa esplose potente, strappandolo alla paura e squassando il suo corpo incontrastata. Una risata.
    Il ragazzo iniziò a ridere istericamente, pervaso dalla sensazione liberatrice della tensione che si scaricava fuori di lui. L'accostamento fra la figura terrificante del Ragno e lo sproloquio del signor Winbringer, che si era messo inspiegabilmente a disquisire di sesso, era stato così grottesco, che l'intera scena era diventata follemente comica.
    Göstaff si chinò sul suo pupillo afferrandogli il braccio e guardandolo spaventato, credendolo certo preda di un attacco di pazzia dovuto alla paura. Che il ragazzo avesse perso il senno per sempre?
    Kiryll ci mise un po' per ritrovare il controllo, ma quando ci riuscì era tutto cambiato: ora che aveva scorto le tinte dell'ironia nel bagliore bluastro che le torce gettavano sulla cripta drappeggiata di seta, il suo sguardo sull'intera scena rimase del tutto diverso. Gli parve di poter ascoltare la voce del Ragno senza più sentirsi schiacciato dal terrore come se fosse una mosca, ma quasi un'osservatore esterno, non toccato dalla minaccia di morte che trasudava dalle pareti.
    Quando l'attacco di risa si placò del tutto, sentì che Elay si stava rivolgendo con ammirevole controllo al mostro davanti a loro:
    « ...non credo, inoltre, che potremmo essere depositari di una cosa tanto grande come la conoscenza sconfinata di tutto il Semipiano. Indipendentemente dal costo, una cosa del genere non farebbe che schiacciarci come formiche... – (rieccola, l'ironia della situazione... Kiryll fu in grado di apprezzare la battuta nascosta nel discorso del giovane con un sorriso obliquo) – …e non mi sembra saggio diventare piccolo come un insetto a due passi da tante ragnatele »

    Il cadetto del Nord strinse a sua volta il polso del precettore che ancora lo teneva per il braccio, per rassicurarlo che era tornato in sé e che non era impazzito per il terrore. Quindi, prese a fare dei misurati passi in avanti, fino a portarsi alla stessa altezza degli altri, al fianco di Elay. Il battito cardiaco era tornato quasi normale, e ora poteva fissare lo sguardo sul livido guscio dove avrebbero dovuto trovarsi gli occhi del Ragno senza trasalire. Era pronto, era quasi curioso di vedere come il mostro avrebbe risposto alle assurde reazioni di quel pugno di mortali.




    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll:
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Spaventato


    Edited by T h e B a r d - 13/9/2020, 07:04
     
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    Grotte


    Se un gruppo potesse mai essere meno assortito del vostro, ci troveremo in una commedia dell'orrore.
    Pensateci: un'anzia signora, un giovane rampollo con il suo tutore, un carismatico dalla lingua sciolta ed uno studioso misurato. Peccato che in questo gruppo c'è chi sa molte più cose degli altri e vi ha trascinato nella tela del Ragno.
    Ragno che resta lì davanti a voi come fosse una statua, il cui piedistallo è il giro di rune brillanti. Si muove di tanto in tanto solo quando un ragno si cala dal soffitto e la creatura, con i lunghi artigli, sfiora la ragnatela appena creata. Quest'ultima si illumina appena di perle di luce. La creatura ora annuisce, ora resta immobile di fronte a queste perle. Sembra cogliere qualcosa che per voi è troppo oltre. Impossibile da vedere o da percepire.
    Negli ultimi decenni, purtroppo, ho avuto a che fare solo con barbari e mercanti provincialotti.
    Tutte conversazioni poco stimolanti.

    Lascia poi che il Signor Winbringer si possa sfogare pienamente. Non sembra minimamente toccato o toccata dalle sue parole, quasi come se già le conoscesse.
    Ho trasceso il concetto di uomo e donna da secoli.
    Così come ho ritrovato il reale piacere della conoscenza durante la mia vita.
    Per quanto riguarda i piaceri della carne, però, ne ho appresi di differenti.

    Una breve pausa.
    Signor Curtis, gradirebbe conoscerli in mia compagnia?
    Una sottospecie di sorriso deforma il volto scheletrico della creatura. E' passione quella che si percepisce nelle sue parole?
    Nessuna offesa, viaggiatori. Anzi, la vostra modestia mi colpisce.
    Agita una mano artigliata sul corpicino del bambino che si addormenta di colpo. L'anima si slega dal corpo e torna a fondersi con quella del Ragno. Una seconda giunge dalle vostre spalle con qualche secondo di ritardo. Poco più di marionette tra i rostri del Mostro, lucine di lampreda che vi hanno attirato nella sua tana, o peggio tra le sue fauci.
    Problema risolto.
    Sentenzia mentre il giovane Kyrill affoga nelle sue emozioni, per riemergerne temprato e pronto ad affrontare la situazione. Il Ragno continua a restare lì, fermo immobile, e vi fissa con quel viso privo di occhi.
    Vi concederò conoscenza.
    Vi offrirò un patto.
    Poi starà a voi decidere.

    Mens avanza di ancora un passo, quasi a lambire il cerchio runico che contiene la creatura e che sin ora non ha ancora oltrepassato. L'anzia Signora invita la creatura a parlare, a snocciolare il patto di cui continua a parlare.
    La famiglia Darcia mi ha rinchiuso in queste grotte, attraverso tre differenti sigilli, uno per il corpo, uno per la mente ed uno per lo spirito. Una profezia sbaglia, e niente di più.
    Vi chiedo di spezzare questi sigilli ed in cambio conviderò parte del mio sapere con voi.

    Calma vi espone i fatti senza fretta. La voce spezzata di tanto in tanto da qualche sospiro. Viste le parole di Elay corregge la formula, regalandovi solo una parte infinitesimale della sua conoscenza. Una profezia cucita per voi, uno sguardo nel vostro futuro per plasmarlo al meglio. Come sta facendo il Ragno, come ha sempre fatto sino a che non ha pestato i piedi di qualcuno troppo in alto.
    La Signora resterà qui con me. Voi baderete ai sigilli.
    In ogni caso non avete alcuna fretta di darmi una risposta. Ho provveduto a trasformare l'uscita in un dedalo infinito. Non vi è possibile uscire in alcun modo. Io ho l'intera esistenza per attendere una vostra risposta.
    E voi?

    Mens sorridente, già annuisce. Lei ha già accettato.

    Angolo del QM #7
    Ed eccoci arrivati alle contrattazioni con il Ragno. Non sembra particolarmente scosso dalle vostre parole, anzi, vi punzecchia e vi espone la situzione: è intrappolato in quella stanza a causa di tre sigilli, che vanno infranti per essere liberato. In cambio vi concederà una profezia sul vostro futuro, un brandello di conoscenza che vi tornerà utile. Di contro se voleste andare via, siete vittima di un labirinto illusorio da cui sarà piuttosto complesso uscire.
    Chi di voi è nativo del Nord può conoscere la famiglia Darcia come una delle più in spicco di Najaza, potenti, ricchi e molto influenti. Negli annali si dice che furono coinvolti da uno scandolo, a causa di un noto indovino, ammirato in tutta l'isola, che poi venne bandito e scomparì dai radar.

    Per qualsiasi cosa scrivetemi pure senza problemi o utilizzate il bando.

    Scadenza: 6/09/20
     
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    Grotta ● Amnos
    Presidio Settentrionale ● Endlos



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    Il mio discorso pieno di naturale passione mi trasportò in un alquanto articolato insulto interrotto solo da una pressione sulla mia spalla. Girandomi di scatto vidi la mano del signor Elay poggiata ed una voce bassa ma ferma mi fece capire che forse l’insulto non era così forbito come credetti e che i miei compagni non sarebbero stati intenzionati ad attaccare il Ragno mentre era distratto dalle mie parole. La risata di Kyrill e le scuse di Elay subito dopo mi fece tornare nel momento che stavamo vivendo.

    Pensai che insultarlo non fu la migliore delle idee ma la risposta del Ragno mi tranquillizzò in un primo momento.
    “Ho trasceso il concetto di uomo e donna da secoli.
    Così come ho ritrovato il reale piacere della conoscenza durante la mia vita.
    Per quanto riguarda i piaceri della carne, però, ne ho appresi di differenti.”

    Ci fu uno sguardo rivolto ad Elay cercando di capire quale reazione avesse avuto lui a tali parole
    “Signor Curtis, gradirebbe conoscerli in mia compagnia?”
    Mi girai nuovamente di scatto e stavolta verso il Ragno, alzando un sopracciglio e spalancando gli occhi, non mi sarei aspettato una proposta tanto audace da un tale abominio. In quel momento mostrò su quello che sarebbe dovuto essere il volto una reazione, avrei potuto giurare fosse un sorriso. Magari questa creatura non era così malvagia come sembrava e magari aveva solo delle pulsioni e la soddisfazione di tali era il sogno più recondito di qualcosa che viveva emarginato dal mondo.
    Il mio sopracciglio si rilassò ed alzai leggermente la testa, mi portai una mano al mento quasi ad aiutarmi a pensare mentre dischiudevo gli occhi. Ero ormai così incuriosito da tale creatura che volli prestare più attenzione a ciò che avrebbe detto.

    Jung era proprio sotto il Ragno, la sua mano con unghie affilate accarezzarono il bambino tra il materno e l’orrorifico, l’oscurità attorniava le due figure, sotto di esse un cerchio runico, in cima delle ragnatele ed ai lati a chiudere il quadro la luce delle fiamme zaffiro. Sembrò un’ottima posa per un quadro dal nome “carezza del fato”. L’innocente mio malgrado si accasciò a terra perdendo i sensi, forse era solo un’esca o forse era stato tratto in inganno dal ragno. Fatto sta che eravamo arrivati tardi per salvarlo, dubitai che fosse ancora vivo e dubitai fosse ancora il bambino che la madre conosceva nel caso la vita non avesse lasciato il suo corpo.
    “Problema risolto”
    Che il bambino fosse un problema suonava strano nelle mie orecchie, ma effettivamente non avendo più un bambino da salvare anche il gruppo si sarebbe dato meno pena per combattere il ragno. Magari quel bambino poteva essere realmente un problema per il ragno.
    Il ragno finalmente sembrò deciso a raccontare qualcosa di concreto mentre Mens fece un passo in avanti e mi preoccupò non poco, l’idea che quell'anziana signora volesse effettivamente qualcosa dal ragno mi turbava e la voglia di tirarla all’indietro era immensa.
    Il ragno svelò che era stato rinchiuso all’interno di questa grotta con ben tre sigilli, affermando anche che era stato vittima di una qualche profezia sbagliata o male interpretata. Credere a quelle parole sarebbe stato difficile e liberarla da quel carcere sembrava così sbagliato. Sapevo che non avevamo via d’uscita, mi ero accorto dell’illusione della grotta e che uscirne non sarebbe stato fattibile ma forse un modo per convincere il ragno a lasciarci andare l’avremo trovato.
    Come ovvio Mens accettò di buon grado la proposta del ragno, divenni visibilmente arrabbiato nei suoi confronti. Mi girai con calma verso il ragno ed iniziai a camminare verso un lato della stanza. Avrei voluto toccare quel particolare muro, trascinando la mano per sentire se c’erano dei rilievi di qualche sorta.

    ”E così ci hai fatti “chiamare” perchè da solo non sai come uscire da questi sigilli e ti serve davvero tutto il nostro aiuto.” Staccai la mano dalla parete e sfregandomi le dita cercai di capire quanta polvere avessi trascinato via mi girai verso i miei compagni aspettandomi qualche loro reazione e solo dopo dire la mia rivolgendomi al ragno.
    ”Si dia il caso che io non sono concorde con la sua intenzione di essere liberato, magari la sbagliata interpretazione di una profezia è solo una scusa e magari potrebbe pensare che la conoscenza di tutto sia un ottimo premio ma ritengo che la mia vita non valga la possibile distruzione di questo presidio e chissà, di tutto Endlos.”

    ”Beh, avendo abbracciato il mio destino, ormai, accetterei volentieri quella proposta fatta in precedenza. Magari mi perdo qualcosa che rischierebbe di tormentarmi per il resto dei miei giorni” dissi guardando con fare sensuale il Ragno. Speranzoso nella possibile sua riluttanza al farlo con un semplice mortale come me. Al massimo me ne sarei uscito con un’esperienza mistica oppure le mie doti incredibili avrebbero fatto uscire perlomeno gli altri dall’illusione.



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    Energia:
    100%


    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]
    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico). [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]
    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali. [Difesa psionica Variabile: 2pt]


     
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    Grotta del Ragno, Amnos.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    Ero sempre più allibito: i discorsi assurdi di Curtis, la risata cristallina del giovane Kyrill e lo sguardo desideroso di Mens non avevano alcun senso. Il Ragno restava come una statua sul suo piedistallo di rune, il volto sfigurato in un ghigno perenne. Le luci blu e le ombre che creavano nel cuore dell’Amnos rendevano il tutto ancora più inverosimile, una sorta di incubo agghiacciante e confuso. Il corpicino del bambino era accartocciato come una foglia autunnale, ed il cuore mi faceva male per la sua sorte. Fissai il mio sguardo su di lui, l’unica cosa che mi teneva ancora ancorato alla realtà, il motivo per cui mi ero infilato in quel budello di roccia.

    “Ho trasceso il concetto di uomo e donna da secoli. Così come ho ritrovato il reale piacere della conoscenza durante la mia vita. Per quanto riguarda i piaceri della carne, però, ne ho appresi di differenti. Signor Curtis, gradirebbe conoscerli in mia compagnia?”

    Scossi la testa con un movimento quasi impercettibile. Non riuscivo quasi a credere che una creatura simile si perdesse a giocare il gioco della seduzione e dell’ironia con lo sprovveduto accanto a me. Staccai la mano che ancora avevo sulla spalla del signor Winbringer, quasi come se la lascivia del Ragno lo avesse avvolto e stesse risalendo il mio braccio come una vischiosa bava invisibile. Quasi non sentii le lodi del Ragno per la nostra modestia: il bambino davanti ai miei occhi liberò un lunghissimo sospiro, e chiuse gli occhi come per addormentarsi. La sua piccola anima si sciolse dal suo corpo, come se i sottili punti della tela di ragno che la teneva attaccata fossero stati tagliati con noncuranza. Sentii lo sconforto diventare qualcosa di fisico, come una sfera al centro del mio petto; in un singolo istante mi assalirono l’impotenza, il dolore per una vita così giovane spezzata, il senso di ingiustizia profondo per un gesto tanto triste. Stavo quasi per muovere un passo verso il piccolo, foss’anche solo per stringerlo e dargli dignità e presenza almeno nella morte, quando una seconda anima attraversò la grotta e si unisce al Ragno. Realizzai che la donna nello zanzuki aveva subito una sorte simile, ed il pensiero che fosse morta con l’angoscia nel cuore per suo figlio sciolse la mia tristezza e la trasformò in rabbia. Il loro fato era già segnato, probabilmente non erano neanche davvero vivi, ma sotto il controllo di quella creatura oscena e deforme di fronte a noi. Ero indignato, profondamente; non era stato tanto il considerare inutile la nostra scelta di infilarci in quei cunicoli oscuri di roccia quanto il pochissimo rispetto per la vita umana dimostrato da quell’abominio. Il sangue in circolo era spinto dal cuore così forte che riuscivo a sentirne il suono nelle orecchie; la mano corse senza neanche rifletterci all’elsa della spada, pronta a scattare per far pagare quell’oltraggio al Ragno.

    “Problema risolto.”

    “Oh, io non credo proprio.”

    La voce mi lasciò le labbra bassa e decisa, forse persino più minacciosa di quello che avrei voluto. Non riuscivo a vedere come avessero reagito Kyrill ed il suo precettore alle mie spalle, ma Mens conservava la sua espressione eccitata e Curtis sembrava ancora assorto nella proposta del Ragno, lasciandomi ancora più irato. Mantenni appena il sangue freddo necessario a non estrarre la spada dal fodero per piantarla nel corpo di quell’essere, riflettendo sul fatto che aveva utilizzato un potere che non conoscevo per manovrare madre e figlio come marionette, e che avrebbe potuto fare qualcosa di simile anche a noi. Cercare di togliere la vita a quella cosa - ammesso che fosse cosa viva - senza sapere nulla sarebbe stato sciocco ed avventato, e con ogni probabilità dannoso. Ancora ribollendo di ira, cercai di tenere a bada i muscoli guizzanti che reclamavano a gran voce giustizia.

    “Vi concederò conoscenza.
    Vi offrirò un patto.
    Poi starà a voi decidere.”


    La mia decisione era già presa, almeno quanto Mens aveva preso la sua. Un patto, con una bestia simile? Il mio onore si sentiva già oltraggiato dal semplice fatto che me ne avesse proposto uno.

    “La famiglia Darcia mi ha rinchiuso in queste grotte, attraverso tre differenti sigilli, uno per il corpo, uno per la mente ed uno per lo spirito. Una profezia sbagliata, e niente di più.
    Vi chiedo di spezzare questi sigilli ed in cambio condividerò parte del mio sapere con voi.”


    Conoscevo i Darcia. Potenti, certo, abbastanza da fermarmi con il semplice suono del loro nome. Se anche avessi avuto intenzione di muovere un solo dito in aiuto di quella cosa terribile, il semplice accenno al loro nome mi avrebbe fatto desistere. Sapevo che negli annali si parlavano dei dissapori con un indovino, scomparso dopo una profezia scomoda da Najaza senza lasciare traccia. Che quell’aspetto mostruoso fosse soltanto uno degli effetti della vendetta dei Darcia o no, qualche pezzo del puzzle cominciava a scattare nella mia mente. “Ecco cosa accade a chi pensa di dominare cose più grandi di se stesso: il tempo, il futuro, il destino”. Quella amara considerazione mi fece stringere ancora di più la mano sull’elsa della spada, sperando che mi desse un po’ della chiarezza luminosa di cui portava il nome. Quell’indovino sembrava una cosa altrettanto grande, qualcosa che non dovevo commettere l’errore di sottovalutare.

    "La Signora resterà qui con me. Voi baderete ai sigilli."

    Quello che aveva tutta l’aria di essere un ordine non richiesto mise a dura prova la mia risoluzione di mantenere la calma, incrinando il sottile strato di ghiaccio che teneva sotto controllo le mie emozioni come una cupola contenitiva. Lo sguardo compiaciuto di Mens mi fece ribrezzo quanto e più del Ragno. Veniva trattata da ospite d’onore per quel teatrino, eletta a complice di un piano perfetto. Era ormai evidente che volesse arrivare esattamente lì, e che non volesse farlo da sola. Il cielo solo sapeva con che razza di sigilli i Darcia avessero deciso di confinare il Ragno nei meandri dell’Amnos, e dubitavo che una signora anziana potesse spezzarli da sola.

    “In ogni caso non avete alcuna fretta di darmi una risposta. Ho provveduto a trasformare l'uscita in un dedalo infinito. Non vi è possibile uscire in alcun modo. Io ho l'intera esistenza per attendere una vostra risposta. E voi?”

    La mia mente corse pronta al semplice tratto di sanguigna lungo le pareti; sarebbe stato sufficiente a vincere le illusioni del Ragno? In fondo, si trattava di qualcosa di fisico e tangibile. La sottile speranza si infranse altrettanto rapidamente realizzando che i poteri del Ragno riuscivano a farlo entrare in connessione con anime e menti, e che avrebbe tranquillamente potuto alterare le nostre percezioni anche di una cosa concreta come i segni di sanguigna. Quasi sperai che quel segno rossastro diventasse una vena pulsante e che l’Amnos prendesse vita, inghiottendo il Ragno e consumandolo come una preda fino al midollo. Giocava come il gatto fa col topo, certo del fatto che non essendo immortali avremmo dovuto cedere al suo ricatto. Ma era una richiesta che non avevo intenzione di prendere in considerazione, e tantomeno avrei fatto qualcosa controvoglia per qualcosa che non volevo ottenere. La mia parte di studioso era solleticato dalla conoscenza, era inevitabile, ma il Ragno parlava di verità che non ero propenso ad ascoltare.

    “E così ci hai fatti chiamare perché da solo non sai come uscire da questi sigilli e ti serve tutto il nostro aiuto. Si dia il caso che io non sono concorde con la sua intenzione di essere liberato; magari la sbagliata interpretazione di una profezia è solo una scusa e magari potrebbe pensare che la conoscenza di tutto sia un ottimo premio, ma ritengo che la mia vita non valga la possibile distruzione di questo presidio e chissà, di tutto Endlos.”

    Curtis rispose senza esitare, prendendo una posizione salda che sentivo di condividere con tutto me stesso. Lo stomaco mi si attorcigliò, considerando che non avevo idea di che impatto una creatura del genere avrebbe potuto avere sul Semipiano una volta liberata.


    “Beh, avendo abbracciato il mio destino, ormai, accetterei volentieri quella proposta fatta in precedenza. Magari mi perdo qualcosa che rischierebbe di tormentarmi per il resto dei miei giorni.”

    Considerai l’ipotesi di lasciare la grotta deserta, trascinando con me i gentiluomini del Nord, concedendo della privacy allo sprovveduto per la sua estasi con il Ragno, quando la lucidità e la freddezza che cercavo disperatamente di impormi mi fecero scorgere tutto il coraggio e l’ironia nel fiero rifiuto di Winbringer alla proposta del Ragno. Lo ammirai per questo, ed anche se la mia decisione era ormai presa e si depositava dentro di me come un’ancora che cala nell’acqua scura prima di toccare il fondale mi decisi a parlare ancora: avevo bisogno di altri elementi per comprendere come agire al meglio per tenere quell’abominio al suo posto e per portare gli altri che erano con me a rivedere la luce del sole.

    “È un patto senza senso, in questi termini. Non mi interessa conoscere una porzione di una conoscenza più grande, una parte arbitraria che potrebbe tranquillamente alterarne il senso” , cominciai. “E senza altre informazioni, non muoverò un dito, non di certo per quello che è più un ricatto che un patto”. Estrassi la spada dal suo fodero, lentamente, silenziosamente. Il Ragno avrebbe anche potuto essere potente ed in grado di tenerci lì per sempre, ma era evidente che voleva qualcosa disperatamente e che senza di noi non l’avrebbe ottenuta tanto facilmente. Stare dalla parte giusta della lama mi fece riacquistare un po’ di forza e fiducia. Era confortante non sentirsi del tutto disarmati. Sollevai lo sguardo sulla faccia mostruosa del Ragno. “Specie per guadagnare della conoscenza ottenuta a scapito di vite innocenti”, sputai fuori, pieno di bile. “Non ho rispetto per chi non si fa scrupoli a togliere la vita a un bambino” , continuai, muovendo un passo in direzione del corpicino ai piedi del Ragno, lo sguardo ferito rivolto verso il basso. Alzai nuovamente il mento, raddrizzando le spalle e stando dritto contro quella cosa.
    “Magari agli altri potrà anche sembrare una proposta onesta”
    - dissi con un sogghigno sardonico di chi non crede a metà delle parole che sta dicendo - “e saranno liberi di scegliere per loro stessi, ma a me non sta bene per niente. Quindi, ora, ritratteremo il nostro patto, in modo che sembri almeno tale: ti porrò adesso le mie domande, e se le risposte saranno sincere e mi soddisferanno, forse prenderò in considerazione la tua richiesta. Altrimenti non mi farò problemi a condividere questa grotta con il signor Winbringer per la porzione di eternità che ci spetta.”

    Il Ragno avrà pure avuto l’immortalità, ma io avevo ancora la mia integrità e la mia capacità di ragionare intatte. E mi ci sarei aggrappato fino al mio ultimo respiro.







    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia:
    100%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
    -



    Edited by GreyFox - 2/10/2020, 02:43
     
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    I
    l mostro trattava con loro con assoluta imperturbabilità. Nessuna delle loro reazioni aveva potuto turbare l’orrenda seraficità del suo volto, delle sue movenze, della sua voce. Nessuna minaccia palese, nessuna violenza verbale percorreva l’aria immobile della grotta. Veniva quasi da iniziare a sentirsi a proprio agio… La parte più semplice di Kiryll si sentiva irragionevolmente sedotta da quell’apparente affabilità, come un insetto dalla luce di una candela. Sarebbe sato così rassicurante iniziare a considerare il Ragno come una persona qualsiasi, come qualcuno conosciuto in un salotto, dall’aspetto magari di primo acchitto inquietante, ma che in fondo non domandava nulla di irragionevole, o sbagliato. Tenere presente tutta l’aberrante mostruosità della sua natura e della situazione era scomodo, era doloroso, per la mente. Sarebbe davvero stato così sbagliato iniziare a trattarlo come lui trattava loro, con normale garbo?
    « Negli ultimi decenni, purtroppo, ho avuto a che fare solo con barbari e mercanti provincialotti. Tutte conversazioni poco stimolanti. »
    Erano palesi lusinghe, ma che male ci sarebbe stato se Kiryll si fosse concesso di cascarci un poco, di sentirsene blandito? Di stare al gioco? Stare al gioco è facile; tener testa, sollevare obiezioni, è faticoso, è logorante. E forse alla fine sarebbe stato pure inutile…
    « Ho trasceso il concetto di uomo e donna da secoli. Così come ho ritrovato il reale piacere della conoscenza durante la mia vita. Per quanto riguarda i piaceri della carne, però, ne ho appresi di differenti… Signor Curtis, gradirebbe conoscerli in mia compagnia? »
    Quel differenti sbatté in faccia di nuovo e una volta per tutte l’intima mostruosità dell’essere che li aveva attirati nella sua tana. Un’ondata di ribrezzo attraversò violentemente il ragazzo, mentre nella sua mente si presentavano immagini di orridi banchetti di carne. Come a confermare le sue sensazioni, in quel momento il Ragno mosse la mano grifagna sul mucchietto di pelle e ossa raggomitolato ai suoi piedi, nella nauseante parodia della carezza di un genitore. Il corpicino trasalì e poi fu immobile; un tremolio traslucido dell’aria lasciò la vuota spoglia e si ricongiunse con la sagoma del mostro.
    « Problema risolto. »
    « Oh, io non credo proprio... »
    La voce di Elay vibrò carica di sdegno, come il basso ringhio di un cane, e forse il Ragno neppure se ne accorse. Ma Kiryll sì, e sentì in quel momento che i sentimenti del gruppo erano unanimi nell’ostilità per il mostro. Al suo fianco, Göstaff era livido come un morto, sembrava sul punto di svenire sopraffatto dall’intensità del disgusto e dell’orrore che doveva dominarlo. Il cadetto non poteva dirsi molto più tranquillo, ma il benefico effetto della risata di poco prima continuava a distendergli i nervi.
    Un secondo sfarfallio attraversò lo spazio della grotta e scomparve sotto la pelle del Ragno. Aveva attraversato un grande spazio in brevissimo tempo: evidentemente proveniva dallo zanzuki. In quello stesso momento Onana si trovava da sola con un corpo privo di vita. Kiryll non poté non chiedersi se l’anemica madre con cui avevano parlato fosse viva quando l’avevano incontrata, oppure se si trattasse già di un fantoccio svuotato, che il Ragno aveva riempito di un brandello della propria anima per dargli una parvenza di volontà.
    Questo dubbio ne richiamava uno più vasto, e per certi versi più pressante: quale fosse la reale portata dei poteri del mostro. Se aveva potuto dominare madre e figlio, sarebbe stato in grado di fare lo stesso con loro? Il ragazzo scoccò un’occhiata preoccupata a Mens: l’anziana, che nel rifugio di ghiaccio dove l’avevano conosciuta era sembrata avvolta da un’aura di superba volontà e risolutezza, dal loro ingresso nella tana del mostro si era come andata rimpicciolendo, ed ora pareva quasi pronta ad accucciarsi vicino a Jung ai piedi dell’orrido essere. Tutta la sua figura era protesa verso il Ragno eretto al centro del cerchio di rune luminescenti, quasi a venerarlo, la schiena curva, le dita che nervosamente si stropicciavano l’un l’altra nell’ansia di andare in fondo a quella conversazione. La sua voce, nell’esortare il mostro a proporre loro il proprio patto, era penosamente rotta da una servile bramosia.
    Patetico era il confronto con il mostro: quello se ne stava immobile, imperturbabile, e prese a raccontare con voce misurata:
    « La famiglia Darcia mi ha rinchiuso in queste grotte, attraverso tre differenti sigilli, uno per il corpo, uno per la mente ed uno per lo spirito. Una profezia sbaglia, e niente di più… Vi chiedo di spezzare questi sigilli ed in cambio condividerò parte del mio sapere con voi. – E così, il mostro era prigioniero. Questo il primo pensiero di Kyrill. Ma quanto fitte erano le maglie di questa prigione? Corpo, mente e spirito… Non poteva andarsene, non poteva morire. Ma un qualche tipo di potere lo poteva esercitare, se era stato in grado di dirigere le proprie esche per attirare loro in trappola… – La Signora resterà qui con me. Voi baderete ai sigilli. In ogni caso non avete alcuna fretta di darmi una risposta. Ho provveduto a trasformare l'uscita in un dedalo infinito. Non vi è possibile uscire in alcun modo. Io ho l'intera esistenza per attendere una vostra risposta. E voi? »
    Ecco la risposta. Il suo dominio era il labirinto di cunicoli, e su di esso poteva stendere la sua influenza illusoria. Erano prigionieri di un prigioniero. La situazione aveva una sua ironia: il Ragno era al tempo stesso vittima e signore del budello sotterraneo, al centro della sua tela esso esercitava il proprio potere, ma vi era bloccato da uno più grande del suo.

    I Darcia… Allan Darcia era un suo compagno all’Accademia. Lo doveva aver incontrato non più di due settimane prima, in un salotto. L’idea che la famiglia di quel conoscente, che faceva parte del mondo consueto della società di Najaza, fosse tramite fili misteriosi legata a quell’orrido essere nascosto sotto roccia e ghiaccio nella landa nordica, era qualcosa di sconcertante. E così, gli antenati di Allan avevano avuto a che fare con il Ragno... Il mostro doveva aver pestato loro i piedi, e la potente famiglia lo aveva schiacciato con le leve del proprio potere, seppellendolo lassotto, per sempre.
    L’aspetto deforme dell’essere era anch’esso parte della vendetta dei Darcia? O gli avi di Allan avevano visto il proprio riflesso in quello stesso lucido cranio senza occhi, in mezzo alle sete e ai velluti del loro salotto, mentre trattavano il compenso di una profezia?
    La voce stentorea del signor Winbringer interruppe il filo delle domande di Kiryll:
    « E così ci hai fatti chiamare perché da solo non sai come uscire da questi sigilli e ti serve tutto il nostro aiuto… »
    Il ragazzo si portò una mano alla fronte. Smise di ascoltare; sentì prepotente tutto il suo desiderio di uscire da quella grotta, dimenticare quella brutta avventura… gli sembrava di aver messo un piede in fallo appena oltre la soglia di casa. Quell’episodio non aveva niente a che fare con il suo Tour. Aveva creduto che deviare dal cammino per calarsi nelle tenebre e trarre in salvo un innocente sarebbe stato perfetto, l’immagine lo aveva sedotto. Ma le cose non erano andate come se le era immaginate… non si era trattato di piantare la spada in mezzo alla dozzina di lucidi occhi simili a biglie di un mostruoso aracnide, o magari venire ferito. O magari anche morire. I gesti eroici sono in qualche modo facili, persino quando si tratta di giocarsi la vita… basta che tutto si risolva velocemente.
    Lì invece, nulla era veloce. Erano finiti invischiati, intrappolati, nella ragnatela di quel creatore di inganni; Kiryll quasi sentiva la sensazione fisica sulla pelle dei viticci appiccicosi che lo intralciavano, e gli veniva voglia di dimenarsi, buttarsi a terra, fare una capriola, qualsiasi cosa pur di rompere quella paralisi.
    « È un patto senza senso, in questi termini… una parte arbitraria… senza altre informazioni, non muoverò un dito… »
    Una conversazione interminabile, che il ragazzo intuiva con sconfortante certezza che non sarebbe arrivata a nulla. Cosa potevano sperare di ottenere, in un confronto verbale con quell’essere? Per quante domande gli avessero posto, per quante astuzie avrebbero cercato di opporre alla sua, era ovvio, al cuore del ragazzo, che lui e solo lui, era padrone della ragnatela, e ogni loro parola suonava come il ronzio delle ali di una mosca intrappolata.
    « …ora, ritratteremo il nostro patto, in modo che sembri almeno tale: ti porrò adesso le mie domande, e se le risposte saranno sincere e mi soddisferanno, forse prenderò in considerazione la tua richiesta… »

    Fare qualcosa, rompere lo stallo, qualsiasi cosa. Sentiva sotto il pelo dei discorsi degli altri che tutti volevano fare la stessa cosa, sfoderare le armi, usare la tangibile e rassicurante violenza dei loro muscoli contro il mostro. Ma qualcosa li tratteneva, esitavano… Avevano paura di scoprire che nulla potevano contro di lui, preferivano indugiare nel dubbio.
    Per un attimo Kiryll fu sul punto di sguainare la spada e tentare un disperato fendente contro il Ragno. Le sue dita cercarono l’impugnatura fasciata di cuoio… Ma, in quella, sentì al polso la stretta della mano di Göstaff. Alzò gli occhi, ed incontrò quelli del suo maestro. L’uomo era pallidissimo, la fronte sudata, ma un briciolo di buonsenso luccicava in fondo al suo sguardo. Il ragazzo capì: bisognava tentare la strada di Elay e Curtis, un attacco frontale doveva essere solo l’ultima spiaggia.
    Il cadetto sospirò, rimase fermo. E in silenzio. Inutile aggiungere altro, per ora avrebbe seguito lo sviluppo della conversazione, restando pronto ad ogni evenienza.





    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Teso e irrequieto
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Molto turbato
     
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    Il Ragno, il vostro interlocutore, o interlocutrice, dato che non si è ancora compreso il sesso della creatura, appare estremamente tranquilla. Come vi ha anticipato, l’eternità è la sua punizione, e forse anche la Conoscenza, da arma è divenuta una lama puntata alla sua gola dalla famiglia Darcia.
    Curtis, animato da una certa curiosità e voglia di rivalsa è il primo ad interfacciarmi con il mostro.
    E’ esatto. Da solo non posso spezzare i sigilli. Posso estendere la mia influenza nelle grotte e nei suoi dintorni, ma i sigilli richiedono abilità ed uno sforzo che mi è precluso da questo circolo runico.
    Lo indica con la mano artigliata. Non si fa problemi a spiegarvi chiaramente i suoi limiti. Come se sapesse che questo dettaglio non gli si ritorcerà mai contro. Come se sapesse che questa concessione è necessaria al disegno che i ragni le hanno mostrato.
    Signor Curtis, io non ho intenzione di mentirvi. Non ne ho la necessità. La mia colpa è banale, ma l’offesa è stata rivolta contro una famiglia troppo potente. Mi sono illuso di poter stravolgere le gerarchie e questa è la mia punizione.
    La tranquillità con cui vi spiega il suo punto di vista, la sua storia, è quasi disarmante. Aggiunte poi che resta lì in piedi, immobile, solo di tanto in tanto sfiora con gli artigli ora questa ragnatela, ora un’altra. Capta informazioni. Legge futuri differenti. La conoscenza è la sua arma, ma anche la sua dannazione.
    Mi state attribuendo poteri e scopi che non mi sono propri. Ho trascorso secoli a leggere futuri differenti. Ma la mia punizione mi ha trasformato in una Cassandra.
    Io devo essere liberata. Sette sono i seggi vacanti. E presto un disastro temporale si abbatterà sul Semipiano.
    Io ho un ruolo. E devo svolgerlo.
    E’ un mio dovere verso il futuro.

    Sembra particolarmente seria in questo frangente, crede in ogni singola parola detta. In fondo in fondo, sembra quasi convincente. Razionalmente il dubbio è doveroso: se è vero che si tratta di un indovino così portentoso, potrebbe svoltare il destino del semipiano. In che modo, però, è tutto da vedere.
    Signor Curtis, se gradisci assaporare passioni differenti, non devi che attraversare questo cerchio. Sarà mia premura mostrarti di cosa sono capace.
    E torna a mostrarti quel sorriso deforme. Il suo invito resta valido, sta però a te compiere la prima mossa. Potrebbe trattarsi di un’esperienza mistica di unico genere.
    Elay, più pratico e pragmatico, meno interessato ad accoppiamenti mistici, sfida la creatura con abile dialettica. Alle tue recriminazioni riguardo la morte di un bambino e di una madre, la creatura risponde con una risata cristallina, che rimbomba nella grotta generando degli echi distorti e grotteschi.
    Mai ho tolto una vita con queste mani.
    E la voce del Ragno, non è più la sua, ma della madre di Jung. Stesso tono, cadenza, identica.
    Se voi umani vi lasciate attirare da lucciole di anima, non è una mia colpa.
    Ed infatti se ora ben osservate il corpo del bambino, questo comincia a scomporsi in piccoli nugoli di ragnetti che risalgono le ragnatele e cominciano a tesserne di nuove. Probabilmente lo stesso sta accadendo nello zanzuki. Vi siete interfacciati con fantocci, vuoti contenitori di frammenti di anima del mostro. Una tecnica negromantica nemmeno così complessa.
    Anche chi vi ha preceduto, mai è perito per mia mano. O per sua scelta o per mano d’altri. La mia coscienza è pulita.
    E continua a sembrare così dannatamente sincera, da mettervi il dubbio che si tratti di una santarellina.
    Alla presa di posizione finale, più che il Ragno, reagisce Mens. L’anziana Signora, che sin ora è rimasta in silenzio, si volta verso di voi con fare quasi disgustato, per non dire stufato.
    Cari Ragazzi! Smettetela di frignare e trattate il Ragno con la giusta reverenza che gli è dovuta!
    Davanti a noi ci sono gli Occhi e le Orecchie di tutto il Semipiano. Solo al suo sguardo le nebbie del futuro si dissipano.

    Che descritta così, poi, il Ragno sembra veramente una qualche entità superiore da venerare, più che ignorare.
    E’ nostro d-o-v-e-r-e aiutare il Ragno ad uscire dalla sua prigione, così da poter finalmente asservire al suo Futuro!
    Mens, sin ora controllata, di colpo sembra una sorta di invasata fedele. A giudicare da quello che vi dice, è ovvio, che la sua presenza in questa grotta non sia un caso, ma anzi una scelta. Sicuramente l’ansia signora avrà un ritorno personale da tutta questa storia.
    Ed è il Ragno a riprendere la parola ammonendo con un gesto della mano la Signora, che tacitamente china il capo e resta in silenzio.
    Signor Vos, Nobile Gyllenstierna e suo accompagnatore, se quello che chiedete è un patto differente, fate pure la vostra richiesta.
    Come vi ho detto, non c’è alcun problema di tempo.
    Ponete le vostre domande.
    Fate le vostre richieste.
    Il Ragno è qui anche per voi.


    Angolo del QM #8
    Continuano le contrattazioni con il Ragno. Questo cerca di spiegarvi un po' il suo punto di vista, e per quanto vi pare sembra sincero e non vi sta raccontando frottole. Pare che si sia inimicato qualcuno di troppo potente e questa è la sua eterna punizione. In ogni caso l'indovino vi parla di Sette seggi vacanti e di un disastro temporale che si sta avvicinando, informazioni legate alla trama globale di Endlos.
    In conclusione il Ragno sembra essere accomodante nei vostri confronti. Se volete un "contratto" diverso, basta chiedere.

    Per qualsiasi cosa scrivetemi pure senza problemi o utilizzate il bando.

    Scadenza: 28/10/20
     
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32 replies since 5/5/2020, 19:51   713 views
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