[Quest] Patti e Catene

Ascesa dell'Ofiuco

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    Zanzuki


    Il semipiano è un luogo bislacco per sua natura. E’ una masnada di diversità che con il passare dei mesi, anni, secoli, si integrano e si fondono creando un’armonia stonata che in qualche modo, però, funziona.
    Il semipiano, però, è anche per sua natura formato da un crogiolo di leggende, superstitizioni e superstiti che portano la storia dei propri mondi. Quindi, tra queste terre, sentirete parlare dei munacielli, spiriti giocosi di un antico semipiano, oppure le fate di luce, antica leggenda elifica, o ancora XO-99s-1858! un essere informatico con capacità simbiotiche che si dice punisca coloro che compiono oscenità via web-cam. Insomma, se esiste un racconto reale, una leggenda, o una storia è molto probabile che qualcuno qui su Endlos la conosca e ve ne possa parlare.
    Il Nord, da questo punto di vista, è probabilmente il Presidio che più si presta da questo punto di vista. Sarà il freddo, sarà l’arretratezza, sarà la maggior probabilità di piovere nel settentrione, fatto sta che i vari villaggi, anno dopo anno, tramandano tradizioni arlecchine, sempre variegate, che mescolano l’autoctono e lo straniero in una danza dissonante.
    Una delle leggende più antiche, forse, è quella dello spirito della neve, antica creatura fatta di acqua e rancore che si aggira durante le tempeste predando sventurati viaggiatori. Si dice abbia zanne di ghiaccio, diverse centinaia di occhi cangiati ed una coda che ricorda la forma di un fiocco di neve. Lo spirito brama i suoi nemici, li osserva facendogli percepire la sua presenza, li pedina per ore sino a costringerli allo sfinimento. A quel punto si palesa ed il suo benvenuto è un banchetto di morte.
    Vi giro che è così! Io sono sopravvissuto allo Stampoch!
    Che avete compreso tutti essere uno dei tanti nomi dello spirito della neve.
    Vi trovate in quello che è il parallelismo di un’oasi nel deserto: un circolo di blocchi di ghiaccio disposti a semisfera, insomma un grosso igloo nell’eterna distesa ghiacciata. Questi luoghi, chiamati zanzuki, nella lingua locale, sono dei comodi rifugi per qualsiasi viaggiatore sorpreso da una tempesta o dallo Stampoch di turno. Ogni zanzuki, rigorosamente, ha una matrona facente parte di una vecchia discendenza inuit. Sono tutte donne, la pelle appena olivastra, lunghi capelli neri ed occhi color del mare. Si dice che non invecchino, probabilmente per il grasso di balena che trangugiano come fosse frullato, o meglio per qualche incantesimo che le pervade. Inoltre nessuno ha mai visto una matrona fuori dal suo zanzuki, mistero. La matrona che vi ha accolto, via via che la tempesta infuriava sempre più, si chiama Onana ed è piuttosto accomodante e ciarliera. L’igloo è grande come un piccolo appartamento, uno spicchio di luna è diviso dall’ambiente principale tramite una serie di tendaggi sospesi con corde, si tratta delle stanze degli ospiti. La camera principale, quella in cui vi trovate, è un grande ambiente coperto da pelliccia di lupo; al centro c’è un focolare in cui sta cuocendo una minestra dall’odore grasso, unto e bisunto.
    Onana, avvolta nelle sue pellicce, continua a narrarvi di come sia riuscita a sopravvivere all’attacco del suo zanzuki da parte di uno Stampoch.
    Ho dovuto dar fondo a tutta la mia magia!
    Continua a raccontare girando la minestra o ravvivando il fuoco quando è necessario. Vi ha donato una pelliccia calda, ha riempito le vostre borracce d’acqua e presto vi offrirà la cena. Non chiede nulla in cambio se non una pacifica convivenza nel suo zanzuki. Presto la tempesta di ghiaccio passerà ed ognuno di voi potrà riprendere il proprio cammino.
    Miei cari ospiti quello che vi sto preparando è una minestra di bestia strisciante; abitano il complesso di caverne dell’Amnos, non troppo lontane. Il segreto sta nel cucinare la carne per almeno due giorni…altrimenti è velenosa e troppo saporita!
    Squilla la voce della matrona mentre si alza e recupera da uno dei rari mobili addossati alle pareti dell’igloo quelle che sono delle scodelle; sei scodelle. Eppure attorno al fuoco, oltre la matrona, siete in quattro.

    Angolo del QM #1
    Salve e benvenuti in questa nuova avventura!
    Come avete potuto leggere vi trovate tutti in una specie di igloo che funge da oasi per i viaggiatori dell'eterna distesa di ghiaccio, vicini le grotte dell'amnos. Liberi di decidere il motivo per cui vi stavate spostando, siete stati sorpresi da una tormenta che presto si è trasformata in una tempesta di ghiaccio, per fortuna che avevate a portata di mano il grande igloo, struttura comune nel Nord.
    Vi ha accolto la matrona, strana creatura preposta a vegliare su questo luogo, ed è pronta per servirvi la cena.
    Sentitevi liberi di decidere da voi cosa avete condiviso con gli altri presenti e da quanto tempo tempo siete arrivati (da qualche minuto o ora); a seconda del tempo di permanenza potete dare da bg un maggior numero di informazioni condivise tra voi. Vi consiglio di utilizzare la bacheca, MP o il gruppo telegram per organizzarvi da questo punto di vista.
    E niente, per ora è solo un giro introduttivo/di presentazione se non considerate il pericoloso tentantivo di avvelenamento con la zuppa di rettili!
    Vi lascio una scadenza teorica, ampia, che vi chiedo di rispettare. Se doveste avere problemi, basta farmelo sapere e non ci son problemi a dare proroghe.

    Buon divertimento!


    Scadenza: 15/05/20
     
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    K
    iryll correva a perdifiato su per l’angusta tromba delle scale a chiocciola, appoggiandosi con la manina al pilastro di pietra centrale perché ormai già gli girava la testa. Dal basso, lo inseguiva l’eco della voce del suo precettore:
    « Signorino! La lezione non è ancora finita, signorino! »
    Ma Kiryll non pensò neanche per un attimo di fermarsi. Voleva vedere!
    Con il fiatone e i piedi che gli si incrociavano sotto le ginocchia, arrivò finalmente in cima, sbucando dal vano della guardiola sull’ampia terrazza della torre. Al suo arrivo, i due soldati che montavano la guardia, intabarrati nei loro giacconi imbottiti e avviluppati in una sonnolenta indifferenza, gli lanciarono un’occhiata.
    Appena lasciato il riparo della guardiola, un vento tagliente lo investì in pieno, infilandoglisi in un istante sotto tutti i vestiti e facendolo rabbrividire violentemente. Si strinse nella giacchetta di broccato scarlatto e si diresse verso il parapetto della torre, vicino a dove stavano i due soldati. Il cielo era di quel grigio chiaro che per il bambino era il suo colore naturale, e piccoli fiocchi di neve soffiati dal basso verso l’alto dalle selvagge correnti si depositavano sui lastroni del pavimento. L’ululato dell’aria soffocò i richiami che continuavano insistentemente a provenire dalla base della torre: « Signorino, signorino… »
    Kiryll si aggrappò con le manine al bordo della merlatura, si issò su, e si agganciò con le costole, in modo da potersi sporgere. Vide, di sotto, le cupe vie della città, con le sue case e i suoi cortili, sfuggire in pendenza verso il basso, fino al limite estremo del blocco di roccia volante. E oltre, più in basso ancora, il suolo. La bufera di neve arrivava da nord, una gigantesca massa lattiginosa che correva sulla pianura, inghiottendo ogni cosa. Il bambino era arrivato giusto in tempo per assistere allo spettacolo della gelida perturbazione che passava silenziosa al di sotto di Najaza, facendo scomparire ogni cosa, e dando l’impressione che la sua città non si librasse a qualche centinaio di metri da terra, ma fosse sperduta in un cielo bianco senza confini né punti di riferimento…
    « Chissà com’è starci dentro… » si chiese il bambino, senza accorgersi di aver parlato ad alta voce. Gli rispose la voce catarrosa di una delle due guardie: « Spera di non scoprirlo mai, ragazzo. Un mio amico è uscito vivo da una di quelle bufere, e mi ha detto che secondo lui è così che dev'essere, l’Inferno. »
    Due robuste braccia lo presero sotto le ascelle e lo deposero al sicuro sul pavimento. Allora Kiryll si rese conto che, stranamente, la sensazione di nausea e vertigine non era ancora passata. Era peggiorata, in effetti. Il bambino provò ad afferrarsi al parapetto, ma cadde sulla morbida e gelida pietra…

    « Signorino! Signorino! Kiryll! »
    Kiryll aprì gli occhi. Bianco, ovunque. Riconobbe il volto di Göstaff chino su di lui, i bei baffi trasformati in ghiaccioli. Una sensazione di torpore infinito gli invadeva le membra, perché lo aveva svegliato? Stava sognando… che lo lasciasse dormire!
    « Per tutti i Numi, se non mi fossi accorto che eravate scivolato dal cavallo! Che tragedia! Coraggio, tiratevi su, ho visto una luce poco lontano, siamo salvi! »
    Ci vollero parecchie esortazioni del maturo nobiluomo, con la voce che gli si faceva sempre più isterica e disperata, perché il ragazzo si decidesse finalmente a scacciare la sonnolenza e a farsi aiutare a rialzarsi in piedi. Vide allora che affondava fino al ginocchio in una coltre di neve sofficissima e per niente bagnata. Un vento feroce gli fischiava nelle orecchie, e attorno a lui nulla si distingueva al di fuori del suo accompagnatore e dei due loro cavalli, il manto scuro ricoperto da uno strato di cristalli gelati.
    Allora si rese finalmente conto di cos’era successo, e di quanto fosse andato vicino alla morte.
    « Mi pare che la luce fosse da questa parte… »
    Ragazzo e precettore si rimisero in marcia tirando i cavalli per le briglie, faticando a sollevare i piedi in maniera innaturale per avanzare nella neve. Inizialmente come un miraggio, una sagoma sempre bianca, ma di una consistenza diversa, iniziò ad apparire nel velo della tormenta, assieme ad un piccolo bagliore arancione. Piano piano, la macchia indistinta prese la forma di una cupola di ghiaccio, con un tunnel d’ingresso da cui proveniva il bagliore di una fiamma...

    « Miei cari ospiti quello che vi sto preparando è una minestra di bestia strisciante; abitano il complesso di caverne dell’Amnos, non troppo lontane. Il segreto sta nel cucinare la carne per almeno due giorni…altrimenti è velenosa e troppo saporita! »
    Kiryll spiò la muta espressione di sofferenza suscitata sul volto del suo accompagnatore da quelle parole. I baffi che si scioglievano gocciolando contribuivano a dare al nobiluomo un’aria ancor più miserabile.
    Il lancinante bruciore che gli era esploso in mani e piedi appena le estremità alle soglie del congelamento avevano preso a scaldarsi di nuovo andava calmandosi. Per fortuna avevano trovato quel riparo appena in tempo.
    All’interno, oltre alla strana donna che li aveva accolti e a quanto pareva abitava nello zanzuki, anche altri viaggiatori avevano trovato scampo dalla bufera, ma il ragazzo era ancora troppo intontito dall’ipotermia per fare caso al loro aspetto.



    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Semi-congelato
    Stato mentale di Kiryll: Intontito
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Semi-congelato
    Stato mentale di Göstaff: Straniato
     
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    ~ Tempesta ~


    Amnos • ???


    Ogni volta che si decanta un'impresa impossibile, o anche solo molto rischiosa, la prendo come una sfida, quasi fosse un invito a migliorare le mie capacità. Per carità, questo mi ha spesso spronato a spingermi oltre i miei limiti – sia fisici che mentali – ma prima o poi di sicuro mi ammazzerà. Vendere le spezie ricavate da chissà quale accordo dello Squalo Gigante a capitano della nave che mi ha accolto in questa dimensione, sarebbe stata sicuramente un'impresa non da poco. Già quando me ne parlava sulla sua nave, ho cominciato a fantasticare sulle meraviglie che avrei visto, sui misteri che avrei potuto svelare e le culture che avrei avuto modo di scoprire.

    A pochi giorni di viaggio dall'approdo, le sole sensazioni che sento, però, sono quelle di freddo e stanchezza. Il percorso non è per nulla clemente, vago dal tramonto all'alba per una zona di cui mi è stato detto non molto, di cui mi ha incuriosito molto il nome: Amnos. Il Capitano è stato gentile, mi sono stati lasciati alcuni vestiti più o meno adatti quelle temperature, ovviamente su mercantile di ibridi ho trovato solo stoffe pesanti che poco incontravano il mio gusto. Sono particolarmente larghe e troppo lunghe per vestirmi in modo consono, le braghe sono tenute strette in vita dai resti di una cima inutilizzabile per l'imbarcazione e arrotolati più volte per evitare di inciampare, tengo un'enorme giacca blu appoggiata sulle spalle che mi avvolge come un mantello.

    Vendere questa roba per il Capitano si sta rivelando più faticoso e lungo del previsto. Queste terre mi sembrano particolarmente desolate e inadatte, la gente di questi luoghi potrebbe essere poco interessata alla mia merce. Chissà perché mi ha spedito qui.

    Ho avuto modo di riflettere a lungo sui questi sentieri sperduti ricoperti di neve e ghiaccio. Sebbene non senta nostalgia di casa, intesa come ambiente familiare, mi mancano particolarmente le attività che potevo svolgere comodamente, senza preoccuparmi di sopravvivere. È senz'altro elettrizzante, ma a volte mi piacerebbe rilassarmi un po'.

    E chi me lo vieta?

    Già, in questo momento, in questa circostanza, sono io a dettare le regole.
    Riesco a trovare una piccola rientranza tra le rocce, che sembra ripararmi dal vento gelido del Nord. Mi siedo sul soffice manto di neve che si attacca un po' sui pantaloni, un brivido mi percorre la spina dorsale. Dalla sacca, tiro fuori con cura tutto l'occorrente per fumare e rapidamente arrotolo il tabacco. Mentre l'accendo e tiro delle timide boccate, il mio sguardo si perde nell'immensità del panorama.
    La mente vola estasiata, i rivoli di fumo accompagnano dei timidi fiocchi che si posano lenti al suolo, alimentando il manto del territorio circostante; a perdita d'occhio non si vede altro che neve e rocce. Se non avessi trovato riparo, sarei morto assiderato probabilmente entro sera: ogni minuto che passa nevica più rapidamente.

    Il tabacco arrotolato finemente ha ormai terminato la mia corsa e mi accingo a spegnerlo nel fedele contenitore per la cenere, quando mi rendo conto che la bufera preannunciata è ormai vicina.

    È ora di muoversi.

    Scatto in piedi attento a non scivolare e mi rimetto in cammino, a passo sempre più svelto. Alla prima occasione, una caverna o qualsiasi tipo di abitazione, mi sarei fiondato senza pensarci troppo. Sento sempre meno le mani ed i piedi, il naso quasi mi brucia, gli occhi faticano a restare aperti e vedere oltre il velo di nebbia. La tempesta ormai imperversa, sento delle voci in lontananza ma non riesco a distinguere le parole.
    Mi sforzo a cercare una qualsiasi fonte di calore o salvezza, gli occhi si fanno due fessure, i denti cominciano a battere.
    In lontananza c'è una luce fioca verso la quale, tremante, mi dirigo.

    Amnos • Zanzuki



    L'accoglienza in queste case di ghiaccio non è stata affatto male.
    Niente a che vedere col mio burrascoso risveglio nei mari dell'Ovest, comunque. Mi è stato dato un caloroso benvenuto in una curiosa struttura a cupola composta da blocchi di ghiaccio. Il mio sguardo rimbalza pareti concave dell'abitazione mentre mi si presenta Onana, una matrona – creatura particolarmente prolissa, ma tutto sommato piacevole. Riesco a riprendere calore rapidamente grazie alle soffici e calde pellccie che mi ha dato, e al fuoco davanti al quale ora sono seduto. Dopo essermi cambiato d'abiti, quindi, ascolto vagamente il fiume di parole da cui vengo investito, mi limito ad annuire contemplando il fuoco, senza badare troppo ad altri avventurieri che erano seduti con me.

    Miei cari ospiti quello che vi sto preparando è una minestra di bestia strisciante; abitano il complesso di caverne dell’Amnos, non troppo lontane. Il segreto sta nel cucinare la carne per almeno due giorni…altrimenti è velenosa e troppo saporita!

    Dopo aver raccontato con instancabile perizia ciarliera, dei fatti riguardanti una strana bestia dei ghiacci che ha attaccato la sua dimora per una manciata di minuti – che mi sono sembrate ore – finalmente accenna a cosa bolle in pentola. Soprassiedo molto volentieri sui tempi e le modalità di cottura per infilarmi qualcosa di caldo nello stomaco, ma forse la minestra di bestia strisciante non mi solletica l'appetito. Il mio sguardo si sposta dalla fiamma quando la loquace creatura si alza in piedi per recuperare le stoviglie. Mentre lei rassetta, ho modo di contare sei scodelle. Ora, sarà il freddo o la stanchezza, ma attorno al calderone riesco a vedere solo tre persone oltre me e la padrona di casa.

    Sono davvero un maleducato.

    Appoggio le mani sulle ginocchia, e lentamente mi alzo, schiarendo la voce e facendomi coraggio.

    Voi siete stata così gentile con me e io neanche mi sono presentato.
    Mi chiamo Dan, miei signori.




    Legenda
    Pensato
    Parlato | Parlato di altri
    Testo | Altro



    Recap
    Scheda
    Stato fisico: Infreddolito.
    Stato mentale: Calmo, riflessivo.
    Energia: 100%

    Equipaggiamento:
    Sacca | Coltello | Diario di bordo | Penna | Porta-tabacco | Accendino | Grimaldelli

    Abilità passive:
    Tasca dimensionale (Sacca) | Mi senti? (AntiAuspex uditivo e Scurovisione)

    Abilità attive:
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    Strada da Najaza verso la catena montuosa del Drago.
    Presidio Settentrionale, Endlos.



    Un dolore sordo continuava ad aleggiarmi nel petto. Erano giorni che cercavo di liberarmene, inutilmente. La strada che scorreva sotto gli zoccoli del mio cavallo mi era sembrata un’ottima soluzione, ma nel percorrerla non sentivo il sollievo che mi sarei aspettato. Tenendo ancora le redini con una mano, strinsi il bordo del mantello con l’altra e lo avvicinai al corpo, per proteggermi dal freddo dell’aria del Nord.

    Mi dispiaceva un po’ abbandonare la mia città e tutto ciò che mi era familiare, ma mi stavo lasciando alle spalle più cose negative che cose rassicuranti. Ad esempio, lo sguardo di mio fratello mi faceva sentire costantemente nauseato; lui continuava a sorridermi, cercarmi, parlarmi, come se tutto fosse normale, come se non mi avesse tradito. Chissà da quanto tempo Levi portava avanti quella farsa; c’era ormai così abituato che non lasciava trasparire nulla? Non ero sicuramente bravo quanto lui a nascondere che ero a pezzi. Lui, del tutto inconsapevole del fatto che lo avevo sorpreso con la donna che avevo intenzione di sposare, sorrideva; io, a pezzi per quanto mi si era presentato davanti agli occhi, mi chiudevo in ostinato e ferito silenzio.

    Non riuscivo più a sopportarlo, ma non era l’unico a mettere a dura prova i miei nervi. Mia madre che dolcemente mi chiedeva cosa avessi, il suo sospiro ferito quando lasciavo che rispondesse il silenzio. Mio padre, il nostro rapporto burrascoso e tutte le mie domande su come sarebbero potute andare le cose fra di noi se non avessi insistito a difendere sempre mio fratello a spada tratta. Gli amici all’Obelisco, che non riuscivano a capire perché stessi così, cosa mi fosse accaduto. E Lilith, ovviamente, che non avevo più voluto vedere dopo quanto accaduto. Avrei dovuto odiarla, provare rabbia e risentimento, eppure mi avvolgeva una coltre di tristezza, delusione e amarezza.

    Un po’ mi sentivo anche in colpa per essermi abbandonato all’illusione di una possibile vita futura tanto semplice e bella; tutto ciò che mi ci faceva pensare era insopportabile. Le nostre case, l’Obelisco della Spina, il giardino in cui l’ho baciata così tante volte…

    “No, non potevo restare.”

    La partenza era necessaria. Eppure non mi sarei aspettato di portare comunque tutto con me. La distanza non aiuta a dimenticare, forse, ma mi aiuterà a far passare del tempo prima di dover affrontare le domande e le discussioni che non ho voglia di sostenere.

    Ero diretto a Laputa, con un minimo di speranza sepolta nel cuore; che un’altra città sospesa potesse consentirmi un nuovo inizio, facendomi trovare intorno comunque qualche elemento familiare nonostante si trovasse in una regione così diversa da quella in cui ero nato e cresciuto.
    La strada che avevo scelto di percorrere costeggiava per un tratto la catena montuosa del Drago; ricordavo ancora le leggende che la balia raccontava a me e mio fratello su quelle montagne. Ne parlava come se fosse stata una creatura viva un tempo, forse proprio un vero drago, e di come le sue vene fossero diventate strade nella roccia, abitate da tante creature delle tenebre. Ho sempre pensato che esagerasse, che condisse le sue storie con molta della sua sciocca immaginazione, divertendosi a spaventare quello scapestrato di mio fratello per atterrirlo un po’ e diminuire la sua voglia di combinare guai. Io non avevo paura, sapevo che avrei potuto illuminare il cuore tetro delle montagne, se mai ci avessi messo piede. Rassicuravo il piccolo Levi quando la balia spergiurava che fosse possibile ancora sentire battere il cuore del drago, nelle profondità della catena montuosa. Di tanto in tanto, preso da attacchi di ira per qualcosa che avevamo combinato o semplicemente perché aveva avuto una giornata storta, mio padre ci minacciava di spedirci nell’Amnos, la prigione, il dedalo di spaccature nella roccia al di sotto della catena montuosa. Levi mi si stringeva accanto, e per rassicurarlo spesso gli dicevo sottovoce cose come: “Non avere paura; ti ricordi? È solo un vecchio drago morto da tempo; cosa hai da spaventarti, tu, che vuoi essere un cavaliere? I cavalieri non hanno paura dei draghi. Specialmente di quelli morti.”

    Mi riscossi dai ricordi e dai pensieri per prestare attenzione a ciò che mi circondava; l’aria si stava facendo più fredda, il respiro mi si condensava davanti al viso, la neve aveva ripreso a cadere. Sembrava che stesse per arrivare una tempesta in piena regola. Ero abituato al freddo e non mi dava chissà quanta pena, ma di certo sarebbe stato diverso dover affrontare una tormenta lungo la strada rispetto a quando mi bastava chiudere le imposte della mia camera ed attizzare il fuoco nel camino della lussuosa casa dove vivevo.

    Infastidito leggermente da questo contrattempo, spronai il cavallo perché andasse un po’ più veloce, muovendoci verso le montagne che si avvicinavano sempre più, alla ricerca di un riparo temporaneo. Per quanto il Nord sia tacciato come inospitale e aspro, ero sicuro che avrei trovato almeno un angolo protetto lungo la catena montuosa, o una umile casa di gente semplice. Non potevo certo aspettarmi il più caloroso dei benvenuti per un nobile di Najaza dagli abitanti che spesso erano bistrattati dai miei pari, ma avevo scelto dei comodi abiti da viaggio che mi avrebbero sì fatto passare per una persona agiata, ma avrebbero dato pochi indizi sulla famiglia da cui venivo. Con mia grande sorpresa, comparve una costruzione di ghiaccio lungo la strada; avevo solo letto dell’esistenza degli zanzuki, ed un po’ mi ero convinto che fossero uno dei tanti miti del settentrione. Feci rallentare il passo al cavallo, smontai e continuai ad osservare sorpreso la costruzione di ghiaccio con la coda dell’occhio. Assicurai la bestiola ad un palo sotto la tettoia accanto alla struttura, e la coprii con le pellicce che avevo a disposizione per fare in modo che non soffrisse troppo il freddo. Con passo titubante e sguardo indagatore mi rivolsi verso lo zanzuki.


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    Zanzuki.
    Presidio Settentrionale, Endlos.



    Una donna dai lunghi capelli scuri e gli occhi penetranti mi ha rivolto il suo benvenuto; neanche il tempo di realizzare che le matrone non fossero soltanto una storia inventata che mi sono ritrovato fra le mani una pelle di lupo. Mentre ringraziavo la donna con un cenno del capo per aver riempito la mia borraccia, ho dato uno sguardo all’ambiente circostante. Scostando due pellicce che servivano a dividere i vari ambienti della costruzione, ho realizzato di non essere il solo ad aver trovato rifugio nella stranamente accogliente struttura di ghiaccio. Un uomo era già intento a scaldarsi in quella che sembrava una stanza laterale rispetto allo spazio centrale in cui la matrona rimestava la sua zuppa.

    “Buonasera, viandante. Il tempo si fa agitato lì fuori, o sbaglio?”

    Sospirai, oltrepassando le due pellicce e rivolgendomi in direzione del viaggiatore. Rivolsi all’uomo un cenno col capo, poco incline alle chiacchiere ma non dimentico delle buone maniere; non potevo semplicemente ignorarlo. Pensai che venisse sicuramente da un posto con un clima molto più mite e che probabilmente non fosse abituato ai bruschi e repentini cambiamenti del tempo nel Nord.

    “Di poche parole, noto; è un piacere conoscerla, io sono Curtis Winbringer.”

    Vidi l’uomo farmi un inchino formale. Non sembrava un nobile dall’aspetto, ma dal gesto cortese intuii che fosse abituato ad avere a che fare con persone che apprezzano certi gesti affettati.

    “Magari lei è del posto ed è abituato a tale clima. Purtroppo non ho avuto il piacere di passare molto tempo qui al Nord, e mio malgrado dovrò tornare presto a Laputa.”

    Non potei fare a meno di prestare attenzione al discorso. Sperai che l’uomo non mi proponesse di fare la strada per Laputa insieme; non ero esattamente in vena di compagnia per il viaggio. Decisi di rivelargli di me il meno possibile, pur restando cortese, con un sorriso accennato sulle labbra.

    “Io sono Elay” , replicai, con un altrettanto cortese lieve inchino. “Sì, sono abituato al freddo, anche se è la prima volta che mi ritrovo direttamente in una tempesta di ghiaccio.”

    “Ah, quindi anche voi del Nord non siete abituati alle tempeste di ghiaccio! Mi hanno raccontato grandi storie di voi e di come ogni persona del settentrione valga come dieci del sud!”

    Feci una smorfia alle spalle dell’uomo che si avvicinava lungo le pareti della stanza di ghiaccio per recuperare una pelliccia supplementare; non mi interessavano le lusinghe e le dicerie.

    “Al momento ho degli affari che mi portano a Najaza, spero che questa tappa e la compagnia siano di reciproco beneficio.”

    Tirai un sospiro silenzioso, tornando a guardarlo.

    “Sicuramente trovare riparo dalla tempesta è provvidenziale.”

    Senza attendere una risposta, lo salutai con un cenno del capo e tornai nella sala principale, sperando di trovare un po’ di tranquillità. Con mio grande rammarico, sfuggii alla conversazione con il viaggiatore solo per trovarmi invischiato nel monologo della matrona. Per lo meno, lei non si aspettava che io rispondessi.

    Poco dopo altre persone entrarono nello zanzuki, uno solitario e due insieme; gli uomini che trovarono rifugio nella struttura mi sembravano via via più infreddoliti. Non conoscevo nessuno di loro, ma ho avuto come l’impressione che fossero tutti viaggiatori colti alla sprovvista dalla tempesta di ghiaccio. Lì per lì sembrarono non prestare particolare attenzione a chi fosse già nella struttura, fatta eccezione per la matrona che li accoglieva. La donna ha detto di chiamarsi Onana, ed è andata avanti a bofonchiare di come sia sopravvissuta ad uno Stampoch mentre riattizzava il fuoco.

    “Quasi comincio a pensare che possano davvero esistere creature simili… O la stanchezza del viaggio mi sta facendo avere le prime allucinazioni.”, pensai fra me e me.

    “Miei cari ospiti, quello che vi sto preparando è una minestra di bestia strisciante; abitano il complesso di caverne dell’Amnos, non troppo lontane. Il segreto sta nel cucinare la carne per almeno due giorni…altrimenti è velenosa e troppo saporita!”

    Mi sentivo quasi in colpa per non avere appetito; quella donna sconosciuta preparava il cibo da così tanto tempo e per colpa del mio stato d’animo io avevo una morsa allo stomaco che mi aveva completamente tolto l’appetito. Una parte della mia mente pensò che forse sarei stato anche più al sicuro, non potendo essere certo che la bestia strisciante stesse cuocendo effettivamente da tutto quel tempo. Ad ogni modo, fissai con ancora più attenzione la donna che offriva rifugio e cibo a dei perfetti sconosciuti, proprio nel momento del bisogno. Ero a metà fra il riconoscente ed il malpensante; lo zanzuki sembrava un rifugio troppo perfetto perché non fossi un po’ sospettoso. La osservai prendere le scodelle, qualcuna di troppo, quando un uomo si presentò.

    "Mi chiamo Dan, miei signori."

    Mi scostai leggermente dal cantuccio caldo in cui ero, per sporgermi nella sua direzione e presentarmi a mia volta, sperando di non riceve troppe domande in risposta.

    “Piacere. Io sono Elay.”




    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Stato fisico:
    Stanco, ma non particolarmente infreddolito

    Stato mentale:
    Pensieroso, emotivamente provato

    Energia:
    100%

    Riassunto:
    Elay lascia Najaza, città dove è nato e cresciuto, a causa di una profonda delusione d’amore; ha infatti sorpreso insieme suo fratello e la sua ragazza. Nessuno dei due amanti è a conoscenza del fatto che Elay li abbia scoperti; i genitori e gli amici di Elay non sanno neanche cosa sia accaduto e cosa abbia spinto il giovane nobile a partire alla volta di Laputa. Lungo la strada, Elay si trova a costeggiare la catena montuosa del Drago; per far fronte ad una delle solite tempeste del Nord, trova rifugio in uno Zazuki insieme ad altri viaggiatori.

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
    -




    Edited by GreyFox - 9/5/2020, 14:19
     
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    Strada verso Najaza ● Amnos.
    Presidio Settentrionale, Endlos.



    Il riflesso del sole sulla neve mi accecava e proseguire sul mio cavallo era un po’ difficoltoso. Il vento sferzava e sembrava quasi potesse strapparmi l’anima mentre mi trafiggeva. Mi ritornavano alla mente le parole del mio datore di lavoro del momento, un nobile di Laputa.
    “Ricordati, non sarà facile convincerli. Ho bisogno di quell’accordo commerciale a tutti i costi, nel caso di necessità conosci i miei fondi e sai quanto puoi spingerti.”
    Sarei dovuto andare a Najaza a convincere una famiglia di nobili per un accordo commerciale. Mi sono preparato per il viaggio ed informato il più possibile della famiglia di Najaza.
    Una tempesta sembrava in procinto di scatenarsi e dovevo trovare un rifugio, sapevo che in queste zone avrei potuto trovare uno zanzuki. Di lì a poco infatti ne ho trovato uno, non sarebbe stato facile accogliere un uomo palesemente estraneo ma confidavo nella calda accoglienza delle genti del nord. Il rumore dei miei passi sulla neve mi accompagnano all’entrata dopo aver assicurato il cavallo.

    hiclipart-com-10

    Zanzuki ● Amnos
    Presidio Settentrionale, Endlos.



    L’accoglienza della matrona Onana è stata veloce all’entrata nello zanzuki; ha ignorato i miei saluti formali ma senza sgarbo. Dopo aver avvisato dell’imminente tempesta mi dirigo più all’interno alla ricerca di calore. Dopo poco vedo la matrona accogliere un’altra persona alla ricerca di rifugio, un uomo alto dalla pelle chiara e dai capelli lunghi e neri mi si avvicinava, ho deciso di fare la prima mossa.
    “Buonasera, viandante. Il tempo si fa agitato lì fuori, o sbaglio?”
    L’ho visto camminare e rivolgermi un cenno con il capo, ho pensato era un tipo di poche parole e dal vestiario da viaggio sembrava venire dal nord. Restare chiuso in questo zanzuki con lui e la matrona sarebbe stato un inferno se non avessi provato a fare amicizia.
    “Di poche parole, noto; è un piacere conoscerla, io sono Curtis Winbringer.”
    Ho seguito un inchino formale alle mie parole, magari da destare una reazione e nel caso obbligare una risposta altrettanto cortese.
    “Magari lei è del posto ed è abituato a tale clima. Purtroppo non ho avuto il piacere di passare molto tempo qui al Nord, e mio malgrado dovrò tornare presto a Laputa.”
    “Io sono Elay. Sì, sono abituato al freddo, anche se è la prima volta che mi ritrovo direttamente in una tempesta di ghiaccio.”
    Un leggero sorriso forzato ed un lieve inchino cortese accompagnavano le sue parole
    “Ah, quindi anche voi del Nord non siete abituati alle tempeste di ghiaccio! Mi hanno raccontato grandi storie di voi e di come ogni persona del settentrione valga come dieci del sud!”
    Ho notato il poco interesse dei miei complimenti mentre mi approssimavo alla pellicce e prenderne una, il freddo si faceva sentire qui dentro anche se con lieve intensità.
    “Al momento ho degli affari che mi portano a Najaza, spero che questa tappa e la compagnia siano di reciproco beneficio.”
    Per non risultare troppo logorroico chiusi il dialogo, magari avrei potuto trovare un pretesto per parlare più tardi.
    “Sicuramente trovare riparo dalla tempesta è provvidenziale.”
    Elay mi ha salutato con un cenno del capo, non riesco a fare in tempo a ricambiare che mi ha dato le spalle e spostato nell’altra stanza. L’ho seguito subito dopo. Lo zanzuki si era fatto più affollato in seguito all’arrivo di altre tre persone e la matrona ha iniziato un interessante racconto su come si era salvata da uno Stampoch.
    “Miei cari ospiti, quello che vi sto preparando è una minestra di bestia strisciante; abitano il complesso di caverne dell’Amnos, non troppo lontane. Il segreto sta nel cucinare la carne per almeno due giorni…altrimenti è velenosa e troppo saporita!”
    Ha detto Onana rincuorando gli ospiti per l’imminente cena, anche se sapevo dell’accoglienza di queste persone mi sono sorpreso della tale calorosità.
    "Mi chiamo Dan, miei signori." fa uno degli ospiti.
    “Piacere. Io sono Elay.”
    “Buonasera signori, è un piacere conoscervi tutti, sono Curtis Winbringer”






    Energia:
    100%
    Riassunto: Curtis è partito alla volta di Najaza, una tempesta interrompe il suo tragitto facendolo entrare in uno zanzuki dove fa la conoscenza di varie persone oltre che della matrona Onana.

    Abilità passive:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista.
    [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]

    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari.
    [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]

    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari.
    [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]

    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico).
    [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]

    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali.
    [Difesa psionica Variabile: 2pt]


     
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    Zanzuki


    Onana è una buona padrona di casa.
    Prima di tutto ha accolto tutti voi con fare materno, vi ha aperto le porte della propria abitazione come se fosse un vero piacere, oltre che un dovere, una potente costrizione insita nella sua natura magica.
    Ha preparato per voi del cibo, di dubbia provenienza, ma in ogni caso cibo e sicuramente si tratta di cibo caldo e grasso, una combo che con una tempesta che imperversa, è quantomeno piacevole. Se avrete l'ardire di assaggiare la densa zuppa beige, in cui son sospesi pezzetti di carne verdognola, scoprirete che il sapore è quantomeno particolare, untuoso, allappa il palato e lascia un retrogusto salato. Non si può dire squisito, ma mangiabile.
    Come se non bastasse, poi, ha fornito a tutti voi della pelle di lupo, calda ed avvolgente; senza contare che il fuoco del calderone continua a bruciare rilasciando calore intorno il focolare, il fumo, invece, viene risucchiato in un foro in alto nel ghiaccio, così evita di affumicarvi tutti.
    E' una ricetta speciale!
    Onana torna da voi e vi porge una scodella a testa, cinque in totale data la presenza del tutore.
    Un attimo di pazienza e tornerò da voi.
    Vi dice tenendo l'ultimo piatto stretto tra le mani. La donnona zigzaga verso le tende che separano le "stanze" e si sporge dietro una tenda di un blu sbiadito. Sentite solo che si introduce con un formale "mia Signora" e poi parlotta fitta. Torna su suoi passi tutta sorridente visto che da dietro il cencio blu compare la figura di una donna anziana. Indossa un vestito dall'aria vittoriana di un color blu notte, una camiciola rosa antico che genera un contrasto piacere, sopra le spalle la pelliccia di un orso bianco. Indossa perle al polso ed ai lobi allungati dalla vecchiaia. Stringe un paio di occhiali da teatro che terminano, ancora, con una grossa perla di fiume. Il viso rugoso comunica una certa austerità, un rigore chiaro e palpabile, magari anche apprezzabile per qualcuno di voi. I capelli bianchi sono raccolti in una specie di torciglione alto dietro la nuca.
    Silenziosa si avvicina a voi e si accomoda nel cerchio di sventurati figli della tempesta.
    E' un piacere fare la vostra conoscenza, nobili viandanti.
    Il mio nome è Mens.

    La voce appena un po' acuta è tranquilla e puntuale. Compie un piccolo gesto cortese del capo verso ognuno di voi.
    Intanto Onana felice di aver raccolto tutti i viandanti intorno al tavolo riempie la prima ciotola che per anzianità volge alla neo-giunta signora. Questa ringrazia e poggia il coccio contro le ginocchia coperte da una gonna ampia, poco pratica dato il freddo, ma sicuramente ben abbinata al resto della mise.
    Onana continua a preparare i piatti che porta verso ognuno di voi. La sua sicurezza non ammette scuse, è chiaro che sarà pronta ad imboccarvi pur di farvi assaggiare almeno un cucchiaio della sua zuppa.
    Mens, percependo questo approccio da parte della matrona, o forse perchè già la conosce, visto che non sapete da quanto si trovi lì, si muove in anticipo. Recupera il cucchiaio, prende un po' di zuppa ed alza la mano a mezz'aria.
    Signori tutti, benvenuti a questa mensa. Ringraziamo Onana per le sue cure e le sue attenzioni. Accettate questo cibo e questa mensa e dimostriamoci tutti adeguati ospiti!
    Benvenuti!

    Sorride disegnando una tempesta di rughe sul viso, lo sguardo di cenere si poggia su di voi prima di avvicinare alla bocca il cucchiaio. Beve il brodo in un silenzio degno del galateo, non una sbavatura.
    Buonissimo.
    Ed Onana, contenta, un po' di scioglie davanti a voi. Sorride dando ancora una rimestata alla minestra per eventuali bis.
    Quali affari vi portano in queste lande? O quali imprevisti ha generato la tempesta per le vostre vite?
    Fa conversazione l'anziana Signora mentre si punta con l'angolo di un tovagliolo bianco i margini delle labbra.

    Angolo del QM #2
    Prima di tutto vi chiedo scusa per l'attesa, ma una serie di problemi lavorativi/familiari mi ha tenuto lontano dal pc per un po'.
    In ogni caso il turno dovrebbe essere abbastanza tranquillo, si aggiunge una Signora all'allegra comitiva mentre Onana vi serve una calda cena.
    Come al solito per ogni dubbio o perplessità scrivetemi pure :)


    Scadenza: 30/05/20
     
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    Verso Najaza ● Amnos
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    Il calore mi ha avvolto grazie alla pelle di lupo che ho indossato poco prima, l’arrivo di altre persone mi ha fatto pensare di aver scelto una strada trafficata. Mi sono rincuorato, non avrei dovuto passare tutto il tempo a parlare alla padrona di casa da solo. Saluto i nuovi arrivati con gentilezza ed un leggero inchino
    Con voce calma mi presento a tutti gli altri presenti:”Buonasera signori tutti, mi presento, sono Curtis Winbringer.” scandisco il mio nome con chiarezza ”in tanti ha sorpreso questa tempesta vedo.”dopo aver ascoltato le risposte degli altri mi sono diretto in direzione del focolare con varie sedie ma anche qualche tronco di albero, si vede che la padrona di casa non aveva abbastanza sedie per così tanti commensali. Ho trovato un posto per me vicino ad Elay chiedendo il permesso ed avendo solo un cenno, non ben chiaro, con il capo come risposta che ho preso come un assenso.
    Lo splendore delle lingue di fuoco attorno al calderone mi ha riportato alla mente i ricordi di una festa a Laputa dove dei mangiafuoco davano prova della loro bravura, uno sembrava quasi riuscire a formare la figura di una creatura alata.
    ”E' una ricetta speciale!”
    La voce di Onana ha spezzato il ricordo e l’ho vista porgermi una ciotola piena di questa zuppa, le ho dato uno sguardo e noto lo strano colore. Ho visto la padrona di casa portare la zuppa anche agli altri, infine con una zuppa in manoUn attimo di pazienza e tornerò da voi. si è girata e diretta tra le tende perdendo la sua figura poco dopo.
    Cercando di fare un po’ di conversazione mi sono rivolto ai due avventurieri che sembrano conoscersi e viaggiare insieme:”Una serie di affari portano la mia persona a Najaza. Voi, invece, cosa vi porta a percorrere quest…” non sono riuscito a finire la frase che Onana torna al fianco di una donna anziana, gli abiti sobri ed eleganti sotto la pelliccia di orso bianco attirano la mia attenzione, l’attempata signora sembrava avere un fare da donna di buone maniere.
    All’avvicinarsi dell’anziana donna mi sono alzato e con un leggero inchino le ho dato il benvenuto nella stanza mentre lei si avvicinava silenziosa accomodandosi nel cerchio attorno al focolare. Mi sono accomodato subito dopo di lei in forma di rispetto.
    ”E' un piacere fare la vostra conoscenza, nobili viandanti. Il mio nome è Mens.”
    Con un gesto cortese con il capo ricambia il mio saluto e segue con altrettanta cortesia verso gli altri presenti in sala.
    La presenza di tutti nella sala da inizio ad Onana di servire la zuppa, arrivata a me l’annuso sperando che l’olfatto possa dare sollievo alla vista ma un odore pungente esce da quell’intruglio. Non potevo aspettarmi certo le “delizie d’anatra e mele annaffiate d’Istvàn.” Lo sguardo ansioso della matrona nel vedermi assaggiare la zuppa mi inquietava e rincuorava allo stesso tempo, sembrava che lei ci avesse messo tutta se stessa in quel piatto quindi non avrei mai voluto farla dubitare delle sue capacità culinarie, non dopo tutta la sua ospitalità. Mi sono guardato attorno vedendo facce forse dubbiose della zuppa, Mens leva a mezz’aria un cucchiaio pieno di zuppa
    ”Signori tutti, benvenuti a questa mensa. Ringraziamo Onana per le sue cure e le sue attenzioni. Accettate questo cibo e questa mensa e dimostriamoci tutti adeguati ospiti!”
    “Benvenuti!”

    Sorridendo mostrava la grande quantità di alvei secchi che componevano il suo volto. Dimostrando a tutti l’apprezzamento della zuppa come si conviene.
    ”Buonissimo.”
    Il volto di Onana si scioglie e con un sorriso soddisfatto, mi ha fatto sentire felice per lei. Sembrava avesse bisogno di quella conferma, assaggio anch’io la zuppa e maschero il mio dubbio sul sapore del piatto. Onana si è poi preparata per servire un ulteriore scodella di zuppa a chi l’avesse richiesta.
    Quali affari vi portano in queste lande? O quali imprevisti ha generato la tempesta per le vostre vite?
    Finalmente qualcuno che volesse fare conversazione, con un sorriso inizio col presentarmi a lei ed a raccontare con cortesia gli ultimi avvenimenti della mia vita, di come mi sia trasferito da poco a Laputa e come il lavoro di diplomatico mi abbia portato sulla strada di Najaza. Dopo aver condito il discorso di qualche battuta per alleggerire la pesantezza del discorso rivolgendomi agli altri in sala ho concluso:
    ”… ma scusatemi se ho monopolizzato il discorso, quali sono le Vostre storie?” assaggio nuovamente la zuppa ma noto che si era raffreddata mentre ho parlato, l’unica cosa che rendeva piacevole questa zuppa purtroppo perso nel gelo di questo freddo nord.


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    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]

    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]

    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]
    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico). [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]
    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali. [Difesa psionica Variabile: 2pt]



    Edited by murphy0000 - 25/5/2020, 02:01
     
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    Zanzuki.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    Mi sistemai meglio addosso la pelle di lupo offerta da Onana, sollevato per il tepore in cui mi sentivo avvolto. Era decisamente meglio dell’angolo riparato fra gli alberi che mi aspettavo di trovare per poter superare la tempesta. Riuscivo a sentire il vento fischiare all’esterno, e chiudendo appena gli occhi riuscivo a immaginare neve e ghiaccio abbattersi sul tetto dello zanzuki. Rivolsi un cenno distratto al signor Winbringer quando mi chiese se potesse accomodarsi accanto a me.

    “ È una ricetta speciale!”

    Rivolsi la mia attenzione alla zuppa che Onana aveva preparato, estraniandomi un po’ dai discorsi e dalle presentazioni cercando di capire meglio di cosa fosse fatta. Non prestai particolare attenzione alle parole di Onana, e fui preso alla sprovvista all’entrata dell’elegante ed anziana donna che si aggiungeva al gruppo accanto al fuoco per il pasto. Dissimulai come potei la sorpresa; non mi aspettavo che ci fosse qualcuno che dimorasse all’interno dello zanzuki, figurarsi dunque se mi fossi aspettato una donna dal portamento elegante, persino in là con gli anni! Non doveva essere semplice ritrovarsi a vivere in un posto del genere, senza le comodità che sarebbero state consone per qualcuno di elevata estrazione sociale e della sua età.

    Mi alzai in piedi in segno di rispetto, mettendomi a sedere nuovamente soltanto quando la vidi accomodarsi fra di noi, accanto al fuoco. Quando si presentò le rivolsi un affettato cenno del capo, un po’ stupito dal fatto che si fosse presentata solo con il suo nome, senza alcun accenno al cognome della famiglia da cui veniva. La guardai con un misto di rispetto e deferenza, mentre accettavo la zuppa che Onana gentilmente mi porgeva; poggiai la scodella sulle gambe, rimestando piano con il cucchiaio la carne verdognola. Mens avrebbe potuto tranquillamente essere la nonna di uno dei miei compagni dell’Obelisco, e mi chiesi cosa ci facesse nello zanzuki.

    L’odore del cibo mi riscosse; diedi un rapido sguardo intorno a me, per capire se i compagni di ventura avessero avuto abbastanza fame - o abbastanza coraggio - da mangiare la zuppa. Mi ricordò i tentativi amorevoli e maldestri di Lilith nel prepararmi il pranzo; ciò che preparava era tremendo ed immangiabile, ma mi scaldava il cuore che ci provasse. Una morsa mi si serrò dentro; strinsi spontaneamente fra le dita il ciondolo che portavo al collo e che le sarebbe stato destinato, ma fu solo questione di un attimo: non era né il momento né il luogo per permettere al mio dolore di fare capolino.

    "[...] Accettate questo cibo e questa mensa e dimostriamoci tutti adeguati ospiti!”

    Incrociai lo sguardo ansioso di Onana, ed esortato dalle parole di Mens portai un cucchiaio alle labbra, assaggiando appena la zuppa. Non volevo certo mostrarmi scortese nei confronti di Onana, ma dubitai che sarei riuscito a mangiare davvero. Fui felice che almeno Mens desse soddisfazione alla matrona; le rivolsi a mia volta un sorriso rassicurante, sperando che bastasse a comunicarle la mia gratitudine.

    Per riscuotermi dai ricordi cupi, prestai maggiore attenzione alle persone accanto a me. L’uomo che si era presentato come Dan sembrava stare meglio degli altri due viaggiatori, che mi apparivano comunque rincuorati dal calore e dal cibo. Erano gli unici due con dei tratti somatici che mi ricordavano gli abitanti del Presidio Settentrionale, ma non avevo l’impressione di averli incrociati lungo la strada. Cominciavo ad essere un po’ incuriosito sui motivi che spingessero tutti a spostarsi. Fui grato a Mens per aver rivolto a tutti i presenti la stessa domanda che avevo in mente; la guardai di sottecchi, chiedendomi se fosse altrettanto curiosa o se mi stesse leggendo nel pensiero. Fra zanzuki, Stampoch e matrone, mi sentivo catapultato in una dimensione in cui tutto era possibile, anche le cose più surreali. Realizzai solo una frazione di secondo dopo che avrei dovuto rispondere anche io alla domanda della donna; sospirai al pensiero. Fortunatamente, l’uomo che mi si era presentato in un’altra zona dello zanzuki prese la parola.

    “Ma quanto parla quest’uomo?” mi ritrovai a pensare durante il nuovo monologo del signor Winbringer. Avendo vissuto praticamente tutta la mia vita in una famiglia di persone chiuse e poco comunicative, non potevo fare a meno di provare un leggero fastidio per i fiumi di parole, specie in considerazione del mio stato emotivo attuale.

    “… ma scusatemi se ho monopolizzato il discorso. Quali sono le vostre storie?”

    Sollevai lo sguardo dalla zuppa, un po’ sorpreso. Mi aspettavo che andasse avanti per un pezzo ancora; evidentemente non era così egocentrico, ma nutriva semplicemente voglia di interagire. Probabilmente il contatto ed il dialogo dovevano essergli di conforto, in un ambiente tanto diverso ed ostile. Forse lo avevo giudicato troppo in fretta; presi dunque la parola in risposta riallacciandomi alle domande della signora Mens, ma continuando a voler tenere per me ciò che mi era accaduto a Najaza.

    “Io sono Elay, signora Mens.” Mi presentai alla donna, che era l’unica a non conoscere ancora il mio nome.

    “Sono soltanto di passaggio lungo la catena dell’Amnos, e non mi aspettavo che una tempesta simile interrompesse il mio viaggio verso Laputa. Non è la strada più veloce per raggiungere il Presidio Errante, per me, ma ho sentito così tante storie da bambino riguardo la catena montuosa che ho pensato sarebbe valsa la pena allungare un po’ il viaggio per vederla. Ad ogni modo, mi auguro che questa tormenta di ghiaccio non prosegua ancora a lungo, rallentandomi ulteriormente”, risposi.

    “Non vorrei approfittare troppo dell’ospitalità della gentile Onana” continuai, facendo un cenno verso la matrona.

    “E voi, signori?” chiesi, voltandomi in direzione degli altri uomini, incoraggiandoli con lo sguardo a proseguire nella conversazione.




    ~In sintesi~


    Scheda Elay

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    “Parlato”
    “Pensato”
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    Rilassato; man mano la stanchezza del viaggio svanisce.

    Stato mentale:
    Attento all’ambiente ed alle persone presenti nello zanzuki.

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    100%

    Riassunto:
    Elay assaggia appena la zuppa offerta da Onana, nella speranza di non offenderla; risponde garbatamente alle domande, pronto ad ascoltare le parole degli altri ospiti del rifugio di ghiaccio.

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

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    L
    e voci dello zanzuki raggiungevano i sensi di Kiryll ovattati e confusi fra loro, le parole degli altri uomini seduti attorno al fuoco non più significative del grattare del mestolo contro le pareti del calderone, o del risucchio dell’aria calda attraverso il foro nel soffitto. Appena entrati aveva tentato di restare presente, ma durante il cantilenante racconto della matrona era lentamente scivolato di nuovo in sé stesso.
    Era come se, nella bufera, i suoi bordi si fossero sfaldati e la sua coscienza persa nella sublime maestà della perturbazione come una goccia di profumo nel mare, e il ritorno alla condizione di partenza non fosse stato possibile. Göstaff aveva messo in salvo il suo corpo all’interno di quel riparo, ma non era possibile che il suo contenuto fosse irrimediabilmente andato disperso nel vento del Nord, pulviscolo umano più insignificante dei cristalli di neve?
    Quel pensiero si rivelò sorprendentemente grato al ragazzo.
    Osservò quella sensazione inaspettata. Come mai gli sembrava che il suo subconscio bramasse di essere lavato? Sentì il desiderio che davvero fosse possibile far passare la bianca e asettica bufera attraverso di lui, come se fosse stato una casa con tutte le finestre spalancate, e che le raffiche di ghiaccio soffiassero via, via, qualche cosa che si annidava dentro di lui…
    Una morsa gli avvinghiò subdolamente le viscere, dicendogli che no, questo non era possibile, che non c’era nessun corpo estraneo che potesse essere asportato, che quello era semplicemente lui, le sue emozioni, e che quelli erano pensieri sciocchi, favole da bambino.
    Il ragazzo stava immobile, lo sguardo perso oltre le fiamme, passando meccanicamente le dita nel morbido pelo del lupo scuoiato che gli pesava piacevolmente sulle ginocchia.

    La gentile Onana, che Kiryll non aveva ancora degnato di uno sguardo, stava distribuendo ai presenti ciotole ricolme della sua zuppa. Quando toccò a lui, il precettore seduto al suo fianco fu costretto a ricevere con un sorriso la porzione del ragazzo.
    « Signorino, guardate, la cena è servita… » gli sussurrò, mettendogli in grembo la scodella bollente. Era chiaro che reggere una porzione in ogni mano (la propria e quella del pupillo) costituiva per il nobiluomo una prova forse superiore alle sue forze, e la voce quasi gli tremava per il disgusto.
    Kiryll si riscosse.
    « Oh… si, grazie – rispose al precettore – grazie », ripeté alzando lo sguardo sulla matrona che si era allontanata verso un angolo della stanza.
    Dette un’occhiata alla zuppa. Poteva darsi che la “minestra di bestia strisciante” si presentasse in realtà meglio di quanto il suo nome non suggerisse… ma così non fu. La cosa peggiore non sembrava essere la densità del liquido giallastro, e neppure la patina oleosa che galleggiava in superficie, bensì il colore verdastro dei pezzi di carne. Che comunque non fornivano nessun indizio sull’aspetto che poteva avere avuto la “bestia strisciante”.
    Eppure ritrovarsi fra le mani una ciotola calda e fumante gli risvegliò prepotentemente l’appetito, strappandolo definitivamente all’intontimento. Per la prima volta da quando erano entrati nello zanzuki il ragazzo gettò sui presenti una rapida occhiata, anche per spiare le reazioni degli altri commensali alla minestra appena servita.

    Si trattava di tre uomini di età diverse. Il più giovane, quello che poteva essere un suo coetaneo, sedeva da solo. Kiryll aveva l’impressione che poco prima si fosse alzato in piedi e presentato, ma con quale nome non avrebbe saputo dirlo. Han? Ram? Dei tre era quello con l’aspetto più “esotico”, una fisionomia che Kiryll suppose meridionale: capelli ricci e folti come a Najaza non se ne vedevano, occhi marroni, e un colorito abbronzato che il sole del Nord non aveva mai conferito a nessuno.
    Gli altri due avevano l’aspetto di uomini fatti, vicino alla trentina. Sedevano vicini, ma qualcosa nel loro atteggiamento suggeriva al ragazzo che non si fossero mai visti prima. Uno dei due avrebbe potuto essere un abitante del Nord, e lo dimostrava non solo la carnagione, ma anche l’aria in qualche modo schiva e riservata, che Kiryll conosceva assai bene, e che inevitabilmente condivideva.
    Il suo vicino, al contrario, continuava a rivolgere attorno a sé occhiate che in un salotto di Najaza sarebbero state giudicate al limite dell’insolenza, cercando sorridente il contatto visivo. Tant’è che, mentre il ragazzo lo spiava di sottecchi, lui a sua volta si voltò dalla sua parte, incrociando il suo sguardo, e Kiryll seppe che stava per parlargli ancora prima che quello schiudesse le labbra incorniciate dalla barba ben curata.
    « Una serie di affari portano la mia persona a Najaza. Voi, invece, cosa vi porta a percorrere quest… »
    Ad interrompere il tentativo di conversazione dello sconosciuto fu il ritorno nella stanza di Onana. Non da sola, ma accompagnata da una settima presenza, in quello zanzuki che cominciava a farsi decisamente affollato.

    Di tutti gli occupanti quel riparo di ghiaccio sperduto in mezzo alla bufera, la donna appena emersa dai tendaggi era, senza dubbio, quella che meno ci si sarebbe aspettati di trovare in un posto del genere. Che cosa ci faceva, infatti, in uno sperduto igloo alle pendici del Koldran una donna anziana impeccabilmente vestita, che si muoveva sotto la volta di ghiaccio come se si fosse trovata ad un ricevimento?
    Onana la precedeva con l’aria di chi presenti agli invitati nel proprio salotto una celebrità. Peccato che quello non fosse un salotto, e loro non fossero stati invitati.
    « E' un piacere fare la vostra conoscenza, nobili viandanti. Il mio nome è Mens. »
    La voce con cui la donna dai capelli bianchi si presentò era perfettamente misurata, come misurati furono i cenni del capo, tutti esattamente identici, che rivolse ai presenti. Persino la ragnatela di rughe sul suo volto accentuava la sua dignità, come le screpolature su certi dipinti a olio.
    Come una regina in esilio, al suo apparire tutti i presenti si riscossero dalla trascurata comunanza che l’ambiente dello zanzuki induceva e parvero ispirati alla cortesia. Appena la videro, i due sconosciuti più vecchi si alzarono in piedi in segno di rispetto, e Kiryll non volle essere da meno, nonostante che le gambe ancora gli formicolassero dolorosamente. Göstaff di fianco a lui le rivolse un elegante ossequio.
    Nessuno riprese posto finché l’anziana donna non si fu accomodata, adagiando la sua ciotola sulle ginocchia.
    « Signori tutti, benvenuti a questa mensa. Ringraziamo Onana per le sue cure e le sue attenzioni. Accettate questo cibo e questa mensa e dimostriamoci tutti adeguati ospiti! Benvenuti! »
    Il semplice gesto di portare il cucchiaio alle labbra secche e di sorbirne il contenuto senza un rumore valse per i presenti come un comando a cui non potevano sottrarsi. Se quella donna, che incarnava dignità e raffinatezza, mostrava di apprezzare l’orrenda zuppa, e anzi li invitava a fare altrettanto, non restava loro più alcuna scelta. Persino Göstaff dovette sentire la stessa cosa, perché con aria di stoico eroismo riempì un cucchiaio di brodo (evitando per il momento i pezzi di carne) e si azzardò ad assaggiare.
    Kiryll fece lo stesso. La consistenza della minestra rispondeva abbastanza precisamente al suo aspetto… quella patina oleosa che la ricopriva allappava la bocca in modo sgradevole, e il sapore era quello che ci si sarebbe aspettati avesse una “bestia strisciante”. Ma nel complesso era più strana, che cattiva.
    « Buonissimo. », giudicò invece Mens, regalando autentica felicità alla cuoca e padrona di casa.
    Dubbioso, il ragazzo spiò il sorriso dell’anziana donna, domandandosi se qualcuno che esibisse un contegno perfetto come il suo non sarebbe stato anche capace di simulare delizia pur avendo la bocca invasa dal disgusto. Quel sospetto non poté non provocargli una lieve diffidenza, nei confronti di qualcuno forse capace di dissimulare le proprie reazioni in maniera tanto impeccabile.
    La signora si pulì le labbra con un fazzoletto, quindi si rivolse garbatamente loro: « Quali affari vi portano in queste lande? O quali imprevisti ha generato la tempesta per le vostre vite? »
    L’uomo dalla barba curata non aspettava evidentemente altro. Con un sorriso si presentò nuovamente, in modo che questa volta Kiryll poté afferrarne il nome, Curtis, quindi prese a condividere con quell’estranea e il resto di loro numerosi dettagli della sua vita.
    Mentre quello parlava, Kiryll ebbe il tempo di sorbire con fare circospetto più di metà della sua minestra.
    A quanto pareva egli viveva a Laputa, e si stava recando a Najaza per lavoro. Sebbene alcuni passaggi della torrenziale biografia dell’uomo risvegliarono l’attenzione e la simpatia di Kiryll, il fatto che questi fosse così smanioso di condividerli con degli sconosciuti lo metteva fastidiosamente in imbarazzo per lui.
    Per un attimo, al ragazzo sembrò di riconoscere nell’espressione del giovane pallido seduto a vicino al signor Winbringer una traccia delle sue stesse sensazioni. Sentendosi avvicinato all’altro dalla comune sensibilità settentrionale, gli rivolse uno sguardo di simpatica intesa, sperando di essere ricambiato.
    « … ma scusatemi se ho monopolizzato il discorso, quali sono le vostre storie? »
    Kiryll fu sorpreso dalla fine del monologo dell’uomo mentre stava rimescolando in bocca l’ultima mestolata di zuppa, ma per fortuna a prendere la parola subito dopo fu quel giovane di qualche anno più vecchio di lui, che a beneficio di Mens ripeté il suo nome, Elay:
    « Sono soltanto di passaggio lungo la catena dell’Amnos, e non mi aspettavo che una tempesta simile interrompesse il mio viaggio verso Laputa. Non è la strada più veloce per raggiungere il Presidio Errante, per me, ma ho sentito così tante storie da bambino riguardo la catena montuosa che ho pensato sarebbe valsa la pena allungare un po’ il viaggio per vederla. Ad ogni modo, mi auguro che questa tormenta di ghiaccio non prosegua ancora a lungo, rallentandomi ulteriormente.
    Non vorrei approfittare troppo dell’ospitalità della gentile Onana
    »
    Come c’era da aspettarsi, era rimasto sul vago, senza lasciarsi sfuggire nessun dettaglio veramente significativo sulla sua storia. Kiryll lo apprezzò. Era stato abituato a stimare di più coloro che assegnavano ai fatti propri abbastanza valore da volerli tenere privati.
    « E voi, signori? »
    La domanda era rivolta a lui e al suo precettore. Il quale, in ottemperanza al suo ruolo, si assunse l’onere delle pubbliche relazioni. Il nobiluomo ne approfittò per posare lontano da sé la zuppa e si schiarì la voce:
    « Signori, vi facciamo le nostre scuse per essere rimasti finora seduti qui ad abbuffarci – Kiryll gli scoccò un’occhiata ironica – e a farci gli affari nostri come una coppia di incivili, ma confido che ci riconoscerete l’attenuante di essere scampati per un soffio, c'est le cas de le dire, alla morte per assideramento. – l’uomo ammiccò amabilmente ai presenti, dando per scontata la loro comprensione – Siamo partiti da Najaza da qualche giorno. Io mi chiamo Göstaff van Aspendag, e sono il tutore ed accompagnatore del nobile Kiryll Gyllenstyerna, seduto al mio fianco, nel corso del suo tour di formazione appena intrapreso. »
    Quando Göstaff fece il suo nome, il ragazzo abbozzò un sorriso.
    « Gentile Onana, vi faccio i miei ringraziamenti, se non fosse stato per la vostra casa e la vostra generosità a quest’ora saremmo probabilmente sepolti sotto la neve. Non avevo mai sentito parlare degli zanzuki, ma se tutti ricordano il vostro dovrebbero essere un vanto del Nord! »
    E detto questo allungò coraggiosamente la sua scodella vuota verso la matrona, sperando che il bis non sarebbe stato abbondante quanto la prima razione.


    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Quasi a suo agio
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: A suo ago
     
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    Zanzuki


    Onana, complice le azioni di Mens, è piuttosto soddisfatta di vedervi mangiare tutti e cosa più importante chiacchierare amabilmente del più e del meno. Alla fine, il vero spirito, quello profondo e concreto, di ogni Zanzuki dovrebbe essere questo: mettere a riparo dalle avversità del Nord viandanti provenienti da tutta Endlos, riunirli, riscaldarli, cibarli e poi rimetterli in marcia sui loro destini ormai intrecciati. Si dice, infatti, che le Matrone si nutrano di questo profondo legame, di questi eventi incrociati del destino che generano collisioni atomiche che generano frattali di energia che assorbono, divorano e tengono tutte le matrone in forze. Si tratta di misteri del semipiano che probabilmente non saranno mai rivelati.
    Mens, l'anziana donna, sorride di fronte alla vostra gentilezza e sorride con uno strano cipiglio soddisfatto quanto finalmente vi vede assaggiare la zuppa, come se ci fosse un certa soddisfazione personale nell'esser riuscita a convincervi a cibarvi della zuppa. Continua quieta ad ascoltare le vostre avventure e disavventure porgendo di tanto in tanto qualche domanda o curiosità del caso. A differenza vostra, tutti parlantini ed aperti, uno dei vostri colleghi di desco continua a mangiare silenzioso, più impegnato dal prepararsi il tabacco che altro, cosa che rende Onana quantomeno guardinga, osserva il vostro compare di sventure con un cipiglio perplesso, temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato o che lo possa aver offeso.
    Il Mercante silenzioso, nel mezzo della cena e del soffiare continuo della tempesta, di colpo di alza come fosse invasato o mosso da una mano invisibile. Guarda tutti voi con sguardo spiritato chiedendovi se non percepiste i sussurri, cosa che nessuno di voi, nemmeno chi è dotato di sensi affini o particolari Auspex è in grado di cogliere.
    Eppure il Mercante si muove verso l'ingresso dello Zanzuki e ne spalanca le porte, facendo entrare una gelida folata di vento accompagnata da un paio di secchiate di neve che si disperdono nell'ambiente caldo creando una condensa degno di un bagno turco. A difesa del Mercante, tutti noterete una figura semi-assiderata seduta nella neve poggiata contro l'igloo di ghiaccio. Si tratta di una donna dai lineamenti gentili, mingherlina ed alta poco più di un metro e sessanta. Indossa una semplice tunica bianca logora ai bordi e strappata in più punti di terra e muschi verdastri. Lunghi capelli scuri, bagnati e lisci, le incornicisano un viso di un pallore cadaverico, aloni bluastri le cerchiano gli occhi e le dipingono le labbra. Il Mercante trafelato la trascina rapidamente verso l'interno dello Zanzuki chiedendo l'aiuto di tutti. Solo una volta posizionata vicino il fuoco la donna sembra cominciare lentamente a riprendersi.
    Onana e Mens, come un duo ben rodato e funzionante, si muovono a recuperare una pelliccia calda per coprire la donna e degli stracci bagnati nell'acqua calda per tamponare il viso della donna assiderata.
    Ci vorranno diversi minuti, in cui siete chiamati a sostenere ed aiutare la donna come meglio potete che questa finalmente comincia a svegliarsi mostrandovi due profondi occhi color dell'oro. Mens le si inginocchia vicino, inforca i suoi occhialetti, e le tampona la fronte con lo straccio caldo.
    Povera cara, cosa ti è mai successo?
    Domanda che sarà passata per la mente di voi tutti. Una donna in semplice tunica, strappata, nel mezzo della distesa ghiacciata del Nord, non è proprio la cosa più comune da vedere. Ma come detto i Zanzuki sono anche questo.
    Il mio bambino.
    Vi rivela con un filo di voce, ancora confusa e frastornata. La voce è un graffio di dolore, come se gli costasse un'enorme fatica.
    E' rimasto nella grotta nascosto. Il Ragno lo troverà presto.
    Semi-svenuta la donna riesce ad abbozzare quanti passi ha fatto prima di arrivare allo Zanzuki, lasciandovi intendere che deve esser scappata da una vicina grotta dell'Amnos, la cui esistenza viene confermata subito da Onana che intanto prepara uno stufato di erbe per la donna.
    Il Mercante, sentendo queste parole scatta nuovamente in piedi. Recupera un paio di grossi pelli, i suoi averi e vi spiega che non c'è tempo da perdere. Non attende una vostra risposta, perchè c'è un bambino da salvare. Apre la porta e si getta nella neve scomparendo nella tempesta nel giro di qualche secondo.
    A quanto pare è un tipo avventuroso e poco riflessivo e vi lascia con il solo dubbio morale di seguirlo o meno.
    La donna, che a stento sorseggia lo stufato di erbe, sembra più scossa dalle febbri che vigile per rispondere a molte domande. Domande che Mons continua a farle, ma per lo più ottiene mugugnii come risposta.
    Nel giro di qualche ora la febbre si abbasserà e si sentirà meglio.
    Vi spiega Onana che ancora forza la donna a bere il suo infuso. Mons continua invece con le domande per avere una visione più chiara. Quello che ottenete è che la mamma ed il figlio erano prigionieri nella grotta dove risiede il Ragno, appunto. La donna è riuscita a liberarsi nascondendo il figlio nella grotta, in una diramazione laterale, gettandosi poi nella tempesta alla ricerca di aiuto.
    Mons, spostando i vetri dagli occhi, si rivolge a voi che siete rimasti.
    Temo che la tempesta abbia generato un nuovo imprevisto a noi poveri sopravvissuti.
    Si alza muovendosi poi verso le "stanze" dello Zanzuki da cui riemerge coperta con una spessa pelliccia di orso bianco, con tanto di testa che le ciondola sopra la chicciola di capelli bianchi.
    Temo che sia un imprevisto che non possiamo ignorare, siete d'accordo?
    L'Anziana, a dispetto dell'età, sembra animata da una forza d'animo invidiabile.

    Angolo del QM #3
    Avendo atteso e non avendo ricevuto alcuna risposta, Dan viene rimosso dalla Quest.
    Come avete potuto leggere compare una povera sventurata vittima del Ragno, creatura non meglio precisata abitante delle grotte che tiene in ostaggio il figlio della povera madre, più morta che viva.
    Dan parte alla ricerca del ragazzino, mentre Mens si prepara per partire alla ricerca del ragazzo esertandovi a darle una mano, liberi di accettare o meno la proposta.
    Per chi è dotato di Auspex spiritico potrà notare come l'anima della donna è quantomeno strana, come se fosse staccata dal carpo quasi del tutto. Forse il vostro intervento le ha salvato la vita giusto in tempo.

    Per qualsiasi cosa scrivetemi pure senza problemi o utilizzate il bando.

    Scadenza: 25/06/20
     
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    Zanzuki ● Amnos
    Presidio Settentrionale, Endlos



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    Quel sorriso…
    Ho continuato ad ascoltare con attenzione le parole delle varie persone all’interno dello zanzuki. Mentre il mio sguardo è passato da un viandante ad un altro, ho visto Mens con quel sorriso che sembrava voler esprimere gentilezza; ho notato anche un po’ di superbia,nella piega delle sue labbra. Ricambio di contro con un sorriso sincero. Un uomo ha attirato la mia attenzione: è stato tutto il tempo silenzioso dopo essersi presentato con il nome di Dan. Capisco il non voler raccontare la propria vita, ma almeno spendere qualche parola per rendere meno nervosi gli altri della propria presenza sarebbe stato gradito.

    Mi sono rivolto a Dan: ”E tu cosa ci racconti?”.

    L’uomo è rimasto in silenzio, mostrando solo che stava preparandosi del tabacco. Il suo silenzio non ha fatto altro che aumentare i miei sospetti, e guardando le facce degli altri forse non ero l’unico.
    Il mutismo di Dan si interruppe solo quando chiese a tutti se sentissimo dei presunti sussurri. Le sue parole mi sono sembrate sincere, ma non sentendo mormorio di alcun genere ho iniziato a sospettare della sua sanità mentale. D’un tratto l’uomo si è alzato; a mia volta, di scatto, mi sono levato dalla sedia pronto ad un qualche attacco. L’ho visto dirigersi alla porta e l’ho inseguito, fallendo nell’impedirgli di aprire l’entrata dello Zanzuki che pensavo avrebbe reso vano il fuoco acceso da Onana. Stando subito dietro Dan, la visione di una donna appoggiata sulla neve mi salta all’occhio. Il colore bianco cadaverico della pelle mi ha fatto preoccupare riguardo la salute della donna, così sono accorso insieme a Dan per aiutarla ad entrare e sedersi vicino il fuoco.

    Dopo un po’ di tempo incosciente davanti al fuoco,la donna ha riaperto gli occhi dal colore particolare; mi hanno ricordato il colore di una crisalide che ho visto solo nelle terre del Qídằo. La matrona e Mens si sono affrettate per aiutare la povera donna. Nel frattempo, svariate domande frullano nella mia mente, prima fra tutte quella riguardo a cosa potesse esserle successo. Alle parole del mio pensiero seguirono quelle di Mens:”Povera cara, cosa ti è mai successo?”

    La donna, cercando di prendere fiato, rispose:”Il mio bambino.” La voce era spezzata come se del ghiaccio fosse conficcato nella gola. Ho pensato subito a come questa donna potesse essere andata in giro per l’Amnos con un bambino con sé; queste terre non sono state mai un luogo sicuro per il viaggio e non certo per dei bambini.
    Dopo che la donna ha specificato la distanza e la direzione della grotta dove ha nascosto il bambino da un Ragno mi sono domandato quanto fosse veritiero il suo racconto, ma Onana conferma l’esistenza della grotta.
    Dan senza porsi domande si preparò e partì alla ricerca della grotta nella tempesta ancora in corso, dimostrando coraggio ma anche molta stupidità.

    ”Temo che la tempesta abbia generato un nuovo imprevisto a noi poveri sopravvissuti.” Ho visto Mens preoccupata e risoluta
    ”Temo che sia un imprevisto che non possiamo ignorare, siete d'accordo?”
    Un’ondata di domande assalirono la mia mente e solo alcune trovarono voce:
    ”Chi sei e cosa ti ha portato a vagare per l’Amnos con un bambino?” Chiesi, accovacciandomi davanti alla donna, cercando di avere un’aria rassicurante, sperando in una risposta sincera.
    ”Le grotte dell’Amnos sono tra i luoghi più pericolosi di Endlos; se hai lasciato tuo figlio lì potrebbe essere già morto, e se non fosse morto sarebbe impossibile trovare la strada per la grotta durante la bufera.”

    "Mi sembra inutile andare a morire futilmente dentro la bufera, andremo a cercare suo figlio solo dopo che sarà finita. Di più non possiamo."
    Mi guardai attorno cercando di capire se le mie parole avrebbero convinto gli altri a desistere dall'impresa suicida.



    hiclipart-com-18






    Energia:
    100%


    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]
    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico). [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]
    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali. [Difesa psionica Variabile: 2pt]


     
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    Zanzuki, Amnos.
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    Rivolsi un sorriso appena accennato - ma sincero - in segno di saluto, rivolto nella direzione dei due uomini del Nord quando si presentarono. Guardai il giovane ragazzo proveniente da Najaza; un moto di simpatia nei suoi confronti mi attraversò, sia per le origini comuni, sia per il fatto che il suo chiedere una nuova razione avesse distolto gli sguardi delle donne dalla mia ciotola. Rimestai i pezzetti di carne della zuppa, grato del fatto che la felice Onana e la compiaciuta Mens non osservassero più attentamente chi stesse mangiando o meno. Mi sentivo abbastanza in forze da non dover necessariamente finirla, e sufficientemente al caldo grazie al fuoco ed alla pelliccia che avevo sulle spalle.

    Avrei dovuto semplicemente godermi il pasto, ma il pensiero che lo zanzuki fosse capitato fin troppo a fagiolo in un momento di bisogno per così tante persone continuava a bruciarmi nel fondo della mente, tormentandomi come un tarlo consuma un mobile in legno. La presenza di Mens rendeva le cose ancora più strane, tanto più che manteneva viva la conversazione con domande misurate ed argute senza però svelare molto del percorso che aveva portato lei in quel rifugio di ghiaccio.

    L’uomo che si era presentato come Dan mi parve altrettanto turbato; a differenza mia, che nascondevo pensieri e domande dietro una cortese espressione che avevo imparato a costruire in anni di futili conversazioni conviviali con i nobili di Najaza, l’uomo si era trincerato in un ostinato silenzio e non mostrava segno alcuno di voler condividere alcuna informazione con noi. Ovviamente, questo scatenò subito sia gli sguardi preoccupati di Onana, sia la curiosità del signor Winbringer, il quale prontamente gli rivolse una domanda affinché si aprisse. Mi ricordò i racconti di un ostinato minatore che lavorava per mio padre; l’uomo coperto di scura polvere di pietra aveva raccontato a lungo di come aveva dovuto colpire per ore una roccia affinché potesse estrarne una delle ametiste più belle che avesse mai visto. Cominciavo persino a sentire i colpi di piccone come sottofondo alle parole di Curtis; scossi la testa per scacciare il pensiero.

    Dan sembrò infastidito, ed ero persuaso che si trattasse a causa delle troppe attenzioni a lui rivolte, ma con mia grande sorpresa alzò gli occhi dal tabacco che stava preparando per essere fumato e ci chiese se sentissimo anche noi i sussurri. I miei occhi si strinsero in una fessura mentre lo studiai meglio. Cercai subito di osservare la ciotola della sua zuppa, per capire se il pasto avesse potuto causargli delle allucinazioni, ma ero troppo lontano per riuscire a vedere quanta ne avesse effettivamente mandato giù. Dal canto mio, non mi sembrava di aver sentito assolutamente nulla di strano; aggrottai la fronte, preoccupato.

    Come posseduto, Dan si alzò dal suo cantuccio e prese a camminare verso l’entrata dello zanzuki; Curtis cercò di fermarlo, ma senza successo. Come seguendo i dettami delle voci nella sua mente, Dan spalancò la porta dello zanzuki, lasciando che il gelo della tormenta invadesse il nostro rifugio caldo. Le parole che avrebbero dovuto apostrofarlo come un matto e che lo avrebbero invitato a chiudere nuovamente l’entrata mi morirono fra le labbra: una donna minuta si intravvedeva appena fra la neve, e sembrava quasi fatta di ghiaccio anch’ella. Dan accorse rapidamente in suo aiuto, chiamandoci in soccorso a gran voce.

    Scattai rapidamente in piedi per liberarle uno spazio accanto al fuoco su cui poggiai la pelliccia di lupo che avevo sulle spalle, cercando di rendermi utile concretamente senza intralciare i passi dei suoi soccorritori; il colorito bluastro della giovane e l’anima che percepivo appena in comunione col suo corpo mi fecero tremare di preoccupazione. Ringraziai mentalmente i sensi acuti del taciturno Dan e le cure pronte di Onana e Mens; sperai che il calore del mio corpo intrappolato nella pelliccia su cui era adagiata riuscisse ad aiutarla. Sospirai di sollievo nel vederla tremare meno violentemente, con l’incarnato che pian piano tornava ad un colorito più vivo; rimasi colpito dal colore delle sue iridi quando finalmente riaprì gli occhi. Quando finalmente la tensione che mi attanagliava le viscere si sciolse, le domande presero a scorrermi nella mente:
    “Chi sarà mai questa donna? Da dove verrà? Come mai era persa in una simile tormenta con indosso solo una tunica leggera?”

    Gli altri ospiti dello zanzuki parvero altrettanto apprensivi ed assetati di risposte; Mens per prima diede voce alle preoccupazioni di tutti, chiedendole cosa le fosse accaduto. Le prime parole che lasciarono le labbra della giovane furono un’angosciata preghiera:

    “Il mio bambino.”

    Immediatamente l’adrenalina prese a scorrermi in circolo: che ci fosse un bambino disperso nella tormenta? Questo avrebbe spiegato perché la donna fosse vestita solo di quella stoffa leggera: avrebbe potuto doverlo coprire con tutto ciò che aveva per non farlo morire assiderato.

    “È rimasto nella grotta nascosto. Il Ragno lo troverà presto.”

    Aggrottai nuovamente la fronte.

    Onana prontamente avvertì tutti gli occupanti dello zanzuki che la donna non stesse mentendo; mi chiesi se la matrona confermasse l’esistenza della grotta, o dell’agghiacciante Ragno. Guardai Onana prendersi cura della giovane, scaldarla, nutrirla, confortarla; era fiduciosa che le sue condizioni sarebbero migliorate di lì a poche ore, e la cosa mi fece sentire sollevato.

    Tuttavia, il pensiero delle grotte dell’Amnos e delle creature che si raccontava vi trovassero rifugio mi tormentava. Cominciavo davvero a convincermi che quella del Ragno non fosse una delle leggende che avevo sentito da bambino; ad ogni modo, la faccenda era così strana che finii per chiedermi se quello zanzuki non fosse la tela enorme del Ragno stesso, in cui le sue prede trovavano dapprima la promessa di un rifugio e di cibo, per poi trovarsi in una situazione pericolosa e senza ritorno. Rabbrividii.

    Di contro, Dan non sembrò avere dubbi; guadagnò rapidamente la porta, pronto a muoversi in soccorso del bambino.

    “Che razza di storia è questa? Questa sciagurata ha abbandonato suo figlio in una grotta dell’Amnos?”, pensai.

    Con una mia sorpresa ancora più grande, gli stentati racconti della donna in risposta alle domande di Mens rivelarono una verità differente: non aveva cercato un rifugio dalla tempesta in una delle pericolose grotte della catena montuosa, ma vi era in qualche modo prigioniera, dato che da lì era scappata. Ero interdetto: quale madre avrebbe volontariamente lasciato il proprio bambino in un posto del genere, seppur per cercare aiuto?

    Anche Mens sembrò pronta a muoversi in aiuto del bambino, a dispetto della sua età avanzata; coperta da una pelliccia di orso bianco, invitò tutti i presenti a seguire l’esempio di Dan e cominciare un’operazione di ricerca.

    Mi voltai ad osservare le reazioni degli altri presenti, profondamente a disagio; tutti gli ideali con cui ero cresciuto mi avrebbero invitato alla cautela, a valutare bene a quanti rischi inutili mi sarei esposto. Eppure, lì fuori avrebbe potuto esserci un bambino; se fosse stato il mio bambino, e Lilith avesse cercato aiuto, avrei voluto che qualcuno corresse in suo soccorso. Mi si strinse il cuore dolorosamente.

    “Che pensiero stupido!”, realizzai, scuotendo la testa per scacciare il pensiero.

    Nel mentre, Curtis sembrava ancor meno persuaso di me. Diede voce alle mie stesse domande, ed alle mie stesse preoccupazioni sulla pericolosità dell’Amnos; comprendevo le sue reticenze e non potevo dargli torto, ma una parte di me avrebbe voluto che fosse più gentile con la giovane madre sconvolta, più morta che viva.

    “Mi sembra inutile andare a morire futilmente dentro la bufera; andremo a cercare suo figlio solo dopo che sarà finita. Di più non possiamo.”

    Ciò che aveva detto era decisamente sensato; qualcosa mi si spezzò dentro, e rivolsi uno sguardo indagatore nei confronti di Kyrill, nella speranza che mi aiutasse a risolvere il mio dilemma morale su cosa dovessimo fare.

    Mi rivolsi allora verso l'anziana donna:
    “Curtis non ha tutti i torti. È troppo rischioso lì fuori per lei, Mens. Non se ne abbia a male, la mia vuole essere solo una premura; penso che sarebbe più sicuro per lei restare qui.” risposi, con un tono limpido, sperando che lei raccogliesse il mio invito a restare nello zanzuki.

    “Sicuramente Onana avrebbe piacere nell’averla accanto per accudire la nostra giovane madre.” aggiunsi con un sorriso rassicurante, per provare ad essere convincente.

    Intanto, raccolsi una pelliccia accanto al punto dove prima era seduto Dan, e me la posi sulle spalle, pronto ad affrontare il freddo e qualunque maledetta creatura popolasse la grotta poco distante.

    Gli occhi dorati della donna sembrarono implorarmi per una frazione di secondo, quando il suo sguardo vacillante vagò per la stanza; non sono neanche sicuro che mi stessero guardando, ma riuscirono a infondermi il briciolo di sconsideratezza che mi serviva per sbilanciarmi.

    “Ad ogni modo, qualcosa dovremmo fare. Non si raccontano cose rassicuranti sulle bestie che dimorano nelle grotte dell’Amnos; non possiamo semplicemente lasciare un bambino indifeso e Dan soli nella tempesta, o nelle viscere della terra.”

    Rivolsi uno sguardo gentile alla donna febbricitante; non le avrei mentito, dicendole che tutto sarebbe andato bene. Ancora mi martellava nella mente il pensiero che avesse sbagliato ad abbandonare la sua creatura.

    “Quanti anni ha il bambino? E come si chiama?” chiesi, rivolgendomi in direzione della madre appena soccorsa.





    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Stato fisico:
    All’erta; è pronto all’azione, anche se cerca di autoimporsi calma e razionalità.

    Stato mentale:
    Dubbioso riguardo ciò che è accaduto alla donna.

    Energia:
    100%

    Riassunto:
    Elay osserva impotente la donna appena entrata, preda della morsa del ghiaccio; è indeciso su come agire, assalito dai dubbi sulla strana situazione in cui si trovano. Ad ogni modo, il suo senso dell’onore è più difficile da far tacere rispetto ai suoi dubbi, così si copre meglio, pronto ad affrontare il freddo della tempesta se non sarà il solo a farlo.

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
    -



    Edited by GreyFox - 20/6/2020, 10:29
     
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    L
    a situazione (e del resto, non è sempre così che succede?) mutò in maniera assolutamente repentina, ed inaspettata.
    Fino ad un istante prima, si trattava di un pugno di sconosciuti raccolti dai venti della tempesta di neve all’interno di quella cupola di ghiaccio (un riparo insolito, sì, ma che con il trascorrere dei minuti sentivano sempre più familiare), intenti a sorbire una zuppa che in circostanze normali non avrebbero nemmeno toccato, e a scambiare qualche parola di circostanza. A diventare, insomma, un po’ meno sconosciuti gli uni agli altri.
    La cesura fra il prima e il dopo fu segnata dallo scatto in piedi del ragazzo dai ricci neri. Quali sussurri? Nessuno sentiva niente, dicevano le espressioni di confusa sorpresa sui volti degli altri. Erano solo un pugno di sconosciuti raccolti a scaldarsi attorno a un fuoco fumoso, niente sussurri. Ma il tempo aveva già cambiato passo.
    Come in un unico spasmo del regista di quella storia, il ragazzo fu in un batter d’occhio all’ingresso dello zanzuki, e il signor Winbringer scattò in piedi cercando di trattenerlo con un gesto vigoroso, quasi violento. Ma senza successo: la bufera irruppe all’interno con un soffio carico di ghiaccio che smorzò le fiamme e fece venire la pelle d’oca a tutti loro. Kiryll ancora cercava stupefatto di interpretare quei gesti, che i due stavano già rientrando, caricati di un fagotto sconosciuto. Anche il giovane del Nord allora si alzò in piedi, unendosi al moto degli altri due, gettando la propria pelliccia a terra.
    Era una donna! Era una donna quella che, incomprensibilmente, era appena stata portata all’interno. Era stata là fuori, mentre loro si scambiavano frasi di circostanza, vestita solo di una tunica bianca, la pelle sbranata dal ghiaccio!
    Cosa significava ciò che stava accadendo attorno a lui? Le due donne dello zanzuki si mossero rapidamente per soccorrere la sventurata, facendo da parte i tre uomini che si erano alzati in piedi. Lui ed il suo precettore erano rimasti seduti, come se fossero gli unici ancora aggrappati alla calma di poco prima, ormai però irrimediabilmente in frantumi.
    Dovettero, infine, scuotersi anche loro, come due che fossero rimasti seduti sulla sponda di un fiume e si lasciassero scivolare nella corrente. Cercando di non incombere sulla poveretta, si alzarono però in piedi, per lanciare discrete occhiate da sopra la spalla degli altri. Com’era piccola! Una scarica di rifiuto per ciò che vedeva attraversò tutto il corpo di Kiryll. Non era giusto, non era possibile che quella donna in cui tutto esprimeva fragilità si fosse trovata in balia della sovrumana ira della tempesta di ghiaccio; avrebbe dovuto essere in una casa, in un giardino, non certo lì!
    Con afflizione il ragazzo seguiva i movimenti delle vecchie mani di Mens che le passavano sul viso bluastro un panno caldo. Quando finalmente schiuse le palpebre, sette paia di occhi incontrarono due iridi d’oro turbate dall’angoscia.


    Il ragazzo del Sud se n’era andato, senza che nessuno facesse nulla per trattenerlo.
    Onana, gentile, aiutava la sconosciuta a sorbire piccole sorsate di un infuso fumante che le aveva preparato. Mens cercava di completare gli spezzoni di storia che la poveretta aveva potuto offrire loro tra i brividi della febbre. Infine parve accontentarsi del poco che già sapevano: una grotta poco distante, il “Ragno”, un bambino in pericolo, forse già morto.
    Kiryll non sapeva come comportarsi. In vent’anni di vita non si era mai ritrovato ad affrontare una situazione che non fosse perfettamente normale, un giorno che non fosse identico ai precedenti, fatto salvo per piccole evoluzioni graduali (ad eccezione, certo, di quella notte, ma allora era solo un bambino). Si era messo in cammino appena pochi giorni prima, già la bufera di per sé lo aveva messo alla prova, ed ora, ecco quell’avvenimento eccezionale! La sensazione che lo dominava prepotentemente era di trovarsi non all’interno della vita reale, ma di una storia. E in una storia, a quel punto, ci sarebbe stata una sola cosa da fare, era evidente: spingersi nella tempesta e andare a cercare il figlio della donna. Cercava con lo sguardo di interpretare i sentimenti degli altri, tutti più vecchi di lui, tutti adulti, come se per abitudine si aspettasse che fossero loro a dover decidere sul da farsi. Le loro fronti erano aggrottate.
    Mens si raddrizzò e si tolse gli occhiali dal viso aristocratico.
    « Temo che la tempesta abbia generato un nuovo imprevisto a noi poveri sopravvissuti. – lasciando per un attimo sospeso a mezz’aria il significato implicito di quelle parole, andò oltre i tendaggi a prendere un’ulteriore pelliccia d’orso con cui si avvolse – Temo che sia un imprevisto che non possiamo ignorare, siete d'accordo? »
    Dunque le regole delle storie sembravano valere anche nella vita reale, le cose stavano effettivamente seguendo quel corso. Un nodo come di commozione gli salì alla gola, e in apparente dissonanza con il gelo mortale e il pericolo insensato in cui si sarebbero dovuti gettare, un sorriso gli piegò il labbro. Se fosse l’entusiasmo per la coraggiosa impresa in cui si stavano per lanciare, oppure l’adrenalina che entrava in circolo, difficile dirlo. Non sono del resto la stessa cosa?
    Ma il perfetto accordo che avrebbe dovuto trascinare tutti i presenti in risposta alle parole dell’anziana, non ci fu. Il signor Winbringer dalla barba curata non le rispose, ma si inginocchiò a fianco della donna febbricitante.
    « Chi sei e cosa ti ha portato a vagare per l’Amnos con un bambino? »
    Si intuiva che l’uomo avesse cercato di ammorbidire la sua voce, ma l’intensità con cui desiderava una risposta vibrava attorno a lui.
    Era una domanda, in effetti, che anche Kiryll si sarebbe dovuto porre… Ma in questo genere di storie le informazioni sui personaggi erano sempre vaghe, spesso del tutto assenti, e così si era accontentato del nudo fatto che lei fosse lì, e ci fosse un bambino in pericolo. Ma quella era la vita reale, e il signor Winbringer, che era un uomo adulto, non se l’era dimenticato.
    « Le grotte dell’Amnos sono tra i luoghi più pericolosi di Endlos; se hai lasciato tuo figlio lì potrebbe essere già morto, e se non fosse morto sarebbe impossibile trovare la strada per la grotta durante la bufera. »
    Quella semplice evidenza fu per lo slancio Kiryll una doccia fredda. Era vero… speravano davvero di riuscire a trovare, non dico il bambino, ma anche solo la grotta, con quel tempo infernale? Per non parlare del fatto che la madre lo aveva lasciato in mortale pericolo, da chissà quanto tempo. Eppure per quanto piene di buonsenso le parole dell’uomo, Kiryll non poté fare a meno di guardarlo con nuovi occhi, delusi e stupiti. Non era decisamente abituato al cinismo.
    Quello rincarò la dose, stavolta rivolto a tutti loro: Mi sembra inutile andare a morire futilmente dentro la bufera, andremo a cercare suo figlio solo dopo che sarà finita. Di più non possiamo »
    « Curtis non ha tutti i torti… »
    Anche l’altro, allora, la pensava allo stesso modo! L'animo del ragazzo si sgonfiò ancor di più… Per qualche ragione quell’Elay gli ispirava una vaga simpatia, persino ammirazione, e fra tutti era quello a cui avrebbe dato, d’istinto, più retta.
    « Tutto questo è ridicolo! »
    Con sorpresa, Kiryll si voltò in direzione del suo precettore. Si era completamente dimenticato della presenza di quell’uomo che era lì con il preciso scopo di fargli da guida. Il viso del nobiluomo era purpureo, gli occhi lucidi, l’intera fisionomia sconvolta dall’emozione. Il ragazzo conosceva bene quello stato: Göstaff von Aspendag era un uomo colto ed intelligente, ma capace di lasciarsi andare ad esternazioni quasi infantili.
    « Sono costernato, signori, nell’apprendere quali sono i valori a cui è stata educata la generazione a cui la mia dovrebbe cedere il passo! – per l’indignazione balbettava – Ma non mi vergogno a dichiararlo: i miei sono ben diversi! È inaudito che degli uomini che esibiscono al fianco una spada parlino come voi parlate a questa donna. A questa madre che vi chiede aiuto per suo figlio! – sollevò in aria un dito ammonitore, e sembrò quasi fosse convinto di poter invocare la potenza del fulmine su di loro – forse le carni della Bestia Strisciante hanno proprietà allucinatorie, perché non posso credere che l’unica fra noi pronta ad uscire di qui sia davvero madame Mens! »
    Kiryll ebbe un moto di orgoglio per il suo precettore, quasi più potente dell’imbarazzo nel vederlo lasciarsi andare a quella scomposta invettiva. Si chiese, inoltre, cosa ne avrebbe pensato sua madre del fatto che il nobiluomo, a cui aveva affidato la tutela del suo unico erede, sbraitasse ora così scalmanato per far sì che tutti loro si lanciassero a capofitto nella tana di un mostro... Kiryll era sicuro che se Göstaff ne avesse avuto il tempo avrebbe finito per pentirsi di quello slancio, ma non sarebbe stato lui a farglielo notare. O avrebbe dovuto?
    Un’altra domanda che non si era posto, e che avrebbe dovuto porsi, e che nessuno aveva posto ancora, era questa: ma che cos’era, “il Ragno”? Onana ne aveva confermato l’esistenza… ma allora che ne parlasse, che gli spiegasse di cosa si trattava, quanto pericoloso era!
    Forse con un certo imbarazzo, Elay riprese a parlare in tono non turbato, dimostrando che Göstaff era stato troppo precipitoso a lanciarsi nella sua scenata. Si rivolse prima a Mens, suggerendo (e Kiryll non poté davvero non essere d’accordo) che il rigore della bufera fosse davvero troppo per l’anziana donna. Quindi, a tutti loro: « Ad ogni modo, qualcosa dovremmo fare. Non si raccontano cose rassicuranti sulle bestie che dimorano nelle grotte dell’Amnos; non possiamo semplicemente lasciare un bambino indifeso e Dan soli nella tempesta, o nelle viscere della terra. »
    Tanto le parole di Curtis avevano deluso il ragazzo, quanto queste di Elay gli restituirono un po’ di slancio. Il maturo precettore ricompensò il giovane che aveva appena parlato con uno sguardo di altera approvazione, evidentemente convinto di essere stato lui a risvegliargli nell’animo un po’ di valore e abnegazione.
    « Io… – Kiryll dovette schiarirsi la voce perché si accorse di gracchiare – io sono d’accordo. E ho pensato… se questa donna è arrivata qui così poco vestita, significa che la grotta da cui è fuggita dev’essere davvero molto vicina. Forse davvero c’è qualche speranza di fare in tempo, se non esitiamo oltre »
    Come aveva fatto l’altro giovane del Nord, anche lui si avvolse le spalle con la pelliccia di lupo che poco prima gli copriva le ginocchia. Il peso del fodero in cui riposava la sua spada gli infondeva fiducia.
    « Solo una cosa… signora Onana, voi sapete che genere di creatura sia questo Ragno? E’ davvero quello che il nome suggerisce? »




    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Pronto all'azione
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Infervorato


    Edited by T h e B a r d - 27/6/2020, 09:45
     
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    Zanzuki


    Le reazioni di fronte a questo "imprevisto" sono le più disparate. Da chi si lancia in invettive verso un'intera generazione, a chi esprime qualche remora (assai giusta), a chi ancora cerca di ottenere qualche altra informazione.
    Come anticipato da Onana, il decotto che somministra alla donna, nel giro di qualche ora le garantirà una ripresa parziale, ma sicuramente comincia a fare qualche effetto sin da subito, sia anche solo per il fatto di esser caldo e la donna praticamente gelida.
    Il primo a cui risponde la donna è Curtis, impiega qualche minuti per articolare una frase semplice, e diverse volte condisce il tutto con parole prive di senso o rantoli di dolore, ma il succo della questione è abbastanza chiaro.
    Ci hanno portato lì per sacrificarci al Ragno.
    Aggiunge anche che è originaria del villaggio Pok-wan'popol, poco distante da dove vi trovate, poco meno di cento anime disperse nel mezzo della distesa di ghiaccio. A quanto pare il villaggio ciclicamente offre sacrifici al Ragno per mantenere il villaggio "celato" agli occhi di predoni e lupi. Quanto sia vero, quanto leggenda e quanto superstizione è difficile a dirlo. In ogni caso Onana vi conferma almeno l'esistenza del villaggio.
    Vi prego, cercate mio figlio Jung, ha appena dieci anni. E' rimasto nascosto in una insenatura naturale, poco lontano dall'ingresso delle grotte.
    Aggiunge poi con estrema difficoltà una descrizione un po' più chiara di dove sia Jung. Sembra nascosto in un piccolo crepaccio in una delle prime svolte dall'ingresso delle grotte, grotte che a quanto pare, come suggerito da voi, non sono così lontane, ma troppo per un bambino di dieci anni. Onana, conclusa la somministrazione del decotto, lascia la donna riposare sotto le coperte e si alza per andare a recuperare qualcosa da una delle stanze. Quando torna stringe tra le mani un semplice bastone di legno nodoso a cui è attaccata alla cima una sfera di vetro spessa ed opalescente.
    Questa è una lacrima di Gigante. Si illumina tanto più è buio il posto in cui si trova. Infatti qui dentro è completamente spenta. Non posso lasciare questo luogo, ma spero di poter illuminare almeno il vostro cammino.
    Allunga il manufatto verso di voi, facendovi dono di questo piccolo artefatto che quantomeno semplificherà il muoversi nella neve e nelle grotte.
    Mens, già tutto impellicciatanon può che sorride al precettore, sentendosi caricata di una saggezza antica e propria della sua età. Comprende pienamente le opposizione che le fate, ma si limita a sorridere con una noncurante che non vi è chiara.
    Abbiamo spezzato il pane e mangiato dallo stesso calderone, mie cari.
    Siamo uniti in questo desco e vi permetterò di certo di andare dal Ragno da soli.

    Cogliere un pizzico di irritazione nella sua voce matura, forse più dovuta al fatto che gli sia stato data dell'anziana che altro.
    Queste vecchie ossa, come avete detto, hanno sopportato ben oltre una tempesta. E l'esperienza mi ha insegnato qualche trucco che ci tornerà utile, ve lo assicuro.
    Continua a parlare come se avesse una consapevolezza della situazione che va oltre la vostra immaginazione. Sarà l'esperienza, l'età, chiamatela come volete, ma sicuramente Mens è una donna, una vecchietta su, si può dire, sicura di sè.
    Esistono diverse leggende riguardo un Ragno, nella zona. Anni fa mi raccontarono di un portentoso illusionista con questo nome, faceva impazzire le sue vittime con visioni, appunto di Ragni.
    Il cugino del fattore Ugho, invece, mi raccontò la storia di un grosso Ragno, così grande da rimanere intrappolato all'interno delle grotte, in grado di cibarsi solo per mezzo dei suoi figli che gli portano il cibo.
    Umh...poi c'era la storia di un tagliagole con quel nome, ma se ben ricordo riguardava il Presidio Errante...e...poi...umh

    A quanto pare Onana ha una memoria storia invidiabile. Tutto merito della miriadi di intrecci che nascono all'interno del suo zanzuki.
    C'è il Ragno Tessitore, un potente indovino, ancora il Ragno Scarlatto del Sud, assassino esperto in veleni, poi abbiamo Lolth, la regina Ragno interdimensionale. Ricorda anche di un Demone Ragno, e se fosse lui, copritevi bene le orecchie perchè fa entrare piccoli ragnetti nel padiglione auricolare con cui può imbrigliare la volontà di una persona.
    Nomina almeno altre tre-quattro figure di Ragno partorite dai resoconti dei viandanti e poi sorridente e materna conclude la sua narrazione. Forse era meglio non farle questa domanda. Mens, dimostrando invece di andar oltre tutte queste quisquiglie. Ammantata si avvia già alla porta. Attende che vi prepariate al meglio per lanciarvi insieme nella tempesta.

    Angolo del QM #4
    Riuscite ad ottenere qualche altra informazione dalla madre e da Onana, che inoltre vi fornisce pellicce per il viaggio ed una comoda lanterna per illuminare il vostro cammino (decidete pure chi la terrà).
    Se non avete ulteriori domande potete seguire Mons all'interno della tempesta. La vecchietta è cocciuta e non vi lascerà andare da soli. Se vorrete proseguire, noterete che camminare nella tempesta non è così disagevole come avete creduto e come avete provato in precedenza prima di arrivare allo zanzuki. E' come se qualcosa bloccasse il freddo ed il vento, almeno in parte, permettendovi di proseguire più agevolmente.
    La camminata non è molto lunga e le grotte dell'Amnos sono visibili dopo una breve camminata.

    Per qualsiasi cosa scrivetemi pure senza problemi o utilizzate il bando.

    Scadenza: 15/07/20
     
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    “Curtis non ha tutti i torti…”
    Le parole di Elay mi diedero speranza; non tutti erano sconsiderati in questo zanzuki in fondo.
    ”Tutto questo è ridicolo! Sono costernato, signori, nell’apprendere quali sono i valori a cui è stata educata la generazione a cui la mia dovrebbe cedere il passo!...” L’anziano signore sembrò furioso per la mia reazione e quella di Elay. Il mio volto si corrucciò in risposta.
    ”Ad ogni modo, qualcosa dovremmo fare. Non si raccontano cose rassicuranti sulle bestie che dimorano nelle grotte dell’Amnos; non possiamo semplicemente lasciare un bambino indifeso e Dan soli nella tempesta, o nelle viscere della terra”
    Il mio volto andava man mano addolcendosi. Persino il ragazzino che accompagnava l’anziano signore sembrava essere mosso dalle sue parole e si preparava con la pelliccia e quel che aveva per uscire. Sembrava che nessuno si preoccupasse troppo della propria incolumità.

    Finalmente la madre intirizzita mi rispose, spiegando i motivi che portavano una donna e suo figlio in un ambiente così ostile ed era chiaro che fossero vittime degli eventi.
    Onana si alzò, e lasciando la donna comoda sotto il tepore delle coperte andò in un’altra stanza.
    Mi girai verso l’anziano signore del Nord per rispondergli:
    ”Potete essere costernato per il mio comportamento, ma si dia il caso che andare allo sbaraglio non è la scelta migliore per la vita di tutte le persone al seguito. Se tutti avessimo fatto come il signore che si è precipitato fuori dallo zanzuki avremo vagato senza meta. Mi aspetto un po’ di buon senso da chi dovrebbe insegnarlo alle “nuove generazioni””. Muovendo il braccio con gentilezza in direzione del ragazzo al suo fianco. ”Dunque è deciso, se dobbiamo andare a salvare questo ragazzino sarà il caso di prepararci al meglio", dissi. Presi la mia pelliccia e la passai attorno alle spalle; mi sono diretto poi verso le altre pellicce per prenderne un’altra. “Meglio portarne una anche per il bambino.” Legai la pelliccia alla cintura, arrotolandola.
    Quando Onana tornò dalla stanza aveva tra le mani un bastone in legno con sopra una sfera; ci spiegò che avrebbe illuminato la nostra strada. Mi affrettai a prendere il bastone che Onana porgeva.
    Mens nuovamente si fece avanti per venire con noi, ribadendo che anche se anziana avrebbe sicuramente aiutato. Le sue parole fecero scaturire un’espressione di dissenso sul mio volto.
    Onana ci ha poi parlato del Ragno, dilungandosi in una lista di possibili creature, un elenco troppo lungo per prendere in considerazione tutte le possibilità.

    Usciti dallo zanzuki ho cercato di fare strada, notando come la strada percorsa nella tempesta non fosse così impervia come invece lo era in precedenza, Cercai di avvicinarmi a Mens, cercando di aiutarla. ”Non era necessario che venisse, e non era necessario fare leva sull’onore: non sarà l’onore a salvare quel ragazzino” ho gridato a Mens per cercare di farmi sentire sopra il rumore della tempesta.

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    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]


    Scudo Mentale:
    Se attaccato, Curtis Winbringer sarà in grado di fermare qualsiasi colpo fisico a lui rivolto, come se si frapponesse uno scudo invisibile. Ovviamente gli sarà possibile solo se sarà effettivamente in grado di intercettare il colpo ricevuto in tempo, tramite vista o auspex vari. [Difesa fisica a consumo medio: 1pt]
    Sfera Psichica:
    Padrone della propria mente, Curtis è anche in grado di rendere in qualche modo "tangibile" il proprio pensiero: in questo caso, se in pericolo, riuscirà a tracciare mentalmente un cerchio con di area variabile avente lui stesso come centro, entro il quale ogni attacco energetico sarà smorzato o dissipato. Le dimensioni massime del raggio del confine mentale varieranno a seconda del consumo impiegato (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico). [Difesa energetica ad area, Variabile: 2pt]
    Egida Psionica:
    Curtis Winbringer è in grado di innalzare delle difese psicologiche in modo del tutto volontario, nel caso si senta vittima di un attacco mentale. Attraverso un lavoro di autoconvincimento ed autoipnosi, riuscirà il più delle volte a non sottostare alle altrui imposizioni mentali. [Difesa psionica Variabile: 2pt]


     
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