L'Inizio del Carnevale

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    curioso: chiunque crederebbe che un evento tanto impressionante e cruento come la prima volta che si uccide un uomo debba fissarsi indelebilmente nella memoria di chi lo vive. Eppure, per tutta la sua vita Kyrill avrebbe invano cercato di richiamare la precisa immagine di quell'istante... Non ci avrebbe provato spesso, certo, ma persino in quei rari casi in cui coraggiosamente avrebbe desiderato guardare in faccia tutto se stesso, tutto ciò che aveva fatto, anche le azioni più sgradevoli... non sarebbe mai stato capace di separare i ricordi autentici dalle immagini che lui stesso aveva inventato per raccontare l'episodio a posteriori. E forse in quel groviglio non c'era neppure nulla di autentico.
    Solo di una cosa sarebbe stato sempre abbastanza sicuro: che proprio mentre la sua lama tranciava il corpo di quell'essere umano gli era, per qualche motivo, venuto da pensare ad un coltello che affetta un cespo di lattuga. Era un immagine talmente assurda e fuori luogo che gli sembrava impossibile di essersela inventata per spiegare a qualcun'altro la sensazione di uccidere un uomo... doveva essergli davvero sorta spontaneamente in quel momento.
    E così, mentre la lunga spada nordica metteva fine per sempre alle brame e alle paure di quello sconosciuto, Kyrill pensava ad una verza tagliata a metà.

    Il resto però lo ricordò per sempre: il corpo straziato che cadeva sul selciato, i visceri sparpagliati in tutte le direzioni, il sangue che si gettava come un fiume caldo oltre il bordo del marciapiede nell'acqua oleosa del canale... Era caldo, lo sapeva, non solo perché così gli era sempre stato detto, ma perché le sue mani, le sue braccia, la sua faccia, ne erano all'improvviso ricoperti.
    Forse i rimanenti avversari avevano imprecato e bestemmiato, forse no. Forse lui aveva mantenuto il sangue freddo, e aveva provato a scattare ancora in avanti, per proseguire l'azione come l'aveva immaginata, o forse no. Forse invece si era bloccato a fissare inorridito quello che, riverso ai suoi piedi, era ormai un cadavere, o forse ancora aveva osservato l'orrore e lo sbigottimento degli altri sgherri senza però avere la prontezza di approfittarne.
    C'è una parentesi di chiarezza nei suoi ricordi: di sicuro aveva visto quello con Meti in spalla che annaspava alla cintura con la mano forse sudata, mentre l'altro spalancava la cappa rivelando una serie di coltelli da lancio, e la sua voce da sotto la maschera:
    « Crepa, mostro! ».
    Quei pugnali gli sarebbero volati presto addosso, si rese conto il ragazzo, e lui non aveva modo di proteggersi. Doveva farsi sotto, raggiungerli... Ma il primo dovette aver trovato quello che cercava, perché lo scagliò a terra, e qualunque cosa fosse si spaccò con un suono come di vetro, liberando un fumo denso che in un attimo fu in faccia a Kyrill, e che lo gettò nella confusione più totale.

    All'improvviso non vedeva più nulla, gli occhi e la bocca presero a bruciargli, e tutto il suo corpo fu scosso da un attacco di tosse convulsa. Nel panico, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la minaccia dei coltelli da lancio, si aspettava da un momento all'altro il loro morso sulla pelle. Era andato tutto storto, non era riuscito a mettere in salvo Meti... Si buttò da un lato e si ripiegò su un ginocchio, sempre tossendo, schermandosi il viso con l'avambraccio. Sperava che lo stesso fumo che lo accecava avrebbe impedito all'avversario di mirare con troppa precisione.
    Poi ricordava un'altra cosa, una cosa che non si sapeva spiegare: avrebbe giurato di aver sentito il suono metallico di alcuni pugnali che, uno dopo l'altro, cadevano sul selciato a un passo da lui, come dall'alto. Ebbe appena il tempo di stupirsene, che venne il dolore. La prima lama raggiunse il suo fianco con tale velocità e precisione da squarciare il panno della casacca e aprirgli un profondo taglio nella carne. Tuttavia, quel dolore che ricevuto a freddo lo avrebbe fatto urlare, con l'adrenalina in circolo risultò ovattato, e anzi gli fece da sprone per riprendere a muoversi. Non poteva restare lì accucciato a fare da bersaglio di quel tiro alla cieca! Tra l'altro, gli era sembrato di sentire il rumore dell'imbarcazione che sbatteva contro il bordo del marciapiede. Si rialzò, sempre tossendo e lacrimando, ma facendo del suo meglio per mantenere la posizione di scherma. Sapeva che gli avversari distavano poco più di cinque passi, e che forse facendone appena un paio sarebbe uscito da quella nube che gli impediva la vista...
    Un altro pugnale gli trafisse la coscia, strappandogli un gemito. Un altro paio dovettero mancarlo, perché li sentì cadere a molti passi dietro di lui.
    Sempre stringendo la spada con entrambe le mani, e tenendo la guardia alta, in modo da ripararsi il viso, avanzò. L'ultimo pugnale lo raggiunse proprio all'altezza della testa, ma di striscio, e gli ferì superficialmente sia il braccio che il cuoio capelluto.
    Finalmente emerse dalla cappa di fumo. I suoi polmoni si dovevano essere riempiti di quel vapore irritante, perché la sua tosse non si alleviò, e gli occhi continuarono a bruciargli dolorosamente, ma attraverso lo spesso velo di lacrime almeno ora riusciva a distinguere le sagome dei suoi nemici. Zoppicava lievemente dalla gamba ferita, ma incurante del dolore si fece avanti, spostandosi di lato in modo che l'avversario più vicino si frapponesse fra lui e il lanciatore di pugnali.

    Crepa, mostro...

    A Kiryll balenò un'intuizione.
    Si immaginò l'effetto che doveva aver fatto su quei bravacci privi di addestramento la visione della morte del loro compagno, così brutale, così inaspettata. E ora lui emergeva dal fumo, involontaria coreografia, coperto di sangue, brandendo la lama ancora gocciolante... Si raddrizzò, gonfiò il petto squassato dalla tosse, e tentò di far passare la smorfia di dolore che gli deformava il viso per un ghigno feroce. Non poteva vederli, sia per via delle maschere che della sua vista offuscata, ma immaginò il loro nervosismo, forse anche una punta di paura. Una crepa nel loro morale, che con la giusta leva poteva farli crollare come giganti con le caviglie legate.
    Peccato che le frasi ad effetto non fossero il suo forte... dovette accontentarsi della prima cosa che gli venne in mente:
    « Lasciala! O muori come il tuo amico. »
    E mentre lo diceva cercò di richiamare per la seconda volta quella forza misteriosa che poteva gettare nel panico i suoi nemici, e di investirne l'uomo che portava in spalla Meti. Cercò di caricarne tutta la sua voce, tutta la sua fisionomia, in modo che la sua non suonasse una vuota minaccia, ma una promessa terrificante, una scelta obbligata da fare in fretta, prima che lo spadone viscido di sangue calasse di nuovo.
    Era un bluff, naturalmente, e lui lo sapeva. Il suo attacco fulmineo era fallito, si sentiva già stanco, il suo corpo martoriato dal dolore, e non c'era più traccia della fiducia che lo aveva mosso poco prima... Se l'uomo non avesse ceduto alla paura liberando Meti, lui di certo non avrebbe potuto attaccarlo correndo il rischio di far del male alla ragazza.
    E allora, cosa gli sarebbe rimasto da fare?



    CITAZIONE

    Stato fisico di Kiryll: danno complessivo Medio - Ferite a coscia sinistra, fianco destro, braccio destro e testa
    Stato mentale di Kiryll: Quasi disperato
    Energia: 30% [50% -10% -10%]

    Equipaggiamento in uso:
    • Spada bastarda – arma a una mano e mezza

    Poteri passivi:
    • Aura misterica – passiva di Malia
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.


    Azioni
    SLOT 1: • Black out protettivo – consumo medio (-10%), scudo di forza (generato inconsciamente) che protegge da un attacco di cui Kiryll è consapevole.
    Talvolta, durante i combattimenti, quando l’avversario gli rivolge un attacco particolarmente pericoloso, che Kiryll non riuscirebbe a contrastare con una semplice parata, per una frazione di secondo la sua vista si annebbia, un pesante drappo nero cala sulla sua coscienza, come se qualcun altro prendesse, per lo spazio della reazione, il controllo del suo corpo. Dai racconti dei suoi compagni di allenamento, in questi momenti gli attacchi a lui diretti vengono contrastati come da una forza invisibile che si frappone fra lui e l’aggressore. Questa forza sembra poter fermare non solo gli attacchi fisici, ma anche gli assalti magici e psichici scagliati contro di lui.

    SLOT 2: • Spavento e terrore – consumo medio (-10%), paralizza il nemico nel terrore.
    Con la pratica, Kiryll ha imparato che gli è possibile, per qualche ragione, instillare nel suo avversario un subitaneo sgomento semplicemente volendolo. I suoi compagni di allenamento all’Accademia lo descrivono come un irrazionale moto di orrore paralizzante che si impadroniva di loro, rendendo quasi impossibile reagire agli attacchi. I più sensibili affermavano di intravedere sovrapposta al suo volto come una maschera fumosa, dai tratti terrificanti...


    Recap:
    Kiryll viene bloccato dall'effetto della nube di fumo, e cerca di accucciarsi per offrire meno bersaglio possibile all'attacco con i pugnali che ha intuito essere in arrivo. Visto che è consapevole dell'attacco imminente, si attiva la tecnica di difesa "Black out protettivo", a consumo Medio, che blocca la traiettoria di metà dei dieci pugnali (i quali vengono fermati dallo scudo di forza e cadono a terra, con il rumore che Kiryll sente e non si sa spiegare). Dei restanti coltelli due lo mancano vista la difficoltà di mirare a un bersaglio coperto da una nube di fumo, ma altri tre lo colpiscono, causandogli comunque un danno complessivo Medio.
    A questo punto il ragazzo esce appena dall'area della nube (lacrimazione e tosse continuano comunque per tutto il turno), e usa di nuovo la tecnica "Spavento e terrore", combinata anche all'effetto della passiva "Aura misterica" per provare a obbligare il nemico più vicino, già scosso, a lasciar andare Meti.

    Ti ringrazio per la chiarezza con cui mi stai guidando nel tutorial :grab:
    A mia parziale discolpa per la scelta tattica poco assennata, posso dire che in parte è stata una scelta di interpretazione: come sono inesperto io, ancora di più lo è Kiryll, al suo primo combattimento. In verità non avevo idea di quanto danno ci volesse per mettere fuori combattimento un "umano senza particolari talenti o caratteristiche", ma sicuramente ancora meno idea ne aveva Kiryll, che non ha mai fatto male a una mosca e che non era poi neanche così sicuro che questi umani fossero privi di talenti :asd: La prossima volta ci penserà due volte prima di usare un Critico al primo turno di combattimento :sese:
    Ps: modifico il post precedente togliendo la Brigantina dall'equipaggiamento :asd:
     
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    ...perché la vita è come un Carnevale,
    e non si può mai sapere quale scherzo ti riserverà.


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    L'attacco sferrato è andato a segno e l'avversario soccombe. Da quel momento in poi, però, la immagini di una realtà troppo irreale e le troppo vivide speculazioni della mente si fondono in un vorticante caleidoscopio difficile da definire: uccidere è stato facile (come affettare un cavolo!), ma quel che viene dopo... porta il caos nella testa del giovane Kyrill.

    In fondo, molto spesso, è proprio così che funziona: la morte, dopotutto, è questione di un attimo; può essere preceduta da una più o meno lunga agonia, che ne annunci l'arrivo, e seguita da un senso di vuoto capace di protrarsi anche all'infinito, in cui il suo eco riverbera, ma... la morte in sé è un processo immediato ed improvviso, è una cosa semplice (tremendamente semplice!), semplice e irreparabile, ed è per questo che suscita tanto sgomento.

    Si dice che ognuno razionalizzi e metabolizzi questo sgomento a modo proprio, in un modo unico e ogni volta diverso, e per il Rampollo che è giunto dal Nord l'eco della morte inflitta prende in questo momento la forma di una gran confusione: il sangue dell'uomo che ha ucciso che si spande sulla banchina, le voci spaventate dei suoi complici si mischiano in un ronzio, il tempo congelato che intrappola i suoi stessi movimenti...

    Per un attimo, tutto diventa indistinto, e la nube scura che si innalza attorno al giovanotto dopo quello schianto cristallino sembra una diretta manifestazione del suo stato d'animo; gli occhi lacrimano, la gola brucia, e la tosse lo squassa... ma per quanto travolto dagli eventi, il ragazzo non ne è rimasto sopraffatto: ha visto i pugnali lanciati dal prossimo avversario, sa che sono diretti a lui, ed è ben conscio -nonostante la confusione- che deve trovare un modo per evitarli.

    Privato momentaneamente della vista, e perciò impossibilitato a tenere d'occhio l'avvicinarsi della minaccia, Kyrill segue l'istinto e scarta lateralmente, sollevando un avambraccio a proteggere il volto, e.... con una dinamica che è per lui difficile da spiegarsi, un certo numero di coltelli viene deflesso altrove, rimbalzando sul lastricato di pietra e producendo un tipico tintinnare metallico.

    Delle lame, però, lo raggiungono ugualmente: fianco destro, coscia sinistra, il braccio della spada, che -una volta rimessosi in piedi- è tornato ad impugnare per dare ancora battaglia; fortunatamente, non sembra trattarsi di ferite letali -dal momento che non gli impediscono di rimettersi in movimento-, ma il fatto che siano decisamente dolorose a prescindere dalla loro gravità le rende certamente un handicap in un combattimento.

    Tossicchiando, lacrimando e zoppicando, il Nobile non demorde: armato e risoluto, emerge dal banco di fumo come un'apparizione demoniaca, con un ghigno ferale sul volto (in vero, una smorfia di dolore per i danni subiti) e coperto di sangue che è solo in piccola parte il suo.

    Nonostante la vista appannata, il ragazzo ha l'accortezza di ricercare una qualche copertura da una seconda eventuale sventagliata di coltelli dietro la schiena dell'avversario più vicino, quello che trasporta Meti; in questo modo, tenendo il criminale -e l'ostaggio- sulla linea di tiro, diventa improbabile che l'altro tenti di nuovo un rischioso attacco a distanza.

    E così, parandosi davanti all'energumeno mascherato e gonfiando il petto, Kyrill pensa bene di provare a sfruttare a proprio vantaggio tutte le poche risorse che ancora gli restano: è stanco e ferito, è vero... ma il suo misterioso e sinistro ascendente non è stato intaccato dallo sforzo; al contrario, così coperto dal sangue della sua vittima, il suo aspetto a dir poco terribile non fa che accentuare il terrore instillato nei nemici.

    « Lasciala! O muori come il tuo amico. »

    Colto in pieno da quella messa in scena, resa impressionante dagli elementi grafici e dal tempismo con cui occorre, l'uomo che ne è il destinatario finisce per farsi scivolare di spalla la povera Sirena -che si schianta a terra con un tonfo, come un sacco di patate-, e paralizzarsi sul posto e alzare istintivamente le mani in segno di resa...

    ...ma così facendo, vista anche la posizione che egli stesso ha assunto, Kyrill si trova ancora separato dalla sua amica proprio da quell'uomo inchiostro sul selciato da una fifa dannata.

    « Che cavolo fai?! Idiota! »

    Come prevedibile, il lanciatore di coltelli accoglie la reazione del suo compare con un caustico scatto d'ira, e non perde certamente tempo a cercare di capire cosa l'ha spinto ad agire a quel modo: lanciandosi in avanti, sferra una violenta pedata sulle reni del compagno, facendotelo letteralmente franare addosso, così da guadagnare il tempo di afferrare la fanciulla e trascinarla per gli ultimi metri fino alla barca.

    Naturalmente, il nocchiero ha una gran fretta di finire il lavoro e togliersi da lì, e il fatto di dover lasciare indietro due complici non è certamente fonte di rammarico o preoccupazione per lui: gente in meno con cui spartire il compenso... perciò, non c'è da sorprendesi nel vederlo saltar fuori dal suo guscio di noce per andarsene incontro a quello con i coltelli: insieme, prendono la signorina dai capelli verde-mare di peso -uno per le caviglie e l'altro per le spalle- e la gettano di malagrazia sul fondo dell'imbarcazione, prima di saltarci sopra a loro volta.

    E mentre ti districhi dalla situazione, devi rapidamente pensare a cosa puoi fare per fermare quei due, che imbracciano i remi per spingersi lontano dalla banchina, intenzionati a prendere il largo il più in fretta possibile.


    Info-Box

    Non ho molto in cui dilungarmi per questa introduzione tecnica: mi sembra tu abbia afferrato piuttosto bene il meccanismo della difesa&contrattacco, visto che hai gestito la situazione in modo perfettamente consono alle regole. :yuppi:


    Turno Avversario: Sprovvisto di difese adeguate, il rapitore è stato sopraffatto dall'attacco mentale che gli hai rivolto contro, restando -di fatto- paralizzato sul posto, senza reagire; ha sì lasciato andare la ragazza, ma -essendo comunque grande e grosso- ti resta davanti come una barriera architettonica. Il suo complice (quello che ti la lanciato i pugnali) pensa bene di buttartelo addosso, e questo non conta come una tecnica, ma... non è ugualmente una mossa senza conseguenza, o che si possa risolvere con uno *schiva*.
    Come funziona in questi casi? La spiegazione è al punto successivo!

    Contrasti Fisici: Visto che se ne è creata l'occasione, sfrutto il presente -ultimo- turno di combattimento per presentare un'altra dinamica, all'apparenza secondaria ma molto importante per i personaggi che agiscono spesso in corpo a corpo; è il caso di quel che il Regolamento definisce "Azioni Fisiche" [Link]
    Contraddistinte dal fatto di non necessitare di un Consumo Energetico e non richiedere l'utilizzo di nessuno Slot-Tecnica, esse si basano sui classici parametri di Forza, Velocità, Agilità e Resistenza, ma poiché il Sistema di Gioco di Endlos prevede che tutti i PG (a prescindere da aspetto, stazza, carattere, razza o storia) abbiano di base le medesime "statistiche" fisiche, questa categoria di azioni e la loro gestione è rimessa all'Interpretazione del player - e al realismo e sportività della suddetta.
    In una situazione di "confronto diretto" è tuttavia possibile dotarsi di "modificatori" che rendano più legittima l'Azione Fisica, ed è il ruolo che vanno a ricoprire le Abilità Passive di Bonus di una data statistica; nella pratica: se un avversario senza bonus ti tira un semplice pugno, il tuo PG potrebbe schivare (se in possesso di un Bonus all'Agilità), allontanarsi (con un Bonus alla Velocità), o incassare senza danni (con un Bonus alla Resistenza).
    Considerando che, vista la stazza, il nemico che minaccia di schiacciarti è dotato di una passiva di Bonus alla Forza, valuta come comportarti.

    Ampliare il Parco Tecniche: Come spesso succede, non sempre si è perfettamente preparati a quello che può accadere in una situazione... Ma da ogni difficoltà si può imparare, e questo è particolarmente vero per un personaggio che affronta un combattimento. Uno scontro tende a metterci davanti ad ostacoli, che evidenziano qualche lacuna, qualcosa che avremmo potuto fare meglio se solo avessimo avuto quella tecnica... e questi momenti sono importanti opportunità, perché possono portare a formulare nuovi poteri con cui espandere la nostra scheda.
    Ti suggerisco di sfruttare lo scontro per notare nella pratica quel che manca al tuo repertorio di tecniche.
     
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    ifficile dire se Kiryll credesse o meno che la sua minaccia potesse davvero impressionare l’uomo: parte di lui era quasi certa di sentirsi ridere in faccia (era solo un ragazzino ormai esausto, lo sapeva fin troppo bene…), ma un’altra parte, quella più ferale e coinvolta nello scontro, credeva animalescamente in se stessa, e che ogni suo tentativo dovesse avere effetto. Comunque fosse, fu con un tuffo al cuore che il ragazzo vide il bravaccio irrigidirsi e lasciar davvero scivolare a terra il suo carico. Aveva funzionato!
    La povera Meti, con braccia e gambe legate, toccò il suolo scompostamente, senza potersi riparare dalla caduta, di sicuro facendosi male. Ma meglio tornare a casa piena di lividi che non tornarci affatto.
    Adesso! Scattare in avanti, buttare di lato l’energumeno, guadagnare la ragazza…
    Ma nemmeno stavolta i suoi avversari ebbero la cortesia di regalare a Kiryll il tempo di approfittare del proprio fugace successo.
    Sbraitando di rabbia, l’ultimo dei tre rapitori fu più svelto di lui a raggiungere quello bloccato nel mezzo. Il cadetto del Nord aveva appena mosso il primo passo per farsi incontro al nemico che alzava le mani in segno di resa, che vide la corpulenta massa dell’uomo sbilanciarsi in avanti e crollargli, spinta dal calcio del suo compagno, addosso.
    Ma Kiryll era pur sempre il miglior allievo del suo anno dell’Accademia. Forse un lancio di coltelli attraverso una cortina di fumo era qualcosa al di sopra delle sue abilità, ma l’attacco a corpo morto di un nemico inesperto era esattamente ciò per cui era stato duramente allenato.
    Il suo occhio, o piuttosto il suo istinto, riconobbero automaticamente le leve e le spinte in gioco, e seppero guidare il suo corpo per reagire: il ragazzo si chiuse e ruotò il bacino a sinistra, così da non opporsi frontalmente alla caduta scomposta del nemico, ma offrendogli invece la spalla destra. Quindi, mentre l’altro gli rovinava addosso a mani ancora alzate, in un unico fluido movimento esplose in una leggera diagonale, in avanti e verso destra, colpendolo al centro del petto con violenza con gomito e omero, e concentrando in quel punto la forza di tutto il suo corpo.
    L’aria che c’era dentro all’ampio torace del bruto passò tutta assieme attraverso il foro della maschera nera, con un suono morbido, ovattato. La bocca dell’uomo si trovava in quel momento proprio all’altezza dell’orecchio di Kiryll. Il ragazzo si sentì per un attimo avvolto dall’acre odore del sudore dell’altro, una parte remota del suo animo riconobbe gli ormoni della paura, e ne fu compiaciuta. Ma non fu che un momento: il suo stesso peso portò l’avversario a continuare la sua disordinata caduta, non più addosso al ragazzo ma oltre di lui, mentre questi contemporaneamente si faceva ancora avanti. Si aspettava di udire lo splash del corpulento avversario che piombava nell’acqua del canale, ma non si voltò: il suo sguardo saettò in cerca di Meti, che non era già più a terra dove l’aveva vista cadere!
    Il marciapiede era vuoto davanti a lui. I rapitori erano infine riusciti a portare la ragazza nella barca, e ora si stavano affrettando a prendere la via dell’acqua.
    Kiryll decise che era venuto il momento di provare a invocare soccorso.
    « AIUTO! AIUTO! » si mise a chiamare a pieni polmoni. Ormai gli sembrava che anche solo una vecchietta che si fosse affacciata alla finestra avrebbe potuto migliorare quella situazione disperata.
    Il canale non era così largo da permettere ai due nocchieri di allontanarsi dal marciapiede: in qualunque direzione avessero remato, per il momento Kiryll poteva seguirli da terra. Ma per fare cosa? Saltare anche lui in barca? Poteva tentare il tutto per tutto, provare a sopraffarli, ma il suo corpo gli diceva che non ce l’avrebbe fatta, era troppo malconcio, e i due avrebbero avuto la meglio su di lui in quello spazio ristretto. Oppure l’imbarcazione si sarebbe rovesciata. Se solo Meti non fosse stata legata! Capovolgere la barca in quel caso sarebbe stata la sua opzione migliore... Ma così, la fanciulla sarebbe colata a picco, incapace di nuotare. Non c’era altro da fare allora: chiamare aiuto, e sperare che qualcuno venisse.

    CITAZIONE

    Stato fisico di Kiryll: danno complessivo Medio - Ferite a coscia sinistra, fianco destro, braccio destro e testa
    Energia: 25% [30% -5%]

    Equipaggiamento in uso:
    • Spada bastarda – arma a una mano e mezza

    Poteri passivi:
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    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.


    Azioni
    SLOT 1: • Cuore, mente, braccio, spada – consumo Basso (-5%), attacco fisico.
    In oltre dieci anni di addestramento marziale Kiryll ha imparato, durante il combattimento, ad aprire un canale diretto tra le sue energie interiori sepolte e la sua arma, che diventa così non solo un prolungamento del suo corpo, ma un ricettacolo di poteri distruttivi e micidiali. Ad ogni attacco può decidere di consumare un importo variabile di energia per rendere il suo fendente più letale del normale.

    SLOT 2: [ / ]

    Recap:
    Kiryll reagisce all’azione fisica del nemico che gli cade addosso con una tecnica offensiva (“Cuore, mente, braccio, spada”), a consumo Basso, allo scopo di deviarlo violentemente. Disimpegnatosi, ha giusto il tempo di realizzare che Meti è ora sull’imbarcazione, e di decidere che non resta altro da fare che cominciare a chiamare aiuto.



    Edited by T h e B a r d - 24/9/2020, 13:56
     
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    ...perché la vita è come un Carnevale,
    e non si può mai sapere quale scherzo ti riserverà.


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    Non hai il tempo di gioire per l'avvenuta liberazione di Meti da parte dell'energumeno -e per la riuscita della tua azione-, che la situazione cambia di nuovo per tornare all'assetto originario: gli altri due complici -gli unici rimasti- non se ne restano con le mani in mano, e subito riacciuffano la ragazza... senza farsi alcuno scrupolo nell'usare il terzo compagno -reo di aver subito la tua intimidazione- come ostacolo da frapporre sul tuo cammino per rallentarti.

    L'uomo ti frana addosso a peso morto, e la cosa non lo rende troppo diverso dai tanti sacchi di sabbia che vengono spesso usati come avversario-fantoccio nei primi livelli di addestramento dell'Accademia Militare, pertanto gestire quell'assalto non è effettivamente un problema per te, che hai completato -e con profitto!- il tuo percorso accademico nelle arti del combattimento.

    Arrivi così in breve tempo a un'efficace soluzione: anziché cercare un modo di sottrarti alla collisione -complicato a farsi, vista la mole di quel tipo e il poco spazio di manovra a disposizione-, decidi di prenderne il controllo, e opponendo una spalla all'ampiezza del petto dell'altro per smorzare l'impatto, lo rimbalzi con una gomitata secca e mirata, che gli toglie il fiato e lo lascia libero di proseguire la sua caduta da solo mentre tu ti sposti per proseguire.

    Senti dietro di te lo schianto di quel corpo che cade in acqua, e qualche spruzzo gelido ti raggiunge la schiena, ma non ti importa: al momento devi recuperare la Sirena, ma una morsa gelida allo stomaco ti coglie quando la intravedi a bordo della barchetta a remi che -sotto la guida dei due malviventi mascherati- si allontana dalla banchina e inizia a scivolare lungo le acque del canale... a questo punto, c'è solo una cosa che resta da fare.

    « AIUTO! AIUTO! »

    Cominci ad urlare a pieni polmoni, ma mentre la città resta statica come una cartolina, l'imbarcazione si fa pian piano sempre più lontana dalla tua portata: mentre vagli quali possibilità ti restino, pensi che ti basterebbe veder spuntare anche solo una vecchietta da qualche finestra per sentirti meno solo, ma... ormai la Parata di apertura starà per cominciare, e ad ogni minuto i gli abitanti della metropoli e la loro attenzione si fanno sempre più distanti da quel luogo.

    A questo punto, potresti giocarti il tutto per tutto e cercare di lanciarti a bordo, saltando dalla banchina, ma gli sforzi prolungati della contesa appena sostenuta hanno stremato il tuo corpo, e non sei sicuro di riuscire né a superare quella prova atletica né a sopraffare gli altri due energumeni che ti aspetterebbero all'atterraggio.

    Sei sul punto di disperare quando una macchia di colore vagamente familiare si muove su uno dei ponti di pietra che attraversa il canale, catturando il tuo sguardo... e senti subito un barlume di speranza riaccendersi nel tuo cuore nel momento in cui riconosci l'assistente dell'atelier Trussardi: il ragazzo coi capelli lilla e il soprabito blu scuro ti aveva promesso che sarebbe andato a chiamare le guardie, e sei sicuro abbia portato con sé i rinforzi, visto che, pur affacciandosi al parapetto e additando con l'indice l'imbarcazione dei malviventi in fuga, tiene la testa è rivolta verso qualcuno alle sue spalle.

    Entrambi i rapitori sono più occupati a tenere d'occhio i tuoi movimenti e a governare la barchetta per badare a quello che succede sopra le loro teste, e al contrario di te -che vedi tutta la scena- non hanno tempo di capire cosa sta per succedere: dal riparo delle merlature in marmo emerge un uomo in armatura argentea -più alto e più imponente del giovane Sarto-, attorno alle cui spalle drappeggia la cappa blu scuro della Guardia Indaco, l'élite dei soldati della Regina dell'Est; il Cavaliere a volto scoperto -di cui distingui solo il viso imberbe e i capelli curiosamente bianchi- avanza silenziosamente fino al centro dell'arco, salta agilmente sulla balaustra -restandovi in equilibrio perfetto-, e dopo un istante, muove un passo oltre il baratro.

    Quando atterra sulla prua dell'imbarcazione lo fa con una grazia ed una leggerezza semplicemente innaturali per un uomo in armatura, e anche se non puoi vederla -per la distanza e per le maschere che indossano- riesci facilmente ad intuire tutta la sorpresa dei due malviventi nel ritrovarsi quell'apparizione che torreggia in piedi su di loro; il primo, quello ai remi, viene spedito in acqua con una ben assestata pedata sotto il mento, e il suo compare tentenna, in dubbio sul da farsi.

    Abbandonare la nave alla deriva? Rinunciare alla ricompensa per la cattura della ragazza? Aggredire il damerino albino? Sì, certo! Dopotutto, gli basterebbe gettarlo in acqua e tutta la ferraglia che ha addosso dovrebbe fare il resto... deve solo usare il giusto incentivo, e la mano gli corre rapida al pomolo della daga che gli pende al fianco.

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    « Non fatelo. »
    ammonisce l'Albino, con una calma imperturbabile come la superficie di un lago
    « Rispondere all'acciaio con l'acciaio è il dovere di un Cavaliere,
    e io non impugno mai la spada per gioco. »


    L'altro lestofante ha un tentennamento, ma non è abbastanza per farlo desistere: forse pensa di essere più rapido, o meno impacciato dell'altro nei movimenti, ma non appena estrae l'arma e muove un passo in avanti, un secondo tonfo più leggero perturba le acque calme del canale: descrivendo un arco che dalla banchina distingui chiaramente, la lama corta del mercenario precipita in acqua insieme alla mano che la brandiva; quello che non sei riuscito a scorgere è il momento in cui il Cavaliere ha snudato la spada, dal momento che -anche ora- lo vedi semplicemente allontanare la mano guantata dall'elsa.

    Il mutilato ci impiega qualche secondo a realizzare l'accaduto mentre contempla il moncherino, e non appena un grido (di dolore, di rabbia o di sgomento non sai dirlo) gli risale la gola, vedi la Guardia Indaco piegarsi sulle ginocchia per trarre Meti tra le braccia e spiccare un balzo dal guscio di legno dopo aver colpito il fondo della barchetta per imprimersi lo slancio necessario a raggiungere la banchina e -al contempo- destabilizzare l'equilibrio dell'imbarcazione, che si ribalta alle sue spalle.

    Bianco e leggiadro come un Cigno, il guerriero dell'Est atterra ad una ventina di metri di distanza dal Rampollo del Nord, rimette la Sirena in piedi sulle proprie gambe, e -con l'aiuto di un coltello- scioglie il cordame che la imprigiona; e a te non resta che ricongiungerti alla tua amica Meti e vedere più da vicino il suo salvatore.


    Info-Box

    Nulla da dichiarare :flwr: La situazione di pericolo si è conclusa, e anche questa giocata si avvicina al termine, perciò non resta che recuperare Meti e fare la conoscenza del Cavaliere. :yuppi:

     
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    er lunghi istanti non venne nessuno, e la barca scivolò indisturbata sull’acqua oleosa del canale. Le finestre affacciate sul rio restavano mute e immobili, orbite nere e morte sui volti sfatti delle case, con il loro intonaco scrostato che svelava chiazze di mattone.

    Poi, l’occhio teso e disperato di Kyrill colse un unico piccolo movimento nella scena altrimenti ferma: qualcuno attraversava il prossimo ponte sul canale, si fermava, si affacciava al parapetto. Nel cuore del ragazzo si accese un briciolo di speranza per la sorte di Meti, che già iniziava a vedere perduta.
    Non era il commesso della sartoria? Allora era davvero andato a chiamare aiuto! Aveva richiamato un drappello di guardie, che stavano per riempire la scena con ruvide grida di Altolà?
    Una sola figura, invece, apparve dietro la spalla del ponte, a fianco dell’apprendista sarto che additava la barca in mezzo all’acqua, e da come lo superava di tutta la testa doveva essere un uomo di statura gagliarda. Appena si mostrò, la sua armatura catturò e riverberò la luce del sole di mezzogiorno. Aveva il capo scoperto, e la chioma bianca come neve, ma non era un vecchio. Agilissimo, saltò sul parapetto, accompagnato da uno svolazzo della cappa blu scuro. Cosa voleva fare?! Saltare sull’imbarcazione da quell’altezza, con il peso della corazza? Era pazzo? Quasi di certo la barca si sarebbe capovolta e la corazza lo avrebbe trascinato verso una morte insensata!
    Un passo come di chi scenda lo scalino dell’uscio di casa, movenze misurate: lo sconosciuto in armatura portò il peso nel vuoto, e calò sui due bravi ignari del falco che li aveva presi di mira. La barca aveva avuto appena un dondolio!
    Kiryll, stupefatto, si accorse di essere rimasto immobile dalla comparsa dell’uomo. Il cuore in gola, avanzò rapido lungo il canale, per avvicinarsi alla scena, più per la curiosità di uno spettatore a teatro che per potersi rendere utile. Qualcosa, nei gesti dello sconosciuto, suggeriva senza possibilità di errore che questi era padrone della situazione.
    Il due rapitori in maschera, grandi e grossi e accovacciati ai remi sul fondo della barca, sembrano grotteschi bambini colti in flagrante a combinare una marachella. Dalla riva il ragazzo li vide cercare goffamente di reagire, ma mentre il primo provava a mettersi in piedi, il nuovo arrivato lo ribaltò con un calcio fuori dal guscio di legno. Ne restava solo uno, che cercò con la mano il pomo del coltello alla cintura.
    « Non fatelo »
    Il bravo esita, la barca oscilla.
    « Rispondere all'acciaio con l'acciaio è il dovere di un Cavaliere, e io non impugno mai la spada per gioco »
    Nonostante la situazione convulsa, Kiryll si ritrovò ad ammirare la perfetta retorica della minaccia del cavaliere. Diversamente dal ragazzo, le frasi ad effetto dovevano essere il suo forte. Non seppe se l’ultimo rapitore ebbe o meno un pensiero simile, probabilmente no. Certo è, che alla fine decise di ignorare l’avvertimento.
    Decisione sbagliata.
    Il cadetto del Nord non vide nulla: solo, confusamente, il bizzarro tutt’uno formato dalla spada corta del bravo e dalla sua mano ancora stretta sull’impugnatura volare fuori dalla barca. Il cavaliere, apparentemente, non aveva nemmeno sfoderato l’arma.
    L’urlo scomposto del mutilato fece da accompagnamento al fluido movimento con cui lo sconosciuto si chinò a raccogliere Meti e saltò dalla barca al marciapiede sulla riva. Come se la sua presenza avesse mantenuto a galla per magia l’imbarcazione, appena il suo piede se ne fu staccato quella si capovolse, gettando anche il quarto dei bravi nel canale.

    Kiryll era senza parole. In pochi istanti l’uomo era apparso dal nulla e aveva ribaltato completamente quella situazione che era sembrata oramai disperata all’esausto cadetto. Zoppicando, si avvicinò ai due. Ora che Meti era fuori pericolo (il cavaliere l’aveva sciolta dalle corde e la aiutava a stare ritta) l’adrenalina iniziava già a scemare, e le ferite fino a quel momento ignorate cominciavano velocemente a presentare il conto.
    Mentre si faceva incontro allo sconosciuto immacolato, Kiryll divenne consapevole della sostanza appiccicosa che lo ricopriva dalla testa ai piedi. La mano (ora se ne accorgeva) era ancora stretta convulsamente attorno all’elsa della spada, e tra le dita sentiva il sangue viscoso dell’uomo a cui aveva tolto la vita. Ce l’aveva in faccia, ce l’aveva nei capelli. Aveva un grumo colloso all’angolo della bocca.
    Un conato di vomito gli risalì dallo stomaco; ondeggiò, ebbe un brivido freddo, dovette chinarsi verso il canale… Ma riuscì a controllarsi. Tirò un profondo respiro, lo sguardo fisso nell’acqua verde petrolio, poi si raddrizzò, ricacciò indietro il malessere, e raggiunse Meti e il cavaliere.



    CITAZIONE

    Stato fisico di Kiryll: danno complessivo Medio - Ferite a coscia sinistra, fianco destro, braccio destro e testa
    Energia: 25% [30% -5%]

    Equipaggiamento in uso:
    • Spada bastarda – arma a una mano e mezza

    Poteri passivi:
    • Aura misterica – passiva di Malia
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

     
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    ...perché la vita è come un Carnevale,
    e non si può mai sapere quale scherzo ti riserverà.


    png

    In quel momento fatidico, le emozioni del Rampollo del Nord si susseguono in un vorticare da capogiro, come i colori brillanti di un caleidoscopio.

    La speranza quando il volto dell'apprendista Sarto emerge dalle case, l'aspettativa e lo sconcerto quando invece di un truppa un singolo soldato entra in scena, l'incredulità davanti al perfetto controllo e leggerezza con cui il misterioso Cavaliere conduce l'azione, la curiosità che quella figura solenne ispira alla vista, la sorpresa quando neutralizza i balordi, il sollievo di vedere la Sirena tratta in salvo...

    Ma con il sopraggiungere del sollievo, e con esso della consapevolezza che il pericolo sia stato sventato, l'adrenalina che ha pervaso il corpo del Nobile per sostenerlo in combattimento si ritrae come un'onda di risacca, lasciando dietro di sé il pulsare delle ferite subite e la spossatezza degli sforzi compiuti.

    Senza parole per la scena a cui ha appena assistito, sentendosi progressivamente più stanco e dolorante, Kyrill avanza verso l'amica Meti: così zoppicante e coperto di sangue, il giovanotto non ha per nulla un bell'aspetto... e la cosa, unità alla sensazione sinistra che suo malgrado emana, è più che abbastanza per allertare il Cavaliere Bianco, che si volta a fronteggiarlo con calma serafica, ponendosi davanti alla fanciulla.

    « E voi...? »

    La domanda è chiaramente rivolta allo Spadaccino coperto di sangue, e per quanto aperta ad infinite interpretazioni, esige sicuramente una risposta di qualche tipo: come motivare le tue condizioni?

    Mentre ci rifletti, un conato di vomito ti priva della capacità di rispondere, e la Sirena ti sgrava di quel compito mentre supera la linea di difesa che le spalle larghe dell'uomo in armatura le offrono, e ti si fa incontro armata di un fazzoletto certamente inutile a ripulirti, ma con cui non rinuncia al tentativo di mondarti almeno il viso dal sangue.

    « Quest'uomo è mio amico! »
    spiega la fanciulla, tergendoti il volto con la stoffa umida
    « È corso in mio aiuto quando mi hanno rapita, e ha combattuto per liberarmi. »

    « ...si, il Garzone ne ha fatto menzione. Non sembra stare bene... »
    commenta l'Albino, ancora guardingo, ma allontanando la mano dall'elsa
    « Vi chiedo di attendere con me l'arrivo delle guardie cittadine:
    con loro c'è un guaritore che vi presterà il giusto soccorso. »


    « Sir! Miss! State bene?!
    Ohmammamia, che paura che ho preso!
    »

    La voce accorata del Sarto risuona mozzata dal fiato corto mentre -dopo aver trovato la strada tra vicoli, scalette e pontili- vi raggiunge correndo in riva al canale; con le mani sulle ginocchia, il giovanotto dai capelli lilla resta piegato in due a riprendere fiato qualche istante, e -senza lasciare il fianco dell'amico Kyrill- è Meti a rispondergli non appena quello recupera abbastanza stamina da riuscire a rimettersi dritto.

    « Io sto bene, grazie a tutti voi...! »
    esordisce gentilmente la fanciulla, gratificandolo di un sorriso
    « Spero solo che il guaritore sia presto qui per prendersi cura di Kyrill. »

    « Oh, io non ho fatto davvero niente: è tutto merito di Sir Lancelot e del suo tempestivo intervento! »

    Indicando il Guerriero in armatura scintillante -che sentendosi interpellato si limita a piegare il capo in un inchino, lieve e solenne-, il Sarto minimizza con modestia, perché non gli sembra davvero di aver compiuto alcunché... ma il suo determinante contributo alla vicenda è stato un autentico colpo di fortuna: se quando avesse raggiunto la pattuglia di gendarmi non fosse stato presente quel Cavaliere (che era partito in avanguardia, prendendolo in spalla, come guida), probabilmente i rinforzi sarebbero arrivati troppo tardi.

    « ... piuttosto, che ne sarà ora del battello allegorico...? »

    La genuina domanda del Sarto fa trasalire la Sirena, adombrandole un poco il viso per il dispiacere che già le suscita il dover deludere le speranze dell'Officina Ribelli: avrebbe davvero voluto aiutarli, ed erano già a corto di tempo e risorse, ma il rapimento e l'inseguimento sono un contrattempo fatale... senza contare che la fanciulla non potrebbe mai tornare al lavoro come se niente fosse senza aver prima rassicurazioni sulle incerte condizioni di Kyrill.

    « Oh, ecco, io... non credo che si possa fare molto, a questo punto... »

    « Domando perdono se mi intrometto: potreste spiegarmi la questione? »

    Frattanto che la Sirena, il Sarto, e tu stesso -se te la senti- delineate la storia mettendo insieme tutti i dettagli di cui siete a conoscenza e di cui siete stati testimoni, il drappello della guardia cittadina arriva finalmente sul posto: subito, i soldati ripescano dal canale i furfanti e li mettono in sicurezza -prestandogli i primi soccorsi, prima di ammanettarli-, e intanto il guaritore (una fanciulla con la toga tipica delle Vesti Blu) visita il Rampollo del Nord.

    Nonostante la preoccupazione che ispira a colpo d'occhio un uomo completamente coperto di sangue, alla cerusica è sufficiente un'imposizione delle mani per fare la sua diagnosi: le ferite riportate dallo Spadaccino non sono gravi, pertanto è in grado di trattarle sul posto, e i danni subiti da Kyrill vengono risanati in qualche momento d'azione del suo mistico potere taumaturgico; tuttavia, al visitatore viene caldamente raccomandato di fare qualcosa per il suo aspetto spaventoso...

    ...un problema che Garry -il giovane Sarto- si dice lieto di poter risolvere offrendo a Kyrill di fermarsi alla boutique per un bagno rapido ed un cambio con vestiti nuovi.

    « Farò quanto in mio potere perché i responsabili del rapimento scontino la loro pena, e perché si venga a capo delle macchinazioni dietro questo ignobile sabotaggio. »
    proclama con voce calma il Cavaliere al termine del racconto
    « ...ma prima di tutto, è necessario assicurarsi che l'Officina Rinelli -a cui siete affiliati- riesca a partecipare alla competizione dei battelli allegorici. »

    « Sarebbe meraviglioso, Milord, ma... non credo ci resti abbastanza tempo per... »

    « Di questo mi occuperò io: confidate nella Dama Azzurra e non temete. »

    Dissipando le preoccupazioni di Meti, il Cavaliere pesca una piccola sfera dorata dal tascapane che porta appeso alla cintura, e mentre lo lascia ondeggiare sul palmo inguantato, sotto i vostri occhi quella pallina fa spuntare dalla massa tonda quattro minuscoli arti, spiega due alucce metalliche decorato da un motivo di piume in rilievo, e sferza una coda filiforme -lunga e sottile- che culmina in una sorta di pon-pon a guisa di fiammella.

    « ...ora, però, fareste meglio ad affrettarvi: non avete un momento da perdere. »

    « Ricevuto! Non si preoccupi, Sil Lancelot! Li guiderò alla boutique Trussardi per recuperare i materiali per Madamigella Meti e per fornire un cambio d'abito a Sir Kyrill! »
    replica allegramente Garry, entusiasmato dalla prospettiva di partecipare a qualche eroica impresa
    « E poi andrò con loro per dare una mano con gli allestimenti! Non c'è un attimo da perdere! »

    E dopo aver rivolto un inchino alla Guardia Indaco -ora impegnata a parlare con il piccolo Golem dorato con voce pacata e sommessa-, il giovane Sarto si volta per fare strada al Nobile e alla Sirena alla loro prima tappa per il ritorno alla base.


    Info-Box

    Chiedo infinitamente perdono per il ritardo cosmico :sob:
    Ci avviamo alla conclusione della vicenda: sentiti libero di descrivere a piacere -se ti va- il ritorno alla Boutique e i preparativi per tornare all'Officina Rinelli! :flwr:

     
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    l corpo e la mente di Kiryll stavano ancora sulla soglia della trance del combattimento, perciò il ragazzo riconobbe subito la tensione del cavaliere al suo avvicinarsi. Nella rigida eleganza dell’altro intuì la spada pronta a balenare di nuovo contro di lui. Si fermò.
    « E voi...? »
    La sensazione di avere addosso i liquidi dell’uomo che aveva ucciso vinceva ogni altra e disturbava insormontabilmente ogni pensiero che Kiryll provasse a formulare.
    « Io... »
    Sentiva che il sangue si stava pian piano seccando, così che invece di avere mani e faccia appiccicaticce iniziava ad avvertire sulla pelle il formarsi di una crosta sottile... Gli pareva però che a restare perfettamente immobile la sensazione potesse essere relegata ai margini dei suoi sensi, mentre ogni volta che fletteva le dita sentiva sul dorso e sui polpastrelli la patina di fluidi rappresi. Parlare gli era ancora più penoso, perché ogni volta che schiudeva le labbra non poteva evitare di accorgersi di qualcosa di glutinoso agli angoli della bocca. Quando Meti accorse per ripulirgli il viso, il cadetto strinse le palpebre e lasciò fare, ma gli costò uno sforzo, visto che la sensazione del panno fresco sulle gote non faceva che accentuare il generale senso di lordura. Il fazzoletto umido poi fu immediatamente insozzato dal sangue, così che il ragazzo sentì che non faceva altro che spalmarglielo sulla faccia…
    « Quest'uomo è mio amico! È corso in mio aiuto quando mi hanno rapita, e ha combattuto per liberarmi… » (Già, è così che era andata… Messa così tutta la storia acquisiva un senso, una bella veste, e il gesto di stroncare la vita di quell’uomo si avvicinava piacevolmente agli innocui massacri delle ballate).
    Rassicurato, il cavaliere dalla cappa blu allontanò la mano dalla spada.
    La spada… Kiryll si accorse che stringeva ancora convulsamente la sua. Vaghi insegnamenti dei suoi maestri a proposito del ripulire la lama subito dopo il combattimento balenarono e si spensero nella sua mente; con movenze rigidissime infilò l’arma imbrattata così com’era nel fodero. Com’era diverso… aveva ascoltato fino alla noia la lezione sul fatto che per prevenire la ruggine e proteggere il filo bisognasse tenere la spada sempre pulita, in particolare dal sangue. Come qualsiasi studente aveva scherzato con i suoi compagni su quella regola fondamentale, convinto di averla assimilata. D’accordo, lo sappiamo, il sangue rovina l’acciaio!
    Non aveva idea di cosa fosse, il sangue, quando stava all’accademia.

    Non partecipò granché a quello che si dissero gli altri tre nei minuti successivi. Dovette sedersi, perché man mano che il suo corpo si rilassava i tagli aperti dai pugnali iniziarono a bruciargli sul serio, in particolare quello alla coscia. Faceva respiri regolari, a occhi chiusi, e ascoltava un poco quello che Meti, il commesso e il cavaliere (Sir Lancelot, gli parve di cogliere) si stavano dicendo. C'era un drappello di guardie in arrivo, e con loro un guaritore. Bene… appoggiò la nuca al muro della casa che lo sorreggeva.
    C’era una piccola parte di lui che si contorceva come una larva dalle parti della bile: non gli stavano prestando molta attenzione. È vero, non era ferito gravemente… ma il fatto che dopo qualche parola sbrigativa si fossero subito messi a parlare d’altro lo faceva sentire vagamente scontento. “È tutto merito di Sir Lancelot e del suo tempestivo intervento…” Ah sì?

    L’arrivo dei gendarmi (e di qualcuno disposto a dedicargli tutte le proprie attenzioni…) strappò il cadetto a quelle cupe rimuginazioni.
    La guaritrice che venne ad inginocchiarsi vicino a lui non ebbe neppure bisogno che il ragazzo le indicasse le ferite: parve quasi che le sue mani ne fossero attratte come una pietra magnetica dal metallo. Dai gesti sicuri e dalle poche parole asciutte con cui lo interrogò, Kiryll intuì la sua lunga esperienza di guerrieri da ricucire. Subito capì di essere in buone mani, e si rilassò. Su ognuno dei tagli sanguinanti la taumaturga impose brevemente i palmi, e senza scintillii o bagliori di luce la pelle offesa si richiuse, ed il dolore acuto si attenuò fino a svanire.
    « Molte grazie » le sorrise, rimettendosi in piedi, e per la sensazione di benessere di cui si sentiva infuso quasi riuscì a dimenticare di essere coperto di fluidi umani. La prospettiva poi di potersi fare un bagno al negozio di vestiti, a cui aveva sentito accennare dal commesso, gli faceva intravedere una fine a quella sgradevole situazione… Anche l’amarezza di poco prima era dimenticata; al suo posto, Kiryll provò vergogna per la propria irriconoscenza: per tutto quel tempo, mentre il cavaliere si interessava della loro storia, lui non gli aveva neppure rivolto la parola! Gli altri si erano detti quello che avevano da dirsi (senza che lui partecipasse al discorso), e ora Meti ed il garzone erano pronti ad affrettarsi verso la sartoria; ma il ragazzo si trattenne ancora un istante e si avvicinò al cavaliere albino.
    « Sir Lancelot, giusto? – il cadetto lo interruppe mentre quello stava… conversando con un automa dorato che teneva sul palmo della manoSono mortificato… un attimo prima del vostro arrivo ero pronto a darmi per vinto, senza di voi Meti sarebbe stata persa… – rabbrividì, tornando per un attimo alla disperazione che aveva sentito in quel momento – ed io non vi ho ringraziato e neppure vi ho detto il mio nome! Mi chiamo Kiryll, della casata Gyllensierna di Najaza. È stato straordinario come avete mozzato la mano a quell’uomo, non vi ho visto sfoderare la spada! »

    ~ • ~


    Con un sospiro di piacere, il ragazzo si immerse completamente nudo della tinozza fumante che gli avevano preparato. L’abbondante schiuma gli impediva di vedere l’acqua che certamente si era fatta subito nera per il lordume di cui era coperto… Se anche ce ne fosse stato il tempo, Kiryll non sarebbe riuscito a restare seduto lì dentro troppo a lungo. Ma la sensazione, se non ci stava troppo a ragionare sopra, era piacevole. Con una spugna, si sfregò energicamente ogni centimetro di pelle, e si rovesciò l’acqua pulita di una brocca sui capelli, che per fortuna erano cresciuti ben poco da quando li aveva rasati prima di lasciare Najaza.
    I suoi abiti li aveva gettati in un angolo con disgusto. Da parte sua, non sapeva cosa farne… li avrebbe lasciati lì, e se qualcuno avesse deciso di lavarli e cucire i tagli, tanto meglio.
    Per la fretta, Garry si era dimenticato di dargli il cambio che gli aveva promesso… ma trattandosi del retrobottega di una sartoria la stanza era piena di abiti di ogni sorta. Uscito dal bagno, Kiryll scelse il competo che a occhio gli parve il più sobrio e meno caro: farsetto e gambali di lino bianco, e un mantello di lana grezzo, non tinto. Evidentemente il suo inconscio aveva un grande bisogno di pulizia. Guardandosi allo specchio, il cadetto si disse che così conciato era forse un po’ ridicolo, sembrava davvero il “Sir Brioche” del fornaio… Ma era una giornata di maschere, dopotutto.
    Dal mucchio di vestiti luridi sul pavimento Kiryll raccolse la sua spada, la estrasse dal fodero, e la nettò con uno straccio, quindi se la cinse di nuovo al fianco. D’ora in poi, che lo prendessero in giro quanto volessero: non sarebbe mai uscito in strada disarmato.
    Il bagno lo aveva definitivamente rimesso in sesto: il suo spirito di ventenne era stato pronto a voltare pagina, e a lasciarsi assorbire dagli eventi. C’era di nuovo il carro a cui pensare, e quella “verza” che aveva tagliato in due appena un’ora prima non lo angosciava più. Ci avrebbe ripensato la notte, prima di prendere sonno.

    Uscito, gli altri due lo stavano aspettando, con gli imballi dei materiali che servivano già pronti.
    Lui se ne caricò buona parte in spalla, e si avviarono verso l’officina. Grazie all’arte della cerusica, Kiryll poté tenere il rapido passo di Meti e di Garry lungo i vicoli e su e giù per gli infiniti ponticelli che li separavano dal cantiere. Come già nel tratto di strada che avevano fatto prima, il ragazzo avrebbe voluto informarsi sulle parole che Meti ed il commesso avevano scambiato con Sir Lancelot, o ancor di più commentare la straordinaria e inquietante vicenda dei bravi mascherati… ma gliene mancava il fiato. Le ferite potevano anche aver smesso di dolergli, ma il cadetto era uscito pur sempre stremato dallo scontro, e non aveva ancora davvero avuto modo di recuperare le forze. Dopo i primi tre ponti fatti quasi di corsa, già iniziava a sentirsi affannato.
    Ma alla prima occasione, naturalmente, avrebbe chiesto a Meti cosa diavolo significava, secondo lei, tutta quella storia.


    CITAZIONE

    Stato fisico di Kiryll: illeso
    Energia: 25%

    Equipaggiamento in uso:
    • Spada bastarda – arma a una mano e mezza

    Poteri passivi:
    • Aura misterica – passiva di Malia
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento calmo, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". E' più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.

     
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    ...perché la vita è come un Carnevale,
    e non si può mai sapere quale scherzo ti riserverà.


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    Ti immergi nella tinozza -celata da drappi a mo'di tenda- in un angolo dell'atelier Trussardi, e assapori la bella sensazione di benessere e di pace che l'acqua calda e profumata lascia sulla pelle e nello spirito, dopo aver lavato via fino all'ultima traccia del sangue rinsecchito dalla battaglia, cancellandone quasi perfino il ricordo. ...o, meglio, sbiadendolo ben presto dietro una lente di surrealtà e rimozione, che relegherà quegli istanti cruenti in un cantuccio in ombra della tua coscienza.

    « Sir Lancelot, giusto? Sono mortificato… un attimo prima del vostro arrivo ero pronto a darmi per vinto, senza di voi Meti sarebbe stata persa… ed io non vi ho ringraziato e neppure vi ho detto il mio nome! »

    Piuttosto, concentri la mente sugli ultimi istanti trascorsi con le Guardie cittadine, quando era ormai il momento di rimettersi in movimento e hai finalmente trovato la forza, la concentrazione o -semplicemente- volontà di rivolgere la parola al Cavaliere Bianco giunto in suo soccorso.

    « Mi chiamo Kiryll, della casata Gyllensierna di Najaza. È stato straordinario come avete mozzato la mano a quell’uomo, non vi ho visto sfoderare la spada! »

    Erano state parole cortesi, parole di gratitudine, parole di chi desidera farsi conoscere... ma alla tua presentazione tardiva, Sir Lancelot non era parso darsi troppo pensiero: si era limitato a distogliere prontamente lo sguardo dal piccolo golem dorato con cui stava armeggiando e a soppesarti con uno sguardo insondabile delle severe iridi verde acqua; per quanto fosse difficile dire cosa giustificasse quell'impressione, al Rampollo era parso che qualcosa nel suo fraseggio avesse catturato l'attenzione dell'Albino... e non si trattava né dei suoi ringraziamenti, né dei suoi complimenti.

    Prima che il Cigno di Shea potesse aggiungere qualcosa -oltre all'educato cenno del capo mosso in risposta-, il fatto che la Sirena ed il Sarto si fossero già incamminati verso la bottega di quest'ultimo ti ha costretto ad accomiatarti dalla scena per raggiungerli e non far perdere altro tempo alla vostra causa: mentre ti rivesti, i tuoi amici si trovano nella stanza accanto ad imballare i materiali che dovrete trasportare all'Officina Rinaldi per poter ultimare le riparazioni di fortuna al loro battello allegorico, e quando ti ricongiungi a loro tutto il necessario è pronto per il trasporto.

    Dopo esserti fatto carico dei fardelli più pesanti ed ingombranti -che avrebbero altrimenti messo a dura prova la delicata Meti e l'esile Garry-, fai finalmente ritorno al punto di partenza: all'Officina, il vostro ritardo non è passato inosservato, ma mentre Rajulma e Göstaff vi si fanno incontro per aiutarvi a portare il materiale all'interno, preferisci lasciare alla tua amica il compito di spiegarne il motivo.

    « ...Kyrill è caduto in un canale. » « Come sarebbe a dire? » « Più che caduto, è stato spinto... » « Spinto?! Da chi?! » « Un gruppo di turisti, molto di fretta. » « Che razza di maleducati. » « Sì, già: fortuna che l'apprendista di Madame Trussardi è stato così gentile da soccorrerci. »

    Con un sorriso disinvolto e quella scusa molto superficiale, la fanciulla depista i sospetti della Biondina, e dirotta subito l'attenzione di tutti prima sul giovanotto dai capelli lilla -che viene presentato alla crew come un ulteriore paio di mani pronte ad aiutare- e sui lavori di riparazione poi, assegnando a ciascuno un compito da svolgere e delle precise indicazioni su come farlo.

    Un occhiolino complice e un indice posato perpendicolarmente alle labbra ben disegnate -in un universale gesto di invito al silenzio- sono invece un messaggio in codice che Meti destina al solo Kyrill quando vede l'attempato Precettore avvicinarsi al Rampollo, già in vena di chiacchiere: per il momento, è meglio evitare di allarmare e distrarre i vostri compagni con storie di rapimenti e duelli; ci sarà tempo dopo la gara per riunirvi tutti insieme e confrontarvi su come siano realmente andate le cose...!

    A risollevare definitivamente l'umore dell'intera squadra di carpentieri è tuttavia una notizia per loro del tutto inaspettata, che giunge portata da un giovane ed elegante paggio che indossa le insegne dell'Alfiere Orientale: a quanto pare, la storia del sabotaggio di cui siete stati vittima è in qualche modo giunto all'orecchio della Regina dell'Est, e Lady Kalia in persona è interceduta con gli organizzatori e il resto dei partecipanti per cambiare l'ordine di presentazione dei battelli allegorici.

    L'Officina Rinaldi si esibirà per ultima: questo vi darà tutto il tempo per finire le riparazioni...!

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    C'è l'avete fatta: con un duro e serrato lavoro di squadra -e con una grazia della Dama Azzurra-, siete riusciti ad ultimare le riparazioni e a presentare... qualcosa. Non si poteva certo pretendere che faceste miracoli, viste le condizioni e gli imprevisti, ma i Fratelli Rinaldi -proprietari dell'omonima Officina- vi sono stati comunque riconoscenti per l'impegno e la perseveranza.

    Ad essere onesti, mentre il vostro gruppetto osserva il battello allegorico sfilare sulle acque del canale centrale, dovete a malincuore ammettere che sfigura un po' rispetto agli altri... ma non dovete rammaricarvene: si è comunque trattato di una corsa contro il tempo, e avete fatto molto più di quanto i vostri titolari si aspettassero quando vi hanno lanciato la loro richiesta di aiuto.

    Per oltre un paio di ore siete alacremente corsi da una parte all'altra del battello per portare a Meti questo o quel materiale, fino all'ultimo minuto avete eseguito le sue direttive come soldatini infaticabili, fissando festoni colorati, appendendo ghirlande di fiori freschi, arricciando nastri, ed incollando lustrini e pietre dure su stoffe e metalli, scottandovi sovente le dita con degli arnesi simili ad armi da fuoco ma caricati con un collante bollente...

    ...ma, a sentire Garry, ci sarebbe voluta almeno l'intera giornata per fare le cose come si deve.
    Ma ce l'avete fatta! E questo è tutto ciò che conta.

    Mentre queste considerazioni rimbalzano di bocca in bocca tra i tuoi compagni, ti godi la brezza dalla vostra postazione privilegiata: si tratta di una sorta di promenade sulla laguna centrale, dove sono stati allestiti degli spalti destinati agli ospiti dei carpentieri -nobili mecenati, uomini facoltosi potenzialmente interessati a diventarlo, e naturalmente i famigliari-, e mentre ascolti distrattamente le voci dei cronisti dell'evento spiccare sul chiacchiericcio in sottofondo ti defili un po' dal tuo gruppo per cercare un posto vicino alla ringhiera da cui guadagnare una migliore visuale dell'Alfiere.

    ...ma quel che riesci a scorgere al di là della placida distesa d'acqua -che si apre tra la transenna e il palco galleggiante- non è granché: tra la distanza di vari metri, il drappo di tulle che le vela i capelli turchini (scintillanti sotto la luce del sole), e il valzer dei nobili della regione e degli altri funzionari cittadini che la attorniano in ogni momento, tutto ciò che vedi è la sagoma di una figura femminile elegantemente vestita... ma niente di tutti quei particolari che ne hanno reso la figura favoleggiata da bardi e storiografi.

    In compenso, mentre tendi spasmodicamente i sensi verso quella radianza azzurra, qualcos'altro ti giunge all'orecchio al di sopra dello sciabordio del canale: si tratta di due voci, basse come sussurri, ma vibranti di una certa animosità; per lo meno, il primo uomo sembra sensibilmente agitato, mentre l'altro -freddo come il ghiaccio- è evidentemente stizzito.

    « ...e alla fine hanno partecipato lo stesso! » « L'evenienza non era pronosticabile, date le condizioni. » « Mi avevi assicurato che non sarebbero riusciti a presentare un bel niente! » « Come ho già detto, c'è stato un imprevisto. » « Contavo sul loro danno di immagine per acquisire l'officina Rinelli! » « E io avrei dovuto guadagnarci una Sirena, ma pare che nessuno otterrà quello che voleva. Non qui e non oggi. »

    La seconda voce -lapidaria e compassata- ti pare in qualche modo nota: non familiare, certo, ma ti pare di averla già udita prima... e il suo tono categorico ma cortese sembra mettere fine alla losca controversia con il suo interlocutore.

    Così, facendo attenzione a non far movimenti bruschi che possano attirare l'attenzione su di te, ti arrischi a sporgerti un pochino oltre il parapetto per sbirciare tra le ombre al di sotto della balconata, e i tuoi occhi si posano su due figure celate nell'oscurità per quell'incontro clandestino: così infagottati nei mantelli, con il cranio coperto dai vistosi copricapi -uno indossa un cilindro e l'altro un tricorno- e con il viso nascosto dalle maschere integrali, non hai alcun elemento che possa rivelarne l'identità, eppure...

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    « L'accordo può considerarsi andato a monte, e ognuno per la sua strada. »

    ...eppure, l'uomo con la maschera da Dottore della Peste ti restituisce a pelle la stessa sensazione trasmessati dal nobiluomo mascherato incontrato nel vicolo di Selowen all'alba del tuo arrivo, al momento del tuo incontro con Rajulma.

    Prima che potesse fare o dire qualsiasi altra cosa, Kyrill avrebbe sentito una mano calargli sulla spalla e tirarlo indietro, e nel voltarsi si sarebbe trovato davanti un giovane paggio in livrea blu, dall'aria un po' preoccupata (forse per il fatto di averlo sorpreso in procinto di buttarsi?), ma che dopo un primo tentennamento si sarebbe schiarito la gola per poi prendere la parola.

    « Siete voi Messer Kyrill di Najaza? »
    domandò educatamente, esibendosi in un lieve inchino
    « Voi e i vostri amici siete convocati alla presenza di sua Sua Grazia l'Alfiere Orientale.
    Vi prego di voler essere così gentile da seguirmi...
    »


    Info-Box

    Con inesauribili scuse per l'osceno ritardo, eccoci all'epilogo di questa scena! :yuppi:
    Scrivi pure un intervento che faccia da conclusione a questa lunga mini-avventura; in seguito, organizzeremo una breve scena a sé per l'incontro con Kalia :flwr:

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    er la prima volta da quando era arrivato a Selowen, Kiryll poteva abbracciare con un solo sguardo la piena e vera magnificenza della città. Fino a quel giorno aveva percorso le strette calli, risalito i ripidi ponti con i loro scorci sui canali oleosi, si era fatto largo, spingendo il carretto del pane, fra gli abitanti intenti ai loro affari… ma quella visione “dall’interno” non poteva bastare a farsi un’idea completa del luogo.
    Ci voleva la vista sulla “Piazza d’acqua” brulicante di battelli e imbarcazioni variopinte, circondata dagli spalti su cui si assiepava l’opulenta e variegata nobiltà locale, e la folla di curiosi debordante da ogni parte, che in ogni momento sembrava sul punto di straripare oltre il bordo sdrucciolevole di una riva. Le grida dei cormorani, richiamati dalla confusione, e quelle dei venditori, che fino all’ultimo cercavano di approfittare di quella massa di gente proveniente da tutto il Presidio, e anche da fuori, per assistere alla Sfilata. I giorni del Carnevale che si aprivano, con l'indefinibile qualità che hanno le cose all'inizio; l’attenzione di tutti, dietro le migliaia di maschere di cartapesta, catalizzata dalle barche, la meraviglia per le trovate degli artigiani, l’ostentazione dei committenti, i pesanti e ricchi tappeti polverosi che ogni famiglia patrizia stendeva fuori dalle finestre, non si sa se per fargli prendere il sole o come sfoggio di ricchezza. Il profumo dei dolci fritti che si mescolava all’eterno odore dell’acqua piena di alghe e di mitili, le teste degli umanoidi acquatici (abitanti di Selowen tanto quanto quelli a due gambe) che più spesso del solito facevano capolino dall’acqua, rivolgendo a quelli sopra di loro sguardi straniti.

    Di fronte a quello spettacolo, che non gli apparteneva meno di quanto appartenesse a chiunque altro fra i presenti, il giovane cadetto venuto dal Nord aveva dimenticato ogni avvenimento delle ultime ore, e come i suoi vicini voltava la testa di qua e di là, per cogliere qualche nuovo dettaglio, per memorizzare qualche immagine unica, pittoresca, da rievocare poi nelle sue future memorie di viaggio.
    Soprattutto, naturalmente, voleva vedere la Dama Azzurra. Ormai l’Alfiere si era imposto nell’immaginario del giovane come la quintessenza di tutto ciò che gli sembrava possedesse valore: riuniva in sé l’autorità certa e benevola che mancava a Najaza, il magico potere di donare la salute e la prosperità, la bellezza fatale di una regina delle ballate, e la natura divina ed eterna che la faceva oggetto di culto in tutto il presidio… A Kiryll pareva quasi impossibile da credere che un simile essere esistesse nel mondo tangibile, respirasse la stessa aria del resto della folla, si potesse vedere, allo stesso modo in cui lui vedeva il tizio premuto contro il suo gomito dalla ressa sulla balaustra. Per questo tendeva lo sguardo, per questo ammiccava e si sforzava di riconoscere in ogni nobildonna che facesse capolino sulla piattaforma galleggiante le fattezza della Dama… Così, quando quella finalmente apparve (ed il boato di adorazione che percorse la folla rese inequivocabile anche al provinciale visitatore che proprio di lei si trattava) la sua delusione fu cocente, nel realizzare che da lì non poteva vedere molto, e doveva continuare a immaginarla esattamente come aveva fatto fino a quel momento.

    Fu quasi contento che qualcos’altro attirasse la sua attenzione, perché piuttosto che doverla vedere così era meglio non vederla affatto.
    Curiosamente, un dialogo apparentemente qualunque si staccava piuttosto nitidamente dal resto del ronzio prodotto dalle centinaia di ciarle tutto attorno a lui. Inizialmente si trovò ad origliare quasi senza accorgersene, come inconsciamente attratto da un ché di… fatale nella voce che parlava. Man mano, però, prestò sempre più orecchio, perché gli era parso non solo di riconoscere il timbro, ma l’argomento della conversazione gli suonava familiare! Nel tentativo di vedere chi era a parlare, si sporse dalla balaustra… fino ad individuare due figure, in maschera come chiunque altro.
    « È lui… l’uomo del vicolo… » mormorò fra sé, sicuro d’una sicurezza priva di ogni fondamento, e quasi gli venne voglia di lanciarsi di sotto per affrontarlo a viso aperto! Perché doveva “guadagnarci una sirena”? Perché avevano distrutto la barca? Perché incrociava il suo cammino? Perché aveva dovuto uccidere un uomo?
    Era così teso quando sentì la mano sulla spalla, che per prima cosa credette di essere stato sorpreso da un altro sgherro, da un altro indefinibile “nemico” senza volto.
    E invece no, era… un paggio?
    « Siete voi Messer Kyrill di Najaza? »
    Il cadetto sollevò le sopracciglia, confuso.
    « Chi… come sapete… voglio dire, sì, sono io, al vostro servizio! »
    « Voi e i vostri amici siete convocati alla presenza di sua Sua Grazia l'Alfiere Orientale. Vi prego di voler essere così gentile da seguirmi... »
    Il ragazzo credette di non aver capito bene.





     
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