Illuminazione

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    "Ci sono due modi di diffondere Luce;
    essere la candela o lo specchio che riflette".


    (Edith Wharton)


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    Shiju, Capitale del Nishikaigan.
    Presidio Occidentale, Endlos.


    Raggiunsero la dimora di Nobunaga relativamente in ritardo. Nel mentre, Ego e Sadwrn erano giunti a conoscenza di una precedente visita da parte di Benimaru che, forse per rassicurare un uomo che poteva -in un certo senso- definire come "padre adottivo", si era immediatamente diretto dal Ronin senza nemmeno passare per casa. In ogni caso, una parte dei due Eroi del Nishikaigan sapeva che i due guerrieri si sarebbero comunicati ben poche informazioni: introverso e silenzioso come Nobunaga, Benimaru si era già detto molto confuso riguardo a ciò che avevano visto. A preoccuparlo maggiormente erano stati più che altro i vermi mostruosi nel sottosuolo del Pentauron, che però erano riusciti a seminare.

    h0hKaFm

    Sta di fatto -comunque- che al loro arrivo Benimaru fosse già andato via.
    Nella sua dimora di medie dimensioni e con cortile interno, ben tenuta e molto grande, ma spartana, Nobunaga attendeva l'arrivo degli alleati dietro una porta scorrevole. Seduto sulle proprie ginocchia in una sala quasi totalmente spoglia, se non si consideravano le pergamene esposte, un tavolino basso al centro e un altarino in posizione defilata, dava quasi l'idea di essere in meditazione.
    Peccato che -per chi aveva avuto modo di conoscerlo- era abbastanza chiaro quanto il vecchio soldato fosse lontano dalle illuminazioni religiose. Probabilmente era solo stanco. O pensieroso.

    -Mi è stato detto che la ricerca si è dimostrata più movimentata del previsto- avrebbe detto, dopo averli accolti e fatti accomodare -Sono tuttavia sollevato che siate tornati vivi, e con tutti i pezzi al posto giusto.
    Un modo un po' macabro di dimostrare affetto, ma era pur sempre una premura.
    -Cosa avete trovato?

    Dettagli di Ambientazione

    Per questioni di comodità, ho scritto che Benimaru vi ha anticipati, andando a visitare Nobunaga appena tornato in città. Potete inventarvi un contrattempo che vi ha fatto tardare, compresa la possibilità che Benimaru non si sia fatto vivo da voi e abbia preso iniziative da solo.

     
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    Il viaggio dii ritorno verso il Nishikaigan è stato movimentato. Non tanto per youkai o altro, ma perchè ora il bonzo Ego ha una missione da svolgere.
    Per fortuna il Teologo ha informato il collega di sventure già prima della partenza. Lo ha "illuminato" sulla sua nuova missione, su quanto ha visto e su quanto tutto ciò sia reale e meritevole di approfondimento.
    Proprio a causa di questa sua missione, durante il ritorno dal Presidio Centrale, il Teologo ha preteso e costretto il compagno di viaggio ad una serie di multiple tappe. Si sono fermati in un piccolo villaggio dove Ego ha richiamato tutta la popolazione, una ventina di anime, cercando di spiegare loro il ciclo del Semipiano, ha cercato di cullare la loro disperazione illuminandoli circa il ciclo che si sta ripetendo. I seggi vuoti troveranno nuove divinità, e tramite i loro accoliti, fonderanno le radici per un'era più splendente della precedente, quantomeno più stabile. Per chi si è dimostrato più favorevole alle sue parole, poi, ha spiegato loro della Luce di Adam, della verità universale che sta dietro le sue parole. Ha dato loro anche alcuni scritti, stralci di sogni che sta avendo dopo l'incontro divino. Si tratta di piccole frasi, piccoli racconti, o addirittura delle poesie/preghiere. Sta cercando di fare proseliti, insomma.
    Senza contare che continua a tampinare lo stesso Sadwrn per passare al lato lucente della forza.
    Giunto quindi da Nobunaga, si limita ad entrare nel salotto e si siede sulle ginocchia specularmente al padrone di casa. Ne rispetta il fare pensieroso, mentre si sistema la tunica di iuta che indossa. A sottolineare la sua nuova fede ha fatto aggiungere dei ricami bianchi ed oro alle maniche e sullo scollo a V, che mostra il suo incarnato pallido. Lo sguardo orientale si fissa sul ronin con un sorriso leggero. Conosce i modi del samurai e li rispetta. Adora la sua dedizione alla causa, ed ora più che mai spera di trovare in lui un valido alleato.
    Piuttosto movimentata.
    Conferma annuendo sicuro che Benimaru abbia già informato il compagno dei dettagli bizzarri che riguardano il sottosuolo del presidio centrale.
    Abbiamo trovato la Verità. Unica e sola.
    Finalmente tutto ora ha un senso.

    Criptico, forse si, ma non può riversare sul samurai tutte le sue conoscenze così di colpo. Sarebbe bizzarro e forse controproducente. Deve instradare il samurai verso la luce. Deve essere lo specchio su cui rimbalzerà la conoscenza di Adam. La luce che aprirà le menti scurite del Presidio Ovest.
    Conosci il Culto degli Otto, Nobile Amico?

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    Shiju, Nishikaigan.
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    Nobunaga non fu la prima persona con cui Sadwrn aveva sentito il bisogno immediato di parlare una volta rientrato nel Nishikaigan. All'arrivo si era infatti separato da Ego e si era diretto verso casa sua, sulla montagna, per ricongiungersi agli altri membri del clan e passare qualche giorno insieme a loro affinché potessero essere informati per primi di quanto successo, di ciò che il giovane aveva visto, e perché Sadwrn stesso aveva bisogno di un breve periodo di ristoro.

    Ritrovò Ego a Shiju, come d'accordo, e con egli si fece strada fra le vie del capoluogo feudale, dove moltitudini di sandali e stivali sollevavano polvere e sabbia al loro passaggio. Come la prima volta che era giunto lì, del resto. A essere cambiati erano solamente gli sguardi degli umani: dapprima sospettosi, dopo gli eventi di Sequerus erano divenuti di ammirazione, e ora di ammirazione e abitudine.

    Trovarono Nobunaga seduto in posizione seiza in mezzo a una delle prime stanze dopo il genkan. Dietro di lui, alcune kakemono. Sadwrn si guardò intorno senza trovare Benimaru. Doveva essersene già andato.

    Il samurai li fece accomodare, e Sadwrn si mise davanti a lui nella stessa posizione – prima il ginocchio sinistro, poi il destro, poi le natiche sui talloni, mani sulle cosce e schiena dritta. E coda cinta intorno alla vita.

    -Mi è stato detto che la ricerca si è dimostrata più movimentata del previsto- disse loro. Sadwrn alzò gli occhi al soffitto e annuì. -Sono tuttavia sollevato che siate tornati vivi, e con tutti i pezzi al posto giusto. Cosa avete trovato?

    « Rovine. Un tizio che ci ha spedito in mezzo a queste rovine senza sapere ciò che stesse facendo. Visioni. »
    Si strinse nelle spalle.
    « Nella mia il Presidio Occidentale veniva distrutto da una catastrofe, o almeno lo scorcio che ho potuto vedere. Un'eruzione e un'inondazione assieme. Poi c'era una figura che suonava un violino, e ai suoi piedi spuntavano erba e fiori, che poi si trasformavano in alberi. »

     
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    « Rovine. Un tizio che ci ha spedito in mezzo a queste rovine senza sapere ciò che stesse facendo. Visioni. » iniziò il felino, e Nobunaga parve interessato, inarcando lievemente il sopracciglio « Nella mia il Presidio Occidentale veniva distrutto da una catastrofe, o almeno lo scorcio che ho potuto vedere. Un'eruzione e un'inondazione assieme. Poi c'era una figura che suonava un violino, e ai suoi piedi spuntavano erba e fiori, che poi si trasformavano in alberi. »

    -Capisco. Benimaru mi ha rivelato di aver visto qualcosa di altrettanto strano.
    La sua, però, non era nitida, e ne è rimasto fortemente confuso.
    L'ha definito: "caos allo stato puro".

    Non aggiunse altro, ancora palesemente dubbioso, perplesso e poco incline al credere razionalmente alle dichiarazioni dell'allievo. Con molte probabilità, visto il suo più che riconosciuto pragmatismo, aveva tradotto le sue testimonianze estremamente confuse come conseguenza di un qualche shock. Almeno -probabilmente pensò- agli altri doveva essere andata meglio.
    Abbiamo trovato la Verità. Unica e sola.
    Finalmente tutto ora ha un senso.

    Soprattutto per ciò che riguardava Ego.
    Conosci il Culto degli Otto, Nobile Amico?

    A quella domanda, il Ronin sembrò avere necessità di pensarci, cattivo segno riguardo una eventuale risposta affermativa. Dopotutto, non era un religioso, e nella sua epoca storica l'intero Occidente era stato prima unito sotto il culto dei Sentieri, poi costretto all'ateismo dal regime di Kikio-Ho e Usama Kuroi. Era capitato che qualche straniero avesse tentato di portare il proprio credo nei loro territori, ma gli occidentali si erano sempre dimostrati tradizionalisti e poco inclini all'innovazione.
    Mi dispiace, ma non ne ho mai sentito parlare. Di che si tratta?

     
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    La sua opera di proselitismo sta continuando e deve necessariamente includere coloro che reputa compagni fidati. Il fatto che anche lo stesso Nobunaga non sappia di cosa stia parlando, non è che l'ennsima riprova dell'urgenza che gli ha trasmesso Adam. L'ottagono divino va ricostituito quanto prima, o tutti ne pagheranno le conseguenze.
    Sospira ordinando i suoi pensieri e rivolgendo una rapida preghiera ad Adam, così da illuminarlo ancora una volta nelle parole che ora utilizzerà.
    Il culto degli Otto sono le radici su cui si basa questo piano dell'esistenza.
    Luce, Legge, Corruzione, Guerra, Morte, Piacere, Inganno, Urlante, sono le incarnazioni cicliche delle essenze primordiali su cui si fonda la nostra realtà. Ogni ciclo elegge le sue divinità, facendo scorrere nelle vene dei prescelti il sangue divino. Il loro volere e la loro potenza protegge il semipiano.

    Stralci di verità rivelate che si fondono ad assunzioni a cui è giunto il Monaco, di cui non è certo, ma fiducioso. Ora, però, cerca di essere più convincente possibile. Cerca di instradare il samurai, ateo, in quello che è il suo personale cammino di verità.
    Il ciclo si è interrotto, solo una delle divinità del pantheon regge questo fardello. Da qui le difficoltà che tutto il Presidio ed il semipiano sta vivendo.
    La chiamata, però, è giunta. Presto ascenderanno nuovi figuri bevendo il nettare divino. Presto gli Otto si incarneranno nuovamente, e tutti noi potremo di nuovo vivere nella pace.

    Continua con il suo sermone. Di tanto in tanto gesticola, accompagna le parole con carezze delle mani, e si ricorda anche di incrociare lo sguardo di Sadwrn, a cui ha già lungamente parlato di questo suo cammino.
    La Luce mi ha scelto.
    Ha trovato in me animo fecondo per far germogliare il suo volere. Mi ha donato conoscenza, affinchè io sia specchio per diffondere la sua Verità.

    Sorride, finalmente lieto di aver potuto condividere la lieta novella. Spera che il Samurai creda alle sue parole, ma sa bene che il suo sarà un percorso irto di difficoltà.
    E' nostro dovere diffondere nuovamente la conoscenza del Culto, perchè solo così gli altri sette eletti potranno ascendere.
    Noi siamo pedine, ma anche un pedone, se completa il suo cammino, può divenire un Re.

    Serio, rigoroso, non sta scherzando. Spera ch eil Samurai la prenda con altrettanta serietà.

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    Sfortunatamente, “caos allo stato puro” poteva significare tutto e niente. Quindi Benimaru non aveva visto nulla che i guerrieri potessero utilizzare, Garmin si era volatilizzato prima ancora che avessero ripreso conoscenza in quell'infermeria a Kisnoth, e Firion era stato chiamato dai piani superiori per fare rapporto. Conclusione: Ego e Sadwrn recavano con sé gli unici pezzi di quel puzzle delirante. Al monaco era toccato quello più grosso.

    Nobunaga rivelò di essere egli stesso inconsapevole del famigerato Culto degli Otto. Ciò non sorprese minimamente il Worren. Ego, nel mentre, aveva ricevuto nuove informazioni su di loro – forse in sogno, forse in meditazione, forse in altre epifanie improvvise. “Come” non era importante.

    Il culto degli Otto sono le radici su cui si basa questo piano dell'esistenza.
    Luce, Legge, Corruzione, Guerra, Morte, Piacere, Inganno, Urlante, sono le incarnazioni cicliche delle essenze primordiali su cui si fonda la nostra realtà. Ogni ciclo elegge le sue divinità, facendo scorrere nelle vene dei prescelti il sangue divino. Il loro volere e la loro potenza protegge il semipiano.


    « ...Urlante? »
    Chiese Sadwrn con un sussurro confuso, ma non aggiunse altro e lasciò piuttosto che Ego continuasse. Intanto, il Worren continuò a domandarsi cosa o chi, di preciso, urlasse, perché diamine stesse urlando, e in quale modo quel concetto potesse essere uno degli otto fondanti su cui si basava tutta la realtà.

    Il ciclo si è interrotto, solo una delle divinità del pantheon regge questo fardello. Da qui le difficoltà che tutto il Presidio ed il semipiano sta vivendo.
    La chiamata, però, è giunta. Presto ascenderanno nuovi figuri bevendo il nettare divino. Presto gli Otto si incarneranno nuovamente, e tutti noi potremo di nuovo vivere nella pace.
    La Luce mi ha scelto.
    Ha trovato in me animo fecondo per far germogliare il suo volere. Mi ha donato conoscenza, affinchè io sia specchio per diffondere la sua Verità.
    E' nostro dovere diffondere nuovamente la conoscenza del Culto, perchè solo così gli altri sette eletti potranno ascendere.
    Noi siamo pedine, ma anche un pedone, se completa il suo cammino, può divenire un Re.


    Sadwrn si limitò ad annuire alla fine del discorso. Aveva già parlato con le autorità del villaggio, ed esse avevano acconsentito a un incontro con il bonzo affinché quest'ultimo potesse parlare loro del Culto degli Otto. Altro non avrebbe mai potuto fare, non senza la stessa illuminazione che aveva investito Ego. Al massimo, poteva credere. Credere negli Otto, poiché credeva a Ego.

    « Alcuni di questi dettagli sono nuovi perfino a me, » aggiunse poi con un sorriso imbarazzato. « Adam, ovvero il Signore della Luce in questione, gli rivela nuove informazioni più o meno ogni giorno che passa. Almeno da quello che mi è parso di capire. »

     
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    Il culto degli Otto sono le radici su cui si basa questo piano dell'esistenza.
    Luce, Legge, Corruzione, Guerra, Morte, Piacere, Inganno, Urlante, sono le incarnazioni cicliche delle essenze primordiali su cui si fonda la nostra realtà. Ogni ciclo elegge le sue divinità, facendo scorrere nelle vene dei prescelti il sangue divino. Il loro volere e la loro potenza protegge il semipiano.

    « ...Urlante? »
    Con aria leggermente perplessa, Nobunaga ascoltò le parole di Ego senza proferir parola. Non aveva mai sentito nulla riguardo quegli "Otto", e la figura del religioso non gli calzava perfettamente nemmeno quando si parlava di divinità "tradizionali". Per lui doveva essere quindi uno sforzo considerevole riuscire a prendere seriamente quella storia, nonostante la sua fiducia in Ego fosse abbastanza da assecondarlo.
    Il ciclo si è interrotto, solo una delle divinità del pantheon regge questo fardello. Da qui le difficoltà che tutto il Presidio ed il semipiano sta vivendo.
    La chiamata, però, è giunta. Presto ascenderanno nuovi figuri bevendo il nettare divino. Presto gli Otto si incarneranno nuovamente, e tutti noi potremo di nuovo vivere nella pace.


    Il Ronin corrugò la fronte, evidentemente poco convinto. Quella storia era indubbiamente calzante con tutta la situazione in cui versava l'intero Semipiano: nonostante Endlos non fosse mai stato completamente "tranquillo", in quel periodo orrori e tragedie si accavallavano una sull'altra come mai era stato registrato prima, quasi fosse un preludio all'Apocalisse. Nonostante questo, conosceva i meccanismi di molte sette religiose basate sulla paura: quando era un Samurai, si era trovato a dover mettere a ferro e fuoco una piccola comunità di naufraghi di quel tipo, rei di aver divulgato un culto a sfondo anarchico, che minacciava il consolidato e millenario dominio della stirpe del proprio Signore. Non si fosse trattato di Ego -quindi- lo avrebbe probabilmente zittito, avvertendolo di non giocare con le tragedie ed i timori di un popolo sfortunato.

    La Luce mi ha scelto.
    Ha trovato in me animo fecondo per far germogliare il suo volere. Mi ha donato conoscenza, affinchè io sia specchio per diffondere la sua Verità.
    E' nostro dovere diffondere nuovamente la conoscenza del Culto, perchè solo così gli altri sette eletti potranno ascendere.
    Noi siamo pedine, ma anche un pedone, se completa il suo cammino, può divenire un Re.

    Si trattava tuttavia di Ego. Non poteva trattarsi di una truffa o di un gioco sadico: Nobunaga conosceva quel monaco ed aveva già constato la sua nobiltà d'animo. L'unica possibilità era che qualcun altro lo avesse irretito... ma dal modo in cui annuiva anche il Worren non poteva essere così. Ego era un religioso, ma Sadwrn gli aveva sempre dato l'idea di essere un individuo con i piedi ben saldi a terra. In aggiunta, perfino Benimaru gli aveva precedentemente confidato di non saper spiegare cosa effettivamente era accaduto nel sottosuolo del Pentauron. Sicuramente -aveva aggiunto- si era trattato di un evento sovrannaturale.
    « Alcuni di questi dettagli sono nuovi perfino a me. Adam, ovvero il Signore della Luce in questione, gli rivela nuove informazioni più o meno ogni giorno che passa. Almeno da quello che mi è parso di capire. »

    Il Ronin, date quelle premesse, decise di prendersi del tempo per riflettere fra se', nonostante non avesse -in realtà- molte scelte.
    -Non ho mai creduto ad alcuna religione, se non alla filosofia abbracciata dagli Alfieri Occidentali fin dai tempi antichi. Nonostante questo, riconosco in te una persona di fiducia, Ego-san, e considero credibile il filo logico legato a questa... leggenda.
    Gli concesse quella "vittoria"... con tutti i "se" ed i "ma" di uno scettico.
    -Voglio tuttavia essere sicuro che nessuno abbia provato a manipolarvi. Dunque vi chiedo: avete qualcosa che provi l'attendibilità di queste "Verità"?
    ...e fu proprio al suono di quelle parole, che davanti agli occhi di Ego calò un velo rosso, prima che ogni cosa diventasse buia.

    tNBRqhx

    ???

    POV: Ego.

    Come sospinta dal vento, la sua coscienza fu trascinata con violenza fra le onde di un mare in burrasca, lì dove un folle intonava una curiosa sonata davanti ad uno spirito*.
    Poi ancora, lo scenario cambiò, e dove vi era il mare, Ego vide terra e roccia nera fumante. Lo spirito della fanciulla già visto nella precedente visione, era coperto da carne tenera e morbida, pallida e perfetta come la migliore fra le porcellane. I lunghi capelli neri erano raccolti in un'acconciatura elaborata, tipica delle regioni occidentali, e più strati di seta lavorata e costosissima avvolgevano il corpo minuto da giovane vergine. L'evidente contrasto fra il suo aspetto infantile e la sua postura eretta e dignitosa non sarebbe comunque stato il primo dettaglio ad esser colto, dato che costei procedeva con orgoglio verso la cima di un vulcano posto al centro di una grande isola, paralizzata nella parte superiore del busto tramite uno strano fumo nero, che nulla aveva di naturale.

    Assieme a lei, un corteo d'individui incappucciati intonava una nenia in una lingua sconosciuta e dai suoni sconnessi, quasi fossero preghiere pronunciate al contrario. A chiudere la fila, un giovane samurai -anche lui paralizzato in parte dal fumo nero, oltre che disarmato- era costretto a seguirli contro la propria volontà, e fu evidente dai continui tentativi di divincolarsi da quella magia. Nel mentre, pronunciava maledizioni alle famiglie dei presenti, spergiuri agli dei e dichiarazioni disperate di vendetta.
    Nonostante ciò, non poté assolutamente nulla: raggiunsero il vulcano, e lacrime di rabbia uscirono dai suoi occhi a mandorla, scendendo sul volto imberbe, deturpato da un'evidente cicatrice sulla parte destra della mandibola dalla singolare forma a stella. La fanciulla -invece- non si scompose nemmeno nell'ora più disperata, intenzionata a non concedere alcuna soddisfazione ai suoi rapitori. Perché di quello si trattava: ormai era evidente.
    Esattamente come sarebbe stato evidente -per un religioso dalla grande cultura come Ego- per quale motivo era stata trascinata fino alla bocca del vulcano.

    Uno dei rapitori prese la parola, ponendosi vicino alla bocca del vulcano: abbassandosi il cappuccio, rivelò sì tratti asiatici, ma capelli insolitamente chiari, raccolti in trecce e fermagli dorati. La ragazzina parve riconoscerlo.
    « Mi fu detto che le serpi si annidavano a Sequerus, e mai avrei pensato di essere tradita dal primo fra i Teeka. » pronunciò, con toni composti, ma duri « Dimmi come ci si sente a tradire il proprio Alfiere. »
    « Ciò che chiamate tradimento, è solo fedeltà al Presidio Occidentale »disse lui, tendendo la schiena e gonfiando il petto con orgoglio « L'Ovest non ha bisogno di un Alfiere assente: il vostro disinteresse ha attirato la sciagura e gli dei sono adirati. Che possa il sacrificio di questo giorno sacro riportarci allo splendore ed alla gloria dei Primi Uomini, col favore degli dei che tutto dominano e a cui ogni cosa è dovuta »

    Con quelle parole, la strattonò, portandola al bordo del vulcano. La tenne a lungo in equilibrio precario, i capelli scompigliati stretti nelle sue mani. Un orecchino di giada cadde allora per terra, rotolando fino ai piedi scalzi del samurai che urlava. Colui che apparteneva alla famiglia dei Teeka -padroni di Berjaska- ordinò ai sottoposti di zittirlo, e così le urla furono soffocate dal sangue e dalla lama del pugnale che gli fu piantato in gola. Cadde per terra, in lacrime, con gli occhi fissi su quell'orecchino caduto. Un orecchino che Ego avrebbe immediatamente riconosciuto come la sua reliquia giunta dal mare.

    « La più grande offerta per la richiesta più cara »
    Un calcio sulla schiena e la presa che si scioglieva furono le condanne a morte di quella fanciullina, lanciata nel cuore del vulcano di Berjaska. Di lei -sicuramente- non sarebbe rimasto nulla, né sarebbero giunte notizie a riguardo.
    « Che la Gloria torni ad Occidente »

    Una folata più violenta delle altre modificò lo spazio tutto attorno, ed il mare tornò sotto i piedi di Ego, con l'isola in lontananza. Poi giunse l'ora fatale: il boato di un vulcano che esplode e solleva le maree riempì il cielo, mentre l'intera isola di Berjaska collassava su sé stessa.
    Ma non importava: lui era lontano, e poté ammirare l'agghiacciante bellezza di un frammento di Endlos che muore come semplice spettatore. Tuttavia non era solo: accanto a lui sostava a mezz'aria lo spirito della più nobile vittima di quel vulcano.

    Mio Aranwe era proprio lì, traslucida ma ben visibile, con gli occhi neri puntati proprio su di lui.
    « E così l'Occidente segue il suo Alfiere fino alla fine. »
    Le labbra rosse -però- sorridevano.
    Dopotutto, era finalmente libera di tornare a casa.

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    POV: tutti.

    -...l'attendibilità di queste "Verità"?
    Nel momento in cui tornò la vista, Ego si trovò in casa di Nobunaga. Il Ronin era sul punto di terminare la fatidica domanda, e solo allora Ego comprese di aver viaggiato attraverso la Luce delle verità celate senza mai essersi mosso nel Tempo.

    -Allora, Ego-san?
    Come al loro primo incontro, il religioso avrebbe sentito la presenza del Dio della Luce al proprio fianco, fedele alla Promessa. Non restava che continuare a ricambiare quella fiducia così evidente ed intima, ed agire come sua ancora sul Mondo.

    Dettagli di Ambientazione

    Durante il dialogo con Nobunaga, Ego ha un trip mentale di 3 visioni che si accavallano fra loro, messe in modo cronologicamente disordinato (l'ordine cronologico dovrebbe essere: 2° visione, 1° visione, 3° visione). Fortunatamente, le visioni son più che altro una consapevolezza improvvisa, quindi non si perde nessun pezzo della conversazione di Nobunaga.

    * La prima visione a cui si fa riferimento e che ho solo accennato si riferisce a questa scena introduttiva di Redemption by Water [LINK]. Ego assiste a tutta la scena.

     
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    Esattamente
    Avere il supporto del collega ed ormai amico è qualcosa di fondamentale per il bonzo. Un cammino così irto, per quanto illuminato e guidato da Adam, ha necessità di sostegni validi e sicuri e può dire di averlo trovato nella figura di Sadwrn. Certo, dovrà convincere il suo popolo, illuminarlo, e guidarlo nel cammino di fede, e dovrà convincere anche lo stesso collega per farlo divetare una voce delle divinità, ma giorno dopo giorno, sta coltivando questo fiore.
    Nobunaga, invece, sembra essere un osso più duro da lavorare. Inasprito dal tempo e figlio di una società di priva di fede non può certo fargliene una colpa, è giusto che sia così. Ma ebbro del potere di Adam continuerà nella opera di proselitismo.
    E la divinità, sempre presente lo ricolma della sua benevolenza donandogli stralci di visione. Confuse, distorte, spiritate, ma che poi divengono sempre più chiare. Il tutto si fonde in una spirale confusa, eppure perfettamente lucida. Il tempo di un batter di ciglia e nella sua mente la consapevolezza certa degli eventi si fa strada ed ha una chiarezza e limpidezza, data solo dalla sua reale-non-reale presenza agli eventi.
    Non ha mai conosciuto l'Alfiere, ma vive i suoi ultimi istanti. Li condivide. Si dispera. Non può far nulla, se non guardare ed assistere all'omicidio efferato del samurai e poi della donna. Riconosce l'orecchino. Collega quei residui di magia. Tutto torna.
    E' stato illuminato.
    Rialza le palpebre, ancora estasiato dall'ennesimo dono che gli è stato fatto. Adam è un padre severo, con grandi richieste, ma che sa cullarlo e guidarlo con la sua mano di luce.
    Di cosa hai bisogno mio onorevole Amico per poter credere?
    Recupera dalla sua veste l'orecchino di giada che poggia al suolo davanti a sè.
    Adam, il Signore della Luce, mi ha appena fatto un dono.
    Non siamo riusciti a risolvere l'enigma celato da quest'orecchino di giada.

    Lo indica con calma, volgendo lo sguardo verso Sadwrn per qualche istante. Hanno tanti indizi, ma nessuna certezza, e le conoscenze del Monaco, di norma, non sono dissimili dagli altri.
    La Luce mi ha mostrato gli ultimi istanti di vita dell'Alfiere. Come sai io non sono certo un esperto della storia di questo Presidio e del suo prossimo passato. Quindi sarai tu a confermarmi la possibilità delle mie parole.
    L'Alfiere è stata rapita incantando l'orecchino, quella traccia di magia malevola che avevamo trovato, insieme ad un samurai. La famiglia Teeka si è rifatta sull'Alfiere accusandola di essere assente e di non operare in favore del Presidio. Per mondare le sue colpe...

    Incrocia lo sguardo del Samurai. Non ha idea dell'eco che potrebbe avere nel ronin, quindi cerca di essere calmo e rigoroso nella sua esposizione.
    è stata sacrificata al Vulcano.
    Forse un po' teatrale, ma sta dando la prova reale al Ronin ed al Collega della potenza della sua "leggenda".
    "E così l'Occidente segue il suo Alfiere fino alla fine"
    Questo l'ultimo epitaffio dell'Alfiere...che ancora oggi stiamo vivendo.


    Equipaggiamento: Bastone, Occhio della Notte x1, Tarlo di Kleptein x1, Cocoguyan x2, Bandoliera del Lottatore, Ascia del Sangue
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    -Non ho mai creduto ad alcuna religione, se non alla filosofia abbracciata dagli Alfieri Occidentali fin dai tempi antichi. Nonostante questo, riconosco in te una persona di fiducia, Ego-san, e considero credibile il filo logico legato a questa... leggenda. Voglio tuttavia essere sicuro che nessuno abbia provato a manipolarvi. Dunque vi chiedo: avete qualcosa che provi l'attendibilità di queste "Verità"?

    Sadwrn fece per ribattere a Nobunaga che no, se ne sarebbe accorto se qualcuno avesse cercato attivamente di provocare in loro delle false visioni: era ancora piuttosto giovane, ma rimaneva lo sciamano di una tribù che sin dall'alba del mondo viaggia abitualmente attraverso il confine fra il mondo fisico e quello spirituale, fra la Terra e la Notte, districandosi fra il reale e l'inganno. Quello che aveva visto Sadwrn non era un inganno.

    Cercò tuttavia prima gli occhi di Ego. Voleva misurarne la reazione, verificare se in essi avrebbe trovato comprensione o rabbia o stupore o chissà qualcos'altro. Trovò il vuoto.
    Il Worren scelse dunque di tacere, e di aspettare che il compagno riprendesse i sensi.

    -Allora, Ego-san?

    Al richiamo di Nobunaga, Ego riaprì gli occhi. Sadwrn lo fissò con aspettativa.

    Di cosa hai bisogno mio onorevole Amico per poter credere?
    Il teologo estrasse un orecchino dalla tasca – quello appartenuto un tempo all'Alfiere Occidentale Mio Aranwë. Sadwrn se n'era quasi scordato.
    Adam, il Signore della Luce, mi ha appena fatto un dono.
    Non siamo riusciti a risolvere l'enigma celato da quest'orecchino di giada.

    Il Worren annuì per confermare, avvilito, e ascoltò attentamente il racconto di Ego.
    La Luce mi ha mostrato gli ultimi istanti di vita dell'Alfiere. Come sai io non sono certo un esperto della storia di questo Presidio e del suo prossimo passato. Quindi sarai tu a confermarmi la possibilità delle mie parole.
    L'Alfiere è stata rapita incantando l'orecchino, quella traccia di magia malevola che avevamo trovato, insieme ad un samurai. La famiglia Teeka si è rifatta sull'Alfiere accusandola di essere assente e di non operare in favore del Presidio. Per mondare le sue colpe...

    Sadwrn avvicinò il capo a quello dell'amico.
    è stata sacrificata al Vulcano.
    "E così l'Occidente segue il suo Alfiere fino alla fine"
    Questo l'ultimo epitaffio dell'Alfiere...che ancora oggi stiamo vivendo.


    « Concretamente, non abbiamo altro che un'esperienza condivisa con Firion-san, l'uomo che ci ha assistito a Sequerus e compagno d'armi di Fudo-san. Questo, e il fatto che sono piuttosto certo che tutto ciò fosse reale: non è nulla di troppo diverso da quanto facciamo regolarmente nella nostra tribù, e... Ho imparato a distinguere un inganno da qualcosa di vero. »

     
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    "Ci sono due modi di diffondere Luce;
    essere la candela o lo specchio che riflette".


    (Edith Wharton)


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    Shiju, Capitale del Nishikaigan.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Di cosa hai bisogno mio onorevole Amico per poter credere?
    Adam, il Signore della Luce, mi ha appena fatto un dono.
    Non siamo riusciti a risolvere l'enigma celato da quest'orecchino di giada.

    Nobunaga ascoltò in silenzio, inarcando appena il sopracciglio.
    La Luce mi ha mostrato gli ultimi istanti di vita dell'Alfiere. Come sai io non sono certo un esperto della storia di questo Presidio e del suo prossimo passato. Quindi sarai tu a confermarmi la possibilità delle mie parole.
    L'Alfiere è stata rapita incantando l'orecchino, quella traccia di magia malevola che avevamo trovato, insieme ad un samurai. La famiglia Teeka si è rifatta sull'Alfiere accusandola di essere assente e di non operare in favore del Presidio. Per mondare le sue colpe... è stata sacrificata al Vulcano.


    Quelle parole parvero colpire il Ronin, che però non si mosse dalla sua posizione, anteponendo il rigore ai mille interrogativi che gli affollarono la testa.
    "E così l'Occidente segue il suo Alfiere fino alla fine"
    Questo l'ultimo epitaffio dell'Alfiere...che ancora oggi stiamo vivendo.

    « Concretamente, non abbiamo altro che un'esperienza condivisa con Firion-san, l'uomo che ci ha assistito a Sequerus e compagno d'armi di Fudo-san. Questo, e il fatto che sono piuttosto certo che tutto ciò fosse reale: non è nulla di troppo diverso da quanto facciamo regolarmente nella nostra tribù, e... Ho imparato a distinguere un inganno da qualcosa di vero. »

    L'uomo voltò lo sguardo, poi lo abbassò, respirando profondamente.
    -Conoscevo... conoscevo un samurai giovane e valoroso. Gli ho insegnato delle tecniche di spada- disse, a bassa voce -Scomparve assieme all'Alfiere, ma non ha creato scalpore quanto la faccenda della giovane Aranwe.
    I soldati -dopotutto- da sempre morivano come formiche, proteggendo i propri Signori.
    -Se quello che dite è vero, ha assolto con onore il suo dovere di Samurai.
    Chiuse così quella faccenda "personale", ma non c'era orgoglio nella voce. Sentiva l'amaro in bocca. Della mortificazione a cui non sapeva bene dare un significato.

    -Se le visioni son corrette... è più grave del previsto. Molto, molto grave- continuò -Vuol dire che siamo da soli. L'Occidente è orfano... e più debole di quanto immaginassimo. Il disonore ci ha portati alla disfatta.
    Tutti i suoi sospetti, le brutte sensazioni ed i pensieri messi a tacere dai tempi di Usama Kuroi e Kikio-Ho tornarono inaspettatamente a galla, permettendogli di cogliere una visione di insieme molto superiore a quella dei suoi compagni.
    -Mi son seduto allo stesso tavolo dei traditori, prima che l'Imperatrice mettesse la capitale a ferro e fuoco...- parlò fra sé, innervosendosi alla sola idea di non averli giustiziati lui stesso -Sapevo che l'Alfiere non godesse di molte simpatie... ma non avrei mai immaginato che si arrivasse a questa follia...
    Strinse forte un pugno, per poi batterlo con forza sul tavolo, lasciando il segno.

    -Vi prego, lasciatemi solo.
    Ho bisogno di riflettere.

    Dettagli di Ambientazione

    Nobu è particolarmente scosso.
    Potete scrivere la chiusura :3 grazie della pazienza e dell'interesse per questo progetto.

     
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    Forse ha esagerato. Forse non ha esagerato abbastanza. E' difficile capire quanto la verità possa far male o rendere felici o eternamente insoddisfatti. Ci sono filosofie e religioni che si basano sulle verità non dette, sulle mezze bugie.
    Non è questo il caso della Luce. La Luce pretende la verità, schiarisce l'ignoranza ad ogni costo. Al costo che la Luce stessa è calore e può lasciare scottati, proprio come nel caso del povereo Nobunaga, a cui aprire gli occhi ha lasciato un bagliore così profondo, da ustionarne l'animo.
    Si limita a chinare il capo calvo verso il Samurai, ha rispetto per le sue ferite e per il suo vissuto. Non può negare che c'è una certa soddisfazione nei suoi gesti, gettare certezze in un clima così incerto lo rende piacevolmente gioioso.
    Ed è gioioso anche per il supporto ricevuto dal collega. Il suo punto di vista, religioso-pratico, è molto distante dal suo, ma è convinto che prima o poi riuscirà a condurlo sul sentiero della Luce.
    Una rivelazione alla volta, una certezza alla volta, un miracolo alla volta.
    Recupera la posizione in piedi e recupera i pochi averi, lasciando il piccolo orecchino alla custodia del Samurai, verso cui si avvicina in silenzio e lo osserva serio.
    Mio grande amico, la Luce è verità.
    La Luce è calore e può lasciare scottati.
    Non disperarti per il passato, vagavi nell'oscurità dell'ignoranza, non avresti potuto far nulla. Non rammaricarti per ciò che è stato, ma che ti sia di sprono per quello che potrai essere.

    Una breve pausa, gli sorride gentile e stranamente sereno.
    La Luce ha deciso di illuminare il tuo cammino, ti sta facendo il grande regalo di farti comprendere gli eventi, ti confessa le verità della tua vita, così che tu possa trascorrere il resto della tua esistenza illuminato.
    Quando la scottatura della verità sarà lenita, e tu sarai pronto, io sarò qui per te.
    La Luce sarà qui per te.

    Profetico si avvia verso la porta.
    La Luce è qui per tutti noi, per sussurrarci il vero e scacciare le ombre e la menzogna.
    Rinasceremo brillanti e puri.
    C'è solo bisogno di fede.

    Si congeda così dal Samurai, come richiesto. Con il collega, tanto, si incontrerà presto. Hanno un viaggio da intraprendere insieme.

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    Sadwrn tenne gli occhi alzati al soffitto durante il racconto di Nobunaga. Aveva fin troppo poco interesse nei giochi politici della sua terra, e ancora meno in storie di onore e sacrificio nel nome di un Alfiere che, di fatto, era scomparso dalla faccia del Presidio e l'aveva lasciato in balia di mostri come Usama Kuroi e Kikio-Ho. Ciò non giustificava un gesto tanto estremo, né il fatto che una manciata di persone, chiunque esse fossero, avessero deciso di farsi giustizia da soli – per conto di chi, poi? – ma al tempo stesso il Worren non riusciva a dispiacersene fino in fondo.

    Non più di quanto non si era dispiaciuto per una qualsiasi altra vita perduta negli ultimi anni in seguito alle persecuzioni, alle guerre, e alle catastrofi che hanno afflitto l'Occidente. Non quando gli toccava sentire parlare di onore del tutto fine a sé stesso, o di promesse di salvezza. Nobunaga era un samurai, uno di alto rango, ed era umano; Ego invece era un naufrago, e non aveva mai toccato con mano ciò che il resto dell'Ovest aveva subito invece per anni.

    « Sta bene, » rispose Sadwrn, che si alzò in piedi insieme all'amico e lo accompagnò fino alla porta senza proferire parola – il monaco stava parlando abbastanza, forse pure fin troppo, per entrambi. Si limitò ad aggiungere alla fine: « Come anche noi. Aspetteremo l'alba insieme. »

    Mio Aranwe era morta, Kuroi e Ho erano scomparsi, Sequerus era stata distrutta, e poco tempo dopo Palden Wang-Mu era andata incontro al medesimo destino. Dell'Ovest non erano dunque rimasti che loro e la cenere. A Nobunaga non restava che accettare che non aveva senso aggrapparsi agli errori del passato e alle onte subite. C'era solo un terreno su cui poter far crescere qualcosa di nuovo, ed era giunto il tempo della Semina.

     
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