Drink With The Living Dead

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    {Medea}

    « Tomas, » rispose l'uomo, che spostò di nuovo il capo di lato. « Mitologia, dunque. Storie di magia. Ottimo a sapersi. Sai se esistono altre copie di quel libro? Ah, sarebbe tutto molto più facile se potessi andare in biblioteca a procurarmene una. »

    Si strinse nelle spalle e finì con un'ultima, lunga sorsata la sua birra, senza tuttavia posare il boccale sul tavolo.

    « Questo posto non è sulla Terra, » confermò infine, « ma non capisco cosa tu intenda con “razze magiche”. »
    Indicò con un gesto della mano i T-ROLL. Il loro frontman, il cui nome si rivelò essere Kaos, era impegnato a rimproverare duramente l'anatra che aveva appena interrotto il loro concerto. Quest'ultima pareva chiamarsi Villanden, o “Villi”.
    « Quei musicisti per esempio li conosco di vista, e ti posso garantire che nessuno di loro sa usare un solo briciolo di magia – per dire. Beh, in realtà non so chi sappia usarla, però ciò che voglio dire è che qui la magia di solito si impara. » Si fermò per accarezzarsi il pizzetto, e qualche secondo più tardi si accorse di non aver risposto per intero alla domanda. « Siamo sul semipiano di Endlos, nel Distretto di Altatorre nel Presidio Centrale. La geografia è meno impegnativa di quanto sembri. Quindi saresti terrestre e a conoscenza di altre specie senzienti “magiche”? »
    Abbassò la testa di scatto, fissando il volto della donna sotto il cappuccio fino a quando non si ritenne soddisfatto.
    « Hah, immaginavo, » disse, imperturbabile. « Sei svedese anche tu? Io sono di Malmö. Anche se quando sono nato, molti elfi se n'erano già andati. Ad ogni modo, ti consiglio di non avvicinarti al bancone se puoi evitarlo. »

    {Xavier}

    Quando Xavier si diresse verso dritto verso il bancone, gli occhi di tutti gli avventori non ancora impegnati in altre conversazioni puntarono su di lui. Si levarono alcuni commenti sottovoce, talvolta scambiati anche fra persone sedute a diversi tavoli – nulla di strano, considerato che la maggioranza degli avventori era giunta lì da sola.
    “È lui?” chiese uno. “Può essere”, rispose un altro. “Affatto,” ribatté un altro ancora. I T-ROLL si fermarono a osservarlo per un istante, prima di dedicare di nuovo la propria attenzione al salvataggio degli strumenti dalla creatura che il troll spilungone aveva appena apostrofato come “quel papero maledettissimo”.
    Il barista, dal suo canto, fissò Xavier impassibile e in completo silenzio, penetrandolo con occhi grigi e freddi. Almeno fino a quando non lo ebbe a pochi centimetri dal suo naso. A quel punto la sua espressione si rilassò e le sue sopracciglia si inarcarono come se solo in quel momento egli fosse venuto a patti con la prospettiva di dover parlare faccia a faccia con un cliente.

    « Whisky liscio in arrivo. »
    Afferrò una bottiglia dalla teca e, pochi rapidi gesti più tardi, servì l'ordinazione.
    « Gli affari vanno piuttosto bene, per essermi ritrovato da un giorno all'altro con tutto il locale da Ghoultown a questo posto che a malapena so che si chiama Altatorre, » rispose. « Tu sei sicuro di voler restare qui al bancone? C'è un motivo per cui sei l'unico. Se sei qui per la sfida, non sono bastati sei damerini all'ospedale e uno di quei cosi morto? »
    Indicò con il pollice i T-ROLL.
    « Io non mi prendo alcuna responsabilità. »

    Le ultime parole del barista si fecero tuttavia ovattate e distanti mentre immagini – anzi, istantanee di ricordi si riversarono nella psiche di Xavier.
    La prima raffigurava il barista che preparava dei drink per un cliente.
    Nella seconda apparve un uomo di mezza età – senza dubbio una persona del luogo; gli abiti e i gioielli ne indicavano uno status sociale ed economico (e ad Altatorre più di ogni altro luogo le due cose tendevano a coincidere) più che rispettoso.
    La terza era lo stesso uomo di prima che mandava giù in un solo sorso un bicchiere di rum liscio.
    La quarta erano due bicchieri vuoti uno accanto all'altro.
    L'ultima, invece, aveva come protagonista un uomo magro e dal volto scavato, con un paio di baffi in stile fu manchu e un cappello a tesa larga. In mano teneva un bicchiere di whisky.

    {Ghiaccio}

    Denver Brockmann osservò l'avvicinamento di Ghiaccio con le sopracciglia aggrottate, ma senza alcuna tensione nei pochi movimenti che si concesse per appoggiare il tumbler e per un sospiro non privo di una nota di rassegnazione.
    Non reagì quando il mafioso gli avvolse il braccio intorno al collo, ma il suo indice picchiettò sul tavolo un motivetto impaziente, producendo un rumore morbido, quasi ovattato. Dopodiché strappò via una scheggia di legno sporgente, e la schiacciò fra le dita.
    Infine rilassò le spalle, e rivolse al nuovo arrivato il migliore dei suoi sorrisi.

    « Ho sempre voluto essere un cowboy, ma sono nato una manciata di anni troppo tardi per la frontiera. Questa topaia non rimpiazza l'esperienza, ma volevo quantomeno godermi quel poco di atmosfera che offre. Sai di cosa sto parlando, vero? » spiegò. Alzò quindi un indice verso il soffitto. « Questa è una zona franca, comunque. Scordati di alzare un dito su di me qui, se non vuoi che si scateni una rissa come non ne vedrai mai nemmeno a Blood Runner. Anzi, più in generale, se vuoi la mia testa, non è una buona idea provare a prenderla qui ad Altatorre. »
    Il tono era sincero. Denver Brockmann era una Sentinella del Silenzio: ciò significava che lavorava per conto dell'Alfiere Orientale e dell'ex-Alfiere Errante. E con Laputa, Altatorre aveva stretto un'alleanza non molto tempo fa.
    Il giornalista invitò Ghiaccio a sedersi accanto a lui con un cenno.
    « Accomodati pure, amico. A onor del vero, sono qui anche per lo spettacolo che comincerà fra... » Scoccò un'occhiata all'orologio da polso. « ...circa mezz'ora o poco più. Quello vero, non il concerto. »


    {Curtis}

    Curtis aveva deciso di avvicinarsi ai due ceffi che stavano giocando a carte. Il mezzelfo fu il primo ad accorgersi di lui, e lo salutò educatamente agitando la mano; l'uomo impiegò un attimo di più e lo accolse invece con un freddo cenno del capo.

    « Ah, uhm, nessun problema per me, » disse il primo, voltandosi poi verso l'amico. « Per te ci sono problemi? »
    L'umano scosse il capo.
    « Niet. Se sa giuocare a Durak, può unirsi a partita. »
    « Sei carte in più, dunque. Firean, comunque, piacere. » si presentò il mezzelfo, porgendo la mano a Curtis. « E lui è Hevmersi. »
    Il volto di Hevmersi si dipinse di un ghigno feroce.
    « Hevmersi Plizno, non ti stringo mano perché io spiezzo mano per sbaglio. Grazie per alcuolici, intanto, ma io ho presentimento che tu non sei qui per svago. Cuosa cerchi tu, dunque? »
    « Mah, non è mica entrato insieme ad altri due tizi per poi separarsi? Sarà qui anche lui per lo squilibrato che viene qui ogni notte per bere. »
    Firean finì di distribuire le carte. Comandava quadri.
    « Sei stato inviato qui da qualcuno, vero? Che per carità, non ci cambia nulla: se possiamo aiutarti, parliamo. Per me tequila al prossimo giro! »
    « Per me gin. »

    Drink With The Living Dead ~ Turno 4Bentornati!
    Siete tutti separati gli uni dagli altri, quindi non farò un mini-briefing collettivo per questo turno.

    Medea: Semplice giro di conversazione per te. Scopri fra le altre cose dove sei finita, e che Tomas viene a sua volta dalla Terra. Lui, invece, scopre che sei un'elfa, ma ciò non pare turbarlo neanche un po'.

    Xavier: Fai la tua conoscenza con il barista, che non pare troppo entusiasta di vederti. Sembra inoltre che, a differenza di quanto detto da Evangeline, in quel locale ci è già scappato un morto. Infine, anche dalle immagini pare di intuire che la “sfida” di cui parla il tuo interlocutore abbia a che fare con l'alcool.

    Ghiaccio: Denver ti diffida dal provare a torcergli un capello. Da un lato, è vero che egli non è privo di alleati nei posti giusti. Dall'altro, sta a te stabilire quanto concreto sia il rischio di ripercussioni serie qualora provassi a dargli la caccia. Per il resto ti sembra sincero, anche se non ha detto tutto ciò che poteva dire.

    Curtis: Attenzione, perché la scadenza era il 4 Gennaio e non mi avevi chiesto proroghe nel topic. Hai postato prima di me ugualmente (sebbene non avessi avuto intenzione di aspettarti) quindi non ti ho mosso come PNG, però sappi che questo tecnicamente dovrebbe essere il primo strike!

    Quanto a ciò che succede IC, gli avventori a cui ti rivolgi si rivelano essere tutto sommato amichevoli. Firean un po' più di Hevmersi, forse, ma in un bar di simili brutti ceffi poteva andare decisamente peggio. Ad ogni modo, scopri che c'è un cliente che pare abbia attirato l'attenzione di almeno alcuni dei clienti.

    Scadenza: 31/01/2021, ore 23.59.
     
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    Dopo aver scoperto il nome dell'uomo, Medea ascoltò ogni informazione che poteva per accertarsi di avere un quadro più completo possibile. Arrivata a questo punto, la conferma del fatto che non fosse sulla Terra non gli causò più dilemmi di quanti già non avesse. Era certa che poteva tornare, in qualche modo, ma era difficile capire come, o quando. Per ora, avrebbe dovuto capire cosa fare in questo posto. Per prima cosa, rispondere a Tomas.

    È una normalissima raccolta di storie, basta andar... - Si ricordò mentre parlava della situazione. - Mh... Posso fartene una copia. Ci vorrà un po', ma se non hai fretta...

    Non aveva intenzione di rivelargli che il libro fosse magico, e una promessa del genere non era poi così strana, per lei. Avrebbe solo dovuto confezionare qualche storia in un libro. Semplice, con la sua memoria e con l'aiuto del libro stesso.

    Non importa che sappiano usare la magia o meno, sulla Terra veniamo tutti chiamati con l'appellativo di razze magiche, se non siamo umani. - Sorrise tranquillamente, era talmente abituata che lo considerava un appellativo innocuo, una semplice categorizzazione che servava al popolo comune per capire e assorbire la loro esistenza, niente di più. Molti invece, la vivevano come una discriminazione, che era poi la realtà dei fatti, vedere anche come lei stessa si nascondeva alla vista. - E no, non sono svedese. Vengo dall'Inghilterra. Gli elfi sono un po' ovunque, semplicemente non vogliono farsi trovare.

    Anche perchè verrebbero cacciati. La magia è potente, ma non sono immuni alle armi umane, in fondo. Le era rimasta solo una cosa da chiedere, il dettaglio che, in realtà, più di tutte la incuriosiva.

    Perchè non dovrei andare al bancone? Qualcuno da evitare? - Guardò perplessa in quella direzione, notando tra l'altro che uno dei figuri appena entrati si era appena diretto in quella direzione. Dopo quell'avvertimento, non era troppo certa di essere contenta di quello sviluppo, ma preferiva rimanere a guardare per il momento.

    Quel che era certo, però, è che si era attivato qualcosa a quella frase. Ne poteva ricavare una storia, da tutto questo. Ne era sempre più certa.

    Non starà mica per scoppiare una rissa, non siamo certo in un film western. - Rise gentilmente, convinta che non potesse finire così. Dopo essere stata trasportata in un altro mondo, aver parlato con uno che la riteneva svedese per le orecchie, e aver assistito al concerto più traballante di sempre. Certo.

    Quindi sei svedes... - Notò ora una piccola incongruenza. - Come puoi essere svedese, se riesco a capirti?

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Riassunto: -

    Note: ///
    Stato Fisico: Illesa
    Stato Mentale: Confusa
    Energia: 100%

    Tecniche Usate://

    Equipaggiamento:
    Libro del Fato - Gula
    Il libro di cuoio bianco che si presentò a Medea come vuoto. Vi ha scritto al suo interno ogni storia che aveva letto e ricordava, una quantità infinita, e questo oggetto è riuscito ad accogliere tutto senza esitazione. Non sa nulla della sua origine, ma sapeva che per attivarne il vero potenziale doveva scriverci sopra qualcosa che le stesse a cuore. Ci mise svariati mesi a scrivere ogni cosa nei dettagli, ma scoprì che ne valse la pena. Con il libro riusciva a ricordare istantaneamente le storie, permettendole di attingere velocemente al potere di evocazione che le era stato conferito. [Instant Casting]


     
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    Il Diavolo Assetato● Pentauron
    Presidio Centrale ● Endlos


     hiclipart-com-18

    Guardai le due persone sedute al tavolo con sincero interesse per il gioco di carte.
    Fortunatamente ero stato accettato per la partita a Durak, un gioco alquanto bizzarro. Il mezzelfo mi diede la mano per presentarsi ed io ricambiai con forza equilibrata alla sua. « ...Firean, comunque, piacere e lui è Hevmersi »
    «Hevmersi Plizno, non ti stringo mano perché io spiezzo mano per sbaglio...»
    «Oh no per favore, la ringrazio per la pietà nei confronti della mia mano»
    « Grazie per alcuolici, intanto, ma io ho presentimento che tu non sei qui per svago. Cuosa cerchi tu, dunque? »
    I due capirono in fretta che non mi trovavo lì per giocare con loro; in fondo però mi ero vestito in quel modo per una serata di follie, e non ci sarebbe stato niente di male se avessi perso un po’ di tempo a divertirmi con i due di fronte a me. Presi le sei carte per studiare una strategia possibile e vidi la prima carta giocata a terra. Durak era un gioco che avevo giocato solo una volta in vita mia; me lo insegnò un naufrago in una locanda a Chediya. Non mi sarei scoperto così facilmente con loro ed avrei giocato le mie carte lentamente, dopo il mio turno di difesa avrei ribattuto subito con un attacco dato dalle informazioni che avrei visto dalle prime carte già giocate da loro. Ovviamente i primi round sarebbero serviti solo per studiare, come loro avrebbero fatto con me.

    «...Sarà qui anche lui per lo squilibrato che viene qui ogni notte per bere. Sei stato inviato qui da qualcuno, vero? Che per carità, non ci cambia nulla: se possiamo aiutarti, parliamo. Per me tequila al prossimo giro»
    « Per me gin »
    Pensai di aver trovato dei tipi furbi al tavolo ma che non mi avrebbero fatto sudare esageratamente per le informazioni che cercavo.
    Posai le carte coperte a terra formando un piccolo mazzetto di cinque carte ed una spostata un po’ più a destra. Alzai la mano in direzione del taverniere cercando il suo sguardo, così gli feci un cenno per far capire le mie intenzioni di ordinare qualcosa.

    «Signori, sono qui per divertirmi ma mi aspettavo di trovare ben altro locale. Se avessi saputo mi sarei vestito con qualcosa di più comodo» cercai di enfatizzare l’ultima parola mentre la mia mano prese la carta che avevo diviso dal gruppo e la poggiai delicatamente di fianco alla carta giocata in attacco. Mi sembrava giusto esordire con qualcosa di vero così che non potessero certamente dubitare delle mie intenzioni.

    «Non sono qui per vedere nessuno in particolare, ma da quello che avete detto c'è qualche pazzo che si aggira spesso, devo preoccuparmi?»
    Il tizio di cui parlavano avrebbe potuto essere il motivo per cui c’erano spesso delle vittime in questo locale.
    A qualche mano dall’inizio cercai di introdurre l’argomento che più mi interessava.
    «Comunque sarei davvero curioso di sapere come ha fatto questo locale a prendere il posto di quello precedente, ne sapete qualcosa?» dissi pescando delle carte per arrivare ad averne sei in mano di nuovo.


     hiclipart-com-18






    Energia:
    100%


    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]

    Scheda: Scheda
    Revisione: Revisione
    Conto: Conto



     
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    « Ho sempre voluto essere un cowboy, ma sono nato una manciata di anni troppo tardi per la frontiera. Questa topaia non rimpiazza l'esperienza, ma volevo quantomeno godermi quel poco di atmosfera che offre. Sai di cosa sto parlando, vero? »

    - Chi cazzo ti ha chiesto la storia della tua vita Milioncino Bipede? -

    Pensiero legittimo. Quale persona sana di mente vorrebbe mai fare il cowboy?
    Sabbia, sudore, puzzo e merda di cavallo, piaghe da sella e treni scomodi da rapinare.
    Ma vai.

    <<< No, Soldi Facili. Che fantasia del cazzo. Si vede che non sei abituato alle bettole, tu.>>>
    Ghiaccio sì, invece, ma non era un piangina: non gli avrebbe raccontato dei sobborghi maleodoranti e delle periferie, delle botte e degli scippi che aveva imparato ad eseguire prima di imparare a leggere. Non lo avrebbe raccontato a nessuno. Chiunque lo conoscesse poteva capirlo benissimo per i cazzi suoi, a meno di non avere il vuoto pneumatico tra le orecchie.
    <<< Meglio un ranch o una villazza da tycoon>>>

    Quella era una vita su cui valeva la pena farsi delle fantasie. Fantasie lascive.

    Dicevamo: Ghiaccio era avvezzo alle topaie. E alle risse: sia nello scatenarle che nello sgattaiolare via con la complicità del caos originatosi.

    « Questa è una zona franca, comunque. Scordati di alzare un dito su di me qui, se non vuoi che si scateni una rissa come non ne vedrai mai nemmeno a Blood Runner. Anzi, più in generale, se vuoi la mia testa, non è una buona idea provare a prenderla qui ad Altatorre. »

    <<< Questa è zona abusiva, fighettina. Là fuori c’è una donna molto potente, molto ricca e parecchio incazzata che questo covo di pezzenteria sia spuntato al posto del locale più in e più frequentato di Altatorre. Il suo. Per il resto… Ma a me che cazzo me ne frega?>>>

    Quel brutto ceffo non era al soldo della Matrona Bona, ma questo Denver non poteva saperlo.

    « Accomodati pure, amico. A onor del vero, sono qui anche per lo spettacolo che comincerà fra circa mezz'ora o poco più. Quello vero, non il concerto. »

    Sembrava un’altra gatta da pelare: con tutta probabilità lo spettacolo aveva a che fare con gli scagnozzi dispersi. Tanto valeva accomodarsi.

    <<< Ossia?>>>

    Accasciatosi su una sedia, a gambe larghe per dare più impaccio possibile in caso di fuga, il mafioso rivolse un’occhiata indolente alla sala, soffermandosi ostentatamente sui due spingardoni con cui era entrato. Vide Splendido splendente a un tavolo a caso, in teoria, e l’amico Puffo Spiritico imbambolato al bancone.
    <<< Quello stronzo non mi ha preso il caffè. Ammazzerei per un caffè.>>>
    Xavier, a differenza sua, era sul libro paga della Signorina Salcazzi e Damerino si era prestato a titolo gratuito ai suoi bisogni. Essendo entrati lì insieme e poi separatisi come degli sbirri, era ragionevole supporre che facessero parte di una squadra e si fossero divisi i compiti. Non vero, ma sono le apparenze a contare nella vita, ed era quello il messaggio da far passare in quella edificante chiacchierata.

    <<< Dunque, ti racconto una storiella, pesciolino. C’è un omicida ricercato, seduto con le chiappe in un esercizio irregolare che ha provocato perdite economiche e danni d’immagine a una donna – e che donna - che è piani e piani sopra di lui nella catena alimentare. Posto losco, perfetto per… diciamo una spia di bassa lega che è riuscita ad infiltrarsi in un’organizzazione di pie, cavalleresche anime tonte. Ad un certo punto scoppia una baraonda, una bolgia tale che non si capisce una mazza. Il tizio accidentalmente schioppa. Cose che capitano nelle scazzottate, uno rompe un bicchiere, i cocci finiscono in gola a qualcun altro. Disgrazie.>>>

    Un sospiro plateale.

    <<< A meno che tu non abbia la Santona dell’Est o la Generalessa di Laputa sotto il culo in questo momento, non so che protezione pensi di avere.>>>

    Ghiaccio sapeva che chiunque è in grado di uccidere se il motivo e le situazioni si prestano. Quello che aveva davanti sembrava troppo scemo, ma non si può mai dire.

    <<< Niente di personale, non sono qui a fare la morale sull’assassinio. Potevi evitare di farti beccare dalle telecamere.>>>

     
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    Nel raggiungere il bancone di quel locale male in arnese, con la banale intenzione di attaccar chiacchiera col barista, il Medium -da buon sensitivo, oltre che da scafato frequentatore di postacci-, il Medium poté immediatamente percepire catalizzata su di sé l'attenzione di buona parte degli avventori che gremivano la sala comune - T-ROLL compresi. E c'è decisamente qualcosa di strano quando quelli che sono le star della serata danno tanto bado ad un Signor Nessuno come lui.

    “È lui?” “Può essere” “Affatto.”

    A giudicare dal vociare disordinato e dai commenti che gli giunsero all'orecchio, quell'in verità bruttissimo segno gli lasciò presagire di essere probabilmente sulla pista giusta: a quanto pareva, tutti i clienti erano in attesa di qualcuno... qualcuno che doveva presentarsi al bancone... qualcuno di cui non dovevano avere chiara l'identità... ma di cui -teoricamente- dovevano conoscere l'operato.

    « Whisky liscio in arrivo. »
    sentenziò il gestore in risposta alla sua richiesta, interrompendo il treno dei pensieri
    « Gli affari vanno piuttosto bene, per essermi ritrovato da un giorno all'altro con tutto il locale da a questo posto che a malapena so che si chiama Altatorre, »

    D'accordo. Erano un po' di informazioni: per quel poco che Xavier aveva capito di Endlos, a volte ci finivano lanciati alla rinfusa sopra come i funghi su una pizza persone -come era stato nel suo caso-, cose di varia entità e dimensioni, e persino luoghi... come doveva essere successo a quella bettola. Perché, ecco, per quanto male si tenesse informato sulla qualunque, non ricordava di aver mai sentito nominare una città di nomeGhoultown, né ricordava di aver mai visto elementi da Far-West.

    Perciò, facile teoria sulla morale della storia: lì dentro erano tutti o quasi Naufraghi Dimensionali.
    Come lui. Quindi, magari, avrebbe potuto giocarsela puntando sulla solidarietà.


    « Tu sei sicuro di voler restare qui al bancone? C'è un motivo per cui sei l'unico. »
    lo apostrofò il buonuomo, servendo intanto l'ordinazione
    « Se sei qui per la sfida, non sono bastati sei damerini all'ospedale e uno di quei cosi morto?
    Io non mi prendo alcuna responsabilità.
    »

    Tuttavia, prima che l'Esper avesse modo di schiudere le labbra per abbozzare una risposta di qualche tipo, il contatto tra le sue mani e il ripiano di legno attivò la proiezione di una serie di immagini direttamente nella sua psiche; così, mentre le parole del barista si facevano ovattate e distanti, lo Spiritista vide una delle vittime ordinare da bere e poi svenire fino ad accusare il misterioso malore che aveva scatenato gli incidenti che l'avevano ingaggiato per indagare e scongiurare.

    Unico elemento degno di nota di quella sequenza -che confermava quanto la Matrona aveva già spiegato loro- fu l'immagine di un uomo magro, dal volto scavato ma appesantito da due bei baffi, con in testa un cappello a falda larga da cowboy... e fu su quell'entità che concentrò la sua curiosità quando -boccheggiando come un pesce lesso- si riebbe dal suo stordimento per rivolgere altre domande al taverniere.


    jpg
    « Tranquillo, amico: non mi piace avere guai né darne agli altri. »
    rispose il giovanotto, abbozzando un sorriso e prendendo un sorso dal bicchiere
    « Mi spiace per il musicista.... Comunque, non so nulla di questa sfida: mi sapresti spiegare come funziona? Chi la organizza, chi bisogna sfidare, se si vince qualcosa? »
    guardandosi intorno con fare casual, gettò un'occhiata a quel che facevano i suoi compari
    « E poi... non è che potresti prepararmi anche un caffé? »



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Mentali: Curioso
    Energie Residue: 95%


    gif

    Visione del Sudario
    [Percezione Magica | Auspex Spiritico | Scansione Mentale]

    Schermo della Guardia
    [Anti-Malia | Mindfuck-Alert | Trick Detector]

    Percezione dell’Aura
    [Radar | Localizzazione]

    Bio-feedback
    [Passiva di Monitoraggio | Anti-Veleno | Difesa Mentale]

     
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    « Ho tutto il tempo... » Si fermò a riflettere, una punta di esitazione nel suo tono di voce e quella dell'indice sul suo mento. « ...di questo mondo, sì, ma anche di altri, probabilmente tutti. Ci siamo intesi comunque, no? »

    Guardò il libro per un'ultima volta e reclinò il capo su di un lato con fare inquisitorio, ma non fece ulteriori commenti. Sembrava essere un capitolo chiuso, per il momento, se si voleva usare un gioco di parole a tema. Anche se era ancora da comprendere il motivo per cui fosse stato aperto in primo luogo – semplice curiosità?

    « Assurdo. Cosa c'è di magico in qualcuno che non sa usare la magia? Senza contare che i nomi scientifici proposti da Linnaeus per gli elfi erano homo silvestris oppure homo acutus – noti lo schema ricorrente? » Agitò una mano e sbuffò sdegnato. Dopodiché si stravaccò sulla sua sedia e continuò ad ascoltare, le braccia penzoloni dietro lo schienale. « Ah, magari non sei nata nel periodo giusto però... Capisco, comunque. »
    Un'alzata di spalle suggerì che non aveva intenzione di continuare oltre su quell'argomento. Difatti passò oltre. Anche perché poi udì “film western” e capì di aver preso un discreto granchio.

    « Sì, ma non il tizio che è andato ora al bancone, che quello è solo uno sprovveduto. Allora, in pratica c'è un uomo che sfida chiunque gli pare e piace a una gara di bevute, e regge l'alcool come pochi. Solo che se non accetti... » Distese l'indice e il pollice a formare una pistola, e simulò uno sparo. All'ultima domanda rispose: « Perché il potere della Volontà che governa questo posto ci permette di capirci a vicenda a prescindere di ogni barriera linguistica. Questo, e perché parlo inglese. C'ho tipo il cì uno. Al giorno d'oggi, poi, se non sai le lingue muori di fame. L'inglese, poi, che è la lingua della globalizzazione – indispensabile, ti dico. Che se sai cosa è un film western, facile che tu abbia sentito anche questa parola. Salvo tu non venga da un periodo tipo il primo ventesimo secolo, si intende, che Levitt aveva diffuso il termine nel millenovecentoottanta-qualcosa. Ad ogni modo, il tipo in questione dovrebbe arrivare fra qualche minuto. »


    {Curtis}

    Hevmersi e Firean avevano preso il gioco di carte con molta più leggerezza di quanto non avesse fatto probabilmente Curtis stesso. Sul tavolo non c'erano né fiches né monete, e dopo qualche giro fu chiaro che nessuno dei due era interessato all'uomo a tal punto da arrivare a studiarlo. Si trattava piuttosto di un passatempo, come quelli degli anziani che si ritrovavano il pomeriggio per passare del tempo insieme davanti a un bicchiere di vino bianco a buon mercato.

    « Quindi luocale di Matruona? » rispose Hevmersi senza staccare gli occhi dalla sua mano. Storse le labbra in una smorfia pensosa, e calò in difesa un fante di picche. « Sbaglio cuomprensibile. Tutti noi sorpresi settimana scuorsa. »
    « Sì, per circa un'oretta. Poi ci siamo resi conto che è un locale in meno per galline impomatate e schiaviste e uno in più per gente come noi. »
    Firean alzò scherzosamente un pugno in segno di vittoria. Quella del proletariato, a giudicare dall'angolo, nonostante il vestiario del mezzelfo fosse quasi da borghese.
    « Senza offesa. » Sorrise sornione. « Salvo tu non sia uno schiavista. »

    L'umano rimase in silenzio, voltandosi verso il bancone solamente per vedere quando sarebbero arrivati i drink. Sbuffò quando notò il barista occupato con un altro damerino, tornò a guardare i presenti e le sue carte e, un secondo più tardi, sbarrò gli occhi e si girò di scatto di nuovo nella direzione di prima.

    « Firean, forse abbiamo truovato pollo di stasera. »
    Firean scoccò un'occhiata a Xavier e si lasciò sfuggire un fischio di ammirazione. Dopodiché si rivolse di nuovo a Curtis.
    « Più lui che te, » gli rispose, indicando il detective con il pollice, « ma siete entrati insieme, quindi immagino vi conosciate già, giusto? »
    Posò le carte sul tavolo, coperte, dopo aver fatto la sua mossa.
    « C'è un tizio che ogni sera a mezzanotte entra nel locale costringe la gente a bere con lui, e nessuno o quasi osa rifiutare. Di solito prende le sue vittime al bancone. Spero dunque che il tuo amico abbia un fegato invidiabile. » Sospirò e riprese in mano le carte. « Quanto al come sia apparso Il Diavolo Assetato, non chiederlo a me. Un giorno c'era il Deep Blue, e quello dopo... » Puntò il soffitto con l'indice e lo roteò per indicare il locale intero. « ...questo. »


    {Ghiaccio}

    Denver Brockmann scoppiò a ridere. Era una risata di quelle fragorose e sincere, di quelle di chi non si aspettava per nulla di sentirsi dire ciò che Ghiaccio gli aveva appena detto, e di chi non si preoccupava per nulla della possibile reazione di chi gli stava davanti. Anche se aveva già capito con che tipo di persona stesse avendo a che fare.

    « Anche un ranch non suona male, » concesse infine educatamente, anche se con una punta di ironia. Discostò lo sguardo e aggiunse fra sé: « Ah, avrei potuto spostarmi un po' più giù dell'Illinois da giovane. »
    Strizzò gli occhi per un momento quando vide Xavier al bancone. Seguì un momento di silenzio in cui il giornalista ricercato parve distratto, o comunque intento a raccogliere i propri pensieri. Altri pensieri.
    « Ah, stasera c'è pure Lady Evangeline, quindi, » commentò noncurante. « Ad ogni modo, fra pochi minuti dovrebbe cominciare la gara di bevute, e sto ancora decidendo se andare al bancone per partecipare oppure no. Sempre che venga scelto, in realtà. Comunque fra poco, se sarai paziente, capirai perché ho parlato di cowboy. »

    Quando Ghiaccio gli narrò la “storiella”, egli ascoltò con un divertito sorriso da schiaffi stampato sul volto. Arrivò perfino a sfilare una penna dal taschino della giacca e ad estrarre un taccuino da un'altra tasca ancora. Lasciò che il giovane finisse, dopodiché prese a scribacchiare qualcosa.

    « Ho la Santona dell'Est e la Generalessa di Laputa sotto il culo, e in più... Guarda qui. » Strappò il foglietto di prima dal blocco note e lo schiaffò sul tavolo. « Per questo ti ho detto che non è una buona idea cercare di catturarmi qui. »

    Linee di inchiostro blu tracciavano uno schema che illustrava grossolanamente i rapporti di potere fra il Presidio Orientale, Errante e Altatorre, e la posizione di Denver in tutto ciò: Ghiaccio avrebbe avuto dunque modo di apprendere che Altatorre era alleata di Laputa, il cui ex-Alfiere (quella che il gangster aveva chiamato “la generalessa”) era la madre di quello attuale nonché uno dei due capi del suo interlocutore. Denver era inoltre stato una Corona degli ex-Saggi di Palanthas, ora confluiti nella Hush, e di conseguenza uomo tenuto in considerazione dalle autorità dell'Est, a cui faceva capo Lady Kalia... che era l'altro capo della gilda di cui l'uomo faceva parte.

    « Quanto alla morte di quella ragazza, è una storia molto più folle e complicata di un semplice “non farsi beccare dalle telecamere”, ma prima di raccontartela voglio vedere la sfida di stasera. Tu pensi di partecipare? »


    {Xavier}

    Il barista reagì con un grugnito di assenso, quasi come se avesse accettato la presenza di Xavier pur senza esserne necessariamente contento. Se c'era un naufrago arrivato di recente in quel saloon, quello era proprio lui: un vecchio a capo di una bettola capitato per sbaglio in uno dei luoghi più classisti e pervasi da una mentalità da “pesce grosso mangia pesce piccolo" che si potessero trovare sul semipiano. Una persona senza molta voglia di grane.
    C'era in realtà anche Medea, rincantucciata in un angolo del locale, ma questo Xavier non poteva ancora saperlo.

    « Solo un momento, » rispose. Versò in un bicchiere del gin, e in un altro della tequila, poggiandoli su un vassoio che venne porto a una giovane cameriera apparsa dal nulla, come un fantasma, vestita con un abito rosso e nero tanto vistoso quanto risqué. Quest'ultima portò l'ordinazione al tavolo dove Curtis era seduto insieme a un paio di ceffi intenti a giocare a carte. « Caffè, quindi. »
    Fece apparire da sotto il bancone un sacchetto di caffè originario, a vedere la confezione, dal Brasile, e con esso un piccolo macinacaffè a mano.
    Con un sottofondo di caffè che veniva triturato e dell'acqua che venne lasciata a bollire su una stufa accesa – del resto quel locale non aveva né attrezzature apposite né tantomeno caffettiere, il barista riprese a parlare.
    « Richiesta rara, » commentò infatti. « Sulla sfida ti posso dire che non si vince un cazzo, almeno da quanto ne so, ma se non accetti rischi di lasciarci la pelle. Ogni sera arriva un ceffo che invita a bere con lui chiunque gli capiti a tiro, e di solito li pesca qui al bancone. A vederlo sembra un bandito, ma non ha mai lasciato debiti. Fa così da anni, e francamente non mi aspettavo di ritrovarmelo pure qui. È una dannata maledizione. »


    {Tutti}

    Arrivò. Ad annunciarlo una folata d'aria gelida e un cigolio di speroni arrugginiti. Fece un paio di passi lenti e pesanti all'ingresso del locale, e con un gorgoglio spettrale passò a rassegna i presenti mentre un silenzio tombale calò nel saloon. La cameriera svenne addosso a Curtis poco dopo aver consegnato le ordinazioni di Hevmersi e Firean. I più gli rivolsero solamente delle occhiate di sottecchi e distolsero lo sguardo non appena sentirono su di loro quello del nuovo arrivato, mentre altri lo fissarono dritto in faccia.

    Sui volti di questi ultimi si potevano leggere gli stati d'animo più disparati: distacco da parte del barista, che lo salutò con un cenno del capo; curiosità sul viso di Li Kao, che alzò la sua pinta di birra e gli sorrise gioviale; completa indifferenza per quanto riguardava Tomas, che infatti non fece nulla; e ostilità malcelata per i T-ROLL, il cui leader fece cenno al chitarrista ammantato di nero di non abbandonarsi ad azioni avventate.

    Era un maschio umano di altezza media dalla carnagione pallida, il volto smunto e gli occhi scavati. Magro e con occhi infossati nelle orbite, il suo volto era scarno e pallido a tal punto da rendere difficile stabilire quanti anni avesse di preciso, anche se i lineamenti e la linea dei capelli, neri e che scendevano poco oltre la nuca, facevano intuire un'età compresa fra i quaranta e i cinquant'anni.

    Fece un altro passo verso il bancone ma si fermò di nuovo, provocando nuove alzate incuriosite di capi fra i clienti ai tavoli. Il cigolio degli stivali rostrati, i respiri appena udibili, e lo scribacchiare furioso della penna di Denver Brockmann su un foglio di carta erano gli unici rumori che si potevano ascoltare nel locale in quel momento. L'uomo si soffermò infine su un tavolo all'angolo e vi si avvicinò.

    Stava puntando a Medea. Si sfiorò l'orlo della tesa del cappello in segno di saluto, ma Tomas frappose un braccio a mo' di barriera fra i due.
    « Credevo prendessi i tuoi sfidanti al bancone, » disse.
    « Non devo rendere conto a nessuno su chi scelgo e come, » gracchiò l'uomo in risposta. Sorridendo tagliente aggiunse, « Voglio della compagnia femminile stasera. Vieni al bancone e tieni noi uomini di buon umore. Che ne dici, eh? Non credo tu possa al passo con noi, però. »
    Scoppiò in una risata roca a cui nessuno si unì, neppure il più ubriaco fra i presenti. Solo Denver sorrideva, ma Ghiaccio, la persona più vicina a lui, avrebbe rapidamente intuito che si trattava in realtà di eccitazione davanti al contesto.

    Abbassò infine il cappello e controllò la rivoltella che teneva in una fondina alla cintura, quindi cominciò ad avvicinarsi al barista e a Xavier. Quest'ultimo fu rapidamente avvicinato da Kaos, il quale gli appoggiò una mano (quasi un artiglio) amichevole sulla spalla.
    « Noi non volere sfidare lui. Ma noi dare una mano dove noi in grado. Perché con lui non potere vincere in modo leale. »
    Detto questo, ritornò insieme al resto del gruppo, e osservò mentre il cowboy accostò finalmente l'investigatore dell'occulto.

    « Un whisky per me, e uno per il mio nuovo amico, » disse al barista. Dal fondo del locale si udì una breve quanto trattenuta risata nasale. Tomas. L'uomo si girò di scatto verso di lui ringhiando, ma fu ignorato. Così urlò, « Beh? C'è qualcun altro che pensa di tenermi testa nel bere? »
    « Solo un attimo, » rispose placido il barista, che nel frattempo aveva appena finito di versare il caffè appena pronto in una tazza, e che dopo aver constatato che la cameriera non si era ancora ripresa aveva deciso di servire Ghiaccio egli stesso.
    « Hah, » commentò l'altro in tutta risposta. « Tu, uomo col caffè, vieni qui. E anche tu, damerino – no, non tu, quello al tavolo con il biondo e il pelato. »
    Denver Brockmann si strinse nelle spalle, ma si lasciò sfuggire un quasi impercettibile sospiro di sollievo. Da un lato, non gli sarebbe dispiaciuto il brivido della sfida; dall'altro, non era possibile scrivere gli appunti di un potenziale scoop da ubriachi.
    « A meno che vogliate duellare contro di me in un altro modo. » Portò una mano alla rivoltella in un gesto inequivocabile. « Ciò vale anche per te, signorina. »


    Drink With The Living Dead ~ Turno 5Bentornati! Questo giro è un po' più corposo di quanto non avessi preventivato io stesso. Almeno come lunghezza: contenutisticamente parlando, infatti, si può dividere in due parti: l'ottenimento di maggiori informazioni da parte della gente con cui parlate, e poi l'arrivo della persona della quale tutti sono poi finiti a parlare. Quanto ai dettagli percepiti a livello individuale, essi saranno riportati qua sotto.

    Medea: Ancora una volta niente di particolare da segnalare, a parte l'esserti ritrovata con un interlocutore alquanto eccentrico. Abbastanza, in realtà, da essere una delle poche persone a non temere il misterioso cowboy. È inoltre l'unica persona, insieme al barista stesso, a offrire una reazione di completa indifferenza.

    Curtis: Hevmersi e Firean continuano la conversazione di buon grado, a parte una nota di sfrontatezza da parte del secondo: questa, tuttavia, si può spiegare con il costume tipicamente altatorrese di tenere schiavi non-umani: un argomento che tocca il mezzelfo da vicino, anche se non puoi essere certo se si tratti o meno di un uomo libero o uno schiavo. Quanto alla cameriera, se vorrai sarai in grado di acciuffarla prima che cada a terra con un tonfo.

    Ghiaccio: Oramai hai la conferma che Denver non è molto impensierito dalla tua presenza, e nemmeno pare avercela a male con te per il tuo interesse nei confronti della taglia che pende sulla tua testa. Forse perché si sente molto sicuro delle protezioni di cui afferma di godere, o forse è anche una questione di carattere. Sulla storia di cui parla, ti tornano alla mente alcune voci che circolano in certi ambienti giovanili di Blood Runner che vorrebbero il giornalista come vittima di un qualche complotto. Eppure, esistono registrazioni che lo mostrano mentre spara alla giovane ereditiera Satsuki Kiryuin.

    Xavier: Il barista continua la conversazione con te, rivelando nuovi dettagli, una parte dei quali verranno poi confermati quando vedrai arrivare il cowboy. Prima che ciò accada, però, Kaos dei T-ROLL offre di aiutarti nella sfida che verrà, sebbene non abbia il tempo di spiegare come. A quanto pare, non è possibile vincere in modo leale contro quel tipo, quindi immagini soltanto che voglia aiutarti a barare. Con il tuo Auspex Spiritico noterai inoltre un ulteriore dettaglio che potrebbe spiegare tanto timore: il cowboy è non-morto.

    Tutti: Siamo arrivati a un momento di svolta nella giocata: consapevole dei rischi, accetterete o no la sfida del cowboy?


    Scadenza: 28/03/2021, ore 23.59.
     
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    La ragazza seguì con lo sguardo la direzione in cui l'uomo stava guardando curiosamente. Avviciniò più a sè il libro, ma fu un movimento lieve. Se avesse fatto gesti strani, avrebbe rivelato più di quanto necessario. Non era certa che fosse il momento di attirare ancora di più l'attenzione su di sè.

    Di magico? C'è che non siamo umani. - Pronunciò quella frase con evidente amarezza, nonostante il sorriso sottile che era stampato sul suo volto. Non ci sarebbe voluto un genio per capire che non amava parlare di questo. Persino lui che non la conosceva poteva percepirlo facilmente. La cosa che attirò più la sua attenzione era, invece, la spiegazione che gli diede al perchè non doveva andare al bancone. - Sembra un tipo a posto... - Lo disse con voce incerta e tremante, abbastanza stranita dalla cosa. Si cominciava a chiedere dove fosse finita. Più di prima, s'intende. Quando poi gli disse che sarebbe arrivato a breve, un brivido le percorse la schiena. - So cos'è la globalizzazione, sì. È un concetto int... - Avrebbe finito la frase e intavolato la conversazione.

    Se in quel momento non fosse entrato qualcuno. L'innaturale ventata fredda che fece accapponare la pelle all'elfa. La scena, in compenso, la fece quasi scoppiare a ridere. - MA È UN B-MOVIE! - Mise una mano davanti alla bocca per trattenere la risata, al pensiero. Si maledisse, perchè quello che accadde dopo non le piacque per nulla, e pensò che fosse per quel commento fugace che si era attirata la sfortuna cosmica addosso. La voce roca del tizio dall'aspetto macabro la invitò ad unirsi a quelli al bancone, e a poco valse il frapporsi del precedente interlocutore con questo nuovo arrivo. Il commento, poi, che le arrivò come un tantino sessista, ravvivò il suo orgoglio, facendola sbuffare. Sbuffo che si perse in un soffio d'aria contornato da un'espressione terrorizzata quando parlò di "altro tipo di duello" e mosse l'arma da fuoco.

    Medea si girò verso Tomas, quasi a cercare un aiuto, ma poi tirò un profondo respiro, chiuse gli occhi, e si alzò. Tralasciando il fatto che non era la prima volta che beveva, - e che gli alcolici elfici erano più forti di quelli umani, ma quello poteva essere lo stesso per quelli di questo mondo - il suo orgoglio era ferito e almeno lì aveva una possibilità di scamparla. Con una pistola puntata contro, invece, l'unica fine che poteva fare era dentro una bara. Al solo pensiero cominciò a tremare, e non smise nemmeno mentre si avvicinava a passo deciso verso il bancone. Non si fermò, nonostante questo. Le sue mani si strinsero sulla copertina di cuoio bianco, il sudore che cominciava a rendere leggermente scivoloso il libro. Si appoggiò al bancone, ancora tremando, eppure avrebbe potuto notare una postura di chi era abituato ad assumere quella posizione, e che ne andava anche un po' fiero. Il vestito elegante, però, non la faceva sembrare una persona che frequentava posti del genere. Che lo notasse o meno, però, la ragazza avrebbe battuto il palmo sul legno del bancone, in parte per fermare il tremore e concentrarsi, e in parte per attirare l'attenzione su di sè. - Lo stesso per me. - C'era da dire che l'alcol non le faceva un bell'effetto. Sicuramente si sarebbe dimenticata della pistola, ma chissà se gli altri sarebbero stati contenti dell'altro lato dell'elfa.


    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Riassunto: -

    Note: ///
    Stato Fisico: Illesa
    Stato Mentale: Preoccupata, concentrata.
    Energia: 100%

    Tecniche Usate://

    Equipaggiamento:
    Libro del Fato - Gula
    Il libro di cuoio bianco che si presentò a Medea come vuoto. Vi ha scritto al suo interno ogni storia che aveva letto e ricordava, una quantità infinita, e questo oggetto è riuscito ad accogliere tutto senza esitazione. Non sa nulla della sua origine, ma sapeva che per attivarne il vero potenziale doveva scriverci sopra qualcosa che le stesse a cuore. Ci mise svariati mesi a scrivere ogni cosa nei dettagli, ma scoprì che ne valse la pena. Con il libro riusciva a ricordare istantaneamente le storie, permettendole di attingere velocemente al potere di evocazione che le era stato conferito. [Instant Casting]

     
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    È opinione comune a molti poeti e innamorati che persino uno sguardo abbia un peso, e mentre se ne stava in piedi davanti al bancone ligneo di quel saloon fuori contesto, il buon Sensitivo -per non essere né l'uno nell'altro- avvertiva sulle spalle tutta la gravità esercitata da svariate paia di occhi: gli altri avventori lo stavano fissando. E lo stavano fissando con un'intensità decisamente fastidiosa.

    « Solo un momento, »

    Mentre Xavier focalizzava la mente sull'unico motivo della sua presenza lì -intascare la grana per tornarsene col culo caldo a Chediya-, cercando di contenere l'irrazionale nervosismo che tutta quell'attenzione morbosa gli metteva addosso, qualcuno alle sue spalle -dalla parte dei tavoli dove la cameriera/bomboniera si era appena diretta- ebbe pure la simpatica idea di lanciargli un fischio.

    « Caffè, quindi. Richiesta rara. »

    Seguendo i movimenti con cui il barista pescava da dietro il bancone un sacchetto di chicchi tostati e si armava di un aggeggio a manovella dell'anteguerra per assolvere alla richiesta -l'ordinazione di Ghiaccio-, il giovanotto dai capelli bluissimi si lasciò catturare da quella scena dal sapore documentaristico, concentrandosi sul suono ipnotico del macinino e sul forte aroma che si diffondeva nell'aria, aspettando che quei due stimoli gli calmassero i nervi.

    « Sulla sfida ti posso dire che non si vince un cazzo, almeno da quanto ne so, ma se non accetti rischi di lasciarci la pelle. Ogni sera arriva un ceffo che invita a bere con lui chiunque gli capiti a tiro, e di solito li pesca qui al bancone. »

    ...che era il posto in cui incidentalmente si trovava lui in quel momento.
    Mentre i chicchi di caffè si polverizzavano con un rumore raschiante e regolare sotto l'azione della manovella, lo Scroccone fu avvertito di quelle premesse per nulla allettanti: tanto per cominciare, non si vinceva un tubero -rivelazione che lo lasciò piuttosto deluso-; inoltre, se gli fosse arrivato in faccia il metaforico guanto di sfida, c'era anche la grossa incognita del Fattore-RDP (Rischio della Pellaccia) in caso di rifiuto.
    Sempre meglio.

    « A vederlo sembra un bandito, ma non ha mai lasciato debiti. Fa così da anni, e francamente non mi aspettavo di ritrovarmelo pure qui. È una dannata maledizione. »

    Ecco, quelle erano informazioni interessanti: in particolare, lo Spiritista trovò curiosa non tanto la descrizione del principale sospettato, quanto il fatto che la sua presenza fosse rimasta costante in quel luogo anche dopo il salto dimensionale che aveva sovrascritto quella bettola ai ben più sofisticati paesaggi di Altatorre; il termine "maledizione" sembrava un'evidente esagerazione... eppure, lasciò un'intensa impressione ai margini della coscienza del Medium.

    jpgChe quel misterioso bandito e la sua sfida fossero la causa degli incidenti accidenti che avevano colpito gli avventori nelle sere precedenti era ormai fuori di dubbio, ma... in che modo il giochino di un fuorilegge beone poteva condizionare il trasferimento di un intero saloon su Endlos? E in che modo ragionare con un ubriacone incallito gli avrebbe permesso di guadagnarsi la paga della Matrona, restituendole il suo locale?

    Quelle questioni senza alcuna apparente correlazione trovarono d'un tratto il proprio posto nel puzzle quando una gelida folata di vento annunciò l'ingresso di qualcuno, sovrastando il vocio concitato della clientela con un cigolio sinistro che dipanò il silenzio... e fu con un brutto presentimento e un brivido a risalirgli la schiena che il Medium gettò uno sguardo da sopra la spalla al nuovo avventore.

    Si trattava di un uomo di mezza età, non particolarmente alto, ma dall'aspetto decisamente spettrale: pallidissimo, smunto, con gli occhi infossati nelle orbite, e una zazzera di capelli corvini a media lunghezza.
    Ah, sì: e poi era morto.

    D'un tratto, davanti a quel dettaglio, i due eventi in apparenza slegati -le vittime ricoverate e il locale scomparso- acquistarono nella mente dell'Esper una logica corrispondenza: conosceva (e aveva talvolta incontrato) alcuni fantasmi con un'ossessione talmente potente da essere in grado di deformare la realtà, perciò... visto l'abbigliamento da bandito dal grilletto facile e la fissazione per la "sfida di bevute", agli occhi verdi del Medium divenne chiaro che il fulcro del fenomeno fosse quel tale.

    « Voglio della compagnia femminile stasera. Vieni al bancone e tieni noi uomini di buon umore. Che ne dici, eh? Non credo tu possa al passo con noi, però. »

    Intanto, nel tempo in cui Xavier si era incantato ad elucubrare, il cowboy si era fermato ad uno dei tavoli, rivolgendo parole viscide ad una ragazza dalle orecchie a punta e dall'aria spaurita, concludendo poi il grottesco invito con una risata gracchiante a cui nessuno fece eco. Una vista che irritò alquanto lo Spiritista.

    Certo, anche lui aveva fatto il cascamorto in qualche bar con qualche signorina, ma a sua difesa era già alticcio per il fatto di avere qualche pinta di alcol già in circolo nel sangue, e non era mai stato così inquietante e predatorio da imporre ordini invece di scherzose e poco convinte proposte allusive.

    Sull'onda di quel flusso di pensieri, il Detective dell'Occulto squadrò il Gringo con uno sguardo torvo mentre questi raddrizzava la tesa del cappellaccio e controllava il revolver, e -più indignato che intimidito- quando i loro occhi si incrociarono stava già per dirgliene quattro... ma la pressione di un artiglio sulla spalla e il sussurro di una voce sconosciuta e vicina lo trattennero.


    « Noi non volere sfidare lui. Ma noi dare una mano dove noi in grado.
    Perché con lui non potere vincere in modo leale.
    »

    Naturalmente, Kaos non poteva immaginarlo, ma Xavier non era un tipo da andare troppo per il sottile con il concetto di correttezza, e anche se ogni tanto aggirava le regole non aveva mai fatto del male a nessuno, e la sua coscienza era tranquilla, e... e non si sarebbe fatto soprattutto scrupoli se fosse stato costretto a prender parte a qualche discutibile evento contro la sua volontà; così, l'Esper si limitò a muovere un vago cenno di assenso col capo, giusto per fare intendere al Musicista che l'aveva sentito.

    Ciò detto, il Troll ripiegò verso il resto della sua band... giusto in tempo per lasciare campo libero al bandito, che si accostó al bancone rivolgendosi al barista.


    « Un whisky per me, e uno per il mio nuovo amico. »
    esordì, prima che una mezza risata ne dirottasse l'attenzione verso il fondo del locale
    « Beh? C'è qualcun altro che pensa di tenermi testa nel bere? »

    Intanto che l'Esper studiava con insistenza il volto del Cowboy, il barista si congedó momentaneamente dal bancone per servire personalmente il caffè a Ghiaccio... catalizzando proprio su quest'ultimo le sgradite attenzioni dello Spettro.

    « Hah, Tu, uomo col caffè, vieni qui. E anche tu, damerino – no, non tu, quello al tavolo con il biondo e il pelato. A meno che vogliate duellare contro di me in un altro modo. »

    Con una precisione chirurgica che non aveva nulla di casuale, il Bandito andò a pizzicare tra la piccola folla proprio gli altri due uomini insieme a cui il Medium era entrato nel locale solo poco prima; tuttavia, per quanto spiacevole, quello era una cosa tutto sommato accettabile: Xavier era maggiorenne e vaccinato, sapeva badare a sé stesso da quando era un adolescente, ed era entrato in quella bettola di sua iniziativa, consapevole dei rischi di quel lavoro e pronto ad accollarseli per ottenere un compenso.

    « Ciò vale anche per te, signorina. »

    ...ma la signorina-elfo non era come lui. No, ok, nel senso: sembrava anche lei maggiorenne, e forse era perfettamente capace di badare a sé stessa; ora, non sapeva se gli Elfi erano inseriti in un piano vaccinale, ma... il punto era che, non essendo entrata lì con loro (giusto?) in risposta all'ingaggio della Matrona, doveva trattarsi di una cliente che stava facendosi gli affari propri.

    E quel tizio che l'aveva apostrofata in quella maniera irrispettosa e degradante era solo uno stracazzo di bullo dimmerda. E a lui i bulli stavano sulle scatole, vivi o non-morti. Ed essendo cresciuto in un quartiere non proprio sereno, aveva imparato a non chinare la testa davanti a loro, che fossero armati di
    ferro o no.

    jpg
    « Ehi, Coso...! »

    Appoggiandosi di spalle al bancone, con i gomiti sul ripiano di legno, il Medium alzò la voce per rivolgersi al Cowboy in tono neutro: la posa rilassata avrebbe ostentato il fatto che non avesse alcuna intenzione di fuggire dal confronto, e quel modo di fare -sperava- avrebbe distolto l'attenzione del Mandriano dagli altri per concentrarla su di sé.

    « "Patti chiari, amicizia lunga", perciò... due informazioni:
    la prima è che non sono amico di chi dà noie tutto il vicinato. »

    esordì con fare pacato, guardando l'interlocutore negli occhi
    « La seconda, dovresti darla tu a me.
    ...paghi tu? »


    Con un minimo gesto, lento e pacato, Xavier puntó l'indice sui due whiskey che lo stoico barista stava preparando per il Cowboy e il suo sfidante: non per niente era uno Scroccone.



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Mentali: Un po' stizzito per il comportamento del Cowboy, ma determinato a capire che problemi ha.
    Energie Residue: 95%


    gif

    Visione del Sudario
    [Percezione Magica | Auspex Spiritico | Scansione Mentale]

    Schermo della Guardia
    [Anti-Malia | Mindfuck-Alert | Trick Detector]

    Percezione dell’Aura
    [Radar | Localizzazione]

    Bio-feedback
    [Passiva di Monitoraggio | Anti-Veleno | Difesa Mentale]

     
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     hiclipart-com-18


    « Quindi luocale di Matruona? Sbaglio cuomprensibile. Tutti noi sorpresi settimana scuorsa. »

    Le carte stavano solitarie sul tavolo, senza soldi né fiches. Sembrava un tranquillo modo per passare il tempo, quasi come se Hemversi e Firean stessero cercando una buona scusa per restare lì a bere e a godersi la rispettiva compagnia. Erano come una coppia di vecchi amici che si ritrova abitualmente nello stesso posto, se non fosse stato per il cambio dell’intero locale di pochi giorni prima.

    « Sì, per circa un'oretta. Poi ci siamo resi conto che è un locale in meno per galline impomatate e schiaviste e uno in più per gente come noi. »

    Il mezzelfo sorrideva, ma non potei fare a meno di assumere un’espressione un po’ corrucciata. In fondo, ero arrivato lì cercando proprio le galline impomatate del Deep Blue. Firian sembrò accorgersi di quanto fossero tirate le mie labbra nel mezzo sorriso in sua risposta, così si affrettò a concludere simpaticamente la sua uscita.

    « Senza offesa. Salvo tu non sia uno schiavista. »

    «Decisamente non sono uno schiavista », risposi, assumendo un atteggiamento più affabile. «Devo ammettere che ero in cerca di un ambiente raffinato e con decisamente più presenza femminile, ma la vostra compagnia è una piacev… »

    « Firean, forse abbiamo truovato pollo di stasera » esclamò Hemversi, decisamente più interessato all’uomo al bancone che era entrato con me che ai miei discorsi. Firean parve altrettanto colpito.

    « …Siete entrati insieme, quindi immagino vi conosciate già, giusto? »

    «In realtà non conosco quel gentiluomo ma ci ho fatto giusto due chiacchiere all’entrata visto che ero dubbioso della nuova facciatapollo», risposi accodandomi al loro sommario giudizio, per invogliarli a parlarmi ancora ed a spiegarmi perché la pensassero così.

    « C'è un tizio che ogni sera a mezzanotte entra nel locale costringe la gente a bere con lui, e nessuno o quasi osa rifiutare. Di solito prende le sue vittime al bancone. Spero dunque che il tuo amico abbia un fegato invidiabile. Quanto al come sia apparso Il Diavolo Assetato, non chiederlo a me. Un giorno c'era il Deep Blue, e quello dopo questo. »

    Come se Firean avesse il potere di evocarlo, un uomo sulla quarantina fece il suo ingresso nel locale. Sarebbe bastato il suono degli speroni ad attirare l’attenzione generale nel silenzio che era appena calato, ma fu soprattutto lo stato d’animo dei presenti a catalizzare il mio sguardo su di lui. Non feci in tempo a dargli una prima occhiata che la giovane cameriera che aveva appena poggiato i drink davanti a Hemversi e Firean ebbe un mancamento; mi spostai e la presi rapidamente, in modo da sorreggerla e non farla cadere malamente.

    «Signorina, suvvia » - le dissi, cercando di farla rinvenire dandole dei gentili colpetti sul viso. «Va tutto bene». Poi, cercando di spezzare la tensione per la poverina, continuai con un: «So di fare un certo effetto al gentil sesso, e siete senza dubbio al sicuro qui con me, ma penso che potrete tornare in piedi sulle vostre gambe senza correre rischi », sorridendole.

    La aiutai a rimettersi in piedi, tenendola con una presa salda, e tornai finalmente ad osservare lo strano nuovo arrivato. Era abbastanza agghiacciante, specie considerando la prima persona che sembrava aver scelto per la serata.

    « ]Voglio della compagnia femminile stasera. Vieni al bancone e tieni noi uomini di buon umore. Che ne dici, eh? »

    La giovane sembrava non aver avuto molta altra scelta che seguire il cowboy, e mi ricordò una delle vergini vittime sacrificali di una delle opere tragiche che avevo studiato da ragazzo.

    Come predetto dai miei compagni di gioco, si diresse poi al bancone, puntando all’uomo entrato con me.
    « Un whisky per me, e uno per il mio nuovo amico »

    Alla risata di uno degli avventori si voltò ancora più infuriato, continuando a chiamare a sé nuovi sfidanti mentre il barista cominciava a servirlo. « Beh? C'è qualcun altro che pensa di tenermi testa nel bere? Tu, uomo col caffè, vieni qui. E anche tu, damerino – no, non tu, quello al tavolo con il biondo e il pelato. A meno che vogliate duellare contro di me in un altro modo. »

    Ecco. Fissarlo non era proprio stata un’idea grandiosa. Non avevo proprio voglia di incrociare le armi con quel bell’imbusto, così mi alzai, riluttante, con un ultimo cenno del capo a Firean ed Hemversi. Ed in fondo avrei potuto così capirci di più ed essere di aiuto alla Matrona.

    «E sia. Con chi abbiamo il piacere di bere stasera, signore? »

    L’uomo intanto andava minacciando la giovane con la sua arma per invogliarla a prendere posto al bancone. « Ciò vale anche per te, signorina. »

    Questo mi inquietava ancora più delle storie appena apprese su quell’uomo e le sue sfide di bevute.

    «Mi unirò alla vostra gara di bevute, ma lasciate in pace la ragazza. Può tenerci compagnia ma non ha senso che la facciate bere, sapete da voi che crollerebbe al primo sorso. Che divertimento vi darebbe da svenuta? » cercai di mediare per lei, scontrandomi però con la sfrontatezza dell’uomo al bancone, che già aveva risposto a muso duro al cowboy.
    «Quindi lei ci sfida per provare quanto è resistente all’alcohol? Mi faccia dire ch’io non vorrei certo sfidarla ne a duello ne in una gara di bevute, però se proprio non ci si può tirare indietro berrò del buon vino, questo mi ricorda quella volta che bevvi così tanto con un tizio del nord che persi conoscenza e non vorrei certo ripetere l’esperienza, sa le persone di Najaza sono i migliori bevitori di tutta Endlos, dovrebbe sfidare uno di loro invece di stare qui a dimostrare la sua ovvia superiorità con noi mosche.»
    Provai a distrarlo per dare la possibilità alla ragazza chiamata in causa di darsela a gambe dal locale. Poi ero anche curioso di come avrebbe reagito.
    «Ah... lei mi ricorda un mio collega, sa era di Istvàn, un giorno...» iniziai la storia del mio amico perchè volevo vedere fin quanto il tipo mi avrebbe permesso di parlare e se lo avessi annoiato così a morte da lasciarmi andare gratuitamente.


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    Ma questo è proprio cretino. Ma perchè me li vado a capare tutti io?

    Si può essere fiaccamente irritati? Malinconicamente esasperati?
    Perché Ghiaccio era piuttosto sicuro di sì.
    Quando era piccolo gli era capitato di trovare in giro una videocassetta di Snoopy: l'aveva vista e rivista, nonostante il nastro fosse rovinato. Gli adulti là dentro facevano lo stesso rumore del cacasénno che aveva davanti, il suono incomprensibile della tuba. Chissà, magari aveva ammazzato quella tipa a Klemvor a forza di stronzate logorroiche blaterose.

    <<< Cioè - aspetta, aspetta - hai ribattezzato le tue chiappe Kalia e Drusilia? Non me lo sarei aspettato da uno della tua risma, ma che cazzo ne so io di deontologia endlossiana?>>>

    Ma - ecco che il suo naso lo riportava a più liete novelle - stava giusto arrivando il suo angelo, annunciato da una gloriosa e salvifica nuvola di santa caffeina.
    Allora Xavicchio l'aveva sentito! Da quel momento in avanti lo sgherro lo avrebbe annoverato nella sua limitata schiera vippse di amici.
    Nella sua testa. Non l'avrebbe mica detto ad alta voce né tanto meno al diretto interessato.
    <<< Ah! Dino il divino, serafino barista del caffè!>>> Disse in estasi il ricciolino. Come un bambino a cui vengano regalati dei dolci, avrebbero potuto pensare i suoi interlocutori.

    Finalmente una gioia - aveva pensato Ghiaccio.

    Ovviamente doveva arrivare il cacacazzo di turno, e doveva arrivare proprio quando le sue labbra erano sul punto di poggiarsi, libidinose, sull'orlo della tazzina.

    « Tu, uomo col caffè, vieni qui. E anche tu, damerino – no, non tu, quello al tavolo con il biondo e il pelato. »

    E no, eh. Non si dà fretta a un napoletano sul caffè.

    Ancora peggio, lo scemo di guerra uscito dai Peanuts sorrideva.

    Il mafioso si rigirò verso lo stronzo che voleva separarlo dal suo caffè, prendendo un primo, ferale sorso di nettare nero.
    Dopodiché schioccò rumorosamente le labbra.

    <<< Senti Woody, questo caffè mi aspetta da tutto il giorno. Ed è stato un giorno lungo.>>>

    Vide il vaccaro tirarsela con la sua pistoletta, ebbe un moto d'odio perchè ne conosceva un altro di imbecille con la pistola. Almeno questo non vestiva tigrato.

    <<< Pensi di essere l'unico ad andarsene in giro a minacciare gente col ferro come se fosse il cazzo? Sono due cose che non si escono a casaccio.>>>
    Meno un sorso, ancora due.
    <<< Ora io mi finisco il mio caffè e dopo ci roviniamo come a Capodanno.>>>

    Gli sembrava che Xallallero non avesse intenzione di defilarsi e poi quel vaccaro stava pure facendo il viscido con la signorina dalle orecchie a punta. Gli piaceva sempre meno quel puzzone. Però... ecco... non voleva nemmeno rinunciare in toto all'idea della taglia...

    <<< Senti un po' Woody, io e l'amico Friz qui stavamo parlando di cose serie. Roba di soldi, capisci?>>>

    Ghiaccio avrebbe strattonato quello scappato di casa fino al bancone se necessario. Rivolgendosi a Denver aggiunse con nonchalance.
    <<< Magari non ti sedere vicino alla tipa. Dovesse ricapitare un'altra "storia folle e complicata". Non per sfiducia, eh.>>>

     
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    Medea non udì nessuna ulteriore obiezione da parte di Tomas, che abbassò il braccio e prese invece ad esaminare annoiato la sua pinta vuota, quasi come l'elfa fosse scomparsa all'improvviso dal suo campo visivo e dai suoi pensieri. Scoccò solamente un'ultima occhiata al libro e alla sua proprietaria quando questa era oramai quasi arrivata al bancone.
    Fu allora che Medea sentì la voce di Tomas rimbombare perentoria nella sua testa senza in qualche modo passare prima attraverso le sue orecchie.
    Quando avrai bisogno di aiuto, alza l'indice e il medio a mo' di vù.
    Quando. Come se non esistesse alcuna possibilità di venire fuori da una simile situazione con le proprie sole forze, almeno secondo Tomas. Anche se la situazione in questione non era che una semplice gara alcolica – una che non si poteva fare a meno di accettare a meno di essere ghiotti di piombo e polvere da sparo, ma pur sempre null'altro che trangugiare quanti più alcolici possibile.

    Al bancone, il cowboy ridusse gli occhi a due minacciose fessure quando si sentì apostrofare come “Coso” da Xavier, ma non reagì fino a quando quest'ultimo non ebbe finito di parlare.
    « Stanton, » si presentò bruscamente, la voce gracchiante come il suono di due ingranaggi arrugginiti sfregati l'uno contro l'altro. « Quello che pensi non mi interessa, e a pagare sarà chi rimarrà in grado di farlo a competizione finita. E aggiungo un avvertimento: se cerchi di ritirarti, lo fai a tuo rischio e pericolo. »
    Stanton portò eloquentemente una mano alla fondina. Xavier si sarebbe potuto ricordare di come Evangeline avesse accennato che parecchia gente era stata trovata svenuta proprio dove stavano in quel momento.
    Gli occhi alzati al soffitto, il barista intervenne mormorandogli: « Sbarazzati di lui e non ti faccio pagare nulla. »
    Seguì un breve scambio di sguardi gelidi fra lui e Stanton, ma nessuno dei due proferì parola. Anche perché Ghiaccio si era appena infilato nella conversazione, e l'attenzione dello sfidante si spostò pertanto su di lui.

    « No, » rispose con tranquillità, « ma ancora non ho trovato qualcuno in grado di vincere contro di me a duello. »
    Avvicinò il capo per studiare meglio il mafioso.
    « Non sei armato, » constatò, il tono neutrale. « Finisci il tuo caffè, e quello che vuoi fare insieme a Friz mi è del tutto indifferente. Tu sei stato scelto: o bevi, o ti batti. »
    Stanton ignorò il “buonasera” di Brockmann, che aveva scelto di non correggere il cowboy sul suo nome. Si strinse invece nelle spalle e si sedette accanto a Ghiaccio all'estremità del line-up al bancone. Non si fece pregare; aveva piuttosto un sorriso divertito stampato sul volto, e nel frattempo aveva già estratto un taccuino e una penna posati accanto al bicchiere che si era portato dietro dal tavolo.

    Venne quindi il turno di Curtis di farsi avanti, il quale, dopo aver domandato come prima cosa con chi stesse avendo a che fare, intercedette per la giovane elfa.

    « Che hai detto? » ringhiò in risposta alla richiesta di lasciare fuori Medea, verso la quale si voltò poi giusto per un istante.
    Curtis nel frattempo aveva già cominciato a sproloquiare come un fiume in piena, ricevendo in reazione un'occhiata torva con tanto di denti digrignati.
    « Whisky, » si intromise, senza tuttavia riuscire a interrompere il monologo del diplomatico. Spazientito, Stanton estrasse finalmente la rivoltella e ne puntò la canna nella direzione di Curtis.

    Il locale ammutolì davanti allo sparo. Stanton soffiò sulla sua arma, e guardò soddisfatto il foro lasciato dal proiettile nel pavimento a pochi, pochissimi centimetri dalla suola della scarpa di Curtis. Largo un paio di centimetri, al suo interno bruciava una fiammella di un blu spettrale. I T-ROLL fissarono la scena ad occhi sbarrati dalla loro postazione vicina al palcoscenico, mentre Firean si attivò prontamente per offrire una sedia alla cameriera ancora scossa – per sicurezza.
    Denver Brockmann alzò le mani scuotendo la testa, come se stesse segnalando di non avere alcuna intenzione di sparare colpi più clamorosi di quello. Almeno, non quella sera. Di storie folli e complicate ne aveva già abbastanza.

    « Bevi, » disse Stanton, « o combatti. »
    Sottinteso: cercare terze opzioni non sarebbe servito a nulla.
    Rimessa la rivoltella nella fondina, si sedette al bancone in mezzo ai suoi sfidanti. Xavier stava alla sua sinistra, Medea alla destra. A destra di Medea c'era Ghiaccio, mentre a chiudere la fila era l'unico outsider: Denver. Rimaneva un posto vicino a Xavier.
    Cinque bicchieri di whisky vennero allineati davanti ai contendenti. Ora era tempo di bere.


    Turno 6Ammetto che avrei voluto darvi un turno un po' più corposo di questo, ma gli impegni si sono accumulati – e si stanno accumulando ancora – e non avevo intenzione di farvi aspettare ancora chissà quanto, così ho deciso di “spezzare” questo turno.

    Approfitterò comunque di questo specchietto per illustrare come funzionerà la gara: a ogni turno, vi sarà servito un drink – lo stesso per tutti. Ogni consumazione comporta il riempimento parziale di una polla non dissimile a quella del vostro Mana, con la principale differenza giacente nel fatto che si parte da 0 e si sale man mano anziché l'opposto. L'obiettivo è far collassare Stanton Cree prima che la vostra polla si riempia del tutto – cosa che avverrà al raggiungimento del 100. Nota bene: il modo e la velocità in cui si riempie la vostra barra non dipenderà necessariamente dalla gradazione alcolica del drink.

    Sarà inoltre possibile barare un po' in questa gara, e alcuni personaggi saranno in grado di agire come assist per uno di voi. Viste le circostanze che sono venute a crearsi nel corso dei turni precedenti, i vostri possibili aiutanti sono:
    Kaos, per Xavier.
    Tomas, per Medea.
    Denver, per Ghiaccio.
    Firean*, per Curtis.

    Ognuno di loro sarà in grado di aiutare in maniere differenti, ma nessuno di voi sa ancora come. La richiesta di supporto dovrà essere fatta in-character, ad eccezione di *Firean, per il quale Murphy (e lui soltanto) potrà fare una richiesta out-of-character nello specchietto riassuntivo. In ogni caso essi saranno in grado di intervenire una volta sola ciascuno.

    Ulteriori dettagli potranno essere scoperti man mano che si prosegue nella competizione.

    Status:
    Curtis: 0/100
    Ghiaccio: 0/100
    Medea: 0/100
    Xavier: 0/100
    Stanton: ???/???

    Scadenza: 10/05/2021, ore 23.59.
     
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    Contrariamente a quello che aveva segretamente temuto -celando l'immagine in un angolino della sua mente, sotto l'azoto liquido del suo sangue freddo-, Xavier non si ritrovò impallinato per le sue audaci dichiarazioni; piuttosto, pur assottigliando gli occhi in due fessure indignate -vuoi per essere stato etichettato sotto la definizione di "Coso", vuoi per la perenne irritabilità che sembrava roderlo dall'interno- il Cowboy lo lasciò finire di parlare, e si degnò persino di presentarsi.

    « Stanton. »

    La sua voce era nient'affatto piacevole, ma... sentirlo parlare fu un pallido segno di distensione e di apertura: un gesto che il Medium avrebbe di certo apprezzato se il Pistolero non avesse pensato bene di bilanciare immediatamente quella concessione con un'uscita inutilmente e deliberatamente antipatica; fu per quel colpo di coda che il Sensitivo si sentì in dovere di rispondergli per le rime, magari facendo lo spiritoso, così da esorcizzare la paura degli altri avventori in sala e rimarcare all'interlocutore e a sé stesso il fatto che non aveva alcuna paura di lui.

    « Quello che pensi non mi interessa, e a pagare sarà chi rimarrà in grado di farlo a competizione finita. »
    « ...tu vuoi scoraggiarmi a vincere. »
    « E aggiungo un avvertimento: se cerchi di ritirarti, lo fai a tuo rischio e pericolo. »
    « Tsk: io scappo solo davanti agli avvocati. »

    Del tutto incurante della nemmeno troppo velata minaccia a cui il Vaccaro volle alludere portando la mano alla fondina della sua arma, il buon Xavier incrociò le braccia sul petto con fare tranquillo, sicuro e inamovibile; a mitigare i toni di quello stallo fu l'intervento del barista, il cui mormorio giunse all'orecchio dello Scroccone con lo stesso soave suono di un coro di angeli.

    « Sbarazzati di lui e non ti faccio pagare nulla. »

    All'udire quell'asserzione, piena di supporto e fratellanza, l'Esper gli rivolse immediatamente uno sguardo meravigliato e commosso, ma l'omone della sbarra era tutto intento a scambiare occhiatacce gelide con quello che con ogni probabilità era il suo cliente più scomodo; tuttavia a restituire un po' di calore a quella situazione, con ironia della sorte ed un tempismo impeccabile, fu l'intervento di Ghiaccio.

    A quanto pareva, il Quattrocchi doveva aver casualmente trovato un volto noto in mezzo ai frequentatori del locale: si trattava di un conoscente? collega? amico -un tale Friz?-, e i due si erano impelagati in una qualche discussione su roba di soldi, e quando il Cowboy convocò il Mafioso al bancone, il Medium si ritrovò a trattenere il fiato, sperando che la brutta boccaccia del suo compare non partorisse da un momento all'altro qualche stronzata che potesse costargli un confetto di piombo.

    Fortunatamente, lo Spettro si limitò ancora una volta a qualche berciata scontrosa e a un paio di uscite celolunghiste spaccone circa la sua presunta imbattibilità in duelli di
    quick-draw, ma alla fine concesse al Malavitoso di finire il suo caffè e la sua chiacchierata, sebbene nulla più di quello; a rischiare apparentemente di più fu, curiosamente, proprio il loquacissimo damerino che era entrato con loro, che nel suo tentativo di intercedere affinché almeno l'elfa venisse risparmiata la sfida si ritrovò sotto tiro.

    Ci fu un'imperiosa ingiunzione da parte del Pistolero,
    "Whisky,", poi uno sparo, e mentre un silenzio pesante cadeva all'interno del Diavolo Assetato, il Vaccaro soffiò via il fumo dalla canna di metallo e Xavier si sforzò di mettere a fuoco la ferita con le iridi verdi. Con enorme sollievo, non la trovò: quello spaccone di Stan aveva puntato alle assi di legno in mezzo ai piedi di Curtis per un mero colpo di avvertimento.

    ...eppure, qualcosa di strano c'era: il foro lasciato dalla pallottola splendeva di una strana fiammella blu, etera e spettrale come un fuoco fatuo.


    « Bevi, o combatti. »

    Già pronto a scambiare qualche parola con il suo Socio Ghiaccio -sistematosi al bancone alla sua destra, con solo la ragazza-Elfo a fare da barriera- lo Spiritista si ritrovò costretto a desistere da tale proposito: dopo quell'ultimo categorico capriccio ordine, il Cowboy andò a sistemarsi proprio in mezzo ai due, e quando i cinque bicchieri di whisky furono allineati davanti ai contendenti, fu chiaro che la gara fosse cominciata.

    Doveva sfangarla anche stavolta, e vincere, e guadagnarsi la paga della Matrona, e uscire di lì sulle proprie gambe, e tornare col culo comodo ad Est... e per farlo aveva bisogno di prendere le misure per la competizione; così, senza troppi indugi, Xavier prese il bicchiere davanti a sé e lo tracannò d'un fiato, aspettando di sentire quale effetto avrebbe prodotto.


    jpg« Dì un po', Stan... Cioè, se posso chiamarti così: Stan. »

    Dopodiché, mentre percorreva distrattamente con l'indice l'orlo del suo bicchiere ora vuoto, il giovanotto dai capelli bluissimi prese la parola con tono neutro e solo vagamente annoiato: dopotutto, se dovevano assecondare il pazzo della situazione, tanto valeva stare sereni e fare un po' di conversazione; solo perché erano ostaggi, non voleva certo dire che dovessero rimanersene muti e smorti, no?

    « Da quel che ho capito vieni qui tutte le sere, perciò mi chiedevo... »

    Da Medium, non gli sarebbe dispiaciuto riuscire ad instaurare un contatto amichevole con quello Spirito irrequieto: gli era capitato altre volte di fare "l'amico un po' psicologo" con alcuni fantasmi di alcuni casi...

    « ...è perché non hai una casa o una famiglia, e ti senti solo? »

    ...ma il Cowboy aveva spiccatamente l'indole del bullo, e -in alternativa- per evitare che facesse del male a qualcuno dei presenti, anche fare in modo che Stan concentrasse l'attenzione su di sé -distogliendola dagli altri- era una strategia; tuttavia, dal momento che così sarebbe potuto risultare forse troppo insolente o sprezzante, si affrettò ad aggiustare il tiro, senza dare all'altro il tempo di replicare.

    « Voglio dire: a chi non è mai capitato? Non ci sarebbero tanti locali, altrimenti.
    Certe sere, ci vuole un bicchierino e un po' di compagnia. »


    Poi, alzò le spalle con noncuranza e si guardò intorno facendo un po' il vago; in realtà concentrò tutte le proprie percezioni sull'essere che gli sedeva accanto, cercando di ottenere quanti più elementi possibili dalla sua reazione.



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Mentali: Beve il suo primo bicchiere per capire che effetto gli fa (se è un whisky come quello che ha ordinato prima, o se ha qualcosa di diverso) e prova ad instaurare una conversazione con Stan.
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    Schermo della Guardia
    [Anti-Malia | Mindfuck-Alert | Trick Detector]

    Percezione dell’Aura
    [Radar | Localizzazione]

    Bio-feedback
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    « Bevi o combatti. »


    Il colpo esploso proprio davanti ai miei piedi non lasciava presagire niente di buono, anzi, fece capire subito il basso limite di sopportazione di quel pistolero.

    Alzai le mani a quel gesto. «Ma certo, bevo. Partecipo, come avevo già detto in precedenza» dissi, cercando di mostrare sangue freddo mentre lo stomaco mi si contorceva di ansia.

    Mi avvicinai al bancone prendendo l’ultimo posto disponibile. Diedi un’occhiata alla donna coinvolta; probabilmente neanche sapeva a cosa sarebbe andata incontro prima di entrare in questo locale. Io stesso non sapevo; ero entrato solo con l’intento di aiutare a scoprire come fosse possibile il cambio di un intero locale e dare una mano alla proprietaria del Deep Blue, ma di certo non sarei mai voluto entrare in prima persona in una competizione di bevute rischiando la vita.

    Anche l’investigatore fu coinvolto nella gara; speravo nella sua bravura per poter uscire da quellaa amara situazione.
    «Su, datemi da bere», continuai, scoccando un’occhiata complice al barista, nella speranza che capisse. «Allora, dammi un ginger ale con birra, tiepido, senza schiuma, con poco rum, tiepido, eh, non freddo! » ordinai, facendo un’occhiolino all'uomo dietro al bancone, rimbalzando poi lo sguardo tra il barista ed il pistolero.

    Mi girai poi di fianco rivolgendomi a Xavier: «Poi chiedi le cose...»

    Vidi Xavier bere il primo bicchiere e subito dopo rivolgere qualche parola al tizio. Bevvi anch’io il primo bicchiere, lentamente, sperando che il barista avesse capito e avesse messo meno alcool possibile nel bicchiere.

    Lì per lì rimasi in silenzio ad ascoltare la cos’avevano da dire gli altri; magari il pistolero avrebbe raccontato qualcosa di sé.


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    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]

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    Mentre si avvicinava al bancone, una voce le risuonò nella testa, bloccandole il passo per un attimo. La voce familiare la seguì anche mentre riprese il suo cammino. - Quando avrai bisogno di aiuto, alza l'indice e il medio a mo' di vù. - Non si fermò per più di quell'attimo di sorpresa, e non fece cenni. Tomas avrebbe dovuto sperare che avesse capito, perchè lei non aveva dato cenno di assenso.

    Uno dopo l'altro, gli eventi si svolsero mentre lei era già lì, ad aspettare il suo drink. Il primo, lo scambio fra il figuro irruento e il barista, che voleva assolutamente, almeno così sembrava, togliersi di mezzo il cliente molesto. Comprensibile, in realtà, anche se era un cliente fisso. Non commentò, anche se lo avrebbe fatto volentieri. AL momento, la minaccia dell'arma era ancora lì.

    E qualcuno andò particolarmente vicino ad assaggiarla in pieno. L'elegantone fece passare varie emozioni di fila in testa a Medea. Da una parte, felicità perchè stava almeno provando a tirarla fuori di lì, dall'altra, era già il terzo che la trattava come un bicchiere di cristallo, pronto a rompersi da un momento all'altro. E non avevano torto, ma non puoi contraddire una testarda che pensa altrimenti. Il suono del colpo dell'arma da fuoco la fece sobbalzare, ma invece di ammutolirla le fece uscire un sincero... - ECCHECCAZZO! Metti quella rivoltella a posto, vuoi bere e beviamo. Quante storie, per dell'alcol. Devi essere proprio solo. - Alzò la testa guardando il barista. Si rese conto in quell'esatto momento di cosa avesse detto, e lui, se avesse incrociato il suo sguardo, si sarebbe accorto dell'ostilità, ma anche dell'ovvia espressione di pentimento.

    Osservò giusto per un attimo lo schieramento che si era creato, e appena le fu messo il bicchiere davanti, ne scolò mezzo con una movenza singola. Er ail momento di dimenticarsi di tutto, perchè tanto questa era una cosa che aveva già vissuto... Il bere, non la sfida con minaccia ad arma da fuoco.

    Vedi, te lo dice anche lui che hai bisogno di compagnia. Basta chiedere gentilmente. - Lo guardò di sott'occhio, con fare quasi annoiato. - Con la gentilezza si ottengono tante cose... e anche dello charme in più. - Questo era solo un effetto placebo deella prima sorsata. Si era già convinta di poter parlare, sebbene il suo corpo non stesse, almeno al momento, risentendo nemmeno della solita caldana del primo sorso di alcol.

    Sospirò, poi prima di continuare. - Che poi, non è nemmeno male come modo di conoscere gente, questo. Te lo ruberò in futuro. Basta togliere l'arma di mezzo. - Stava continuando a tirare frecciatine incessanti. Era evidente che si fosse già dimenticata dell'arma, o se non lo aveva fatto, sperasse che non la volesse utilizzare sul serio.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda
    Note: ///
    Stato Fisico: Illesa
    Stato Mentale: Attenta, irritata
    Energia: 100%

    Tecniche Usate://

    Equipaggiamento:
    Libro del Fato - Gula
    Il libro di cuoio bianco che si presentò a Medea come vuoto. Vi ha scritto al suo interno ogni storia che aveva letto e ricordava, una quantità infinita, e questo oggetto è riuscito ad accogliere tutto senza esitazione. Non sa nulla della sua origine, ma sapeva che per attivarne il vero potenziale doveva scriverci sopra qualcosa che le stesse a cuore. Ci mise svariati mesi a scrivere ogni cosa nei dettagli, ma scoprì che ne valse la pena. Con il libro riusciva a ricordare istantaneamente le storie, permettendole di attingere velocemente al potere di evocazione che le era stato conferito. [Instant Casting]


     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Nonostante la brusca interruzione, grazie alla caffeina che gli entrava in circolo, Ghiaccio iniziò ad avvertire che il mondo attorno a sé stava recuperando contorni e definizione.

    Il mafioso ebbe un ulteriore moto di stizza per quel cazzone con gli speroni: chi cazzo pensava di essere per trattarlo con sufficienza? Non era armato adesso, ma avrebbe sempre potuto spaccare una bottiglia o un boccale e usare gli angoli affilati e irregolari!
    - Se solo avessi il mio cazzo di Stand... mannaggia alla puttana! -

    ...Beh, in fondo qual era il fottuto problema? Il vaccaro era un maleducato un po' pagliaccio dal grilletto facile che voleva farsi una gara di rutti. Se gli scagnozzi scimmiotti erano finiti in ospedale per coma etilico, come aveva starnazzato la matrona prima, non era poi questo grande sgarro da rettificare. Avrebbero preso il resto da lui non appena li avesse riacchiappati.

    - Chi non si è mai addormentato nel proprio vomito dopo una nottataccia a rincorrere Bacco, tabacco e Venere? -

    Ghiaccio e il Friz si incamminarono quindi verso il bancone, ma il gangster dovette rivedere la sua opinione benevola di Baffo Rosso Sam. Che diavolo voleva dire: "chi vince paga"? Che ragionamento era?

    Non che Ghiaccio avrebbe pagato in ogni caso...

    « Tsk: io scappo solo davanti agli avvocati. »

    Fece mentalmente un preṡentatàrm, sentendo quel medesimo sentimento riecheggiargli dentro. Brutta razza gli azzeccagarbugli.

    <<< Senti cocco>>> - disse poi al suo "compare", sputando le parole dall'angolo della bocca a lui rivolto - <<<sei troppo allegro per i miei gusti. Dimmi che ne sai di sta' storia.>>>

    Non era certo che l'uomo con la testa assicurata l'avesse sentito, per via del casino che il damerino aveva attirato su di sé con i suoi modi svenevoli. Meritatamente, secondo la sua modesta opinione.

    Una piacevole sorpresa si rivelò invece essere la ragazzina, che gli strappò una fragorosa e sguaiata risata. Un rumore paragonabile ad un asino ragliante pezzi di vetro.

    ECCHECCAZZO! Metti quella rivoltella a posto, vuoi bere e beviamo. Quante storie, per dell'alcol. Devi essere proprio solo.

    Ghiaccio dette una manata sul bancone e poi una pacca sulla schiena alla ragazzina che gli si era seduta vicino. Era stato sorprendentemente meno rude di quello che si potrebbe sospettare di lui: fosse stata un'altra persona, sarebbe stata una pacca amichevole.

    <<< BRAVA! Ci si sente sempre meglio a buttare fuori un cazzo o due quando si parla.>>>

    Peccato che Xilitolo stesse rovinando la goliardia della serata con la psicanalisi. Certo era a due posti di distanza e lo sentiva appena, ma gli dava fastidio ugualmente. Forse colpiva un po' troppo vicino al bersaglio.
    - Sì, sì, siamo tutti soli e stronzi. Chissenefrega. -
    Ghiaccio decise che quel pensiero andava condiviso nel modo in cui meritava, probabilmente assordando la sua vicina come danno collaterale.

    <<< SEI PROPRIO UNA FIGHETTINA XAVIER! POCHE LAGNE! >>>

    Nessuno aveva ancora bevuto a sufficienza per avere una sbornia triste. E dai.
    E a proposito...
    Tirò su un sorso del whisky che il barista aveva versato a tutti: Woody non aveva mica detto a che velocità bere.

    Tra un sorso e l'altro si rivolse al barista.
    <<< Ehì Alcibiade, avresti qualcosa da sgranocchiare nel frattempo? Per far scendere il bicchiere. Due due taralli? >>>

     
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38 replies since 9/11/2020, 17:45   1034 views
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