[H] Bloodshed Brothers

Percorso 3 (Storm Winds)

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    Sala da Pranzo


    Per fortuna pare che la sua malia sia riuscita a cogliere il ligio soldato e sciogliere i suoi nodi. Non semplice, ma almeno vede un po' di luce alla fine di questo particolare tunnel, che per inciso lo scaraventa dritto dritto nel passato. Quello che vede, ombre che si muovono rapide ma stranamente nitide gli conferma un sospetto che era stato posto già tempo addietro, quello sulla natura di questi "cavalieri". Riflette qualche secondo prima di sbattere le palpebre qualche secondo lasciando che l'Ombra continui nel suo lungo, lunghissimo resoconto, necessario e doveroso per lasciare che sia Elay a tornare indietro alla ricerca di diverse informazioni.
    Il fare paterno del soldato gli strappa un sorriso, mentre l'Ombra, dopo un tacito segno, già provvede a riversare sul soldato una spaventosa esposizione. Stanno rischiando, ma se non lo faranno non riusciranno mai ad ottenere qualcosa. E comunque nel peggiore dei casi può sempre intervenire con qualche suo spirito per qualche macumba del caso.
    Pensieri a parte, sorridendo verso il soldato continua con voce chiara e decisa.
    E' vero i soldati dovrebbero sempre seguire le regole.
    Ma le regole, per la maggior parte andrebbero condivise, non crede?

    Gesticola appena esponendo il suo pensiero.
    Se le regole, nello specifico, venissero redatte da un gruppo di potenti e facoltosi, faccio un esempio, come si dovrebbe comportare un soldato? Difendere i diritti di quei pochi nobili o porsi a difesa del povero popolo?
    Un dilemma etico che tiene sveglio i giuristi di tutto il semipiano, ma che ha un risvolto pratico enorme. Basti guardare i due estremi, il Nord ed il Sud, legislazioni differnti, con ripercussioni ancora più diverse.
    E come vi ho detto, io sono originario di queste terre. Conosco, o meglio mi hanno lungamente parlato della corruzione della capitale e di star molto attento e diffidare di coloro che giungono dalla Capitale. Capitale della corruzione.
    Un triste sospiro. Ricerca lo sguardo del soldato sperando che continui ad essere sotto la sua influenza per ottenere ulteriori dettagli e specifiche sulla situazione geo-politica del forte. Il soldato è probabilmente un condannato, condannato per chissà quale crimine politico. Ma se Oddvar è "il buono" allora chi sono i cattivi? Chi ha posto la capitale a tutela di questo forte su tutti questi condannati?
    Non vogliamo rompere gli equilibri di questo forte. Vogliamo comprenderli.
    Annuisce ancora una volta per poi chiedere ancora.
    Grigiomanto viene dalla Capitale? Anche McDuff?
    Se l'intuizione del Numerologo è corretta, allora, quantomeno "i capi" saranno affiliati alla capitale, carcerieri di signorotti e nobili minori che si sono opposti al potere dominante. Se è così, allora è nella truppa che troveranno i loro alleati. Sempre che non abbia frainteso tutto. Eppure la visione del passato gli suggerisce di essere nel giusto.
    Vorrebbe tanto Giulietta lì a comunicare con lui.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 100%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

    Attive
    ۸ Numerologia: 40, Compimento
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero quaranta Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Quarta è il numero del ciclo che si ripete e che giunge al suo Compimento. Lo spirito viene forgiato attraverso i sigilli alchemici e plasmato attraverso la manipolazione mentale al fine di trasferirlo temporaneamente nel piano materiale. Lo spirito appare come fosse una nebbia che circonda il Numerologo che viene investito del potere spirituale del compimento. Nella pratica tutti coloro che si trovano nel raggio d’azione, proporzionale all’obolo versato allo spirito (5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico) saranno investiti da visioni mistiche che vedono il Numerologo come fosse una divinità da adorare e servire.
    Tipologia: Attiva (attacco psionico)
    Consumo: Variabile Medio
    Durata: Uno o due turni Due turni (Un Basso per turno)

    Scheda: Qui
     
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    Impeto e tempesta

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    Storm Winds - Bloodshed Brothers
    YAYoePY

    Sala Centrale - Sede dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    POV: Elay.

    Oltre la porta che separava Elay dal Cavaliere, non si sentirono rumori che andassero oltre alla suola degli stivali. Dall'incedere rapido e scostante, toccavano terra ad ogni passo, riecheggiando in un ambiente probabilmente semispoglio, o con pareti che favorivano l'acustica. Prestando attenzione, l'Ombra avrebbe potuto percepirne la cadenza, come anche il lungo silenzio che seguì l'attimo in cui bussò.
    Di nuovo altri rumori di suole, un cigolio, la porta che si apre.
    -Che vuole?- domandò il giovanotto, con sguardo torvo e solo metà del volto visibile, oltre la porta socchiusa -E' venuto per insultarmi?

    Una leggera sorpresa coloró il volto di Elay a quella risposta. Rimase un po' interdetto sulla soglia, rendendosi conto che una preoccupazione come la sua potesse risultare un'offesa per un soldato forgiato dagli eventi.
    "Non era mia intenzione offendervi." Lo sguardo di Elay si fece serio. "Volevo solo offrire il mio aiuto, se mai lo voleste. Poco fa sono stato soccorso io per primo, ricambiare il favore verso chi ci ospita mi sembrava doveroso".
    Il giovane soldato ristette qualche attimo, forse preso in contropiede dalla gentilezza di Elay. Le labbra si tesero, divenendo ancora più sottili, e lo sguardo si abbassò, forse mortificato dalla precedente uscita.
    -Mi spiace... è un periodo molto duro- cercò di giustificarsi in modo un po' impacciato -Capisco cosa intendete... ma fareste bene a non offrire tanta disponibilità a chiunque. Potreste rimanere scottati.
    Elay andó col pensiero a suo fratello prima, ed a Demira poi. Rispose al sorriso con un sorriso amaro, consapevole più che mai che le parole del giovane fossero veritiere.
    "Avete ragione, non sempre la fiducia é ben riposta, soprattutto al Nord. Tuttavia.." - proseguí, sistemandosi meglio il mantello sulle spalle - "se foste un Ordine poco degno di fiducia vi sarebbe bastato lasciarci affrontare da soli i pericoli nella tormenta. Non siete 'chiunque'. Ho grande rispetto per chi mette la sua vita a servizio della difesa di quelle altrui".

    A quelle parole che -invero- sarebbero dovute suonare come un complimento, il soldato si lasciò andare in una smorfia indolente. Sporgendosi con la sola testa verso l'esterno, guardò a destra e a sinistra, facendo cenno ad Elay di entrare.
    -Senti, io non ti conosco, ma sono serio quando dico che è meglio stare attenti- disse con voce secca e tono informale -Questo posto è pieno di doppiogiochisti e serpi.
    Chiuse bene la porta, quasi pensasse che un pezzo di legno riuscisse a separarli dal resto del mondo.
    -Ho già fatto un'idiozia a dar di matto. Dimentica tutto... e soprattutto, non dirlo agli altri. Non voglio lasciar loro la soddisfazione di controllare il mio umore.
    Al cenno del giovane, Elay entró nella camera con un movimento rapido e fluido.
    "Non dirò nulla a nessuno, tanto più ora che mi dite che non sia saggio fidarsi dell'integrità di tutti coloro ospitati in questo forte. Potete stare tranquillo."

    Elay studiò brevemente la stanza con lo sguardo, cercando di recuperare indizi sul suo interlocutore in modo pacato, senza sembrare fin troppo invadente. Il tentativo -però- non diede i suoi frutti. Si mosse poi, discostandosi dalla porta, per offrire al giovane la possibilità di parlare un po' più lontano dall'uscio.
    "Ed avete ragione, non mi conoscete ancora. Sono Elay Vos." Disse poi, allungando la mano in un gesto di amichevole cortesia. "E sono al vostro servizio, se avete bisogno di sfogarvi con qualcuno di estraneo. In fondo cosí evitereste di esporvi con chi vi vive intorno", aggiunse con un sorriso sincero.
    "Ad ogni modo, non sono qui per curiosare nei vostri affari, quindi se non vorrete dire nulla, sentitevi libero di tenere per voi le vostre preoccupazioni." Continuó in un tentativo di essere rassicurante. "Credo che resteremo qui al forte almeno per un paio di giorni. Da chi dovremmo guardarci le spalle, se come dite non tutte le persone qui sono cosí limpide? Sono stato scottato di recente - e vorrei evitare di rischiare nuovamente la vita per aver creduto alla benevolenza altrui." Concluse poi.

    Nell'udire quel nome, il Cavaliere parve irrigidirsi.
    -Vos?- ripeté ad alta voce -Ho già sentito quel nome...
    Attese qualche attimo, volgendo lo sguardo nella direzione del soffitto, quasi si fosse appuntato lì qualcosa di essenziale.
    -Ho già sentito... a Najaza?
    Abbassò lo sguardo, rivolgendolo questa volta ad Elay. Sembrava sorpreso... e spaventato.
    -Sei stato mandato da Najaza?
    "Non si sceglie la famiglia in cui nascere, purtroppo." Rispose in un sospiro, con un'espressione cupa. Nutriva ancora un po' di affetto per sua madre, ma certo non gli mancava realmente nessuno di loro. "In realtà vengo da Laputa. Ho lasciato Najaza felice di andarmene già da un po' "
    L'interlocutore l'osservò a lungo. Era evidente che si fidasse meno di prima, eppure qualcosa sembrava frenare anche il suo desiderio di cacciarlo dalla propria camera. Un principio di empatia, forse.
    -Hai lasciato degli ostaggi, su Najaza?- domandò, forse per accertarsi della situazione -intendo... Sei un esiliato?
    Elay lo guardò un po' corrucciato.
    "Ostaggi? Esilio?" Chiese, guardandolo con gli occhi stringersi. "Niente di tutto questo. Ho lasciato solo un fratello traditore. Meglio andarmene che ripagarlo per le sue azioni..." Rispose, non riuscendo a mascherare del tutto la rabbia. Guardó poi fisso negli occhi il ragazzo.
    "Che razza di persone hai conosciuto che vengono da Najaza per chiedermi queste cose?"

    A quel punto, Elay era giunto in possesso di diverse informazioni riguardo il giovanotto che aveva di fronte. Innanzitutto, non riusciva a mascherare bene le emozioni. Diretto, a volte brusco, altre perfino impacciato; mostrava l'indole di un ragazzino e l'espressione di un ribelle. Però non sembrava cattivo.
    Solo ferito.
    -Puoi ritenerti fortunato, se non le hai conosciute- rispose, quasi digrignando i denti -Senti, non mi sembri una serpe, e dato che sei pure un mio concittadino, ti darò un prezioso consiglio.
    Ricambiò lo sguardo di Elay, senza battere ciglio.
    -Resta su Laputa. Najaza ormai è tutto, tranne che un posto sicuro. Chi finisce lì diventa una vittima o un complice- strinse i pugni per la rabbia -Hanno... Hanno preso mia sorella.
    Elay riconobbe nel ragazzo lo stesso dolore di chi sa di aver perso qualcuno di importante. Stava per rispondere che non avrebbe messo più piede a Najaza almeno per un bel pezzo, quando la disperazione del ragazzo lo travolse come un fiume in piena.
    "Qualcuno ha rapito tua sorella e la tiene... In ostaggio? A Najaza?" Chiese cautamente, cercando di collegare le informazioni in suo possesso. Serró la mascella, in segno di disappunto. "Quanti anni ha, e come si chiama?"

    Il respiro dell'interlocutore si fece prima più affannato, per poi rallentare il ritmo. Lo sguardo divenne basso, al punto da fissarsi le punte degli stivali.
    -Brienne. Ha diciotto anni- disse a voce bassa, trovandosi a sorridere appena, lasciando intuire quanto affetto provasse per lei -Solo che... beh. È complicato. sospirò -Probabilmente non sa nemmeno di essere un ostaggio. Non lo saprà mai, se non darò problemi alla capitale ed obbedirò ai miei superiori.
    Nelle sue parole c'era paura, rassegnazione e tanta amarezza.
    -Non ero visto di buon occhio e son finito qui, ai confini del Presidio, assieme ad altri reietti e qualche spia. Sono stato un'idiota a pensare che questa cosa non avrebbe coinvolto la mia famiglia- tornò a fissare Elay -Forse vogliono qualcosa da me. Forse non dovresti darmi fiducia, in futuro.
    "Lo capisco. Faresti qualunque cosa per lei", realizzó Elay.
    Erano tutti ricattati, lí dentro? Chi in un modo, chi per un altro? Tutte personalità scomode a Najaza spedite lontano con un coltello alla gola affinché smettessero di essere d'impiccio?
    "Ma nessuna ragazza dovrebbe vivere per essere merce di scambio. Forse non ne é consapevole, ma non lo merita lei..." Disse, guardandolo seriamente. "...e non lo meriti tu."
    Elay lasció cadere un momento di silenzio.
    "Chi la controlla? Chi ti ha spedito qui? Tu forse non potrai lasciare questo posto, ma qualcuno che non ha i polsi legati come i tuoi, magari potrebbe aiutarvi"

    Nel guardare Elay così coinvolto, il Cavaliere si sentì quasi sollevato. Si lasciò andare in un sorriso amaro, per poi posargli una mano sulla spalla.
    -Capire chi muove i fili a Najaza conduce ad innumerevoli vicoli ciechi. Te lo dice uno che ha cercato risposte, ottenendo solo sventura- confessò -Prega che gli dei abbiano pietà di tutti noi, Fratello.
    A quelle parole, si accasciò sul proprio letto, distrutto nel fisico come nell'anima.
    -Vai via, vivi la tua esistenza. Non permettere che ti controllino.
    Elay si sentì stringere il cuore davanti a un uomo così giovane e già distrutto. Si rendeva conto che cose più grandi di tutti loro si aggiravano al Nord, in quella che era stata la sua casa. Probabilmente non avrebbe potuto fare molto per migliorare la condizione di quel giovane che aveva soltanto cercato la verità, né per aiutare sua sorella. Eppure, le ingiustizie gli erano sempre state e gli sarebbero sempre state strette. Non sarebbe stato capace di girarsi dall'altra parte e far finta di nulla.
    "Ti lascio in pace, Fratello. Comprendo la tua sofferenza. Ma non vivere nella disperazione. C'è chi é disposto a trovare le risposte che cercavi, qualunque cosa stia accadendo lí. Non perdere la speranza."
    Con quelle parole prese commiato, prendendo la porta per raggiungere Winbringer ed Asensi.


    POV: Augustus, Curtis.

    «Il tempo di vivere liberi è finito per tutti, non solo per le persone del nord fintanto che delle forze a Najaza agiscono con poco riguardo per Endlos, pensate a quante famiglie del nord sono costrette a vivere di stenti. Mentre quelli distruggono tutto ciò che i saggi uomini del nord di un tempo hanno creato.»
    Le parole di Curtis urtarono in un certo senso l'interlocutore: in condizioni normali, fra la povera gente, avrebbero certamente attirato numerose simpatie sugli stranieri, ma per il cuore orgoglioso di un uomo di nobili origini fu più che altro un fastidioso schiaffo. Fu comunque abbastanza garbato da non reagire, consapevole che quella appena accennata da Curtis fosse una verità, ma non sembrò particolarmente felice di quell'appunto.
    «Siamo qui per capire di chi possiamo fidarci»
    -Se ve lo dicessi... vi fidereste di me?

    -E' vero i soldati dovrebbero sempre seguire le regole- intervenne poi Augustus -Ma le regole, per la maggior parte andrebbero condivise, non crede? Se le regole, nello specifico, venissero redatte da un gruppo di potenti e facoltosi, faccio un esempio, come si dovrebbe comportare un soldato? Difendere i diritti di quei pochi nobili o porsi a difesa del povero popolo?
    Il soldato non rispose, e non fu chiara la motivazione. Si limitò ad osservare il Numerologo, in silenzio.
    -E come vi ho detto, io sono originario di queste terre. Conosco, o meglio mi hanno lungamente parlato della corruzione della capitale e di star molto attento e diffidare di coloro che giungono dalla Capitale. Capitale della corruzione.
    Anche allora, il soldato rimase zitto.
    -Non vogliamo rompere gli equilibri di questo forte. Vogliamo comprenderli.
    Grigiomanto viene dalla Capitale? Anche McDuff?


    Il soldato si lasciò andare in un profondo sospiro. Aveva l'aria stanca.
    -Grigiomanto è un Barbaro. Un Drago. Non credo abbia nemmeno idea di come sia fatta Najaza.
    La risposta uscì dalle labbra screpolate con una nota di stizza.
    -McDuff... non è di quelle parti. So che ha natali nobili, ma la famiglia deve avere poco o nulla da spartire con la capitale. Non sarebbe qui a comandare, altrimenti.
    La risposta dell'uomo almeno permise ad Augustus di tirare un sospiro di sollievo. Chi era posto a capo dei cavalieri era alieno dalla capitale e dalle sue influenze. Se era così, però, allora come avrebbero potuto spiegare la sua visione e gli stralci di conversazione che era capitato loro di sentire?
    -Allora se qui siete tutti cavalieri dediti alla difesa del Nord, lontani dalle influenze della Capitale, perché mi sembra di percepire tra voi così forti attriti?
    Curtis intanto ascoltava le parole della guardia, che rivelò informazioni basilari, ma importanti per i loro scopi. Non fece in tempo a rispondere che il Numerologo aveva già preso la parola; nell'ascoltarlo, fece un cenno di assenso con la testa, scegliendo di aspettare la risposta della guardia, così da non tempestarlo di domande.
    Il soldato lanciò un'occhiata abbastanza infastidita. Non sembrava parlarne volentieri. In realtà, non sembrava andare matto per le chiacchiere in generale.
    -Alcuni di noi hanno lasciato parecchi problemi alle spalle, su quell'isola. Altri se li son portati qui. Io vorrei solo vivere in pace i miei ultimi anni.
    Agli occhi di Curtis, risposta della guardia sembrò più rassegnata che scocciata. Così prese parola: «Vorremo tutti vivere in pace gli ultimi anni delle nostre vite, però è proprio in punto di morte che tutti ci chiederemo cos'abbiamo lasciato ai nostri figli, il futuro sarà più radioso del mio passato?» cercò di gesticolare in modo tranquillo, sfruttando le mani, per trasmettere l'emozione, «è per questo che siamo qui, devo fare ciò che posso per lasciare un posto migliore agli Endlossiani del futuro, anche lei in fin dei conti sta cercando di migliorare questo posto per quanto possibile, ci aiuti. Ci dica quello che sa su questo posto»
    -Ed immagino che lei li avesse sia alle spalle che qui dentro, o sbaglio?
    -Tsk... qualcosa del genere.

    Senza rendersene conto, il gruppo aveva raggiunto la propria camera. Il soldato non si era affatto sbottonato, e non fu chiaro se fosse semplicemente desideroso di star bene alla larga dai casini, o se nascondesse qualcosa.
    Sta di fatto che li liquidò con poche parole.
    -Dormirete qui. Avrete bisogno di sonno per viaggiare, non degli affari altrui.
    Così Curtis ed Augustus dovettero ritirarsi, logorati dalla sensazione di non aver cavato un ragno dal buco. Aprirono la porta e trovarono una camera abbastanza grossa, ma spartana, e con un solo, enorme, letto di legno massiccio a più piazze. Curiosamente, avrebbero dovuto dormire lì. In tre. In molti avrebbero pensato ad un brutto scherzo, ma -probabilmente- era un'accortezza per aiutare degli stranieri a gestire il freddo notturno del Koldran. Forse destabilizzati da quella nuova scoperta, da molti stranieri considerabile alquanto bizzarra, avrebbero notato solo dopo qualche secondo qualcosa che si muoveva sotto il letto.
    Si trattava solo di un'ombra, ma... di norma, le camere per gli ospiti son vuote, no?

    Giunto in camera, il primo a parlare fu Curtis, rivolgendosi al Numerologo: «La guardia non ha voluto rischiare, probabilmente non si fidava di noi. In fin dei conti potremo essere spie agli ordini di Najaza per quanto ne sappia.»
    Augustus, nel mentre, si era mentalmente riproposto un secondo tentativo di dialogo con il soldato. Ormai si erano esposti e riteneva un bene correre ai ripari.
    -Ovvio, dovremo cercare di utilizzare metodi più persuasivi la prossima volta.
    Rispose a Curtis, che intanto osservava il nuovo ambiente, dirigendosi alla scrivania. Fece per levarsi i guanti, ma notò la stranezza sotto al letto.
    «Chi è li sotto?» fece qualche passo indietro per allontanarsi, mentre guardava attento l'ombra.
    Anche Augustus si piegò sulle ginocchia, per meglio osservare l'ombra.

    Rannicchiata nell'oscurità, una figura umana se ne stava lì in posizione fetale. Tremava di freddo, segno che era nascosta in quel punto da un bel po'. Aveva i capelli corti, di un biondo cenere, e la schiena era abbastanza sottile da ricordare quella di una donna o un ragazzo molto giovane.
    Altro segno inequivocabile della sua lunga sosta sotto quel letto erano le tracce di sangue secco, sparse un po' ovunque per terra.
    All'invito ad uscire (o presentarsi) di Curtis non si era mosso, ma dava segni di vita con i lievi tremolii del corpo.
    Curtis si avvicinò quindi con cautela, sfilandosi la pelliccia.
    «Hey, non siamo qui per farti del male, se hai freddo te la cedo volentieri»
    Allungò la mano, lasciando la pelliccia a terra, proprio di fronte a letto. Si allontanò di un paio di passi e fece cenno ad Augustus di fare lo stesso.
    Il Numerologo mantenne le distanze ed attese che l'essere desse una risposta di qualche tipo. Non volveva creare un caso diplomatico.
    -Hai bisogno di cure? Ti posso aiutare?
    La creatura si mosse appena, si voltò. Aveva il viso imberbe di un ragazzino, ma era pallido quanto un cadavere. Mosse le labbra, pronunciando poche parole, appena udibili.
    -N-non siete loro...- biascicò -... aiutatemi.



    POV: tutti.

    Considerata la situazione, ormai consapevoli del clima teso che aleggiava in quella fortezza, Augustus e Curtis decisero di aiutare personalmente il malcapitato, senza chiamare nessuno. Notando la debolezza del ragazzino, gli diedero una mano nel sollevarlo da quella posa scomoda, adagiandolo sull'enorme letto, in realtà riservato a loro.

    A quel punto, avrebbero potuto osservarlo meglio: era sicuramente un nordico molto giovane, abbastanza alto e con lineamenti tanto delicati da risultare decisamente femminili. Indossava abiti semplici, ma di stoffe pesanti ed elaborate: logori in più punti, davano chiaramente l'idea di un qualche nobile decaduto.
    All'altezza della scapola destra un'enorme macchia rubiconda indicava chiaramente il punto da cui perdeva sangue: qualora avessero tentato di spogliarlo e ripulirla, così da non provocare infezioni, si sarebbero resi conto che non fosse tanto profonda da risultare mortale. Nonostante ciò, il giovanotto era in pessimo stato: il volto era scavato ed alla vista risultava pallido come un cencio. Come un cucciolo sporco e ferito, il terzo incomodo si lasciava girare e voltare senza opporre resistenza, in parte per l'evidente debolezza, in parte per lo stato emotivo.

    A dirla tutta, era troppo pallido per quella semplice ferita: più che debolezza fisica, avrebbe avuto più senso ragionare su un eventuale trauma appena subito. O un esaurimento nervoso. O qualcosa del genere. L'unico scatto che ebbe il suo corpo fu nel momento in cui la porta si aprì... lasciando entrare Elay.
    -Aiutatemi...- ripetè ancora, dopo aver capito che il nuovo arrivato non fosse parte della fortezza -Aiutatemi... portatemi via... vi supplico.
    Tossì appena, per poi cercare di mantenere un'espressione dignitosa. La verità era che gli tremavano le labbra, e sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
    -Vi prego, portatemi via dal Nord.

    Turno 6
    Alors, ho provato a fare un po' di collage con la sessione che abbiamo fatto by-chat nei pov rispettivamente di Elay e della coppia Augustus e Curtis. L'aggiunta che ho fatto è invece nel pov indirizzato a tutti.

    Come ho già fatto presente nel narrato, il ragazzo che "salvate" è molto giovane, ferito alle spalle (ma non mortalmente) e in stato di shock. Non fa che chiedervi aiuto da quando vi ha riconosciuti come estranei al castello, ed è in uno stato così pessimo da rendere difficile pensare ad una qualche recita. In aggiunta, deve essersi nascosto sotto il vostro letto prima ancora del vostro arrivo al castello, forse scegliendo una delle camere meno visitate per non esser scoperto.
    Unica nota positiva è che, nonostante il suo stato psicofisico, è estremamente mansueto. Reazione curiosa, considerando che siete perfetti estranei, e pure stranieri.

    Postare entro il: 30 Aprile, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, sapete dove trovarmi.

     
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    Una serie di colpi di scena che non si aspettva. Il castello gelido sembra ospitare una serie di ombre ben più lunghe del previsto. Ancora non gli è chiaro il rapporto dei cavalieri con Najaza, ma è indubbio che ci siano delle connessioni. Inoltre tra gli stessi cavalieri ci sono diverse fazioni. Si era spiegato la sua visione con qualche costrizione a prendere parte al cavalierato, ad esempio per crimini verso Najaza o i demoni che la abitano. Eppure la storia che gli è stata raccontata, o meglio appena accennata, non quadra.
    In ogni caso ora si concentra sul ragazzo fuggisco che hanno trovato. Stanotte implorerà Giulietta di aiutarlo a meglio comprendere la situazione. Ha bisogno del suo corteo, di cui sente la presenza, ma non ode il canto.
    Spostano il ragazzo sul letto e chiede supporto al collega per spogliarlo e capire dove stia sanguinando.
    Meglio del previsto. Ti aiuteremo. Come ti chiami? E come sei finito qui?
    Gli domanda chiedendo al chiacchierone di recuperare un catino d'acqua calda con cui pulire la ferita. Dopo averla lavata con cura per evitare infezioni o altro, il Numerologo cercherà di concentrarsi, accumulando il suo potere mistico e numerico all'interno di una delle anime del suo corteo. Cede la sua energia per trasformare lo spirito in una nebbiolina argentata che soffia verso la ferita con lo scopo di sanarla così da evitare ulteriori sanguinamenti e lenire il dolore provocato dal ragazzo. Potrebbe trattarsi di un nemico, ma le vesti gli raccontano una storia diversa. Magari è un nuovo arrivato del Castello, un giovane Cavaliere, e potrebbe aiutarli a comprendere meglio la situazione.
    Intanto anche Elay fa il suo rientro. Gli sorride gentile aggiornandolo sulla situazione.
    Sei riuscito a scoprire qualcosa?
    Gli domanda sfruttando la telepatia per evitare che il giovanotto possa sentire. Si allontana dal ragazzo per lavarsi le mani, invitando i due colleghi a seguirlo con questa scusa per aggiornarsi sulla situazione. Già che si trova, per avere un quadro più certo della situazione decide di sfruttare le sue doti di veggente per comprendere se quanto dirà il biondo è vero. Non vuole essere troppo invasivo, ma anche le mura di questo castello possono parlare. Si concentra ancora una volta, richiama a sè i rudimenti della numerologia, in particolar modo quelli legati al numero diciotto. Cede il suo potere ad uno spirito del corteo che invita a girovagare nella stanza. Ma non solo nella stanza, ma anche nel tempo, in particolar modo nell'immediato passato e via via quello più profondo. Lo scopo è capire come sia arrivato il ragazzo lì, i motivi e se nel passato più prossimo ci sia qualcosa di utile alla loro missione.
    Qualsiasi informazione è ben accetta.



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    ۸ Numerologia: 18, Segreto
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno o più spiriti e bisbigliandogli il numero diciotto Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Diciotto è il numero dei segreti e dei misteri. Augustus sarà in grado di utilizzare uno spirito, dopo aver pagato un obolo adeguato, per interagire con qualsiasi tipologia di oggetto/ambiente. Lo spirito potrà recuperare informazioni sul passato dell'oggetto e sugli eventi che lo hanno riguardato. Nella pratica il QM può fornire informazioni sull'oggetto e sul suo passato.
    Tipologia: Attiva
    Consumo: Basso
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 10, Cerchio
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero undici Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Dieci è il numero del cerchio, del ritorno e del continuo ma anche della completezza e della divinità. Ispirato da questo numero uno spirito si dirigerà verso un bersaglio curando le sue ferite o rimuovendo eventuali malattie e veleni.
    Tipologia: Attiva (cura ferite o cura malattie/veleni)
    Consumo: Variabile per Cura Ferite [Medio] / Medio per Malattie e Veleni
    Durata: Un turno

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    Lasciai la stanza del giovane cavaliere con un senso di ingiustizia ed impotenza ad aleggiarmi sul cuore. Fino a pochi giorni prima i problemi del mondo sembravano fermarsi alla cerchia intima di persone con cui condividevo la vita, e sebbene il mondo fosse a portata di un passo, complesso e misterioso, nessun problema grave come quello del Re del Tempo mi aveva mai toccato da vicino. Ora che ero stato scosso alle fondamenta da quello che sembrava un pericolo che andava ben oltre la mia immaginazione, in qualche modo s’era aperta una breccia nella mia corazza che permetteva allo stesso tempo al mio dolore personale di venire diluito quanto a quello altrui di farsi strada dentro di me. Mi dispiaceva sinceramente per il giovane, per sua sorella, e per quanti altri stavano soffrendo per aver cercato un senso, una risposta.

    “L’unico modo per non annaspare e per cercare di dare un contributo concreto è cominciare a capire meglio quanto sta accadendo”, riflettei. Agire spinto dalla frustrazione avrebbe portato soltanto altri guai. Mi chiesi se non avessi tirato troppo la corda, sparendo a quel modo, ed allungai il passo per raggiungere la camera che ci era stata assegnata per la notte.

    Ero già pronto ad esibire un’espressione innocente e ferma ad eventuali domande o sguardi inquisitori del Cavaliere più anziano che aveva deciso di scortarci ai nostri alloggi, ma con mia grande sorpresa non lo trovai nè lungo i corridoi, nè nella stanza. Al contrario, un giovane uomo pallido, provato e spaventato veniva sballottolato fra le cure e le mani dell’Ufficiale Asensi e del Signor Winbringer.

    Aggrottai la fronte; non credevo d’aver sbagliato strada, nè stanza, altrimenti sarebbero stati in errore anche i miei due compagni di viaggio e l’uomo che li aveva condotti lì. Si trattava forse di un altro straniero soccorso nella tormenta al calare del buio con cui avremmo dovuto condividere il letto? Le espressioni tese mi suggerivano una soluzione meno semplice alla mia domanda; per di più, il ragazzo sembrava ferito e dubitavo che i Cavalieri lo avrebbero messo in una camera per gli ospiti senza prima averlo bendato o rifocillato come avevano fatto poco prima con noi. D’altro canto, non poteva essere entrato senza l’aiuto dei Cavalieri stessi in una fortezza del genere. A meno che non fosse una creatura di natura diversa nascosta sotto spoglie così fragili... Scacciai rapidamente quel pensiero. Strano a dirsi, ma il sangue rosso che lasciava la sua ferita mi tranquillizzava.

    “Aiutatemi... Aiutatemi... portatemi via... vi supplico.”

    A giudicare dagli abiti, sembrava un giovane di una famiglia nobile, e dai tratti avrei potuto scambiarlo per un mio concittadino. Se avessi dovuto azzardare un’ipotesi, avrei pensato ad una nuova leva dell’Ordine dei Cavalieri che dopo una brutta avventura con le creature non morte si era infilato i vecchi vestiti con cui era arrivato per poter tornare dritto dritto da dove era venuto.

    “Vi prego, portatemi via dal Nord.”

    Peggio ancora, poteva essere un giovane che a Najaza aveva visto troppe cose, che era stato mandato al Castello, dove aveva continuato a vedere cose terribili e dove poteva essere ancora punito o ricattato, e che stava disperatamente cercando di scappare per trovare la sua libertà. Era una prospettiva agghiacciante. Cominciavo ormai a credere che quell’Ordine fosse una prigione per giovani troppo scomodi. Avrei tranquillamente potuto far parte delle loro fila, se fossi stato coinvolto in un evento come quello del Cappio di Bronzo fra le mura della mia città natale, senza l’Ufficiale Asensi a farmi da guida. A quanti di loro era capitata una sorte simile?

    L’Ufficiale si prendeva cura delle ferite del giovane, con mano ferma e gesti sicuri.

    “Stai tranquillo, sei al sicuro adesso”, cercai di rassicurarlo.

    “Ti aiuteremo. Come ti chiami? E come sei finito qui?”

    Feci un cenno di assenso a quelle parole, chiudendomi la porta alle spalle perchè nessuno potesse vedere o sentire il ragazzo. L’Ufficiale mi rivolse ancora i suoi pensieri; sussultai alla sua domanda, ancora poco abituato alle domande telepatiche, ma rivolsi un cenno di assenso anche nella sua direzione. Non era forse il caso di parlarne con quel giovane lì presente, non volevo aggiungere angoscia ad altra angoscia, ma avrei voluto comunicare al più presto all’Ufficiale quanto scoperto. Il momento perfetto è quando l’Ufficiale chiede di allontanarsi per lavarsi il sangue di dosso; prima di lasciare il giovane per un attimo, cerco una coperta calda in cui avvolgerlo per farlo smettere di tremare. Che fosse freddo o tensione, lo avrebbe sicuramente aiutato. Cercai nella stanza spartana anche un catino; avrei potuto recuperare dell’acqua pulita anche per il giovane, per lavare meglio la ferita e permettergli di bere un po’ per calmarsi.

    “Ti porterò dell’acqua, così potrai bere, calmarti un attimo, e potremo lavare meglio le tue ferite”, gli dissi, in modo che sapesse che non stavamo nè abbandonandolo a se stesso nè andando a raccontare ad altri della sua presenza.

    Mi voltai poi verso il Signor Winbringer, invitandolo a seguire l’Ufficiale con lo sguardo, così che lontani dal giovane potessi raccontare loro quello che avevo appreso dal Cavaliere poco prima sul conto di sua sorella, parlando quanto più a bassa voce mi fosse possibile.

    “...e purtroppo credo che non sia l’unico costretto ad essere qui sotto ricatto”, dissi, facendo un cenno del capo per alludere al giovane che era sul letto nella nostra stanza.

    “Nobile causa di certo, ma quanti di loro sono qui per questo e non perchè testimoni scomodi di qualcosa nel cuore del Nord?” mormorai, senza aspettarmi una vera risposta.


    <div align="center"><div style="border: 3px solid rgb(147, 101, 255); width:610px; float: justify; text-align:center; font-size: 15px; line-height:25px; font-family: Arial; padding-left: 5px; padding-right: 5px">
    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia 90%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna | Filtro ermafrodita | Pozione dell’amicizia

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

     
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    Dopo aver lasciato la pelliccia a terra feci due passi per allontanarmi dal bambino così da non sembrare minaccioso. Mi trovai a guardare un ragazzino che a stento si muoveva, sembrava incredibilmente provato.
    Il bambino uscì leggermente dal suo nascondiglio.

    -N-non siete loro, aiutatemi. disse con la poca forza che aveva in corpo.
    «Chi pensavi che...» Mi resi conto che era ferito così decisi di lasciare le domande ad altra sede. «... ma sei ferito? adesso cercheremo di aiutarti, sta tranquillo»

    Lasciai che il numerolo si occupasse del bambino visto ch’io non avevo conoscenze in campo medico. Andai alla finestra per assicurarne la chiusura, nel mentre la mente continuava a girovellare pensando da chi si potesse nascondere il bambino, arrivando ad ipotizzare tutti i presenti all’interno della roccaforte. Noi davamo certamente l’aria di chi non vivesse lì.
    Augustus mi fece cenno di aiutarlo con il ragazzino e così mi apprestai a seguire le sue direttive per aiutarlo il più possibile.

    Poco dopo qualcuno aprì la porta della stanza facendomi sobbalzare, avrebbe potuto essere chiunque e trovarci ad aiutare un fuggiasco magari. Ma fortunatamente era il nostro compagno Elay. Gli occhi sbarrati ed i muscoli facciali contratti dalla paura si rilassarono in un istante.
    «Ben tornato, chiudi bene la porta svelto»
    Vedendolo la curiosità di sapere se avesse scoperto qualcosa mi fece quasi vibrare le corde vocali pronte a chiedere, ma avrei dovuto trattenermi. Non era il momento di sopraffare il ragazzo di parole non sapendo ancora cosa gli fosse successo.

    Asensi si spostò nell’altra stanza così ci “riunimmo” lasciando il ragazzino da solo ma con la promessa di un po’ d’acqua. La giusta scusa per poter parlare e sapere cosa aveva scoperto Elay.
    Ascoltai Elay raccontare e di come la sorella del soldato era mantenuta in ostaggio.

    «È così quindi che obbligano la maggior parte delle persone a restare in questa roccaforte» sussurrai «Forse potremo portare dalla nostra parte quel ragazzo promettendogli di portare al sicuro la sorella, potremo avere una spia qui che potrà comunicarci gli avvenimenti e magari ci aiuterà a portare altri dalla nostra parte, forse dovresti provare a tornare da lui, ormai si fida di te mentre noi ci occupiamo del ragazzino, ha sicuramente altre informazioni importanti e dovremo trovare un modo per portarlo via da qui»
    Li guardai negli occhi per vedere se anche loro sembrassero d’accordo.

    hiclipart-com-18





    Energia:
    100%


    Abilità:
    Trucchi del Mestiere:
    Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]


     
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    Meglio del previsto. Ti aiuteremo. Come ti chiami? E come sei finito qui?
    Per essere un perfetto sconosciuto, ferito e forse anche sotto shock, quel tale si mostrò in un certo senso mansueto. Il solo pensare che quelli fossero stranieri lo aveva rasserenato, anche se era ben lungi dal riuscire a sostenere una lunga conversazione senza deconcentrarsi. Gli occhi si muovevano continuamente, quasi temesse che le ombre di mobili e persone fossero sul punto d'inghiottirlo. Nonostante le rassicurazioni di Elay e Curtis, le mani tremavano visibilmente e sobbalzava ogni volta che qualcuno lo toccava o si muoveva bruscamente senza troppo preavviso.

    -Owainn...- rispose con un fil di voce -...Owainn Ruadh.
    Quanto alla seconda domanda posta dal Numerologo, l'interrogato parve sinceramente intenzionato a rispondere, ma -quando fu il momento di aprir bocca- diede come l'impressione di aver cambiato idea.
    -Vi prego...- disse invece, in un tono che ricordava una supplica -In questo posto i muri hanno occhi e orecchie. Ho paura.

    Ad un esame più attento, il gruppo avrebbe potuto osservare maggiori dettagli. Indossava abiti simili agli altri abitanti della fortezza incrociati fino a quel momento, ma l'attitudine e le reazioni a ciò che rientrava nella sfera di "pericolo" erano ben diverse da quelle di un uomo addestrato. Ad esser precisi, sembrava decisamente fuori posto; ricordava un ragazzino spaventato, uno che non aveva mai realmente guardato in faccia la morte, almeno fino a quel momento.

    -Mi hanno mandato qui in esilio... ma credo che in realtà mi vogliano morto.
    Tirò su col naso, poi tossì. Le labbra tremarono per qualche attimo e si stropicciò gli occhi.
    -Vi prego, non sopravvivrò a lungo. Se mi portate fuori dal confine, giuro sul mio onore che farò tutto ciò che vorrete.

    Turno 7
    Il ragazzo è mansueto. Si lascia curare senza alcun problema e dà l'idea di voler collaborare. A frenarlo c'è però qualcosa che gli fa paura. Continua a ripetere che devono subito portarlo fuori dal Nord, che il posto è pericoloso e che "i muri" hanno occhi e orecchie (?).

    Mi son limitata a rispondere alle domande di Augustus, così che i vostri pg possano parlare fra loro di ciò che dovranno fare (come accennato nel post di Curtis ed Elay). Si avvicina nei prossimi turni quella che dovrebbe essere l'ultima scelta importante dell'avventura (nonché la fine della quest): ascolterete il ragazzo?
    Potete non decidere ora, ma vi anticipo che ci sarà un bivio. Per questo chiaritevi e/o raccogliete tutte le informazioni che preferite.

    Postare entro il: 18 Maggio, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, sapete dove trovarmi.

     
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    Appena un attimo dopo aver dato voce alle mie preoccupazioni, scrutai un po’ allarmato le mura intorno a noi. In fondo, non conoscendo il castello era possibile che esistessero passaggi segreti attraverso le mura spesse, camere nascoste, feritoie fra le spesse pietre in grado di incanalare i suoni, o semplicemente punti ciechi nei corridoi da cui potessimo essere osservati da qualcuno. Il ragazzo, Owainn Ruadh, sembrava terrorizzato in un modo troppo viscerale perché stesse mentendo; il fatto che era riuscito a nascondersi nella camera degli ospiti mi faceva sperare che nei dintorni nessuno si sarebbe preso la briga di tenerci d’occhio, ma un conto era nascondersi in una camera vuota non utilizzata, un conto era avere degli ospiti inaspettati che si erano dimostrati ciarlieri e curiosi. Forse saremmo stati noi stessi la fine di quel ragazzo, avendone parlato ad alta voce.

    Sperai che in qualche modo da me incompreso l’Ufficiale potesse percepire i miei pensieri, ma quello che mi preoccupava di più era Curtis. Poco prima mi aveva retto il gioco, ma sperai che parlasse del giovane il meno possibile. Meglio ancora, che non ne parlasse proprio con nessuno all’interno del castello. Sembrava turbato anch’egli, e ad onor del vero non aveva dovuto pensarci su due volte prima di decidere ad impegnarsi per portare fuori Owainn dalla fortezza. Al suo suggerimento scossi la testa in un diniego.

    “Non ha senso disturbarlo oltre.”, risposi a Curtis riferendomi ad Hans, con uno sguardo serio in volto. Non avevo intenzione di tornarci quella notte stessa. Dubitavo che mi avrebbe detto altro, e cominciavo seriamente a pensare che l’unico modo che avevamo di fargli del bene fosse mettere al sicuro sua sorella. “Dobbiamo essere cauti”, dissi. “Specie se siamo davvero osservati”, considerai mentalmente.

    “E dobbiamo essere rapidi, se lo vogliamo aiutare”, aggiunsi voltandomi verso l’Ufficiale, sempre parlando sotto voce, stavolta facendo un gesto nella direzione della nostra camera e riferendomi al giovane ragazzo.

    “La scelta che farei di getto è ovviamente tentare di farlo scappare, ma così facendo ci inimicheremo chiunque stia costringendo qui col ricatto molti di questi uomini, qualcuno che sa cosa stia davvero accadendo al Nord, qualcuno di pericoloso. Potremmo guadagnare un testimone, perchè c’è un motivo se qualcuno vuole il ragazzo esiliato o morto, certo. Credo comunque che salvare questa vita ci metterà a rischio in modi che non abbiamo modo di valutare con gli elementi che abbiamo...” , riflettei fra me e me.

    Scacciai quelle preoccupazioni con un sospiro. Non aveva senso non prestare soccorso a un uomo così giovane per paura dei rischi futuri. Per di più, qualunque informazione sarebbe stata importante per noi; Hans non avrebbe potuto sbottonarsi poi chissà quanto, costretto ancora fra le mura del castello, ma un testimone libero avrebbe potuto avere un valore incommensurabile.

    “Dovremmo cercare Echo e Matsumoto, ed andarcene il prima possibile in compagnia. Forse non con il buio, dati i pericoli della regione, ma comunque alla svelta”, considerai, cercando di restare volutamente ambiguo in modo che se fossimo stati davvero spiati il mio riferimento ad Owainn passasse come un riferimento ai nostri compagni di viaggio.


    <div align="center"><div style="border: 3px solid rgb(147, 101, 255); width:610px; float: justify; text-align:center; font-size: 15px; line-height:25px; font-family: Arial; padding-left: 5px; padding-right: 5px">
    Scheda Elay

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    Come sbrogliare questa matassa?
    La situazione in cui sono rimasti invischiati è ormai chiara, c'è poco da fare. Diversi dei cavalieri sono costretti a restare lì in una sorta di esilio volontario, perchè le loro famiglie, conoscenti ed amici, sono sotto scacco a Najaza o altrove. Quello che sfugge al Numerologo, al momento, è però chi sia il vero carceriere. Per quanto gli è stato spiegato il capo dei Cavalieri non viene da Najaza e non ha collegamenti con questa, e quindi potenzialmente con i demoni. Come fanno i cittadini di un'isola volante a tenere sotto scacco i Cavalieri senza qualcuno "sul posto"? E se così non fosse, perchè non sono mai state prese contromisure per la situazione in cui versano?
    Una serie di domande a cui non riesce ancora a trovare una risposta. Almeno adesso hanno un nome ed una promessa del giovane ragazzo, che tutto gli sembra furchè un mentitore, altrimenti se ne sarebbe accorto. I suoi spiriti aleggiano nella stanza e non sembrano percepire nulla di strano, nessuna vampa di magia o simile, quindi dubita che almeno al momento i muri possano avere occhi o orecchie. In ogni caso meglio seguire la strada della prudenza.
    Assolutamente si. Dobbiamo recuperare quei due e rimetterci in cammino il prima possibile.
    Abbiamo una missione, dobbiamo completare le mappe quanto prima.

    Certo, certo. Nella mente del Numerologo si configura una strategia estrema, che però subito scarta. Certo, potrebbe essere qualcosa di molto molto utile, ma troppo estremo. Uccidere il ragazzino per togliere un "problema" a questo gruppo e mostrarsi loro affine. Riportarlo in vita poi su Laputa. Qualcosa che ovviamente non si sente di fare, pur essendo certo delle sue doti di guaritore.
    Sospira. C'è bisogno di qualcosa di diverso. Avere informazioni dirette da parte del nobilotto è cruciale, ma al contempo non possono permettersi di aiutarlo e favorirlo in maniera così diretta.
    Fissa il ragazzo per qualche secondo, cerca una connessione telepatica con lui.
    Ti aiuteremo, ma se è vero ciò che dici dovrai essere forte.
    Segui le mie parole. Resta in questa stanza e nasconditi sotto il letto.
    Quando torneremo ti renderò invisibile. Io potrò percepirti. Quando lasceremo il castello seguici e ti porteremo in salvo.

    Piano che ripete anche agli altri due, sempre per via telepatica. Sosterranno il ragazzo in modo anonimo, o almeno il più possibile. E per fortificare questa cosa si ritroverà anche a dire.
    Siamo dei viaggiatori, di buon cuore e per questo ti abbiamo aiutato. Puoi riposare in questo letto, ma non è affar nostro ciò che ti capiterà.
    Così se anche fosse che qualcuno li spia, cosa di cui dubita al momento, dovrebbe comprendere la loro posizione.
    Riposa e riprenditi dalle tue ferite, poi torna nella tua stanza.
    Conclude secco volgendosi agli altri due.
    Cerchiamo quei due e partiamo il prima possibile.


    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 85%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

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    “Non ha senso disturbarlo oltre.” intanto la discussione procedeva e -nonostante le ovvie diversità dei presenti- il sentimento comune del gruppo fu principalmente rivolto all'aiutare la vittima “Dobbiamo essere cauti. Dovremmo cercare Echo e Matsumoto, ed andarcene il prima possibile in compagnia. Forse non con il buio, dati i pericoli della regione, ma comunque alla svelta”
    Assolutamente si. Dobbiamo recuperare quei due e rimetterci in cammino il prima possibile.
    Abbiamo una missione, dobbiamo completare le mappe quanto prima.


    A quel punto, si delineò rapidamente il piano, uno che non li mettesse in cattiva luce agli occhi dei Cavalieri di Najaza e che -contemporaneamente- avrebbe forse permesso loro di darsela a gambe e superare il confine con un esule, probabilmente braccato, di Najaza. Lo avrebbero nascosto sotto ad un letto, poi reso invisibile. Non lo avrebbero tuttavia accompagnato direttamente, ma sarebbe stato lui a seguirli nell'ombra; forse abituato alle meschinità dei demoni a cui la Hush aveva giurato vendetta, Augustus aveva deciso di tutelarsi in caso di strane iniziative da parte della vittima o -peggio ancora- di qualche tranello non meglio precisato. Qualora fosse accaduto qualcosa di grave, il gruppo di alleati avrebbe potuto dirsi estraneo alla vicenda, non coinvolto in questioni politiche.
    Siamo dei viaggiatori, di buon cuore e per questo ti abbiamo aiutato. Puoi riposare in questo letto, ma non è affar nostro ciò che ti capiterà. Riposa e riprenditi dalle tue ferite, poi torna nella tua stanza.
    La conclusione del Numerologo fu secca quanto indiscutibile. Poi si rivolse ai compagni.
    Cerchiamo quei due e partiamo il prima possibile.

    La ricerca di Ego e Matsumoto si rivelò più complicata del previsto: giunti in biblioteca, l'avrebbero trovata chiusa*, segno che -probabilmente- non ci fosse ormai più nessuno. A quel punto furono in un certo senso costretti a girovagare fra le ale del castello, talvolta chiedendo informazioni ai pochi cavalieri svegli su quale fosse la camera dei loro compagni o se li avessero visti. Ogni ricerca si rivelò comunque disgraziatamente infruttuosa: il trio fu quindi costretto a tornarsene nel proprio enorme giaciglio e convenire di chiedere spiegazioni all'alba, al risveglio del buon Grigiomanto.

    Con l'arrivo dell'alba, come per incanto, tutto divenne più chiaro: le tenebre fuori dalla finestra si sciolsero come neve e perfino l'infruttuosa ricerca dei compagni ebbe risvolti insperati. Fu infatti comunicato loro di aver finalmente trovato i due dispersi, ma in condizioni pessime.
    Secondo il racconto di Grigiomanto, il cartografo doveva aver messo mano su qualche tomo proibito della Biblioteca e scatenato un putiferio che -per fortuna- il bibliotecario ed Echo erano riusciti ad arginare. Per quanto la spiegazione suonasse sospetta, gli stranieri ebbero comunque modo di incontrare un Matsumoto gravemente ferito, ma sveglio e fuori pericolo di vita, la mattina stessa. Fu lui a confessare i propri errori: era ubriaco ed aveva finito per interessarsi ad un libro di magia nera. Ricordava poco del resto, ma si sentiva fortunato ad essere ancora vivo.

    Quanto ad Echo... non si era ancora risvegliato.
    Lo videro sdraiato su un letto, con il bibliotecario che vegliava su di lui. Disse che non era in condizioni gravi quanto quelle di Matsumoto, ma che gli aveva somministrato delle pozioni che l'avrebbero portato ad un lungo sonno di diversi giorni, così da riprendersi completamente. A quel punto, Augustus, Elay e Curtis avrebbero potuto attendere, ma un'altra vita era in pericolo e difficilmente avrebbe superato diversi giorni d'attesa.

    Consapevoli dell'addestramento di Echo e probabilmente disinteressati alla fine di un idiota come Matsumoto, Augustus, Elay e Curtis decisero quindi di anticiparli a malincuore, dirigendosi al confine. Qualcuno, forse per gentilezza, avrebbe aspettato a Selowen il ritorno del compagno e di Matsumoto, magari intrattenendosi con il fuggitivo, preso subito in custodia dalla Hush.
    Owainn Ruadh -dopotutto- si sarebbe rivelato una persona gentile e a modo, dalla parlantina decisamente sciolta, per un cittadino di Najaza.
    Aveva molte cose da raccontare e tutta l'intenzione di farlo.

    Turno 8
    Come anticipato privatamente, chiudo con un piccolo anticipo la quest per mancanza di tempo (e testa) da parte mia. Ovviamente, chi vorrà continuare ad approfondire la trama, potrà farlo con me in giocate singole, che mi escono molto più semplici e gestibili. Mi prendo una pausa come QM fino a settembre, nella speranza di recuperare (dubito il tempo) almeno la testa.
    Potete fare un post di chiusura, se desiderate aggiungere qualcosa riguardo il vostro pg, o semplicemente fare introspezione.
    Spero comunque di avervi fatto giocare una storia interessante.

    *Nella parte di storia di Dust, prima di raggiungere Matsumoto posseduto, i pg hanno chiuso l'uscita dalla biblioteca, pur rimanendone all'interno. Augustus, Elay e Curtis non trovano quindi i compagni perché sono a combattere nella zona proibita della biblioteca, in quel momento non accessibile.
     
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    Base dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    La ricerca di Echo e Matsumoto si rivelò lunga, faticosa, e logorante da un punto di vista psicologico. Non riuscivo più a stare tranquillo in quella fortezza dopo i vari retroscena sulla sua natura, ed il non trovare i nostri compagni di viaggio mi aveva messo in uno stato di costante apprensione. Non solo saltavano i nostri piani di andarcene il giorno successivo nel modo più rapido possibile, ma cominciavo a disperare sulle loro condizioni. Se avessero fatto la domanda sbagliata al cavaliere sbagliato sarebbero stati in pericolo, e per noi sarebbe stato praticamente impossibile aiutarli. La notte fu agitata e riuscii a dormire poco e male, nonostante la stanchezza accumulata nei giorni precedenti. Owainn sembrava l’unico ad avere una cera peggiore della mia, ma in fondo agli occhi gli brillava una tenue speranza accesa dal piano dell’Ufficiale per farlo uscire vivo di lì.


    Per fortuna il mattino seguente Grigiomanto riuscì a calmare i miei sospetti più cupi e ci ricongiungemmo ai due membri mancanti del nostro drappello; la sua insistenza nel chiedere un nuovo racconto al signor Winbringer mentre percorrevamo i corridoi di pietra mi sembrò così fuori luogo da stizzirmi, ma almeno sapere che Echo e Matsumoto erano vivi e non avessimo quindi mancati al nostro compito di mantenerli tutti sani ed in vita mi rese possibile attraversare la fortezza resistendo al forte impulso di sbottare e chiedere al capo dei cavalieri del Koldran di darsi un contegno.

    Il mio sollievo nel rivedere i due uomini si infranse in un attimo al sapere che Echo non si sarebbe risvegliato tanto presto e che il cartografo aveva messo mano ad un libro di magia nera.

    “Mi perdoni, Sir Grigiomanto, ma cosa ci fa un libro simile in una fortezza rispettabile come la vostra?”, chiesi, un po’ piccato, senza misurare cautamente le parole come mio solito a causa della stanchezza e della tensione. Ad ogni modo non insistei tanto col discorso, perché la voglia di lasciare il posto era sempre più impellente e l’ultima cosa che desideravo era un conflitto; sapendo di dover lasciare lì Echo ancora per qualche giorno non potevo rischiare che la mia avventatezza influisse sul modo in cui i cavalieri avrebbero trattato il soldato, solo ed indifeso nelle loro mani.

    Partimmo comunque poco dopo, amareggiati e nervosi; riuscire a portare Owainn a Selowen fu certo una piccola vittoria e riuscì quanto meno a farmi sentire meno impotente, ma avrei potuto finalmente prendere un respiro di sollievo soltanto con il ritorno di Echo e dell’uomo che era stato inviato a proteggere e soprattutto dopo una vera notte di sonno. Avevo bisogno di tempo e calma per riorganizzare i pensieri, riprendere le forze e poi fare finalmente una bella chiacchierata sincera con il giovane del Nord, nella speranza che le sue informazioni fossero utili alla nostra causa.



    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia 90%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna | Filtro ermafrodita | Pozione dell’amicizia

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

     
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