Gentlemen's Agreement

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    Svegliarsi quella mattina non era stato semplice. Ancora stordito dal risveglio, Michael era privo della sua armatura in quel letto fin troppo comodo per i suoi gusti. Si sentiva quasi nudo, ma ormai aveva capito che in quel mondo era inutile portare sempre e comunque l'armatura. Non c'era tutto quel pericolo, non nelle grandi città, soprattutto se non eri un nessuno, come lui arrivato in questo mondo. Principe o re nel precedente, qua non era altro che un semplice passante fra tanti. Appariscente, ma comunque qualcuno senza alcun particolare potere temporale. Si stiracchiò malamente, lasciando uno sbadiglio di un volume estremamente alto, ma che sarebbe, almeno così credeva, rimasto fra le quattro mura della stanza affittata. Era fermo da un po' in quella città, Matafleur, fermo perchè lui e uno degli altri partecipanti si erano ripromessi di sfidarsi a duello. Non aveva bisogno di altri motivi, per farlo. Non era comunque particolarmente occupato, al momento.

    Quella locanda troppo agghiandata per i suoi gusti gli era stata indicata proprio da lui, così che potessero trovarsi senza troppe difficoltà. Certo, era stata una decisione presa sul momento, ma Michael rimase piacevolmente sorpreso dal fatto che l'altro avesse intenzione di mantenere la parola. Senza contare che il fatto che non avesse paura di lui lo aveva lasciato abbastanza incredulo. Per quanto avesse un'arma, l'altro aveva un portamento da damerino tutto parole e niente fatti in alcuni frangenti. Quando si erano stretti la mano, non si aspettava veramente che mantenesse la parola. Meglio così, perchè una promessa era una promessa, e lo avrebbe rintracciato a qualsiasi costo, se si fosse dileguato. I disertori non sono i benvenuti, nell'esercito.

    L'armatura dorata emise un rumore metallico mentre veniva sollevata dal suo posto, ai piedi del letto, così che potesse averla sempre pronta in caso di bisogno. Ci mise qualche minuto per indossarla completamente, processo eseguito con attenta cura, assicurandosi che fosse ben assicurata e di non aver sbagliato ad allacciare niente. Con uno schiocco di dita, scintille simili a quelle di un acciarino volarono contro di essa, che per un attimo sembrò tremare mentre si tingeva di un arancione incandescente. Era il segnale che gli permetteva di sapere che la scintilla del fuoco fosse ancora accesa in quella protezione. Senza di quella, ci sarebbe voluto tempo per ripararla. Sapeva farlo, ma non era un fabbro esperto. Era un'arte che richiedeva lungo tempo per essere perfezionata, e quella che aveva lui era una delle migliori armature in tutti i regni, in grado di resistere persino ai colpi degli altri generali quando sostenuta dalla sua fiamma ardente. Un gioiello del regno del Fuoco.

    Accertatosi di aver assicurato anche la sua fedele flamberga dietro la sua schiena, assieme al suo fodero, uscì dalla sua stanza per andare verso quella che sapeva essere dello sfidante. Lo vedeva uscire per andare chissà dove, in quei giorni, ma non si preoccupava del suo scappare. Era il momento di riscattare la promessa, quindi non lo avrebbe fatto quella mattina. Bussò, metallo contro legno, alla sua porta, alzando la voce abbastanza da farsi sentire.

    Kyrill. - Il suo tono era severo, ma in volto gli si poteva leggere un leggero sorriso in previsione di ciò che stava per accadere. Era contento, inutile negarlo. Gli mancava del sano esercizio. - Ci siamo riposati abbastanza, non credi?

    Era certo che il rumore generato dal suo battere sulla porta lo avrebbe svegliato anche se fosse stato addormentato, a patto che fosse sempre nella stanza. Continuò.

    Andiamo fuori città per la promessa. Non voglio certo distruggere un centro abitato. - Il modo tranquillo e apcato in cui disse quella frase avrebbe fatto tremare molti, ma per lui era la normalità. Il fuoco era esplosivo di natura, e in città c'erano civili innocenti. Se si fossero fatti male lui o lo sfidante, poco male, ma Michael non si sarebbe perdonato un civile ferito o ucciso. Si sarebbe quindi appoggiato accanto al muro, di fianco alla porta, in attesa di una - sperava - risposta.

    C'è un posto adatto, ci sono andato giusto l'altro giorno. - E aveva creato un mezzo incendio, ma di questo non ne avrebbe parlato.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Tranquillo, leggermente contento
    Energia: 100%

    Equipaggiamento:
    Prometheus' Armor [Armatura Completa; Resistenza Migliorata]
    Sword of Ra [Flamberga; 1,70m]

    Tecniche Utilizzate: -

    Abilità:Fire's Descendant [Power Up +50% Vel; Immortalità]
     
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    ignorino... siete sicuro? »
    Le lamentose insistenze del precettore non aiutavano a sciogliere il nodo che stringeva lo stomaco di Kyrill. La colazione che i due viaggiatori si erano fatti portare in camera giaceva quasi intonsa sul vassoio: nessuno dei due, per ragioni diverse, era riuscito a toccare più che qualche boccone.
    « Ma se non conosciamo neppure le circostanze di questo accordo, le ragioni! – il gentiluomo si muoveva irrequieto avanti e indietro dalla finestra, oltre i cui vetri il suo sguardo cercava una risposta all’insensatezza di tutta quella situazione, al suo pupillo seduto al bordo del letto, che non era molto più loquace dell’apertura nella parete – non è, non può essere vincolante, se non sappiamo nemmeno come sono andate le cose! »
    Il cadetto aveva le dita pallide appoggiate alle tempie, e stava cercando di decidere se lo rendesse più nervoso l’appuntamento che lo aspettava di lì a qualche minuto, o l’inutile sovreccitazione del suo accompagnatore.
    « Dimentichiamo per un attimo vostra madre (e come possiamo dimenticarla!)… in assoluto, che senso ha mettere a repentaglio la vostra incolumità a questo modo? Sans, j'insiste, sans la moindre raison connue! Badate bene – si fermò a metà della stanza, sollevando un dito carico di significati in direzione del suo antico pupillo – non dovete pensare per questo che io sia un detrattore del nobilissimo istituto del duello. Al contrario! – riprese a camminare, infervorandosi – Potete star certo che in gioventù io stesso ho incrociato, e non una volta sola, la lama con quella di un avversario per difendere il mio onore, o più spesso quello di una dama… ma qui sta il punto! – di nuovo si fermò, di nuovo sollevò il dito, come se stesse impartendo una lezione di aritmetica ad un Kyrill di nuovo settenne, ma con uno sguardo molto più spiritato – per un duello ci vuole una ragione! Ci vuole un motivo per sfoderare le armi contro un altro gentiluomo, per prepararsi a versare il suo od il nostro sangue. È l’insensatezza, l’assoluta insensatezza di questa sfida, che io aborro, denuncio e mi rifiuto di avallare, in quanto vostro tutore e maestro! »
    Kyrill si alzò, e stiracchiò le membra nel vano tentativo di distendere i nervi e far cessare i tremiti involontari che lo scuotevano. Fece un profondo respiro, ad occhi chiusi ma perfettamente consapevole che Göstaff lo stava fissando con le gote infiammate e la chioma scarmigliata.
    « Göstaff… – si fermò, cercando le parole, e sperando che l’altro non riprendesse a parlare all’impazzata – il fatto è… che non posso semplicemente andare da quel signore e dirgli che non ho più intenzione di battermi »
    « Ma certo, ma certo che si! – scattò l’altro, entusiasta di avere finalmente un argomento da controbattere, contro cui scatenare tutta la sua forza argomentativa – ma certo che sì, e con ragioni molto chiare ed evidenti a tutti, ossia che questo duello non ha fondamento! E se ce l’ha, che quel tale abbia la cortesia di rammentarcelo! »
    « Una ragione ci deve essere ben stata… è solo che non me la ricordo. Questo è un problema mio, e se ora vado a dirglielo, a tutti sembrerà evidentemente una scusa… »
    « Ma chi sono questi tutti? Se nessuno era presente! Io stesso non so quando sia successo questo gran bell’affare della stretta di mano e tutto il resto! »
    A dire la verità, nemmeno Kyrill era sicuro che ci fossero stati dei testimoni. Ma non lo era nemmeno che non ci fossero… Se solo avesse potuto ricordare qualcosa! Invece nulla, se non la vaghissima memoria tattile della stretta di mano, vigorosa, adrenalinica, con quel tizio, Michael, e poi il buio. Ma con tutta la gente che aveva partecipato al Miglio Dorato, era più che probabile che qualcuno fosse stato presente. Aine, ad esempio… Il cadetto fece una smorfia. Ad essere onesti, il suo dubbio peggiore era proprio che la ragione della sfida avesse a che fare con lei, e che non se lo ricordasse. Per questo, se ora fosse andato a ritirarsi… Un’altra smorfia.
    « E la colpa lo sapete di chi è? Mia! Solo mia… mia che ho avuto l’idea imbecille di farvi partecipare a quella farsa del Miglio Dorato! Io che avevo il compito di farvi da guida e da mentore, e invece vi ho istigato al vizio, all’obnubilamento, alla follia alcolica… »
    Il suono di nocche contro la porta rimbombò nella stanza come il rintocco del pendolo del destino, facendo sussultare entrambi gli uomini nella stanza, entrambi con i nervi a fior di pelle.
    « Kiryll! Ci siamo riposati abbastanza, non credi? »
    Il precettore stava per aprire la bocca per rispondere, e dallo scintillio che balenò nei suoi occhi azzurro ghiaccio Kiryll fu certo che stava per lasciarsi andare a qualche sconvenienza. Rapido, scattò verso di lui e gli afferrò il polso, ammutolendolo con un’occhiata d’acciaio.
    « Vi-vi stavo aspettando, Sir Michael. Stavo per venire io da voi. Un istante e sono pronto – quindi, a bassa voce, rivolto al gentiluomo che ancora teneva fermo per il braccio – Mi dispiace Göstaff, ma stavolta non posso ascoltarti… Ti prego di… – indugiò, consapevole di quanto fosse esigente da parte sua chiedere al precettore, così visceralmente contrario a quell’assurda vicenda, di dargli anche un supporto – … di non negarmi il tuo sostegno. Ti prometto – aggiunse, con uno sguardo umile che implorava comprensione – che non succederà niente di grave. Il duello non è all’ultimo sangue. Non c’è nessuna inimicizia… misureremo le nostre forze, tutto qui »
    Già… ma perché quella consapevolezza non riusciva a tranquillizzarlo?
    Il precettore assunse un’aria di ostinato dissenso, ma rinunciò a protestare oltre.
    « D’accordo. Allora sarà meglio che ci sbrighiamo »
    E ciò detto, si rassettò i capelli e controllò di non avere un aspetto troppo sconvolto nel grande specchio dalla cornice dorata.
    « Andiamo fuori città per la promessa. Non voglio certo distruggere un centro abitato »
    « Ce monsieur est très insistant! » sibilò il gentiluomo a denti stretti
    Kiryll si allacciò la spada alla vita, per il resto era già pronto. L’elegante farsetto nordico di velluto blu, in realtà un robusto corpetto rivettato d’acciaio, gli cingeva il petto sopra alla camicia. Le dita gli tremavano un poco. Non era certo la prima volta che si preparava ad affrontare un avversario, si poteva dire che non aveva fatto altro, per sette anni, all’Accademia. Ma così era diverso… quello non era un allenamento, era una sfida con uno sconosciuto. E se avesse avuto un attacco? La preoccupazione era sempre in agguato nel fondo della sua mente.
    « C'è un posto adatto, ci sono andato giusto l'altro giorno… »
    Il cadetto girò la maniglia, e varcò la soglia del corridoio, trovando Michael appoggiato al muro lì a fianco.
    « Mi scuso per avervi fatto aspettare, sono pronto. Fate pure strada, vi seguo »

    Info

    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: nervoso
    Energia: 100%

    Equipaggiamento:
    Flammandsvärd - L’arma per eccellenza di ogni Cavaliere del Nord è la “spada bastarda”, o a una mano e mezza: una lama più lunga del normale, la cui impugnatura permette di brandirla con la sola destra o con ambo le braccia. Ogni cadetto dell’accademia di Daltigoth viene perfettamente addestrato nella raffinata arte di questa lama versatile, micidiale in battaglia e al tempo stesso simbolo di status.
    Kiryll, in quanto rampollo di una delle famiglie più ricche e influenti di Najaza, cinge al fianco una versione ancor più rara e spettacolare di quest’arma, dalla lama interamente ondulata, in foggia di fiamma. Il fodero in cui riposa, di cuoio bruno decorato a motivi d'oro fiammeggianti, non tradisce l’aspetto scenografico della spada, che appare in tutta la sua magnificenza solo quando sguainata dal cadetto.
    [Arma da mischia a una mano e mezza; 1 pt]

    Brigantina - Un prezioso corpetto di lino e velluto blu notte dall’apparenza elegante, ma rivettato internamente con placche d’acciaio. La maestria nella sua realizzazione lo rende talmente comodo e piacevole a vedersi che il ragazzo lo indossa praticamente sempre, non solo in viaggio, ma talvolta anche in ambiente elegante, sopra alle vesti. Tuttavia, rappresenta anche una difesa eccellente da colpi di taglio o perforanti. Sul petto porta ricamato l’emblema della famiglia Gyllenstierna.
    [Protezione per il busto e la vita; 1 pt]


    Poteri passivi rilevanti:
    Aura misterica - A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento quieto, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". È più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.
    [Passiva di Malia; 5 pt]
    Voce del pericolo - Fin da che ha memoria Kiryll ricorda di aver sentito “i bisbigli”, tanto che inizialmente credeva fosse normale per tutti. Ben presto tuttavia ha capito che non solo non era così, ma che gli altri tendevano a vedere questa sua caratteristica come qualcosa di inquietante, così ha smesso di parlarne. Eppure – ha sempre pensato – non dev’essere una cosa cattiva: i bisbigli si fanno sentire solo quando il ragazzo si trova in pericolo. La prima volta che li ha sentiti stava giocando nella dispensa, e poco dopo da un anfratto è sbucato un grosso scorpione nero. Col tempo la sua familiarità con questo fenomeno si è affinata, soprattutto durante l’addestramento marziale: i bisbigli lo avvertivano ogni volta che, negli allenamenti contro più di un avversario, uno di questi lo stava per colpire alle spalle.
    In generale, qualunque sia la natura e l’origine del bizzarro fenomeno, la voce gli sussurra all’orecchio per avvisarlo di qualsiasi pericolo ed intento ostile nelle vicinanze di cui il ragazzo non sia già a conoscenza. Si tratta tuttavia di un avvertimento generico: non c’è modo di sapere da dove verrà la minaccia, né di che natura essa sia.
    [Auspex di Percezione dei pericoli; 5 pt]


     
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    I borbottii oltre la porta della locanda non lo tangevano, non si preoccupò nemmeno di tendere un orecchio ad ascoltarli. Sebbene sentisse le due voci battibeccare, avrebbero potuto tranquillamente continuare quel circo a lungo. A dire la verità, la situazione per Kyrill poteva essere molto semplice. Andare da Michael, e dirgli che non voleva farlo. L'Avatar non era tipo da perdersi in questioni del genere, ma una sfida, quella la affrontava di petto senza alcun timore. Non si era tirato indietro di fronte a morte certa prima di venire nel semipiano, e non lo avrebbe fatto in questo momento, con un duello che alla fine, poteva concludersi appena uno dei due chiedeva di fermarsi o dopo qualche ferita.

    Michael non si sarebbe scomodato a ferire permanentemente l'altro, per giunta. Non era suo nemico, anzi, considerava gli socntri un ottimo modo per approfondire le conoscenze. Michael aveva il brutto vizio di parlare durante i combattimenti. Le reclute lo temevano anche per quello. Parlantina e maestria nel combattimento. I soldati non potevano nemmeno rifiutarsi di parlargli, in quanto superiore. Uno dei tanti motivi per cui lo temevano. Chissà quanti sono sollevati della sua assenza.

    Quando alla seconda frase la voce di Gostaff gli rispose in una lingua che non capiva, ma dall'evidente tono irritato, Michael fece presto a battere un piede nel muro della stanza, ancora con la schiena su di esso, facendo sbattere il metallo dei calzari contro la parete. - Non ti ho capito, ma il tono non mi piace. - La voce era pacata, ma lo era stata anche nel momento in cui il proprietario della locanda non gli aveva aperto la porta. Era quasi, letteralmente, esploso. Non amava le provocazioni, anche se non poteva sapere che non era quello che cercava di fare l'altro.

    Quando vide Kyrill varcare la soglia, armato di tutto punto e con l'armatura ben sistemata, alzò un sopracciglio, sorridendo. - Un buon soldato tiene sempre l'equipaggiamento con cura. Bravo. - Si scostò dalla parete, annuendo in segno di approvazione. Vedeva l'espressione nervosa, i cadetti nel suo mondo erano simili, in un certo senso. L'addestramento nel suo mondo era già guerra, molti morivano, proprio perchè non potevano permettersi persone che durante un vero combattimento sarebbero rimaste impalate a farsi uccidere. Un mondo estremamente crudele. L'avatar gli voltò le spalle, imboccando il corridoio per dirigersi all'uscita, ma non prima di dirgli una cosa. - Rilassati. È un duello amichevole. Niente ferite permanenti, niente morte. Se uno dei due dichiara la resa, il combattimento finisce. - Gettò un ultimo sguardo verso di lui, fermandosi un attimo. Il suo sguardo era acceso, letteralmente. Il colore ambrato degli occhi molto più vibrante del solito. - Però non toglie il dolore delle ferite. - Non lo voleva consolare, voleva solo dargli certezze. Non sarebbe morto nè rimasto permanentemente ferito, ma doveva prepararsi al dolore. Quello non glielo avrebbe risparmiato.

    Imboccò la porta, e ci volle del tempo prima di arrivare al punto giusto. Fuori dalla città, Uno spiazzo liberò da alberi e vie battute dove si poteva vedere ancora la cenere che aveva fatto per ripulirlo, sparsa qua e là nel verde che circondava la terra bruciata. Gostaff e Kyrill non avrebbero avuto, probabilmente, problemi a capirlo. Altro che trovato, l'arena se l'era creata. Non esitò a dirlo. - Onestamente, non c'erano posti buoni qui vicino. Ho dovuto creare io l'arena. - Quella che chiamava arena altro che non era uno spiazzo di circa trenta metri di diametro, nè troppo grande nè troppo stretto, dopodichè gli alberi e la flora generale riprendevano il loro corso. Agli spettatori, sarebbe sembrato come essere nel mezzo ai resti di un falò creato da dei giganti.

    Michael camminò fino a raggiungere una distanza di almeno dieci metri da dove aveva lasciato Kyrill e accompagnatore, aprendo le braccia. - Se volete controllare il posto prima di cominciare, siete liberi di farlo. Non ho niente da nascondere. - Come un perfetto padrone di casa, il suo sorriso era smagliante. Non che rendesse la situazione meno pesante per l'altro, ma lui sapeva di stare facendo tutto quello che poteva per renderlo parte del suo orgoglio smisurato. Non avrebbe mai barato o fatto ricorso a trucchi. Lasciò ai due il tempo che ritenevano necessario, poi avrebbe preso posizione da combattimento, tre metri dal centro dell'arena. Sfoderando l'arma, lo spadone dalla forma sinuosa puntò la sua cima verso il terreno, mentre il generale la teneva con entrambe le mani, in una posa totalmente aggressiva che lasciava intendere il suo stile aggressivo a chi se ne intendesse. L'armatura cominciò a guizzare zampilli di fuoco, troppo piccoli per fare male, ma l'energia del fuoco stava cominciando a scorrere. Fissò l'altro, il suo sguardo che adesso era di un arancione completamente innaturale. - A te la prima mossa, Kyrill. - Il mezzo sorriso che accennò avrebbe fatto ghiacciare le vene di chiunque non avesse avuto familiarità coi combattimenti. Era lo sguardo di qualcuno che non si sarebbe trattenuto. Il nobile avrebbe fatto bene a prenderlo sul serio, da quel momento.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
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    Prometheus' Armor [Armatura Completa; Resistenza Migliorata]
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    Edited by S e v n - 20/2/2021, 14:32
     
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    ichael lo squadrò da capo a piedi, senza darsi pena di dissimularlo. Aveva sul volto rasato un’espressione che sulle prime Kiryll interpretò come di derisione, e che gli rimescolò l’animo già congestionato.
    « Un buon soldato tiene sempre l'equipaggiamento con cura. Bravo. »
    Lo irrideva? Lo osservò di rimando, la mascella inconsapevolmente serrata… il giovane indossava la stessa pesante armatura che si era portato in giro durante tutto il Miglio Dorato. Niente a che vedere con la sua brigantina: la corazza aveva un’aria sfacciatamente inscalfibile, un guscio dorato pensato per farti attraversare illeso una pioggia di frecce. Oltre le spalle massicce incombeva l’elsa di un lungo spadone tenuto a tracolla. Il cadetto stava cercando qualcosa da ribattere per non rimanere in silenzio, quando l’altro aggiunse: « Rilassati. È un duello amichevole. Niente ferite permanenti, niente morte. Se uno dei due dichiara la resa, il combattimento finisce... Però non toglie il dolore delle ferite. »
    « Non… non serve che me lo ricordiate, grazie » replicò, composto, cercando di non far tremare la voce per il mix di nervosismo e di amor proprio messo a dura prova.
    Quel tizio lo confondeva, il cadetto non sapeva come interpretare il suo atteggiamento. Volendolo giudicare secondo gli standard di Najaza, il suo tono sfacciato sarebbe stato considerato un’ulteriore, inutile, provocazione. Oppure aveva solo voluto metterlo a suo agio e rassicurarlo? Il fatto che Kiryll non riuscisse assolutamente a ricordare le circostanze della sfida non aiutava: si erano offesi a vicenda? Oppure era stato tutto un gioco? Saperlo avrebbe permesso di decifrare meglio i modi del suo sfidante.
    Cosa ardeva dietro a quegli occhi di innaturale colore? Che cosa significava l’inequivocabile intensità che gli accendeva le iridi arancioni: una sfumatura di follia, un’ardente brama di sangue e violenza? O semplicemente una passione per la vita sconosciuta al Nord?
    Kiryll si rese conto che di lui non sapeva nulla, neppure da dove veniva… Decise di concedergli il beneficio del dubbio, riconoscendolo semplicemente come un elemento con cui non aveva familiarità. Avrebbe provato a restare il più equanime possibile, senza esagerare nel sentirsi offeso, ma senza neppure abbassare la guardia.
    Michael aveva voltato la schiena e preso la via dell’uscita. Accortosi che, nel caso l’altro non avesse avuto intenzione di provocarlo, la sua risposta doveva essere suonata fin troppo secca, il cadetto volle aggiungere qualcosa… peccato che non gli venne in mente nulla.
    Nel frattempo anche Göstaff, con tutta calma, era uscito nel corridoio, ma per tutto il resto della mattinata avrebbe osservato un ostinato silenzio. I due, chiusi nei reciproci pensieri, si incamminarono dietro a Michael.

    ~ • ~


    La giornata era strana: non brutta, anzi luminosa, eppure il cielo aveva un ché di pesante. L’azzurro non era limpido, ma gravato da un peso invisibile, reso pallido da una caligine trasparente. Si respirava a fatica. Ma forse era solo il petto di Kiryll ad essere oppresso. Attraversarono senza parlare il quartiere più prossimo alle mura di Matafleur, passarono sotto all’alto arco delle porte sempre spalancate, e una volta fuori lasciarono quasi subito la strada maestra.
    Quando vi giunsero, cadetto e precettore non ebbero dubbi di essere arrivati sul luogo prescelto da Micheal.
    Si trovavano ai bordi di un cerchio di terra annerita da quello che doveva essere stato un incendio violento ma perfettamente controllato, dal momento che aveva disegnato una circonferenza quasi perfetta, larga una trentina di passi. Come la traccia lasciata da un enorme falò. Al suolo, tuttavia, non c’erano mucchi di combustibile carbonizzato, ma solo un sottile velo di cenere grigia. Gli alberi e gli arbusti che si erano trovati appena fuori dal perimetro del fuoco erano strinati dallo spaventoso calore che doveva essere stato generato. Era uno spettacolo strano: un buco di polvere ritagliato nel verdeggiante paesaggio dell’Est.
    « Onestamente, non c'erano posti buoni qui vicino. Ho dovuto creare io l'arena. »
    Cadetto e precettore si scambiarono un’occhiata: cosa intendeva dire? Che si era preso la briga di allestire un falò solo per liberare lo spazio dai cespugli? Forse quella luce negli occhi di Micheal era veramente follia…
    In quel momento, Kiryll ricordò di quando, fuori dall’ingresso degli Ospiti Improvvisi, il giovane in armatura si era per un attimo avvolto di fiamme… Quali erano i poteri di quel tizio?
    Göstaff doveva aver fatto la stessa associazione, perché gli rivolse uno sguardo vibrante ed eloquente, che per l’ultima volta voleva intimare al suo pupillo di arrestare quella follia. Ma il ragazzo finse di non accorgersene.
    « Vi ringrazio per il disturbo » disse schiarendosi la voce. Ma forse era meglio restare in silenzio, se non gli veniva in mente niente di meglio da dire…
    « Se volete controllare il posto prima di cominciare, siete liberi di farlo. Non ho niente da nascondere »
    Michael aveva attraversato lo spiazzo, lasciando una fila di impronte sul tappeto di cenere, e alzando a ogni passo una nuvoletta grigia. Kiryll vi mise piede a sua volta, collocandosi specularmente a lui rispetto al centro. Göstaff rimase all’esterno, retrocedendo fino a distanza di sicurezza. Non trovando dove sedersi, il gentiluomo rimase in piedi, a braccia conserte.
    « Non ce n’è bisogno, mi fido di voi »
    Da quel punto in poi, iniziava il duello. Kyrill era abbastanza esperto da saperlo. Varcando il perimetro di quell’arena di polvere creata da forze misteriose, il ragazzo era entrato però anche nel suo elemento. Per quanto nervoso, da lì in poi avrebbe saputo come comportarsi, era a casa. Non attese che fosse l’altro a sfoderare l’arma per primo: fino a lì lo aveva seguito, non aveva aperto bocca se non per rispondere, si era fatto condurre. Da quel momento, non doveva più attendere istruzioni: conosceva le regole. Con gesti perfettamente misurati, ripetuti per anni fino a ripulirli da ogni sbavatura, il cadetto portò la mano all’impugnatura della spada che gli pendeva al fianco e la estrasse dalla guaina di cuoio impreziosita da decorazioni dorate. La lama ondulata e perfettamente lucidata non riflesse nessuna luce: l’aria quel giorno era troppo opaca.
    « Vedo che usiamo la stessa arma! – Riconobbe Kiryll quando anche il suo avversario ebbe sfoderato la propria – è la prima volta che ne incontro una di questa fattura fuori da Najaza »
    Avrebbe potuto aggiungere altre considerazioni che il suo occhio esperto gli aveva permesso di cogliere al primo sguardo: che lo spadone dell’altro, benché simile nel disegno, era più grande e pesante, pensato evidentemente per essere brandito sempre a due mani. Non come la sua flammandsvärd, che era più versatile. Michael teneva una guardia centrata e sbilanciata in avanti: avrebbe avuto uno stile aggressivo, incalzante, violento. Se gli avesse permesso di condurre le danze, il cadetto si sarebbe ritrovato perennemente sulla difensiva, e probabilmente non avrebbe retto a lungo. Bisognava adottare un diverso approccio. Tuttavia la corazza dell’altro lo preoccupava: gli sembrava che anche se lo avesse gragnuolato di colpi, il solo spessore del metallo avrebbe protetto il suo avversario a sufficienza.
    Proprio mentre si prendeva qualche istante per riflettere sull’ostacolo offerto dall’armatura dorata, quella prese a mandare dapprima degli strani riflessi e bagliori, e poi quelle che erano delle inequivocabili fiammelle… Va bene, doveva aspettarsi del fuoco, quel giorno… Ma quanto violento?
    « A te la prima mossa, Kyrill »
    Richiamato dalla sua voce, Kiryll guardò l’avversario negli occhi. Le iridi erano sempre più accese, il potere che covava nel guerriero ormai completamente palesato. Sempre lo stesso mezzo sorriso, ora carico di sfumature inquietanti.
    Ma adesso l’animo del cadetto era ben diverso da prima, quando nervosamente attendeva nella sua stanza che venisse il momento, costretto ad ascoltare le preoccupazioni del precettore. Ora gli automatismi del combattimento stavano facendo piazza pulita di ogni altro pensiero, per lasciare la sua mente vuota, concentrata solo sull’azione, sul presente. L’adrenalina entrava in circolo, l’intelletto razionale, speculativo, cedeva il campo, sapendosi inutile. Ora non gli interessava più sapere se il sorriso dell’altro fosse di scherno, o di gioia selvaggia, o di nervosismo.
    Il cuore prese a battere più regolare. E qualcosa che gli si annidava in fondo allo stomaco si risvegliò, ora che le maglie della coscienza si allargavano. Una sensazione di potenza fisica, un formicolio, gli montò in petto e gli risalì braccia e gambe. Gli lasciava la prima mossa? Benissimo.
    « In guardia » dichiarò soltanto, perché così gli avevano insegnato. Non avrebbe più sprecato fiato in parole, da lì in poi.
    Si sentiva più agile, più forte: scattò in avanti, e un eventuale spettatore (Göstaff, che si stropicciava senza accorgersene con le dita la stoffa dell’abito) sarebbe rimasto stupefatto della potenza e l’agilità, quasi sovrumane, che esprimevano i suoi movimenti. Aveva scelto di provare ad assumere lui un ruolo aggressivo, e costringere l’altro sulla difensiva, sperando che non essendovi abituato ciò lo avrebbe messo in svantaggio. Se non ci fosse riuscito, era sempre in tempo di correggere il tiro.
    Con poche falcate gli fu addosso. Reggeva il peso dell’arma a due mani, camminando dritto verso l’avversario, ma all’ultimo momento spostò il peso del corpo. L’arma di Michael era più lunga, l’aveva intuito: se gli andava semplicemente incontro, all’altro sarebbe bastato sollevarla e puntargliela contro per tenerlo a distanza. Doveva entrare nella sua guardia, e non uscirne più. All’ultimo, si spostò a sinistra, si mise di fianco, offrendo il lato del corpo all’avversario, e mentre faceva l’ultimo passo avanti, vibrò un colpo con la sola mano destra direttamente verso l’elmo dorato del guerriero, oltre cui lampeggiavano i suoi occhi arancioni.
    Tutte quelle movenze erano avvenute con la precisione di uno schema frutto di un lungo allenamento, come in una partita di scacchi: le prime mosse sono sempre parte di una strategia consolidata. Poi, a seconda di come evolvono le cose, si finisce per improvvisare. La bravura sta nel posticipare quel momento il più a lungo possibile.

    Info

    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: concentrazione agonistica
    Energia: 80% [100% -10 -10]

    Azioni
    SLOT 1:Bile ardente – consumo medio, potenziamento fisico alla Forza.
    SLOT 2:Bile ardente – consumo medio, potenziamento fisico alla Agilità.
    Kiryll ha cominciato a prendere coscienza che in lui covano forze non del tutto comprensibili. Non solo: ha anche iniziato a capire che gli è possibile, in caso di necessità, richiamarle a galla. Non è una cosa spiegabile a parole: è come se avesse individuato un punto dentro di lui, da qualche parte fra stomaco e cuore, dove si annida un’energia inspiegabile, ma assolutamente reale. Durante i combattimenti, o in situazioni in cui il suo corpo deve sopportare stress particolarmente intensi, può concentrarsi su quel punto, "stimolarlo", e subito è come se da lì un liquido caldo e denso si riversasse nelle sue vene, galvanizzandolo.
    Per una manciata di secondi, il suo fisico diventa capace di prestazioni quasi innaturali: potrebbe spezzare un braccio a mani nude, o schivare una freccia, o sopportare un urto restando illeso. Mai tutti questi assieme: bensì uno solo, scelto di volta in volta.
    Niente di male, in fondo, in questo. Tuttavia, per qualche ragione, il ragazzo non ne ha ancora parlato con il suo maestro…
    [Tecnica dell'Avatar a consumo Medio, durata lunga (2 round), efficacia complessiva per round Bassa, massimo 3 azioni per round, di Potenziamento fisico a Forza oppure Agilità oppure Resistenza; 3 pt]

    Azione fisica: Attacco diretto con la spada alla testa. Potenza complessiva media (potenziamento basso alla Forza + potenziamento basso all’Agilità del colpo)

    Recap:
    Kiryll usa entrambi gli Slot-tecnica per attivare un potenziamento fisico alla Forza e uno all’Agilità, che dureranno per questo round e per il prossimo. Dopodiché, raggiunge l’avversario, e grazie anche all’Agilità aumentata penetra (dalla propria sinistra) all’interno della portata della sua arma, e gli rivolge un attacco (azione fisica semplice potenziata dalle tecniche) alla testa.

    Equipaggiamento:
    Flammandsvärd - L’arma per eccellenza di ogni Cavaliere del Nord è la “spada bastarda”, o a una mano e mezza: una lama più lunga del normale, la cui impugnatura permette di brandirla con la sola destra o con ambo le braccia. Ogni cadetto dell’accademia di Daltigoth viene perfettamente addestrato nella raffinata arte di questa lama versatile, micidiale in battaglia e al tempo stesso simbolo di status.
    Kiryll, in quanto rampollo di una delle famiglie più ricche e influenti di Najaza, cinge al fianco una versione ancor più rara e spettacolare di quest’arma, dalla lama interamente ondulata, in foggia di fiamma. Il fodero in cui riposa, di cuoio bruno decorato a motivi d'oro fiammeggianti, non tradisce l’aspetto scenografico della spada, che appare in tutta la sua magnificenza solo quando sguainata dal cadetto.
    [Arma da mischia a una mano e mezza; 1 pt]

    Brigantina - Un prezioso corpetto di lino e velluto blu notte dall’apparenza elegante, ma rivettato internamente con placche d’acciaio. La maestria nella sua realizzazione lo rende talmente comodo e piacevole a vedersi che il ragazzo lo indossa praticamente sempre, non solo in viaggio, ma talvolta anche in ambiente elegante, sopra alle vesti. Tuttavia, rappresenta anche una difesa eccellente da colpi di taglio o perforanti. Sul petto porta ricamato l’emblema della famiglia Gyllenstierna.
    [Protezione per il busto e la vita; 1 pt]


    Poteri passivi rilevanti:
    Aura misterica - A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento quieto, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso.
    Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". È più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo.
    [Passiva di Malia; 5 pt]
    Voce del pericolo - Fin da che ha memoria Kiryll ricorda di aver sentito “i bisbigli”, tanto che inizialmente credeva fosse normale per tutti. Ben presto tuttavia ha capito che non solo non era così, ma che gli altri tendevano a vedere questa sua caratteristica come qualcosa di inquietante, così ha smesso di parlarne. Eppure – ha sempre pensato – non dev’essere una cosa cattiva: i bisbigli si fanno sentire solo quando il ragazzo si trova in pericolo. La prima volta che li ha sentiti stava giocando nella dispensa, e poco dopo da un anfratto è sbucato un grosso scorpione nero. Col tempo la sua familiarità con questo fenomeno si è affinata, soprattutto durante l’addestramento marziale: i bisbigli lo avvertivano ogni volta che, negli allenamenti contro più di un avversario, uno di questi lo stava per colpire alle spalle.
    In generale, qualunque sia la natura e l’origine del bizzarro fenomeno, la voce gli sussurra all’orecchio per avvisarlo di qualsiasi pericolo ed intento ostile nelle vicinanze di cui il ragazzo non sia già a conoscenza. Si tratta tuttavia di un avvertimento generico: non c’è modo di sapere da dove verrà la minaccia, né di che natura essa sia.
    [Auspex di Percezione dei pericoli; 5 pt]


     
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    E fu così che il duello ebbe inizio, in un Kyrill che aveva ritrovato la sua forza d'animo, e Michael che si beava della cosa. Un avversario terrorizzato era un avversario che aveva perso in partenza. Solo così poteva avere soddisfazione. Annuì inconsciamente, ma si attivò qualcosa che i suoi cadetti odiavano. Lui parlava mentre combatteva. Non utilizzava il fiato, nella sua tecnica barbarica. D'altra parte, era anche questo che lo rendeva temibile. Esplosivo e crudo. - ESATTAMENTE! SENZA PAURA! - Se lo vide addosso prima che potesse reagire pienamente. La velocità dell'altro lo sorprese, a dirla tutta. Quello, e una strana sensazione, come se percepisse che qualcosa non andava. Mesto e pomposo com'era, non si aspettava un'offensiva così feroce, così di suo gusto. Il colpo era diretto verso la testa, e fece appena in tempo a farsi prendere il lato del volto. Un taglio di diversi centimetri, e il sangue cominciò a fluire. Era una fortuna che fosse riuscito ad indirizzarlo lontano dal centro pieno. Fissò gli occhi dell'altro, incurante.

    Ma ora tocca a me. - Aveva deciso di parlare nonostante potesse peggiorare la ferita. Era una buona idea avvicinarsi così tanto, doveva ammetterlo. Ma non era così buona quando lui non aveva paura di combattere in modi meno convenzionali, meno pensati. Era un soldato, e soprattutto, era uno che combatteva d'istinto, non perchè aveva studiato per farlo. Era nel suo sangue, e insegnava anche ai suoi soldati allo stesso modo. Con il freddo ferro dell'arma ancora vicino alla sua testa, comunque, la paura e il dubbio che poteva provare vennero sostituiti dall'euforia del combattimento. Quella sensazione di disagio venne dimenticata, lasciando spazio ad una sola parola: attacco. Un'offensiva esplosiva, in una perfetta rievocazione delle fiamme. Fece vorticare la lama, usandola come peso, per sferrare un calcio che avrebbe provato a colpire l'altro in pieno petto, con la gambe destra. Sarebbe stato solo l'inizio, perchè poi entrambe le sue mani guantate si infiammarono in un attimo. La sinistra si spense per prima, una scintilla che formò sul posto un cerchio di fiamma, da cui una pioggia di otto dardi infuocati piovve su di lui, cercando di colpirlo e di impedirgli di prendere l'iniziativa. Si lanciò quindi verso l'altro, coperto da quel fuoco di copertura, mentre l'altro suo guanto ancora ardeva. Ancora impugnava l'arma, ma se l'altro poteva aspettarsi un attacco con essa, la mano destra lasciò quell'imponente spadone, saettando verso il petto dell'altro. L'arma cadde, alzando una piccola nuvola di cenere. Un calore improvviso, e quella fiammella si sarebbe scagliata addosso a Kyrill da distanza ravvicinata.

    QUANTE VOLTE HAI COMBATTUTO VERAMENTE, KYRILL? Alzò la voce, per farsi sentire sopra al rumore del fuoco, dei movimenti e dei pensieri. Non sapeva se l'altro sarebbe riuscito a combattere e rispondere, ma era un test, così come lo aveva fatto ai suoi soldati.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Riassunto: Michael si prende il Medio in volto che gli apre una guancia, per poi passare all'offensiva di sua volta. Dapprima un calcio con cui usa l'arma per darsi slancio, con un movimento rotario abbastanza veloce nonostante la stazza dell'armatura (Power Up 50% Velocità), quindi crea otto dardi infuocati che scaglia contro Kyrill e si avvicina a lui per usargli contro l'ultima tecnica a distanza ravvicinata, lasciando cadere l'arma.

    Stato Fisico: Medio al volto.
    Stato Mentale: Concentrato, frenesia da battaglia
    Energia: 100% - 10 - 20 =70%

    Equipaggiamento:
    Prometheus' Armor [Armatura Completa; Resistenza Migliorata]
    L'armatura di Michael è forgiata da materiali superiori e con l'utilizzo delle fiamme divine di Vaelis, il suo mondo natale. La sua armatura ha assunto una resistenza maggiore grazie a questo trattamento, risultando superiore alle armature normali. D'altra parte, come incarnazione del Fuoco, il suo dovere era stare in prima linea nei combattimenti per il suo regno, quindi un'armatura in grado di resistere agli attacchi degli aspetti degli altri elementi era necessaria. È un'armatura che copre tutto il corpo, dove il metallo è dorato e le parti in tessuto sono di un rosso scuro. È progettata per offrire più resistenza possibile mantenendo perfetta mobilità.

    Sword of Ra [Flamberga; 1,70m]
    Insieme all'armatura, la fidata arma dell'Avatar del Fuoco è una flamberga, uno spadone a cui, durante la forgiatura, è stata modificata la forma per rendere la sua lama ondulata. La sua lunghezza complessiva è di un metro e settanta, quasi quanto il ragazzo. La lama costituisce gran parte di questa lunghezza, circa un metro e cinquanta centimetri. Resistente come la migliore delle armi della sua categoria, l'arma si è dimostrata una fedele compagna di battaglie. La lama dell'arma è colorata di varie sfumature di rosso, da uno più scuro dove si congiunge all'elsa ad uno più chiaro in cima, sulla punta di essa. L'elsa è completamente nera, sia le parti in metallo che il cuoio che la riveste e presenta una guardia a croce con una fiamma dorata disegnata al centro.


    Tecniche Utilizzate:
    Destruction Chapter: Fire Bolts
    Il Firebringer usa il fuoco per creare un sigillo magico sopra la zona del combattimento. A seconda del suo volere e del potere immesso in questo sigillo, un diverso numero di dardi di fuoco si scaglierà contro uno o più bersagli. Saranno quattro (4) per consumo Basso; sei (6) per consumo Medio, otto (8) per consumo Alto e infine dieci (10) per consumo Critico. [Offensiva Variabile Energetica; Istantanea; Multipla]

    Destruction Chapter: Killing Ember
    L'Avatar del Fuoco usa le fiamme per evocare una piccola fiammella, delle dimensioni di circa quattro-cinque centimetri, che scaglierà contro il nemico. La fiammella potrà contenere più o meno energia, e se entra a contatto con il bersaglio esploderà causando danni maggiori quanta più energia vi sarà concentrata. [Offensiva Variabile Energetica; Istantanea; Singola]

    Abilità:Fire's Descendant [Power Up +50% Vel; Immortalità]
     
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    u come gettare dell’olio in una brace apparentemente spenta. Kiryll ebbe appena il tempo di rendersi conto che il suo colpo era andato a segno, che l’avversario letteralmente gli esplose in faccia.
    Il cadetto non fu nemmeno in grado di seguire bene le mosse dell’altro, l’unica cosa certa fu che lo spadone, la cui minaccia tanto si era preoccupato di neutralizzare, non lo minacciò nemmeno una volta. Michael lo sollevò, ma invece di provare a usarlo contro di lui lo mulinò dalla parte opposta. Il cadetto, che per addestramento era abituato a non perdere mai di vista la lama del nemico, fu distratto dal movimento, e così non si rese conto che l’altro aveva intenzione di colpirlo con un calcio. L’urto gli svuotò i polmoni, e lo ricacciò violentemente indietro, quasi facendogli perdere l’equilibrio e gettandolo a terra. Ma nonostante la sorpresa, il suo corpo reagì bene, e riuscì bene o male a non perdere la guardia.
    Tuttavia quello era solo l’inizio, ed il ragazzo non poteva essere preparato per quello che sarebbe venuto dopo.
    Appena un istante: gettando riverberi sull’armatura d’oro, le mani di Michael si accesero di fiamma. E prima che il cadetto potesse riaversi della sorpresa, lo sguardo ancora rivolto all’arma che l’avversario non aveva nessuna intenzione di usare, la mano sinistra del dominatore del fuoco fece un gesto, e sul tappeto di cenere si accese un disegno scarlatto. Le orecchie di Kiryll si riempirono di bisbigli d’allarme. Una minaccia? Da dove? Un ruggito di fiamme attirò il suo sguardo verso l’alto, giusto in tempo per vedere dei dardi infuocati attorcigliarsi nella loro discesa verso di lui.
    I sussurri di pericolo si intensificarono fino a diventare un unico fischio, e lo sguardo del ragazzo si annebbiò. Era entrata in gioco la forza misteriosa che abitava il suo animo, e che interveniva a proteggerlo quando da solo non avrebbe potuto: forse Michael avrebbe potuto distinguere una patina di fumo nero addensarsi come un guscio attorno al suo sfidante. O forse no. In ogni caso, gli otto dardi vi caddero addosso rombando e sfrigolando, avvolgendo il bersaglio in un abbraccio che bagnò in un secondo la candida pelle del cadetto di sudore… ma non poterono penetrare la strana coltre nera.
    Kiryll sbatté le palpebre, e si ritrovò circondato da un guscio di fuoco che lo accecava e gli strinava la faccia… ma che non lo aveva danneggiato. Ma dov’era il nemico? Non poteva vederlo! Il fuoco generato dai dardi piovuti dal celo non aveva avuto tempo di disperdersi, che Michael, rapidissimo, gli aveva scagliato addosso una nuova palla di fuoco, e questa in nessun modo l’avrebbe potuta evitare.
    Lo prese in pieno, strappandogli un urlo. La puzza irrespirabile del velluto bruciato gli invase il naso, e un dolore tremendo al petto, stravolto dal calore improvviso, gli fece salire le lacrime agli occhi.
    « QUANTE VOLTE HAI COMBATTUTO VERAMENTE, KYRILL? »
    Strinse i denti, inghiottendo il dolore, e alzò lo sguardo attraverso l’aria tremolante per il calore generato dagli attacchi dell’altro. Michael era lì davanti a lui, feroce, esaltato. Mezza faccia coperta di sangue, che fluiva copiosamente dal taglio sul viso. A volte le reclute con cui si era allenato in passato si spaventavano scoprendosi imbrattate di sangue (spesso uscito da ferite da nulla), e Kiryll aveva imparato ad approfittarne... Ma qualcosa gli diceva che quell’avversario non era il tipo da impressionarsi per cose del genere.
    Non gli rispose, naturalmente.
    Considerò velocemente la situazione.
    Lo spadone? Giaceva nella cenere.
    Non sapeva quali altri trucchi conoscesse l’avversario, ma dell’arma non si doveva più preoccupare. Era azzardato tornare alla carica, ma del resto non aveva alternative. Il dolore al petto era bruciante, ma il ragazzo strinse i denti, e l’adrenalina del combattimento aiutò ad ignorarlo, per il momento.
    Scattò di nuovo in avanti, ancora rapidissimo, stringendo l’arma con ambo le mani, la punta rivolta all’indietro, lievemente verso il basso, e quando gli fu vicino vibrò un colpo obliquo verso l’alto, non mirato. Ma quello, per quanto rapidissimo e violento, non era l’attacco principale dell’offensiva.
    Subito, che fosse andato a segno o meno, avrebbe usato lo slancio del fendente per rivolgere la punta della spada dritta contro il petto di Michael, ed esplodergli un affondo diretto al petto. Sapeva di non poter penetrare la resistenza della pesante armatura, ma un colpo del genere, caricato di tutta la forza del suo corpo, dalle gambe, dalle spalle, dal busto, dalle braccia… concentrato tutto nello sterno, avrebbe dovuto avere comunque un devastante effetto contundente.
    Il cadetto aveva scelto di non risparmiare le forze: per quel poco che aveva intuito dell’avversario, gli sembrava che lo scontro non si sarebbe protratto a lungo, in un modo o nell’altro.

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    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico: ustione media al petto
    Stato mentale: concentrazione agonistica
    Energia: 40% [80% -20 -20]

    Azioni
    SLOT 1:Black out protettivo – consumo alto, difesa energetica.
    talvolta, durante i combattimenti, quando l’avversario gli rivolge un attacco particolarmente pericoloso, che Kiryll non riuscirebbe a contrastare con una semplice parata, il ragazzo riscontra uno strano fenomeno: per una frazione di secondo la sua vista si annebbia, ed in qualche modo l’offensiva viene deviata. L’impressione è come di un pesante drappo nero che cali sulla sua coscienza… e quasi di qualcun altro che prendesse, per lo spazio della reazione, il controllo del suo corpo. Dai racconti dei suoi compagni di allenamento, in questi momenti gli attacchi a lui diretti vengono contrastati come da una forza inspiegabile che si frappone fra lui e l’aggressore, e che si manifesta ai più attenti nel guizzare di un’ombra nerastra. Questa forza sembra poter fermare non solo gli attacchi fisici, ma anche gli assalti magici e psichici scagliati contro di lui.
    [Tecnica difensiva del Fighter/Avatar a consumo Variabile, istantanea, mista (fisica, mentale, energetica); 6 pt]

    Azione fisica: Attacco con la spada diretto al busto. Potenza complessiva media (potenziamento basso alla Forza + potenziamento basso all’Agilità del colpo)
    SLOT 2:Cuore, mente, braccio, spada – consumo alto, tecnica offensiva fisica: colpo di punta al petto.
    in oltre dieci anni di addestramento marziale (metà della sua vita) Kiryll ha imparato, nel combattimento, la via per aprire un canale diretto tra le sue energie interiori sepolte e la sua arma, che diventa così non solo un prolungamento del suo corpo, ma un ricettacolo di poteri distruttivi e micidiali. Ad ogni attacco può decidere di consumare un importo variabile di energia per rendere il proprio fendente più letale del normale.
    [Tecnica offensiva del Fighter a consumo Variabile, istantanea, fisica, singola; 2 pt]


    Recap:
    Kyrill prende in pieno il calcio, che lo spinge indietro, ma che anche grazie all’armatura non gli provoca un vero danno. Grazie alla passiva Voce del pericolo, che lo mette in guardia, si accorge deli Fire Bolts, e la tecnica difensiva Black out protettivo si attiva a costo alto assorbendo tutto il danno. Poi però non riesce ad accorgersi e a difendersi anche dall’attacco successivo, e si prende in pieno il danno medio della Killing Ember al petto.
    A questo punto, sfrutta il rimanente potere delle tecniche di potenziamento attivate lo scorso round, e dà un fendente (azione fisica) di potenza complessiva media al busto di Michael. Poi usa il secondo slot tecnica per un altro attacco con la spada con la tecnica attiva variabile Cuore, mente, braccio, spada, a consumo alto, un affondo di punta mirato al petto.

    Equipaggiamento:
    Flammandsvärd - L’arma per eccellenza di ogni Cavaliere del Nord è la “spada bastarda”, o a una mano e mezza: una lama più lunga del normale, la cui impugnatura permette di brandirla con la sola destra o con ambo le braccia. Ogni cadetto dell’accademia di Daltigoth viene perfettamente addestrato nella raffinata arte di questa lama versatile, micidiale in battaglia e al tempo stesso simbolo di status.
    Kiryll, in quanto rampollo di una delle famiglie più ricche e influenti di Najaza, cinge al fianco una versione ancor più rara e spettacolare di quest’arma, dalla lama interamente ondulata, in foggia di fiamma. Il fodero in cui riposa, di cuoio bruno decorato a motivi d'oro fiammeggianti, non tradisce l’aspetto scenografico della spada, che appare in tutta la sua magnificenza solo quando sguainata dal cadetto. [Arma da mischia a una mano e mezza; 1 pt]
    Brigantina - Un prezioso corpetto di lino e velluto blu notte dall’apparenza elegante, ma rivettato internamente con placche d’acciaio. La maestria nella sua realizzazione lo rende talmente comodo e piacevole a vedersi che il ragazzo lo indossa praticamente sempre, non solo in viaggio, ma talvolta anche in ambiente elegante, sopra alle vesti. Tuttavia, rappresenta anche una difesa eccellente da colpi di taglio o perforanti. Sul petto porta ricamato l’emblema della famiglia Gyllenstierna. [Protezione per il busto e la vita; 1 pt]


    Poteri passivi rilevanti:
    Aura misterica
    A prima vista Kiryll è un ragazzo assolutamente normale, per niente impressionante. Un viso che non si è ancora lasciato del tutto alle spalle i tratti infantili dell'adolescenza, occhi calmi, barba rasata. Atteggiamento quieto, più incline al silenzio che alla spacconeria. Fisico robusto da spadaccino, ma non un colosso. Eppure, la maggior parte delle persone che entrano in contatto con lui non possono fare a meno di sentirsi a disagio. C'è qualcosa in questo ragazzo che ha fatto rizzare i peli a più di un guerriero stagionato del Nord. Niente di spiegabile, niente a che vedere con un'ipotetica "calma inquietante" o "sguardo che mette a disagio". È più una sensazione animale, come se l'istinto mettesse in guardia da qualcosa di invisibile. Più di una volta il ragazzo ha scoperto con sua stessa sorpresa di poter intimidire qualcuno per convincerlo ad assecondare la sua volontà, anche se non se lo sarebbe mai aspettato. In combattimento i suoi avversari sono sempre sulle spine, nervosi, come se dovesse succedere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro. E questo non aiuta a concentrarsi su quello che effettivamente sta accadendo. [Passiva di Malia; 5 pt]

    Voce del pericolo
    Fin da che ha memoria Kiryll ricorda di aver sentito “i bisbigli”, tanto che inizialmente credeva fosse normale per tutti. Ben presto tuttavia ha capito che non solo non era così, ma che gli altri tendevano a vedere questa sua caratteristica come qualcosa di inquietante, così ha smesso di parlarne. Eppure – ha sempre pensato – non dev’essere una cosa cattiva: i bisbigli si fanno sentire solo quando il ragazzo si trova in pericolo. La prima volta che li ha sentiti stava giocando nella dispensa, e poco dopo da un anfratto è sbucato un grosso scorpione nero. Col tempo la sua familiarità con questo fenomeno si è affinata, soprattutto durante l’addestramento marziale: i bisbigli lo avvertivano ogni volta che, negli allenamenti contro più di un avversario, uno di questi lo stava per colpire alle spalle.
    In generale, qualunque sia la natura e l’origine del bizzarro fenomeno, la voce gli sussurra all’orecchio per avvisarlo di qualsiasi pericolo ed intento ostile nelle vicinanze di cui il ragazzo non sia già a conoscenza. Si tratta tuttavia di un avvertimento generico: non c’è modo di sapere da dove verrà la minaccia, né di che natura essa sia. [Auspex di Percezione dei pericoli; 5 pt]


     
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    Michael si accorse di un particolare, mentre la difesa di Kyrill si ergeva. Una patina nera, un fumo scuro. Familiare. Il suo animo, da semplice furia battagliera, risvegliò un ricordo non ancora totalmente dormiente. Quelle grida che si levarono dalla sua bocca furono quasi vuote, a quel punto. Il fuoco che avvampò attorno a quell'oscurità lo fece ritornare in sè, da quella specie di trance in cui era entrato. Non si fermò, il suo corpo che si governava da solo, mentre il secondo attacco andava a segno, forse perchè quel guscio era stato infranto, forse perchè non era stato in grado di accorgersi del secondo attacco ed aveva trattenuto quella difesa troppo presto.

    Le fiamme avvamparono sulla sua armatura, e per un attimo la figura di Kyrill si sovrappose con quella di una sua vecchia conoscenza. Digrignò i denti, stringendo i pugni, i guanti l'unica cosa in grado di proteggerlo dalle ferite di quella stretta frustrata. La sua mente, in quel momento, non era più sul duello. Sarebbe stato il suo errore più fatale, in quel frangente. Per molti motivi.

    Kyrill avrebbe sentito la sua lama trovare il bersaglio con tutte le sue offensive. Il primo fendente tagliò una delle piccole parti di tessuto dell'armatura, trovando le carni dell'Avatar, il suo fianco che grondò di sangue. Venne riportato alla realtà subito dopo, ma era già troppo tardi. Vide l'arma di Kyrill, tanto simile alla sua, dirigersi di punta verso il suo petto. Avrebbe provato ad attingere al suo potere, ma era troppo tardi. Di fronte a quest'offensiva, di nuovo un'immagine familiare si sostituì a quella del nobile. La punta, inaspettatamente, penetrò in piccola parte, aprendo un tagli sul petto del ragazzo, ma non abbrastanza per ferirlo gravamente. Non da sola. Ma l'attacco, la forza che aveva dietro, avevano completamente fatto il loro dovere. Lo sterno era completamente andato, venne sbalzato all'indietro sputando sangue. I danni interni erano ovvi.

    Cadde a terra, rivolto verso l'alto. Posò gli occhi sul cielo, il dolore penetrante che suonava come un campanello d'allarme. Dentro di lui, una rabbia furente stava montando. Un ringhio ferale uscì continuo dalla sua bocca, mentre si girava sul terreno, quasi senza forze. In quel momento, però, non si reggeva col fisico, era solo furia, volontà. Si alzò in piedi, barcollante. Il ringhio aumentò di intensità, sempre di più. Poi esplose in un ruggito bestiale, e la sua figura avvampò completamente. Fece un singolo passo in avanti, a fatica, il suo corpo che lasciò un'altra incredibile ondata di dolore. - Tu... - Il suo sguardo era a terra, sulla cenere che lui stesso aveva lasciato. Un altro passo, pesante, difficoltoso. - Devi... - Le fiamme diminuirono di intensità. Non perchè si stavano spengendo, ma perchè si stavano addensando sulle sue braccia. Lentamente, come serpenti, si congiunsero su di esse. Le mani guantate cinsero una palla di fuoco, sospesa fra le due estremità. Il calore era immenso. Levò il suo sguardo, incrociando quello di Nyx. Quello che aveva di fronte, ormai, non era il cadetto che aveva sfidato. Era il suo nemico mortale, colui che lo aveva affrontato, contro cui aveva perso. Adesso doveva solo fare una cosa. Ucciderlo. - MORIRE!

    Con le ultime forze, le sue braccia si lanciarono in avanti, accompagnate da quell'urlo. Eppure, tutte quelle energie, quella situazione, non era più in grado di reggersi, di sostenere il tutto. Cadde appena la palla lasciò il suo padrone, faccia a terra, appena in grado di spostare il volto per non cadere di faccia ma usando l'elmo. L'attacco sarebbe stato potenzialmente quasi letale, se solo fosse stato in grado di controllarlo. Quello che successe, invece, è che il colpo si fermò prima di Kyrill. Sarebbe stato fortunato, perchè quella palla sarebbe esplosa rilasciando un immenso calore, e un'onda d'urto potente. Se non fosse stato già tutto in cenere, quell'attacco avrebbe sortito lo stesso effetto.

    Un mugolìo uscì dalla sua bocca, a terra, ma ormai era incapace di muoversi. Anche l'unica parola che uscì dalla sua bocca a quel punto era troppo debole. - Merda. - Non avrebbe mai pensato di trovarsi in quella situazione, e non avrebbe nemmeno mai pensato di farsi sconfiggere da uno del genere. Inoltre, perchè proprio quel potere oscuro? Tutto, ma doveva perdere di nuovo da qualcosa del genere? Che legame aveva Kyrill con lui? Non avrebbe potuto chiederselo per molto, perchè le forze sarebbero venute a mancare di lì a poco, e le sue ferite l'avrebbero portato all'altro mondo, senza attenzioni mediche.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Riassunto: Michael viene debilitato. L'offensiva va a vuoto, al massimo sente il calore e l'onda d'urto ma non fa danno.

    Stato Fisico: Medio al volto, Medio al fianco, Alto al Petto.
    Stato Mentale: Quasi svenuto
    Energia: 70% - 40% = 30%

    Equipaggiamento:
    Prometheus' Armor [Armatura Completa; Resistenza Migliorata]
    L'armatura di Michael è forgiata da materiali superiori e con l'utilizzo delle fiamme divine di Vaelis, il suo mondo natale. La sua armatura ha assunto una resistenza maggiore grazie a questo trattamento, risultando superiore alle armature normali. D'altra parte, come incarnazione del Fuoco, il suo dovere era stare in prima linea nei combattimenti per il suo regno, quindi un'armatura in grado di resistere agli attacchi degli aspetti degli altri elementi era necessaria. È un'armatura che copre tutto il corpo, dove il metallo è dorato e le parti in tessuto sono di un rosso scuro. È progettata per offrire più resistenza possibile mantenendo perfetta mobilità.

    Sword of Ra [Flamberga; 1,70m]
    Insieme all'armatura, la fidata arma dell'Avatar del Fuoco è una flamberga, uno spadone a cui, durante la forgiatura, è stata modificata la forma per rendere la sua lama ondulata. La sua lunghezza complessiva è di un metro e settanta, quasi quanto il ragazzo. La lama costituisce gran parte di questa lunghezza, circa un metro e cinquanta centimetri. Resistente come la migliore delle armi della sua categoria, l'arma si è dimostrata una fedele compagna di battaglie. La lama dell'arma è colorata di varie sfumature di rosso, da uno più scuro dove si congiunge all'elsa ad uno più chiaro in cima, sulla punta di essa. L'elsa è completamente nera, sia le parti in metallo che il cuoio che la riveste e presenta una guardia a croce con una fiamma dorata disegnata al centro.


    Tecniche Utilizzate:

    Destruction Chapter: Killing Ember [Critico]
    L'Avatar del Fuoco usa le fiamme per evocare una piccola fiammella, delle dimensioni di circa quattro-cinque centimetri, che scaglierà contro il nemico. La fiammella potrà contenere più o meno energia, e se entra a contatto con il bersaglio esploderà causando danni maggiori quanta più energia vi sarà concentrata. [Offensiva Variabile Energetica; Istantanea; Singola]

    Abilità:Fire's Descendant [Power Up +50% Vel; Immortalità]
     
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6 replies since 10/2/2021, 15:36   94 views
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