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.A story of healing.Narrato - Parlato - Parlato Altrui - PensatoDati Tecnici - Scheda
Edited by S e v n - 10/2/2021, 16:58. -
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La dimora che prima appariva avvolta soltanto dal ritmico cicalio tipico delle campagne assolate, si animò di voci.
«Lynae?» si chiese una voce maschile, forse non del tutto adulta, dall'interno dell'abitazione.
«Qualcuno ti cerca, sorella!» disse invece una bambina dai lunghi capelli castani lasciati sciolti, affacciandosi alla finestra aperta e lasciando libera tutta la potenza della propria voce.
«Non siate sgarbati!» li rimproverò una terza voce, certamente di una donna adulto dal cipiglio autorevole, che aprì poi la porta alla nuova arrivata. «Benvenuta - disse con un sorriso accogliente - sei un'amica di mia figlia? Lynae è fuori a leggere, come sempre, ma dovrebbe tornare a momenti!»
La donna non dimostrava più di quaranta, forse quarantacinque anni, eppure doveva aver dato alla luce almeno tre figli, due dei quali sbirciavano adesso l'elfa da dietro la loro madre. La più piccola non poteva avere più di nove anni mentre l'altro era un ragazzino forse sui tredici.«Oh, ma tu guarda, eccola!» disse la donna, schermando lo sguardo con una mano per osservare oltre le spalle dell'elfa.
Dai filari ordinati di albiccocche, arrivavano chiacchierando un giovane di indiscutibile fascino vicino alla trentina e una ragazza incantevole, con i capelli raccolti in una treccia ornata da alcuni piccoli fiorellini dai toni chiari, così come il suo abito semplice ma grazioso.
Ella distolse lo sguardo dal suo interlocutore per portarlo verso l'ingresso di casa sua, dove si stava compiendo tutto il teatrino.
«Mi avete chiamata? - chiese ai familiari, ma il suo sguardo era per l'elfa - Vi abbiamo sentiti fin dal frutteto!»
Aveva in mano un libro, ma dal modo in cui lo teneva era impossibile leggerne la copertina. Forse lo stava leggendo al giovane che la accompagnava, o forse egli stava cercando di distoglierla dal farlo.
«Sì, cara, questa giovane ti stava cercando!»Lynae non seppe nascondere lo stupore e, forse, una lieve nota di lusinga: era evidente l'ammirazione che provava per l'ospite inaspettata.
«Cercava... me?» chiese, non sentendosi di meritare un tale privilegio. Le sorrise, però, cercando di metterla a suo agio - era ben consapevole che la sua famiglia numerosa poteva risultare ingombrante e chiassosa. «Volete entrare in casa, allora, o vi mostro la tenuta?»Energia: 100%
Passive degne di nota:
Incanto Delicato: la sua bellezza eterea e il fascino della sua figura hanno una componente mistica, che fa rimanere abbagliati coloro che per la prima volta ammirano Lynae e che portano spesso sguardi ammirati su di lei.
Cuore Generoso: la sua indole buona e premurosa la porta a comprendere con più facilità i sentimenti e le emozioni altrui.. -
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Lynae le sorrise, trovandola assolutamente adorabile ma impedendosi di metterla ulteriormente a disagio facendoglielo notare. Il suo desiderio di conoscerla e di farle delle domande ancora non le risultava chiaro, ma oltre alla curiosità e alla timidezza si faceva strada una piccolissima parte di lusinga. Annuì in direzione della fanciulla.
«D'accordo, allora - si rivolse poi al giovane uomo che l'accompagnava - continueremo la lettura delle poesie un altro giorno, fratello.»
«Non vedo l'ora - disse egli con evidente sarcasmo, per poi proseguire con ancor più evidente galanteria rivolgendosi a Medea - vi sono debitore, Medea.»
Dopo essersi guadagnato un'occhiataccia dalla sorella, proseguì verso quelle che dalle dimenzioni e dalla struttura sembravano le stalle dei cavalli.
«Venite, vi faccio strada.» disse Lynae, mentre sua madre faceva rientrare i fratellini curiosi.
Lynae prese un vialetto che in lieve pendenza proseguiva attraverso il fruttero, verso i campi coltivati a grano, ancora verdeggianti.
L'atmosfera qui era sicuramente più silenziosa e bucolica, punteggiata da farfalle variopinte e narcisi selvatici. Era una natura dominata e imbrigliata dall'attività umana, ma non per questo priva di fascino.
Era una giornata soleggiata e la frescura degli alberi era piacevole. Un gatto dal manto arancione e l'aria amichevole si unì presto alla passeggiata, dapprima strusciandosi alle gonne di Lynae e poi tentando un approccio con Medea, annusandole le vesti.
«Vi prego di scusare l'atteggiamento di mio fratello Necthan. Tra noi tutti è il maggiore, ma talvolta sembra dimenticarlo!»
Sorrise, ingentilendo il rimprovero. Sembrò poi incerta su come proseguire.
«Lui è Pesca, a proposito - disse infine, alludendo al gatto - e io sono Lynae Renehan, per quanto forse le presentazioni da parte mia siano ormai tardive e inutili...!»
Rise appena, timidamente e arrossendo, perdendosi poi a giocare con un boccolo che sfuggiva alla costrizione della treccia.
«Posso chiedervi che cosa vi ha spinto a cercarmi?»Energia: 100%
Passive degne di nota:
Incanto Delicato: la sua bellezza eterea e il fascino della sua figura hanno una componente mistica, che fa rimanere abbagliati coloro che per la prima volta ammirano Lynae e che portano spesso sguardi ammirati su di lei.
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L'imbarazzo si fece spazio anche in Lynae, facendole abbassare lo sguardo sull'erba. Sentiva di aver fatto qualcosa di importante per se stessa, per il villaggio e per coloro che alloggiavano nell'ospedale, ma mai avrebbe sperato di far parte di una storia, per altro una che volentieri avrebbe letto e che l'avrebbe appassionata. Sentiva però nei confronti dell'elfa un'affinità, una comunione di interessi e di spirito che le impediva di cedere del tutto alla timidezza e alla modestia.
Le sorrise apertamente, tornando a guardarla con una riconoscenza sincera:
«Sono felice che il mio... il nostro piccolo ospedale abbia colpito il cuore di qualcuno al punto da volerne scrivere - non fece accenno a se stessa, non ne sarebbe stata in grado - mi fa piacere che vogliate saperne di più.»
Prese una pausa, forse per misurare parole e mettere in fila pensieri, e sollevò il gatto da terra per tenerlo graziosamente tra le braccia. Lo indirizzò anche verso l'inaspettata ma gradita ospite, offrendolo alle carezze se mai avesse voluto indugiarvi.
Negli occhi di Lynae, che riflettevano con quella luce il colore dei fiordalisi, passavano scene ed immagini che ancora non osava tramutare in parole.
Mentre camminavano, superarono i filari alberati per giungere in cima a una bassa collinetta, da cui si godeva comunque di un delizioso panorama sulla valle, sul ruscello poco distante e sui campi dall'aria soffice e profumata.
«L'ospedale è sorto da pochi anni, in effetti. Per me è stato un modo di risollevarmi dopo un evento molto doloroso. Una via per me per rinascere e continuare a ricordare, nel migliore dei modi.»
Il sorriso di Lynae si velò di malinconia, forse di dolore, ma non svanì. Qualunque fosse il ricordo che le sfiorava i pensieri, doveva avere una componente maggiore di tenerezza rispetto al risentimento o al rimpianto.
«L'idea è stata mia, è vero, ma senza l'aiuto della mia famiglia e di tutta la comunità non avrei potuto né saputo realizzarla. Il villaggio intero, i miei fratelli e i miei genitori mi hanno aiutata a rimanere ancorata alla vita - sospirò appena - perdonatemi, ho appesantito la conversazione. Spero di non avervi intristita...»
Dal tono e dall'espressione era evidente che la speranza fosse sincera. Cercò subito di alleggerire il tono e il tenore del suo parlare.
«Non so se lo avete già visitato, ma non ci sono soltanto malati e feriti: vi ospitiamo anche orfani e pellegrini, e chiunque abbia bisogno di conforto e riposo. Aiutare gli altri non mi è mai stato di peso, anzi, lo trovo di enorme sollievo.»
Detto questo, Lynae posò a terra il gatto, che bramava la libertà di correre dietro a mosche e moscerini, e tornò a camminare con passo più sostenuto verso una direzione che appariva adesso decisa.
«Voglio mostrarvi una cosa.» disse con una ritrovata risolutezza.
Aveva avuto un'idea, un guizzo improvviso e lontano dalle parole quasi di circostanza pronunciate poco prima, e che sembrava emozionarla.Energia: 100%
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Lynae prese dunque a camminare velocemente, quasi a correre, scorgendo nell'altra un entusiasmo che in parte condivideva. Non le era sfuggito il suo sguardo commosso e riusciva a percepire nell'elfa un'anima sensibile che certamente avrebbe accolto la sua storia con il dovuto rispetto e l'adeguata delicatezza.
«La mia è una famiglia molto numerosa, i miei hanno avuto altri sei figli oltre a me - disse, con il fiato corto per l'incedere spedito che la obbligava a fare una pausa - quando ero più piccola i miei fratelli maggiori mi lasciavano giocare con loro e con i loro amici e coetanei. Avevano paura che mi facessi male, certo, ma... ho curato più io le loro ginocchia sbucciate di quanto loro abbiano dovuto aiutare me!»
Rise appena, mentre il ricordo in lei mutava in un amico fidato, con cui era piacevole avere a che fare. Era felice di parlarne, soprattutto a un'interlocutrice tanto dolce.
«Vedi quel ciliegio laggiù? - disse indicandolo, usando con naturalezza la confidenza del "tu" - era la nostra tana, mia dei miei fratelli... e di Ethan. Giocavamo a far finta di essere padroni di castelli o esploratori straordinari... a volte anche pirati!»
Si avvicinò poi più lentamente al grande albero, che doveva aver visto ben più eventi delle due fanciulle, tradendo in viso una forte emozione.
Il ciliegio troneggiava solenne in mezzo al grano, come un baluardo, una roccaforte in un terreno aperto. Vi era ancora appesa a un grosso ramo un'altalena non troppo alta da terra e sulla corteccia, come nel più romantico dei racconti, vi erano incise due iniziali: L ed E.
«Venivamo spesso qui, quando le giornate erano rese più brevi dalle mille avventure da vivere e da inventare.»
Osservò l'altalena, ma non vi si sedette. Con un gesto lasciò intendere all'elfa il permesso di farlo, se avesse voluto. Lei invece si adagiò sull'erba, poco lontana da essa, e la sfiorò con il palmo perdendosi per qualche istante nei suoi pensieri. Il gatto le balzò prontamente in grembo e in breve tempo divenne l'oggetto delle sue carezze.
«Già allora avevo la capacità di curare e di creare piccole luci capaci di affascinarli tutti e tre, ma... crescendo dovetti ammettere che le attenzioni di Ethan erano quelle che più desideravo.»
Arrossì, diresse uno sguardo ben eloquente a Medea, ma poi la timidezza le fece abbassare gli occhi e chiudere le labbra.Energia: 100%
Stato fisico: illesa
Stato mentale: in lieve imbarazzo, emozionataTecniche utilizzate: -
Passive degne di nota:
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Di tutto si sarebbe aspettata, ma non di certo una risata. Lo trovava buffo o ridicolo? Di sicuro comprese di essere diventata più forte: una simile reazione, qualche anno prima, l'avrebbe gettata nello sconforto. Si sarebbe forse sentita molto più in imbarazzo anche adesso, se non fosse stato per le parole che l'elfa pronunciò in seguito e che la riportarono verso la ragione.
«Desiderare le attenzioni di altri non è mai qualcosa di cui vergognarsi. In cinquant'anni ho avuto circa una decina di persone nella mia vita... Uomini e donne, in realtà.»
Non avrebbe mai e poi mai attribuito un'età simile alla fanciulla dall'aria giovanile che le stava di fronte, ma la longevità era certamente una caratteristica da non trascurare. Certo lei doveva vedere in maniera diversa lo scorrere del tempo, le relazioni e persino la loro perdita. La caducità della vita era una prerogativa umana. In quel momento, però, Lynae non seppe provare invidia, così come invece ammetteva di fare Medea: non avrebbe mai potuto desiderare di sopravvivere per troppo tempo ai suoi affetti più cari, né avrebbe voluto per sé decine di persone. Il suo sogno era ben diverso. Desiderava un compagno che l'accompagnasse in tutta la sua - si ritrovò a pensare - breve vita, che sapesse rendere ogni giorno emozionante come un'avventura e che condividesse il suo amore verso la vita stessa. Non si era mai posta la domanda se questa persona potesse essere anche una donna, e il pensiero la fece arrossire vagamente, ma dovette rimandare l'argomento.
I gesti e le parole di Medea l'attrassero e la catturarono completamente: da avida lettrice qual era, non fu difficile affascinarla. Guardò le dita di Medea muoversi sulle pagine e provocare un incanto che lasciò aperte le le belle labbra di Lynae in uno stupore infantile, ingenuo e puro.
«Oh...» mormorò, incapace di dire altro, mentre sbirciava sporgendosi le parole e le illustrazioni comparire nel libro.
Ciò che successe dopo le fece invece dubitare dei propri occhi. Un'esclamazione sonora e incantata le sfuggì dal petto, facendo scappare il gatto qualche metro più in là.
«Non è possibile...!» eppure lo era: due corvi si erano staccati dal libro ed adesso si libravano in aria, attirando lo sguardo tanto di Lynae quanto di Pesca, con ben diverse intenzioni.
La ragazza permise al bel corvo bianco di poggiarsi sulla suo braccio, porgendoglielo come un invito.
«Sono meravigliosi!» rispose infine all'elfa, rivolgendole un sorriso tanto sincero quanto emozionato «ma come hai fatto? È incredibile! Incantevole! No Pesca non si mangiano, stai lontano!»
Rise, tenendo il gatto a distanza, più per paura che venisse beccato che per timore verso i due volatili. Pesca era un gran giocherellone, ma non era certa che avrebbe avuto la meglio contro i corvi.
Erano davvero reali? Era riuscita a riprodurre delle illustrazioni, a farle librare in volo? In un istante realizzò quanto avrebbe abusato di un potere simile, se fosse stato suo, e fece fatica a non scoppiare a ridere.
«Posso accarezzarlo...?» chiese, avvicinando due dita al capo dell'uccello, senza però portare a termine il gesto senza il consenso dell'animale e della padrona.Energia: 100%
Stato fisico: illesa
Stato mentale: ammirata e divertitaTecniche utilizzate: -
Passive degne di nota:
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Iniziava di nuovo a sentirsi a suo agio, dopo quel breve momento di imbarazzo, e il gesto di estrema confidenza e complicità le rese l'elfa ancor più simpatica, e un po' le ricordò i suoi piccoli orfanelli che tanto amavano sussurrarle segreti.
«Lo credevo anche io, se vuoi saperla tutta» non ne dubitava: che fosse l'elfa a scaturire la magia o che fosse il libro esso stesso magico, poco cambiava. Era straordinario.
Accarezzò lievemente il corvo bianco, quasi temendo di vederlo svanire sotto le sue dita. Si meravigliò nel sentirlo assolutamente corporeo, del tutto reale.
«Dentro di sé ha molte, se non tutte, le storie del mio mondo. Le ricordo tutte a memoria.»
«Impressionante - rispose Lynae senza alcuna ironia - saresti certamente amata dai bambini, quando chiedono la fiaba della buonanotte!»
Non poté comunque non pensare alla pericolosità di tale potere: conoscere ogni storia poteva farti perdere la percezione della realtà, per non pensare a quanto avrebbe rischiato nel rivelare segreti alle persone sbagliate. Non seppe e non volle comunque turbarla con pensieri che, immaginava, non potevano nemmeno sfiorarla.
«Per esempio, loro sono servitori fedeli di un dio.»
L'elfa si alzò e il corvo lasciò il braccio di Lynae per volare sulla di lei spalla. Il fedele gatto rossastro balzò rapidamente sul grembo di Lynae, a ribadirne il possesso e a ricercarne l'affetto.
Ascoltare i racconti di Medea era piacevole, quasi solenne: non avrebbe saputo dire se fossero da incolpare i due corvi o l'aria sicura con cui narrava la storia di Odino, ma in quella visione vi era qualcosa di mistico, di etereo. Lynae pensò che se mai le storie avessero potuto prendere vita e trasformarsi in scene, così sarebbero apparse. Forse, però, nemmeno i teatri di Lafiel avrebbero potuto ospitare uno spettacolo tanto bello.
«Due animali così semplici, eppure sono messaggeri divini. Ti soffermeresti mai a guardare un corvo?»
Avrebbe risposto di sì, ma non era quello il momento di parlare e si rese conto che, al mondo, vi erano pochi come lei che traevano tanta gioia nell'osservare la natura e nel vivere a stretto contatto con essa. Per lei non vi era meraviglia alcuna nello scegliere degli animali così semplici come messaggeri divini: la semplicità era sottovalutata fin troppo spesso.«Ti piace questo genere di storie, Lynae?» le venne chiesto infine.
Lynae annuì, poggiò il gatto sull'erba e si alzò per riprendere a passeggiare.
«Molto - affermò sorridendo - fin da bambina sono una vorace lettrice, e sto cercando di trasmettere questa passione anche ai miei fratelli più piccoli. Credo che nelle storie si possa trovare molto: insegnamenti, emozioni, viaggi che non si è in grado di fare altrimenti, avventure... non potrei vivere senza. Prima che arrivassi, ad esempio, stavo cercando di leggere delle poesie a mio fratello, che però preferisce di gran lunga la spada alla pagina scritta.»
Sospirò, ma senza biasimarlo: sperava per lui un avvenire luminoso, di vederlo gareggiare a Taldor, magari.
«Sogno spesso di essere la protagonista di quei racconti: coraggiosa, avventurosa, in una storia romantica e turbolenta - rise - ma poi mi rendo conto che forse la mia vita tranquilla non è così male, e che qui c'è troppo bisogno di me perché io ceda al desiderio di esplorazione e grandezza che talvolta affoga il mio cuore. Mi mancherebbe casa, mi mancherebbero i miei orfanelli, e anche le mie certezze. Però chissà, forse, un giorno... per adesso la vita che faccio è ciò di cui ho davvero bisogno. Le mie radici sono troppo profonde perché io possa estirparle senza farmi male. La mia è una storia semplice, ma in fondo... sono solo all'inizio. Chi può sapere come andrà a finire?»
Rise e prese sottobraccio Medea, stringendola appena a sé, con delicatezza.
«La tua presenza qui mi fa già sentire parte di una di quelle storie fantastiche, piene di magia e di creature straordinarie!»Energia: 100%
Stato fisico: illesa
Stato mentale: tranquilla, vagamente sognanteTecniche utilizzate: -
Passive degne di nota:
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Sentendola irrigidirsi, Lynae allentò la presa sul suo braccio fino a lasciarla scivolare via con naturalezza. Non aveva intenzione o motivo di volerla far sentire a disagio.
Ascoltò i suggerimenti di Medea e annuì:
«Ha letto i miei romanzi cavallereschi, in effetti. Sono certa che gli piacerebbe qualcosa scritto di tuo pugno» il tono era gentile ed altrettanto sincero. Se avesse saputo che era stato scritto appositamente per lui dalla bella elfa, suo fratello ne avrebbe fanto un vanto e lo avrebbe imparato a memoria.
Parlare di libri le aveva fatto abbassare ogni barriera: era per lei pane quotidiano, ogni libro lo considerava un amico fidato e di vecchia data.
Fu forse anche per questo che rimase di sasso all'ultima, maliziosa domanda di Medea.
«Co-come? - balbettò arrossendo fino alle orecchie - n-no, non ho mai le-letto niente di simile e non ho intenzione di farlo!»
Si rese conto di aver risposto alzando ridicolmente il tono di voce, ma sperò di non sentir ridere la sua interlocutrice: era già sufficientemente in imbarazzo così.
Che fosse per gli elfi un argomento come un altro? Per lei non lo era di certo. Non vi era nulla di più intimo e delicato.
Sperò che la scrittrice non volesse raccontarle niente del genere e, per scongiurarlo, andò avanti.
«Non fraintermi, so che esistono... certi libri, ma non fanno per me. Non voglio conoscere l'amore su carta prima di averne avuto uno in carne e cuore. Le pagine possono bruciare, se scritte con fervore, ma mai quanto un amore vero.»
Non era infatti soltanto pudicizia, la sua, ma una vera e propria risoluzione. Non tutto è più bello nei romanzi, dopotutto. Non aveva avuto il tempo di imparare tale bellezza con Ethan e non intendeva gettare un simile valore tanto facilmente.
«A me piacciono - prese un bel respiro nel tentativo di calmarsi - le leggende, sopratutto. I grandi amori tormentati che danno origine a qualcosa di ancor più meraviglioso, o anche gli amori tragici. In generale apprezzo molto quando la protagonista è una donna, mi aiuta molto ad immedesimarmi...»
Lynae prese di nuovo la via verso i frutteti, cercando frescura e riparo. Camminando afferrò un'albicocca da un ramo e iniziò a mangiarla senza prestarvi molta attenzione.
«Quali sono, invece, le tue storie favorite?»Energia: 100%
Stato fisico: illesa
Stato mentale: agitata, in imbarazzoTecniche utilizzate: -
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Cuore Generoso: la sua indole buona e premurosa la porta a comprendere con più facilità i sentimenti e le emozioni altrui.. -
.A story of healing.Narrato - Parlato - Parlato Altrui - PensatoDati Tecnici - Scheda.