Endlos Realm GdR - Gioco di Ruolo Fantasy by Forum

Posts written by The Unspeakable One

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    Giocata: Unspeakable Oath
    Conto Pg coinvolti: Vares, The Unspeakable One
    Eventuali gilde coinvolte: /
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    { Carcosa }
    Vares

    Il suo adepto era smanioso di sradicare la gramigna germogliata nell’eden tanto agognato da chi possedeva il lignaggio degli eoni. Il Re apprezzò la sua brama di adempiere all’Antico Volere, perciò iniettò nella sua fragile corteccia cerebrale tutte le nozioni di cui necessitava.

    Questo mondo chiamato Endlos è diviso in Presidi, ciascuno dotato di un nido principale dove falsi regnanti si susseguono per sovrintendere il fazzoletto di terra concesso loro dal dio fasullo noto come Lord Aeon.

    Mostrò a Vares l’alternanza di casate, dittature, anarchie e reggenze in ciascun Presidio, susseguitesi nei secoli per tentare d’imbrigliare una dimensione soggetta ai capricci del Maelstrom e pertanto fuori dalla portata di creature tanto primitive.

    L’Araldo dell’Abisso si sta occupando di quattro insetti in particolare che ebbero la tracotanza di ergersi contro di lui, tuttavia permangono altre nullità che presto oseranno opporsi al Ciclo Innaturale – cercale tra le onde del mare e sotto le dune del deserto: le riconoscerai poiché brandiscono impunemente poteri che appartengono alla sola progenie del Caos.

    A quel punto l’Innominabile squarciò il tessuto dello spazio,
    creando un varco di collegamento col semipiano.

    Ora procedi, mio simulacro: i miei Glifi guideranno i tuoi passi. Un giorno potrai far ritorno nel mio Regno, quando all’estremo orizzonte riconoscerai il mio crepuscolo.

    E quando l’eterno tramonto binario di Carcosa sarebbe riemerso dal Void,
    il Re avrebbe infine riscosso il suo tributo di terrore.

  3. .

    { Carcosa }
    Vares

    A Carcosa le menti non si sgretolavano con traumi improvvisi, bensì mediante la graduale e costante erosione del raziocinio e di ogni senso di appartenenza. Chi approdava nella Città del Tramonto Eterno perdeva se stesso per riscoprirsi parte dell’unica Corte regale che avesse senso servire – quella di un Re vestito di stracci dorati che dominava una realtà instabile e al tempo stesso definitiva.

    L’Innominabile assistette all’inchino del proprio simulacro e il suo intero dominio parve prostrarsi seguendo l’esempio del nuovo adepto: le rovine aliene collassarono come stelle implose, cedendo il posto ad un baratro sconfinato affacciato su di un vortice tempestoso e incommensurabile. Il discorso telepatico che stava per esondare dalla psiche abissale si sarebbe cristallizzato nel cervello del servitore con termini oltremodo approssimativi per la mole di oscuri presagi di cui era impregnato.

    Esiste un mondo al centro del Gorgo Pandimensionale, una delle innumerevoli dimensioni vassalle da cui il mio Regno riscuote i suoi tributi.

    Il Re era l’unico punto fisso di quella visione turbinante, tanto che Vares avrebbe trovato equilibrio solo nell’orbita del suo signore. Sotto di loro s’intravedeva l’occhio del ciclone e il mondo ivi contenuto, ricettacolo d’infinite possibilità plasmate dalle correnti della Tempesta.

    L’Araldo dell’Abisso si è manifestato in questo semipiano dimensionale e pertanto è nostro dovere onorare la Volontà di cui è latore: il Ciclo Innaturale di cui siamo parte dovrà includere anche la singolarità del Maelstrom e gli autoctoni esseri inferiori non dovranno rallentare il Suo operato.

    D’un tratto al centro del turbine spazio-temporale s’innestò un’abbagliante sagoma nera: si potevano distinguere gradualmente nugoli di sgorbietti scimmieschi che pullulavano disordinatamente intorno al nume attecchito in quelle terre.

    Questi insetti brulicano sopra e sotto la terra, organizzandosi in nidi e sviluppando caste che potrebbero intralciare il Messaggero del Caos. Schiacciarli tutti sarebbe controproducente per il Ciclo, perciò ti ho plasmato anche a loro somiglianza affinché tu possa inserirti nelle loro colonie per sviarli dall’interno.

    La visione si fece più nitida e mostrò vari stralci di quella realtà: organizzazioni comandate da patetiche eminenze grigie, ciurmaglie che millantavano il controllo sui figli degli abissi, e altri microbi leggermente più evoluti rispetto alla moltitudine di amebe informi che prolificavano in quell’ambiente fertile.

    Le vie che puoi percorrere sono molteplici, ma tutte ti condurranno all’unica inesorabile destinazione voluta dal Caos Primigenio.

    Perché se anche qualcuno di quei germi avesse infine intuito l’imminente catastrofe,
    sarebbe stato sempre troppo tardi per porvi rimedio.

  4. .



    { Carcosa }
    Vares

    Carcosa era una feroce meraviglia di equivoca bellezza e di grandiosità eterea. Chi si fregiava di logica e razionalità non sarebbe mai riuscito a comprenderla, e l’avrebbe anzi trovata disturbante e stomachevole… ma chiunque vi restasse abbastanza a lungo scopriva di non poterne più fare a meno.

    Carcosa era in perenne mutamento, tanto che la sua struttura urbana - o quantomeno la percezione di quest’ultima - si scomponeva e si riassemblava ai margini dello sguardo. Spaziando con la vista si aveva la sensazione che il paesaggio non fosse mai identico a come lo si era lasciato un istante prima: in un battito di ciglia i mattoni ammuffivano, i lastricati mutavano in granito, le palizzate diventavano pareti, le porte svanivano oppure erano sostituite dalle arcate. Non distogliere gli occhi era l’unico modo per stabilizzare un elemento architettonico, a discapito però di tutto quello che si trovava oltre la propria visione periferica: focalizzandosi col paraocchi su di un cancello si poteva mantenerlo intatto, ma il suolo alle proprie spalle poteva sgretolarsi in un dirupo nel silenzio tombale.

    Carcosa custodiva segreti, celati nella sua mutevole follia e sussurrati da una sagoma vestita di stracci. Il mormorio si trascinava fino ad insinuarsi nella mente, ammorbando i pensieri di suadenti parole destinate ad un solo interlocutore.

    Mio simulacro, il giuramento è compiuto.

    Un cuore era stato cavato e un nuovo adepto si era consacrato al Re.
    Non restava che scoprire quale sarebbe stata la sua missione
    e quale via avrebbe dovuto percorrere.

  5. .

    Si trovava ritto sulla volta rocciosa di quel nido sotterraneo, insensibile a quella legge universale che vorrebbe schiantare a terra ogni peso. La sua presenza era tanto aliena da trasmettere un totale senso di estraneità, eppure al contempo pareva quasi che appartenesse a quell’anfratto di mondo – come se fosse stato lì in agguato fin dal principio, in attesa di riscuotere quanto gli era dovuto.

    Si occupò delle formiche che brulicavano intorno alla sua libagione infondendo nuova linfa al Glifo Aureo, impresso da secoli sul cranio di quello sfrontato omuncolo che aveva osato ostacolare la sua apoteosi. Lo spirito riottoso soffrì la giusta pena per l’antico crimine contro il sovrano, impedendo inoltre a tutti quegli insetti indegni di posare lo sguardo sulle regali vesti composte da stracci dorati: l’emblema ardente rappresentava la sola cosa che i presenti erano autorizzati a contemplare, così da permettere all’entità di strisciare indisturbata verso quel bizzarro soprammobile sonoro in cui il tracotante Lich aveva celato la propria anima – sottraendola anzitempo al posto che le spettava nella Corte del Re Aureo.

    Recuperò il filatterio e lo inglobò nel groviglio ripugnante che celava sotto i logori cenci. Così com’era apparso, l’araldo dell’Innominabile svanì attraverso la membrana quantica, ripercorrendo a ritroso la via iperdimensionale tracciata appositamente per lui. Una volta rimosso il filatterio, il simulacro di Wilhelm si sarebbe sfaldato mantenendo l’espressione disperata di chi contempla l’ineluttabilità di un destino privo di scampo.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: ???
    Energia: 100 – 80 = 20%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy
    Ho contemplato qualcosa che non dovrebbe esistere: qualcosa di estraneo, alieno e inconcepibile. Un surreale abominio che piega le leggi della realtà per com’è intesa dai comuni mortali. Nessuno sa da dove sia giunto - se sia un rigurgito del Maelstrom o un’anomalia autoctona di questo mondo - né che cosa sia veramente: le appendici tentacolari che talvolta straripano dai suoi cenci d’oro seguono i dettami di una geometria a me ignota. La conformazione di quei criptici barbigli non gli ha comunque impedito di strisciare sul soffitto, per poi sgusciare agilmente alle spalle del mio scudiero e strangolarlo senza pietà coi due prolungamenti più estesi.
    [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence
    Fissando il vuoto mi sono sentito impotente al suo cospetto. La sola vicinanza di quell’essere mi ha fatto dubitare del mio raziocinio. Non potevo accettare ciò che stava succedendo, dovevo svegliarmi subito da quell’incubo. Pizzicarmi nervosamente la pelle fino a sanguinare non è bastato a far smettere quella colata di metallo fuso nel mio cervello. Quando sono rinvenuto dallo stato catatonico ho preferito negare l’accaduto, anche di fronte ai cadaveri e alla scia di miseria che si era lasciato alle spalle. Era stata solo un’orribile allucinazione… niente di più.
    [Aura di alienazione]

    Golden Glyph
    L’icona dell’Innominabile è una triscele deforme e repellente, con cui in breve tempo ha inquinato gli angoli più frequentati del Presidio, riuscendo al contempo a celarla agli sguardi coscienti. Il Glifo Aureo si rivolge infatti al subconscio, come un messaggio subliminale occultato nei luoghi più disparati: tra gli incastri delle fronde nella foresta boreale, nella foschia che risale le pendici montuose, perfino sull’acciottolato delle piazze in cui gli ignari popolani subiscono una prolungata esposizione al simbolo. Una volta familiarizzate le masse con un tappezzamento tanto pervasivo, l’attivazione del marchio provoca una risposta morbosa negli astanti, che si scoprono mentalmente assuefatti al suo fascino magnetico – come se un paraocchi etereo impedisse loro di rivolgere l’attenzione sul resto del mondo.
    [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza (usata a consumo critico x2)]

    Riassunto: La vostra inazione nei confronti del filatterio vi ha fatto perdere istanti preziosi, permettendo a qualcun altro di (ri)appropriarsi dell’anima di Wilhelm. La malia che catalizza la vostra attenzione sul Glifo Aureo è di entità pari a un doppio critico. La figura dorata svanisce attraverso lo stesso passaggio da cui è fuoriuscita (apparentemente generato dalla bussola di Faust), che infine si richiude alle sue spalle.

    L’ultima scadenza è fissata a Martedì 9 Luglio
  6. .

    La creatura si rivelò tanto resiliente quanto avventata: invece di desistere dalla propria furia predatoria dinanzi ad un’anomalia che nulla aveva di commestibile, il reietto cercò di cibarsi di materia aliena tossica e incompatibile con la sua biologia. L’avatar dell’Innominabile non cercò di proteggere ulteriormente la propria integrità materiale, poiché già aveva preventivato di cambiare il proprio recipiente danneggiato nel prossimo futuro. Ciò che invece eseguì fu un secondo passaggio di lembi affilati, insistendo sulla ferita già aperta per completare la decapitazione.

    In caso di successo si sarebbe risollevato dalla neve con movenze inumane, piegando giunture su cui nessun umanoide avrebbe potuto fare perno. Liquami insalubri sarebbero colati dalle sue vesti, macchiando il suolo con tinte innaturali, a testimoniare che anche un orrore poteva sanguinare – a modo suo.


    Stato fisico: danni di entità media a: zona ventrale, zona rostrale e zona craniale
    Stato mentale: imperscrutabile
    Energia: 80 – 10 = 70%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence [Aura di alienazione]

    Golden Glyph [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate:
    Tattered Lash
    L’abominio va soppresso, ora o mai più. Dentro di me so di star conducendo i miei uomini verso morte certa, ma non appena ordino la carica una sorta di tenue speranza offusca quell’inquietudine: noi siamo un centinaio, lui è da solo… possiamo farcela. Purtroppo una doccia gelida di disillusione mi riporta subito alla realtà, non appena i lembi delle sue vesti si estendono per metri, assumono la consistenza di lame metalliche e decapitano con agghiacciante disinvoltura la prima fila del plotone.
    Consumo: variabile (usato a medio)

    Riassunto: Cerca di concludere la decapitazione dell’assalitore con un ulteriore consumo medio. In caso di successo si rialza e si accoda al gruppo.
  7. .

    Una radura pregna di fetore cadaverico rivelò la presenza di tre predatori intenti a cibarsi di carcasse smembrate. L’odore di sangue fresco attirò la loro attenzione, portandoli ad aggredire chi stava transitando nel loro territorio di caccia. Il buio notturno non consentì al Re Aureo di scansare l’aggressore, che si gettò su di lui senza esitare dinanzi alla sua aura inesplicabile e fondamentalmente sbagliata: forse la fame istintiva di queste creature stava aggirando ogni sorta d’istinto di auto-conservazione.

    Gli artigli del necrofago non affondarono nella carne ma in un groviglio vischioso e purulento, la cui consistenza aliena avrebbe suscitato ribrezzo anche al più famelico dei mostri. L’ammasso mucoso si rapprese per impedire che l’affondo lo trapassasse da parte a parte, bloccando le grinfie nemiche poco oltre la patina melmosa celata dai suoi cenci dorati. Sfruttando lo sbilanciamento dell’aggressore, proprio un lembo dei suoi stracci avrebbe cercato di coglierlo di sorpresa, calando come una ghigliottina di stoffa affilata sul collo della creatura umanoide per tentare di decapitarla.


    Stato fisico: danni di entità media alla zona ventrale
    Stato mentale: imperscrutabile
    Energia: 100 – 10 – 10 = 80%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence [Aura di alienazione]

    Golden Glyph [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate:
    Legendary Resistance
    Ormai abbiamo tentato di colpirlo con tutto ciò che avevamo: lame, dardi infuocati, talismani purificatori, qualcuno deve aver perfino cercato di violare la sua mente; purtroppo pare essere resiliente a qualsiasi attacco. Sono terrorizzato dalla prospettiva che sia stato tutto vano, che queste giovani vite sacrificate dalla mia scelleratezza non abbiano mai avuto un briciolo di possibilità d’intaccarlo. Ad ogni fendente sviato e ad ogni fiammata estinta un presentimento si è insinuato fin nel midollo: è possibile che stia affrontando soltanto l’ombra proiettata da qualcosa di ancor più mastodontico?
    Consumo: variabile (usato a medio)

    Tattered Lash
    L’abominio va soppresso, ora o mai più. Dentro di me so di star conducendo i miei uomini verso morte certa, ma non appena ordino la carica una sorta di tenue speranza offusca quell’inquietudine: noi siamo un centinaio, lui è da solo… possiamo farcela. Purtroppo una doccia gelida di disillusione mi riporta subito alla realtà, non appena i lembi delle sue vesti si estendono per metri, assumono la consistenza di lame metalliche e decapitano con agghiacciante disinvoltura la prima fila del plotone.
    Consumo: variabile (usato a medio)

    Riassunto: Smorza i danni con una difesa fisica a consumo medio e poi cerca di decapitare l’assalitore cogliendolo alle spalle con una tecnica fisica a consumo medio.
  8. .

    Il sentiero s’inoltrava nella foresta boreale, titillando i viandanti con vibrazioni delicate che premevano delicatamente i giusti tasti dell’encefalo, inducendo il sistema motorio a proseguire in traiettoria circolare fino a tornare inevitabilmente al punto di partenza. Un’intromissione tanto blanda sarebbe scivolata addosso alla psiche abissale senza sortire alcun effetto, tuttavia l’araldo di quest’ultima era ancora ad uno stadio incompleto: non era che un Re vestito di stracci a malapena capace d’incanalare una frazione infinitesima del potere dell’Antico.

    Giunto al bivio esitò insieme all’umanoide, ma uno strattone psichico carico di menzogne lo riscosse dal dilemma, permettendogli di calcare il manto nevoso a sua volta. Al suo passaggio avrebbe lasciato un Glifo Aureo su ogni corteccia, incidendo ciascuna triscele deforme in un battito di ciglia. Mentre l’emblema dell’Innominabile lambiva i vegetali suscitando un silente raccapriccio in quell’angolo di taiga, il Re si concentrò per rintracciare un richiamo del subconscio ben più profondo di qualche nota estraniante – una forza magnetica proveniente dal lontano occidente che riverberava nel caotico tessuto della realtà e lo stava chiamando a sé.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: vagamente esitante
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence [Aura di alienazione]

    Golden Glyph [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate: /
  9. .

    Un umanoide avvizzito raggiunse i tre al punto di ritrovo e consegnò loro altrettanti congegni primitivi. Per quanto non si aspettasse granché da quegli esseri primitivi noti come “umani”, dopo la convocazione onirica aveva immaginato che adottassero dei mezzi di comunicazione più efficaci delle rozze onde elettromagnetiche. Si affiancò al portagioie e - con un guizzo tentacolare - si rassegnò a prelevare uno degli auricolari.

    Il datore di lavoro diede le ultime indicazioni sul recupero del sequestrato e si raccomandò di non lasciare testimoni. L’ominide femmina ubbidì all’istante, decapitando il messaggero per poi sollazzarsi con il cranio mozzato. Quando poi glielo offrì in sacrificio, il Re Aureo accolse il teschio canuto sotto i propri stracci e lo prosciugò delle poche gocce di potenziale psichico spremibili da un cervello eccessivamente stagionato.

    « Un pasto così misero non può saziare il mio appetito, ma lo accetto in anticipazione di una più corposa libagione. »

    Lasciò cadere la testa spremuta e ormai irriconoscibile, ignorò i commenti sul proprio lezzo e afferrò un ulteriore dispositivo - stavolta di orientamento - messo a disposizione per raggiungere le caverne nel cuore della foresta. A quel punto si avviò con gli altri, reprimendo momentaneamente la fame per altre menti fresche da spolpare.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: lievemente affamato
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy
    Ho contemplato qualcosa che non dovrebbe esistere: qualcosa di estraneo, alieno e inconcepibile. Un surreale abominio che piega le leggi della realtà per com’è intesa dai comuni mortali. Nessuno sa da dove sia giunto - se sia un rigurgito del Maelstrom o un’anomalia autoctona di questo mondo - né che cosa sia veramente: le appendici tentacolari che talvolta straripano dai suoi cenci d’oro seguono i dettami di una geometria a me ignota. La conformazione di quei criptici barbigli non gli ha comunque impedito di strisciare sul soffitto, per poi sgusciare agilmente alle spalle del mio scudiero e strangolarlo senza pietà coi due prolungamenti più estesi.
    [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence
    Fissando il vuoto mi sono sentito impotente al suo cospetto. La sola vicinanza di quell’essere mi ha fatto dubitare del mio raziocinio. Non potevo accettare ciò che stava succedendo, dovevo svegliarmi subito da quell’incubo. Pizzicarmi nervosamente la pelle fino a sanguinare non è bastato a far smettere quella colata di metallo fuso nel mio cervello. Quando sono rinvenuto dallo stato catatonico ho preferito negare l’accaduto, anche di fronte ai cadaveri e alla scia di miseria che si era lasciato alle spalle. Era stata solo un’orribile allucinazione… niente di più.
    [Aura di alienazione]

    Golden Glyph
    L’icona dell’Innominabile è una triscele deforme e repellente, con cui in breve tempo ha inquinato gli angoli più frequentati del Presidio, riuscendo al contempo a celarla agli sguardi coscienti. Il Glifo Aureo si rivolge infatti al subconscio, come un messaggio subliminale occultato nei luoghi più disparati: tra gli incastri delle fronde nella foresta boreale, nella foschia che risale le pendici montuose, perfino sull’acciottolato delle piazze in cui gli ignari popolani subiscono una prolungata esposizione al simbolo. Una volta familiarizzate le masse con un tappezzamento tanto pervasivo, l’attivazione del marchio provoca una risposta morbosa negli astanti, che si scoprono mentalmente assuefatti al suo fascino magnetico – come se un paraocchi etereo impedisse loro di rivolgere l’attenzione sul resto del mondo.
    [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate: /
  10. .

    Colto da depressione, un uomo accantonò il grimorio, lasciando che la rilegatura serpentina scivolasse tra le sue dita. Cercò sollievo nel sonno, ma lo trovò tormentato da sussurri ripugnanti. Stelle oscure rischiararono una regione recondita dei suoi sogni, dove le impronte lasciate su di una battigia venivano erose dallo sciabordio di un lago. La foschia velava le sue acque scure, attraversate da echi di urla sconvolte provenienti da torri lontane. Qualcosa d’inumano infestava quell’incubo, un’ombra dorata che strisciava sempre al limitare del campo visivo.

    L’uomo si accorse troppo tardi che quella voce disperata era la propria.
    Si svegliò di soprassalto stringendo compulsivamente il simbolo del Re.
    Un nuovo suddito si era unito alla Corte.

    L’abominio fu raggiunto da un altro incarto, indicante un vegetale germogliato al limitare della taiga. L’Innominabile strisciò nella notte artica, coperto solo dai propri stracci dorati. Giunse nel luogo indicato e ritrovò alcuni degli umanoidi incontrati tempo prima nel reame onirico. La figura dorata si fermò al cospetto della conifera. Una pallida maschera insondabile copriva il suo volto e le tracce che lasciava sulla neve non parevano nemmeno lontanamente umane.

  11. .

    Nella notte gelida e cristallina del Nord le costellazioni brillavano attraverso le fronde scheletriche degli alberi. Una stella nera e invisibile rifulgeva nella volta celeste, irradiando un’inquietudine antica e silente. Nessuna mappa del cielo l’avrebbe mai segnalata, eppure la sua influenza s’insinuava nelle menti assopite, svelando visioni di acque scure su cui spirava una brezza di piombo e in cui riecheggiavano litanie malinconiche e morenti.

    Il lago di quell’incubo riversava le proprie lugubri onde sulla costa, lungo la quale si radunavano gli incauti sognatori attratti da quella visione. Le profondità limacciose fremettero e dal fondo del torbido specchio d’ebano riemerse il Re Aureo, sul quale i liquami scivolavano senza impregnarne gli stracci dorati. Osannato dalle lune aliene di quel mondo lontano, l’Innominabile tornò a infestare il sonno d’innumerevoli anime sventurate – in attesa di poter riscuotere i debiti pattuiti con degli incauti umani.

  12. .

    Un consanguineo dei figuri onirici era stato sequestrato ed era imprigionato nel Dominio del Gelo. Ai presenti veniva chiesto di recarsi sul posto per liberarlo – una mansione davvero insolita da affidare a degli sconosciuti, ma ormai era avvezzo all’illogicità degli omuncoli: accecati dalle vuote promesse di ricompensa o tracotanti a sufficienza da minacciare qualcuno fuori dalla loro portata, si muovevano tutti in una realtà caotica a cui tentavano d’imporre un ordine proprio.

    Inconsapevoli ed insignificanti, illusi di contare qualcosa in un cosmo indifferente.
    Non a caso erano le sue prede preferite.

    « Infoltirete la mia corte, a voi decidere se in prima persona o meno. »

    Il tributo che il Re Aureo esigeva era l’unica cosa che gli spettava: nuovi sudditi da accogliere nel proprio reame, nuova linfa per irrorare un’entità in letargo, nuovi simulacri viventi eretti in suo onore. Poco importava se l’emolumento pareva modesto o disumano, ragionevole o immorale.

    Presto o tardi nulla avrebbe più avuto importanza.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence [Aura di alienazione]

    Golden Glyph [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate: /
  13. .

    La visione onirica proseguì lungo la propria prevedibile direzione: gli invitati non potevano ledere chi li aveva convocati, proprio com’era facile dedurre dalle frequenze sinaptiche che permeavano quell’anfratto di piano astrale. Osservò gli inutili sforzi della teriomorfa e il panico proiettato dalla coscienza dell’altro astante mantenendo un cinico silenzio.

    Quando infine fu interpellato, ponderò sul significato di quel lemma così bizzarro: missione, ovvero un incarico ad adempiere un compito la cui importanza risultava sottolineata dal suggello dell’ufficialità o del segreto. Durante quell’analisi la voce innaturale del Re Aureo riprese a stridere nell’etere fittizio.

    « Cosa ci guadagnerei ad aiutarti? »

    A prescindere dal dove, il come, il chi e il quando, l’interrogativo cruciale
    a cui il datore di lavoro doveva rispondere era… perché?

    Perché l’avatar di un’entità tanto aliena si sarebbe dovuto scomodare per svolgere una mansione ordinatagli da un essere così primitivo? Come paragone si potrebbe pensare ad un piccolo aracnide che - crogiolandosi nella propria ragnatela - tentasse di piegare una persona al proprio volere: un individuo curioso potrebbe perfino assecondare il ragnetto fintantoché l’idiozia delle sue richieste riuscisse a intrattenerlo… ma probabilmente la tracotanza del ragno lo porterebbe - prima o poi - ad essere inevitabilmente schiacciato.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence [Aura di alienazione]

    Golden Glyph [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate: /
  14. .

    Oltre la porta di quel salone olografico incontrò la proiezione di un esemplare maschio di ominide. Intuì che si trattava di una mera scorciatoia ambulante, generata per orientare il visitatore verso l’origine della visione onirica, perciò si avviò attraverso quel limbo mentale. Raggiunse la macchia vegetale precedentemente avvistata, dove un esemplare ibrido di canide-ominide femmina stava ingaggiando battaglia con un altro omuncolo, sosia della guida di poc’anzi.

    Si palesò capovolto, appeso come un pipistrello al ramo di un albero al limitare della radura. Sfidando la finta gravità di quel non-luogo, anche gli stracci dorati del Re sarebbero rimasti ordinatamente a coprirne le fattezze.

    « Perché mi hai evocato? »

    Mantenendo un’opportuna distanza di sicurezza dallo scontro in atto, l’Innominabile trasmise il suo messaggio con cadenza innaturale ma perfettamente comprensibile: la continua assimilazione di menti senzienti locali gli aveva permesso di afferrare i fondamenti della comunicazione fonetica, senza contare che nel mondo dei sogni poteva facilmente connotare un flusso di pensieri tramite recondite implicazioni.

    Pur riconoscendo nell’ominide ostile il mandante della convocazione, il Re Aureo non conosceva invece il ruolo degli altri bipedi sopraggiunti nel sogno: per quel che ne sapeva, poteva trattarsi di semplici visioni o di altri ospiti trattati con dubbio riguardo. La figura anomala vestita di cenci d’oro aspettava di conoscere le motivazioni di un avvicinamento così poco ortodosso, e nel mentre lasciava la propria firma occulta incidendo il tessuto del piano astrale: un osservatore esterno lo avrebbe interpretato come un banale dondolio, ma l’avatar dell’abominio stava tracciando la propria triscele sul ramo a cui era agganciato – una semplice precauzione nel caso in cui quell’incontro fosse degenerato ulteriormente.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy
    Ho contemplato qualcosa che non dovrebbe esistere: qualcosa di estraneo, alieno e inconcepibile. Un surreale abominio che piega le leggi della realtà per com’è intesa dai comuni mortali. Nessuno sa da dove sia giunto - se sia un rigurgito del Maelstrom o un’anomalia autoctona di questo mondo - né che cosa sia veramente: le appendici tentacolari che talvolta straripano dai suoi cenci d’oro seguono i dettami di una geometria a me ignota. La conformazione di quei criptici barbigli non gli ha comunque impedito di strisciare sul soffitto, per poi sgusciare agilmente alle spalle del mio scudiero e strangolarlo senza pietà coi due prolungamenti più estesi.
    [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence
    Fissando il vuoto mi sono sentito impotente al suo cospetto. La sola vicinanza di quell’essere mi ha fatto dubitare del mio raziocinio. Non potevo accettare ciò che stava succedendo, dovevo svegliarmi subito da quell’incubo. Pizzicarmi nervosamente la pelle fino a sanguinare non è bastato a far smettere quella colata di metallo fuso nel mio cervello. Quando sono rinvenuto dallo stato catatonico ho preferito negare l’accaduto, anche di fronte ai cadaveri e alla scia di miseria che si era lasciato alle spalle. Era stata solo un’orribile allucinazione… niente di più.
    [Aura di alienazione]

    Golden Glyph
    L’icona dell’Innominabile è una triscele deforme e repellente, con cui in breve tempo ha inquinato gli angoli più frequentati del Presidio, riuscendo al contempo a celarla agli sguardi coscienti. Il Glifo Aureo si rivolge infatti al subconscio, come un messaggio subliminale occultato nei luoghi più disparati: tra gli incastri delle fronde nella foresta boreale, nella foschia che risale le pendici montuose, perfino sull’acciottolato delle piazze in cui gli ignari popolani subiscono una prolungata esposizione al simbolo. Una volta familiarizzate le masse con un tappezzamento tanto pervasivo, l’attivazione del marchio provoca una risposta morbosa negli astanti, che si scoprono mentalmente assuefatti al suo fascino magnetico – come se un paraocchi etereo impedisse loro di rivolgere l’attenzione sul resto del mondo.
    [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate: /
  15. .

    La busta conteneva un rozzo invito nel piano astrale, perpetrato con un narcotico abbastanza concentrato da agire anche a contatto coi tessuti alieni dell’avatar dell’Innominabile: una vulnerabilità già preventivata dalla psiche abissale di cui il Re era araldo, poiché tra i compromessi necessari per adattarsi all’ecosistema del semipiano rientrava anche la permeabilità alle sostanze chimiche. Pur considerando assai primitivo quel metodo di convocazione onirica, l’abominio si abbandonò al flusso di coscienza designato dal mittente ignoto.

    Le frequenze cerebrali su cui si sintonizzò lo incuriosirono morbosamente, giacché - come un codice sorgente - erano state programmate per accoglierlo in un vestibolo dorato. Di fronte a una convocazione personalizzata - seppur grezza - seguita da una messinscena che voleva imitare (o forse parodiare?) il leitmotiv dei suoi incubi indotti, il Re Aureo reputò valevole del suo tempo quella digressione imprevista.

    Analizzando quella proiezione mentale per ricostruire un eventuale messaggio sottostante, notò due varchi nella rete neurale: il primo trasmetteva il segnale visivo di una sagoma rossa che vagava per una di quelle “macchie vegetali” tanto comuni in quel mondo, mentre dal secondo filtrava soltanto il segnale audio tipico del “bussare” – un gesto codificato in molte società per chiedere l’autorizzazione a sconfinare in spazi personali. Ormai ferrato negli usi e costumi locali, il Re Aureo interagì col sogno per agevolare l’ingresso altrui e rintracciare chi fosse stato tanto sconsiderato da attirare su di sé proprio il suo sguardo.

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