Endlos Realm GdR - Gioco di Ruolo Fantasy by Forum

Posts written by Arthur Friederick Giles

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    "Ti amo. Di questa parola so tutto il peso
    – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità.
    L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me".


    (Cesare Pavese)


    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Il silenzio della Dama Azzurra non durò molto, in realtà... ma per le percezioni del Vampiro, quel breve lasso di tempo si dilatò all'infinito, permettendogli di ripercorrere ogni singola tappa importante della propria vita come un morente, nonostante avesse superato di molto i duemila anni di esistenza.

    Non che avesse avuto modo di viverli appieno: se in vita era stato un giovane aristocratico praticante la filosofia e le scienze antiche, fin troppo concentrato sui propri studi per dedicarsi alla società, con l'Abbraccio aveva perso prima la ragione e poi la libertà. Nonostante l'aiuto di Ecatl nel ritrovare il suo prezioso raziocinio... di fatto aveva vissuto gran parte della propria non-vita come servitore dei Galanodel, e pertanto non gli era concessa una individualità o degli affetti.
    Talvolta si legava ai bambini di cui diveniva tutore... ma -anche da adulti- non erano per lui altro che allievi o figli.

    Amarth e Brifos erano stati i primi a concedergli qualcosa di nuovo, eppure estremamente banale: accogliendolo a Palanthas nella loro cerchia ristretta erano presto diventati i suoi primi veri amici, e grazie a loro Arthur era riuscito con tempo e fatica a legarsi anche agli altri Custodi.
    Anche la sua amicizia con Kalia aveva goduto dello stesso entusiasmo e trasporto, ma ... in quel caso la realtà si era ben presto discostata dalle aspettative. Ragionando spesso sulle proprie sensazioni, Arthur aveva rapidamente concluso che si trattava certamente di un sentimento nuovo, qualcosa che lo aveva scosso fin dal primo momento, ma non aveva saputo dargli un nome... fino all'ultimo trapasso.

    « Io... non mi intendo molto di... di questo genere di cose... »
    Lo sguardo argenteo perso nel vuoto tornò su di lei, e se il suo cuore avesse avuto ancora l'onore di muoversi, sarebbe certamente saltato di un battito. Se non si fosse riscoperto teso quanto la corda di un violino... forse avrebbe sorriso con tenerezza, perché erano entrambi un caso perso.
    « Ho sempre saputo che mi eri infinitamente caro, e saperti morto mi ha... addolorato come mai prima... Le tue parole mi onorano e mi lusingano, e te ne sono grata. Ma sopra ogni cosa, mi fa felice averti con me, Arthur...
    Io... non credo di averci mai pensato troppo, in passato ma... »


    La osservò tremare, talvolta abbassando lo sguardo... e fu insolito per lui percepire uno strano binomio che gli strinse il cuore, saltimbanco improvvisato fra una profonda empatia e l'ammirata contemplazione di quanto più bello vi fosse nel suo mondo.

    « Ora sono sicura di amarti anch'io. »

    Gli ci vollero alcuni attimi per metabolizzare la risposta, e quando ne fu certo, gli risultò inaspettata quanto piacevole.
    Rasserenato, si lasciò andare in un sospiro, per poi allungare una mano verso quella della sua amata Dama Azzurra; con l'altra aveva estratto l'anello dalla custodia, riposta ora nella tasca della giacca. Muovendosi lentamente, senza più timori, ma con le dovute accortezze... glielo lasciò indossare, per poi avvolgerle entrambe le mani con dolcezza. Avrebbe atteso pochi attimi o cent'anni senza mostrare segni di stanchezza, ma non si sarebbe mosso finché le avesse sentite tremare al suo tatto.

    Le avrebbe infine sorriso, abbassando lentamente il capo con l'intento di un cortese baciamano.
    ... e se solitamente si limitava alle sole gestualità del galateo, quella volta si concesse un lusso: le labbra sottili le sfiorarono delicatamente le dita, baciandole piano e a lungo, sorreggendole e custodendole.
    Il più delicato e prezioso dei tesori.

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    "Ti amo. Di questa parola so tutto il peso
    – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità.
    L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me".


    (Cesare Pavese)


    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Sarebbe potuto essere rischioso mettere Drusilia a parte di tutto questo usando mezzi normali, ma... io e lei condividiamo un legame speciale. Un canale sicuro. Perciò... Potrei parlargliene io e spiegarle la situazione, se lo desideri. »
    Abbassando il capo in un lieve gesto di assenso, il cainita approvò la soluzione della Dama Azzurra, accettando anche le rassicurazioni e provando a calmarsi lui stesso, per quanto possibile. Concentrandosi sulla sensazione della mano femminile e delicata stretta nella propria, per quanto tormentato, pensò che -dopotutto- gli bastava quello per non crollare.

    -Oltre alle mie ricerche, ho avuto modo di riflettere molto in questo periodo sulla mia vita e sul futuro- ammise, tornando serio ed abbandonato i toni piccati di poc'anzi -Quando si è longevi come noi, a volte si perde il contatto con la morte. Diventa stranamente lontana... si da poco interesse alla cosa. Dopo questa "esperienza", dopo ciò che ho scoperto... mi sento nuovamente mortale.

    Non sembrò disperarsi da quella consapevolezza, ma era evidente quanto gli ultimi avvenimenti lo avessero costretto ad un brusco cambio di prospettiva. Il Tempo -ciò che aveva richiesto in cambio dell'Abbraccio- era tornato a gravare sulle sue spalle come secoli prima, ed ogni singolo piacere aveva assunto un gusto nuovo, perché sarebbe potuto essere l'ultimo.

    -So che potrebbe sembrare insolito da parte mia e magari avventato, forse un gesto irrazionale come quelli avvenuti durante la Notte della Prima, ma... vorrei assicurare che ho riflettuto davvero molto su quello che intendo fare- ammise, rendendosi conto di essersi nuovamente irrigidito, marchio evidente quanto involontario di un carattere introverso e restio ad esporsi, in ogni situazione possibile -Se sono riuscito a raggiungere Endlos e comportarmi come ho fatto, non è stato solo grazie al merito di Theobald o della mia razionalità, perché è successo che entrambi abbiamo dubitato più volte di quanto fosse sensato tornare indietro.
    Divincolandosi dalla stretta della Dama Azzurra, si levò in piedi, dandole le spalle e sospirando.
    -A farmi tornare è stato qualcos'altro.

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    Si voltò infine, inginocchiandosi davanti a lei.
    Con le dita diafane, sfiorò nuovamente la scatola custodita nelle proprie tasche, sfilandola e stringendola fra le mani con la medesima cura che riservava agli infanti. Si concesse alcuni lenti respiri, tentativi di dissipare il nervosismo, più che dettati da una qualche necessità biologica.

    -Sono arrivato ad un punto della mia esistenza in cui non trovo più un senso nel tacere o nel procastinare: la paura che ho provato per voi e per il futuro che verrà ha superato di gran lunga ogni altro mio timore. Credo sia giunto il tempo di essere totalmente onesto con me stesso... e con te, mia Regina.

    Lentamente, portò le braccia in avanti, esponendo il piccolo tesoro: un anello in oro bianco della forma di un fiore, dai petali chiari incastonati di brillanti ed una tanzanite al suo centro, assoluta protagonista della composizione.

    -Dal primo giorno in cui ti ho vista e negli anni che son seguiti... fino ad oggi, ho pensato che ti avrei amata e seguita fino alla fine dei tempi. Ho viaggiato il tempo e le dimensioni, pur di ritrovarti, tramutando le mie impressioni in assolute certezze- alzò lo sguardo argenteo su di lei -Ci saranno tempi duri… e non so bene dove porteranno le nostre strade, ma sarò qui per aiutarti, per sorreggerti, per percorrere questa strada insieme a te, fino alla fine, qualunque essa sia.

    Le labbra sottili si strinsero appena, per poi rilassarsi.
    Non temeva più gli esiti della risposta: si sentiva finalmente in pace con sé stesso.

    -Ti prego di accettare questo anello come pegno del mio amore e della mia devozione.

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    "Ti amo. Di questa parola so tutto il peso
    – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità.
    L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me".


    (Cesare Pavese)


    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Mio povero Arthur... devi esserti sentito certamente confuso e oppresso, con tutti questi pensieri per la testa, e nessuno con cui condividerne il peso. »
    In realtà, nonostante la terribile esperienza, a confonderlo ed opprimerlo maggiormente era il dover valutare con chi condividere quelle informazioni... e se il nome dell'Alfiere Orientale era certamente stato il primo nella sua mente, molti altri erano ancora in dubbio. Inoltre, le circostanze ed il suo carattere avevano reso tutto più complicato, anche con l'unico nome di cui era sicuro.
    « Io... non capisco bene le condizioni della tua... resurrezione o rinascita, che dir si voglia. ...però trovo strano che neppure il "Re del Tempo" e i suoi “impiegati” ne sapessero qualcosa. Voglio dire: immagino i loro ambiti riguardino passato, presente, e possibili futuri, perciò... se a determinare il tuo ritorno fosse stato qualche antico rituale o tecnologia avveniristica -come avevo inizialmente pensato- è a maggior ragione qualcosa di cui avrebbero dovuto sapere. »
    Ascoltò l'analisi della sua regina senza proferir parola, e se da un lato le sue parole avevano per lui perfettamente senso, dall'altro sentiva che qualcosa non tornava in quel problema così complesso.
    « E se... anche questo End of Time fosse un'Anomalia, o...il loro risultato...? »

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    -Potrebbe...- confermò -Nonostante ciò, so che paradossi e resurrezioni sono possibili da migliaia di anni ed in più mondi. Il mio caso mi è parso ai loro occhi come "diverso". Credo ci sia qualcos'altro da considerare e da aggiungere a questa storia... ma non ho chiaro cosa. Inoltre, affinché vi sia un futuro simile a ciò che ho visto, immagino debba essere superata una determinata soglia di tolleranza.
    Ragionò, facendosi pensieroso, ma non abbandonando mai la stretta dell'Alfiere Orientale.
    -La verità è che, giunto su Endlos, sono stato trovato dai miei inseguitori- utilizzò come premessa a quella che sarebbe stata la sua spiegazione -Il Re del Tempo mi ha analizzato e... per qualche motivo, mi ha lasciato andare. Nonostante fossi un'Anomalia e nonostante sapesse che avessi i suoi tomi. Non credo ragioni per simpatie: dietro le sue azioni deve esserci uno schema. Qualcosa che non ho ancora capito, ma che mi ha dato la possibilità di raggiungervi nonostante... non dovrei esserci più.

    Sospirò, rabbuiandosi.
    -E' tornato a trovarmi giorni fa a Palanthas, con la scusa di accompagnare Drusilia. Voleva conoscere il risultato delle mie ricerche su quei tomi... quegli appunti che vi ho fatto recapitare il giorno stesso dalla sua visita. Non so esattamente cosa voglia... ma la sua presenza mi inquieta.
    Lo ammise sinceramente e senza mezzi termini: percepiva fin troppo bene la pericolosità di quell'essere e dei suoi sottoposti, la terribile versatilità del loro dominio e lo stretto controllo sotto cui cui ogni cosa esistente pareva essere messa. Poteva comprenderne le ragioni, ma aver che fare con un'associazione simile era come maneggiare una bomba.
    - ...e non approvo la sua fissazione verso la Piccola Lady. Per nulla.

    Il tono fu secco ed infastidito.
    Nonostante le affermazioni del monarca, più che una fidanzata gli sembrava che Drusilia fosse per lui una specie di ostaggio. O una vittima di chissà quali sue tremende macchinazioni. O peggio... un giocattolo.

    -Non le ho ancora detto nulla perché temo che il Re del Tempo possa venire a conoscenza dell'esistenza di Theobald. Lui è... innocente. E delicato. E sensibile. Credo sia meglio che non conosca mai quel mostro.

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    "Ti amo. Di questa parola so tutto il peso
    – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità.
    L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me".


    (Cesare Pavese)


    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Arthur... Mi... mi spiace che quanto accaduto ti abbia turbato tutto questo tempo. Non avevo immaginato che... che tra tutte le cose successe quella notte, questo t-ti tormentasse tanto... p-perciò... scusami se non me ne sono accorta. »
    Come era solita fare, Kalia mise da parte sé stessa per occuparsi di una persona che considerava in qualche modo sofferente. Gli chiese addirittura "scusa", ed Arthur si sentì ancora più in colpa, perché si era lasciato andare con una persona che davvero non meritava alcun male o fastidio.
    « Io... non mi sono spaventata: sapevo che non mi avresti mai fatto del male. Ero solo un po'... un po' sorpresa, ecco. Non sono arrabbiata... so che hai provato a controllarti. Ma non ci sei riuscito. C'era troppo sangue... e l'aura demoniaca sotto il Tendone era troppo forte... Non eri in te. Per questo... non dovresti essere così duro con te stesso... »

    -Temo di non essere d'accordo, mia Signora- avrebbe risposto il Saggio, con voce profonda e gentile -Lasciarsi andare agli istinti quando non è opportuno è un'attitudine più vicina alle bestie che ad una creatura dotata d'intelletto. Quello che ho fatto non può essere cancellato... ma volevo dire che farò qualunque cosa in mio potere affinché l'errore non si ripeta.

    Nel dirlo, passò la mano sottile ed affilata sul taschino della giacca, lì dove era custodita una misteriosa scatola blu. Per un attimo, sembrò volerla estrarre, ma ritenne non fosse ancora il momento giusto. Era infatti suo dovere renderla partecipe di tutto, 'prima di lanciarsi in qualunque altro progetto. Kalia doveva sapere ciò che gli era accaduto. Era importante.
    -Dovrei anche parlare di come sono tornato in vita. Credo sia fondamentale condividerlo, perché ho delle informazioni davvero molto importanti- annunciò, facendosi ancora più serio di quanto già normalmente non fosse -Non sono sicuro di essere "tornato" in vita... ma sono abbastanza certo di essere nato. Sono nato fra... credo fra circa quattrocento anni.
    Attese qualche attimo, rendendosi conto di quanto fosse complicato quanto avesse da dire.
    -Pare che un fotografo giunto da quell'epoca in cerca dei suoi familiari ed in grado di viaggiare nel tempo abbia immortalato la scena del mio sacrificio. Nella sua epoca ha poi ricreato una immagine a tre dimensioni, abbastanza realistica di quel momento... ed ho preso vita. A detta sua, è la prima volta che accade e non sapeva spiegarselo.

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    Si fermò, riordinando le idee.
    -A causa di un problema, ho finito per viaggiare accidentalmente nello spaziotempo e... sono tornato al Circus Diabolique. E ti ho vista... con i capelli scuri. Ed un uomo simile ad un clown che ti importunava: ho provato ad intervenire e seguirvi, ma mi ha fermato il "Re del Tempo" con cui prima parlavate; mi ha fatto trasportare in uno strano luogo... e credo fosse un ufficio anagrafico per Cronomanti.- strinse le labbra, buttando giù i vari ricordi sgradevoli -Il mio caso ha creato un po' di trambusto, poiché risulto contemporaneamente vivo e morto al Circus Diabolique. Pare che i casi come il mio vengano chiamati "Anomalie", e non sono viste come qualcosa di positivo. Ho anche scoperto che il mio sangue vampirico è legato a dei poteri cronomantici... ed effettivamente, con il mio risveglio, ammetto di avere le percezioni scombussolate.
    Si concesse una nuova pausa, tornando al racconto vero e proprio della sua odissea personale.
    -Ho trafugato i tomi che ho portato a Palanthas proprio dagli archivi di quella base di Cronomanti: esiste un'intera ala relativa ad Endlos nella zona riservata alle "Anomalie". L'ho fatto perché volevo capire cosa mi stava accadendo... e perché non avevo intenzione di correre il rischio di aspettare ed essere eliminato su due piedi. Qui ho incontrato nuovamente il fotografo che mi ha riportato in vita, e grazie a lui sono riuscito a fuggire dai miei inseguitori- affermò, vergognandosi un po' delle sue azioni da furfante -Tornati alla sua dimora, ho avuto modo di parlare con lui. Si chiama Theobald... e mi è sembrato davvero un bravo ragazzo. Molto gentile, e molto solo. Parlava spesso con una bambola di pezza, che trattava come se fosse sua amica.
    Il suo tono di voce, si fece lentamente più malinconico, finendo per empatizzare per quel giovane che lo aveva salvato.
    -Mi ha spiegato che fra circa cento anni, forse di meno, vi sarà un evento che passerà alla storia come "End of Time". Non si sa bene cosa è avvenuto, ma gli effetti che ha prodotto hanno portato ad un disfacimento dei confini che delimitano attualmente i piani dimensionali: la contaminazione degli ecosistemi, il sovvertimento di leggi fisiche e magiche ed una incontrollata contrazione e stagnazione dei flussi temporali ha provocato un'estinzione di massa mai vista. Il livello di sopravvivenza è pari al 10%.
    Nel dare quella notizia, Arthur s'incupì non poco, consapevole di dare un dolore al suo Alfiere. Un dolore tuttavia necessario.
    -Nonostante non sappiamo nulla di quello che accadrà... ho chiesto a Theobald di riportarmi indietro in quest'epoca. Il mio posto è qui con voi, anche nella tragedia... e, soprattutto, essendo una Anomalia con quest'informazione, spero di poter modificare qualcosa. So che non è ben visto alterare gli avvenimenti destinati ad esserci... ma non posso negare di propendere per l'egoismo, in questo caso. Voglio difendere i miei affetti, e sono pronto a rischiare.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/11/2019, 15:45
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    "Ti amo. Di questa parola so tutto il peso
    – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità.
    L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me".


    (Cesare Pavese)


    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Entra pure, Arthur: ti aspettavo. »
    Trovarsela davanti fu in qualche modo destabilizzante. Non che si aspettasse che l'Alfiere Orientale fosse altrove -perché si sarebbe recato in quella sala, altrimenti?-, ma l'assenza prolungata ed il lungo silenzio che aveva preceduto il loro incontro aveva finito per enfatizzare ogni cosa. Almeno per lui.
    « Sono felice di vederti: ero un po' in pensiero a saperti sempre oberato di lavoro. Prego, accomodati pure, e dimmi tutto: di cosa volevi parlarmi? Posso offrirti qualcosa? »

    -No... non serve, grazie- avrebbe detto, distogliendo istintivamente lo sguardo, camuffando la sua codardia in un interesse prioritario ad accomodarsi dove gli era stato detto, cosa che fece immediatamente -Son venuto qui per parlare di alcuni progetti appena completati nei miei laboratori a Garwec, ma... non sarei del tutto sincero a parlare solo di questo.

    Vi era una questione decisamente più urgente, fondamentale, dal suo punto di vista. Un pensiero ricorrente che, come una malattia, lo logorava dall'interno... e forse lo avrebbe portato alla follia, se non se ne fosse liberato il più rapidamente possibile.

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    -Avrei bisogno di parlare della Notte della Prima e... di quello che è accaduto.

    Nel dirlo, prese un profondo respiro, palesemente a disagio.
    Nonostante non gli servisse respirare.

    -Di... di quello che ci è accaduto. Nella cassa.
    Panico.
    -Sono profondamente mortificato per quello che ho fatto. E' stato... indegno e squallido, da parte mia.

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    (Cesare Pavese)


    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Erano ormai alcuni minuti che l'Ufficiale Giles sostava lì, immobile come una statua, ad osservare una porta chiusa... del tutto indifferente alle occhiate perplesse dei due giovani in divisa messi a guardia, esattamente ai lati dei battenti.

    Scorrendo con lo sguardo argenteo sui motivi floreali intarsiati nel legno lucido delle doppie porte, il cainita si perdeva in numerosi pensieri, problematiche di varia natura e gravità che rendevano la sua condizione attuale estremamente complicata da gestire.
    Innanzitutto, la sua scomparsa da molti eventi ufficiali: utilizzando scuse credibili, aveva preferito non uscire mai dalla sua comfort zone da quando era... "risorto" a Palanthas, sia per motivi abbastanza urgenti -fra cui lo studio dei tomi trafugati ed il servizio prestato alla ristrutturazione della sede della loro nuova gilda-... sia per semplice imbarazzo per quanto era accaduto alla Notte della Prima. Un disagio violento e profondo, fomentato con piacere da quello scellerato di Kerobal anche quando -per evitarlo- il Saggio provava a rinchiudersi nella propria bara a riposare.

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    Da allora... non l'aveva più rivista.
    Col tempo, l'assenza si era fatta pesante e se da un lato desiderava rivedere lo splendido volto del suo Alfiere... più proseguiva con quell'isolamento forzato, più non sapeva come districarsi da quella situazione stagnante. Alla fine -ormai sfinito nei nervi e nello spirito, merito anche del molesto accompagnatore di Drusilia- aveva chiesto un incontro ufficiale con la scusa di alcuni progetti completati nei suoi laboratori di Garwec. Sperava più che altro di "rompere il ghiaccio" in qualche modo... e tentare di chiarirsi riguardo quella faccenda che tanto lo tormentava.

    -A-HEM!-

    Una delle guardie mimò un colpo di tosse, e se non fosse stata così bene addestrata gli avrebbe certamente lanciato uno sguardo eloquente riguardo la necessità di spostarsi da quel punto. Arthur sobbalzò, comprendendo malvolentieri il messaggio.
    Mosse finalmente un passo, battendo le nocche della mano contro la superficie lignea.

    -Ehm... è permesso?

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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « ...perché è solo accanto ad un Re che puoi sentirti una regina! ♪ »
    -...
    Accoccolata al Vampiro che -di fatto- l'aveva cresciuta fin dalla tenera età, Drusilia lanciò un'occhiataccia -una delle solite- all'Arcidemone, decidendo tuttavia di non rispondergli a tono, particolarmente intenzionata a godersi la presenza gradita di Arthur... o forse oggettivamente stanca di lanciarsi in battibecchi infiniti e che non avrebbero mai visto lei come vincitrice.
    « Alloooora... dimmi, cara: abbiamo finito di bighellonare qui dentro? » le domandò poi Mephisto, recuperando un orologio a cipolla dal panciotto e controllando l'ora « Tra poco inizia lo spettacolo canoro dal vivo con degustazione di prodotti tipici all'Antica Taverna Fiorita di Nonna Pippa Peppa Piperita e sarebbe oltremodo increscioso se arrivassimo in ritardo. So che la vecchia proprietaria aprirà la soirée intonando uno dei più bei canti popolari del Presidio con dei rutti: deve essere incredibile. »

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    Nel momento in cui Arthur si trovò a squadrare quell'uomo da capo a piedi, sollevando un sopracciglio fin troppo perplesso, Drusilia sospirò e -avvicinandosi piano all'orecchio del vampiro- si trovò a porre una delle domande più frequenti che in quel periodo era solita fare.
    -...mica ti ha dato problemi?

    Arthur si prese qualche attimo per pensare, volgendole lo sguardo argenteo e ripercorrendo con orrore tutto il loro sgradevole incontro. Poi parlò, posandole il palmo della mano sul capo, scompigliandole i capelli in modo affettuoso.
    -Non abbastanza dal dissuadermi a ricordarti che puoi venire a trovarmi ogni volta che desideri.
    -... ♥

    Terminato lo scambio di convenevoli, giunse realmente il tempo di andar via: Drusilia aveva ottenuto le sue informazioni da Brifos e -fortunatamente- Mephisto non aveva ancora distrutto Palanthas o costretto i presenti ad esiliarli per sempre... il che era un bilancio abbastanza positivo.

    Arthur -invece- avrebbe preferito che il suo incontro non si fosse mai verificato, ma convenne di essere abbastanza fortunato ad essere ancora in vita, e a non aver coinvolto Theobald in quella terribile rogna, da cui -prima o poi- si sarebbe dovuto liberare in qualche modo.
    Li avrebbe comunque accompagnati alla porta, sollevando la mano e salutando gentilmente... sperando di non incontrare mai più quel mostro.

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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Che i Circensi siano stati “sfortunati” non vale da autorizzazione a sconvolgere le leggi del mondo... e di norma, neppure sarebbero dovuti essere in grado di riuscirci. È inevitabile concludere che qualcosa o qualcuno in grado di piegare, ignorare o scavalcare il fato li abbia aiutati, ma non ci sono molte entità in possesso di un potere simile o con la predisposizione d'animo a farlo. »
    Abituato suo malgrado a quel tipo di gestualità da qualche secolo, Arthur riuscì a non irritarsi più del dovuto alle continue espressioni facciali irrispettose che l'interlocutore gli rivolgeva, spesso ricolme di spocchia e saccenza che -pur non sapendo se quel tale potesse permettersele o meno- non trovava comunque accettabili...
    « Un po' come nel caso del suo ritorno tra i vivi come Anomalia, Signor Giles. »
    ... esattamente come non trovava opportuni quei metodi da bullo, fondati sull'utilizzo della paura quando non ve ne era praticamente alcun bisogno. Potevano infatti essere sicuramente un mezzo utile per ottenere qualcosa, ma non servivano realmente su di lui; era abbastanza antico e discretamente soddisfatto della propria esistenza, ragion per cui aveva accettato da tempo l'eventualità della propria morte... e si era perfino già sacrificato una volta per il bene altrui: se sembrava così accorto a non spirare con facilità era solo per semplice scelta strategica, non per istinto o timori egocentrici.

    -Ha ragione: esattamente come me ...con la differenza che non ho stretto accordi con nessuno e a stento ricordo cosa è successo. Oltre -ovviamente- a non custodire nessuna pietra strana e -sfortunatamente- non essere diventato ricettacolo di chissà quali poteri cosmici.
    Gli rispose per onestà intellettuale... oltre che per difendere il giovane Theobald, il quale -per quanto potente- era decisamente troppo gentile, passionale e delicato per avere a che fare con un brutto ceffo come quello.

    A quel punto gli fu palese -più di prima- che la discussione non avrebbe portato a nulla di buono... o di piacevole. Non seppe sinceramente come si sarebbe dovuto interfacciare da quel momento in poi ma -fortunatamente, con un tempismo a dir poco provvidenziale- la porta dell'ufficio di Brifos si aprì e passi leggeri si avvicinarono rapidamente.
    -Ciao, Arthur! Scusa se non son passata prima: credevo fossi a Garwec!- una voce di donna dai toni allegri e soddisfatti accompagnò la spinta di un corpo sinuoso che -dopo un balzello- gli cadde letteralmente addosso, abbracciando il Saggio con l'entusiasmo di un infante davanti al genitore preferito -Che bello vederti, mi sei mancato tanto ♥

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    Abbassando le iridi argentee su di lei, il vampiro rimase qualche attimo ad osservarla, e solo allora i suoi lineamenti divennero meno duri, anche se ugualmente insondabili. La voce si fece più bassa, estremamente più gentile, sebbene quella di poco prima non suonasse affatto irrispettosa. L'animo inquieto tornò ad una placida calma, quasi la Dama avesse spazzato col suo Vento ogni nube oscura o minacciosa in grado di tormentarlo. Un raggio di sole riuscì a passare, e fu il sorriso intenerito dell'uomo, dopo aver colto dettagli insoliti sul viso della bella.

    -...attenta, Piccola Lady: si è sporcata di cioccolata.
    Portandosi una mano nel taschino, ne estrasse un fazzoletto, per poi passarglielo sui resti dei dolci divorati degustati assieme al demone Brifos. Drusilia si lasciò vezzeggiare, esibendo una faccina contenta e gongolando non poco.
    -Grazie, Arthur: mi sento sempre una principessa, quando ci sei tu ♥

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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Mmmhh..... no. Direi di no.
    Decisamente no. »

    Quello che venne dopo, fu per Arthur un tuffo nel passato -uno che aveva preferito gettarsi alle spalle, nel momento in cui aveva intrapreso la carriera di Saggio di Palanthas. Nonostante ciò, pensò che quel giochetto fosse una specie di tortura per rimarcare quanto al Re del Tempo non piacessero i ladri di libri, oltre che alla manifestazione di una natura fin troppo affine ad una delle tipologie peggiori di nobiluomo da lui incontrate fino a quel momento.
    « Non vi siete affatto premurato di informarvi sui miei gusti: eventuali aggiunte di latte o panna, la mia varietà di zucchero preferita, la temperatura ideale a cui gradisco la consumazione, le porcellane a disposizione tra cui scegliere, o quale spuntino da accompagnare... il che è molto scortese, ma per rispetto alla mia cara promessa-sposa, mi sento propenso a darvi qualche dritta e una seconda possibilità. Riproviamo. ♥ »

    Abituato come era a servire uomini esaltati, viziati o semplicemente folli, il cainita riuscì a sopportare anche quello, sebbene non avesse affatto gradito il rimarcare il suo legame con la Dama del Vento, quasi avesse deciso di esibirla come ostaggio.
    In ogni caso, non ebbe realmente modo di replicare: trovandosi a due metri di distanza e ad un un banco-gelati comparso dal nulla, fu abbastanza impegnato a non lasciarsi andare all'ennesimo conato di vomito che gli giunse con tempismo perfetto, come gli era accaduto per ogni stramberia di quel tale. A quel punto finì per domandarsi se il suo malessere fosse in qualche modo legato all'interlocutore.
    « Alloooora: prendo un bubble-tea con tre cubetti di ghiaccio, due parti di panna, una di latte e una di sciroppo alla fragola, con due cucchiaini di meringhe rosa, uno strato di hazuki, e un ricciolo di panna montata in cima – lo gradisco servito ben freddo, in quel grosso vaso-bicchiere di vetro smerigliato a forma di giglio, della collezione di “Fluffy Kittyffany Cotton Candy” della Second Season. Ah, e con una cannuccia rosa a pois bianchi! ♪ »
    Notò subito che l'ordinazione non corrispondeva affatto alla premessa di poco prima -dando ulteriormente prova che le richieste di quel Re non nascessero da suoi desideri, ma da semplici capricci... o dal piacere di tormentare gli altri- ma decise comunque di proseguire con la propria condotta: discutere sarebbe stato inutile, ed avrebbe prolungato l'agonia dello stare in sua presenza. Rispettò ogni singola richiesta e gli porse quella dannatissima bevanda.

    « Cooooomunque... Avendo avuto modo di vederli da vicino:
    che idea ti sei fatto di quei Circensi? »

    Fu allora che il discorso prese improvvisamente una piega seria... o almeno sensata.
    « Devo dire che il loro funzionamento mi affascina... ma il mistero irrisolto della loro creazione mi indispettisce: continua a sfuggirmi qualche dettaglio della procedura. »

    Preso in contropiede, dovette prendersi del tempo per ragionare sulla domanda. Era molto generica e... gli risultò abbastanza complicato formulare una risposta. Aveva in realtà cercato a lungo di razionalizzare sulla questione, ma non ne aveva mai ricavato molto. O -ad esser precisi- non aveva ricavato nulla di realmente utile alla causa. Nonostante le informazioni in più, non aveva ancora nulla che potesse far loro realmente del male, e se li avessero nuovamente incontrati, avrebbero di nuovo perso: i Circensi erano su un altro livello.
    -Fin troppo potenti per delle creature normalissime che hanno semplicemente stretto un patto- si trovò a commentare -Ho avuto modo di indagare su un paio di loro: il defunto Vivian e una tale Azshara. Il primo era probabilmente un umano, deriso e maltrattato dalle persone comuni del suo villaggio, per qualche motivo. Conobbe una fanciulla, e questa divenne tutto per lui, ma finì uccisa dal padre di Vivian e... la gente del villaggio lo accusò, naturalmente. Lo condannarono senza alcun processo e lo imprigionarono. A quel punto giunse il signor Blackheart, che dovrebbe essere il loro capo. Gli propose un patto: prese qualcosa da Vivian e gli restituì la sua amica morta, conducendolo al Circo, dove avrebbe vissuto felicemente, con la sua amata, intagliando bambole di legno.
    Attese qualche attimo, mostrando del disappunto sul proprio volto.
    -Quanto alla donna: ho trovato lettere d'amore nel suo camerino rivolte o ricevute da un uomo, probabilmente il suo amante. L'ultima in ordine cronologico non era però indirizzata a lei, ma ad un tempio di un dio serpente: si trattava della cessione di una schiava. Probabilmente la serva era lei: da qui sono riuscito a spiegarmi alcune immagini poco lusinghiere verso il genere maschile esposte nel camerino. Una di queste ricordava molto il racconto di Giuditta e Oloferne- spiegò -Altre, invece, ricordavano la maternità... e che avesse una certa propensione per i neonati è diventato evidente nel momento in cui è stata trovata nel suo camerino una creatura ibrida. Un bambino-ragno, nato da alcune donne ingravidate con la forza da ragni giganti nella zona-est della capitale, che ho io stesso incontrato lungo il percorso. Probabilmente lo ha preso per se'... per compagnia o in risposta a un istinto materno, non saprei.

    A quel punto, elencato tutto ciò che sapeva, giunse il momento delle considerazioni.
    -Premettendo che -trattandosi quasi certamente di un demone- esiste la possibilità che il signor Blackheart non sia solo il "salvatore", ma abbia spinto gli eventi e le vite di queste persone ad una situazione di "crisi", così da cogliere le vittime disperate e vulnerabili per rubare loro ciò che gli interessava, probabilmente l'anima... il "lieto fine" di questi circensi è distorto e malato. Non son nemmeno completamente sicuro che l'amata di Vivian fosse quella reale.
    Sospirò, seccato.
    -In ogni caso, credo fossero tutte persone sfortunate. Hanno ottenuto un patto e quella pietra da cui traggono vita ed energia... ma sia in scienza che in magia, l'energia non può mai essere creata dal nulla, piuttosto trasformata. In loro non ho trovato nulla di un livello tale da produrre tutta l'energia di cui dispongono in modo quasi gratuito. Quindi... mi chiedo da dove esattamente attinga potere la pietra che ricevono. E come l'impresario riesca a crearne così tante, e con una semplicità tale da permettersi di distruggerle senza problemi, nel caso qualcuno provasse a prenderle.
    Incrociò le braccia, incupendosi.
    -In ogni caso, gli "involucri" sono creature normalissime, spesso inferiori alla norma... è la pietra a renderli così eccessivamente potenti. Potrebbe attingere potere dal loro dolore, ma la resa mi pare comunque sbilanciata. E tutto questo mistero che le circonda, e la necessità che nessuno le possa sottrarre, mi fa seriamente pensare a qualcosa di contro-natura o indegno, perfino per un demone.

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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  10. .

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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.


    « ...capisco: il Tempo non deve essere stato clemente con lei. ♪ »


    Concentrato come era stato nel sintetizzare una lettura che gli era costata diversi mesi di studio, molti dei quali soltanto di decodifica, Arthur non si era affatto reso conto dell'espressività dell'altro, preferendo di gran lunga scorrere lo sguardo argenteo sulle pagine ingiallite, piuttosto che sulla sua brutta faccia.

    Sembrò cadere quindi dalle nuvole quando il Re del Tempo gli parlò di nuovo, accennando a qualcosa che non centrava affatto col discorso... e confondendolo abbastanza.
    -...prego?

    « So che è un fatto comprovato che, ad una certa età, a taluni cali l'udito... ♥ »

    A quel punto, improvvisamente calò il silenzio... e non perché il molestatore avesse finalmente deciso di tacere, ma perché ebbe la netta sensazione di aver appena perso uno dei propri sensi. Data poi la premessa delle ultime parole che era riuscito ad ascoltare ed i gesti abbastanza esplicativi che ne seguirono, non gli fu affatto complicato intuire di chi fosse la colpa.
    Il Re del Tempo voleva il caffè.

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    Già in qualche modo abituato a simili comportamenti nei suoi confronti, causa la propria condizione di servitù nei secoli andati, Arthur fu abbastanza bravo nel nascondere il suo ovvio disappunto. Per quanto il Re del Tempo fosse oggettivamente fastidioso, prepotente e di una superbia in grado di far sperare a chiunque nel suo incontro con qualcuno che riuscisse a malmenarlo, non aveva comunque ancora ucciso sorelle, torturato nipoti o generato prole solo per mandarla a morire... quindi non era ancora al limite della sua sopportazione. Cercando di farsi forza e controllarsi, il Saggio pensò che -alla fine- aveva passato momenti peggiori.

    Il cainita lo squadrò dunque con sguardo serio, per poi limitarsi all'unica cosa che poteva evidentemente fare: alzarsi in piedi e portargli il caffé. Non vi sputò all'interno soltanto per non macchiare la sua professionalità con delle vendette.
    -Ora è soddisfatto?

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.


    « Ah, ora capisco! Divertente! Beh, posso capire che la fanciulla sia piena di dubbi: le è toccato un grandissimo onore, lei è un ibrido mentre Io sono Io, quindi sicuramente non si sente all'altezza, e le paure vengono filtrate col rifiuto dal suo carattere tsunderino... di tutto questo sono già a conoscenza, ma... le passerà! ♪ »

    -...

    Arthur Friederick Giles ascoltò quella risposta con malcelato disappunto, spezzando la sua maschera imperturbabile con una fronte inaspettatamente corrugata, non appena ebbe modo di razionalizzare le ultime due parole pronunciate dal losco figuro. A quel punto -doveva ammetterlo- ebbe l'istinto irrefrenabile di tirar fuori il proprio guanto e schiaffeggiarlo, esattamente come era accaduto nei confronti di Aren durante il Circus Diabolique.
    Dovette tuttavia contenersi: alla luce delle novità scoperte durante il suo ritorno fra i vivi, morire quel giorno non gli sarebbe stato di alcun aiuto. Avrebbe inoltre generato non pochi grattacapi alla sua amata Regina, probabilmente già esausta dagli orrori a cui era stata sottoposta nel Pentauron.

    « Per un attimo avevo temuto di non essere stato sufficientemente presente nella sua vita! È un fatto inoppugnabile che sono con lei un uomo paziente, premuroso, e conciliante: le assicuro che le uso sempre ogni riguardo, e che la tratto come una principessa... ♥ »

    Il Vampiro aprì appena le labbra pallide, intenzionato ad ammonirlo su quanto non avesse -in realtà- centrato il punto del suo discorso, ma... ebbe come la sensazione che fosse inutile. Che lo stesse prendendo in giro...

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    « ...ma se questo è quel che si dice in giro, vuol dire che
    dovrò impegnarmi per fare di più. ♥ »


    ... o che, far valere la propria posizione, avrebbe solo peggiorato la posizione di Drusilia.
    Abbassò quindi lo sguardo e si contenne per l'ennesima volta, decidendo di chiudere quella visita il più rapidamente possibile, dandogli ciò che voleva. Dopotutto... il Saggio aveva chiarito le proprie intenzioni al Re del Tempo. Non dipendeva più da lui cosa sarebbe accaduto.

    -Il volume riguardante il Circus Diabolique non è altro che una raccolta di molte testimonianze, quasi tutte scritte a mano in modo quasi illeggibile... a parte quelle dell'Agente Nove, più ordinate e comprensibili- introdusse, prendendo il secondo libro e sfogliandolo -Confrontandole fra loro, ho notato una certa ritualità nelle pratiche: una specie di schema. Si parte infatti con un evento in grado di attirare gente: può essere una festa o una fiera, ad esempio. Durante l'evento, una barriera viene innalzata, fungendo come trappola; solo allora apparirà effettivamente il tendone, dando inizio ai rastrellamenti. Il Circus Diabolique -in ogni caso- si conclude sempre con una celebrazione: queste variano da rituali di rinascita a trasformazioni demoniache, ma ci sono state anche apocalissi.

    Con le dita sottili, sfogliò altre pagine, procedendo verso la parte conclusiva.

    -Un tema centrale del Volume sono i numerosissimi fallimenti nel capire come sono generati i Circensi in quanto Anomalia.
    Si presuppone che siano creature autoctone dei vari mondi in cui il Circo si ferma, tuttavia il processo di trasformazione in quelle precise entità non è chiaro. Sono invece chiare le caratteristiche del prodotto finale: caratteristiche fisiche e capacità rigenerative eccezionali, la perdita della composizione biologica originaria, riserve energetiche fuori dal comune ed un'anima compattata in una sorta di sasso, estremamente sgradevole alle percezioni degli spiritisti.


    Per la seconda volta, Arthur terminò di sfogliare il volume, chiudendolo.
    A quel punto si mise a braccia conserte, fissando l'interlocutore con la solita aria seria.

    -Si sente soddisfatto delle informazioni che le ho dato?

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Bene, molto bene... si vede che ha studiato. ♪ »
    Nonostante il losco figuro lo stesse evidentemente prendendo per i fondelli, Arthur non replicò, abbastanza impegnato -a livello emozionale- a tirare un profondo sospiro di sollievo nel momento in cui sentì il proprio tesoro essere tornato nelle sue tasche, non senza un ennesimo attacco di nausea assai sospetto.
    « Domanda per la lode. Allooooora: dov'è il mio caffè...? ♥ »

    A quel punto -però- sorsero nel Cainita un numero imprecisato di quesiti. A priori da cosa era effettivamente scritto nel dettaglio, comprendendo perfino le motivazioni per cui poteva esistere un tomo del genere, non capiva il chi ed il perché avesse analizzato quelle letture. E poi... perché il proprietario di un archivio delle Anomalie aveva deciso di raggiungere Endlos e tormentare Drusilia con strane proposte di matrimonio?

    -Non ho mai provato interesse per le lodi, signore- rispose pacatamente a quel tale, sempre elegante ed imperscrutabile -Sono stato attratto da questo tomo perché è un argomento che mi riguarda personalmente, e riguarda le persone che mi sono care. Leggendo questi dati, però, non ho potuto fare a meno di pensare alla sua vicinanza con la Piccola Lady Galanodel, strettamente coinvolta a un al vostro volume, consultato anche recentemente.

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    -Non so cosa abbiate in mente, lei ed i suoi uomini... e so che non lo direte a me, che mi sono macchiato anche della colpa di un furto nei suoi archivi.
    Dopotutto, pretendere che quel mostro parlasse proprio con lui, una Anomalia che lo aveva derubato in casa, sarebbe stato oltremodo ingenuo, se non addirittura stupido. Per sua fortuna, non era comunque la Verità ad interessarlo, in quel preciso istante.
    -Le chiedo tuttavia di non peggiorare la sua condizione. La piccola Drusilia ha sofferto molto, nei suoi pochi anni di vita: non conosco i suoi limiti, ma mi preoccupa che non possa reggere dell'altro.

    Attese qualche attimo, ordinando i pensieri e scrutando il Re del Tempo attentamente. Provava un naturale senso di pericolo nell'osservare la sua figura, a prescindere dai loro trascorsi: ciò nonostante, le sue priorità -in quel preciso caso- erano decisamente al di sopra di qualunque altra preoccupazione potesse occupargli la testa. A quel punto, andavano dichiarate senza ulteriori indugi.
    -È mio interesse prioritario che non si infierisca ulteriormente su di lei.

    Per la prima volta, riuscì a guardarlo negli occhi, senza discostare lo sguardo in poco tempo.
    -E poi... so da fonti certe che non è affatto interessata ad avere il Re del Tempo come marito.

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Alloooooora... ♪ »
    Una voce bassa, maschile -fin troppo familiare- e sorniona costrinse Arthur Friederick Giles a tornare alla realtà, non senza un certo fastidio. Ciò nonostante, quello che parve disturbare maggiormente il cainita fu un nuovo ed inaspettato senso di malessere, situato esattamente all'altezza dello stomaco.
    Immune a praticamente tutti i morbi che affliggevano la razza umana, di cui un tempo era stato lui stesso un tipico esponente, il vampiro ne rimase oggettivamente sorpreso. Non seppe dare delle spiegazioni razionali al suo senso di nausea oltremodo sospetto, colpa anche della sua totale ignoranza in materia, ma qualcosa dentro di lui -una voce interiore, un istinto atavico- ricondusse immediatamente la stranezza alla figura che aveva davanti, apparsa improvvisamente.
    « ...dimmi, caro giovanotto... »
    Aveva le pupille disumane, ridotte a sottili fenditure, occhi verde peridoto ed i denti affilati di uno squalo, molto simili ai suoi canini. Non importava molto che fosse vestito da gentiluomo, o che facesse probabilmente uso di tinture per barba e capelli: la sua stessa genetica suggeriva un pericolo concreto per tutti, e quello gli bastava. Lo aveva già capito tempo prima, in una piazza di Epartis.
    Fu per questo che, notando la scatola blu fra le sue mani, scelse di rimanere composto, nonostante l'ovvia irritazione.
    « ...come procedono i tuoi studi sui miei libri...? ♥ »

    Preso tuttavia alla sprovvista, Arthur non ebbe tempo o lucidità per comprendere bene la richiesta di quello strano individuo. Si trattava di sarcasmo, oppure era una vera e propria domanda?
    -...prego?
    « I volumi sulle Anomalie. I volumi che hai trafugato dai miei Archivi. I MIEI volumi » rispose con saccenza il Re del Tempo, quasi parlasse con qualcuno mentalmente sottodotato. Batté poi un indice artigliato sulla copertina di uno dei libri « Questi volumi qui. »

    Premesso che negare non sarebbe stata un'idea né buona, e nemmeno sensata, a quel punto si sarebbe trovato a dover decidere fondamentalmente fra due approcci. Avrebbe potuto pretendere l'oggetto sottratto, ma non era nelle condizioni di farlo -ancor meno con dei libri trafugati proprio davanti a lui-, oppure dargli ciò che desiderava, e farsi ridare in seguito la scatola, tenuta visibilmente come ostaggio.

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    -Meliamne e Galanodel, due stirpi del mio mondo originario- avrebbe introdotto con cautela, raccogliendo uno dei tomi ed aprendolo lentamente -Il volume inizia con il registrare che queste due famiglie sono linee di sangue ibride, ricreate da due esseri superiori: Adam Qadmon e Malum. Non sono note le ragioni di questa azione, perfettamente coordinata e probabilmente pianificata, soprattutto perché pare che tali entità non siano autorizzate o affiliate ad ordini o fazioni riconosciute.
    Sfogliò lentamente il volume, ripercorrendo con lo sguardo argenteo tutta la lunga storia delle famiglie, perfettamente impressa con l'inchiostro chissà da chi, e chissà grazie a quali abilità, considerando la risaputa attitudine dei Galanodel nel mantenere i propri segreti più intimi e pericolosi.

    -Ho notato che sono state anche perfettamente elencate tutte le loro caratteristiche e le loro usanze, dalla biologia semi-divina all'utilizzo regolare dei bastardi come assistenti, guardie o soldati semplici del proprio regno. Sono anche presenti ritratti precisi e di grande valore- avrebbe continuato -Esiste perfino un capitolo su un dettaglio a me prima ignoto, e cioè la possibilità di mutare il proprio piumaggio a seconda del peccato di cui ci si macchia. Tutti i Galanodel, discendenti di Adam dalle ali auree, non le hanno mai totalmente bianche, come gli angeli a cui somigliano: spesso le punte mostrano riflessi colorati, ma non è ancora chiara la corrispondenza fra colori e colpe... a parte per uno. Nel momento in cui si compie assassino su un consanguineo di stirpe angelica, le ali diventano totalmente nere.
    Questo... era il caso di Toherin, figlio di Ecatl e suo secondogenito, fondatore del casato. Ci fu detto che erano così di nascita... ma questo volume parla di un assassinio. Ecatl -a quanto pare- aveva scelto un successore in Ellariame, sua primogenita, braccio destro e condottiera di eserciti. Morì poco dopo la scomparsa di suo padre, in circostanze misteriose e senza aver generato discendenti. O, almeno, così "fu detto".

    Del disappunto lo scosse nel profondo, ma preferì passare oltre quella vicenda.
    -In ogni caso, dalla loro creazione, i Galanodel sono stati classificati come "anomalie" a tutti gli effetti. Essendosi tuttavia sviluppati in modo speculare ed opposto ai Meliamne (cioè le anomalie di Malum), nonostante abbiano prodotto mutamenti rilevanti nel loro continuum -immischiandosi in modo consistente e determinante nella politica e negli affari umani- non hanno comunque mai stravolto l'ordine previsto degli eventi.
    Le dita affusolate scivolarono sulla carta del manoscritto, sfogliando una nuova pagina, così da ripercorrere tutto l'oggetto del proprio studio e non tralasciare nulla.
    -Siccome le due famiglie si sono sviluppate in modo da bilanciarsi a vicenda, l'Anomalia generata dalla loro presenza è sempre rimasta stabile e sotto controllo, quindi una certa "Commissione" -citata più volte nel capitolo 32- non è intervenuta a cambiarla o annientarla. A tal proposito, si è parlato di loro come "malattia benigna".

    Terminato quell'appunto, le dita scorsero più rapidamente, giungendo in poco tempo alle ultime pagine del volume.
    -Gli ultimi capitoli di questo libro riguardano il modo, simmetrico e parallelo, in cui le due famiglie si sono estinte. In entrambe le famiglie risultano sopravvissuti -ma dispersi- una coppia di gemelli dell'ultima generazione nata.
    Ai nomi "Quarion" e "Drusilia Galanodel" vi era in aggiunta una freccia, probabilmente scritta successivamente, che puntava ad una semplice parola: Endlos.
    -Ora che le ho risposto, sperando di esser stato esaustivo... potrebbe rendermi quella scatola blu, per favore?

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
    [Auspex sui flussi temporali delle locations: 5 | Temporis alert: 5]
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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Con sguardo perso nel vuoto, Arthur Friederick Giles contemplava una candela spenta ed ormai consumata, mostrando un'aria visibilmente assorta e domandandosi se avrebbe dovuto chiedere di sostituirle, prima che arrivasse la notte.

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    Ad alcuni mesi dal suo ritorno fra i vivi -e diversi secoli in anticipo rispetto alla propria ri-nascita- il Cainita aveva trovato il giusto tempo per riordinare le idee, il proprio studio ed i ricercatori a cui faceva capo a Codec.
    Terminate tutte le pratiche lasciate in sospeso dalla Notte di Kisnoth, si era infine concentrato su ciò che più di ogni altra cosa riteneva un tesoro inestimabile -nonché una refurtiva vera e propria-... e lo studio approfondito dei due volumi trafugati agli Archivi del Re del Tempo gli era costato molti giorni d'isolamento ed altrettante notti insonni. Non che avesse mai avuto realmente bisogno di dormire, comunque.

    Il le stagioni -intanto- si erano alternate fra loro molto rapidamente, merito delle continue faccende che lo avevano costretto a viaggiare spesso per il Pentauron, così da contribuire alla ristrutturazione di un antico palazzo della capitale, svuotato dai rastrellamenti e poi comprato come sede della loro nuova Gilda.

    L'incoronazione di Lowarn Galanodel come nuovo Alfiere Errante era stato l'ultimo dei "contrattempi" che lo avevano distolto dal proprio lavoro, prima di richiudersi nuovamente in biblioteca.
    Durante il tragitto che lo aveva ricondotto a casa, Arthur aveva ragionato a lungo riguardo le loro nuove necessità ed i nuovi pericoli a cui avrebbero dovuto fare attenzione e... davanti ad un quadro generale così tragico, la consapevolezza di poter morire da un giorno all'altro, lasciando nuovamente qualcosa in sospeso, lo terrorizzò a morte.

    Era stata quella stessa paura a spingerlo in quel giorno, da solo e davanti ad una candela spenta, a stringere fra le mani affusolate e fredde una strana scatola in velluto blu.
    Rimase fermo in quello stato per molti secondi, ignorando perfino i due volumi aperti sulla propria scrivania.
    Poi... sospirò sconfortato, portandosi la scatola al cuore e riponendola delicatamente nella tasca della propria giacca.

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    Giocata: Epitaph
    Conto Pg coinvolti: Kalia, Denver, Uriel, Yoko, Arthur
    Eventuali gilde coinvolte: CSV
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