Endlos Realm GdR - Gioco di Ruolo Fantasy by Forum

Posts written by Kuma

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    Ma sì, vai tranquillo, che tanto qui è molto più importante il concept e l'aspetto narrativo che le classi; quelle si possono modificare man mano e i poteri relativi pure.
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    Benvenuto, Voggy! Hai già qualche idea su che personaggio vuoi fare? Inoltre, di quanto giovanotto stiamo parlando, così ci regoliamo con Quarion? :pft:

    Nel mentre, se dovessi avere dubbi sui regolamenti, lo Sportello Assistenza è sempre aperto, quindi non esitare nel caso a chiedere allo staff!
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    Nickname: Kuma
    Numero di personaggi attivi: 4
    Tesoreria Coin: Qui.

    #1
    Personaggio: Gaspode
    Scheda: Qui
    Revisione: Qui.
    Conto: Qui.
    Gilda: N/A

    #2
    Personaggio: Denver Brockmann
    Scheda: Qui.
    Revisione: Qui.
    Conto: Qui.
    Gilda: The Hush

    #3
    Personaggio: Evangeline Raillier-Lanty
    Scheda: Qui.
    Revisione: Qui.
    Conto: Qui.
    Gilda: N/A

    #4
    Personaggio: Sadwrn
    Scheda: Qui.
    Revisione: Qui.
    Conto: Qui.
    Gilda: N/A
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    Giocatore: Kuma
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    Giocatore: Kuma
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    {Ghiaccio, Curtis}

    Curtis era riuscito alla fine a farla franca del tutto, mentre Ghiaccio si era ritrovato con un giro sostitutivo per il proprio disturbo, ma...
    ...qualcosa era appena cambiato.
    Stanton non stava più guardando il mafioso: quegli vitrei erano rivolti nella sua direzione, certo, ma sembrava stessero osservando un qualche punto oltre Ghiaccio, o magari perfino dentro Ghiaccio stesso, ma non lui. Si era come pietrificato sul posto, il cowboy, ed era rimasto in un silenzio appropriatamente tombale.

    Spostando lo sguardo appena un po' più in là, sarebbe stato possibile accorgersi che la stessa cosa valeva per Xavier e Medea. Il resto del bar osservava la scena con il fiato sospeso e i boccali pure, con l'eccezione del barista, che stava pulendo imperturbato il bancone, e la papera meccanica dei T-ROLL che, beh, era una papera meccanica.
    Quack.


    {Xavier, Medea}

    Stanton scosse il capo.
    « I see. So that means you are not going to be the ones either. » Dopodiché si guardò attorno, come se fosse in cerca di qualcosa nel vuoto cosmico di quel non-spazio. « Did the other two manage to skip this round somehow? Hah, smart of them. »

    Gli altri due erano, manco a dirlo, Curtis e Ghiaccio. Ad ogni modo, si potevano trarre da quelle parole due importanti informazioni: innanzitutto, questa versione decisamente più indifesa e meno ostile di Stanton non credeva sarebbe stato possibile vincere quella sfida senza essere disposti a giocare sporco, e la seconda... che non sarebbe stato possibile vincere quella sfida senza essere disposti a giocare sporco. C'era da scegliere il metodo: o si attaccava l'anima del cowboy, o si faceva in modo di non bere. Se decidere quest'ultimo aveva come conseguenza non trasportare i contendenti sul piano dimensionale dove si trovavano Xavier e Medea, allora un metodo giocoforza doveva escludere l'altro.

    Stanton, purtroppo, non capì granché ciò che Xander disse, forse per la barriera linguistica che l'assenza della Volontà aveva ripristinato, ma fu quantomeno in grado di afferrare l'ultima, fatidica domanda. Solo...

    « Sorry, buddy, time's up. »

    ...il tempo a loro disposizione era finito. Un lampo spazzò via la realtà, sempre che di realtà si trattasse, intorno a loro, e Xavier e Medea furono catapultati di nuovo al bancone come se ridestati da un sogno.

    {Tutti}

    Così, ripresisi tutti i contendenti, giunse il momento del terzo giro. Ai tavoli, il silenzio aveva preso a sfaldarsi come la banchisa in estate, e stava tornando un brusio che dapprima era incerto, e poi diventava più sciolto man mano che passavano i secondi e le persone erano più sicure che Stanton non avrebbe prestato loro troppa attenzione.

    Al bancone erano apparsi altri cinque bicchieri. Ancora una volta uno spirito diverso: era giunto il turno del gin, per essere precisi. Davanti a Ghiaccio c'era tuttavia anche il bicchiere di tequila che aveva sostituito quello rovesciato poco fa. L'unica consolazione era che l'imbambolamento del cowboy aveva permesso a Don dei T-ROLL di passare all'uomo qualcosina da mettere sotto i denti.


    Turno 8Ammetto di non ricordare cosa avessi avuto in mente quasi due mesi fa quando ho parlato di "mini-giro", e pertanto ci ho messo un po' a raccogliere di nuovo le idee, ma eccoci di nuovo qui!

    Giro normale stavolta; niente “postano solo Caio e Sempronio” o ordini particolari da rispettare.

    Curtis: Congratulazioni: sei riuscito a saltare con successo il giro senza che Stanton se ne accorgesse, poiché distratto da Ghiaccio.

    Ghiaccio: Ahimè, dovrai rimetterti in pari con il resto del gruppo (sans Curtis, grazie alla distrazione di Stanton di cui sei responsabile) con un doppio giro. Per questioni di semplicità, consumare due drink in un turno non darà effetti diversi dal farlo in due turni separati. Le noccioline aiutano, ma non troppo.

    Medea, Xavier: Avete notato come l'altro Stanton si sia accorto dell'assenza di Curtis, ma quello con cui state bevendo apparentemente no, perché è solo Ghiaccio a dover bere di più?

    • Curtis: 25/100
    • Ghiaccio: 20/100
    • Medea: 50/100
    • Xavier: 40/100
    • Stanton: ???/???

    Scadenza: 04/10/2021, ore 23:59.
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    Sono passati quasi due anni dal mio ultimo post. Necropostiamo!

    Angus Oblong - Creepy Susie and 13 Other Tragic Tales for Troubled Children
    Barry Hughart - The Story of the Stone
    Barry Hughart - Eight Skilled Gentlemen
    C.S. Pacat - Captive Prince
    Douglas Adams - The Restaurant at the End of the Universe
    Elizabeth Hand - Wylding Hall
    Leo Ortolani - Bedelia
    Leo Ortolani - Luna 2069
    Italo Calvino - Il visconte dimezzato
    Italo Calvino - Il barone rampante
    Michael Ende - Momo
    Stefano Benni - Bar Sport
    Stieg Larsson - Uomini che odiano le donne
    Terry Pratchett - The Light Fantastic
    Terry Pratchett - Mort
    Terry Pratchett - Sourcery
    Wu Ming - Anatra all'arancia meccanica
    Yasunari Kawabata - La danzatrice di Izu

    In corso:
    Gabriel García Marquez - Cent'anni di solitudine

    Quasi sicuramente mi sto scordando qualcosa. Sicuramente manca tutta la parte di non-fiction che mi sono dovuto sorbire per gli esami fra Novembre 2019 e oggi (cioè tutti i libri della magistrale praticamente), ma almeno questa mancanza è voluta.

    Ah, e diverse storie brevi che non mi sento di elencare individualmente.
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    Ci saranno anche state delle circostanze avverse dietro il suo ingresso nei Saggi di Palanthas, ma quest'ultimo sarebbe avvenuto in realtà molto prima se solo Denver avesse saputo dei benefici che vengono concessi ai suoi adetti, e per quanto non gli sia piaciuta l'idea di doversi tatuare addosso delle rune per potere sfruttare alcuni dei benefici in questione, il risparmio di tempo che comportano compensa del tutto i marchi sulla pelle.

    Qualunque altra persona avrebbe dovuto ottenere in qualche modo l'accesso alle telecamere di sicurezza per vedere ciò che il ponte ha mostrato a Denver, e senza neppure la garanzia di trovare le registrazioni in questione. Nel migliore dei casi, qualunque altra persona ci avrebbe messo almeno delle ore.

    Denver Brockmann invece impiega pochi istanti ad apprendere che Rickton è arrivato qui di sua spontanea volontà e molte ore prima di loro, segno che la sua assenza è stata notata con colpevole ritardo, e non si stupisce troppo nel vedere il vecchio superare la barriera passandoci sotto con una sorta di balletto che Denver ha visto fare ogni tanto a certe feste. Una flessibilità rimarchevole per un uomo almeno sulla settantina, anche se gli acciacchi dell'età lo costringono a limitarsi a scavalcare la barra al ritorno.
    Dopodiché, dopo aver trafficato con l'orologio da polso, spicca il volo con un sistema di razzi che per tutto questo tempo ha tenuto celato sotto il camice – il che spiega anche come abbia fatto ad arrivare fin laggiù così rapidamente. Qualche secondo più tardi nel racconto accorre la guardia di sicurezza che Denver ha visto poco fa. Quest'ultima si guarda attorno sconcertata, ma non trovando niente e nessuno nella zona, si allontana una seconda volta dalla sua postazione, svelando così il modo in cui Rickton sia riuscito a fare tutto ciò senza essere neppure notato.
    Ora va capito solamente perché fosse venuto fin lì.

    I soldati nel frattempo vedono la ragione, e permettono al gruppo di accomodarsi sul retro del furgone. Curiosamente non sembrano in grado di concepire che qualcuno possa venire dall'esterno, ma se non altro ciò eviterà a Denver una conversazione con Quarion più tardi.
    Sempre i tre militari menzionano una tale “generazione rubata”, e Denver si ritrova a inarcare, sorpreso, le sopracciglia: nel suo mondo, egli era ritenuto un appartenente alla “generazione perduta”, e la somiglianza dei concetti non può che risvegliare la sua curiosità...
    ...ma non abbastanza da porre delle domande. Inoltre, per quanto ne possa sapere, potrebbero star parlando dei ben più giovani Ahri, Justin e Darius. Così si stringe nelle spalle e va a vedere cosa abbia messo in allarme il più grande e grosso dei tre. Lo trova che fissa l'interno con occhi sbarrati, e idem gli altri due.
    Appena Denver sbircia a sua volta nella penombra, lo imita. Sul fondo dell'autocarro scorge infatti otto occhietti rossi che lo fissano di rimando, appartenenti tutti a bambine che non arrivano all'età del giornalista nemmeno a sommarle tutte assieme. Salta poi fuori anche una quinta che avrà tre, massimo quattro anni.

    « Io pensavo portassero scatoloni, o... cibo, o... armi? » dice Ahri.
    « Come avrebbe fatto qualsiasi persona normale, » cerca di rassicurarla Denver, agitando incerto la mano per salutare le bambine. Sussurrando, continua: « Queste sono le bambine Gastrea, se non vado errando. Brynjar Lloyd ne aveva parlato nel suo resoconto. »
    Lasciando anche una specie di formula per gestirne il patrimonio genetico instabile; peccato che nessuno dei presenti sappia usare la magia.
    « Il nonno di Byakko si trova in città, ed è entrato volando su dei razzi, godendo anche della fortuna che il tipo che lavora al posto di blocco è un povero mentecatto. »
    Si fa indietro e sospira.
    « Se volete continuare su questo mezzo, al limite vi chiedo di rassicurare le bambine sulle nostre intenzioni. Anche se immagino abbiate visto voi stessi che siano piuttosto tese. »
    Agita ancora la mano. Stavolta, cerca anche di sorridere.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Perfetto
    Energia: 90/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Scoop, Auspex Psion, Trick Detector, Volo
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
    Artefatti: Unguento di Rendalim, Cuscino Astrale, Interprete di Babele, Proiettile del Destino, Maschera del Mistero, Rampino del Gentiluomo, Maschere di Gomma, Mantello dell'Invisibilità.


    Edited by Kuma - 26/8/2021, 10:54
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    Giocatore: Kuma
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    Ogni qualvolta che Denver chiede una spiegazione a quei tre, un brivido di terribile aspettativa e un “oh no” appena mormorato si frappongono nell'interminabile intervallo compreso fra il momento in cui Ahri apre bocca per rispondere e quello della risposta stessa. Quest'ultima avvampa, infuriata e imbarazzata e colpevole, sotto gli occhi sorpresi di un Denver che non aveva mai voluto accusarla, ma che ora sospira esausto, pizzicandosi il ponte del naso con le dita.

    « Lascia stare, Gembu, » risponde stancamente, come per riflesso. È Justin a fare un'osservazione molto più pertinente: essere visti entrare senza permesso in una zona militarizzata avrebbe comportato essere attaccati a vista. Al tempo stesso, però, rimane il mistero di come cazzo abbia fatto un vecchio ubriacone irresponsabile a entrare come se nulla fosse, e a giungere lì così velocemente.
    Anzi, rimaneva. Abituato all'assurdo, Denver ha perso di vista l'ovvio. Rickton Sanchez è un povero coglione, ma non è stupido, né tanto meno uno Storm Rider. E quei soldati stanno offrendo loro un passaggio...

    « Justin, » dice, espirando lentamente. « Tuo nonno, con le sue sole forze, non avrebbe potuto seminare un somaro morto, figuriamoci il macchinone che ci ha portato fin qui. Capisci dove voglio arrivare? Intendo dire che qualcuno lo ha portato fin qui e ha permesso che lui entrasse. Ora sorge spontanea un'altra domanda: è stato rapito, oppure è venuto qui di sua spontanea volontà? E in entrambi i casi: perché? »

    Si allontana dal gruppo in direzione del posto di blocco, chinandosi sull'asfalto del ponte, che tasta con la punta delle dita. Alza il braccio libero quando sente i soldati suonare il clacson.

    « Solo un momento! » Esclama, mentre chiude gli occhi per l'istante necessario ad assorbire tutto quello che il ponte può dirgli sull'arrivo di Rickton Sanchez, e sulla sua modalità. Il perché, beh, per quello servirebbe Uriel, ma Denver confida di poterlo ricostruire da sé più tardi.

    Infine si alza. Prossima destinazione: i soldati. Vede il finestrino abbassato; il che gli risparmia la fatica di bussarci sopra. Sul volto ha lo stesso sorriso di una corrente marina in attesa di nuotatori incauti. Abbassa il capo fino a quando non riesce a guardare il camionista dritto negli occhi.

    « Ora, facciamo due chiacchiere fra adulti. Non so cosa vi abbia promesso Ahri, ma diciamo solo che se è qualcosa che una ragazzina minorenne non dovrebbe offrire in nessuna circostanza, vi chiederei cortesemente di non... “riscuotere”. Ci siamo intesi? Vi garantisco che sarete ricompensati ugualmente per il vostro disturbo – in altro modo, più tardi. Sappiate soltanto che sono in ottimi rapporti con uno degli uomini più potenti di queste terre. Quelle al di fuori dei confini della vostra città, intendo. »
    L'alternativa, aggiunge fra sé, è di farvi annegare nel vostro stesso sangue se provate anche solo a toccare Ahri con un dito.
    « Per il resto, credetemi, non siamo qui per cercare guai, né vogliamo dare rogne a nessuno. Vogliamo seriamente solo trovare un uomo che è passato di qui. »

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Esasperato
    Energia: 90/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Scoop, Auspex Psion, Trick Detector, Volo
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
    Artefatti: Unguento di Rendalim, Cuscino Astrale, Interprete di Babele, Proiettile del Destino, Maschera del Mistero, Rampino del Gentiluomo, Maschere di Gomma, Mantello dell'Invisibilità.

    Note: "Ascendente" viene applicato all'ultima parte di dialogo, a partire da "Ora, facciamo due chiacchiere fra adulti", con focus particolare sulla parte su Ahri.

    Slot #1:

    Ascolto
    Non soltanto i libri raccontano storie, non solo le svelte creature parlanti possono divertire od insegnare, bensì ogni cosa che esista su questa terra ha in sé il desiderio di parlare e di raccontare, perché ogni cosa su questa terra vede e sente ciò che le sta intorno. Dovere e capacità di un Saggio sono il saper comunicare con le cose, da queste apprendendo ogni informazione. E così gli oggetti, le sostanze inanimate come ad esempio pietre o muri, e pure i fieri alberi, alla richiesta del Saggio racconteranno ciò che egli desidera sapere, purché siano stati presenti al momento dell'avvenimento: interrogando un muro, infatti, il Saggio potrà sapere chi c'era nella stanza, cosa vi accadde, e tutto ciò che un muro possa aver udito e visto.
    [Consumo Basso | Tecnica di Gilda]

    Slot #2:

    Ascendente
    Nessun Saggio è un amante della violenza, in quanto la conoscenza non nasce dall’istinto e dalle pulsioni. Non è raro quindi che i membri di Gilda fungano spesso da pacieri o da guide di grossi gruppi per la loro propensione ad evitare ogni conflitto. Eppure, può capitare che persino l’inoppugnabile logica di un Saggio non riesca a convincere un interlocutore ostinato o propenso allo scontro. E’ in casi come questo che il Saggio userà tutta la sua bravura per far sì che le sue parole penetrino nella mente del bersaglio come una lama nel burro. Basterà udire le suddette parole che esse diverranno improvvisamente più sensate facendo sì che obbedirvi non sia più un’imposizione ma bensì buon senso.
    [Consumo Basso | Tecnica di Gilda]
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    Benvenuto!
    Vedere chiamare AngelDust "tempi remoti" mi fa sentire un po' vecchio, devo ammetterlo. Anche se sono arrivato nel 2012 e non ricordo pertanto di averti beccato. :sob:

    Ad ogni modo, se ci sono dubbi e domande di ogni sorta, non esitare a contattare lo staff!
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    Stanton cacciò giù la tequila come se fosse stata dell'acqua minerale. Seguì un'altra delle sue risate roche e insincere, come di ingranaggi arrugginiti che provavano a girare invano, inceppati nello stesso campanile che non ne aveva mai potuto annunciare la morte.
    « Hai letto fin troppi romanzi se pensi seriamente che io sia una di quelle anime tormentate dalle loro stesse azioni. È stato il Signore stesso a maledirmi. »
    Si guardò attorno per vedere se tutti stessero rispettando le regole della competizione. Non notò irregolarità. Ancora non ne erano accadute, del resto.
    « O chiunque sia a comandare ai piani alti, ma i pellerossa non sono ammessi nei saloon dalle mie parti, nemmeno quelli con sangue bianco. »
    Quindi, sottintese Stanton, difficilmente c'entrava Manitù o gli spiriti degli antenati del cazzo. Restava solo Dio, le cui vie erano famigeratamente inscrutabili. Non spese parole invece sul come avesse appreso di queste regole. Se qualcuno gliele avesse dette nella maniera convenzionale o se esistessero nella sua essenza come un istinto animale che potesse essere spiegato a parole, non era dato sapere.

    « Chi mi sconfiggerà, » disse rivolto a Medea, « sarà libero di andarsene. »
    Semplice, chiaro. Forse non molto giusto, ma c'era ben poco di giusto nel dover gareggiare in una gara di bevute con un non-morto pena il venire crivellati di proiettili – proiettili che, a giudicare dai segni lasciati poco fa, dovevano essere infusi di qualche strana energia sovrannaturale.
    A Curtis, invece, Stanton si limitò a scoccare un'occhiata infastidita. Senza offrire risposte né commenti, poiché aveva già detto tutto quello che riteneva di dover dire a Xavier, che si trovava accanto proprio a Curtis stesso.

    Firean, dal canto suo, scosse nervosamente la testa quando ne incontrò lo sguardo supplichevole, mulinando però un indice come per indicargli che avrebbe potuto aiutarlo più tardi, in altre circostanze. Circostanze in cui non avrebbe dovuto per forza esporsi per farlo, possibilmente. Così, sotto gli occhi severi di Stanton, sembrava essere costretto a bere...
    ...fino a quando non fu Ghiaccio a correre inavvertitamente in suo soccorso, cozzando con un brusco (ma tutt'altro che accidentale) movimento del gomito contro il suo bicchiere e quello di Denver Brockmann, rovesciando il contenuto di entrambi. Arrivò quasi perfino a quello di Medea, che era tuttavia già vuoto.
    Successo, dunque, anche se non nel modo sperato: Curtis poté approfittare dell'istante in cui uno Stanton arrabbiato si girò di scatto verso Ghiaccio, che nel mentre aveva preso a tirare bestemmie tanto copiose quanto affettate, per rovesciare la tequila per terra senza che Stanton si accorgesse di alcunché.
    Subito dopo arrivò un terzo giro per Ghiaccio – sostitutivo, in un certo senso. Niente frutta secca, non con Stanton che lo guardava. Denver aveva osservato la scenetta con il sorriso divertito di chi sa che qualunque cosa succederà, non solo non toccherà a lui, ma avrà anche un posto in prima fila per godersi lo spettacolo.

    {Xavier, Medea}

    Il mondo svanì di nuovo. Stavolta, tuttavia, il bianco che avvolse i bevitori non si schiuse in uno scorcio del passato, ma in uno spazio più nero dell'inchiostro in cui le dimensioni si fondevano in un tuttuno vuoto e indistinto. Cionondimeno Medea e Xavier avrebbero potuto vedersi alla perfezione, come illuminati da una luce piatta la cui fonte nessuno poteva vedere. Semplicemente erano le loro stesse presenze a fare da contrasto a quanto li circondava – sostanza e nulla, luce e oscurità, vita e morte.

    Oltre a loro, in un punto-non-punto imprecisabile per la natura stessa dello pseudo-luogo in cui erano capitati, c'era anche una terza presenza. Aveva le braccia costrette dietro la schiena per mezzo di un sartiame di catene che terminava con la legatura dei polsi, mentre una fiamma blu divampava senza né bruciandone le carni né sciogliendo le catene in questione.

    Quella figura si rivelò essere Stanton Cree. Aveva visto i due e li fissava con l'odio feroce di chi si sentiva del tutto impotente davanti a degli avversari, oppure per la semplice situazione in cui versava, senza quindi curarsi di chi avesse davanti, oppure ambedue le cose. Tuttavia lo sguardo si ammorbidì e si riempì di tristezza dopo quelli che parvero una manciata di secondi, e Stanton abbassò il capo.

    Xavier poté comprendere che si trattava della sua anima. Incatenata al mondo terreno, essa era la ragione per cui il corpo morto che stava bevendo insieme a loro poteva ancora camminare, parlare, e respirare.

    « Do your worst, » disse in un idioma che forse solo Medea poteva comprendere. In quella specie di non-dimensione parallela non dovevano vigere le stessi leggi che regolavano Endlos. La Volontà non sarebbe bastata per capirsi a vicenda. « Or you sure as hell won't get out of there on your own two feet. »

    Drink With The Living Dead – Turno 7.5Questo giro è in realtà una sorta di intermezzo! Ghiaccio salta questo giro, ma mi ha riferito in privato cosa vorrebbe fare Ghiaccio. Curtis ha postato un po' in ritardo, ma visto quello che vi ho fatto aspettare io per questo post che pure è un intermezzo diciamo che non mi sento moralmente in diritto di dare strikes stavolta. XD

    Ghiaccio: Riesci a rovesciare il bicchiere, attirando però l'attenzione di Stanton con il tuo fare rumore. Risultato: un bicchiere sostitutivo. In compenso...

    Curtis: Firean decide che ti aiuterà in altro modo. Riesci però a rovesciare il bicchiere con la distrazione fornita da Ghiaccio. Stanton è girato dal lato opposto, quindi se vuoi puoi provare ad arraffare qualcosa tu stesso. Ma fai in fretta!

    Xavier & Medea: Ancora una volta siete stati trasportati in un altro “luogo”. Stavolta, però, non è un'intrusione psichica ma spirituale, il che comporta che non ci si può difendere da essa con le classiche tecniche anti-psion o anti-illusione.
    Scovate l'anima di Stanton che, indifesa, vi chiede di “fare del vostro peggio”. Sta parlando in inglese dal marcato accento americano, ma chiaro e comprensibile a chiunque sia sufficientemente avvezzo alla lingua. Medea è in grado di capirlo di default, essendo inglese ella stessa. Quanto a Xavier, lo lascerò decidere alla sua giocatrice.
    A voi come interpretare il messaggio, e se seguire o meno il suo consiglio.

    N.B.: per questo intermezzo posteranno solo Xavier e Medea. Dopodiché interverrò io con un mini-post per dare spazio anche alle azioni di Ghiaccio e Curtis, concludere il turno e riprendere tutto secondo i piani.

    Scadenza: 08/08/2021, ore 23.59
  13. .

    Alla dogana trova effettivamente delle telecamere, due cilindri bianchi in alluminio in cui è incastonato un numero equivalente di dischi di vetro. Denver si ferma a guardarci dentro per un momento, senza trovare neppure la sagoma del suo riflesso sotto la luce fioca dei lampioni, per poi entrare in una cabina inequivocabilmente vuota, al cui interno trova i comandi della sbarra e un telefono.
    Si trova tuttavia costretto a farsi da parte quando un giovane uomo in uniforme ritorna alla sua postazione, si affloscia sulla sedia e risponde a un telefono che è appena squillato – una coincidenza assurda, oppure quel tipo non era mai stato troppo lontano. Denver riesce ad ascoltare metà della conversazione, ma risposte e riferimenti sono fin troppo vaghi perché possa capirne granché. Il militare scarabocchia poi su un foglio volante quella che Denver intuisce essere una targa.

    Ha visto più rigore all'ingresso di un cinematografo. Rickton Sanchez non deve aver avuto grosse difficoltà a passare indisturbato; facile che si sia limitato a scavalcare la barriera mentre l'addetto era in pausa toilet o sigaretta. Aggiungici la possibilità di provocare qualche secondo di jamming, e si ottiene la ricetta per un'infiltrazione da manuale. Peccato non capirne ancora lo scopo, sempre ce ne sia uno.

    Un istante più tardi, i fanali di un'auto illuminano il ponte. Quest'ultima si ferma a poche iarde dalla dogana, più o meno dove ci sono i ragazz–
    –vola fuori dalla cabina – letteralmente – in una corsa dove Denver non lascia impronte se non sull'aria stessa. Ancora invisibile alla vista, trova Justin e Darius del tutto allo scoperto ad aspettare a una manciata di piedi dal veicolo. Ahri, invece, sta parlando con due militari. Denver sente il proprio cuore mancare un battito o tre. Nondimeno non interviene ancora; nessuno dei tre pare essere in pericolo e, nel peggiore dei casi, gli rimarrebbe ancora il vantaggio della sorpresa...

    ...ma nulla di fatto accade. Anzi, i militari avrebbero perfino offerto di accompagnarli in città. Peccato che Ahri non abbia fatto menzione di Denver, che nel frattempo si toglie il mantello nel primo cono d'ombra che trova, e raggiunge i ragazzi con la giacca dietro la schiena e agganciata a un dito.

    « Grazie, Byakko. E tu, quanto pensi che sia veloce esattamente? » domanda con un sospiro, facendo un cenno di saluto a qualsiasi locale si sia oramai accorto di lui. « Ad ogni modo, spiegatemi una cosa: se avete il loro esplicito permesso di entrare, chi sarebbero i clandestini? »
    Fa per prendere un sigaro da un astuccio che ha nella tasca, ma decide all'ultimo di rimandare.
    « A meno che, naturalmente, non sia qualcosa di esattamente legale per loro. In tal caso, perché dovrebbero scomodarsi? »

  14. .
    Giocatore: Kuma
  15. .

    Oramai dovrebbe averci fatto l'abitudine, a vedere ogni suo tentativo di guidare quei tre in una direzione qualsiasi venire annichilito per i motivi più insulsi. Eppure Denver non può trattenersi dal lanciare una preghiera silenziosa al Signore, a cui domanda o di portarlo o con i nervi saldi fino alla fine della missione, o adottare un approccio più escatologico e dunque direttamente nel Regno dei Cieli. Senza condannare alla dannazione eterna Ahri, Darius e Justin, chiaramente, ma il paradiso è senza ombra di dubbio spazioso abbastanza per evitarli per il resto dell'eternità.

    Se non altro stanno regolando tutto da soli più o meno senza colpo ferire. Anzi, ad ascoltare bene, sono solo Ahri e Darius che si scambiano i soliti insulti. Esistono persone che giurerebbero che quei due sono destinati all'altare. Denver, un uomo che annovera fra i suoi sogni nel cassetto più reconditi il commettere atti di inaudita violenza ai danni di queste stesse persone, auspica al contrario di vederli lontani l'uno dall'altra il prima possibile. Se non fosse per la loro posizione peculiare nella società degli Storm Rider, ipotizza, quei due non si rivolgerebbero la parola.
    Justin, invece, si tiene fuori, e risponde. Denver abbassa di un poco la testa per sentirlo meglio.

    « Cisgiordania, eh? »
    In quell'istante gli balza alla mente l'Emirato della Transgiordania, che se la geografia non lo inganna dovrebbe trovarsi nel Levante. Facendo due calcoli, la “Cisgiordania” sarebbe quindi ciò che da lui viene chiamata invece “Palestina”. Un territorio governato per intero dall'Impero Britannico, e relativamente stabile.
    La sua attenzione viene tuttavia distolta dal commento sulla mancata distruzione dell'Undarm, che è stato effettivamente distrutto da un cataclisma. Il cervello già sovraccaricato di informazioni, Denver resiste alla tentazione di domandare a Justin se suo nonno c'entri qualcosa con quell'eruzione o con lo tsunami: c'è il rischio tangibile che il ragazzino gli risponda di sì. Rimanere con l'assurdo dubbio è un'alternativa meno terrificante.
    « Capisco, » dice infine, ascoltando distrattamente la digressione sul Presidio Occidentale. Fino ad un certo punto, vista la menzione della fine che hanno fatto i genitori di Ahri e le azioni di Rickton come terrorista. Nondimeno, questo rimane il capo opposto del semipiano. « Nel concreto quindi tuo nonno si sarebbe allontanato per trovare una qualche mescita di alcolici, o altro. »

    C'è tuttavia qualcosa che Justin vuole aggiungere. Nessuno finisce una frase con “e poi” senza che ci sia qualcosa che venga dopo, che uno voglia effettivamente dirlo oppure no. Denver decide tuttavia di non indagare. Ahri e Darius gli stanno già dando abbastanza mal di testa, e da Justin crede di aver sentito anche abbastanza.

    Giungono infine innanzi alla frontiera che separa quella che dovrebbe essere l'area di influenza di Klemvor dalla città dov'è passato Brynjar Lloyd. A segnare il confine è un fiume, le cui sponde sono connesse da un unico ponticello. Guadarlo normalmente è impossibile: lungo la riva si alternano filo spinato e cavalli di frisia in una distesa che continua per miglia da entrambi i lati.

    Sul ponte, invece, tutto ciò che preclude loro il passaggio è una sbarra dipinta di bianco e rosso, del tutto scavalcabile o aggirabile. A fianco di quest'ultima sorge una piccola cabina grigia nella quale deve esserci la console dei comandi per alzare o abbassare la barriera in questione. Cabina dietro al vetro della quale Denver non vede nessuno, ma con la luce per qualche motivo accesa.
    Conclusioni: qualcuno doveva esserci stato in servizio fino a poco fa, e Rickton è entrato dall'ingresso principale.

    « Solo un momento. »
    Indica la cabina con il pollice. Solo un momento: giusto il tempo di infilarsi il mantello dell'invisibilità e di andare a controllare quanto vuota sia quel posto, controllando nel frattempo se ci sono telecamere nei dintorni. Se sì, spera di trovare qualche registrazione recente del passaggio di quel vecchio bastardo.

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