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Prosegue da qui « Dunque quel neonato non è altro che Hamelin... »
La cosiddetta e preannunciata "lunga" discussione ebbe quindi modo di esser ascoltata durante il volo, quando la Dama del vento ti afferrò nuovamente per il braccio tentando di trascinarti da un'altra parte ancora. Stavolta, tuttavia, il buon senso ti intimò nell'andare prima a raccattare il tuo caro amico dragone che stava ancora più in là; a lui serviva la "salvezza senza troppi casini", a voi invece un comodo ed esperto compagno da trasporto.
L'affare si poteva concludere facilmente.
E diciamo che l'avere sotto un solido "cuscino" sul quale poggiarsi, viste le sorprese in serbo, sarebbe stato più che d'obbligo: la cara Drusilia non solo era riuscita ad avere un bambino senza il ben che minimo rapporto con un uomo, ma addirittura rappresentava una sorta di reincarnazione dello spirito d'un vecchio compagno Elessedil. Il tutto grazie ad un sogno.
Iniziava a venirti il mal di testa.
« ...ok. »
Per quanto il suo racconto sarebbe potuto suonare come altamente (ed inverosimilmente) fantasioso, era difficile pensare che una donna così pura ed angelicamente ingenua avesse potuto inventarsi una storia del genere per coprirsi le spalle da eventuali stupidaggini; troppo irreale ed intricata.
Ma non era neanche la più ovvia delle cose da accettare.
E da capire, sopratutto.
Restasti in silenzio pensieroso per un bel po' di tempo, con lo sguardo perso nel vuoto, cercando di inquadrare nel miglior modo possibile la situazione.
Ci sarebbe voluto senza alcun dubbio molto tempo.
« Vediamo se ho afferrato il concetto... Ora dunque ti ritrovi con un piccolo bambino che scorrazza per casa da dover crescere da sola? »
E la domanda fu dettata non tanto da eventuali dubbi da chiarire (ce ne sarebbero stati eccome a dire il vero!), quanto da una più che motivata e sempre crescente perplessità.
In lontananza fra le nuvole, intanto, iniziava ad intravedersi la meraviglia di quella che probabilmente sarebbe dovuta essere la famosa città volante.
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-Esattamente.
La Dama del Vento sostava al fianco del Demone-Volpe, in attesa del loro arrivo sull'isola volante. Nel mentre aveva avuto modo di spiegargli la situazione in cui si trovava, sebbene fosse piuttosto difficile; perfino lei che ne era la "protagonista" stentava a crederci, ed in effetti non era cosa di tutti i giorni generare una vita da sola, usando come supporto semplicemente frammenti di esistenza di una persona morta da secoli. Ancora si domandava se era suo potere di Arcano, oppure un'ultima volontà del violinista a segnarla così nel profondo, o forse semplicemente un dispetto dei sogni nei confronti della Nera Signora. Bel grattacapo per la Dama del Vento, che senza saperlo si era pure ficcata in mezzo alla politica dei vari domini con una gilda di cavalieri alati e non; se avesse saputo prima della "sorpresina" che aveva dentro dal suo arrivo a Laputa ci avrebbe pensato due volte prima di mettersi in ulteriori casini.-Beh, per fortuna ho molte persone che mi aiutano.
Rimase lì a pensare riguardo ciò che aveva appena detto. In effetti era curiosa l'immagine del piccolo alfiere verde alle prese con un bambino, tuttavia non era molto difficile da immaginare; infondo per lei il goblin aveva assunto il ruolo di un padre -sebbene non si somigliassero affatto- e col bambino era naturale che si comportasse come "nonno". Per quanto riguardava il padrino era cosa ben diversa: sebbene Owl fosse un tipino molto, mooolto "eccentrico", aveva sempre avuto un occhio particolare nei confronti di Hamelin, e sebbene ogni tanto bisticciasse senza ragione apparente col piccolo, si vedeva da lontano che per lui nutriva un profondo affetto.
O meglio, ho il padrino del bambino, un mio maestro quando ero in Accademia, che si è offerto di accudirlo ed istruirlo in mia assenza.
E poi c'è Raylek che gli fa da... da nonno, si.-Non avendo uno sposo, purtroppo è necessario l'aiuto di esterni,
anche perchè la mia gilda non si gestisce da sola e, ahimè,
sebbene abbia ottimi collaboratori, devo comunque tenere tutto sotto controllo.. -
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Effettivamente il lungo naso rugoso di quel piccolo goblin sarebbe stato un ottimo giocattolo d'intrattenimento anche per il bimbo, sì: che gran trovata, ce lo vedevi davvero bene!
...e per un attimo ti sfiorò il non-proprio-allegro sospetto che ti invitò a stare da lei per farti fare da badante. Bastava già la Dama stessa (e non solo) ad insistere per avere coda ed orecchie, ci mancherebbe solo un neonato che strilla... No, decisamente no; meglio rimuovere quell'orrenda visione.
« Meglio così, allora. »
Le sorridesti spontaneamente, un po' rassicurato.
La discussione comunque sarebbe stata riaffrontata in maniera dettagliata più tardi, probabilmente, quando avresti potuto valutare personalmente la situazione. Oramai infatti eravate giunti a sorvolare di fianco alle imponenti mura che abbracciavano la città; poco più in là il tuo vispo occhio aveva già avuto modo di catturare nel suo raggio visivo lo scuro portone che sigillava l'ingresso.
Curioso, eh? Una nostalgica situazione rivissuta a ruoli invertiti.
« Scendiamo. »
Energici e sempre meno frequenti sbattiti d'ali, e la silenziosa imponente creatura vi accompagnò dolcemente al suolo.
Un leggero ed elegante salto sul fianco, e la mano si allungò immediatamente verso la bella e signorile Drusilia per favorirne la delicata discesa.
« A te l'onore di guidarmi, Dama del vento. »
Dopotutto era lei quella di casa, no?. -
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Sorrise amabilmente la bella Dama, portandosi la mano dalle dita affusolate sulle morbide labbra rosse come il fuoco al cortese gesto della volpe d'argento, assecondando poi la tacita richiesta con un protrarsi verso di lui, scendendo leggera e soave quanto una brezza di vento. Erano davanti alle mura, ed un'entrata imponente era l'unica cosa che li separava dalla città bassa. Qualora lui fosse stato pronto, lei avrebbe fatto segno di avvicinarsi, e preso per un braccio, lo avrebbe condotto da un uomo in livrea che, evidentemente, controllava chi entrasse e chi uscisse dal presidio. Appena vide Drusilia, fece un accenno di saluto, tuttavia quando furono abbastanza vicini si rivolse all'uomo, non prima di non aver fissato per un buon minuto le orecchie e la coda con la tipica espressione di chi si domanda perchè mai tutti i tipi strani capitassero a lui. Non che la Dama in sua compagnia fosse normale, eh... ricordava bene il giorno in cui piovve dal cielo, mobilitando tutta la guardia del Mastio. -Benvenuto a Laputa, sire.
La prego di dirmi il suo nome e le sue intenzioni.
Qualora la volpe si fosse voltata in direzione di Drusilia, l'avrebbe accolto un sorriso rassicurante, in attesa che l'amico sbrigasse quel piccolo dovere.. -
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Era esattamente identico ad allora.
Cambiava solo che questa volta a parlare non erano due enormi e mastodontici golem, che nello sfondo non vi era nessuna incantevole Torre d’Avorio ad incutere soggezione, e che sì, stavolta ti trovavi tu ad essere dall’altra parte.
Fu flebile ed impercettibile, però un piccolo brivido ti elettrizzò per qualche istante.
Anche la prassi, dopotutto, era la stessa persino lì.
Avanzasti di qualche passo, avvicinandoti leggermente all’uomo che ti pose il quesito; poi, in volto, la nostalgia lasciò nuovamente spazio alla tua inconfondibile spavalderia.
« Yoko Saddler, sono un demone-volpe proveniente dal regno di Celentir. Ed ho intenzione di passare a salutare qualche vecchio amico che passeggia fra le vostre mura. »
Poggiasti poi una mano sul fianco, come ad indicare un segnale d'attesa, quando il tuo scaltro sguardo si rivolse pensieroso verso l’alto, facendo intendere all’interlocutore di dover attendere ancora qualcosa.
I dorati occhi ritornarono fulmineamente sul giovane uomo poco dopo.
« Poi chissà, se non soffro di mal di testa d’alta quota potrei decidere d’intrattenermi definitivamente. »
Ci voleva proprio, eh?
Edited by Drusilia Galanodel - 1/6/2015, 22:29. -
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-Ah.. si si ecco...
Drusilia aveva appena commentato la singolare presentazione, per poi stringersi forte al suo braccio, tutta contenta della presenza del mago; e per giunta non vedeva l'ora di portarlo al Mastio da Raylek e vedere la faccia del goblin alla notizia che lui si era trasferito sull'isola. Avrebbe provveduto il prima possibile, ma nel frattempo avrebbero fatto una sosta a casa, sia per vedere il piccolo Hamelin, sia per riposare, magari con un bagno caldo ed un buon pasto da lei stessa preparato. Infondo era il suo ospite e meritava tutte le cure del mondo, no? Già, proprio il suo ospite, un ospite con orecchie e coda batuffolosa tutto per lei. Pettinarla e lisciarla, ormai, non per lei non era più poi un sogno così lontano.
L'omino al portone scrisse il nominativo su un foglio, e poi fece segno di passare.
E l'intervento di Yoko non aveva fatto altro che peggiorare l'espressione perplessa della sua faccia.
-Certo che potevi risparmiartelo l'ambaradan.
Sei un esibizionista!- Prossima tappa: la mia dimora alla città Alta!♥
Andiamo? ♥. -
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Eppure si sa, non è detto che tutti i sogni si avverino!
Purtroppo ci sono cose irraggiungibili ed inafferrabili; anche se sono lì, dinnanzi ai tuoi vogliosi occhi, a portata della tremolante mano...
No, non si può. La coda era una di quelle.
Impossibile poi chiederti di non fare sceneggiate, era più forte di te! Una Volpe rimarrà sempre una Volpe... In un modo suo e tutto particolare, certo, ma pur sempre una Volpe.
Anche se stavolta c'è da dire che il suo energico abbraccio fu sufficientemente morbido e caloroso da non farti sentire il bisogno di completare l'opera con qualche coreografica/punzecchiante magia. Chissà che scoprendo che quello sarebbe stato un buon metodo per tenerti buono l'avrebbe ripetuto più spesso, magari...!
Una Volpe rimarrà sempre una Volpe!
« Non vedo l'ora. »
Replicasti sorridendole.
Un cenno di congedo al drago, ed i passi si mossero soddisfatti verso la via indicata. Eh sì, lo stomaco iniziava a farsi sentire, e poi non vedevi l'ora di disfare le valige.
...quali?
Prosegue qui.
...ma non il vizio |
