[EM] Wrong

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    I was born with the wrong sign,
    In the wrong house,
    With the wrong ascendancy.
    I took the wrong road
    That led to the wrong tendencies.
    I was in the wrong place
    at the wrong time
    For the wrong reason and the wrong rhyme.
    On the wrong day
    of the wrong week
    I used the wrong method with the wrong technique.




    Era solo un’altra serata sbagliata nella vita di Bid’daum.
    Giaceva su di uno scomodo sgabello rialzato, con i gomiti appoggiati fiaccamente sul bancone della Quinta Bolgia.
    Un bicchiere pieno di liquore in mano e troppe bottiglie vuote intorno.
    Ostentava la classica posa da parassita della società.

    Altre sanguisughe si trovavano nell’osteria, immerse nei loro discorsi raffinati e nei loro nobili svaghi.
    Insomma, gli altri avventori lodavano le cameriere – addolcendo le avance con qualche bestemmia – e giocavano a dadi, scommettendo anche quello che non avevano.
    Il focolare al centro della locanda riluceva e crepitava, riscaldando una serata meridionale già troppo asfissiante.

    Tutti quei rumori giungevano ovattati alle orecchie distratte del Castigo.

    Una sorda emicrania lo tormentava da un paio di giorni e, come se non bastasse, il Kuthiano si sentiva debole e svuotato. Il calore dell’alcool offriva un piccolo conforto – almeno aiutava a distrarsi – ma non era nient’altro che l’ennesimo placebo. Quella sbronza avrebbe soltanto acuito la cefalea durante il devastante dopo-sbornia.

    Ma in fondo il Kuthiano se ne fotteva del domani.
    Aveva sempre vissuto nell’adrenalinico e letale oggi, senza avere mai la certezza di tornare entro sera al suo giaciglio spiegazzato. Viveva senza l’ansia del futuro, privo del bisogno di pianificare le prossime settimane e d’incastrare gli impegni. Tutte le sue risorse erano sempre state concentrate sul presente.

    Ma da qualche tempo qualcosa si era spezzato dentro di lui.

    D’un tratto lo spavaldo Eversore aveva ceduto il passo al fragile delinquente. Era dominato da un sentimento nuovo, assurdo per uno come lui.

    L’angoscia, il timore di non farcela.

    Non poteva più fare affidamento sull’unica facoltà che lo aveva sempre cavato fuori dai guai: l’abuso della sua anima.
    Il suo spirito era diventato irriconoscibile, convulso, inservibile.
    Non riusciva più ad estrarre la sua forza vitale e dirigerla contro gli altri, tutte le sue abilità erano svanite come lo sbuffo di fumo di un sigaro.

    Aveva attribuito la colpa allo stress, forse all’uso smodato che ne faceva.
    Ma l’unica certezza che lo dominava era la paura.
    Ogni angolo poteva nascondere uno dei tanti aguzzini della Tana.
    Ogni giornata poteva essere davvero l’ultima.
    Era maledettamente vulnerabile e schifosamente inerte, come un malato.

    Gli restavano soltanto i suoi armamenti e le cicatrici indelebili che lo sciamanesimo aveva raschiato sulla sua pelle.
    Le sue iridi scarlatte potevano scorgere presagi dell’oltremondo.
    La sua pellaccia – che da sempre consentiva il passaggio osmotico dei frammenti spirituali – acuiva ogni sensazione tattile, cosicché ogni carezza risultava un fastidio.
    Riusciva ancora a spostare gli oggetti circostanti, ma questa non era il tipo di abilità in grado di salvarti da uno specialista della morte.

    Come descrivere tutto ciò in una parola? Cazzi amari.
    Anche se sono due.



    Personaggi: Aristotelis vs Bid’daum
    Luogo: Quinta Bolgia, Merovish
    Orario: sera inoltrata
    Tempo atmosferico: afoso
    PK: OFF
    Mutilazioni: OFF
    Furto: OFF
    Tecniche attive: OFF

    Si augura buon divertimento ai lettori.
    Forza amico mio, diamo spettacolo. :8D:
     
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    La Quinta Bolgia.
    Aristotelis s'era sempre chiesto perché si chiamasse così, ma ogni qualvolta si presentasse l'occasione giusta per domandarlo a Zimmer, il pensiero non era mai nella sua testa.
    Non era una cosa così importante, in fondo.
    Eppure, in quella sera afosa, il greco aveva tutta l'intenzione di togliersi il dubbio una volta per tutte, giacché stava proprio andando alla taverna del Boggart.
    In vero, l'oplite non era un grande frequentatore della locanda del Molliccio: vi si era recato qualche volta per riunioni di fortuna, o per comunicare informazioni a Zimmer mentre si trovava in zona; in rare occasioni c'era andato con l'intenzione di stare lì a perdere tempo e bere qualcosa. Mai per giocare o scommettere.

    Quella sera rientrava tra le rare occasioni. Entrando nella Bolgia, Ariste dovette trattenere il respiro, contraendo gli addominali e il diaframma: che razza di tanfo aleggiava, in quella sala? Doveva essere una giornata piena.
    Odori aspri e contrastanti ammorbavano l'aria, tanto che l'oplite, mentre tentava di abituarsi, squadrava sorpreso tutti i presenti, chiedendosi come riuscissero a sopportare tutto ciò.
    Abitudine, pensò tra sé e sé.
    Si avvicinò al bancone, passando facilmente in mezzo alla folla: nel vedere la sua armatura, tanti ubriaconi si spostavano placidamente, più intimiditi dalla panoplia che per altro.
    Nessun Zimmer in vista.
    Mmh...
    Doveva rimandare un'altra volta? Sbuffò, contrariato.
    Cercò di mettersi più comodo, appoggiandosi al banco, ma nel muoversi urtò una bottiglia vuota, che andò a infrangersi sul pavimento, spargendo schegge tutt'intorno.
    Restò fermo un paio d'istanti, fissando i detriti.
    Beh, non sarà certo questo a fare arrabbiare Zimmer.
    Pensieri profetici, inconsapevolmente profetici.
    Guardò alla sua destra, cercando di capire chi avesse lasciato la bottiglia vuota sul bancone, ed esclamò un Ah! di meraviglia quando vide, un paio di sgabelli più in là, Bid'daum.
    In realtà, non sembrava essere al massimo della forma, vedendolo com'era curvo su se stesso. Forse era proprio colpa dell'alcol, a giudicare da quanti fiaschi giacevano prosciugati intorno a lui.
    Ohi, Castigo!
    Lo salutò Ariste, sedendosi su uno sgabello più vicino.
    Ti dai all'ubriacatura molesta?
    Disse serio, appoggiandosi con un gomito sul bancone e girandosi verso il Kuthiano.
    Non ricordava d'averlo mai visto in quello stato, ad onor del vero. Corrugò le sopracciglia, osservandolo pensieroso.
    Non hai un bell'aspetto.
    Commentò senza particolari inflessioni nella voce. In fondo, era di Bid'daum che si stava preoccupando: aveva senso quella premura?
    No, certo che no.
    Eppure, il greco non poteva fare a meno di indagare, perché quella era la sua indole.

    Augurando una bella menata sana e maschia a noi due, e tanto divertimento e intrippamento ai lettori. :geez:
     
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    Fissava il vuoto davanti a sé, contemplando il significativo nulla.
    Il suo campo visivo si era ristretto: colpa dell’alcool che gli circolava in corpo.
    Il mondo appariva ombreggiato ai lati, non più periferico.
    I paraocchi focalizzano l’attenzione, ma adombrano il resto.

    Un fievole fruscio nei capelli – impercettibile per chiunque altro – preannunciò l’accostamento di un altro avventore.
    Bid’daum non si volse.
    Accatastò quella sensazione nel mucchio delle mille altre percepite quella serata.

    Poi giunse un dolore pungente, che si conficcò nelle grinze del cervello, esattamente dietro la fronte.
    Il devastante e cristallino fracasso del vetro in frantumi trafisse la sua mente spaesata.
    Dopo interminabili istanti di sofferenza la fitta si esaurì, lasciando di sè solo il ricordo.
    Poteva quasi percepire una mano invisibile che estraeva il coltello dal suo encefalo.
    Quello spiacevole incidente non migliorò l’umore del Castigo.

    Il cliente distratto era Aristotelis.
    Il triumviro si affiancò a Bid’daum, rivelando tutta la sua invadenza.

    Ottenne in risposta un gesto stizzito: il Kuthiano accennò con la mancina ad una manata nel vuoto, come per scacciare una mosca.
    Nel contempo portò la destrorsa sul viso, strofinandosi gli occhi e reggendosi la fronte, fattasi troppo pesante.
    La sua voce risuonò stanca e irritata. Faticosamente le sue parole sovrastarono il baccano della locanda.

    Non è giornata, Greco. Lasciami solo.

    La scortesia di quei gesti era palese.
    Ma l’Eversore non si curava di ciò: l’intera Bolgia girava e girava, a causa delle percezioni distorte dal liquore. I suoni alterati rimbalzavano dentro la sua testa seguendo le leggi di un’eco insana.
    E – dulcis in fundo – la sua pelle arrossata e accaldata pulsava in ogni suo centimetro quadrato.

    Prima o poi una corda si spezza.



    Stato fisico: campo visivo a tunnel, illeso
    Stato mentale: disattento, presuntuoso e confuso
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor
    Al momento dell’arresto Bid’daum indossava un’armatura di fattura Kuthiana. I tratti particolari sono la leggerezza dei pezzi e la loro incredibile resistenza ai colpi.

    Comet Hammer
    Quest’arma è composta da una sfera di metallo del diametro di 15 cm e dal peso di 3 kg. Questo peso è agganciato ad una catena di acciaio della lunghezza di 2 metri.

    Támerlein
    Il prigioniero possiede una spada particolare che supera la normale concezione di arma bianca. Si tratta di una lama incorporea che è l’emanazione stessa della sua anima. Recenti studi hanno portato a dimostrare l’ipotesi che quest’arma non sia in grado di danneggiare cose concrete ma solo spiriti e anime. Essendo parte stessa di Bid’daum, egli può scegliere quando farla comparire nella sua mano. [Tecnica attiva di consumo basso per far comparire e scomparire l'arma].
    La lunghezza di questa lama fantasma è di circa un metro e con un solo fendente di quest’arma lo spirito colpito viene distrutto e sparisce per sempre. Per quanto sia inservibile come arma di offesa classica, alcune sue peculiarità sono ancora misteriose, in quanto il detenuto è restio a mostrarla.

    Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali
    La logica porterebbe a pensare che il Kuthiano, frammentando di continuo la propria anima, si stia autodistruggendo. Questo risponde solo in parte a verità.
    Usare il proprio spirito è rischioso; ma si è osservato che la sua anima, a causa dei continui utilizzi, è diventata più durevole. Sembrerebbe quasi un meccanismo di autodifesa, avviato in risposta al continuo sgretolamento dello spirito.
    Il criminale possiede una forza vitale superiore agli esseri viventi comuni, e non esiterà a sfruttare fino all’ultima stilla di energia per inseguire i suoi obiettivi.
    [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà
    La manipolazione degli spiriti ha apportato dei sostanziali cambiamenti nel fisico di Bid’daum. I suoi occhi sono in grado di vedere nitidamente i fantasmi e le anime, normalmente invisibili alle persone comuni.
    Gli spiriti brillano di una perenne luce trascendentale, che li rende visibili al Kuthiano anche di notte o dentro il corpo degli esseri viventi.
    Che essi siano spettri, presenze esoteriche o anime vaganti, non sfuggiranno comunque al tremendo sguardo inquisitore del Castigo. Infatti egli non si limiterà ad osservare, ma la memoria immagazzinerà la forma e il colore specifico che rende unica ciascuna anima. Egli sarà in grado di identificare lo spirito già incontrato in precedenza nella stessa maniera in cui le persone riconoscono un viso familiare. [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione
    Gli spiriti manipolati dal Kuthiano – e la sua stessa anima – sono corrotti fino al midollo. La perversione profonda si amalgama con le forze esoteriche utilizzate dal criminale, trasmettendo questo marciume come una spaventosa epidemia, corrodendo progressivamente ciò che entra in contatto con gli spiriti.
    Tutto ciò che è colpito dalle arti esoteriche del Kuthiano è sottoposto a un progressivo avvizzimento.
    Il lento sfiorire, l’inevitabile morte.
    Questa corrosione è visibile sulla scorza, ma è capace anche di entrare in profondità. L’anima delle persone s’inaridisce e diviene sempre più irriconoscibile.
    Nei casi estremi si arriva alla completa perdizione: e mentre quel fiorellino perde la propria corolla e muore, lo spirito trova la dannazione.
    [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile
    Il prolungato passaggio di materiale spiritico attraverso il corpo genera degli effetti permanenti sull’organismo. Si annovera soprattutto un’estrema intensificazione delle sensazioni tattili, a causa dell’ipertensione a cui sono sottoposti alcuni recettori sottocutanei durante le pratiche sciamane.
    Ne consegue che Bid’daum possiede un senso del tatto ipersviluppato, in grado di percepire anche i più lievi spostamenti d’aria e di trovare le più lievi irregolarità sulle superfici che normalmente si direbbero lisce. [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio
    In caso di bisogno i frammenti di anima quiescenti sparsi in un ambiente possono essere risvegliati.
    Chi è stato lambito dallo spirito del Castigo rimane intriso della sua essenza e può essere manipolato anche dopo mesi dall’ultimo contatto, a patto che si trovi nel raggio di dieci metri da lui.
    Gli oggetti possono essere spostati e destati alla vita. [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]

    Attive utilizzate: /

     
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    Non era giornata, diceva Bid'daum, e Ariste poteva vederlo benissimo.
    L'Eversore sembrava più un beone qualunque quella sera, con il volto deformato in un'espressione di stanchezza seccata, gli occhi persi nel vuoto e la pesantezza dei gesti di chi ha bevuto troppo.
    Buffo pensare che quello stesso individuo dal vistoso corno in fronte nel tempo libero organizzava e metteva in atto genocidi.
    In vero, difatti, il greco rise a quel pensiero, ordinando nel frattempo da bere.
    Con te non è quasi mai giornata, Bid'daum.
    Disse, ironicamente. Forse non avrebbe dovuto dirlo, ma era pur sempre vero.
    Prese la bottiglia che gli servirono -chissà cosa c'era dentro, poi?- iniziando a bere a grandi sorsi.
    Non male, non male.
    Avrebbe scoperto dopo che si trattava di sidro.
    Finisco questa e ti lascio stare, promesso.
    Incalzò, poggiandogli una mano sulla spallina della corazza.
    Cosa c'è che non va, Kuthiano?
    Concluse sorridendo, bevendo un altro sorso.
    Più piccolo, stavolta.

    CITAZIONE
    Allenamento Militare
    [Abilità Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi, +25% Mira; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio]

    Panoplia

    [Equipaggiamento: Armatura Completa; Spada; Giavellotto; Scudo]
    [x
    immagine di riferimento]


    Note:
     
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    Se il Greco avesse rispettato la richiesta del Castigo sarebbe stato tutto più facile.
    Dopotutto non gli stava mica chiedendo di aspirare l’intero Yuzrab con una cannuccia!
    Era solo una fottuta richiesta di solitudine.

    Poi sarebbe lentamente precipitato nell’opaco abisso dei suoi incubi notturni, passando un'altra nottata adagiato sul bancone della locanda. E invece no, Aristotelis doveva vestire i panni dell’affabile compagno di bevute.

    L’uomo al bancone servì un bottiglione di sidro all’Oplite, che iniziò a trangugiarlo.
    Bid’daum continuava a reggersi la fronte, impendendo ai suoi occhi di vedere lo squallido posto in cui stava passando la serata.

    Dio, quanto gli faceva male.

    Acute fitte si alternavano al sordo dolore di sottofondo.
    Pareva quasi una sinfonia, in cui saltuariamente spiccava dalla massa orchestrale il virtuosismo di un solista.
    Qualche passaggio di archetto sulle corde del violino, un chiodo che si conficcava in mezzo ai suoi occhi, e poi tornava il caustico accompagnamento della filarmonica.

    L’altro Eversore – così tranquillo e sereno – proferì la fatidica domanda.

    Qual era il problema?

    Quelle parole ridestarono il Kuthiano dal suo torpore. Abbassò la mano che prima sosteneva la testa, mentre recuperava un minimo di lucidità, diradando un po' la foschia che gli aleggiava nelle meningi.

    Vuoi sapere cosa non va?

    La voce del Criminale era logorata e spenta.
    Portò lo sguardo verso il soffitto della taverna.
    Notò che pulsava debolmente, riverberando la luce aranciata del falò. Fece un profondo respiro, forse per facilitare il rigetto di quello che aveva da dire.
    Finalmente le sue pupille insanguinate si soffermarono sull’interlocutore.

    Siamo infossati in questa schifosa bettola, lontani miglia e miglia dalla superficie.

    Il suo tonò di voce si aggravò, e i muscoli della sua faccia si tesero in una smorfia di ribrezzo.

    v8aRC

    Siamo incatenati in una Tana di vermi, che vivono mangiando la merda dei loro simili!

    Le ultime parole scalarono nuovamente di volume e intensità. Il suo sguardo era furente.

    Siamo i capi di un gruppo di sbandati, e c’illudiamo di essere una squadra!

    Qualcuno tra gli avventori interruppe le sue nobili attività e si voltò incuriosito verso la sorgente di quel discorso sbraitato. Il Kuthiano si alzò di scatto dallo sgabello e si ritrovò in piedi, quasi al centro dell’attenzione.

    E intanto là fuori il mondo cambia, mentre noi rimaniamo qui, a marcire!

    Assestò un calcio rabbioso allo stesso scanno su cui era seduto poco prima, facendolo cadere pesatamente sul pavimento.

    Ecco cosa non va!

    Lo sfogo travolgente proiettò i suoi sentimenti in modo incontrollato. Quelle bottiglie furono smosse quasi per riflesso, come un genitore molla accidentalmente uno schiaffo al figlio capriccioso, senza quasi rendersene conto. La foga, l’alcool e l’odio lo avevano trascinato verso la violenza.

    Così quel fiasco – ancora pieno di whisky – lasciò la sua comoda sede nello scaffale e volò verso la faccia di Aristotelis. Altre due bottiglie si sfracellarono sul pavimento e sul bancone, seminando ialine schegge inzuppate di torcibudella.
    Bid’daum si accorse troppo tardi di quello che aveva fatto.



    Stato fisico: campo visivo a tunnel, testa dolorante, illeso
    Stato mentale: infuriato
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor [Armatura]

    Comet Hammer [Allacciato]

    Támerlein [Non evocata]

    Bussola dei Desideri [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]

    Note: ho usato la passiva Burattinaio per smuovere tre bottiglie, e una di queste è in rotta di collisione con il volto di Aristotelis.
     
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    Vuoi sapere cosa non va?
    L'oplite corrugò la fronte mentre beveva, lanciando un'occhiata con la coda dell'occhio verso il kuthiano, senza girarsi verso di lui.
    Siamo infossati in questa schifosa bettola, lontani miglia e miglia dalla superficie.
    Speriamo che Zimmer non l'abbia sentito.
    Pensò tra sé, sorridendo. Fissava un punto indistinto oltre il bancone, e posò il fiasco di sidro sulla superficie di legno, resa appiccicosa dalle spropositate quantità d'alcol che vi erano finite sopra. Per quanto ci si sforzasse di pulirla, restava sempre quella patina imperitura.
    Siamo incatenati in una Tana di vermi, che vivono mangiando la merda dei loro simili!
    Iniziò a tamburellare le dita sul vetro della sua bevanda, producendo suoni diversi a seconda dell'altezza alla quale colpiva la bottiglia.
    Riprese a bere.
    Siamo i capi di un gruppo di sbandati, e c’illudiamo di essere una squadra!
    Posò il fiasco sul bancone, asciugandosi la bocca con l'avambraccio. Si alzò dallo sgabello lentamente, in maniera meno irruenta di Bid'daum, che era scattato in piedi con rabbia e frustrazione. Non gli aveva ancora rivolto nemmeno uno sguardo, si era limitato semplicemente ad ascoltare.
    E intanto là fuori il mondo cambia, mentre noi rimaniamo qui, a marcire!
    Il Castigo mollò un calcio alla sua sedia, facendola cadere rumorosamente a terra.
    Stavolta il greco si girò verso di lui, fissandolo impassibilmente negli occhi, con le mandibole serrate.
    Scostò il mantello, sciogliendo il nodo che lo teneva legato al collo, per poi toglierlo e poggiarlo accanto al fiasco di sidro -cosa che non gli piacque troppo, per via dello sporco appiccicoso.
    Ecco cosa non va!
    Con quell'ultimo sfogo, i poteri di Bid'daum si manifestarono in parte infinitesimale della loro potenza: tre bottiglie iniziarono a smuoversi sullo scaffale, animate dall'energia del kuthiano.
    Una di queste, piena di whisky, ebbe un fremito più forte, scattando velocemente contro la faccia di Ariste, il quale, contorcendo per un istante il volto in un'espressione di rabbia -diversa da quella del Castigo- ed urlando tutto il suo disappunto, la fece frantumare in aria colpendola con l'epipēkhýon dell'avambraccio destro, creando un rumore secco e penetrante quando il ferro del bracciale impattò contro il vetro del fiasco.
    Rrraah!
    Lo schizzo di alcol inzuppò l'oste oltre il bancone, ed anche parte del braccio del greco.
    Sebbene i tratti somatici dell'oplite tornarono impassibili, nei suoi occhi fiammeggiava una vitalità diversa. Sembrava quasi incazzato.
    Hai finito?
    Commentò, avvicinandosi al compagno Eversore.
    A volte mi chiedo perché tu debba essere sempre così...
    Arrivato a pochi passi da Bid'daum, si guardò intorno, scrutando le facce curiose e timorose dei presenti. Nessuno stava fiatando.
    Anoetos.
    Lo apostrofò nella sua lingua natia, girando il capo per fissarlo con un sorriso tagliente, giunto ad appena mezzo metro da lui.
    Chi è incatenato? Chi è che sta marcendo?
    Disse, allargando le braccia e spostando lo sguardo di nuovo sui clienti della Quinta Bolgia.
    Chi è che si ubriaca e si lascia andare come un derelitto, mentre fuori il mondo cambia?
    L'ultima frase fu appena un sibilo, rivolto a voce profonda verso il kuthiano.
    Non sapeva dire cosa gli fosse accaduto per ridursi in quel modo, ma una cosa era certa: doveva dargli un motivo valido per scrollarsi di dosso quella cappa di vergognosa pochezza.
    Così, senza troppi complimenti, gli tirò un ceffone.
    Né debole, né forte.
    Un ceffone molto simbolico: racchiudeva tutto quello che Ariste voleva comunicare a Bid'daum.
    Svegliati.
    Svegliati, Bid'daum.
    Sgranò gli occhi.
    Forse non hai più le palle, per la nostra causa.
    Era fatta. Parole nuove da un Aristotelis nuovo. Probabilmente sarebbe riuscito a far scattare qualcosa nel Castigo, con quelle supposizioni velenose.
    Quantomeno, lo sperava. Lo sperava ardentemente, mentre il suo corpo veniva invaso dall'adrenalina.
    Per la prima volta dopo tutto quel tempo che si conoscevano, Aristotelis Skotos, l'oplite della panoplia nera, e Bid'daum, il flagello galattico, avevano l'occasione di scontrarsi, proprio nella Quinta Bolgia di Zimmer il Boggart.
    Nel segno degli Eversori di Merovish fu l'ultimo pensiero del greco, prima di ghignare soddisfatto.

    CITAZIONE
    Allenamento Militare
    [Abilità Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi, +25% Mira; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio]

    Panoplia

    [Equipaggiamento: Armatura Completa; Spada; Giavellotto; Scudo]
    [x
    immagine di riferimento]


    Note: preciso che il ceffone non è autoconclusivo, e che ha sì e no la potenza di un ceffone normale, senza PU né niente. :geez:
     
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    L’impassibile ellenico assistette alla plateale sfuriata, sorseggiando di tanto in tanto il suo sidro, forse sperando che il Kuthiano riuscisse a raffreddare il suo pessimo carattere, malgrado la soffocante calura. Ciò non accadde, e la situazione degenerò in una direzione mai contemplata prima: un dissidio tra gerarchi.
    Tutta la tensione accumulata si sfogò nel momento dell’impatto, come la saetta che precipita dal cielo si scarica nell’istante in cui folgora un albero. La bottiglia fu intercettata dal parabraccio del Greco e si disgregò dopo la collisione, seminando al suolo altri frammenti di vetro.

    I semi della Discordia.

    Qualche avventore – probabilmente non comprendendo la grave piega degli eventi – guardò mestamente quel nettare divino sparso sul pavimento. Che spreco, avranno pensato.

    Aristotelis dimostrò tutta la sua determinatezza – e forse anche una punta di orgoglio – rispondendo per le rime al compagno. Bid’daum percepì distrattamente quelle domande incalzanti, al pari dei sussurri distanti che accompagnano il risveglio mattutino.

    Invece quello schiaffo lo sentì, eccome.
    Giunse dal bordo buio del suo ridotto campo visivo e investì lo zigomo sinistro con tutta la sua carica di rimprovero e vergogna. La pelle del Castigo – sensibile e tesa come una fibra di seta – pulsò ritmicamente, trasmettendo una scarica di rianimante dolore al suo cervello stornato.
    Il suo viso scattò verso destra per inerzia, completando virtualmente il moto del ceffone, e i suoi occhi sbarrati finalmente misero a fuoco il mondo.

    Era stato un brusco risveglio.

    L’intimazione del Greco colpì nel segno: nessuno poteva schernire il Kuthiano e passarla liscia.

    Sono pronto a dimostrarti il contrario.

    Malgrado le sue condizioni precarie, raccolse il guanto della sfida.
    Gli erano rimaste solo briciole delle sue consuete capacità, ma doveva farsele bastare.
    Era proprio il momento sbagliato per duellare.
    O forse era il migliore che potesse capitargli?

    La sua presenza si protese come un viscido tentacolo verso il falò al centro della Bolgia. L’invisibile arto agguantò uno degli sgabelli lignei che incorniciavano il focolare e lo sollevò tra gli sguardi atterriti degli avventori. Ora anche i più spavaldi (o i meno avvezzi, a seconda del punto di vista) avevano intuito il pericolo.

    Il Kuthiano arretrò solo di un passo, mantenendo lo sguardo fisso nelle iridi del suo dirimpettaio.

    Intanto, la seggiola grezza e unta attraversò le fiamme, muovendosi lungo una traiettoria situata nel punto cieco di Aristotelis. Il volo del seggiolino seguì un’invisibile linea parabolica, tratteggiata nell’aere dalla volontà del Kuthiano, di modo che l’unico a trovarsi in rotta di collisione sarebbe stato il Greco. E chissà se quel legno insudiciato di grasso bovino aveva raccolto amorevolmente qualche fiammella dal focolaio principale.

    In tal caso, l’appassionante incontro tra le scintille e l’alcool sparso sul braccio dell’Oplite poteva rivelarsi più sfolgorante del previsto.

    Ma Bid’daum non pensava a tutto ciò, quasi mai contemplava le conseguenze negative delle sue azioni.
    O per meglio dire, ne era a conoscenza, ma le ignorava volutamente.
    Erano tasselli secondari nelle sue azioni.
    Il lavoro era stato portato a termine? Bene, allora poco importava se qualcuno si era fatto male.
    Forse per questo le persone intorno a lui – nessuna esclusa – soffrivano.

    E lui restava lì, sempre più solo, con lo sguardo perso nel buio.



    Stato fisico: campo visivo a tunnel, testa dolorante, colpito sulla guancia sinistra
    Stato mentale: determinato
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor [Armatura]

    Comet Hammer [Allacciato]

    Támerlein [Non evocata]

    Bussola dei Desideri [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]
     
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    Sono pronto a dimostrarti il contrario.
    Oh, sì.
    Un gesto che valse più di mille parole: queste non servivano con Bid'daum, non se si trovava in quelle condizioni alquanto imbarazzanti, tanto da impedirgli di prendersela anche per insulti mirati.
    Tuttavia, sono poche le persone che rimarrebbero immote dopo uno schiaffo carico di significato e giudizio, soprattutto considerando la situazione in cui era nata la discussione.
    Ariste sorrise, soddisfatto.
    Andiamo, allora.
    Disse, allargando le braccia, in plateale segno di invito. Sarebbe stato uno scontro difficilmente dimenticabile.
    Specialmente se Zimmer li avesse beccati in flagrante.
    Il Castigo sembrava tergiversare, e la distanza presa dal greco non era certo di chi voleva iniziare una zuffa; ma, come l'oplite sapeva bene, era assolutamente fondamentale mai e poi mai sottovalutare il kuthiano, né credere che fosse propenso ad evitare un combattimento seguendo il buon senso comune.
    E, siamo onesti: esisteva forse, il buon senso comune, a Merovish? Certo che no.
    Bid'daum, allora, di cosa era munito? Di una delle menti più subdole, infide ed astute che il naufrago ellenico avesse mai potuto incontrare.
    Mh?
    Quando lo sgabello cozzò contro l'avambraccio del Gerarca, questi se ne accorse con una frazione di secondo di ritardo, poiché non poté nemmeno vederlo con la coda dell'occhio.
    Una scintilla di troppo, e via: l'alcool fece da carburante per una reazione chimica che portò alla creazione di fiamme sull'arto protetto di Aristotelis, che non si lasciò certo andare in esclamazioni di felicità.
    Aah!
    Istintivamente, il greco prese il mantello lasciato accanto a sé sul bancone e lo gettò sulla parte infiammata, soffocando il fuoco nel minor tempo possibile. Fortunatamente, l'armatura e il breve tempo d'esposizione non avevano causato ustioni di seria entità, ma di sicuro era un danno che bruciava nell'orgoglio, tasto molto importante per entrambi i Gerarchi.
    Digrignando i denti, spostò lo sguardo sull'altro Eversore, con occhi -ironicamente- ardenti.
    Ottimo.
    Di lì in poi sarebbe stato un duello nudo e crudo, senza stratagemmi e faticose manovre militari.
    Una rissa da bar. Facile.
    Con la destra che stringeva il nero capo di vestiario, lanciò la cappa verso il compagno, come un'enorme rete scura che voleva catturarlo, con il semplice scopo di coprirgli la visuale.
    Certo, ben poca cosa: ma cosa sarebbe accaduto se dietro quel volteggiante drappo si fosse nascosto un altro sgabello?
    Una sorta di contrappasso per la bricconcellata di prima.
    Difatti, subito dopo il manto, Ariste scagliò, con la mancina, il seggiolino sul quale sedeva fino a pochi secondi prima, il quale viaggiava spedito indirizzato al volto nascosto del flagello. Muscoli possenti e guizzanti che esplodevano in una manifestazione di cieca forza fisica.
    Bid'daum era il maestro dei tranelli, ma Aristotelis non era certo uno sprovveduto.
    Il tutto si prospettava dannatamente divertente, per quei due.

    Un po' meno per Zimmer.

    CITAZIONE
    Energia: 100%
    Fisico: contusione con lieve bruciatura all'avambraccio destro.
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio.
    Panoplia: Armatura Completa; Spada; Scudo.
    Note: bene, mi sono gasato di nuovo. :megusta:
     
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    Vedeva in qualche modo come si sarebbe evoluto il flusso degli eventi. Vedeva se stesso che perdeva il controllo, al rintoccare del colpo che avrebbe fatto traboccare il vaso. Quante vergate poteva ancora subire dal suo compagno prima che si scatenasse la fetta di sé che si era ripromesso di non rivolgere mai contro la sua gilda? E tutto per cosa, per una sbronza affogata nel sangue?

    In qualche modo si fermò.
    Lo sgabello scagliato dal Greco colpì un Kuthiano che non voleva difendersi. Che non voleva continuare quell’idiozia. Sentimenti misti, di egoismo e di velato amore per la causa degli Eversori, ronzavano nella sua capoccia dolorante. Sollevò una mano verso Aristotelis, non in gesto d’offesa ma nel più classico cenno di tregua. Il suo sguardo insanguinato pareva comunicare un’insensata arrendevolezza: poteva essere davvero lui il Gerarca da un corno solo che tanto terrorizzava i bassifondi del mondo? Era lui, senza dubbio, in una delle fasi più delicate della sua vita.
    Sembrava chiedere di essere lasciato veramente in pace, stavolta senza toni scontrosi. Quella che filtrava dai suoi occhi era sincerità, l’Oplite l’avrebbe colta.

    Il suo corpo prese a sgretolarsi, seguendo un rituale molto più improvvisato del solito, anche questo sarebbe saltato all’occhio del Greco. Il Kuthiano si ritirava nel suo antro, non si sarebbe visto per qualche giorno. Gli serviva del tempo, doveva iniziare un’opera troppo importante per essere liquidata in modo frettoloso.

    Doveva ricostruire se stesso, partendo dalle macerie.


    I reached the wrong ends, by the wrong means.

     
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    A volte per arrivare all'illuminazione bisogna seguire strade tortuose, o impensate.
    Può capitare che la si raggiunga meditando per sette settimane sotto un fico; può capitare che la si raggiunga in letto di morte; può capitare che la si raggiunga con viaggi mescalinici.
    Può capitare anche, e questo è molto ironico, che la si raggiunga in una taverna maleodorante, piena della feccia più bassa del creato, un attimo prima che uno sgabello ti colpisca alla testa.
    Ma quella di Bid'daum, il kuthiano sanguinario, non fu un'illuminazione.
    Al più, si trattava di una presa di coscienza chiara e limpida, non deturpata dal veleno che si portava dentro.
    Così, se da un lato il greco non mostrò cenni di dispiacere per l'azione commessa -d'altronde, il Castigo s'era rivelato più che predisposto ad appianare le divergenze con le maniere forti, dall'altro Ariste non domandò oltre quando il collega Gerarca alzò la mano.
    Non per insultare l'oplite, non per controllare la ferita o pulirsi il viso dal sangue che fluiva da essa, quanto più per porre fine a quell'inutile scaramuccia.
    Nessuna scusa da parte dell'ellenico: sarebbe stato un atto bieco e più letale di qualsiasi ferita, per l'orgoglio del criminale.
    Senza considerare che il pensiero non attraversò la mente dell'uomo nemmeno per un istante, ma non divaghiamo.
    Invece, il greco, annuì, fissando negli occhi l'altro Eversore.
    Bid'daum aveva capito, ed Ariste tanto voleva, e tanto aveva ottenuto.
    In un certo senso, era stata una vittoria per entrambi, ma le parole non servivano ad alcunché, così il Castigo poté dileguarsi senza esser fermato -senza che il greco cercasse conferma di un'epifania già percepita tramite uno sguardo.
    Si limitò a sedersi di nuovo, appoggiandosi al bancone.
    Il primo che dice qualcosa a Zimmer dovrà stare attento.
    Un messaggio di poche parole, e di grande chiarezza.
    Molto attento.
    E non stava certo riferendosi allo scambio d'opinioni che aveva appena visto come protagonisti i due Gerarchi, ci mancherebbe.
    Chi l'avrebbe sentito, il Rosso, se avesse scoperto che erano stati proprio i suoi colleghi del più alto rango a rompere un paio di arredi e una manciata di bicchieri e bottiglie? Li avrebbe fatti pagare con interessi spropositati.
    Dammi quella roba di prima.
    Un paio di sorsi, ed anche l'oplite sparì nelle strade di Merovish, fondendosi, con la sua panoplia nera, all'oscurità delle vie.
     
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