Il Nido degli Aspidi

[EM] Building on Ruins ~ Atto Finale III

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  1. Eren Satu
     
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    Il Nido degli Aspidi - IV
    Arena Nera, Merovish


    Scommetto dieci delle lame del mio migliore acciaio
    che la mia guardia potrebbe stenderlo in pochi minuti.

    Chi scommette è l'uomo in tunica blu che poco prima si era fatto strada con le "buone". Qualcuno, come deduce Eren nell'osservarlo, che mal sopporta essere tenuto in secondo piano e paragonato a un qualsiasi signor Nessuno di Merovish.
    Per questo, il mercante deve ringraziare il caro Pasha Preek e il suo lodevole tentativo di metterlo in buona luce esaltando virtù che non esistono.

    Oh... sembra quasi una proposta...
    - La Pasha Najaran prova a stemperare i toni ma... -
    Lo è. Il mio nome è Egon Emeros e sarei davvero curioso di vederla in azione, Signor Sprecone.

    ...Qualcuno non sembra voler perdere l'occasione di stabilire nettamente una gerarchia tra i presenti.
    Eren risponde al saluto porgendo la mano e rifilando lo stesso sorriso affettato.
    Sguardo fisso negli occhi, Eren comprende facilmente che Egon Emeros è un uomo con una sola parola. Simile a lui, in qualche modo.

    E mentre la bella Pasha prova a moderare la discussione appellandosi al buon senso dei presenti, Shahrazàd - che nel frattempo Eren aveva fatto accomodare al proprio posto. - richiama l'attenzione del mercante tirandolo leggermente per il mantello. Un sorriso ai presenti e Eren si china verso di lei prestandogli l'orecchio.

    Siete sicuro?

    La cara Shahrazàd, nulla sfugge al suo attento sguardo, abbellito da una leggera linea di trucco. Aveva compreso dove sarebbe arrivato con le parole il suo padrone, e dove quelle parole lo avrebbero condotto.
    Eren la guarda con lieve perplessità e le sorride prima di rialzarsi.

    La signora ha ragione. Prima lo spettacolo, poi gli affari.

    Non chiude del tutto la porta alla scommessa, provocando un sospiro sconsolato alla sua accompagnatrice.
    Quella volta, nell'Arena ci era arrivato per un solo motivo. E non era per farsi bello con i Pasha e i mercanti di Merovish.

    png

    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Tranquillo.
    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    + Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}
    + Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - affabulazione di Shahrazàd › {Evocazione di png di supporto [Medio]}

    - Note › Blabla, avanti.


    « Chi ha ragioni da vendere le porti al mercato. »
    Eren Satu

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Egon.
    Il suo complicato piano per cercare di carpire qualche informazione utile alla giovane e tenace guardia del corpo cominciò a dare i suoi primi frutti, fornendo al pirata il nome dell'individuo insolente. Poco male se il suo ultimo appello in cerca di insegnamenti aveva fatto si che la ragazza gli rivolgesse un'occhiata e delle parole poche lusinghiere, che testimoniavano il fatto che fosse inadatto a quel ruolo.

    Non era realmente interessato a fare la guardia del corpo, ma al diavolo! Non gli piaceva certo il fatto che lo si ritenesse così vecchio! Quel periodo era il fiore della sua giovinezza Noetheriana, a detta sua.

    Ma in fondo in fondo Alarya aveva fatto centro.
    Il pirata Helk Muliphein non avrebbe mai accettato di piegarsi alla rigida disciplina a cui doveva essere stata sottoposta e a cui sembrava attenersi istintivamente.

    Certo anche lui riconosceva e rispettava l'ordine gerarchico all'interno dell'organizzazione.
    Ma una cosa era il rispetto ed un'altra il servilismo.

    Se non bastasse la sua indole libera e ribelle mai e poi mai avrebbe potuto accettare di obbedire ciecamente agli ordini di quel tipo.

    Ovviamente, cercò di non far trasparire nulla di tutti quei suoi personali pensieri.

    “Capisco.”


    Sospirò.

    “Ma sai... so cavarmela abbastanza bene!”


    Noncurante del fatto che la fanciulla fosse in attesa di ordini e che probabilmente il suo splendido padrone le avrebbe affidato presto nuovi compiti, l'Eversore proseguì nel suo discorso.

    “E' un lavoro molto pericoloso, immagino.
    Hai qualche consiglio da darmi?”



    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: attento
    Energia: 100%

    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:

    Abilità:

    Pensare
    Come già detto quella del pirata è una mente brillante e fuori dal comune. Certo non è detto che riesca sempre a trovare la cosa giusta da fare in ogni situazione, anch'egli è passibili di errori madornali e scelte sbagliate. Tuttavia come Capitano di una nave pirata ha imparato che il tempismo è tutto, pensare velocemente è d'obbligo in determinate. Così un po' per predisposizione naturale, un po' per necessità ha acquisito una velocità di pensiero disarmante. Il che si traduce in una prontezza di riflessi decisamente fuori dall'ordinario. (Passiva di bonus ai riflessi, 5 punti)

    Agire
    Se pensare velocemente è importante, lo è ancor di più saper agire in tempo. Spesso situazioni di pericolo richiedono che pensiero e azione riescano a muoversi di concerto e in sintonia. Così Helk si è allenato duramente per saper agire in maniera quasi istantanea dopo aver deciso cosa fare. Ora gli basta un'istante per riuscire ad attivare uno dei suoi dispositivi o per azioni di altro genere. (Il tutto si traduce in una Passiva di Istant Casting, 5 punti)

    Equip:

    Alabarda Spaziale #3, l'edulcorata
    Trattasi della terza versione di una sua arma ben collaudata, appunto l'alabarda spaziale. Un oggetto dalla lunghezza totale intorno ai 180 cm, dalla colorazione grigiastra arricchita da delle strisce più scure in prossimità della punta. Una delle estremità si ingrossa e termina dunque in una punta pericolosamente acuminata. Anche questo è un vero e proprio gioiello di tecnologia, l'alabarda è realizzata infatti con un mix unico di metamateriali nanostrutturati, da cui derivano le sue incredibili e versatili doti.
    Normalmente presenta una resistenza pari a quella dell'acciaio e un peso contenuto.

    Black Plate:
    La Black Plate è un gioiello di tecnologia, frutto di una vita di ricerca, e da un'esistenza attuale che ha del paradossale, in quanto inviata dal suo creatore a se stesso prima che sia stata inventata e realizzata. Di per se si presenta come una carta o tessera nera con un simbolo bianco sulla superficie liscia. Sembra sia composta da una specie di metallo leggermente flessibile, ma la sua composizione interna è ben più complessa e misteriosa. Ma di cosa si tratta esattamente? Facile. La Black Plate altro non è che un dispositivo di controllo. Uno strumento atto a controllare e manipolare materia ed energia (e non solo). Strabiliante! Un oggetto davvero fuori dal comune e dalle potenzialità infinite. La più grande difficoltà è il controllo del dispositivo stesso. Infatti codificare un comando da trasmettere alla carta è decisamente complicato, questo limita di molto l'utilizzo che Helk è in grado di farne attualmente.
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Nera come l'anima


    Per un attimo aveva pensato che tutto sarebbe andato bene, a quella festa. Erano arrivati li, spavaldi e con la convinzione di poter fronteggiare tutto.
    Eppure fin troppe cose stavano andando per il verso sbagliato.
    Piccole cose, dettagli sulla strategia complessiva... ma decisamente troppe.
    Anche pochi granelli di sabbia fuori posto potevano far cedere una duna di titaniche dimensioni.
    Le informazioni che erano riusciti a ricavare in quel primo approccio erano troppo poche, troppo frammentate.
    La verità, era che erano andati li alla cieca. Non consapevolmente, certo. Avevano meditato, avevano montato piani, strategie... com'è che ora tutto si smontava?

    La crisi momentanea si sciolse con Bid che non scatenava l'inferno in terra e con la nuova conoscenza che si dimostrava ben più benevola di quanto potessero aspettarsi gli Eversori.
    Non solo pareva essersi accorta del trucco da prestigiatore del monocorno, ma si era perfino sprecata raccomandando cautela.
    Zimmer non sapeva se essere entusiasta o preoccupato: nel dubbio afferrò una banana da un vassoio vagante e cominciò a litigare con la buccia color oro.

    E in quel momento, si rilassò. Era solo un istante, un misero attimo. Ma fu sufficiente.
    Il Collard si avvicinò al rossiccio comparendo dalla folla, portando notizie nefaste.

    "Gli uomini che ci hanno attaccati nell'upper-dark sono tra la folla."



    Un lampo di sorpresa mista a preoccupazione saettò sul volto scagliato del Boggart. Rapidissimo, ma abbastanza intenso da essere notato dal proprio collega. Uno sguardo d'intesa segnalò l'avvenimento: qualcosa cominciava a stridere nell'orchestra di quella serata.
    "Ok." commentò discretamente, mentre addentava con stizza il frutto.
    "Merda", pensò invece. Un rapido gesto della mano ed ecco apparire lo schiavo del Boggart, che si era mantenuto ai margini della scena per tutto il tempo, pronto a intervenire in caso di necessità.
    "Voi tiene d'occhio... senza ingaggiare. Noi serve tranquillità, per ora. Serve che voi scopre qual'è loro ruolo in chesta vicenda." borbottò, rapidamente.
    Mille domande turbinavano nella mente del molliccio. Cosa facevano li quei tizi? Qual'era il loro vero scopo? Potevano essere usati?
    Queste erano le domande che gli eversori, in questo momento, dovevano risolvere. Zimmer non poteva muoversi da li, ma nulla impegnava il suo schiavo.
    "Voi tiene in zona, comunque. Noi può aver bisogno di voi. Riferite tramite Voci, chesto posto ne sarà pieno, in qualche modo..." non poteva esserne sicuro, in quanto erano altri a occuparsi della rete di osservatori... ma sperava che in qualche modo quel piccolo vantaggio gli fosse concesso. La banana era ormai terminata, e il Boggart si ritrovava in mano la buccia inerte, che cominciava ad annerirsi.
    "Andate."



    ENERGIA: 100 %
    Fisico: Incolume
    Mente
    : Bla.



    Attive:
    N/A


    Passive:

    Icarus
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.

    Lingua da mercante
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento.

    Ovviamente, non avendo poteri paranormali, questo non sarà mai possibile, ma la sua sicurezza e la sua parlantina porterà l'interlocutore ad avere meno dubbi a riguardo, tendendo a fidarsi delle parole del Boggart.

    Certificato di Alchimista
    Gli Alchimisti dei Pozzi sono i chimici dei Mollicci. Utilizzando antiche quanto folli ricette, sono in grado di sintetizzare in rudimentali laboratori impacchi curativi, pozioni dai più disparati effetti, potenti droghe. Alcune di queste ricette sono talmente pericolose e inquietanti da essere bandite addirittura dai Boggart. Un esempio palese è quello della capra gigante. Mai, MAI sintetizzare la pozione della capra gigante. [Guida all’universo Molliccio, geografia dei Cunicoli e vocabolario di torte pigolanti, estratto.]

    -I Veri alchimisti si distinguono dai mentecatti per la loro abilità nel resistere alle proprie misture. E' cosa alquanto comune, quando si lavora alla miscelazione di sostanze ignote, generare reazioni chimiche incontrollate e spesso non volute. Se i chimici non avessero questa innata capacità a resistere ai veleni, dubito seriamente che esisterebbe la professione di alchimista, in queste lande.
    Ora, i Boggart NON sono veri alchimisti: gli ingredienti cui hanno accesso sono si molto particolari e dai più disparati effetti, ma questa peculiarità ha limitato enormemente la qualità dei vaccini e delle tecniche utilizzate per resistere ai veleni. Di conseguenza, gli effetti di questa passiva si possono applicare solo ai veleni prodotti dal Boggart, e si rivela completamente inefficace verso i veleni di qualsiasi altra origine.
    [Passiva di immunità ai veleni Boggart]
    -

    Intuito del bugiardo
    Chiunque cerchi di intraprendere la carriera del mercante di ossa, fra i Boggart, deve rendersi conto prima di tutto che dovrà avere a che fare con le creature più meschine, ripugnanti, bugiarde e approfittatici che la natura cosmica potesse creare in tutta la sua bizzarra fantasia: gli esseri umani. Queste strane e malvagie creature, oltre che ad aver una carnagione orribilmente liscia e irrimediabilmente rosea, sono anche prime in classifica nel campo della violenza e della menzogna, tanto da essere perfettamente in grado di mentirsi a vicenda. Per questo, i mercanti di ossa, gli outsiders dei Cunicoli, che dovranno fare i loro affari con tali creature, devono esercitarsi fino allo spasmo a mentire e a riconoscere gli inganni.

    Zimmer, a tal proposito, ha passato un anno intero a mentire, sempre e costantemente, su qualsiasi cosa, tanto che se in quel periodo gli avessero chiesto "ti sei lavato Zimmer?" lui avrebbe risposto "certo, come ogni giorno!"

    Riuscire a mentire è un arte, e per chi riesce a farlo in modo naturale come respirare, allora accorgersi di una menzogna è altrettanto facile.
    Questo intuito latente è molto, molto comodo in quanto nel mondo esterno esistono creature capaci di manipolare i sensi, di farti vedere cose non vere... e riuscire a distinguerle, è un gran vantaggio.
    [Passiva di radar contro le influenze psioniche e illusorie]
    Companion:

    Oliphant [x]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?
    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.
    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.
    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.

    23 [x]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    "It's Spider o'clock!"
    Dovete sapere che i Boggart hanno un concetto di misurazione del tempo alquanto particolare. Abitando sotto terra, quando venne l'urgenza di misurare il passaggio dei secondi, delle ore, degli anni, non venne loro in aiuto la luce del sole, con quelle bellissime meridiane che ne conseguirono nel mondo dei Bipedi. No, loro cominciarono a misurare i lassi di tempo fra un rutto e l'altro. Inventarono il Ruttatore: una bevanda capace di farti ruttare per un anno intero. Quelli che non morivano per le gigantesche quantità di CO2 sviluppata nelle loro pance diventavano degli orologi viventi. C'era un Ruttatore in ogni pub, locale, area adibita al bere, che per un anno buono stava li, a ruttare le ore.

    Dopo questa premessa completamente inutile, che ci fa Zimmer con un cipollotto da taschino?
    Beh di sicuro non ci legge l'ora.
    L'orologio è in realtà un miracolo di micro ingegneria: grazie all'abilità del Boggart nel creare roba improbabile e all'energia dei cristalli trovati a Nord (dio benedica quella quest), è riuscito a costruire un piccolo ragno meccanico che, chiuso su se stesso, ha le sembianze di un orologio da taschino.
    Il nuovo compagno di viaggio dell'allegra brigata zimmeriana è il compagno ideale per un Boggart. Non consuma cibo, non si lamenta, non chiede uno stipendio... a paragone, 23 è una stupida palla al piede.
    Oltre ad eseguire tutti gli ordini impartiti dal Boggart, il ragno è composto da una particolare lega derivante dall'acreacciaio e dalla lucediluna. In breve, è in grado di riflettere quasi completamente la luce, diventando, se non invisibile, molto difficile da notare.
    E mi chiedere, che fa questo simpatico orrore su otto zampe? Stacca la testa a morsi alle persone?
    Beh - vi risponderei io- non ancora. In verità, di suo fa ben poco... se non che l'addome è carico di ogni sostanza nociva mai ideata dal Boggart e che il suo dorso è sagomato per istallarci sopra un Diffusore di Peste.

    Equipaggiamento:
    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Jester Axe [X]

    Ultima invenzione di casa Zimmer: la Jester Axe.
    Prendete una delle più sanguinarie armi medioevali, dotata di ottimo acciaio temprato capace di segare in due anche un palmeto di bambù indonesiano, e mettetela da parte.
    Prendete una delle invenzioni più demoniache della razza più bislacca del mondo, diretta responsabile dello scioglimento delle calotte polari, e mettetela da parte.
    Prendete anche voi, che sicuramente volete stare al sicuro, e mettetevi da parte, possibilmente dalla parte del manico.
    Ualà.
    Tenete l’arma usando due mani e branditela come se non ci fosse un domani, affettando qualsiasi nemico vi troviate davanti.
    Il nemico è grosso quanto un armadio a due ante arredato da vostra suocera?
    Brandite la Jester Axe dal fondo e premete a fondo la pinza fra l’impugnatura e il tubo di polimero che collega ben due serbatoi di kerosene alla bocca di fuoco posta all’estremità.
    Jester Axe! Nelle migliori Bolge di Merovish.
    (Attenzione, il rivenditore non si assume nessuna responsabilità in caso di morte, menomazioni, incenerimento di oggetti o soggetti. Si prega di utilizzare l’arma solo dopo averla acquistata, fuori dal negozio)

    Aspide di Troia
    Ultima invenzione di casa Zimmer, l’Aspide di Troia, o più semplicemente Aspide. Per la prima volta, Zimmer non ha attinto all’arsenale tipico di un Boggart per la creazione di questa ultima, stupenda arma, ma non per questo il risultato è meno letale del solito.
    L’aspide, come il nome suggerisce, è una serpentina di metallo scuro che si allunga sulla spalla destra e si avvolge a spirale lungo tutto il braccio, fino al polso del molliccio. La testa del dispositivo, apparentemente ornamentale, culmina in un effige raffigurante una testa di vipera, nell’atto di azzannare un invisibile preda. Quello che sembra un ornamento è in realtà una macchina di morte, sofisticata e letale. La serpentina è in realtà cava, alimentata da una forte pressione generata da un micro compressore installato nella coda e be oliata con un unguento alchemico. Caricata da uno scomparto invisibile a chi non sa dove cercarlo, l’arma può essere caricata con dei piccoli proiettili affusolati a forma di aculeo che niente hanno da invidiare a quelli di una normale mitraglietta. Il dispositivo è in grado di detonare 4 proiettili in rapida successione e di contenere, vista la loro piccola dimensione, 24 proiettili.
    Il suo nome, tuttavia, è riferito alla particolarità peculiare di alcuni proiettili appositamente costruiti da Zimmer: i denti di vipera. Questi dardi sono anch’essi cavi ed equipaggiati da una piccola pompa a dispersione. Se caricati con uno dei gas letali dell’Alchimista dei Pozzi. Questi proiettili scaricheranno il loro letale contenuto durante il tragitto, come dei veri e propri cavalli di troia.

    [Arma da fuoco, mitragliatrice. I proiettili possono essere usati come tramite per le tecniche alchemiche del Boggart: 3 punti]

    Portatore di Peste.
    [... e quando i Boggart cominciarono a usare l'Acreacciaio per difendersi dalle maledizioni dei Rargshak, vanificandone la potenza magica, i Ratti Mannari cominciarono a usare armi alternative. Il Clan dei Rodimidollo cominciò ad usare un arma che anche l'acreacciaio non riusciva a contenere, una arma che non era magica. I Sacerdoti della Peste scatenarono la morte fra i Cunicoli.]
    La nuova arma di casa Zimmer è in realtà una rielaborazione di un arma usata dal proprio antico nemico. Molti reperti furono ritrovati sui cadaveri dei Sacerdoti della Peste, eppure la maggior parte di questi sembrava inutilizzabile. Il Rossiccio di Merovish è riuscito a ricavarne un prototipo, dopo anni di sperimentazione e di insuccessi. Il risultato è una piccola piramide d'ottone, grande abbastanza da stare in una normalissima tasca. La base è adesiva, e al comando del molliccio le tre sezioni laterali si aprono, rivelando tre diffusori (uno per ogni lato) pronti a liberare il proprio mortale carico.
    L'intensità dei sintomi e l'area di diffusione è relativa alla concentrazione di batteri caricati nel diffusore, ma
    i sintomi sono tipicamente abbassamento di temperatura corporea, cefalea, vertigini, dolore inguinale e un forte malessere generale. I sintomi si accentuano tanto più a lungo il soggetto colpito resta nell'area d'azione del diffusore, che continua a rilasciare ondate di batteri di Yersinia pestis per ben due turni. Il batterio, modificato in laboratorio, agisce attraverso l'inalazione e la comparsa dei sintomi è immediata. Tuttavia, per avere questo effetto istantaneo, si è sacrificata molta della longevità del batterio, che sopravvive quel tanto che dura la carica di diffusione del dispositivo (due turni).
    Il diffusore può agire in due modi, per quanto simili, a seconda della situazione.
    Non essendo un gas, ma un batterio, l'azione sarebbe incolore, inodore e indistinguibile, salvo percezioni particolari, dalla normale aria. Questo favorisce, come molte delle armi chimiche di Zimmer, la furtività dell'azione, impedendo per quanto possibile all'avversario di accorgersi dell'attacco, fino all'insorgenza dei sintomi.
    Tuttavia, spesso e volentieri il panico è un arma molto più efficace della furtività. Assieme al batterio, il dispositivo può liberare una sostanza gassosa più pesante dell'aria, di un denso colore verde marcio e dall'odore sgradevole. Il gas ha la stessa area d'effetto della diffusione del batterio e non ha assolutamente nessun effetto negativo, se non portare il messaggio implicito del "se vieni qui ti fai un gran male".

    In oltre, se il serbatoio batterico è per forza di cose limitato al singolo utilizzo, quello gassoso è più capiente, permettendo l'attivazione più volte. Boggart: la truffa è sempre dietro l'angolo.


    Note:
    Bla. Poco sentimento. La banana l'ha voluta dru. :guru:









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    b18To
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    UpOnv





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  4. .Silver Shadow.
     
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    La calma con cui il Boggart rispose allo scienziato era molto più preoccupante di una reazione isterica. La situazione era abbastanza problematica da non permettere a nessuno di sbilanciarsi, neppure ai due Gerarchi presenti. Ma se da un lato gli Eversori avevano le mani legate, nulla impediva loro di usufruire di elementi collaterali: le Voci.
    Non era sua abitudine sfruttare quel genere di risorsa, anche perchè raramente se ne presentava il bisogno, ma la concessione del Gerarca e l'insieme di situazioni ne richiedevano l'uso pressochè obbligatorio.
    Con un cenno della testa confermò la ricezione dell'ordine e si allontanò dal gruppo cercando una zona meno affollata; meno persone potevano ascoltare la sua voce meglio era.
    "CLU, attiva il protocollo Whispers." "Protocolli attivi, trasmissione attiva."
    "Parla Whisper. Tracciate e riferite ogni movimento, azione o discussione riusciate a scoprire su i seguenti bersagli presenti tra gli spalti dell'Arena: l'Uomo Rosso e Aren. Riferite solo ed eslusivamente tramite questo canale."
    Il protocollo Whispers altro non era che una semplice comunicazione via radio tra Reys, la cui voce risultava distorta tramite l'uso di CLU, ed un numero imprecisato di Voci, in modo da mantenere il totale anonimato e rendere quasi impossibile riconoscere un legame tra le due parti.
    Queste procedure di sicurezza pressochè perfette avevano però lo svantaggio di non fornire la certezza che i riceventi fossero presenti sul luogo o sapessero come svolgere i propri ordini. Al momento tutto ciò era comunque irrilevante, poichè di alternative semplicemente non ce ne erano. Non poteva fare altro che attendere che altri raccogliessero le informazioni ed analizzare ciò che otteneva.


    CLU Interface:NEXT Status
    Misuratore Alimentazione: 100%
    Energia Consumata Nel Turno: 0%
    Danni Fisici: Assenti

    Tecniche ed Equipaggiamenti Citati


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    Che fosse una mossa azzardata era palese quanto il Sole sul deserto, tuttavia niente ti avrebbe indotto a demordere. Cogliesti, fugace, il disquisire delle guardie, le quali avevano in qualche modo individuato la tua presenza. Evidentemente, l'uso di poteri doveva aver allertato una qualche loro capacità percettiva. Poco male, non appena entrato oltre le tende, avresti disfatto il potere delle sabbie per usare soltanto la mutazione.

    Avresti cercato un qualunque riparto, oggetto o mobilio entro cui o sotto il quale era possibile rintanarsi. O, in caso, avresti preso forma di uno di questi, stando comunque accorto a non farti notare. Ne andava della tua... segretezza.


    STATUS

    Status Fisico: Ottimo 100%
    Ferite Riportate: Nessuna

    Condizione Metale: Ottimale

    Mana Consumato: 0%
    Mana Residuo: 90%

    Altro: nada, cerco di nascondermi con l'ausilio della mia sola passiva.

    EQUIP

    اِخْتَفَى
    { Equip: Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, mentre i danni subiti sono espressi come spaccature sulla stessa: la distruzione della maschera comporta la morte del personaggio

    ألف ليلة وليلة
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro

    بوصلة من الرغبات
    { Equip: Bussola dei Desideri
    { Passive: ndr
    { Attive:

    Fiala di Mana
    { Equip: Boccetta
    { Passive: Ripristina il Mana al massimo quando usata (only quest).

    ///
    { Equip:
    { Info:

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    الرمال التغييرات
    { Passive: Cambiare forma a piacimento

    الهاوية ووكر
    { Passive: Camminare su ogni superficie

    الرمال قادم
    { Passive: Istant-Cast

    الرمال مشاركة
    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ///
    { Passive:

    ABILITA' ATTIVE
     
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    { Arena Nera - Tribune }
    Zimmer | Bid'daum | Reys

    « Se anche fosse possibile, riuscirei a spaventare solo le mezze seghe. »
    replica con ritrovata calma il Castigo, richiamando le propoaggini spiritiche
    « Quelli come te hanno bisogno di ben altro prima di considerarsi spacciati, dico bene? »

    jpg« Mi piace considerarmi un uomo di molte risorse. »
    lascia cadere lo Speziale con un sorriso e un'alzata di spalle
    « Così posso usarle per quello che mi piace, e...
    Mi piace vivere. »


    « Gli occhi del mondo sono puntati su questo luogo, oggi. »
    prosegue il Khutiano, opponendo la sua filosofia alla politica della cautela
    « È il momento migliore per una dimostrazione di forza. »

    « Ti piace bluffare forte eh?! »
    si entusiasma il Mercante, mentre Farida gli mette sottobraccio
    « Apprezzo il tuo stile! »

    « Te lo do io un consiglio: non allungare le mani verso ciò a cui punto io, stattene buono a pensare ai tuoi affari... »
    conclude l'Eversore, spostando lo sguardo sull'arena oltre la balconata
    « ...e forse camperai altri trent'anni. Altrimenti tutto potrebbe finire anche oggi. »

    A quell'ultima dichiarazione, il giovanotto dalla faccia di bronzo -e non solo per il colore della pelle- reclina la testolina coronata di ricci scuri da una parte e assume un'espressione confusa: decisamente, sembra non aver afferrato l'ultimo avvertimento del Gerarca.

    « Ma... ehm... come faccio a sapere a cosa punti? Ti ho appena conosciuto! »
    domanda, mostrando perplessità negli occhi dorati
    « Se, poi, è una sorta di indovinello... non dovresti darmi qualche indizio?
    E, comunque, trent'anni sono pochi... non riuscirei a farci stare la metà dei miei progetti! »


    Chiacchiere a parte, ormai il momento critico tra Bid'daum e Kalanjanus sembra essere superato senza incidenti, tanto che -contemplando quei siparietti bizzarri- anche il vecchio Zimmer può concedersi il lusso di trarre un sospiro di sollievo, scroccare qualcosa dal buffet, e fare un bilancio della prima ora di quella soirée: un mucchio di imprevisti -la scomparsa di Ariste in primis-, gente misteriosa che non si lascia inquadrare -e l'Alfiere è in cima alla lista-, e forse un pò di noia, ma... a parte questo, la festa sembra iniziare bene. Prima della svolta.

    "Gli uomini che ci hanno attaccati nell'upper-dark sono tra la folla."

    Con discrezione, nonostante ciò che la notizia comporta, il Collared avverte il suo superiore, il cui volto tradisce per un istante un moto di genuina sorpresa: la maschera di aplombe ha vacillato solo per un breve istante, ma allo sguardo del Khutiano non è sfuggito che ci sono novità.

    "Ok."

    Il commento del Rossiccio è asciutto e conciso, ma il modo con cui azzanna la banana ha una foga un tantino preoccupante... ma non c'è tempo per dissimulare e fingere che vada tutto bene: bisogna agire e farlo in fretta, quindi richiama con un gesto 23 e dà opportune disposizioni a lui e a Ray.

    "Voi tiene d'occhio... senza ingaggiare. Noi serve tranquillità, per ora.
    Serve che voi scopre qual'è loro ruolo in chesta vicenda.
    "

    dispone, cercando di ostentare tranquillità mentre mangia
    "Voi tiene in zona, comunque. Noi può aver bisogno di voi.
    Riferite tramite Voci, chesto posto ne sarà pieno, in qualche modo...
    "

    conclude, prima di ultimare il suo spuntino a base di frutta e congedarli
    "Andate."

    Con un cenno di assenso, lo Scienziato riceve l'ordine e si appresta ad allontanarsi dalla festa insieme allo Schiavo albino: per quanto ampio e sfarzoso sia l'ambiente -e gli inviti per accedervi numerati ed esclusivi- non è certo possibile trovare un angolo abbastanza isolato perché nessuno dei presenti possa captare qualche parola o notare strani movimenti, e così si dirige all'uscita della tribuna d'onore con 23 al fianco.

    I due Eversori si avvicinano al quartetto di guardie in tunica rossa che controlla l'arco di ingresso -due rivolte verso l'interno della sala e due a sorvegliare il corridoio-, supera le tende di velluto rosso ammainate da cordoni d'oro, e... per poco non vanno a sbattere contro un uomo con il volto coperto da una maschera.

    Evitate la collisione, ma per un attimo rimanete fermi sulla soglia, in un impasse in cui nessuno dei tre si muove: lui perché -probabilmente- ha il passo ostruito dalla vostra presenza, e voi perché vividi ricordi delle vostre ultime missioni vi balenano nella mente; dopotutto, sia lo Schiavo nel Labirinto che lo Scienziato inviato nell'Upperdark hanno già incontrato la Maschera di nome Aren... Quello, però, sembrerebbe proprio il Legionario che è stato portavoce dell'Esarcato al termine della prova di Krarth, eppure...

    jpg
    « Scusate, avrei fretta. »
    vi si rivolge il figuro, con tono sbrigativo ma uno sguardo cordiale

    Istintivamente, vi fate da parte con solerzia e lui vi supera per fare il suo ingresso nel Salone all'interno, e -dopo un momento- anche voi percorrete qualche metro dell'andito per fermarvi e fare la vostra chiamata.

    "Parla Whisper. Tracciate e riferite ogni movimento, azione o discussione riusciate a scoprire su i seguenti bersagli presenti tra gli spalti dell'Arena: l'Uomo Rosso e Aren. Riferite solo ed eslusivamente tramite questo canale."

    "Roger."

    Con quel semplice assenso, il silenzio torna a dominare la linea fantasma: disseminati tra gli spalti, i vostri uomini si stanno mettendo al lavoro... e a voi non resta altro da fare che attendere un riscontro e tornare alla festa.


    { Arena Nera - Tribune }
    Eren

    Con lo stesso sorriso affettato che ostenta chi gli sta davanti, Eren Satu fronteggia quel tale Egon Emeros, e -come educazione impone- gli tende la mano per una presentazione formale, avendo cura di tenere i loro sguardi incatenati; quello guarda l'arto con la stessa indifferenza con cui guarda un mendicante che cerca di fermarti per strada, e solo dopo un istante di ponderata immobilità si degna di accettare il gesto e ricambiare la stretta.

    Siete sicuro?
    domanda preoccupata la saggia Shahrazàd

    La signora ha ragione.
    conclude il Mercante, con un sorriso alla sua accompagnatrice
    Prima lo spettacolo, poi gli affari.

    « Un'ottima filosofia... »
    concorda conciliante il Pasha Preek

    « Un vero peccato. »

    Così commenta invece il Pasha Tail, con uno scontento che non è difficile comprendere: se non sarete impegnati in un duello, le vostre accompagnatrici e la Pasha Najaran non resteranno incustodite... e dai suoi occhi porcini appare piuttosto evidente che quello sia l'unico interesse che lo ha condotto lì quel giorno.

    Nel gelo che è calato sul gruppetto, la Signora dai lunghi capelli d'ebano cerca con gli occhi rossi negli astanti qualche idea per rilanciare la conversazione, giusto qualche parola per rompere il ghiaccio, ma -fortunatamente- chiari squilli di trombe le danno un argomento più che buono con cui intrattenervi.

    « La giostra sta per cominciare! »
    esclama, modulando la voce con una nota di emozionato entusiasmo
    « Gli atleti stanno per entrare in campo! »


    { Arena Nera - Tribune }
    Helk

    “Capisco. Ma sai... so cavarmela abbastanza bene!”
    sospira con fare neutro il Pirata, dissimulando i suoi pensieri
    “E' un lavoro molto pericoloso, immagino. Hai qualche consiglio da darmi?”

    “Parlare di meno.”
    pronuncia laconica, con lo sguardo fisso sulla schiena di Egon
    “...e prestare più ascolto a ciò che succede.”

    Sarebbe facile -e in parte corretto- cogliere scortesia nelle sue parole, ma in prospettiva la ragazza sta solo esponendo con laconico pragmatismo il pensiero che deve esserle stato inculcato: per una schiava addestrata alla battaglia e alla più completa devozione verso un padrone insopportabile, la comunicazione e la socievolezza devono essere evidentemente stati i primi rami della personalità a venir brutalmente amputati dal suo spirito.

    Una fanfara di squilli di tromba interrompe i tuoi pensieri: proveniva dalle balconate della vostra tribuna, e il significato di quel suono -che ha improvvisamente dipanato il silenzio- viene spiegato dalla donna dai lunghi capelli neri che siede a pochi posti di distanza dal tizio che si chiama Egon.

    « La giostra sta per cominciare! »
    esclama, la Pasha, con tono allegro
    « Gli atleti stanno per entrare in campo! »

    Sembra che -se vuoi assistere allo show- dovrai separarti dalla tua interlocutrice: per affacciarti a spiare la situazione in Arena devi avvicinarti alle balconate, e... lei non lascerà il suo incarico di guardia del corpo, e non si muoverà dal suo posto - fedele, come un cane.


    { Arena Nera - Tribune }
    Sahara

    Qualcosa si sta muovendo intorno al seggio dell'Alfiere, ma il Deserto non demorde dal suo proposito: dovrebbe sospettare di essere stato notato, anche se non individuato, ma -forse perché molto fiducioso nelle sue capacità o poco attento a quelle altrui- prosegue imperterrito nel suo intento: nella sua forma di insetto, Sahara prosegue verso l'orlo delle tende, e...

    Non appena raggiunge il limitare dell'alcova di stoffa qualcosa lo investe, ma non si tratta di nulla di fisico: propaggini impalpabili di un pensiero tentacolare ghermiscono quanto di più simile sia assimulabile alla sua anima -spirito o coscienza, che dir si voglia-, scaraventandolo in un altro luogo.
    ...e anche se i cunicoli si somigliano tutti, capisce di trovarsi di nuovo nell'Upperdark.

    Davanti ai suoi occhi c'è ora il fuoco di un bivacco, e delinea i contorni incerti di un campo-base: attorno aleggiano discorsi su una missione di recupero, menzionano il Cuore (...il Cuore dei Titani?), come trovarlo, come recuperarlo... e mentre pianificano una spedizione che non arriverà mai al termine, sensi che non ricordi di avere assaporano angosce e timori di chi spera di non incorrere in qualche innominabile orrore delle leggende del Sud; dopotutto, per le creature di superficie non è mai facile abituarsi alla Tana e ai suoi domini sepolti.

    Ma non sono quelli i soli pensieri che l'ospite rileva: cose feroci e disgustose stanno lentamente accerchiando la carovana, ammassandosi tra le ombre dei colonnati calcarei o annidandosi negli anfratti della roccia... e il loro numero cresce con una immediatezza che non lascia tempo nemmeno per dare l'allarme: il pensiero ricorrente delle loro intelligenze ottuse -mero istinto animale, condiviso da tutta la colonia- non parla che di sopravvivenza, istinto di difesa, cibo e fame. Una sensazione a te -l'altro te, quello che ricorda e non sei tu- quanto mai vicina.

    Quando lo stridio acuto riecheggia nelle caverne, rimbalzando tra le pareti di pietra e restituendone l’eco grottesco alle orecchie degli avventurieri, è già troppo tardi: le Avanguardie Elldroc sciamano fuori come un’unica entità, e si riversano sugli otto nel giro di pochi istanti, in una brulicante ondata di chele affilate e zampe chitinose.

    Le deboli fiamme non bastano ad illuminare ogni risvolto della scena, e quando la colluttazione ha inizio, il bivacco è spazzato via in un languente scintillio di tizzoni ardenti, consegnando ogni cosa ad un’oscurità senza fine... e forse è anche meglio così, perché le urla strazianti di dolore, collera e cieca paura, dipingono un quadro abbastanza vivido di ogni istante della cattura -o della morte- dei folli che si avventurati in quell’impresa... perché nessuno di loro rivedrà la superficie.

    Gli echi celebrali degli altri si spengono uno dopo l'altro, e ben presto, sei solo - solo in mezzo a quel marasma di nemici: unico sopravvissuto... ma per quanto ancora?
    I sensi sovrannaturali gli permettono di muoversi al buio senza handicap e di difendersi dagli attacchi dei suoi avversari con una certa efficacia, ma quegli insetti sono troppi, e il suo involucro inizia ad essere stanco, tanto che -nel segreto dei suoi pensieri- accarezzi persino l’idea di abbandonarlo per trovarsene uno nuovo.

    Sentire la terra tremare sotto i piedi è quasi un miracolo... perché mentre suoni stridenti e metallici si uniscono ad altri più umidi e appiccicosi, gli Elldroc sono presi dal panico e si disperdono in maniera disordinata, quasi fossero d’un tratto impazziti: bagliori spettrali ed evanescenti ti si accendono intorno, fuochi fatui privi di peso che fluttuano nell’aria...

    I tonfi si ripeterono ancora e ancora -sempre più vicini-, e alla luce opaca di quei lumi che vanno moltiplicandosi a macchia d’olio, come uno sciame di lucciole, vede le sagome colossali e terrificanti dei Titani di Recupero: giganteschi golem di metallo e magia, alti tre metri, con trapani e trivelle al posto delle braccia, che avanzano verso di te, calpestando gli uomini-insetto senza emozione, e affondando le armi nei loro esoscheletri... e oltre quei giganti, qualcuno emerge dalle buie gallerie del ventre della terra.


    « Congegno interessante questo Cuore dei Titani... »
    esordisce asettica e imperturbabile una voce dal forte accento tedesco
    « ...non c’è che dire. »

    Mentre l’immonda carneficina va esaurendosi con la ritirata delle Sentinelle e lo sterminio degli Elldroc rimasti, le scarpe eleganti di un uomo alto e biondo -abbigliato con una tuba e un trench scuro- conducono il figuro lungo il sentiero idealmente fiancheggiato da fuochi fatui, allineati come soldati; i suoi occhi blu cobalto -cerchiati da profondissime occhiaie- sono fissi nei tuoi, e le labbra livide mostrano un sorriso così puro da apparir quasi inquietante su quel tipo sinistro, appena fermatosi ad un paio di metri da te.

    « Credo che questo sia destinato a lei, Herrn... »

    Quelle parole aleggiano in echi mistici per la volta silente dell’ipogeo mentre il Tedesco -che somiglia molto all'uomo incontrato da Bid'daum nelle Cave del Sapere- arretra il braccio sinistro, strattonando le redini della belva tricefala che lo affianca come un custode e tendendo lentamente verso di te qualcosa di lucente e pulsante tiene stretto nella mano inguantata di nero... e un sorriso increspa le labbra del vascello di carne che vesti quando qualcosa in te lo riconosce.

    « Tutto qui...? Missione compiuta? »
    chiede la voce maschile del tuo contenitore, accettando l'artefatto
    « Posso tornare a casa mia? »

    « Temo non sia ancora possibile, Herr. »
    afferma serafico il biondo, scuotendo leggermente il capo

    « Ma... il mio incarico era di trovarlo e riportarlo in superficie. »

    « Le cose sono cambiate - e così anche gli ordini. »
    prosegue l'altro, voltandosi a tener d'occhio il passaggio da cui è arrivato
    « Il prescelto a cui avremmo dovuto recapitarlo è misteriosamente sparito,
    e qualcun altro è sulle tracce del Cuore... »


    « ...quindi, che cosa dovrei farci con questo? »

    « Custodirlo. »

    « ...fino a quando? »

    « Finché non troveremo un nuovo compatibile. »

    Un chiaro squillo di tromba squarcia la dimensione ritorta di quel ricordo straniero, ed il Deserto ne emerge con un senso di pericolo che solo un umano potrebbe comprendere dopo essere stato trascinato sott'acqua a tradimento, in un'estenuante apnea... e l'impatto con la realtà è anche peggiore.

    Nel corso della visione -non sai dire quanto sia durata- devi esserti ritrasformato, e ora giaci a terra, avvinto in evanescenti legacci di energia dorata, che ti interdiscono il ricorso a qualsivoglia facoltà: non riesci neppure a ricorrere alla metamorfosi, e le guardie in tunica rossa torreggiano su di te in attesa di risposte a domande che non hai udito.


    { Arena Nera - Tribune }
    Tutti

    Il brutto degli incidenti è che ti piovono tra capo e collo, quando meno te li aspetti: vero è che la situazione ad un incontro al vertice di quella portata è sempre delicata, ma se già la notizia di nemici presenti sugli spalti -mescolati tra la folla- è diventata la priorità tra le preoccupazioni degli Eversori, ci si aggiunge ben presto una grana inaspettata: in prossimità del trono velato dell'Alfiere, il vostro compagno Sahara si espande fino a divenire visibile...

    Nell'Arena Nera risuona un primo squillo di tromba,
    segno che i giochi stanno finalmente per inziare.

    Le guardie -in quel momento impegnate a scattare sull'attenti davanti al loro Comandante mascherato, inaspettatamente in visita- sobbalzano per la sorpresa ma non perdono un istante, e mentre incantesimi contenitivi avviluppano il vostro compagno stranamente inerme, il chiacchiericcio si leva dai presenti... e questa è la scena davanti a cui si trovano anche 23 e Reys, di ritorno dalla loro commissione.

    « Ma... che cos'è quello!? »
    si allarma il Pasha Preek, ritraendosi un poco sulla sua sedia

    « Proteggete l'Alfiere! »
    ordina la Pasha Najaran, alzandosi in piedi

    Fanfare si uniscono alla marcia solenne che proviene da fuori, e le trombe emettono un secondo trillo che dipana il silenzio tra la folla che gremisce gli spalti.

    « Non è uno dei vostri...? »
    chiede Kalanjanus a Bid'daum, candidamente sorpreso

    « Chi sei!? Che intenzioni avevi?! »
    inquisiscono le guardie, ma dal Deserto nessuna risposta
    « Cosa ne facciamo di lui, Capo...? »

    « Gettatelo in una cella e sorvegliatelo. »
    dispone serafico il Legionario delle Sabbie, intrecciando le mani dietro la schiena
    « Lo interrogherò dopo. »

    Sahara si riscuote all'improvviso, trasalendo, prima che una coppia di guardie scelte lo sollevi di peso per iniziare a trascinarlo verso l'uscita, ed è allora che la musica si spegne, con un ultimo chiaro squillo di tromba.

    « Rendiamo onore al nostro nuovo Alfiere con un tributo di sangue! »
    esordisce con tono solenne una voce dagli altoparlanti... e non è del tutto sconosciuta
    « Per riscattare le loro vite dall'onta delle proprie colpe, degli uomini hanno invocato giustizia per l'antico Agnikai, e ora affronteranno il Campione dell'Arena. »
    prosegue l'annunciatore, suscitando strani scambi di occhiate tra le guardie
    « Che vivano o muoiano - da folli o da temerari, sarà l'Arena a deciderlo!
    Aprite i cancelli! Che inizi lo spettacolo! »

    In a Trail of Fire

    Dunque, andiamo con ordine:

    @Bid'daum & Zimmer Sono nei pressi dei tavoli da buffet, con tra i piedi quel chiacchierone di Kalanjanus e la sua silenziosa danzatrice, che gli si è avvinghiata al braccio.

    @Sahara Appena ti avvicini al gazebo dell'Alfiere, la tua mente è ghermita da tentacoli psionici e hai una visione nei panni di qualcuno; senza rendertene conto ti sei ritrasformato e ora sei immobilizzato in una forma di dimensioni più o meno umane, non riesci a trasformarti e non puoi usare tecniche - l'unica speranza per non venire trascinato via è che qualche tuo compagno intervenga in qualche modo.

    @23 & Reys Lasciano il salone per qualche minuto; uscendo, incrociano il leader della Legione delle Sabbie, poi danno comunicazione alle Voci, e -infine- tornano dagli altri - al loro ritorno, vedono che Sahara è stato scoperto.

    @Helk & Eren Siete nella stessa zona, quindi ascoltate i discorsi dei Pasha, sentite gli squilli di tromba e assistete alla cattura di Sahara.

    Prossima scadenza: 28 Gennaio. :kisu:



    Edited by Madhatter - 28/4/2014, 19:40
     
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    Intenzioni, non certo le migliori, di già naufragate.
    Avevi sfidato a sorte il destino e la sorte ti si era rivoltata contro, eppure anche nell'infelice situazioni in cui eri, qualcosa ti era stato donato. Un indizio, un nuovo volto... potevi vedere, sentire e vivere nei panni di qualcuno che non eri tu. Sapevi qualcosa che gli altri non sapevano, per tanto la tua missione poteva dirsi parzialmente riuscita.

    Non ti importava, non più del dovuto, di cosa ti fosse successo da lì in poi.
    Tu eri il deserto, ciò su cui quelle anime trite si dibattevano come vermi di granato; e nelle infinite sabbie della coscienza, giaceva in te l'ormai piena certezza che, al momento adeguato, avresti nuovamente ritrovato un posto lì, dove il Primo giaceva.

    وشهدت الصحراء

    Una frase sola, rivolta ai compagni.
    A buoni intenditori, davvero poche parole.


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    « Visto che hai così tante risorse, non vedo perché dovrei darti degli indizi. Spera solo di non capire troppo tardi quale sia la linea da non oltrepassare con me… »

    Si adeguò alla sottigliezza del suo interlocutore con parecchio gusto. Lo sguardo rimase interessato alle mosse dell’altro Gerarca, intento ad ordinare qualche piano di movimento al suo schiavo e a Reys.

    « Con permesso, signori. »

    Dopo un rapido congedo dal mercante e dalla sua puttanella da compagnia, il Kuthiano mosse qualche passo verso Zimmer, preparandosi a porre la fatidica domanda, a voce bassa e simulando tranquillità.

    « Che è successo? »

    Ci fu giusto il tempo di ricevere una spiegazione, poi si sollevò dalla polvere lo squillo di tromba di cui il popolo aveva più sentito la mancanza in quegli anni. Il boato di risposta fece tremare il nerbo di quelle pareti d’ossidiana, estraendo a forza un sentimento di furore mistico miscelato a una pulsione irrefrenabile di catarsi, raggiungibile proiettando tutte le proprie debolezze sulle vittime della sabbia, solitamente riverse esangui qualche decina di metri più in basso. In esse si dissolvevano tutte le preoccupazioni e la rabbia repressa, almeno momentaneamente. Perché - al contrario di quanto si potrebbe credere - la scheggia più perversa dell’Arena Nera non era la mattanza che si consumava oltre il parapetto, bensì la dipendenza che s’inculcava nel cranio dello spettatore ad ogni nuovo spettacolo.
    Sempre più sangue, vi prego: possono sgozzarne a decine, a migliaia, ma la sabbia si asciuga sempre troppo in fretta.

    Panem et circenses, disse una volta qualcuno.

    Chissà quanti di quegli stronzi che strillavano potevano intuire il meccanismo di assuefazione alla violenza che era in atto nel loro lobo frontale? Proprio lo stesso che ad ogni battaglia inebriava il nostro Castigo, perfettamente conscio che non avrebbe mai trovato un fondo alla spirale della brutalità: questa s’infiltrava nell’abisso, sempre più in basso, e una volta iniziata la discesa nessuno poteva (o voleva) sperare in una risalita.
    Sarebbe stato carino continuare con le pippe mentali sull’affascinante disciplina del controllo delle masse, tuttavia un guizzo di magia attirò l’attenzione di tutti. Quella manifestazione di potere prese forma proprio davanti al baldacchino dell’Alfiere.

    gE6Llkz Non fu difficile riconoscere la sagoma nerastra stritolata dai lacci contenitivi.
    Avrebbe imprecato pesatamente se si fosse trovato in un contesto più controllato, ma le contingenze imposero sulla sua faccia il minor impatto emotivo possibile. La domanda stupita dello Speziale trovò una risposta altrettanto sorpresa.

    « Manco per il cazzo: uno dei nostri non si sarebbe mai gettato in braccio alla Legione. Dev’essere parte di una scorta. »

    Liquidò abbastanza in fretta la questione, osservando distrattamente il suo sottoposto venir portato via dalle guardie. Si sarebbe arrangiato, come al solito. Com’è da protocollo per ogni spia mai esistita in questo schifo di mondo.

    Una voce riempì poi l’aria del colosseo, annunciando l’ingresso di alcuni condannati a morte chiamati a pagare col sangue - proprio o altrui - le loro colpe. Giudice di quel processo surreale sarebbe stato il sedicente Campione dell’Arena.

    Ma la più grande sorpresa di quel giorno furono gli imputati…



    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: teso
    Energia: 105%
    Equipaggiamento:

    Kuthian Armour [ Armatura | passiva di peso trascurabile ]

    Comet Hammer [ Arma bianca ]

    Tàmerlein [ Spada | passiva di evocazione | passiva di vibrazione ultrasonica | passiva di ferimento spirituale ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]

    Istrice Maledetto [ Set di cinque spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]


    Passive:

    Risorse Criminali [ Passiva di 110% di energia ]

    Oltre la Realtà [ Passiva di Auspex spirituale ]

    Senso di Morte [ Passiva di tatto ipersviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico | manipolazione GDR-only dei PNG ]

    Anatema del Re Implacabile [ Passiva d’immunità alla fatica ]

    Tentacoli di un solo Abominio [ Passiva di equipaggiamento caster ]

    Insano [ Passiva di instant casting ]


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    Nera come l'anima


    Il molliccio segue con lo sguardo lo schiavo e il sottoposto varcare i tendaggi rossi che delimitano il salone della festa dal corridoio dal quale sono passati poco prima, sperando ardentemente di non aver fatto un errore.
    C'era qualcosa di profondamente sbagliato in quella festa. Quella sensazione di calma, poco prima dello sprigionarsi di una tempesta. Quel vuoto opprimente, prima della guerra.
    Non aveva mai temuto la morte, ne lo scontro. Era un Boggart, razza che per divertimento ballava nuda lanciandosi mine innescate... e raramente cedeva all'ansia.
    Ma quando succedeva... non era mai un buon segno.

    Lanciò un attimo un occhiata a tutto il salone, cercando di indovinare chi avrebbe fatto la prima mossa. Una sola cosa era certa... la dentro, tutti, nessuno escluso, non aspettavano altro che una scusa per pugnalarsi alle spalle vicendevolmente. Lui e il suo gruppo potevano fare tutti i cambiamenti che volevano, corrompere chiunque in quella stramaledetta città... ma non sarebbero mai riusciti a cambiarne l'anima.

    « Che è successo? »
    Zimmer si riprese quel tanto che bastava da lanciare un occhiata corrucciata al Kuthiano suo pari.
    "Problemi, compare." mormorò, accennando al duo appena sparito oltre i tendaggi.
    "Noi no è più unici attori su palcoscenico... forse no è mai stati."
    Continuò, passandosi la mano scagliata sul corno che gli spiccava dalla fronte. Un gesto nervoso, automatico... o forse studiato? Zimmer parlò lentamente, cercando di apparire più naturale possibile, ma le pause fra le frasi e l'inizio vago erano una mera tecnica per limitare le orecchie tese nella sua direzione.
    "Nostri comuni amici di upperdark... loro ha deciso di farci sorpresa e passare a salutare." finì, cinicamente. Quella notizia non gli piaceva, e ancor meno gli piaceva di essersene accorto così tardi. In un operazione di quella portata, essere ciechi era pari ad essere già morti... era tempo di spalancare gli occhi e le orecchie, sopratutto quelle delle Voci.


    "Ingegnoso." commentò lo schiavo, in direzione di Reys. A differenza del suo compare, aveva sfruttato la rete d'informatori così tante volte da aver perfino conosciuto personalmente alcuni di quegli uomini che ogni giorno si ornavano dei simboli di riconoscimento delle Voci. Eppure, mai aveva usato un metodo tanto efficiente per farle lavorare in sincronia ad uno scopo solo.
    Un ultimo cenno d'assenso, prima di tornare sui propri passi. Non c'era più bisogno di seguire personalmente qui loro nemici, col rischio di farsi riconoscere o di commettere qualche imprudenza. Altri, addestrati a quel compito, avrebbero accolto quell'onere.
    E poi, 23 aveva appena inavvertitamente raccolto un informazione, che non era sicuro fosse utile o meno al proprio padrone.

    In quell'istante, suonò la tromba che tutti, in tutta la Tana, aspettavano con ansia di poter udire.
    Anni erano passati dall'ultima volta, anni di attesa, anni di sangue, ma sangue sporco, che macchiava le sabbie invece di quei neri pavimenti.
    Finalmente l'attesa era finita, e tutta la Tana urlava la sua volontà.
    Un ultimo sospiro uscì dalle labbra scagliose di Zimmertraugher dei Cunicolo dai quali si torna. Mai sarebbero riusciti a cambiare l'anima di quella città.
    Appurato questo, avrebbero usato ogni mezzo per sfruttare quell'anima al loro volere.

    "Padrone." la voce di 23 lo riscosse dai propri pensieri. Zimmer veniva chiamato padrone solo in pubblico ormai, quando il ruolo di schiavo doveva essere ben chiaro a tutti.
    "Una nostra vecchia conoscenza è appena arrivata... un vecchio amico mascherato, che ci ha accolti al termine del Labirinto." mormorò, cercando di coprirsi sotto le urla del pubblico, bramoso di sangue.
    Della serie buone notizie.

    Prima che Zimmer potesse rispondere in qualsiasi modo, l'impensabile accadde.
    « Proteggete l'Alfiere! »
    Alfiere. La parola più temuta e più attesa della serata.
    Zimmer scattò, voltandosi immediatamente verso l'epicentro di quel caos. E si, la sorpresa fu molta. Mai avrebbe pensato che, fra tutti, a fallire sarebbe stato Sahara. Un ombra oscura avvolse la stanza, gettando inquietanti bagliori sulla figura, ancora occultata, dell'Alfiere.
    Ora avevano la relativa certezza che quello fosse l'uomo del momento... eppure, se il Deserto stesso aveva fallito... Un espressione dura sostituì quella sorpresa.
    "Strano tipo... mai visto prima." commentò, annuendo alle parole del monocorno.
    Non avevano le risorse per gettarsi al salvataggio, ne era quello il loro obiettivo. Una cosa del genere poteva distruggerli. E poi, solo un idiota, conoscendo Sahara, si sarebbe preoccupato della sua sorte, se a trattenerlo era una misera cella.

    "Una serata piuttosto movimentata, io crede." commentò.
    Un sorriso, il più largo mai visto sul ghigno del Boggart, si dipinse lentamente, mettendo in mostra tutti i suoi denti, zanne comprese.
    Finalmente, la calma era cessata.
    Finalmente, il vento urlava la sua ira, le nubi si ingrossavano maligne e la pioggia tamburellava con impeto al suolo.
    "Tu è pronto, Kalanjanus?"
    Finalmente l'ansia era sparita, sostituita dall'adrenalina.
    "Ora ... ci divertiamo."

    Finalmente infuriava la tempesta.


    ENERGIA: 100 %
    Fisico: Incolume
    Mente
    : Bla.



    Attive:
    N/A


    Passive:

    Icarus
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.

    Lingua da mercante
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento.

    Ovviamente, non avendo poteri paranormali, questo non sarà mai possibile, ma la sua sicurezza e la sua parlantina porterà l'interlocutore ad avere meno dubbi a riguardo, tendendo a fidarsi delle parole del Boggart.

    Certificato di Alchimista
    Gli Alchimisti dei Pozzi sono i chimici dei Mollicci. Utilizzando antiche quanto folli ricette, sono in grado di sintetizzare in rudimentali laboratori impacchi curativi, pozioni dai più disparati effetti, potenti droghe. Alcune di queste ricette sono talmente pericolose e inquietanti da essere bandite addirittura dai Boggart. Un esempio palese è quello della capra gigante. Mai, MAI sintetizzare la pozione della capra gigante. [Guida all’universo Molliccio, geografia dei Cunicoli e vocabolario di torte pigolanti, estratto.]

    -I Veri alchimisti si distinguono dai mentecatti per la loro abilità nel resistere alle proprie misture. E' cosa alquanto comune, quando si lavora alla miscelazione di sostanze ignote, generare reazioni chimiche incontrollate e spesso non volute. Se i chimici non avessero questa innata capacità a resistere ai veleni, dubito seriamente che esisterebbe la professione di alchimista, in queste lande.
    Ora, i Boggart NON sono veri alchimisti: gli ingredienti cui hanno accesso sono si molto particolari e dai più disparati effetti, ma questa peculiarità ha limitato enormemente la qualità dei vaccini e delle tecniche utilizzate per resistere ai veleni. Di conseguenza, gli effetti di questa passiva si possono applicare solo ai veleni prodotti dal Boggart, e si rivela completamente inefficace verso i veleni di qualsiasi altra origine.
    [Passiva di immunità ai veleni Boggart]
    -

    Intuito del bugiardo
    Chiunque cerchi di intraprendere la carriera del mercante di ossa, fra i Boggart, deve rendersi conto prima di tutto che dovrà avere a che fare con le creature più meschine, ripugnanti, bugiarde e approfittatici che la natura cosmica potesse creare in tutta la sua bizzarra fantasia: gli esseri umani. Queste strane e malvagie creature, oltre che ad aver una carnagione orribilmente liscia e irrimediabilmente rosea, sono anche prime in classifica nel campo della violenza e della menzogna, tanto da essere perfettamente in grado di mentirsi a vicenda. Per questo, i mercanti di ossa, gli outsiders dei Cunicoli, che dovranno fare i loro affari con tali creature, devono esercitarsi fino allo spasmo a mentire e a riconoscere gli inganni.

    Zimmer, a tal proposito, ha passato un anno intero a mentire, sempre e costantemente, su qualsiasi cosa, tanto che se in quel periodo gli avessero chiesto "ti sei lavato Zimmer?" lui avrebbe risposto "certo, come ogni giorno!"

    Riuscire a mentire è un arte, e per chi riesce a farlo in modo naturale come respirare, allora accorgersi di una menzogna è altrettanto facile.
    Questo intuito latente è molto, molto comodo in quanto nel mondo esterno esistono creature capaci di manipolare i sensi, di farti vedere cose non vere... e riuscire a distinguerle, è un gran vantaggio.
    [Passiva di radar contro le influenze psioniche e illusorie]
    Companion:

    Oliphant [x]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?
    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.
    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.
    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.

    23 [x]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    "It's Spider o'clock!"
    Dovete sapere che i Boggart hanno un concetto di misurazione del tempo alquanto particolare. Abitando sotto terra, quando venne l'urgenza di misurare il passaggio dei secondi, delle ore, degli anni, non venne loro in aiuto la luce del sole, con quelle bellissime meridiane che ne conseguirono nel mondo dei Bipedi. No, loro cominciarono a misurare i lassi di tempo fra un rutto e l'altro. Inventarono il Ruttatore: una bevanda capace di farti ruttare per un anno intero. Quelli che non morivano per le gigantesche quantità di CO2 sviluppata nelle loro pance diventavano degli orologi viventi. C'era un Ruttatore in ogni pub, locale, area adibita al bere, che per un anno buono stava li, a ruttare le ore.

    Dopo questa premessa completamente inutile, che ci fa Zimmer con un cipollotto da taschino?
    Beh di sicuro non ci legge l'ora.
    L'orologio è in realtà un miracolo di micro ingegneria: grazie all'abilità del Boggart nel creare roba improbabile e all'energia dei cristalli trovati a Nord (dio benedica quella quest), è riuscito a costruire un piccolo ragno meccanico che, chiuso su se stesso, ha le sembianze di un orologio da taschino.
    Il nuovo compagno di viaggio dell'allegra brigata zimmeriana è il compagno ideale per un Boggart. Non consuma cibo, non si lamenta, non chiede uno stipendio... a paragone, 23 è una stupida palla al piede.
    Oltre ad eseguire tutti gli ordini impartiti dal Boggart, il ragno è composto da una particolare lega derivante dall'acreacciaio e dalla lucediluna. In breve, è in grado di riflettere quasi completamente la luce, diventando, se non invisibile, molto difficile da notare.
    E mi chiedere, che fa questo simpatico orrore su otto zampe? Stacca la testa a morsi alle persone?
    Beh - vi risponderei io- non ancora. In verità, di suo fa ben poco... se non che l'addome è carico di ogni sostanza nociva mai ideata dal Boggart e che il suo dorso è sagomato per istallarci sopra un Diffusore di Peste.

    Equipaggiamento:
    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Jester Axe [X]

    Ultima invenzione di casa Zimmer: la Jester Axe.
    Prendete una delle più sanguinarie armi medioevali, dotata di ottimo acciaio temprato capace di segare in due anche un palmeto di bambù indonesiano, e mettetela da parte.
    Prendete una delle invenzioni più demoniache della razza più bislacca del mondo, diretta responsabile dello scioglimento delle calotte polari, e mettetela da parte.
    Prendete anche voi, che sicuramente volete stare al sicuro, e mettetevi da parte, possibilmente dalla parte del manico.
    Ualà.
    Tenete l’arma usando due mani e branditela come se non ci fosse un domani, affettando qualsiasi nemico vi troviate davanti.
    Il nemico è grosso quanto un armadio a due ante arredato da vostra suocera?
    Brandite la Jester Axe dal fondo e premete a fondo la pinza fra l’impugnatura e il tubo di polimero che collega ben due serbatoi di kerosene alla bocca di fuoco posta all’estremità.
    Jester Axe! Nelle migliori Bolge di Merovish.
    (Attenzione, il rivenditore non si assume nessuna responsabilità in caso di morte, menomazioni, incenerimento di oggetti o soggetti. Si prega di utilizzare l’arma solo dopo averla acquistata, fuori dal negozio)

    Aspide di Troia
    Ultima invenzione di casa Zimmer, l’Aspide di Troia, o più semplicemente Aspide. Per la prima volta, Zimmer non ha attinto all’arsenale tipico di un Boggart per la creazione di questa ultima, stupenda arma, ma non per questo il risultato è meno letale del solito.
    L’aspide, come il nome suggerisce, è una serpentina di metallo scuro che si allunga sulla spalla destra e si avvolge a spirale lungo tutto il braccio, fino al polso del molliccio. La testa del dispositivo, apparentemente ornamentale, culmina in un effige raffigurante una testa di vipera, nell’atto di azzannare un invisibile preda. Quello che sembra un ornamento è in realtà una macchina di morte, sofisticata e letale. La serpentina è in realtà cava, alimentata da una forte pressione generata da un micro compressore installato nella coda e be oliata con un unguento alchemico. Caricata da uno scomparto invisibile a chi non sa dove cercarlo, l’arma può essere caricata con dei piccoli proiettili affusolati a forma di aculeo che niente hanno da invidiare a quelli di una normale mitraglietta. Il dispositivo è in grado di detonare 4 proiettili in rapida successione e di contenere, vista la loro piccola dimensione, 24 proiettili.
    Il suo nome, tuttavia, è riferito alla particolarità peculiare di alcuni proiettili appositamente costruiti da Zimmer: i denti di vipera. Questi dardi sono anch’essi cavi ed equipaggiati da una piccola pompa a dispersione. Se caricati con uno dei gas letali dell’Alchimista dei Pozzi. Questi proiettili scaricheranno il loro letale contenuto durante il tragitto, come dei veri e propri cavalli di troia.

    [Arma da fuoco, mitragliatrice. I proiettili possono essere usati come tramite per le tecniche alchemiche del Boggart: 3 punti]

    Portatore di Peste.
    [... e quando i Boggart cominciarono a usare l'Acreacciaio per difendersi dalle maledizioni dei Rargshak, vanificandone la potenza magica, i Ratti Mannari cominciarono a usare armi alternative. Il Clan dei Rodimidollo cominciò ad usare un arma che anche l'acreacciaio non riusciva a contenere, una arma che non era magica. I Sacerdoti della Peste scatenarono la morte fra i Cunicoli.]
    La nuova arma di casa Zimmer è in realtà una rielaborazione di un arma usata dal proprio antico nemico. Molti reperti furono ritrovati sui cadaveri dei Sacerdoti della Peste, eppure la maggior parte di questi sembrava inutilizzabile. Il Rossiccio di Merovish è riuscito a ricavarne un prototipo, dopo anni di sperimentazione e di insuccessi. Il risultato è una piccola piramide d'ottone, grande abbastanza da stare in una normalissima tasca. La base è adesiva, e al comando del molliccio le tre sezioni laterali si aprono, rivelando tre diffusori (uno per ogni lato) pronti a liberare il proprio mortale carico.
    L'intensità dei sintomi e l'area di diffusione è relativa alla concentrazione di batteri caricati nel diffusore, ma
    i sintomi sono tipicamente abbassamento di temperatura corporea, cefalea, vertigini, dolore inguinale e un forte malessere generale. I sintomi si accentuano tanto più a lungo il soggetto colpito resta nell'area d'azione del diffusore, che continua a rilasciare ondate di batteri di Yersinia pestis per ben due turni. Il batterio, modificato in laboratorio, agisce attraverso l'inalazione e la comparsa dei sintomi è immediata. Tuttavia, per avere questo effetto istantaneo, si è sacrificata molta della longevità del batterio, che sopravvive quel tanto che dura la carica di diffusione del dispositivo (due turni).
    Il diffusore può agire in due modi, per quanto simili, a seconda della situazione.
    Non essendo un gas, ma un batterio, l'azione sarebbe incolore, inodore e indistinguibile, salvo percezioni particolari, dalla normale aria. Questo favorisce, come molte delle armi chimiche di Zimmer, la furtività dell'azione, impedendo per quanto possibile all'avversario di accorgersi dell'attacco, fino all'insorgenza dei sintomi.
    Tuttavia, spesso e volentieri il panico è un arma molto più efficace della furtività. Assieme al batterio, il dispositivo può liberare una sostanza gassosa più pesante dell'aria, di un denso colore verde marcio e dall'odore sgradevole. Il gas ha la stessa area d'effetto della diffusione del batterio e non ha assolutamente nessun effetto negativo, se non portare il messaggio implicito del "se vieni qui ti fai un gran male".

    In oltre, se il serbatoio batterico è per forza di cose limitato al singolo utilizzo, quello gassoso è più capiente, permettendo l'attivazione più volte. Boggart: la truffa è sempre dietro l'angolo.


    Note:
    Bla. Poco sentimento. La banana l'ha voluta dru. :guru:









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    Narrativa - Tecnica - Trofei - Scheda

     
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    Non molte persone sono presenti nella sala ma, per quanto vasta possa essere, nessuna zona sembrava essere sufficientemente isolata o sicura da garantire che ciò che lo Scienziato aveva da comunicare non finisse nelle orecchie sbagliate. Forse fuori dalla sala avrebbe trovato la privatezza desiderata. Un attimo prima di uscire dalla suddetta, una inaspettata visione fa trasalire lo Scienziato: un uomo si frapponeva tra i due Eversori e il corridoio esterno, un uomo che indossava una maschera e per un attimo la paura che si trattasse di Aren lo paralizza, ma basta una rapida occhiata per capire di essersi sbagliato e tornare alla realtà. Si fa dunque da parte, facendo passare il nuovo arrivato ed uscendo a sua volta.

    "Roger" Le marionette entravano dunque in scena, inconsapevoli di chi tirasse i loro fili e perchè, ma comunque zelanti nell'eseguire l'ordine.
    Un complimento fuoriesce da 23, al quale lo scienziato risponde semplicemente accennando un sorriso per poi ritornare all'interno della sala. Un insolito vociare da il bentornato ai due Eversori che, a malincuore, scoprono che un loro compagno, Sahara, si trova legato a dei sovrannaturali tentacoli dorati che lo rendono incapace di muoversi o cambiare forma, a quanto pare.
    Cosa sia realmente successo non gli era chiaro, ma al momento non poteva fare altro che ignorare i fatti e dedicarsi al suo ruolo, Sahara avrebbe sicuramente trovate il modo di cavarsela da solo.
    Squilli di trombe preannunciano una svolta negli eventi ed una voce dagli altoparlanti dichiara l'inizio dei giochi, una voce che lo Scienziato è quasi certo di conoscere già...
     
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  11. Eren Satu
     
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    Il Nido degli Aspidi - V
    Arena Nera, Merovish


    Un'ottima filosofia... - Il Pasha Preek concorda con il mercante ma... - Un vero peccato.

    ...Il Pasha Tail non è della stessa idea. E il perché è abbagliante come il sole dello Yuzrab: assenti gli uomini, le donne presenti in tribuna sarebbero libere di essere avvicinate e importunate. Il comportamento del Pasha non è gradito al mercante, ma lo stesso sorvola sull'atteggiamento e si concentra sull'arena. Parlando onestamente, Eren inizia a non digerire l'atmosfera che regna tra i Pasha.

    Nel frattempo, ad aiutare i presenti interviene l'annunciatore con lo squillare delle trombe. E allo stesso un ospite indesiderato. Un'ombra compare all'altezza del baldacchino che ospita l'Alfiere e provoca una commozione tra le guardie in servizio, le quali non si fanno scrupoli e riducono in catene il pericolo incombente.

    Così finisce l'imprevisto sul programma e l'annunciatore va avanti con il suo intervento. Discorso che Eren non ascolta e cerca un pretesto per allontanarsi, seguendo più che altro un pregiudizio. Il buon senso però non gli suggerisce di lasciare la compagnia dei Pasha e al momento resta quieto al suo posto.

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    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Tranquillo.
    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    + Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}
    + Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - affabulazione di Shahrazàd › {Evocazione di png di supporto [Medio]}

    - Note › Blabla, avanti.


    « Chi ha ragioni da vendere le porti al mercato. »
    Eren Satu

     
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    “Parlare di meno.
    ...e prestare più ascolto a ciò che succede.”


    Helk aveva realizzato da tempo che la giovane guardia del corpo fosse una donna di poche parole e capì che difficilmente avrebbe rilasciato con leggerezza altre importanti informazioni.
    Però non poté che essere ancora una volta d'accordo con i suoi pragmatici consigli, per ottenere altre informazioni doveva semplicemente fare maggiore attenzione a quello che accadeva intorno. Forse quello era il modo in cui agiva una vera spia, e non solo una buona guardia del corpo.

    “Ti ringrazio Alarya per i tuoi preziosi consigli.
    Ti lascio al tuo lavoro...”


    Rispose con educazione e cortesia, preparandosi al congedo.

    Intanto l'arena si era riempita da squilli di tromba che –a detta della donna con i capelli neri- annunciavano l'inizio dello spettacolo.

    “... io vado a cercare una posizione migliore.
    Spero di rincontrarti presto amica mia.”


    Così con un inchino e un cenno del cappello a cilindro lasciò la ragazza ai suoi compiti per dedicarsi ai suoi. Continuare ad insistere sulla guardia del corpo per ottenere informazioni sul padrone forse non era stata una mossa vincente. O almeno lo sarebbe stata se Alarya non fosse così dedita al suo lavoro.

    Quello che poteva dedurre di quel tipo, Egon, erano poche ma importanti nozioni. Doveva essere un tipo importante e ben protetto e se tutti i suoi uomini erano dello stesso stampo di Alarya era circondato da sottoposti veramente fidati.

    Chissà quante altre personalità in quell'Arena potevano dire lo stesso.

    Forse solo l'Alfiere in persona poteva vantare un livello di sicurezza superiore.
    Tant'è che le sue guardie avevano catturato un suo compagno Eversore, che doveva essersi avvicinarsi troppo al nuovo Signore del Sud.

    Dopo aver assistito alla cattura decise in fretta cosa fare.
    Anche se non lo conosceva molto bene -all'adunata non aveva capito una parola di quello che aveva detto nel suo strano idioma- aveva deciso di non lasciare al suo destino il compagno mascherato.

    Da Capitano aveva imposto poche regole ai suoi sottoposti, ed una di queste imponeva di non abbandonare mai un proprio compagno.

    Così, senza dare troppo nell'occhio, si avviò dietro le guardie cercando magari il momento giusto per agire o quantomeno scoprire dove avevano intenzione di portarlo.


    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: attento
    Energia: 100%

    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:

    Abilità:

    Pensare
    Come già detto quella del pirata è una mente brillante e fuori dal comune. Certo non è detto che riesca sempre a trovare la cosa giusta da fare in ogni situazione, anch'egli è passibili di errori madornali e scelte sbagliate. Tuttavia come Capitano di una nave pirata ha imparato che il tempismo è tutto, pensare velocemente è d'obbligo in determinate. Così un po' per predisposizione naturale, un po' per necessità ha acquisito una velocità di pensiero disarmante. Il che si traduce in una prontezza di riflessi decisamente fuori dall'ordinario. (Passiva di bonus ai riflessi, 5 punti)

    Agire
    Se pensare velocemente è importante, lo è ancor di più saper agire in tempo. Spesso situazioni di pericolo richiedono che pensiero e azione riescano a muoversi di concerto e in sintonia. Così Helk si è allenato duramente per saper agire in maniera quasi istantanea dopo aver deciso cosa fare. Ora gli basta un'istante per riuscire ad attivare uno dei suoi dispositivi o per azioni di altro genere. (Il tutto si traduce in una Passiva di Istant Casting, 5 punti)

    Equip:

    Alabarda Spaziale #3, l'edulcorata
    Trattasi della terza versione di una sua arma ben collaudata, appunto l'alabarda spaziale. Un oggetto dalla lunghezza totale intorno ai 180 cm, dalla colorazione grigiastra arricchita da delle strisce più scure in prossimità della punta. Una delle estremità si ingrossa e termina dunque in una punta pericolosamente acuminata. Anche questo è un vero e proprio gioiello di tecnologia, l'alabarda è realizzata infatti con un mix unico di metamateriali nanostrutturati, da cui derivano le sue incredibili e versatili doti.
    Normalmente presenta una resistenza pari a quella dell'acciaio e un peso contenuto.

    Black Plate:
    La Black Plate è un gioiello di tecnologia, frutto di una vita di ricerca, e da un'esistenza attuale che ha del paradossale, in quanto inviata dal suo creatore a se stesso prima che sia stata inventata e realizzata. Di per se si presenta come una carta o tessera nera con un simbolo bianco sulla superficie liscia. Sembra sia composta da una specie di metallo leggermente flessibile, ma la sua composizione interna è ben più complessa e misteriosa. Ma di cosa si tratta esattamente? Facile. La Black Plate altro non è che un dispositivo di controllo. Uno strumento atto a controllare e manipolare materia ed energia (e non solo). Strabiliante! Un oggetto davvero fuori dal comune e dalle potenzialità infinite. La più grande difficoltà è il controllo del dispositivo stesso. Infatti codificare un comando da trasmettere alla carta è decisamente complicato, questo limita di molto l'utilizzo che Helk è in grado di farne attualmente.
     
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    وشهدت الصحراء
    è il solo commento che giunge come un sussurro dalla Maschera

    “Ti ringrazio Alarya per i tuoi preziosi consigli. Ti lascio al tuo lavoro...”
    si congeda dalla Vipera Helk, pensando di seguire il compagno prigioniero
    “... io vado a cercare una posizione migliore. Spero di rincontrarti presto amica mia.”

    « Manco per il cazzo... »
    nega di conoscerlo il Castigo, vincendo una scrollata di spalle dallo Speziale
    « ...uno dei nostri non si sarebbe mai gettato in braccio alla Legione.
    Dev’essere parte di una scorta.
    »

    "Strano tipo... mai visto prima."
    annuisce quasi distrattamente il Molliccio, preso da altri pensieri
    "Una serata piuttosto movimentata, io crede."
    prosegue, sfoggiando un sorriso tutto Boggart per cambiare argomento
    "Tu è pronto, Kalanjanus? Ora ... ci divertiamo."

    « Sì... potrebbe essere divertente, ma... »
    con le braccia incrociate sul petto,
    « ...ho proprio l'impressione che oggi non vincerà nessuno. »

    A braccia incrociate sul petto, il Moro mormora quel pronostico sovrappensiero, come se la sua mente fosse proiettata in chissà quali calcoli complessi... e forse è proprio così, visto il modo con cui lo sguardo dorato scruta gli atleti in campo: la sua faccia -che vi ha sempre mostrato infantile e sorridente- lo fa ora sembrare un'altra persona mentre, con occhio critico e attento, analizza e soppesa i gladiatori.

    Catturato Sahara, si potrebbe credere che l'agitazione sia placata e che or sia tutto finito, ma -in quei pochi istanti- le Guardie sembrano essere le uniche ad aver capito quello che davvero non va... perché, dopotutto, per loro la domanda sorge spontanea: se quella che hanno appena udito dagli altoparlanti è la voce del loro Capitano -che può provenire unicamente dalla cabina all'altro capo dell'Arena-... come fa lui a trovarsi lì con loro?

    Tra i Blokers serpeggia l'allarme, ma sono uomini addestrati e si preparano a reagire con solerzia e precisione: basterà che uno solo di loro lo raggiunga, e lo neutralizzeranno con facilità; questo pensano, mentre flettono i muscoli e si preparano a convergere sull'infiltrato... ma il nemico ha studiato con cura la scacchiera, e quando i pedoni si muovono, lui è già a poche mosse dallo Scacco.

    « Fermatelo! »
    lancia l'allarme uno di quelli di guardia alla porta
    « E' un impostore...! »

    In quel momento, un'esplosione proviene dagli Spalti sottostanti e fa vibrare un poco il pavimento della Sala, dando il 'la' ad una sinfonia di urla -di panico e d'agonia- che squarciano l'aria dello stadio; a molti viene istintivo gettare uno sguardo oltre alla balconata, dove la bomba deve essere appena detonata... ma quell'istinto -della durata di un battito di cuore- fa sì che si perdano l'esecuzione dei Legionari, trafitti da rostri di cristallo nero -ombre solidificate- senza che abbiano avuto neppure l'opportunità di entrare in corpo a corpo.

    La maschera e gli abiti dell'assassino trasfigurano sotto i vostri occhi fino a ricomporre in una manciata di secondi l'immagine di Aren, il Mimo del Labirinto... lo stesso che Isaac ha ingaggiato in battaglia per trattenerlo nell'Upperdark.

    I corpi dei primi caduti colpiscono con un tonfo i ricchi tappeti, e macchie di sangue scuro vi si allargano pigramente sopra mentre una nube di polvere si alza... troppo rapidamente, troppa polvere, che -come se non bastasse- si comporta in maniera piuttosto singolare: quanti dotati di vista mistica notano come quel pulviscolo stia divorando i residui di aura nell'aria, e sono i primi a capire quale problema deve costituire per l'aggressore quando quei corpuscoli iridescenti gli sciamano addosso, aderendogli agli abiti come se avesse volontà propria.

    Ma non è la polvere il problema, quanto colei che la manovra: Aren ne identifica l'origine nella Pasha Najaran -alzatasi dal suo seggio per fronteggiarlo-, ed è verso di lei che si proietta con uno dei suoi scatti, tanto rapido da risultare invisibile ad occhio nudo.

    « Come dice il Padrone "le donne su un campo di battaglia"... »
    esordisce con voce quasi cordiale, torreggiando su di lei
    « ..."dovrebbero solo pensare a morire con grazia." »

    Sotto lo sguardo attonito degli astanti -specie quelli di Eren, il più vicino- il Clown Bianco arretra la destra per caricare un affondo volto a trapassarle la gabbia toracica, ma... quando la mano scatta in avanti, attraversa null'altro che aria, graffiando appena la manica della tunica della Signora, al sicuro tra le braccia di Kalanjanus, che se l'è tirata contro il petto, in salvo. Ma prima non era accanto a Bid'daum?

    jpg
    « Che rude il tuo padrone... »
    commenta sorridente lo Speziale, con tono di rimprovero
    « Le ragazze non si toccano nemmeno con un fiore. »

    Il Mimo sbuffa con un certo disappunto, e mentre il Moro arretra con un balzello -senza lasciare la sua protetta- la Guerriera delle Sabbie Alhara si inserisce nell'azione, vibrando dall'alto un fendente a quel nemico che si è avvicinato anche troppo al Padron Egon; snervato da quei contrattempi, Aren è costretto a disimpegnarsi, arretrando con uno scatto indietro e stendendo un braccio davanti a sé, pronto a scaricare una devastante raffica di potere contro quel mucchio di scocciatori.

    Durata dell'azione? Una manciata di secondi, ma è ora che si apre per voi la finestra delle possibilità: quale momento migliore per organizzare una controffensiva se non mentre l'avversario è occupato?

    In a Trail of Fire

    Essendo gli eventi di questo round piuttosto intricati, ho deciso che -per "raccontarveli" pur lasciandovi opportunità di intervenire- dividerò il post in 2 parti, quindi per questa volta avremo una turnazione anomala: tre di voi posteranno subito (scegliete in bacheca chi), poi farò un altro post da QM (il "secondo tempo"), e chiuderanno il turno gli ultimi tre.
    In quest'ultima tornata colloco Flama, considerando il fatto che Sahara è imprigionato.

    L'attacco scagliato da Aren contro il gruppo dei Pasha è un Critico.

    Se ci sono domande, vi aspetto in bacheca;
    la prossima scadenza: 11 Febbraio. :kisu:

     
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    Helk seguiva le guardie che scortavano Sahara con discrezione, cercando di elaborare un piano per liberare il compagno il prima possibile. Sperava di non dare nell'occhio e pensava intanto a un modo per non insospettire i soldati di guardia alle porte dell'arena, ma non poteva sapere che qualcosa di grosso stava per succedere.

    Tutto accadde molto in fretta e gli eventi -per una volta- sembrarono convergere a suo vantaggio.

    Un'esplosione fece vibrare gli spalti e gli animi esagitati della folla.
    Il pirata riservò solo un'occhiata a quel putiferio che stava scoppiando dalle postazioni che si era lasciato alle spalle. Non aveva idea di cosa stesse accadendo, ma ora che l'attenzione non era più sul prigioniero appena catturato era il momento giusto di agire.

    In quel caos di urla e panico impugnò l'Alabarda spaziale e a grandi passi divorò la distanza che lo separava dal suo compagno mascherato e dai suoi sorveglianti.
    A pochi metri sollevò la punta dell'arma per scaricare sulle due guardie un potente flash luminoso.

    Con l'ausilio di questo diversivo si sarebbe spinto oltre.
    Avvicinandosi ancora avrebbe tentato di assestare un paio di colpi di Alabarda ai due soldati che aveva provato ad accecare.

    "Andiamo..."

    Sperava di indebolire la presa su Sahara e di filarsela via, senza magari dover ingaggiare uno scontro vero e proprio.


    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: attento
    Energia: 100%-5%=95%

    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:

    Flash!
    Tramite contatto con l'Alabarda il Pirata trasmette ai materiali che la compongono un comando ben preciso. Internamente si ridispongono per realizzare una sorta di generatore di sorgente sorgente luminosa e un complicato reticolo cristallino. La luce bianca viene convogliata nel reticolo cristallino situato nella punta dove si accumula e fuoriesce da questa sottoforma di potente flash monodirezionale. L'intensità del flash luminoso è molto elevata, estremamente fastidiosa e può causare attimi di cecità nei soggetti che si ritrovano a ricevere il flash. Il fascio è orientato in modo da non causare danni all'utilizzatore e scaricare la sua dannosa intensità luminosa esclusivamente nella direzione in cui è orientata la punta dell'arma. L'operazione non è autoalimentata e richiede un consumo energetico all'utilizzatore.
    Durata: istantanea Consumo: Basso

    Abilità:

    Pensare
    Come già detto quella del pirata è una mente brillante e fuori dal comune. Certo non è detto che riesca sempre a trovare la cosa giusta da fare in ogni situazione, anch'egli è passibili di errori madornali e scelte sbagliate. Tuttavia come Capitano di una nave pirata ha imparato che il tempismo è tutto, pensare velocemente è d'obbligo in determinate. Così un po' per predisposizione naturale, un po' per necessità ha acquisito una velocità di pensiero disarmante. Il che si traduce in una prontezza di riflessi decisamente fuori dall'ordinario. (Passiva di bonus ai riflessi, 5 punti)

    Agire
    Se pensare velocemente è importante, lo è ancor di più saper agire in tempo. Spesso situazioni di pericolo richiedono che pensiero e azione riescano a muoversi di concerto e in sintonia. Così Helk si è allenato duramente per saper agire in maniera quasi istantanea dopo aver deciso cosa fare. Ora gli basta un'istante per riuscire ad attivare uno dei suoi dispositivi o per azioni di altro genere. (Il tutto si traduce in una Passiva di Istant Casting, 5 punti)

    Equip:

    Alabarda Spaziale #3, l'edulcorata
    Trattasi della terza versione di una sua arma ben collaudata, appunto l'alabarda spaziale. Un oggetto dalla lunghezza totale intorno ai 180 cm, dalla colorazione grigiastra arricchita da delle strisce più scure in prossimità della punta. Una delle estremità si ingrossa e termina dunque in una punta pericolosamente acuminata. Anche questo è un vero e proprio gioiello di tecnologia, l'alabarda è realizzata infatti con un mix unico di metamateriali nanostrutturati, da cui derivano le sue incredibili e versatili doti.
    Normalmente presenta una resistenza pari a quella dell'acciaio e un peso contenuto.

    Black Plate:
    La Black Plate è un gioiello di tecnologia, frutto di una vita di ricerca, e da un'esistenza attuale che ha del paradossale, in quanto inviata dal suo creatore a se stesso prima che sia stata inventata e realizzata. Di per se si presenta come una carta o tessera nera con un simbolo bianco sulla superficie liscia. Sembra sia composta da una specie di metallo leggermente flessibile, ma la sua composizione interna è ben più complessa e misteriosa. Ma di cosa si tratta esattamente? Facile. La Black Plate altro non è che un dispositivo di controllo. Uno strumento atto a controllare e manipolare materia ed energia (e non solo). Strabiliante! Un oggetto davvero fuori dal comune e dalle potenzialità infinite. La più grande difficoltà è il controllo del dispositivo stesso. Infatti codificare un comando da trasmettere alla carta è decisamente complicato, questo limita di molto l'utilizzo che Helk è in grado di farne attualmente.
     
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    Il Nido degli Aspidi - VI
    Arena Nera, Merovish


    Un'esplosione sovrasta l'annunciatore e il clamore della folla. Quello che Eren riesce a percepire, nei brevi istanti successivi alla deflagrazione è qualcosa che mette a durissima prova la sua già scarsa capacità visiva.

    I fumi dell'esplosione si mescolano nell'aria con della polvere che compare come trasportata dal vento, polvere che limita al mercante il campo visivo e gli impedisce di mettere a fuoco ciò che succede. Riesce a focalizzare davanti a lui un sorriso famigliare, finto, poi è un turbinio di colori che fuggono in ogni dove. La sua visione periferica non l'aiuta nel decifrare gli eventi ma quella frontale lo rende edotto di quello che avviene. La Maschera del Labirinto torreggia difronte a loro e non sembra essere contento di quello che è avvenuto, cosa che sfugge a Eren.

    Quando il trambusto sembra essersi calmato, una raffica di potere gli viene scaraventata contro senza avere il tempo di comprendere qualcosa di quanto avvenuto. Azioni di pochi istanti, quelle che Eren esegue: la mano rapida ed esperta raccoglie due monete dalla scarsella e ne lancia una in aria. La moneta che fluttua in aria ricade verso il suolo e quando si trova davanti al suo possessore si trasforma in un piccolo omino dorato che frappone per quanto può alla bordata magica diretta verso di lui. La potenza dell'attacco supera il piccolo difensore e scivola sul mercante senza non molti danni, mentre lo stesso si concentra per prendere la mira e scagliare con precisione l'altra moneta verso la maschera.
    Nel frattempo, approfittando della confusione, Shahrazàd svanisce dalla scena in uno sbuffo di cuscini.

    png

    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Tranquillo.
    - Energia › 60% [0B+0M+2A+0C]

    + Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}
    + Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - Coin toss › {Tiro di precisione di una moneta con istantaneo potenziamento della vista [Alto]}
    - Money roh › {Evocazione di costrutti dalle monete [Alto: Tarì, difesa alta, un turno. Alto: Tallero, difesa media, due turni]}
    - affabulazione di Shahrazàd › {Evocazione di png di supporto [Medio]}

    - Note › Si è considerato il Critico di Aren come ad area, quindi un Alto per bersaglio, e si è agito di conseguenza. Se la valutazione è errata, il QM può agire come preferisce per la svista. Comunque, andiamo avanti.


    « Chi ha ragioni da vendere le porti al mercato. »
    Eren Satu

     
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