Il futuro è alle porte

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    Imponente, non c'è che dire. Una costruzione ammirevole e massiccia, perfetta per lo scopo che le hanno attribuito. Un pochino fredda, quello è sicuro, ma le note di colore che ne imperlano gli enormi battenti aiutano a rinvigorire un poco la sua immagine.
    L'unico difetto, però, è che funziona bene. Troppo bene. E' così efficiente nel tener fuori gli intrusi che ci vorranno ore prima si riesca ad entrare. Controlli accurati, ispezioni dei carichi, registrazione dei viandanti. Tutto ben organizzato, tutto perfettamente ideato. Ma l'attesa spazientirebbe chiunque e non tutti sono capaci di una tale sopportazione.
    La confusione ed il chiacchiericcio di chi attende, poi, non aiutano di certo: un senso di sconforto e la sensazione di aver sprecato il proprio tempo vibrano nelle parole e nei gesti di chi, in coda sin dal mattino, ancora attende di poter oltrepassare l'ingresso per Laputa. Prima o poi si entrerà, dicono. Ma quel traguardo sembra avvicinarsi troppo lentamente per poterne gioire. Tutti allineati come bravi soldatini, disposti ad interminabili esercizi di autocontrollo pur di visitare la celebre isola nel cielo.
    Dopotutto, giunti fin lì, perchè dovrebbero andarsene? Il più è stato fatto. Ora non resta che sperare in una rapida risoluzione così da abbandonarsi poi al frenetico abbraccio di una città piena di risorse.

    Sono stanca, inutile negarlo. Ed il viaggio non è stato semplice. Anzi, incredibilmente impegnativo: giorni di cammino per lasciarsi alle spalle il cuore del semipiano ed altrettanti per raggiungere i bordi della selva che radica all'Ovest. Settimane, a conti fatti. Settimane di marcia senza comodità di sorta, a cercare di scansare quegli abomini meccanici sempre all'erta. Le sentinelle di Klemvor sono tenaci quanto infide. Ma la guida ha svolto egregiamente il suo lavoro, tenendoci fuori dalla loro portata nonostante questo abbia dilungato la traversata ben oltre le soglie di quanto non sia mia abitudine.
    Tant'è: non è l'avvio che mi auguravo, certo, però si farà buon viso a cattivo gioco. Come sempre, del resto. Il riposo dovrà aspettare anche questa formalità burocratica. E chissà che non ne valga davvero la pena.
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Erano passate diverse stagioni da che skekDor aveva visitato il Presidio Errante. Allora, come rimembrò in quel mentre, era stato aiutato ad accedere da una figura importante di Laputa. Com'è che si chiamava? Nemmeno lo ricordava più. Peccato, in quel frangente gli sarebbe stato utile...

    Il mezzo-Mistico era arrivato in volo sulla città fluttuante alle prime luci del mattino, sfruttando il vento asservito ai suoi scopi. Quando atterrò, e lo fece in maniera piuttosto teatrale, subito s'attirò gli sguardi di un po' tutte le guardie presenti nei pressi della dogana. Il suo modo di fare, unito all'aspetto eccentrico e a tratti grottesco, non avevano fatto altro che complicargli il tutto sin dal principio.
    Subito circondato da uomini in armatura, skekDor dovette far ricordo alla sua (scarsa) pazienza onde evitare di incenerire all'istante gli stolti che erano lì a porgli domande su domande.
    L'interrogatorio durò davvero a lungo giacché, quando ormai fu mattinata inoltrata, la fila per entrare a Laputa era già piuttosto lungo. La gente in coda presto si sarebbe spazientita, ma alle guardie la faccenda non sembrava interessare.
    Fosse stato un essere comune, probabilmente i miliziani l'avrebbero condotto lontano da lì per interrogarlo. Ma skekDor aveva da subito messo le cose in chiaro: "Sono un dio, piccoli e stolti mortali! Non osate sfiorarmi neanche con un dito, se non intendete incorrere nella mia ira funesta!" Tuonò, tanto forte che un po' tutti l'avrebbero sentito.
    E dire che era venuto là per dare un'occhiata in giro, senza combinar guai. Beh, alle volte anche il destino ha il senso dell'umorismo.
    La discussione sarebbe proseguita ancora per un po' ma alla fine le guardie non avrebbero potuto impedire in alcun modo al mezzo-Mistico di procedere oltre. Questi aveva detto chiaramente di non essere lì per far danno alla città e alla gente che l'abitava, e d'altro canto era già stato loro ospite in passato. Anche se dire il nome del "benefattore" che l'ultima volta l'aveva fatto entrare avrebbe risolto la diatriba molto prima.

    Non appena lo Skeksis passò i controlli, la fila andò a scorrere assai rapidamente. skekDor si fermò poco oltre le mura esterne, beccandosi improperi a mezza bocca da un po' tutti quelli che gli sfilavano di fianco. Ma a lui non interessava. Stava sistemandosi la gonna, perché tutto quello smaniare attorno a lui gli aveva sgualcito la veste

    Salute: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    E i minuti si fanno ore, così che le ore divengano molte: l'attesa per poter finalmente penetrare nel presidio non accenna a diminuire e, poco alla volta, anche la gente lì riunita comincia ad accorgersi che qualcosa non va. La fila non si muove, gli astanti sono punti fissi. Non è una questione di tanta burocrazia, non è nemmeno una questione di troppi immigranti: se il lungo serpentone non lascia scie dietro sè è unicamente perchè qualcosa ne blocca la testa. E quel qualcosa dev'essere un pasto indigesto, un elemento che chiama al rigurgito ma, al contempo, non ne giustifica l'invocazione.
    Troppo lontani per carpire il nocciolo di questo segreto, così come troppo spaventanti dal perdere il proprio turno nell'ordine di attesa qualora si spingessero mossi dalla curiosità a farsi avanti, ecco allora che pubblico e platea si perderanno lo spettacolo di un bizzarro essere intento a spergiurare le proprie buone intenzioni, quali che esse siano, pur di superare i controlli nonostante le minaccie e l'atteggiarsi a divinità superiore. Non che sia la loro priorità, nè tanto meno la loro prima preoccupazione. Alla massa interessa un unico fatto: movimentare la condanna alla noia cui sono legati, possibilmente procedendo oltre in quell'interminabile coda sotto le mura più esterne.
    I più ci riescono, indubbiamente, tra il chiacchiericcio e le furberie di guadagnare posizioni a scapito della disattenzione altrui. Gli altri, principalmente tra chi si è fatto gabbare, sfruttano invece un trucco del tutto nuovo e per niente efficace: l'accusa, le mani, la rissa sono tutti ottimi motivi perchè le guardie intervengano e scortino i due (o più) litigiosi verso il principio del tanto odiato filare d'astanti, conducendoli poi, a seconda dei casi, alle carceri o alla sospensione e al conseguente divieto d'ingresso in terra di pace. Il tutto col benestare dei rimanenti pacifici ora sgravati di altri competitori, il tutto con compostezza e gaudio dei residui richiedenti asilo.
    Me compresa, ovviamente, che non vedo l'ora di abbandonare ogni futile tentativo di concentrazione e svolgere il mio lavoro in più consoni ambienti. Ogni tentativo di conversare si è rivelato vano, giacchè i vicini non sanno dedicarsi a questo triviale impegno ed anzi preferiscono scommettere su chi sarà il prossimo a perdere l'occasione di visitare Laputa. Ogn'altro tentativo di escludere il mondo e cercare di riposarmi, parimenti, si è scontrato con l'impossibilità di dare ristoro alle membra rimanendosene in piedi. La sorte è avversa, come suo solito, e non volendo affidarmi ancora al caso dovrò fare tesoro delle esperienze e raccogliere occasioni ed opportunità appena esse si palesano alla mia portata.
    Come quel varco un passo più oltre, l'imporsi sul titubante o, ancora, far leva su inesistenti debolezze che la mia condizione ancestrale d'anfibio potrebbe far supporre a chi non è colto a sufficienza. La pietà è un forte motore, tale da concedermi qualche avanzamento non indifferente e, finanche, per mio diletto raggiungere la soglia d'ingresso: posso addirittura vedere qual è l'intoppo che ci ha tutti costretti ad un'agonia di mezza giornata, posso scrutare nelle sue forme il motivo di tanta attesa. Sospetto è dir poco. Da trattarsi con la dovuta cautela è indubbio. Sottoposto ad approfondite indagini è quantomai veritiero.
    Ma tutto, come sempre, a tempo debito: prima di poterlo approcciare e chiedergli direttamente chi e cosa lui sia, prima di poter conversare della sua condizione e dei suoi interessi, prima di intavolare un qualsiasi dialogo tra esseri non umani... certo, c'è da sottostare a tutta la serie di interrogativi e di querule quisquilie che la sicurezza dell'isola richiede. Ci mancherebbe!
     
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    Sistemato a dovere il vestito, skekDor portò gli occhi verso l'alto e scrutò il cielo per capire più o meno quanto tempo avesse perso dietro agli stolti che l'avevano bloccato. In pratica, la mattinata era andata. Caput! Finita.
    Aggrottò il muso a una simile constatazione, borbottando tra sé e sé qualcosa d'incomprensibile.
    Pecore, pensò. Sapeva che eseguivano degli ordini, e tutto quel che gli pareva. Ma lui si era mostrato, aveva rivelato che cosa fosse. E dunque, perché indugiare? E se avesse avuto la luna storta? Sarebbe stata colpa loro, in tal caso, se Laputa sarebbe finita ridotta a un cumulo di macerie, no?
    Ma il mezzo-Mistico ci teneva particolarmente a trattenersi. Insomma, quello era un Presidio in più di Endlos da esplorare. Dopo, e solo dopo, magari ne avrebbe deciso il fato.

    A tal proposito, quando quei mortali avrebbero finito di tenergli lo sguardo puntato addosso? La cosa iniziava a farsi davvero seccante. Ok, avevano perso del tempo, ma certo non per colpa sua!
    Decise di spostare il becco verso di loro, e far raggelare con una mutria da manuale il primo su cui avesse posato gli occhi.
    Il candidato fu una specie d'essere anfibio, apparentemente. Beh, uno valeva l'altro.
    Lanciatogli un'occhiataccia, lo Skeksis fece lo stesso anche coi tizi che aveva intorno. Quindi, di seguito, schioccò la lingua sul palato secco e tornò a osservare il cielo.
    Dovevano solo provarci a dirgli qualcosa... Non avrebbe raso al suolo Laputa, ma magari c'era tempo per uno spuntino a base d'anima di bifolco

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Nome?

    Zegana.

    Cognome?

    Nessuno.

    Nessun cognome?

    No.

    Allora... nome completo?

    Zegana.

    Ah. D'accordo. Procediamo.
    Età?

    E' indifferente.

    Come scusi?

    E' indifferente.

    Non ha un'età? Quando è nata?

    Non ho mai computato il mio invecchiamento, nè posso assicurare questo calcolo sia paritario tra qui ed il mio mondo d'origine.

    Ah! Quindi lei non è nativa di Endlos?

    No.

    Può dirmi di più?

    Provengo da un piano dimensionale comunemente noto col nome di Ravnica. Sono nata e creciuta lì. Popolo Endlos da non più di una manciata di mesi.

    Ottimo! Registrato!
    Posso chiederle perchè richiede l'accesso a Laputa? Quali sono le sue aspettative e quali i contributi che può fornire a questo presidio?

    Voglio valutare se quest'isola è adatta al mio lavoro. Ad una prima analisi promette di essere l'enclave di cui necessito, ma dicerie e conoscenze indirette non mi sono sufficienti per esprimere un giudizio coscienzioso.

    E quindi?

    Quindi desidero esplorare personalmente le opportunità che questa terra ha da offrirmi.

    Capisco, ma non mi ha ancora detto di cosa si occupa.

    Biomanzia. Applicazioni magiche delle scienze biologiche. Sono la portavoce di un gruppo organizzato di colleghi miei pari, ciascuno versato in una differente disciplina afferente al comune interesse biomantico.

    Ah! E...

    La mia branca riguarda conservazione ed evoluzione degli organismi vegetali.

    Certo, certo, ma...

    Sono una botanica. Coltivo piante. Le studio. Unendo scienza e magia.

    Ah, ecco! Mi pareva!
    D'accordo signor...ina, possiamo concederle l'ingresso a Laputa. Rammenti che la vigilanza è alta e che le forze d'ordine del presidio sono in costante allerta. Non compia sciocchezze, non provochi danno. L'alfierato che regge l'isola non è prono al perdono contro chi istiga confusione e pericolo di propria volontà.

    E' chiaro.

    Per tutto il resto, sono certo troverà qualcuno di più competente chiedendo presso il Magisterium o gli uffici pubblici della Città Alta. Vi sarà sicuramente qualcuno che la capirà e saprà indirizzarla per il meglio.

    Capisco. Grazie.

    Buona giornata!

    A lei.


    Ostacolo numero uno: superato! Ora tocca all'ostacolo numero due. Che non è detto sia altrettanto semplice da gestire.

    Non ci voleva poi molto.

    Mi rivolgo all'indirizzo del curioso esemplare che per tutta la mattinata ha bloccato le sentinelle deputate ai controlli, quello stesso che ha osato squadrarmi con un'occhiataccia indispettita nonostante sia sua la colpa e la responsabilità di tanto astio tra la gente comune desiderosa di oltrepassare le mura.

    E non vedo perchè costringere tanti in attesa a prolungare la propria spiacevole condizione.

    Ed eccomi qui, finalmente una laputense, a rimarcare con tono asciutto e neutro il mio fastidio per tanto tempo perduto a causa di un singolo individuo. Forse non è l'atteggiamento corretto da tenere con un estraneo, forse dovrei ignorare il tutto e procedere oltre, seguendo i miei propri interessi.
    Ma non sono disposta a subire il disprezzo di chicchessia quando nulla ho compiuto per meritarmelo, non trovo sia utile lasciar correre l'affronto e permettere ad uno sconosciuto di sminuirmi prima ancora ch'io possa aver dato prova del mio valore; non per me, non per la mia persona, quanto per il presidio stesso: devo dimostrare di essere un elemento valido, una presenza indispensabile, un tesoro da non lasciarsi sfuggire. Il mio intento è di farmi desiderare e di guadagnarmi una posizione di rilievo perchè richiesta per le mie qualità e conoscenze. Devo essere il fulcro delle loro ambizioni, così che sia chi qui governa a chiedermi di condividere il mio sapere e non io, priva d'altro da offrire, ad utilizzarlo come unica moneta di scambio.
    Il tutto, ovviamente, comincia da qui: non si sa mai dove si nasconda l'occhio attento e vigile del proprio successo, perciò anche nei dettagli e negli incidenti di percorso è bene essere tutt'uno con le proprie personali convinzioni.

    Può giustificarmi il perchè mi abbia fatto scialacquare il cuore della mia giornata? Del perchè io abbia sprecato il mio tempo per i suoi capricci?

    Per contro, è questo stesso mio progetto ad essere estremamente grandioso e, parimenti, tanto delicato quanto temerario. Ma grandi cose germinano unicamente da grandi personalità, pertanto non mi è concesso margine d'errore: io so chi sono e so pure di cosa sono capace. E' al resto del mondo che lo devo mostrare, perchè è quanto intimamente già desiderano senza però che nessuno lo abbia ancora compreso.

    Sono curiosa di conoscere come non avrà motivazioni valide da offrirmi per convicermi.

    E nel farlo mi avvicino ancor più a quell'ammasso confuso di drappi e tratti anatomici d'avifauna, scrutandolo per quanto mi è possibile senza scostare le chincaglierie di cui s'ammanta: sia mai che io instauri un contatto fisico prima che quello si sia presentato! Le buone maniere le conosco anch'io e le so rispettare. Anche se, in questi casi, non mi piacciono affatto.
     
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    L'essere anfibio decise di rivolgere la parola allo Skeksis, che per contro le rispose schioccando la lingua sul palato ancora una volta.
    Di seguito, alla prima domanda di lei, argomentò: "Fantolina, vuoi prenderti gioco di me? Non hai visto che sono stato trattenuto a lungo contro la mia volontà? Anch'io sono abbastanza seccato. Non m'importa d'impegnare il mio tempo in qualcosa di utile, ma sprecarlo così... Tch!" Di nuovo uno schiocco. Secco, come di una canna che si spezza.

    La creatura gli si fece vicina, e skekDor iniziò a indispettirsi. Cercava rogne? Perché di sicuro quel giorno lo trovava con la luna storta.
    "Le piante non vanno da nessuna parte, piccola." Di nuovo un vezzeggiativo. Già, per lui esseri come quello non erano diversi da bambini. E come dargli torto? Aveva vissuto tanto a lungo che, se fossero stati dello stesso mondo, avrebbe potuto conoscere i primi esponenti del popolo di Zegana.
    "Perciò, vedila da questo lato: hai tutto il resto della giornata per raccogliere fiorellini e farne girlande." Cinguettò quasi, con voluto sarcasmo. Agitò anche le zampe, e mimò il gesto di mettersi una corona sulla testa.

    Ridacchiò sotto baffi, poi, concludendo: "Ma se proprio vuoi una motivazione che ti vada a genio... di averti fatto sprecare tempo m'importa meno che zero. Convinta? Ihihih!" Si mise educatamente una mano di fronte al becco mentre rideva

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    Aspetta. Aspetta ancora. Prima attendi ch'egli abbia finito di cianciare irrispettoso, poi replica. Le risposte sensate, cortesi e pregne non giungono da chi non sa prestare ascolto ma solamente da chi coglie quanto gli si dice. Il che, va da se, esclude quasi per definizione il tuo interlocutore.

    Non mi sto prendendo gioco di lei. Non saprei come, peraltro.
    Il mio intento era unicamente di rimarcarle come la sua scarsa efficienza abbia rovinato i progetti di ogn'altro. Vi è una vistosa differenza.

    Ecco, così, brava. Calma, serena, pacifica. Rispondi armandoti della verità e della semplicità, costringendo chi è in difetto e chi ha torto a giustificare le proprie azioni con parole che non possano ancorarsi all'inganno.

    Credo infatti che, considerata la discreta rapidità con cui io stessa ho superato i controlli, lei sia stato poco collaborativo nei confronti di chi è di sorveglianza all'ingresso; se avesse optato per un approccio più diplomatico e meno arrogante -in accordo con l'idea che lei è qui un ospite e non un padrone di casa- allora tutti ne avremmo ottenuto beneficio.

    E questa volta hai colpito nel segno, aggirando persino la scusa dell'altrui responsabilità ch'anzi costui ti ha appena rifilato. Bene. Brava. Uno a zero per te. Ora, come si conviene ad una personalità carismatica quanto civile, è il caso di tralasciare i dissidi e procedere verso qualche argomento più costruttivo. Dimostragli che l'insulto non è una via perseguibile e che la derisione, per quanto possa essere un'utile arma nelle giuste bocche e nelle altrettanto adatte occasioni, non è invece una scelta saggia quando ci si approccia per la prima volta con uno sconosciuto che chissà quante altre volte incrocierà la propria vita.

    Quanto dice è errato. Fondamentalmente errato: molte piante sono in grado di muoversi, di spargersi, di conquistare ogni spazio favorevole a loro disposizione.
    Sotto quest'ottica potremmo dire che le piante vanno là dove conviene loro. E, nel mio caso, dovrebbero migrare piuttosto rapidamente verso la Città Alta.

    Accademica nonchè asciutta. Informativa benchè pedante. Corretta, quantunque involontariamente spocchiosa. Zegana insomma. Nulla di nuovo.

    Allo stesso modo non è mio intento cogliere fiori: un fiore colto è un organo che si condanna alla morte, privandolo della pregiatissima funzione cui era destinato. Un delitto per chi, come me, ha tutto l'interesse nel preservare quest'opera d'indubbia ingegneria naturale.
    Il resto della giornata vorrei invece impegnarlo in mansioni assai più costruttive, semprechè gli uffici pubblici siano tuttora aperti per quando vi arriverò.

    Informazioni queste che probabilmente non gli interesseranno, tantopiù rammentando il suo tono evidentemente provocatorio; al tuo dirimpettaio sembra urgere più d'ogni altra cosa l'indispettirti, il tutto senza prevedere che non ci riuscirà in alcun modo.

    Perciò non comprendo come tutta questa sua sicurezza possa risultare coerente con la mole di false convinzioni che popolano le sue parole: so per certo che agli ignoranti il mondo pare del tutto storto, ciononostante la mia prima impressione su di lei era ben altra.

    Addirittura! Dell'ignorante e del bigotto! Del ciarliero e del credulone!
    Tral'altro senz'astio nè con la reale intenzione d'offendere, ma sempre ed unicamente con l'asettica consapevolezza di dire quanto credi e dirlo senza filtri.

    Desolata d'essermi sbagliata anch'io, ma non sempre si può essere perfetti. E, a malincuore, debbo ammettere che lei ne è una buona rappresentazione.

    Boh, speriamo bene. E' una mossa azzardata quella che hai appena fatto. Pericolosa a dir poco. Però dicono che l'onestà paga e che il lasciarsi intimorire sia il primo passo per rinnegare se stessi -cosa che, in qualità d'integerrima portavoce, non t'è affatto concessa.
     
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    Piccola...! Come si permetteva? Non sapeva con chi stava parlando? No, non poteva saperlo, ecco perché continuava a usare quel tono. Questo pensò, skekDor, che mentalmente tornò a domandarsi che gusto avrebbe avuto l'animo di una creatura del genere.

    Rimase ben zitto, anche se fece stridere la metà inferiore del becco contro la superiore muovendo le mascelle per tutto il tempo in cui Zegana lo rimbrottò. Certo, le piante... Se lui l'avesse voluto, avrebbe potuto far germinare una pianta grassa sulla vetta più alta del Presidio Nord, mandando a quel paese le teorie della femmina.
    "Brava. Hai studiato a lungo, vedo." Commentò, acido.
    Quindi, ridacchiò a becco spalancato quando l'altra gli diede dell'ignorante e del bigotto.
    "Kaaaw! Haaawrk! Haaawrk!" Pareva davvero il verso di un rapace.
    Poi, di punto in bianco, come un lunatico, si fece serio e le puntò un dito contro.
    Quindi, quasi bisbigliò a becco stretto: "E' logico che le mie conoscenze siano errate, creatura. E' da poco tempo che le mie zampe calcano le terre di Endlos. Non ho ancora ricostruito l'intero disegno divino che hanno usato i miei pari per generare l'ordine nel mondo che hanno creato."

    Strinse la mano del braccio teso verso Zegana a pugno, quindi lentamente la richiamò a sé e la nascose nella manica della veste. L'espressione si fece meno aspra, e i lati del muso si piegarono in un lieve sorriso: "Perciò... Soprassederò in via del tutto eccezionale alle ingiurie di cui la tua gargantuesca favella..." Come se lui non fosse un gran chiacchierone: "...mi ha coperto. Sta bene attenta, tuttavia. Questi ragionamenti funzionano coi mortali, da cui puoi temere al massimo le percosse. Ma, se arriverai a indispettirmi più del dovuto, ti manderò in una dimensione in cui tutto il tuo bagaglio culturale sarà prettamente inutile."
    Tirò il fiato, anche se non ne aveva bisogno, e chiuse gli occhi. Si stava... calmando? Il bello è che aveva fatto tutto da solo.
    "Va bene, proviamo a fare un passo indietro."
    Una zampa rachitica andò al petto, coi lucidi artigli che carezzavano la veste in seta. Era l'ora delle presentazioni: Io sono skekDor, divinità del Grande Cristallo del mondo di Thra."
    Quindi, spostando la mano col palmo aperto in direzione di Zegana, le fece intendere che... toccava a lei, ora

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Non appena lo Skeksis termina il proprio abbondante sproloquio di minacce e rassegnazione -non appena quello ammette la propria impotenza nei confronti di un mondo sul quale non può governare completamente- ecco che Zegana rimane profondamente interdetta dalle di lui parole, al punto che le ci vorrà qualche secondo d'impacciato silenzio prima di riuscire a profferire un inaspettato complimento:

    Sono lusingata nell'apprendere d'essere riuscita a farle mutare consiglio.

    Erompe infine, sinceramente stupita che le sue poche ma pungenti parole siano riuscite a convincere l'altro d'essere nel torto e nella boria più sfrenati.

    Ma ancor più m'ammutolisce scoprire che -pur se lei persegue i suoi scopi con discutibili approcci di fede e non di scienza- si possa affermare d'essere colleghi: la congrega cui appartengo s'interessa -tra le cose- di storia evolutiva e... per quanto ciò non risponda ad un ipotetico disegno divino, potrei azzardare che la meta da raggiungere sia la medesima.

    Forse sarebbe il caso di inorridire. O di attaccare la lunga filippica sull'inutilità della fede e degli dei. Ma... no, meglio di no. Il suo interlocutore si è già dimostrato poco avvezzo ai contrasti e al mettere in dubbio la sua ignota potestà, quindi per ora -ma soltanto per ora, onde evitare disordini, confusioni e nefaste inimicizie- sarà il caso di soprassedere.

    Per quanto, questo è indubbio, sia fermamente convinta essa sia da raggiungersi mediante studio ed analisi sistematiche.

    Giusto un appunto, ecco. Rapido, formale, necessario. Ma niente verità imposte.

    Per quanto concerne le rispettive presentazioni, invece... lieta di fare la sua conoscenza, divino.

    Il tono è asciutto, primo di qualsivoglia inflessione: a differenza delle sue insondabili ascendenze, infatti, Zegana ammette l'esistenza degli dei e, pertanto, non sobilla alcuna vena di sarcasmo nella suddetta affermazione.

    Ha innanzi a lei una non troppo umile tritone d'estera provenienza, tal Zegana di Zonot Uno. Portavoce dell'Alleanza Simic e capogilda della stessa, degna di rispetto ed ammirazione per aver ricostituito pacificamente un polo di potere sul piano di Ravnica.

    Eccola lì, una presenzatione senza falsa modestia di sorta. Perchè da una divinità ti aspetti come minimo meravigliosi artifici e prodigiose imprese, ma da un comune mortale... ogni traguardo raggiunto è testimone della grandiosità e della competenza di cui è capace. Qualcosa, insomma, che testimoni non essere un comune mortale qualunque.
     
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    Ah, com'erano indisponenti questi mortali!
    skekDor aveva trovato qualcuno col suo stesso carattere, dopotutto. Solo, lì dove lui credeva nella propria egemonia come in qualcosa di perfetto e assoluto, Zegana vedeva lo stesso nel potere della scienza.

    "Un tritone, dici? Mmmh..." Mugugnò, assottigliando lo sguardo. Squadrò la donna da capo a piedi, più e più volte per diversi secondi. Davvero inquietante!
    Poi, come se nulla fosse, le disse: "Sì, è vero. Hai l'anima di una creatura che vive a stretto contatto con l'acqua. Strano, il tuo odore non è così pungente." Detto da uno che a stento riusciva a coprire il proprio olezzo di cadavere con essenze profumate, aveva un che di ironico.
    Schioccò la lingua sul palato, come se non avesse altro da aggiungere sull'argomento e intendesse troncare il discorso. Portò poi lentamente le mani dietro la schiena, facendo qualche passo più in là.
    "Beh... Siamo ormai all'interno di Laputa, Zegana la tritone." Un altro passo, quindi continuò: "Mi pare inutile restare ancora qui a cincischiarci. Prendiamo una via, allora. La tua compagnia mi sarà gradita, finché non avrò trovato il luogo che cerco."
    In verità, considerando che non conosceva la città poi così bene, voleva Zegana vicino di modo da non perdersi da solo. Ma non l'avrebbe mai detto ad alta voce.
    "Frattanto... Dilettami pure coi tuoi buffi studi scientifici, se hai voglia. Sono curioso di sentire quanto un'anima semplice possa avvicinarsi al vero col solo uso dell'intelletto."

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    La conversazione con il dirimpettaio avimorfo stava decollando pian piano, risollevandosi dalle paludi del ristagno per levarsi anzi verso più alti propositi: sorvolata infatti la diatriba su chi fosse il migliore tra i due -ovviamente conclusasi con la prevedibilissima attestazione di ciascun per sè- il discorso verte per un solo istante sulla natura e sui natali della Portavoce, onde poi fissare come nuova meta una sfida tra competenze ed argomentazioni.

    Un tritone. La mia specie non è rozza come gli ignoranti potrebbero supporre: siamo perfettamente in grado di collocarci in un contesto sociale e rispettare l'etichetta e il buongusto richiesti dalla situazione, quale che essa sia.

    Ed in effetti, per quanto ad insaputa di entrambi, ella avrebbe potuto poi dimostrarglielo partecipando ad un certo Ballo in Maschera nell'ultima notte di Hadar. Sarebbe stata perfetta: pur calata tra tante altre personalità, pur evidentemente non umana, pur sotto l'influsso degli incanti del domani... Zegana non avrebbe punto sfigurato. E, sicuramente, sarebbe risultata quantomai meno fuori luogo di un cadaverico ambulante divino di sua recente conoscenza.
    Già, proprio così: l'astio è un'ottima motivazione per eccellere in una competizione. E di svettare sugli altri -con lealtà e con frutto della propria esperienza- la tritone ha ben più che tutta l'intenzione.

    Tanto più che quasi un lustro è trascorso dalla mia emersione definitiva perciò, anche se mi considerasse una troglodita incapace d'igiene, l'olezzo ristagnante di salsedine sarebbe di gran lunga scemato.

    Altro breve appunto. Forse deformazione professionale. Sicuramente stizza per la falsa credenza che un tritone puzzi di pesce. Ma quando mai? Suvvia...

    Ad ogni modo mi trova concorde. Sarà sterile sostare ancora a lungo in questo crocevia. Preferisce addentrarsi verso il nucleo amministrativo della città o ha altre mire?

    Così, solo per chiedere... si sa mai che un'informazione gratuita possa servire più in là, tanto quanto potenziale alleato quanto come possibile arma. Dopotutto, la conoscenza è potere. E lo Skeksis non sembra tardare a comprenderlo (o ad ammetterlo).

    Di mio ho solo la necessità di reperire un alloggio confacente al mio rango... e temo non sarà così immediato se non procediamo in direzione dei quartieri dedicati a ranghi sociali sopraelevati.

    E dunque, senza attendere risposta o decisione da parte dell'altro, il tridente che accompagna la dignitaria indica come fulcro del loro andare un certo palazzo in lontananza -visibilmente entro le cerchie più interne della città. Di lì alla meta saranno lunghi passi e quiete falcate, il tutto in compagnia di una divinità supponente e -incredibilmente vero- a suo dire interessata all'attività dell'Allenza (se non, probabilmente, per il mero diletto di svagarsi e schernire l'attività scientifica che quelli conducono con incessante sacrificio).

    Al vero? Esiste forse una singola verità?

    Già la prima domanda si fa ostica e fuorviante. Già alla prima risposta Zegana soppesa le parole e marca senza troppi fronzoli il nocciolo della questione.

    Quando mai mi ha udito supporre esista un fine od uno scopo ultimo cui tutte le cose di questo ed altri mondi debbano obbedire?

    Mai, mai dire ad un evoluzionista (come me lei) che l'esistenza tutta è polarizzata o racchiudibile in un unico concetto. Verità? Pfuì!
     
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    Lo Skeksis si passò un lucido artiglio sotto il mento alla domanda di Zegana. Già, dove andare? L'albino non gli aveva dato indicazioni precise. L'unica cosa che sapeva era che... beh, sicuramente non avrebbe trovato l'oggetto cercato ai mercatini del paese.
    "Penso sarebbe d'uopo raggiungere il centro amministrativo. Insomma, dove c'è la gentaglia che... Pff! ...conta." Trattenne un risolino nel dire questo. Alcuni mortali si sentivano migliori di altri, e questa era sacrosanta legge in ogni dimensione immaginabile. Ma per una divinità, ogni formica aveva lo stesso peso. Per lui, un re o un popolano meritavano la giusta attenzione: meno di zero.
    Anche la tritone parve dello stesso parere. skekDor la seguì, accelerando leggermente il passo per starle dietro. Le spalle ondeggiavano alla maniera dei pinguini, mentre la coda di rettile di tanto in tanto spuntava da sotto la gonna, tendendosi per mantenere l'equilibrio.
    "Mmmh..." Mugugnò stridulamente al successivo dire di Zegana.
    Roteò le palle degli occhi, e schioccò anche la lingua sul palato. Forse, dopotutto, aveva azzardato troppo facendole quella domanda.
    Seppur dotta, la tritone rimaneva un essere destinato alla morte.
    "Un dio ti cammina a fianco. Solamente questo dovrebbe far scemare i tuoi dubbi..." Asserì fermamente.
    Poi, indicandosi e socchiudendo gli occhi, continuò: "Se la vita fosse controllata dal caso, che bisogno ci sarebbe di quelli della mia risma?"

    Inspirò, pur non avendone bisogno, quindi riprese: "In un mondo privo di dei, il tuo ragionamento avrebbe perfettamente senso. Un evento, voluto o meno, avrebbe dato origine a tutto. E questo "tutto", poi, si sarebbe sviluppato per proprio conto, senza un motivo in particolare."
    Aggrottò lo sguardo: "Tuttavia, poiché sono state delle divinità a creare il mio così come questo piano, qui le tue idee cadono. Endlos è nata per volere di uno o più dei. Endlos continua a esistere perché loro ritengono sia giusto così. E non è escluso che, qualora quella che tu chiami "vita" dovesse prendere una via da loro non gradita, potrebbero intervenire per modificare a loro piacere le leggi di natura. Correggere il creato, cancellare l'errore. Una divinità può questo e altro."
    La lingua violacea uscì dal becco, lappando un lato del muso: "E certe cose possono succedere... anche per semplice noia."
    Era stato un po' indelicato, ma del resto questo era nella sua personalità. E, così come sapeva che Zegana non sarebbe stata in silenzio a sentire le proprie teorie smontate a quella maniera, nutriva la fulgida pretesa che lei, alla fine, avrebbe accettato il suo modo di pensare. Prima o poi, lui o qualche altra divinità avrebbero lasciato una tangibile cicatrice grottesca sul volto di Endlos... e allora, tutti i mortali avrebbero capito

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    E passo dopo passo il duo s'inerpica entro discorsi da vero e proprio ginepraio, sfiorando conoscenze di difficile comprensione e men che meno alla portata di tutti: la creazione del mondo, l'esistenza di dei, il loro ruolo nel grande disegno (?) e il destino di ciò che essi governano. Tutte ciance, ovviamente, giacchè entrambi affermano di non credere all'altro -tutto tempo perso, visto e considerato che nessuno riuscirà a convincere il suo vicino. Eppure... se non ci si diletta con questi confronti -se non ci si interroga su questi frivoli aspetti della vita- come altro si potrebbero tenere impegnate due menti cavalcanti loro pari? Una partita a risiko è qualcosa di troppo dozzinale e superfluo per personalità del loro calibro. Eh!

    Un dio autoproclamato mi cammina accanto. Questo genera dubbi.

    Replica infatti attenta il tritone, facendo sì di utilizzare le medesime parole dell'altro per ritorcergli contro la sua verità.

    E, come lei giustamente dice, in un mondo controllato dal caso nessun bisogno vi è da soddisfare perchè vengano dunque interpellate delle divinità.
    Anzi, le dirò di più: in un qualsiasi mondo, quale che sia il potere che lo governi, non vi è bisogno alcuno di divinità e loro pari.

    E, almeno su questo, i due sono concordi: in un mondo privo di dei, gli dei non servono -nè esistono, invero. Ciò che li fa divergere, ciò che tanto preme allo skeksis e che non è anzi tollerato dal tritone, è la supposizione vi sia un significato per l'esistenza di una tal entità definita superiore, onnipotente o quant'altro -per, a conti fatti, una classica visione di fede circa una divinità soprannaturale. Insostenibile, ovviamente, secondo il punto di vista di Zegana.

    Lei ne è sicuro? E' certo che delle divinità abbiano creato questo semipiano? Non posso affermare alcunchè sul suo piano di provenienza -non lo conosco e tanto basta- ma circa Endlos... mi permetto di contrapporle legittimi dubbi: la generazione di questo semipiano dimensionale non è tracciata storicamente ma -e qui mi segua molto attentamente- trova perfetto riscontro nel risultato di semplici quanto eleganti leggi di natura.
    Le quali, è giusto precisare, non dipendono da alcuna volontà superiore ma rispondono anzi ad un'autodeterminazione che non abbisogna di altre inferenze esterne.

    E questo è quanto, vostro onore! Qual è il vostro verdetto?

    Perciò mi ritengo sufficientemente sicura che ogni delirio d'onnipotenza di qualsivoglia individuo circa la propria divina appartenenza sia da ricondursi all'inspiegabilità -per suo conto- della propria unicità e del proprio potenziale. Così facendo, infatti, risulta ben più semplice ricondursi ad una genìa superiore ed ultraterrena che non ammettere di essere il mero frutto di un processo o di una discendenza con -questo è anzi indubbio- tutte le specifiche e le peculiarità (stupefacenti o meno) del caso.

    Sì, insomma: in altre parole saresti soltanto fortunato ad appartenere ad una stirpe dal mirabolante sviluppo e dall'alto della tua posizione (ma dal basso della tua povertà intellettiva) ti credi chissa chi rispetto a quelli che appartengono invece ad altre stirpi non meno magnifiche o importanti. Altro che divinità!

    Ne conviene? Sarebbe in grado di dimostrarmi il contrario?

    E qui, finalmente, a te la patata bollente parola!
     
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    Autoproclamato?! "Tch! Piccola bert- Devi sapere che nel mio mondo io e gli altri Skeksis siamo molto venerati. E temuti, anche. Su Endlos, purtroppo, nessuno conosce il mio culto. Ecco perché non hai ancora sentito parlare del sottoscritto. Ma correggerò questa dimenticanza, stanne certa!" Esclamò, e pareva convinto del suo dire.

    Le successive elucrubazioni di Zegana lo lasciarono interdetto. Sapeva che avrebbe potuto replicare solo portando prove tangibili. Poiché quella mortale voleva "mettere il dito nella piaga", come forse avrebbe potuto dire qualcuno. Ma skekDor aveva perso la sua onnipotenza con l'esilio. Gli rimanevano comunque grandi poteri, ma non la capacità di piegare Endlos a suo piacere. Non ancora, almeno.
    Grugnì alla tritone, quindi roteò le palle degli occhi. Odiava venire messo in scacco senza poter rispondere adeguatamente.
    "Potrei dimostrartelo solo portandoti davanti a uno degli dei che hanno creato ciò che vedi. Il che mi è impossibile, visto che ora come ora non so dove siano. Ma sono certo che in futuro avrò questa conoscenza."
    Le iridi impallidirono, e per qualche istante lo Skeksis parve venir meno. Poi, tornò lucido: "Anzi, intravedo già un nome nell'immediato futuro... Aeon, ecco uno dei nomi. Ma non ne saprò altro, almeno per un bel po'."
    Chissà, forse Zegana l'avrebbe preso per un prestigiatore. O avrebbe davvero accettato l'idea che, senza "se" e senza "ma", skekDor avesse semplicemente dato una sbirciata a ciò che ancora doveva avvenire?
    Grugnì di nuovo, quindi concluse: "Non ho frecce al mio arco, per controbattere. Dannata mortale!"
    Sospirò, continuando: "Tutto ciò che potrei fare sarebbe trasmigrarti in un altro corpo, oppure ucciderti, smembrare il tuo cadavere e poi riportarti alla vita sana e illesa. Ma niente di tutto ciò risponderebbe davvero al tuo quesito."

    Battuto da un mortale? Cosa gli toccava subire... Fosse questo lo scopo dell'esilio su Endlos? Fargli provare la miseria di dover camminare fra i mortali, senza potersi minimamente ergere al di sopra di loro?

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Preveggenza:
    Attingendo al potere della scheggia del Grande Cristallo, skekDor può dare una sbirciata al futuro per ottenere risposta a qualunque quesito intenda conoscere. Il rituale richiede pochi secondi, durante i quali lo Skeksis potrà scandagliare solamente eventi che lo riguarderanno in prima persona e la cui prematura conoscenza, in ogni caso, non generi eccessivi paradossi temporali (Tecnica da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti. Nelle Scene libere, la tecnica ha effetto solo se sono presenti in Cronologia role successive a quella di attivazione da cui è possibile attingere l'informazione ricercata) [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]


     
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    SIMIC_COMBINE
    Scacco matto!
    Onestamente Zegana non riteneva così semplice e così immediato far breccia nelle convinzioni dell'altro -la sua attività diplomatica l'aveva ben abituata a sfide di tutt'altra portata- ma stando così le cose... tanto meglio! Una difficoltà di meno, no?

    Non è il culto a generare una divinità. Non nella sostanza.

    Quanto, piuttosto, un culto genera l'aspettativa, la ritualità, le leggende e quant'altro vorticano attorno alla figura della divinità stessa -spesso incrementandone la risonanza e la magnificenza ma, sempre, senza alterarne l'effettiva consistenza.

    Ma sarò disposta a ricredermi se, come afferma, tal Aeon saprà supplire alle sue attuali mancanze.

    Già, ti ha appena dato del manchevole. Che probabilmente rappresenta un'offesa estrema e ingiuriosa ai danni di una divinità, nella fattispecie una che ha perduto l'onnipotenza e che -magari- vive questa sua condizione parziale come una sofferenza ed un affronto di per se stessa.
    Ma che ci vuoi fare... i tritoni non hanno -letteralmente- peli sulla lingua. E Zegana, per conto suo, di certo non li ha nemmeno per metafora.

    Non serve. Non dimostrerebbe altro che delle peculiari capacità. Invidiabili forse, ma non implicanti una derminazione divina netta e al di là di critiche legittime.
    Per quanto, lo ammetto, sia un'abilità interessante quella di controvertere la morte senza ricorrere a tranelli temporali: più di qualche collega di mia conoscenza sarebbe ben lieto di poter sfruttare questo potere per facilitare la propria attività scientifica.

    Nel mentre gli angoli delle vie danno corso a nuovi quartieri, le locande e gli alloggi si susseguono con nuovi stili di ostentata banalità, le attività commerciali di prima necessità poco alla volta cominciano ad esporre gradi di miseria via via calanti in parallelo con il procedere centripeto del duo di menti fine. Il secondo distretto, il cosiddetto latifondo, si avvicina con malcelata calma e già verdeggia per accoglierli al primo cambio d'anello -per far sì che, qualora vogliano proseguire, il tritone e lo skeksis s'immergano nel cuore agricolo e nel polmone vitale cui quest'isola raminga si aggrappa strenuamente onde permettere la propria sopravvivenza nei cieli endlosiani.

    Ma più che parlarle di me sarei curiosa -per ingannare questa attesa- di conoscere la biologia che sottende la sua caratteristica specie: si tratta di un ibrido? Si è generata per selezione o per artificio? A quali necessità risponde? Occupa nicchie specifiche, si tratta di una generalista o ha pattern di distribuzione atipici?

    Ahemm... forse non è una buona idea. Forse. Valle a spiegare che non si chiedono certi particolari intimi ad uno sconosciuto appena incrociato!

    Ah, indubbiamente gradirei conoscere nel dettaglio anche qualche specifica fisiologica.
     
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27 replies since 23/5/2016, 15:14   316 views
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