Il futuro è alle porte

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Dovette ricorrere a buona parte del suo -scarso- autocontrollo per non incenerire seduta stante la tritone per il suo dire. Aggrottò lo sguardo, quindi sbraitò: "Non bestemmiare! Sono solo fuori dalla mia giurisdizione, ecco tutto!" Già, facile metterla così.
    Come se non bastasse, Zegana liquidò anche le particolari capacità dello Skeksis, avendo persino l'ardire di suggerirne un uso diverso da quello solito.

    La strada lasciò spazio all'aperta campagna, se così si poteva chiamare. Un modo come un altro per respirare aria pulita e tirarsi su di morale. Ma le domande della tritone erano difficili da mandar giù. E quando poi lei buttò in mezzo la scienza...
    "NON INTENDO PROSEGUIRE OLTRE SU QUESTO ARGOMENTO!" Esclamò a gran voce, sputacchiando un po' in giro nell'atto.
    Additò Zegana, quindi proseguì: "Io esisto da prima dell'inizio dei tempi! Quando tu eri un granello disperso nel cosmo, IO già mi dilettavo a generare le prime rozze forme di vita! E quando tu hai emesso il tuo primo vagito, molto probabilmente IO godevo già delle preghiere e delle suppliche delle mie creature!"
    Pestò i piedi a terra, come farebbe un bimbo capriccioso: "Non ho bisogno del cibo di voi esseri inferiori! Il mio corpo non conosce miseria, le mie membra resistono al tempo!" Non era proprio così, ma la rabbia lo faceva straparlare. Per altro, così facendo, rispondeva in qualche modo ai quesiti che gli erano stati rivolti. Tuttavia, per il momento non parve rendersene conto.
    "E ora fammi la piacenza di tacere, prima che ti strappi l'anima dal corpo e la usi come esercizio per la mia mascella!"
    Parole dure. Certo, avrebbero avuto un altro peso se a pronunciarle fosse stato un omaccione alto due metri, tutto muscoli e luce divina.
    Al di là della sua precaria condizione, nell'aspetto skekDor non dava l'impressione di essere un qualcosa di minaccioso. E considerando la varietà di razze presenti su Endlos, presumibilmente le sue fattezze non erano neanche fra le più grottesche.

    Ansimò. pur non avendone bisogno. Quindi, sollevando le sopracciglia, si tastò le tasche della gonna. Ne estrasse quello che aveva tutta l'aria di essere un piccolo specchietto.
    Osservò la propria immagine riflessa, imprecando a mezza bocca: "Umpf! Pesciaccio di palude! Mi è scompigliato persino il ventaglio. Ah, dovrò rifarmi il trucco..."
    Ovviamente, il suo dare in escandescenze aveva costretto i due a una brusca sosta. E non era escluso che il suo vociare non avesse attirato l'attenzione di qualcuno dei contadini del posto

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Totale chiusura e repulsione: lo skeksis non ammetteva repliche sull'argomento... forse perchè Zegana aveva teso troppo una corda che non poteva reggere una tale tensione. O forse -ben più probabile- perchè personalità tanto autoritarie e self-confident non erano in grado di ammettere pubblicamente torto e sconfitta.
    Non che questo generi in lei delle reali preoccupazioni -al di là della reiterata minaccia di morte, per il tritone le parole dell'altro permangono comunque prive di fondamento. Ma l'intera faccenda, nel modo e nei termini in cui si è posta, ha sobillato alcuni specifici ricordi della Portavoce: tra le conversazioni sostenute con i suoi colleghi nel tentativo di unificare la visione scientifica che costituisce il paradigma fondamentale dell'Alleanza -tra le posizioni concilianti e le ideologie radicali che ella ha udito- le parole di Vorel risuonano in lei al punto che le basta fermarsi un istante, estrarre la Cluestone ed interpellarla segretamente per poter riaccedere a quella spiritualità di profondo contatto.
    Sarà dunque una voce femminea, per quanto a tratti cangiante, ad impartirgli la lezione che merita, il tutto -innegabilmente- in concomitanza con la sua sfuriata e con il suo brusco arrestarsi nel bel mezzo della campagna. Il tutto -per rispettare l'ultimatum appena postole- direttamente dal vorticare glauco che si agita entro la sfera d'acqua cristallina.


    Tu pensi che io sia una selvaggia
    Mentre tu hai girato il mondo e questo io lo so
    Ma dimmi allor perché, se selvaggia chiami me
    Ci sono tante cose che non sai, tu non sai

    You think I'm an ignorant savage
    And you've been so many places, I guess it must be so
    But still I cannot see, if the savage one is me
    How can there be so much that you don't know, you don't know


    Tu credi che ogni cosa ti appartenga
    La Terra e ogni paese dove vai
    Ma sappi invece che ogni cosa al mondo
    E' come te ha uno spirito e ha un perché

    You think you own whatever land you land on
    The earth is just a dead thing you can claim
    But I know every rock and tree and creature
    Has a life, has a spirit, has a name


    Tu credi che sia giusto in questo mondo
    Pensare e comportarsi come te
    Ma solo se difenderai la vita
    Scoprirai le tante cose che non sai

    You think the only people who are people
    Are the people who look and think like you
    But if you walk the footsteps of a stranger
    You'll learn things you never knew you never knew


    Hai sentito il lupo che ulula alla luna blu
    Che sai tu della lince che ne sai
    Sai cantare come cantan le montagne
    Pitturare con il vento i suoi color
    Riscoprendo un po' d'amore nel tuo cuor

    Have you ever heard the wolf cry to the blue corn moon
    Or asked the grinning bobcat why he grinned?
    Can you sing with all the voices of the mountain?
    Can you paint with all the colors of the wind?
    Can you paint with all the colors of the wind?


    Dai corri insieme a me nella foresta
    Fai entrare un po' di sole dentro te
    Vedrai che non c'è bene più prezioso
    E così la ricchezza scoprirai

    Come run the hidden pine trails of the forest
    Come taste the sun-sweet berries of the earth
    Come roll in all the riches all around you
    And for once, never wonder what they're worth


    Il fiume e i lampi sono miei fratelli
    E gli animali sono amici miei
    Insieme nel segreto della vita
    In un cerchio che per sempre esisterà

    The rainstorm and the river are my brothers
    The heron and the otter are my friends
    And we are all connected to each other,
    In a circle, in a hoop that never ends


    Chi sa la vita cos'è
    Se la fermerai neanche tu saprai

    How high does the sycamore grow?
    If you cut it down, then you'll never know


    E non sentirai quel lupo e il suo pregare mai
    Almeno fino a che non lo vorrai
    Non distinguere il colore della pelle
    E una vita in ogni cosa scoprirai
    E la Terra sembrerà
    Solo terra finchè tu
    Con il vento non dipingerai l'amor.

    And you'll never hear the wolf cry to the blue corn moon
    For whether we are white or copper-skinned
    We need to sing with all the voices of the mountain
    Need to paint with all the colors of the wind
    You can own the earth and still
    All you'll own is earth until
    You can paint with all the colors of the wind



    Edited by AnimeHunter - 22/1/2017, 18:06
     
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    Non poteva crederci di stare assistendo a una performance canora non richiesta. Intuì che la voce non fosse reale, quanto una specie di ricordo registrato nella sfera di cristallo che la giovane tritone aveva provato a celare a skekDor. Ciò nonostante, il mezzo-Mistico faticava a capire il senso di quell'azione. Che avrebbe dovuto fare? Adeguarsi alle parole della canzone e... credere di avere torto? Uno come lui non l'avrebbe mai fatto. Una divinità non si piega mai alla logica dei mortali.
    Schioccò la lingua sul palato, asserendo: "La melodia è orecchiabile, ma mi sfugge il senso di ciò. Cosa vuoi, Zegana la tritone? Che io accetti le tue idee riguardo a questo creato?"
    Fece un passo esagerato in avanti, a tal punto che gli si sollevò anche la gonna, e una zampa di rettile scivolò fuori da una delle pieghe: "O magari è un monito a guardare in maniera diversa Endlos? Sappi che già di mio mi sorprendo del caos che regna su questo piano. E' pieno di mortali insolenti, e assai di rado m'è capitato di vedere qualche accolito invocare gli dei che hanno creato tutto ciò, e render loro grazie."
    Aggrottò lo sguardo e sorrise. Un mix che stonava dannatamente: "In compenso, lasciati a voi stessi voi esseri inferiori siete capaci solo di distruggervi a vicenda. Io sono una divinità malevola, e traggo piacere dal constatare che, in un modo o nell'altro, da soli siete capaci solo di portare miseria e morte alle vostre esistenze... e di creare ben poco. Ma ti prego, dilettami con un'altra canzone. La melodia m'era lieta e, chissà... magari riuscirai a pescarne una che riassuma davvero com'è l'andazzo, da queste parti."

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    Lo ammetto, forse è stata una facezia anche quest'insolita trovata di Zegana -lei che di rado si ammorbidisce al punto da lasciar spazio a quanto non è per forma e struttura rigido o rigoroso. Forse sarebbe stato meglio far filtrare il messaggio con parole dirette e chiari significati -forse il suo gradito (?) ospite necessita di tutt'altro tipo di conversazioni, affinchè riesca a seguirla e non si areni sul lato vagamente comico (oltreché fuori luogo) della faccenda.
    Certo è, comunque, che pure quella dello skeksis è una boutade in piena regola -enorme, mastodontica, colossale. L'arroganza e la scioccaggine con cui quello la rilega all'altrui mondo -l'insostenibile vanagloria tramite cui il mezzo-uccello-mezzo-rettile la rifiuta inconsapevole di commettere egli stesso il medesimo errore- gli valgono sicuramente il premio di personaggio più tristemente buffo incontrato finora dal di lei arrivo sul semipiano. E questo, ovviamente, non può passare inosservato o non detto: sarà premura del tritone rinfacciarlo una volta di più. Sia mai che perda quest'occasione!

    Le mie idee? Ha forse udito la mia voce profferire quel canto? Ho forse sostenuto una linea di pensiero tanto fallace ed inconsistente o -ancora- l'ho difesa come se fosse mia?

    Prima fase: la domanda retorica. L'evidenza dell'errore, il superamento dell'accusa, la capacità di rivoltare gli argomenti.

    No, no e no. Perciò sarà per lei conveniente scegliere con maggior cura le parole da rivolgere ad un'autorità sua pari.

    Seconda fase: mettere le cose in chiaro. Degna risposta all'affondo, lei non sa chi sono io, velata minaccia.

    Le convinzioni dei miei sottoposti non costituiscono il mio pensiero. Nè, tantomeno, sono di sua amministrazione. Quello che non è riuscito a cogliere dell'intera rappresentazione, tuttavia, mi fa dedurre che non ci sarà molto altro margine di discussione tra noi: lei stesso reitera l'equivoco convinto di essere nel giusto.
    Così come, invero, commette una falla nel bearsi d'essere malevolo: un'entità realmente avversa avrebbe sostenuto atteggiamenti di differente caratura. Le sue parole e le sue azioni tradiscono invece il compiacimento proprio del sadismo, la stessa vanità che la porta ad ergersi al di sopra d'altri trascurando l'innocuo dettaglio per cui su Endlos uno vale uno ed una divinità -quantunque ella sia o meno quanto afferma di essere- subisce l'influenza del Destino nella stessa miserevole maniera dell'ultimo dei beoti.

    Terza fase: assalto. Dialettica aggressiva, sequela di argomentazioni, piena dimostrazione di ove cada il torto altrui.

    Cosa che -peraltro- non escludo lei possa essere, giacchè ancora si rifà alla denigrante concezione di sirene quali ingannatrici canterine.

    Ultima fase: stoccata finale -con tanto di personale risentimento.
     
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    Al primo dire di Zegana, skekDor la interruppe. Prima che lei potesse incalzare, la rimbeccò: "Non mi avresti fatto sentire qualcosa di simile, se non avessi voluto trarne giovamento per i tuoi ragionamenti. E se l'hai fatto con intento canzonatorio, sappi che allo stesso modo non è a me che hai arrecato danno." Le palpebre si abbassarono appena, e le sopracciglia si piegarono in un'espressione piuttosto sarcastica.

    Il resto del discorso non venne invece accolto da nessun rimbrotto, né tantomeno da esternazioni degne di nota. Solo, verso metà della filippica, lo Skeksis sbadigliò svogliatamente. Sempre la mano davanti al becco, che non si fosse detto che era un maleducato.
    Lappò il becco un paio di volte, e batté di nuovo le palpebre. Si vedeva che la predica non l'aveva minimamente scalfito.
    Il punto era che, in passato, gli erano state rivolte critiche ben peggiori di quelle. E lui era un essere abbastanza terra-terra quanto agli insulti. Fino a che non gli si nominava il vestito, o gli si faceva notare qualche difetto del suo "meraviglioso" corpo, difficilmente si sarebbe potuta scatenare la sua ira funesta.
    E, visto com'era naufragato il discorso, difficilmente Zegana si sarebbe trovata a parlar di moda con lui.
    "Finito? E' un vero peccato che ti scaldi a questo modo, tritone. E lo dico per te: incontri una divinità per -forse- la prima volta in vita tua, e tutto ciò che hai da rivolgerle sono discorsi prolissi?"
    Sollevò una mano e la chiuse a pugno, osservando gli artigli come fossero molto interessanti: "Quanto al resto... Sì, perseguo il male. Il MIO male. E, mi spiace tu la pensi a questa maniera, ma non vedo che ci sia di sbagliato nel predicare ciò che si semina. Gli dei che non rendono subito chiara la loro posizione non sono che zotici oltremodo superbi. io non ho motivo di nascondermi, né di apparire falsamente benevolo."
    Sorrise, quindi si fece un po' più vicino. La tritone non avrebbe potuto fare a meno di sentire ora il suo puzzo di morto, sebbene esageratamente coperto da oli ed essenze profumate.
    "Io inganno, io ferisco, io uccido. Ma difficilmente mento. E se lo faccio, ho premura prima o poi di svelare l'intrigo. Perché a me interessa il male fine a se stesso, e soprattutto apprezzo il senso di desolazione che compare in quelli della tua risma quando li pongo di fronte a delle scelte."
    Scosse il capo e, con un gesto eloquente della mano, sembrò allontanare l'aria da sé: "No, sobillare è nel mio stile... nascondere la mia natura non rientra fra le mie abitudini."

    Riportò le mani nelle ampie maniche della veste, quindi concluse: "E ora vedi di darti una calmata. La rabbia è un dolce nettare, da sorbire a piccole dosi. Vederti alterata per me è una gioia, ma non vorrei che passassi erroneamente il segno e mi trovassi costretto a ricordarti qual è il tuo posto nel mondo. Pari possiamo forse esserlo per quel che concerne le idee che abbiamo in comune. E nient'altro. Io sono un dio, tu sei una creatura che a fatica è strisciata fuori dalla sua palude. E non c'è conoscenza terrena che ti eleverà al mio rango."
    Tese la mano verso di lei e, se gliel'avesse permesso, avrebbe provato a porle un palmo sulla fronte: "Però potrei sovvertire tutto ciò. Non ti piacerebbe vivere in eterno? Avere l'eternità per accrescere il tuo sapere? Ciò non ti porterebbe a bussare ai cancelli del mondo ultraterreno, ma ti eleverebbe dalla tua condizione. Non più formica, ma ragno. Ti piacerebbe ricevere un simile dono, pagandolo il giusto prezzo?" Ecco, era tornato a fare il mercante. Un pessimo mercante, considerando il velenoso preambolo che aveva introdotto quella proposta

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    Sbigottita. Zegana è semplicemente sbigottita.
    Vedere tutte le sue argomentazioni cestinate come prive d'ascolto -percepire distintamente la chiusura dell'altro e l'inutilità di un dialogo- l'avrebbero mandata completamente fuori dai gangheri s'ella non fosse pienamente padrona di sè e capace di controllarsi oltre ogni umano limite. Non è un caso che Zegana sia particolarmente abile con le trattative e assai di rado capiti di non spuntarla sul suo interlocutore -oltre alla dialettica di cui si fregia, infatti, la tritone ha ben appreso come mascherare le proprie emozioni e rimanere impassibile in ogni evenienza.
    Ma questa volta... difficile, difficile a farsi! Lo skeksis dimostra infatti un'assenza di partecipazione senza precedenti -ignora le critiche e risponde con una sufficienza ed un'innocenza che portano la Portavoce a pensare non ci sia alcuna possibilità di comunione tra i due.

    Non avrà modo di saggiare la mia ira, se questo è il suo scopo.
    Per ora, infatti, non ha che il mio disgusto per tanta pochezza di spirito -oltrechè per l'assenza d'igiene.

    Perciò, per quanto richieda tutto il suo impegno e la sua buonagrazia, ella proverà comunque a contenere il fiotto di risposte acide che vorrebbe sgorgarle senza freni, opponendo anzi al suo miserevole compagno la semplice evidenza dei fatti.
    Certo, la strada per il Magisterium è ancora lunga ed il tragitto entro i terreni coltivati non migliora il di lei umore, però ad ogni passo teso accanto allo scorbutico dio della boria ella s'interroga se non sia meglio interrompere qui la disdicevole passeggiata e attendere il prossimo impavido eroe che l'accompagni là ove desidera -salvandola dunque dal pietoso incedere di un cadavere in gonnella.
    Quando poi -addirittura!- lo skeksis si sente in dovere di umiliarla e di prometterle una giusta punizione, ecco che la Portavoce si premura di rispondere senza timore che è meglio evitare guai per entrambi:

    E non si azzardi a minacciarmi: non è l'unico che sa rimettere al loro posto gli zotici con cui ha a che fare.

    Già, la criticità è dietro l'angolo -un eventuale conflitto sarebbe giusto questione di attimi, del più veloce a rendere inoffensivo il proprio avversario. E Zegana, in questo, può dirsi abbastanza preparata.

    Tenga le sue zampe in putrefazione ben lungi della mia persona: non ho interesse a decedere ora, con così tanti incarichi ancora da svolgere.

    Precisa poi, impedendo all'arto cadente di avvicinarlesi e respingendolo -sul lato ma senza violenza- grazie all'asta del suo tridente.

    E non sono nemmeno interessata ad un'eternità servile, o ad un surrogato d'immortalità come carogna: la mia specialità è la Vita e, per quanto concordo essa necessiti di un termine per acquisire reale valore, ambisco a rifuggerla il più naturalmente possibile.
    Essere tramutata a sua immagine e somiglianza sarebbe forse ben peggiore che un trapasso improvviso.

    Perchè chi abbraccia questo stile di vita e questa conoscenza ben comprende la propria caducità, senza disperarsi per la malattia o la morte, senza angosciarsi per la brevità della propria esistenza, senza piangere in eterno la scomparsa di amici e cari. Anzi: un'alternativa artificiale rappresenta un crimine oltremodo ingiurioso, uno snaturare delittuoso ed imperdonabile. Ma in questo, onde evitare nuovi interminabili litigi, Zegana ben si guarda dall'esporre il proprio punto di vista.


    Edited by AnimeHunter - 4/2/2017, 17:18
     
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    "Tch!" Schioccò la lingua sul palato quando la donna gli fece notare che puzzava. E come poteva essere altrimenti? Costretto a pulirsi da solo, non poteva certo raggiungere il dolce profumo che aveva quando gli accoliti s'occupavano della sua igiene. Il che, per il suo orgoglio, era una ferita ancora aperta.

    "Oh, ne sono certo. Ihihih! Ne sono certo." Fu la sua risposta al tentativo di Zegana di ammonirlo riguardo alle minacce. La sua reazione fu quella che ci si aspetterebbe da un adulto che gioca con un bimbo. skekDor, del resto, di tatto ne possedeva ben poco.

    Ad ogni modo, la tritone aveva rifiutato il dono del mezzo-Mistico. C'era da domandarsi che problemi avessero, gli endlossiani. Non era la prima volta che lo Skeksis mostrava il desiderio di fare di un mortale il suo accolito. Lungi dagli sfarzi del passato, così come dal destino che toccava ai servi degli dei di Endlos, skekDor richiedeva in cambio ben pochi servigi.
    Ma tutto era poco, comparato alla possibilità di vivere in eterno. Eppure, per qualche ragione, qualunque umano o creatura avesse incontrato lungo il suo cammino, rifiutava di elevarsi dalla sua miseria.
    Così veniva giudicato? Una condanna peggiore della morte? Guardato da un certo punto di vista, il paragone lo lusingò.

    Riportò la mano accanto a sé, e socchiuse le palpebre: "Così sia, femmina." Non c'era molto da aggiungere. Zegana aveva fatto la sua scelta, per quanto opinabile.
    A skekDor non rimaneva che riprendere a camminare. La via per il Magisterium sarebbe stata ancora lunga. C'era tempo per protrarre ancora un po' quella conversazione sempre più forzata e aliena.
    "Dunque, è così che i tuoi occhi mi percepiscono: un involucro putrido e avvizzito. Eppure, non è forse nel frutto marcescente che risiedono i semi più vitali? Ancora, appellandoti alla tua scienza, t'illudi di combattere con l'essenza delle cose, con la loro interiorità. Pur tuttavia, usi strumenti che ti conducono a seguire strade per cui hai già familiarità. Non sei dissimile dal viaggiatore accidioso, che preferisce sondare vie più rapide per tornare rapidamente a casa, piuttosto che sperimentare l'ebrezza di attraversare una selva di cui non conosce la fine."
    Spostò le iridi vermiglie su Zegana, e concluse: "La verità è che ti fermi alla superficie delle cose. Prima mi hai chiesto una dimostrazione numinosa. Qualcosa che ti provasse inconfutabilmente la veridicità delle mie parole. Se allora ti avessi privato del diritto a morire, senza preannunciare niente, difficilmente avresti mantenuto la calma. Lo dimostra il fatto che ora temi queste mani. Come se davvero avessi bisogno di toccare la tua pelle, per farti del male..."
    Aprì il becco per dire altro, ma poi tacque. Guardò altrove, come se non valesse la pena sprecare altro fiato.
    "Intuizione ingegnosa, metter su dei campi coltivati proprio in questa zona di Laputa..." Disse poi, cambiando argomento

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Come, scusi?

    Replica imperterrita e all'istante, opponendo una domanda retorica volta soltanto a focalizzare l'attenzione dell'altro -visibilmente concentrato sui paraggi verdeggianti e non, come sarebbe lecito supporre, sull'interlocutrice con cui sta intrattenendo un dibattito tutt'altro che proficuo.

    Ha forse l'intenzione di farsi beffe di me?

    Zegana. Ancora Zegana. Ho già detto che per vostra fortuna non ha crisi di panico o stati collerici incontrollati?

    Non ha il benchè minimo significato o senso quanto si spende a sostenere: lei parla come se fosse necessaria un'esperienza diretta per trarre qualche giovamento da una qualsivoglia situazione!
    Mi faccia dunque il piacere di smetterla e di operare ragionamenti quantomeno condivisibili: se fosse come lei dice allora dovrei umiliarmi nelle più becere attività, oppure mettere a rischio la mia salvaguardia solamente per dar credito ad un ciarlatano qualsiasi.

    Perchè ci sono cose di cui si fa volentieri a meno ed altre che -una volta saggiate con mano- non lasciano molta scelta o molte altre opportunità. Non credere dunque a chi s'immola al grido di FOR SCIENCE!: la scienza, quella vera, persegue vie e metodologie decisamente più civili...

    A cosa servirebbero le cavie, altrimenti?

    ...più o meno!

    Perciò stia zitto se non sa di costa sta parlando o dimostrerà soltanto di avere un'idea vaga e alquanto distorta della realtà che la circonda.
    Il che, presumo, non sia quanto ci si aspetta da una divinità onnipotente.

    Ed ella torna su questo aspetto fragile, forse desiderando urtare volontariamente il suo dirimpettaio con quella parola che purtroppo non lo rispecchia più: onnipotente. Avrebbe potuto rincarare la dose citando l'olezzo -perchè la tritone ben s'è accorta che pure questo difetto pesa e infastidisce lo skeksis- o vertendo anzi l'attenzione sullo sfarzo superfluo del suo vestire; e invece, senza essere alla ricerca di una crisi definitiva, la Portavoce si limita ad un appunto circa le potenzialità perdute e -similmente- impiega tutta se stessa per ignorare la provocazione che le viene offerta di rimando -quell'elogio ad un panorama deturpato e sfruttato, lo spendersi in apprezzamenti l'opera agricola che ha contaminato un intero girone dell'isola volante.
    No, sia chiaro: Zegana è fortemente contraria -per il ruolo che riveste e per gli interessi che la animano- a quello scempio mascherato da progresso. Ma di persone sufficientemente colte da comprendere quale sia il danno causato dal voler trarre quanto più frutto possibile dalla terra... ah, quante ne servirebbero! E invece no, mai: non ce ne sono!
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    Edited by AnimeHunter - 16/3/2017, 21:22
     
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    Lo Skeksis sorrise, e rispose subito: "E' il fulcro della tua scienza, donna. Mettere il dito nella piaga, non credere a niente senza trovarvi quantomeno un barlume di significato. Invece, io ti propongo l'approccio opposto. Credi a ciò che ti viene detto, se a farlo è qualcuno che ti è superiore."
    Si passò un lucido artiglio sotto il mento, e scrutò Zegana da capo a piedi: "Altri mortali hanno chinato la testa agli dei, anziché far loro la guerra. E, pur rimanendo nella loro triste condizione, hanno ricevuto in dono poteri e concessioni. Non fare domande, prega. Prega con tutta te stessa, fa pure delle offerte. E FORSE ti sarà dato. Altrimenti, inzacchera pure le mani nella mota, scava in essa alla ricerca della verità. Ma non aspettarti di uscirne linda e pulita."
    Socchiuse gli occhi e alzò appena la testa al cielo: "Ecco, questo è il sunto del discorsetto che t'ho fatto poco fa."

    Si trattiene poi dall'incenerirla sul posto quando nuovamente nomina la sua perduta onnipotenza. Lui in realtà non ha mai spiegato la faccenda nero su bianco... ma la tritone ha colto nel segno. E' vero, skekDor non è che l'ombra di un tempo che fu.
    Stringe le mani a pugno e digrigna i pochi denti marci che ha ancora in bocca, poi brontola: "Mi parli di cavie. A me sembrano solo sacrifici. Prendi la vita di esseri inferiori per il tuo tornaconto. Un tornaconto che puoi mascherare come "opera d'interesse per l'umanità", ma nella sua essenza non sei diversa da me. Privi qualcuno della vita senza consenso solo per accrescere i tuoi poteri."
    Fa qualche passo, e si avvicina. Sembra minaccioso, ma la reazione non è accompagnata da alcun gesto inconsulto. Solo, conclude: "La differenza è che io sono un dio. Uccidere te, un coniglio o un rhinox per me ha lo stesso peso. Non siete che fonti da cui attingere. E' un diritto che mi appartiene. Per te è diverso: te lo sei arrogata da sola, nella tua superbia. Il fine giustifica i mezzi, e sono d'accordo. Ma la pasta non cambia: io esistevo ancor prima della comparsa di vita su questo pianeta. E non avevo bisogno di niente. Ora le cose sono cambiate, ma sono comunque qualcosa di più di voi esseri di carne. Tu... tu sei nata fra i vermi. E per quanto superiore sia l'idea, o il "bene" che ti spinge a seguire i miei stessi modi di fare... rimarrai pur sempre un verme che si comporta come un dio. E mi rincresce che le divinità di Endlos permettano a quelli come te di andare avanti. Significa forse che hanno perso totalmente interesse per la loro creatura. E questo, forse, mi fa pensare di essere nel torto. Forse hai ragione tu, e non c'è nessuna divinità. Ma non nel senso che credi. Forse, semplicemente, voi mortali siete stati lasciati soli e senza guida. E se perirete o meno, beh... coloro che vi hanno generato continueranno comunque a esistere. E magari la prossima volta faranno meglio. O magari è proprio per far di meglio che hanno lasciato per sempre le redini di Endlos."
    Si allontana un po', ora. Detesta perdersi in discorsi di quel tipo con un essere che dovrebbe solo implorargli d'aver salva la vita. Il castino degli UrSkeks gli pesa come un macigno sulla schiena. E le sue ginocchia sono tanto fragili...

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    Non ci siamo.

    Non ci siamo di nuovo, oserei aggiungere.

    Comincio a credere che lei sia materialmente impossibilitato a comprendere le argomentazioni che le ho recentemente esposto.

    Nessuna offesa: semplice constatazione e pari vaglio di ogni ipotetica possibilità che -per sua troppa buona grazia- non aveva precedentemente considerato.

    Il che avrebbe perfetto significato considerata la sua estraneità a questo mondo.

    Poche parole per dire che, dopotutto, provenendo tu da un contesto totalmente differente e da un mondo altrettanto straniero -essendo tu nato come divinità, in un universo ove quelle effettivamente rivestono un ruolo impareggiabile... potresti esserti scontrato con un nuovo limite del quale eri ignaro, incapace dunque di riconoscere il mutato quadro nel quale sei ora forzatamente calato.

    Anche se, qui devo darle atto, qualcosa di sensato sembra turbinarle tra i molti pensieri inconsulti: come giustamente ha detto le cavie che utilizzo sono a tutti gli effetti dei sacrifici.

    Hai pienamente ragione: a livello scientifico si utilizza l'esatto concetto di sacrificio, niente di meno. Per renderti onesto tributo, dunque, Zegana accondiscende a riconoscere il tuo improvviso merito -ella sbatte rapida le palpebre, come a sancire e al contempo superare un istante in cui altri al di fuori di lei han dato prova di grandezza.

    Ciò che ignora è che il sacrificio di uno opera verso la salvezza degli altri, auspicabilmente guadagnando ad essi un cospicuo avanzamento nella conoscenza della loro biologia e della corretta conservazione da porre in atto per il loro equilibrato prosperare.

    Non c'è ritorno personale, non c'è potere o aspirazione faziosa, non c'è sicuramente interesse per l'umanità: quello è fuor d'ogni dubbio, giacchè Zegana è un tritone e semmai opererebbe a vantaggio della propria stirpe o specie, non per quella d'altri!

    La differenza che non riesce evidentemente a cogliere nulla ha a che fare con la sua presunta divina natura, quanto con l'arroganza e la superbia che lei mi incolpa ma anzi subisce più di ogni altro.

    Lo schema dialettico che Zegana attua -avrai notato, oramai- è sempre il medesimo: attento ascolto, analisi speculare e contrattacco sulle stesse note dolenti. Perchè non c'è miglior difesa del mostrare al proprio interlocutore quanto si sbaglia e quanto è cieco alle proprie parole da non notare nemmeno gli errori commessi ma per difesa subitamente imputati ad altri.

    Io sottosto a dei vincoli etici e professionali che mi costringono a render conto accuratamente delle scelte e delle azioni che intaprendo, mentre lei semplicemente agisce senza curarsi di altro: dove si colloca allora la manchevolezza e l'autoaffermazione priva di sostanza?

    L'occhiata penetrante che Zegana ti lancia, in attesa di un'impellente risposta, non lascia spazio a molte opzioni ed effettivamente ti allontani ormai stanco di tutta questa bagarre o forse deciso ad abbandonare la tua ospite in balia di se stessa e delle sue pungenti critiche. Cionostante -questo è da dire- ella non ti lascerà sfuggire così facilmente alla tua stessa trappola e -dèi o non dèi- ricucirà subito le distanze e ti apostroferà con un'ultima invettiva mirata.

    Sarò anche un verme ai suoi occhi, ma per certo un verme che farà più strada di una divinità in declino.
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    Parole, altre parole ancora. Quand'era iniziato? Da quando i mortali possedevano così tanta boria da opporsi ai ragionamenti di un dio? Da che aveva memoria, skekDor non ricordava fosse accaduto mezza volta, su Thra. Endlos. Ecco... L'inizio del suo esilio, l'incontro con quel demone...
    Quella fu la prima volta che un essere mortale si rivolse a lui mancandogli di rispetto. E per questo non venne punito. Si mise in mezzo il Mistico, impedendogli di castigarlo a dovere.

    Da lì, fu solo una via in discesa rovinosa. Sempre più esseri inferiori lo trattarono sgarbatamente, sempre più umani e umanoidi ostentarono una forza a loro detta superiore a quella posseduta da una divinità.
    skekDor ne aveva falciati a dozzine, alle volte solo a parole, di rado coi fatti. Sempre il Mistico: la metà buona che continuamente gli turbinava nella testa.
    Quando lo Skeksis decideva di scendere in campo, combatteva come minimo due volte: col suo avversario in carne ed ossa, e con la sua eterea nemesi di sempre.

    Zegana gli si fece vicina, e non accettò di prendere le distanze da lui. Gli vomitò addosso altre sentenze. Sentenze a cui lui non voleva -o, per meglio dire, "non poteva"- ribattere decentemente. E ancora una volta, si trovò sull'orlo dello strapiombo, a calcare la terra di sangue che si trovava oltre la linea immaginaria della sua calma.
    Uccidere la tritone per farla tacere sarebbe stato adatto e giusto. A scegliere chi avrebbe avuto ragione o torto sarebbero stati i suoi artigli e il suo becco lordi del sangue di quella mortale!
    Però, di nuovo, una voce gli echeggiò nella mente. Una voce priva di tono, un bisbiglio che non faceva rumore.
    L'entità sussurrò: "Ha ragione lei come hai ragione tu, e al contempo sbagliate entrambi. Basta parlarne."
    Ma skekDor non poteva accettare un simile compromesso.
    Strinse forte gli occhi, digrignò i denti che aveva e si oppose con tutto se stesso. Fuori, Zegana vomitava sentenze. Dentro, il Mistico lo convinceva a tenere una discussione alla pari. No, mai! MAI!

    Sicché, quando la tritone concluse il suo ragionamento chiamandolo "divinità in declino", lo Skeksis agì d'istinto.
    Sgranò gli occhi, e per i pochi istanti che la separavano da ciò che sarebbe successo di lì a poco, Zegana avrebbe potuto leggere nel suo sguardo un fato di morte. Difficile dire se questa per lei costituisse una vittoria -morale- o una cocente sconfitta -letterale-.
    Fatto sta che un palmo si levò verso di lei, e istantaneamente un forte vento l'avrebbe sbalzata indietro.
    Non era un qualcosa a cui avrebbe potuto opporsi con la sola forza di volontà. La brezza avrebbe spirato violenta e impetuosa, e la giovane -se non avesse opposto una difesa adatta- sarebbe volata indietro di una bella distanza.
    "Rrragh..." A seguito di quell'ostentazione di potere, skekDor si sarebbe stretto il cuore. La metà del Mistico non gli avrebbe strappato il dominio del corpo. Non quel giorno!
    Schiumante di rabbia e di bava, gli occhi fissi su Zegana, comunque fosse andato l'attacco le avrebbe ringhiato contro come una bestia in un angolo.
    "Rrrgh... Non permetterti mai più... Ugh... una simile confidenza, bestia d'acquitrino..." Disse a denti stretti. Era mezzo paralizzato. I muscoli tesi fino a spaccarsi, e da ogni respiro -che ora si sentiva in bisogno di trarre- veniva fuori un gemito dalla sua gola.
    Dolore? No, era diverso. Era in trance, in bilico. Come un sonnambulo

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    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
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    - Repulsione:
    skekDor richiama a sé il potere del vento, generando una violenta onda d'urto che sbalza l'avversario indietro di ben 7 metri rispetto al punto in cui si trovava prima, impedendogli in tal maniera per un intero turno di usare attacchi o tecniche che richiedano un contatto ravvicinato (Abilità Attiva - Supporto; Consumo: Medio


     
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    Sottile il confine da non superare
    labile la soglia che separa il bene dal male.
    La sanità traccia una linea ch'è difficile scorgere
    il potere alberga in coloro che sempre san scegliere.

    Così per lo skeksis, così per Zegana
    la disputa in breve si rende malsana:
    il primo ricorre allora al dominio del vento,
    la seconda -piccata- risponde altrettanto.

    Non c'è occasione in cui ella accetti un'offesa
    -pronta la Portavoce erge la propria difesa-
    spezzando l'incanto del dio avversario,
    umiliandolo tosto con un nuovo scenario.

    L'acqua e la selva le obbediscono liete
    scavando per entrambi una conca lieve,
    rimbeccando l'altro senza minima attesa
    ora che nell'acquitrinio procede la contesa.

    Son pari i due, immersi nella fanghiglia,
    due bestie lontane, di diversa famiglia
    eppure concordi nel modo e nell'aspetto
    -per la tritone già questo è un estremo diletto!

    Nessuno dei due migliore, nessuno più fiero,
    per quanto ciascuno segua il proprio pensiero.
    Entrambi in errore e per natura troppo orgogliosi:
    è questo l'ostacolo tra i due litigiosi.

    Non c'è risoluzione per loro, nessuna magia
    l'unica scelta saggia -purtroppo- è andarsene via
    e quindi non attende altro la Portavoce altera,
    senza saluto abbandona a testa alta quella bufera.

    Così si conclude un incontro segnato da mille e più insulti,
    così giungono a termine i molti diverbi irrisolti:
    per uno la via procede diritta a recuperar la propria onnipotenza,
    per l'altra la meta è infin la dogana, tornare al punto di partenza.
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    PUNCOVERED CLUES
    PVIGEAN INTUITION
    MDISPELDEIS
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    Quell'azione così folle e improvvisa parve dargli nuovo smalto. Di fronte a tanto male immotivato, la metà del Mistico sembrò rintanarsi nel suo guscio, sempre più all'interno del cuore di tenebra. Ad aiutare skekDor ci pensò inoltre Zegana stessa.
    La tritone non solo assorbì il vento ancor prima che questo potesse sbalzarla via, ma in una reazione pressappoco simile a quella dello Skeksis, sembrò agire sull'ambiente circostante, tramutando in breve tempo il sentiero su cui i due si trovavano e parte dei campi in un piccolo acquitrino paludoso.
    Ironico, giacché skekDor poco prima l'aveva insultata riferendosi proprio a un ambiente di quel tipo.

    Ad ogni modo, anche volendo, il mezzo-Mistico non riuscì a risponderle per le rime. Gli faceva ancora male il petto, se di dolore si poteva parlare. E, in ogni caso, qualunque altra parola non avrebbe portato che a un peggioramento di quella situazione. Se le avesse tirato un'altra staffilata, o peggio se fosse stata lei a farlo, di sicuro la terra si sarebbe lordata dei loro fluidi corporei.
    Comunque, la tritone presto lasciò il campo, tornandosene per la strada appena percorsa. Forse andava di nuovo alla dogana, chissà.
    skekDor, dalla sua, rimase fermo fino a che il Mistico non tornò a fare la nanna. La fanghiglia gli era arrivata ai calcagni, ma per fortuna pesava troppo poco per affondare seriamente in quello schifo.
    Senza contare che l'acqua scivolava sul suo corpo senza compenetrarlo, come invece avveniva per i comuni mortali. Perciò, tutto sommato, la cosa non lo disgustò più di tanto.

    Finalmente, riuscì di nuovo a muovere quell'involucro di carne a piacimento. Come prima cosa, chiamò ancora il vento a sé. Stavolta, sottoforma di un turbine che, lentamente, lo fece fluttuare sopra l'acquitrino. Gocce di fanghiglia e limo gli gocciolarono via dai piedi e dalle pieghe della gonna, mentre la brezza sotto di lui agitava l'acqua, creando una specie di piccolo vortice in essa.
    Si guardò attorno, scuotendo tristemente il capo. Poi, schioccando la lingua sul palato, ironizzò: "Questo non farà felici gli zotici, poco ma sicuro."
    E così, con l'intenzione di lasciare la zona prima che qualche contadinotto venisse a importunarlo per quella "ristrutturazione" dell'ambiente, skekDor mosse in direzione opposta rispetto a quella di Zegana.
    i Gironi più interni, il Mastio. Ce n'erano di zone da visitare!

    Salute: 100%
    Energia: 85%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10%]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Turbine:
    In caso di necessità, skekDor può evocare il potere del vento al fine di generare una minuta tromba d'aria in grado di sollevare lui (ed eventuali alleati) da terra, permettendogli ad esempio di superare crepacci, o raggiungere la sommità di ostacoli elevati, nonché di levitare a mezz'aria. La tecnica consente all'effettivo di volare, ma per sua impostazione è utile unicamente come "mezzo di trasporto", visto che non assicura spostamenti repentini o rapidi cambi di direzione. skekDor ed eventuali alleati saranno liberi di muoversi liberamente sull'"occhio" del turbine come se si trattasse d'una superficie solida con una circonferenza di 5 metri [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Medio; Durata: 2 turni]


     
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