Due braccia in più servono sempre

La Luce del Deserto

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    ”Non mi sembra una buona idea …”
    La lingua sottile, del goblin turchese, gli schioccò nella bocca producendo un rumore tetro dato che parte della bocca, così come il volto, era fatto di metallo.
    A sentire quel sinistro sibilo furono soltanto Cut e Karakuriki, gli unici esseri che avrebbe potuto definire compagni. Intorno a loro invece regnavano le tipiche urla del Bazar di Merovish a cui ormai si erano abituati.
    L’idea però a cui Scratch non dava molta fiducia era scaturita direttamente dalla mente del suo Re, il ragazzo umano che lo aveva comprato da un mercante di schiavi assieme all’altro goblin rosso. Mentre camminava provò a studiare la sua espressione in cerca di qualcosa che lo tradisse. Per sua sfortuna ottenne soltanto un’ulteriore conferma di quella folle idea di cui si era appropriato.

    ”Capisco bene il tuo disappunto, ma l’occasione che ci è arrivata alle orecchie è troppo ghiotta per non essere azzardati. Una città miraggio da trovare e una discussione con un Pasha come ricompensa. Dobbiamo per forza organizzarci al meglio”

    Rispose il ragazzo, che nel mentre aveva iniziato a guardare con interesse una delle tante locande.
    Era da molto che non mettevano qualcosa sotto i denti, tutti e tre, ed inoltre le persone più interessanti le aveva sempre trovare all’interno di una taverna.

    ”Zazza”

    Cut aveva già capito che quel giorno avrebbe messo sotto i denti qualcosa di succulento.
    L’umano sorrise ed entrò, con tanto di goblin a seguito.

    Il punto di ristoro era certamente come uno dei tanti a Merovish: rumoroso, pieno di sabbia e ricco di brutti ceffi.
    Quello che cercava.
    Senza troppi problemi prese uno dei tavoli liberi e aspettò che gli venisse consegnato un Menù, le sue furono solo vane speranze.

    ”E adesso, cari miei, aspettiamo”

    Quello che stava cercando Colui con tutti gli arti, non era altro che un collaboratore a cui proporre quell’avventura.
    Da solo avrebbe fatto ben poco e fra i suoi luoghi d’interesse vi erano anche le Cave del Sapere.
    Avrebbe colto quell’occasione e usato qualsiasi cosa a suo favore.

     
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    Dicono che Merovish sia una città infame. Per certo è crudele, sporca e violenta: queste sono tutte accuse vere -tutti aggettivi che irretiscono la sua goliardica autostima. Ma infame? Davvero? Merovish è decisamente una città onesta -a differenza di altre non nasconde il proprio marciume. Così onesta che l'infamia -invero- è non riconoscerle questo primato.

    Ehi, tu...

    Una città dove nulla è quel che sembra ma -per non sbagliare- t'insegna subito che la diffidenza è la massima delle virtù. Una città dove il denaro ha un valore irrisorio, in confronto ai segreti ed al sangue. Una città dove non c'è bisogno di cercare guai, perchè nei guai sei perennemente invischiato.
    Così, parimenti, una città dove non devi attendere molto per ricevere l'aiuto di cui hai bisogno -al giusto prezzo, sotto lo sguardo vigile di chi ti spia, avrai sempre ciò che ti manca. E così...

    Tu là in fondo, che sei appena entrato...

    Ad apostrofare Karakuriki è il barista. O meglio, quel coso che ne fa le veci: la tua sconfinata conoscenza di altri mondi (se ne possiedi almeno un livello basilare) ti permetterà di riconoscerlo come una sorta di mostro di Frankenstein -brutto, massiccio e rattoppato in più punti, l'ammasso grigio/verdognolo che ti sta puntando addosso degli occhietti immobili potrebbe benissimo essere un non-morto. Ma tu sai, ovviamente, che gli zombie non vanno troppo d'accordo con il caldo e l'arsura (per quanto non abbiano dei bisogni fisiologici stringenti, il puzzo e la nube di mosche che attrarrebbero han fatto sì che di cadaveri resuscitati si parlasse sempre in contesti più freddi, umidi e -possibilmente- bui).
    E allora? E allora niente. Magari non è quello che sembra. O magari lo è.
    Quale la prima regola di Merovish? Che nulla è ciò che sembra. Ed ora che lo sai...

    Pensi di ordinare qualcosa o hai scambiato questo posto per una sala d'aspetto?

    Io non lo contrarierei. Sai com'è: dicono che agli zombi piaccia mangiare cervelli. Specie se sono arrabbiati. Ma anche quando sono di buonumore. E tu non hai ancora capito se lui sia davvero un morto vivente o meno -figurarsi se puoi capire quale sia la sua attuale inclinazione!
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    Endlos non era così diverso da Theras. Nonostante tutto, però, forse non sarebbe riuscito molto presto a considere quel nuovo continente "casa".
    Aveva capito che molti erano diffidenti con chi era arrivato da poco attraversando il Maelstrom, per i Naufraghi non era così scontato vivere dignitosamente in ogni Presidio e i Nativi sembravano avere un fiuto particolare per identificare chi ritenevano diverso.
    Ma Azazel era uno straniero a prescindere, tra gli umani, quindi sapeva come cavarsela; magari ancora non benissimo, è vero, ma se la cavava.
    I Naufraghi erano spesso ricercati da chi aveva tanto oro da spendere ma poca voglia di sporcarsi le mani; così era finito a Merovish, la Tana come la chiamavano i Nativi, quel gargantuesco crocevia di razze, idiomi e criminalità che era la Capitale del Sud. Il lavoro che gli avevano assegnato era risultato anche piuttosto facile, nonostante era sicuro che non fosse così scontato uccidere un vampiro; bruciarlo, raccoglierne le ceneri e portarle ad un alchimista nel Distretto della Fame. Posto poco raccomandabile, da evitare totalmente se non si era pronti a lottare e uccidere per difendere la propria vita o i propri averi, e questo era uno dei postulati di Endlos, qualcosa su cui tutti erano concordi.

    Era arrivato in anticipo all'appuntamento, come amava fare per svariati motivi -la maggior parte dei quali riconducibili a qualche mania ossessivo compulsiva-, e aveva deciso che nelle poche ore libere che lo attendevano avrebbe testato l'alcol e la carne di una delle malfamate taverne che pullulavano nel Distretto.
    Si era ritrovato seduto davanti ad un gigantesco ammasso di pezzi di carne rattoppati non troppo bene che sembrava essere l'oste, una sorta di ogre non-morto, che però -per fortuna- non era accompagnato dalla puzza e dal nugolo di mosche tipici degli zombi che il Demone aveva incrociato sulla sua strada fino a quel momento.
    Azazel non era quel tipo di persona che fa troppe domande, o almeno evitava attentamente di farle uscire dalla sua testa, e attese paziente il suo maiale sorseggiando da un boccale in osso dell'idromele abbastanza decente.
    Era però quel tipo di persona che se non cerca guai... sono i guai a trovarlo. Un cliché che lo vedeva costretto fin troppo spesso a sguainare la sua katana, quando andava bene.
    Anche quel giorno non sarebbe andata diversamente, ma cercò di non infastidirsi troppo quando una mano gli si posò pesantemente e con malcelata provocazione sulla spalla.
    Amico, sei tu che hai qualcosa per me vero?!
    Sbuffò, si girò sullo sgabello e osservò dal basso verso l'alto l'uomo che gli aveva rivolto la parola: circa quarant'anni, i segni di numerose risse o di qualche battaglia campale che spuntavano sulla pelle lasciata scoperta dall'armatura improvvisata. Un mercenario quasi sicuramente, a giudicare dagli spallacci spaiati e dal singolo schiniero.
    Dubito possa avere qualcosa di tuo, e non sono tuo amico.
    Il soldato rise mostrando la dentatura imperfetta, poi avvicinò il viso sporco al Demone e la sua mano strinse sul trapezio.
    Non scherzare con me Naufrago.
    Sputò per terra.
    Un uccellino mi ha detto cos'hai in quella sacchetta. E ho un compratore che pagherebbe molto bene per le ceneri di un vampiro.
    Perchè? Perchè non poteva andare, per una volta, tutto liscio?! Avrebbe strappato la lingua a chiunque aveva messo quell'uomo sulle sue tracce.
    Forse dovresti smettere di bere, non è un buon segno il fatto che gli uccellini abbiano iniziato a parlarti.
    Estrasse un pugnale, lo portò sotto la gola di Azazel e gli si fece ancora più vicino.
    Non ti conviene fare lo stronzo ragazzino. Giuro che se dici un'altra parola prima di darmi quella polvere ti squarcio la gola.
    Respirò profondamente, poi si rivolse all'oste.
    Cercherò di non metterti a soqquadro il locale.

    Alzò la mano di scatto colpendo con un pugno il legamento del polso e il pugnale cadde a terra tintinnando tre volte. Prima che l'uomo potesse reagire alla sorpresa e al dolore Azazel lo afferrò per la placca centrale dell'armatura, fece leva sulla gamba destra e ruotando il corpo scaraventò l'uomo contro il muro lontano della taverna. Il cranio cozzò contro la parete di roccia con un suono secco e tutti i presenti si voltarono verso il malcapitato volato per almeno cinque metri. Il Demone bevve l'ultimo sorso di idromele sfoderando la katana, poi si avvicinò lentamente al mercenario; nessuno si era messo in mezzo, ma non era mai saggio portare una rissa avanti per troppo tempo quando tutti i presenti erano armati.
    Poggiò la punta della lama sotto la scapola destra dell'uomo che stava riprendendo i sensi, l'acciaio affilato incise la carne come fosse burro e lui gemette dal dolore.
    Ti consiglio di stare zitto e andartene sulle tue gambe.
    Mentre parlava affondava la spada nella carne e i gemiti si trasformarono in urla.
    E se verrai a cercarmi ti farò pentire di essere venuto al mondo.
    Estrasse la katana e la pulì dal sangue, poi la rinfoderò e alzando di peso il poveraccio lo trascinò fuori dalla porta, lasciandolo a terra nel fango e nel buio della Tana.
    Azazel si diresse nuovamente verso il bancone, nell'indifferenza generale nei confronti dell'ennesimo scontro -stranamente finito senza morti-, e si risedette al suo posto.
    Ti avevo promesso di non fare troppo casino... spero che quel maiale arrivi presto perchè sto veramente morendo di fame.



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    Armature:
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    Oggetti:
    //

    Abilità Usate:
    Intoccabile. Consumo Energetico: Variabile (Basso)
    [Il Demone sfrutta la sua abilità con la katana, la resistenza della sua pelle o qualsiasi elemento scenico per difendersi da qualsivoglia offensiva nemica. Potenza pari al consumo speso, difende da attacchi rivolti al Fisico di potenza pari o inferiore al consumo speso.]

    Travolgere
    Il Capitano ci ha tolto le spade, ha detto che non sempre possiamo contare sul nostro equipaggiamento: potrebbe spezzarsi la lama o peggio potremmo venir catturati. Abbiamo fatto lezioni di lotta; il Capitano sembra eccellere in ogni disciplina bellica. Dopo nove giorni di duri allenamenti posso -con un consumo Energetico Alto- scagliare lontano o respingere violentemente il mio nemico, sia travolgendolo che eseguendo una delle prese che ho imparato.

    Passive Usate:
    Immortalità. Passiva ∞
    [Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
    Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]

    Note: Con Blain avevamo pensato ad una violenta dimostrazione di forza che avrebbe convinto il suo PG ad "arruolare" Azazel per la ricerca di Kamar -o almeno per difendere i veri esploratori da possibili pericoli e/o insidie-.
    L'uso delle Tecniche credo sia chiaro ma: uso Intoccabile con consumo Basso per difendermi dalla minaccia ed eccezionalmente in questo caso l'abilità ha anche l'effetto di disarmare il mio avversario. Poi lo scaravento via con Travolgere e infine lo torturo un pochetto semplicemente infilandogli la spada nella spalla.

    Da qui, credo che possiamo accordarci in privato per qualsiasi proseguo. Mi scuso ancora per il ritardo accumulato.
     
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    Quando qualcuno riuscì ad attirare la sua attenzione, il volto gli si illuminò di gioia solo per andare a spegnersi come una stella al mattino.
    Ad averlo richiamato era soltanto l’oste, un grosso mostro dall’aria tutt’altro che amichevole.
    Karakuriki aveva letto di alcuni costrutti di carne in dei grossi tomi del suo mondo che avevano titoli dorati su copertine di pelle.

    ”Ma vede caro il mio oste, come posso ordinare se non conosco neppure cosa mi offre questa locanda?”

    Poco gli importava della sua stazza, se il suo lavoro non riusciva comunque a eseguirlo.
    Aveva già avuto a che fare con scocciatori che cercavano solo di provocarlo e che, in alcuni casi, c’erano anche riusciti. Per loro non era finita nei migliori dei modi però.
    Colui con tutti gli arti si ricordava ancora qualche ricetta per cucinare gli umani insegnatagli da sua madre adottiva.

    ”Suvvia capo non si metta a cercare rogne e pensiamo a quello per cui siamo venuti qui. Che oltretutto, cosa è che stiamo cercando?”

    ”Stiamo ...”

    Il ragazzo fece per tergiversare un momento, proprio quando qualcuno accanto a lui venne inchiodato al muro della locanda, anche se era il caso di dire che venne lanciato con forza brutale.
    L'improvvisato lanciatore sembrava essere un combattente dalla katana.

    ”... cercando qualcuno che si becchi le rogne al posto nostro.”

    Si alzò dal suo tavolo con uno scatto così rapido che uno dei suoi servitori, il rosso, cadde per la paura.
    Con delicatezza si avvicinò allo sconosciuto, attirando con un gesto della mano l’attenzione dell’oste.

    ”Anche io prendo un maiale.Ben cotto,grazie. ”

    Rivolgendosi infine al guerriero decise di adottare un tono pacato e caldo, anche se nel locale si stava letteralmente morendo dall’afa.
    Un vecchio difatti si accasciò privo di conoscenza, pochi tavoli più in la.

    ”Mi scusi, posso sedermi qui con lei?! Per il disturbo spero possa accettare il pranzo offerto dall’oro delle mie tasche ...”

    Da dopo la missione in miniera con quegli strani tipi, le tasche gli traboccavano di soldi e si stava finalmente togliendo tutti i piccoli vizi che aveva sempre avuto.

    ”... mi sembra un ottimo guerriero se lo faccia dire. Quel tizio immagino che non si meriti nemmeno un posto come tacca della sua cintura. Ma sbaglio o è nuovo da queste parti?”

     
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  5. Ramses_III
     
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    Anche io prendo un maiale. Ben cotto, grazie.

    Anche, significava che probabilmente il nuovo arrivato stava per attaccare bottone con il Demone.

    Mi scusi, posso sedermi qui con lei?! Per il disturbo spero possa accettare il pranzo offerto dall’oro delle mie tasche...

    Un'offerta che Azazel non avrebbe potuto rifiutare, così si voltò a guardare il suo generoso offerente e scoprì che era tutt'altro che un uomo in linea con gli altri frequentanti della taverna: era un ragazzo poco più che ventenne, alto forse quanto il Demone, con indosso un completo verdino consunto. Gli sorrise cordialmente facendogli cenno di sì con la testa e il giovane continuò:

    ...mi sembra un ottimo guerriero se lo faccia dire. Quel tizio immagino che non si meriti nemmeno un posto come tacca della sua cintura. Ma sbaglio o è nuovo da queste parti?

    Quel ragazzo sembrava un sempliciotto, uno solamente in cerca di chiacchiere, ma se c'era una cosa che Azazel aveva imparato era che se una pecora non viene sbranata passando in mezzo ad un branco di lupi... beh, quella pecora dev'essere più pericolosa di quanto sembri. Quel giovane che gli stava sorridendo in attesa di una risposta era proprio una pericolosissima pecora, o l'Eterno stava viaggiando troppo con la fantasia e le paranoie?

    Salve ragazzo, non mi sarei aspettato tanta gentilezza in un posto come questo.

    Gli fece cenno con la testa indicandogli lo sgabello accanto al suo.

    Siediti pure, e dammi del tu. Mi chiamo Azazel, e per rispondere alla tua domanda sì, sono nuovo da queste parti.

    Gli tese la mano restituendogli il sorriso.



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    Quanta boria, quanta acredine! Signori, suvvia... vi pare il modo? Le buone maniere esistono anche qui, in questo buco di mondo dimenticato da tutti fuorchè dai poco di buono: è risaputo che ogni peggior criminale ha qualcosa di sacro e, benchè spesso sia la famiglia, per chi se ne ritrova privo la massima aspirazione è l'ostentare una patina di decoro e di garbo tipici proprio di quei gentiluomini cui essi tanto lontano si pongono con le proprie famigerate attività. Insomma, come dire: a tutti piace fare il boss comprensivo -specie da quando Merovish si è data una regolata e i suoi nuovi, invisibili padroni non perdonano eccessi di grande portata...

    Due portate di maiale in salsa.

    Bofonchia nel mentre l'oste grigiastro, biascicando le metà di quella frase come se non controllasse appieno l'apertura mandibolare e -di conseguenza- la propria abilità in dizioni e pronuncia. Da come ripete le vostre ordinazioni sembra infatti che cerchi di ricordarsi quelle semplicissime comande nell'interminabile tratto di strada che lo separa dalle cucine -un bancone unto e grondante ogni cosa, lungo neppure mezzo metro e ancor meno lontano dall'anta logora e candente che finge di separare sala e fornelli.
    Egli fa giusto in tempo ad imboccare quella via -lasciandovi soli per nemmeno una frazione di secondo, così da non perdersi alcunchè del vostro dialogo- che ecco ritorna di qua con passo pesante ed espressione assai tarda, pronto a chiedervi l'ovvio e a disgustarvi se credavate una tal bettola potesse accomodare i vostri gusti raffinati o gourmet.

    Lo chef avverte che nella salsa mancano le spezie. L'ultima carovana è andata persa tra le sabbie e la prossima dovrà aspettare la luna nuova.

    Il che è quasi curioso, considerando che al cambio di mese non manca molto e che -a vostra insaputa- luna e desersto saranno elementi chiave della vostro futura indagine.
    A tal proposito, avete per caso buttato l'occhio su uno di quei volantini affissi lungo la città? Uno di quelli che parla di un sostanzioso buffet al termine di un ciclo di conferenze presso l'Accademia al Distretto delle Luci? Mangiare gratis è un'offerta che non si dovrebbe rifiutare mai... non trovate?

    Però dice di non preoccuparsi: l'ha resa piccante con un ingrediente segreto.

    A quest'ultima informazione potete infine udire un rigurgito dal fondo della sala, come di un tizio che si stesse soffocando col boccone e -onde salvarsi per tempo- lo ha immediatamente rigurgitato sul tavolo, addosso al suo vicino (che, giustamente, non ha gradito e s'ingegna sul come ottenere vendetta). Da un altro tavolo -questa volta alle vostre spalle- si levano invece commenti goliardici su quale possa essere quest'ingrediente segreto -se l'escremento secco di gnu, come la settimana scorsa, oppure un tocco di digitale in tempura, che già qualche volta ha lasciato conti in sospeso da parte di clienti letteralmente secchi per la bontà del piatto. Qualcuno azzarda addirittura si tratti del cerume del vivandiere, ormai intriso di pepe al punto da sostituire degnamente un burro aromatizzato; qualcun altro invece sobilla l'idea che il segreto sia soltanto una frottola e che, di suo, quella pietanza non sappia che di cartone fradicio e vagamente ammuffito, senza alcun sentore di pepato o piccante.

    Ecco qui, gli ordini dei signori.

    Blatera infine il finto zombi, porgendovi due ciotole traboccanti di una densa sbobba oliosa: sulla superficie color palude riuscite senza dubbio a riconoscere un pezzo di qualcosa -prelibatezza dei vicoli del Bazar- che galleggia poco convinto nel mezzo di un tubero (o ciò che più gli rassomiglia) ammuffito in punta.

    Vi conviene trangugiarlo finchè è bollente e parlare più tardi: se si fredda prende un saporaccio sgradevole... a meno che non vi piacca il sentore del sangue rappreso.

    Ed è un consiglio, questo, che fossi in voi rispetterei vivamente -quasi al pari di un dettame divino: come si fa, altrimenti, a cominciare un'avventura con i crampi al basso ventre?
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    Edited by AnimeHunter - 9/7/2017, 10:39
     
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    Senza farselo ripetere due volte, Karakuriki, si sedette.
    La sedia era molto scomoda per i suoi standard, ma strinse i denti e si mise in maniera composta cercando lo sguardo dell’uomo.
    Sorrise pensando a cosa dire.

    ”Piacere mio Azazel. Io sono Karakuriki invece, e non posso che concordare con te. La gentilezza qui è una rara virtù.”

    Si mosse ancora sulla sedia cercando una posizione più comoda, ma era come muoversi su un mantello di spine.

    ”Scusami se sono arrivato qui in maniera così precipitosa, ma non potevo non farti i complimenti per la prova di forza che hai appena mostrato. Come vedi sono un tipo piuttosto gracile … ”

    Spontaneamente gli ritornò alla mente quella volta che aveva decapito una donna incinta con una mannaia.

    ” … se non avessi i due goblin che mi ha lasciato mio padre in eredità dopo la sua dipartita, sarei già sotto terra a fargli compagnia.”

    Si portò una mano agli occhi come a nascondere ipotetiche lacrime, aveva invece spostato lo sguardo dal suo interlocutore dato che, essendo umano, gli provocava un certo disgusto e guardarlo troppo gli era terribilmente fastidioso.
    Intanto i goblin, chiamati in causa, si avvicinarono al tavolo.
    Rimanendo terribilmente silenziosi.

    ”Però me la cavo con altri interessi sai?!”

    Proprio in quel momento arrivò il famoso maiale, che di maiale aveva poco se non nulla.
    La brodaglia era terribilmente simile al prodotto finale di un disturbo digestivo di un Tuskgor, ma Karakuriki aveva mangiato letteralmente di peggio e come niente fosse ci si abbuffò.
    Quando ebbe finito tornò dal suo interlocutore.

    ”Dicevo … ah si, ecco! Ho altri interessi come la lettura. Adoro leggere e proprio per questo che ho visto un volantino appeso per le strade di Merovish. Stanno cercando qualcuno per una spedizione, sarà emozionante dicono. Però non mi fido molto ad andare da solo con i miei goblin, per questo volevo chiederti se riesci a venire con me. Sarà un lavoro veloce, dicono roba di qualche giorno e niente rotture. Però il deserto è imprevedibile.”

    Gli sembrò di aver fatto un ottimo discorso. Se Azazel avesse accettato, nonostante fosse un umano, il Re dei Goblin si sarebbe sentito notevolmente di più al sicuro.

    ”Ah già, che sbadato!”

    Fu proprio a quel punto che abbassò terribilmente la voce.

    ”Dicono che ci sarà tanto oro come ricompensa. A me non interessa e se vuoi, posso darti perfino la mia parte!”

     
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  8. Ramses_III
     
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    Karakuriki doveva aver ricevuto molto dal padre defunto se l'eredità comprendeva anche due goblin. Creature stupide, certo, ma che notoriamente odiavano gli umani. Non ne aveva visti molti in vita sua, ma abbastanza da temerne la velocità e la foga in combattimento. Di certo sarebbero stati più utili in gran numero, come sono soliti lottare i goblin, ma anche due potevano rivelarsi ottime guardie del corpo per un tipo come il loro padrone.
    Spostò gli occhi da Azazel asciugandosi gli occhi al ricordo del padre defunto.

    Però me la cavo con altri interessi sai?!

    In quel momento arrivò quello che sarebbe dovuto essere maiale, ma che in realtà era sbobba. Il Demone guardò disgustato Karakuriki ingozzarsi, chiedendosi nel frattempo quali potessero essere questi altri interessi. Allontanò la ciotola da sè spingendola verso l'oste con due dita; mangiava per piacere, non per bisogno, e quella volta ne avrebbe fatto volentieri a meno.

    ...Sarà un lavoro veloce, dicono roba di qualche giorno e niente rotture. Però il deserto è imprevedibile.

    Non aveva ben capito quale fosse il collegamento tra l'amare la lettura e una spedizione nel deserto, c'era ovviamente qualcosa che il ragazzo gli stava nascondendo.
    Ma anche in qual caso poco gli importava, non conosceva abbastanza Endlos da poter decidere se accettare o meno in base a qualche dettaglio in più sulla destinazione.
    Aveva deciso anche prima che Karakuriki abbassò la voce.

    Dicono che ci sarà tanto oro come ricompensa. A me non interessa e se vuoi, posso darti perfino la mia parte!

    Il deserto, oro, avventura. Non poteva chiedere di meglio al Bazar delle Talpe.

    Accetto.

    Gli tese ancora la mano, questa volta per suggellare un patto.

    Io sono pronto anche ora, hai qualche dettaglio in più?



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    Oro?

    Un secondo mugugno soffocato -quasi un rantolo (e qui forse c'è da preoccuparsi)- si fa strada oltre la gola dell'oste cadaverico per rimarcare con segreta astuzia il nocciolo dell'intera questione: oro. Oro in abbondanza. Così tanto oro che -ovviamente- i più saggi di Merovish già odorerebbero il puzzo rancido di trappola accompagnato dal sapore fetido di una morte tragica e brutale.

    Se non t'interessa l'oro dallo a me. Lo prendo ben volentieri.

    Ma voi -ovviamente- non siete tra i più saggi di Merovish (altrimenti perchè sareste lì, in quell'insulto di taverna, a disquisire come sorci del luccichio di un tesoro al di fuori della vostra portata?), non riuscite a distinguere il fetore della sventura da quello della zuppa (che, come promesso, raffreddandosi si trasforma in un grumo pestilenziale sempre più vomitevole) e soprattutto avete un impegno indissolubile di cui non siete nemmeno consapevoli (quella cosa insostanziale chiamata quarta parete, oltre la quale avete già garantito il vostro assenso per una quest definita sperimentale).

    Comunque il tuo amico ha ragione. Già altri commensali sussurravano di innominabili tesori sepolti tra i miraggi del deserto.
    Devono aver letto quei volantini e giù a fantasticare su indicibili ricchezze di cui già si credevano padroni.

    Potete notare un tono contrariato -se così si può dire- nelle parole dello zombi che vi ha servito e che, alquanto indiscreto, si sta facendo gli affari vostri. Ciò che vi piacerebbe sapere, forse, è che il suo crucciarsi non dipende dalla ciotola avanzata -intonsa, perfino!- che Azazel ha respinto al mittente quanto, piuttosto, dall'occhio lungo e dal sapere fino che si celano oltre le sembianze di un rozzo ogre in non-putrefazione.

    Ma come dico io, non si fanno i conti senza l'oste: pensano forse che scrigni traboccanti d'oro aspettino tra i granelli di sabbia il primo sprovveduto che li desidera? No -credete a me: se fosse così semplice ci sarei andato io stesso, invece che rimanere qui a servire spezzatino e a pulire scodelle.

    Pulire? Tu quello lo chiami pulire?
    Ok, capito -classica gag anni novanta. Le ciotole in cui vien servita la sbobba sono lercie, quasi non si distingue contenuto e recipiente. Ma tant'è... piccolo intermezzo comico (di dubbia qualità) per spezzare il dialogo. Roba superata. Superatissima.

    Vi conviene informarvi bene, prima d'intraprendere una spedizione ch'è un suicidio. Il deserto dello Yuzrab è crudele come non mai con chi vive di fantasie puerili e di vane speranze -tant'è che, dicono, le sue sabbie non sono altro che le ossa polverizzate dal vento e cotte dal sole di quell'interminabile fiumana di folli che vi si avventura senza un'adeguata preparazione!

    Una minaccia ch'è anche un consiglio, un'indicazione che si fa regia di buonsenso.
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    Accetto.

    Un sorriso si ingrandì sempre di più sulla faccia del ragazzo.
    La sua bugia aveva funzionato e nessuno si era reso conto delle sue vere intenzioni . Sapeva che la sua era stata una fortuna, dato che su Endlos vi erano esseri che riuscivano a distinguere le bugie come lui riusciva a distinguere il giorno dalla notte.

    ”Che lieta notizia! Adesso potrò stare più tranquillo e preoccuparmi meno dei pericoli.”

    Sospirò esattamente quando l’oste, dal terribile aspetto cadaverico, entrò nella discussione senza chiedere alcun permesso.

    Vi conviene informarvi bene, prima d'intraprendere una spedizione ch'è un suicidio. Il deserto dello Yuzrab è crudele come non mai con chi vive di fantasie puerili e di vane speranze -tant'è che, dicono, le sue sabbie non sono altro che le ossa polverizzate dal vento e cotte dal sole di quell'interminabile fiumana di folli che vi si avventura senza un'adeguata preparazione!

    Spostò lo sguardo verso di lui.
    Non gli piaceva chi origliava le conversazioni, specialmente le sue e quando non era lui a farlo.

    ”Maledetto troglodita! Proprio vero che Merovish ha orecchie ovunque. Questo come lo sistemo adesso?”

    Un pensiero che divenne di dominio pubblico fra lui e i suoi goblin, i quali si mossero di qualche passo in attesa di ordini che non arrivarono mai.

    ”Come avrà potuto origliare anche prima, io sono un grande lettore. Questo potrebbe sembrare un dettaglio superfluo, ma è proprio grazie alla lettura che ho scoperto di questa spedizione. Altra gente ha deciso che parteciperà e il punto di ritrovo è alle Cave del sapere …”

    Tornò a guardare Azazel.

    ”… una biblioteca nella roccia tanto per intenderci. Nessuno si aspetterebbe una biblioteca grande come quella in questo buco nella terra.”

    Deglutì pensando a cosa dire.

    ”Se è interessato anche lei all’oro, potrebbe venire con noi. Un signore come lei ha sicuramente tanta forza in quei bracci che si ritrova. Dico bene oste?”



    Karakuriki:

    Stato Fisico: Ottimo!

    Stato Mentale: Perfetto

    Mana: 100%


    Benedetto dal Maelstrom:

    -[Passiva di percezione del Maelstrom]


    Scratch:

    Stato Fisico: Ottimo

    Stato Mentale: Tranquillo

    Armi Bianche:

    Braccio destro Robotico (Rivestito completamente d’acciaio)

    Cut:

    Stato Fisico: Ottimo

    Stato Mentale: ZAZZA

    Armi Bianche:

    Iron’s Cut (Guantoni da combattimento)

    Il Chip (Globale):

    -(Pensieri e Vista Condivisa)



    Edited by Blain - 12/7/2017, 12:14
     
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  11. Ramses_III
     
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    Azazel ascoltò le parole dell'oste che, a quanto sembrava, aveva ben pensato di origliare la conversazione dei due; la parola "oro" faceva scattare più antenne di quante se ne potevano immaginare. Lo Yuzrab era quindi un deserto crudele? E quale non lo era?! La loro era una missione suicida? Ce n'erano forse di più divertenti?!
    Karakuriki, però, fu visibilmente infastidito dall'intervento di quello che sembrava un enorme non-morto. Evidentemente c'era qualcosa che non gli aveva detto. Ognuno aveva i suoi segreti, e il Demone era disposto a non farsi troppe domande, per ora, se ciò significava avere la possibilità di guadagnare un bel po' d'oro.

    …una biblioteca nella roccia tanto per intenderci. Nessuno si aspetterebbe una biblioteca grande come quella in questo buco nella terra.

    Endlos sembrava piena di sorprese, anche se non era certo una biblioteca nella roccia -dopo averne vista una scavata nel ghiaccio- a convincerlo a partire.
    Poi il ragazzo chiese anche all'oste di seguirli, ma Azazel sperò rifiutasse; non poteva di certo chiudere quel buco di locanda che serviva melma ripugnante per un tempo indeterminato, e poi quell'ammasso di carne non poteva far altro che rallentarli, senza contare che il caldo rischiava di farlo definitivamente decomporre.

    Oh, amico mio...

    Si rivolse proprio all'oste.

    ...non sono i pericoli del deserto a preoccuparmi.

    Alzò la mano destra poggiandola sul bancone, il palmo aperto verso l'alto.
    Una piccola sfera di fuoco si generò tra le sue dita, a circa tre centimetri dalla sua pelle, e iniziò a roteare velocemente su se stessa.

    Quanto il costo di una bella villa nel Presidio Est.

    Chiuse il pugno e la sfera implose nella sua mano.



    Energia: 75%
    Fisico: 100%
    Mente: 100%

    Equipaggiamento:
    Katana
    Coltelli da lancio (5)

    Armature:
    //

    Oggetti:
    //

    Abilità Usate:
    //

    Passive Usate:
    Immortalità. Passiva ∞
    [Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
    Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]

    Note: //
     
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    LAZAV
    LAZAV ¤ DIMIR MASTERMIND
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    No, aspetta: cos'è questa novità? Non vi piacciono i curiosi, gli impiccioni e chi origlia conversazioni in un'infima bettola del peggior vicolo di un quartiere degradato del Distretto della Fame (eravamo qui, vero? Passa sempre così tanto tempo dall'inizio delle scene e certi dettagli...) nella Tana capitale del Presidio della Violenza?
    Ouch! Qui qualcuno ha preso un abbaglio grosso quanto un semipiano -e di certo non sono io (piccolo indizio: nemmeno l'ogre)!

    Non si chiama origliare. Si dice ascoltare. Ed ogni taverniere degno di questo nome è un buon ascoltatore, a differenza dei clienti perlopiù cialtroni o lettori.

    Lazav si prende il disturbo di risponderti per le rime, volgendo a proprio diletto le tue medesime parole e -perchè no- sobillando l'idea che ascoltare un poco di più (invece che leggere soltanto) potrebbe farti di un gran bene...

    Tant'è che ti sfido a trovare quello che cerchi, giù alle Cave! La biblioteca è vasta -sconfinata- e più d'uno, in passato, ha speso inutilmente i propri giorni ad inseguire un tomo od una pergamena che mai s'è fatta viva al suo appello.

    E a questo punto nessuno ti toglie uno sbuffo da parte dell'oste, sbuffo che in realtà assomiglia più ad una risata soffocata (o, per essere onesti, ad una risata che la sua carcassa ha smorzato per qualche evidente problemino fisico).

    Certo non riuscirai a perderti se la tua meta è un gruppo di altri avventurieri come te ma... beh, fossi io al tuo posto, mi chiederei cos'è davvero quello che voglio...

    In concomitanza con queste parole l'oste non-morto si muove su se stesso, voltandosi per raggiungere lo scaffale alle sue spalle ed offrirvi un cicchetto a giuste scuse per la propria vergognosa intromissione. Nel farlo, tuttavia, egli urta la ciotola che il buon Azazel non ha nemmeno sfiorato -forse per caso, forse per un'orchestrata manovra d'apparente disattenzione, il pasto si versa dal vostro lato del banco, mancandovi incredibilmente (quanta fortuna!) e spargendosi anzi su buona parte del mobilio.

    Oh! Chiedo perdono, non era mia intenzione. Talvolta ho problemi a gestire la mia mole, in questi spazi angusti.

    Le scuse volano leste, lo straccio per ripulire ancor più: è sufficiente una sola passata (da parte di un cencio che l'acqua non ha visto mai) per far sì che la superficie d'appoggio torni lucida com'era prima, ben unta e appiccicosa come solo Merovish sa essere norma.

    Facciamo così: il pranzo ve lo offro io. Non sia mai che poi diciate in giro che qui si mangia male, si parla troppo o che il taverniere è goffo. Cattiva pubblicità non ne voglio... ma piuttosto, se mai troverete quel tesoro...

    Ed il discorso rimane in sospeso, così come il conto, per buonagrazia di chi voglia intendere. Nessun dubbio, invece, sulla sorte di quel grosso figuro con cui vi siete appena intrattenuti.

    Dopotutto per me la traversata del deserto è infattibile, quindi sono spiacente ma debbo reclinare l'invito. Chi manderà avanti questa deliziosa baracca in mia assenza?

    E così si può dire conclusa questa breve finestra d'amorevoli conversazioni al bar: tra chiacchiere animate, sussurri in disparte, scodelle vuote per diverse ragioni e un obiettivo ben chiaro tra le priorità odierne, infatti, il duo d'esploratori sa bene dove dirigersi (magari facendo... tesoro di quanto hanno appena ottenuto). Perchè -ehi!- avete buttato un occhio ai vostri piedi -esattamente là dove parte del maiale è caduto in terra a seguito del breve incidente di prima? Semisommerso dalla salsa rappresa emerge infatti uno sfavillìo metallico, una curva liscia (ammaccature permettendo) montata assieme ad un quadrante di vetro. Qualcosa mi dice che potrebbe trattarsi di una bussola con la quale orientarsi nell'avventura che vi aspetta ma... beh, sicuramente la caduta (quel rovinoso rovesciare la scodella e gettarsi poi oltre il bancone) l'avrà rotta...
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