Sand’s Council

[EM] All the World's Evil ▪ Audient Void

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    LAZAV
    LAZAV ¤ DIMIR MASTERMIND
    DIMIREVERSORI DI MEROVISH100%
    Una scala. Non c'è che una scala a dividerlo dal potere e dalla grandezza. Nulla più che una modesta serie di gradini da calcare conscio del ruolo -e del titolo- che lo aspetta una volta poggiato piede sul basamento.
    Perchè Lazav è appena stato eletto in qualità di Pasha del Kanti e pertanto rappresenta la massima autorità commerciale in quel distretto. Perchè quella nomina tanto ricercata e tanto attesa ha in sè il valore di predominio sull'intera città di Merovish: Lazav nasce infatti con lo scopo di fungere al pari di una pedina pur scaltra quanto influente, come una torre ben posizionata che -nelle mani del giusto scacchista- sappia controllare il campo senza sporcarsi poi troppo le mani. E così è, indubbiamente, giacchè Lazav è infatti il terzo Eversore a varcare quella soglia, il terzo voto comune su sette totali, assicurando perciò alla Gilda di sovversivi un notevole impatto nelle scelte e nella politica del presidio meridionale (laddove, forse, a breve potrà addirittura assicurare la maggioranza...).
    In pochi mesi egli è dunque sorto dal nulla, tessendo la sua rete d'intrighi, tramando con gli invisibili della Tana, accumulando volti ed identità capaci di fruttare una ricchezza dopo l'altra -un'attività dopo l'altra- offrendo così al Genio Dimir una solidissima base con cui scalare le vette del potere merovisho. Con una giusta dose di sparizioni e con altrettante acquisizioni al limite del sospetto (per non dimenticare tutta la serie di pubbliche accuse e di parimenti evidenti esecuzioni sommarie) Lazav è riuscito in breve ad inimicare tra loro i precedenti sovrani di quel caos minerario che di qui a breve si ritroverà ad amministrare: ogni possibile concorrente ha infatti provveduto da sè ad eliminarsi, chi schierandosi contro un differente avversario di Lazav, chi ritenendo saggio sparire prima dell'irreparabile, chi ancora rivolgendosi ai mercenari sbagliati.
    Il solo Pasha Preek -o, per meglio dire, la sua sola morte- non è responsabilità nè capolavoro da attribuirsi al Genio stesso: per quanto sia ovvio ed indubbio che l'assenza improvvisa di chi governava il medesimo distretto prima di lui faccia estremamente comodo -per così dire, sia quasi necessaria- la sua precipua realizzazione non è da imputarsi a Lazav o alle sue macchinazioni, nè dirette nè indirette. Certo, di qui a dire che egli non centri assolutamente nulla ce n'è di strada! Bisognerebbe prima affrontare una precisazione non indifferente -qualcosa come il fatto che altri potrebbero averlo fatto per lui, addirittura a sua insaputa- ma l'appartenenza del nuovo Pasha alla cerchia degli Eversori non è notizia di pubblico dominio, nè tantomeno essa potrebbe mai raggiungere orecchio d'altri senza che il Marchio del Vuoto si attivi di fatto invalidando l'enorme mole di lavoro compiuta per giungere a questo preciso istante. Perciò...
    Ecco, questo è quanto -dell'antefatto conoscete ora i sommi capi. Dell'atto principale, invece... beh, è o non è tempo d'andare in scena?

    Una scala, s'era detto.
    Una scalinata da scendere.
    Una serie di gradini da conquistare.
    Superate le guardie al piano superiore (non senza qualche difficoltà, considerata l'immediatezza della sua comparsa in sede e la concomitante ufficializzazione della carica al solo Concilio, ma non ancora avvenuta presso il popolo) a Lazav non resta che colmare quella breve distanza e dar sfoggio di sè presso i nuovi colleghi, cercando sin da subito d'imporsi per ciò che è davvero: un veleno pericoloso, subdolo ed imprevedibile, al quale prestare molta -troppa- attenzione.
    Dopotutto egli ha già avuto modo di conoscere la sala che gli si dipana innanzi, saggiando dai racconti dei compagni Eversori la natura e la portata delle misure di sicurezza; così, impossibilitato nel più raffinato dei giochi, il Genio ha già messo da parte l'intento di affidarsi ad inganni e malie -ha smesso ogni proposito di manipolare mentalmente le altre eminenze lì riunite- per concentrarsi sì nel medesimo obiettivo da perseguirsi però con sottili strategie politiche e mere parole prive d'ogni arcano potere. Saranno soltanto ingegno, arguzia e tempismo le armi cui potrà affidarsi quando anche l'ultimo dei passi lo avrà condotto presso il tavolo dei sette, eppure, prima di abbandonarsi alla normalità e doversi limitare in un'unica forma, il nostro teatrante di fiducia non perde occasione per una presentazione certo da ricordare.
    Ogni gradino vedrà infatti il suo piede cambiare di comune accordo col resto del corpo, assumendo ora l'aspetto di un campione dell'Arena Nera, ora quelle del Pasha della Polvere, ora fingersi un qualsivoglia accattone e al successivo mutare in un perduto Primo Alfiere. Così procede quella lenta discesa, stillando un'identità dopo l'altra, imprimendo nei ricordi di chi tra voi lo osserva la curiosa certezza di avere a che fare con un individuo sfuggente e mutevole, invero capace (e ciò vi viene puntualmente mostrato senza alcun velo di dubbio) di assumere le perfette sembianze di ciascuno tra voi, Ya'aburnee compresa. Soltanto giunto a destinazione -solo al termine di quello spettacolo di cangiante potere- egli si concede un ultimo ruolo invidiabile, presentandosi a voi tutti nelle fattezze e nella voce del defunto predecessore con una qualità ed una somiglianza pienamente aderenti alla realtà.

    Miei illustri colleghi, permettetemi di ringraziarvi della fiducia che già mi avete concesso.

    E' un sorriso mellifluo e pur tuttavia rassicurante che si fa strada tra le gote di un redivivo del quale ne avete appena decretato il decesso. Un sorriso di sfida che il qui presente Preek finge di mascherare tra modi cortesi e parole garbate, laddove il suo intento è invece palese e saprà cogliervi tutti svelando la propria inconsistenza.

    Mi presento a voi che mi avete giustappunto eletto ed anche a voi che avete espresso una differente preferenza.

    Un passo dopo l'altro -pur misurati, lenti e cadenzati- permettono infine al mutaforma di avvicinarsi all'eburnea guardiana della sala, accostandolesi e lasciandole svolgere il proprio impassibile incarico: ella lo squadra, lo sonda, lo indaga così come i protocolli prevedono e... giusto prima che ella possa esprimere dissenso per l'artificiosa apparenza del Genio, quello stesso muta di colpo in un fluido rimodellarsi di carne e vesti, accondiscendendo all'inespressa richiesta dell'entità imparziale e -se solo ella non fosse priva di emozioni- di certo spiazzandola all'istante.

    Come già sapete il mio nome è Lazav e da oggi presenzierò a questo delicatissimo concilio.

    La sua figura ha infatti lasciato il posto ad un consunto mantello in stoffa grezza, del color del cuoio e con una fattura a dir poco grossolana. Al di sotto s'intravede un equipaggiamento in cuio, del tutto comune e -a conti fatti- piuttosto anonimo. all'altezza della cinta, una mano appoggiata all'elsa di uno spadino vi rivela pure che l'arma deve aver subito le sue stesse capacità mutanti, così come essere riuscita a superare indenne i controlli delle guardie all'ingresso dello stabile.
    Ma il pezzo forte -il dettaglio più interessante- è il cappuccio calato a nascondere parzialmente il volto del mutaforma conclamato: nel buio soffuso della sala non riuscite ad intendere la totalità dei lineamenti di chi vi si celi sotto, nè da esso risaltano ulteriori dettagli se non un naso banalmente ordinario, una bocca fortemente raggrinzita ed un mento parimenti rugoso. La presunta età avanzata sembrerebbe confermata anche da alcune ciocche di lunghi capelli sbiaditi, crespi e ricadenti sul petto ma... siete per certo tutti consapevoli che a Merovish nulla è come sembra, figurarsi uno sconosciuto che si presenta in qualità di mutaforma.
    Dopotutto siete i vertici del potere a Sud, no? Gli sprovveduti sono tutti gli altri -non certo voi sei!

    Mi auguro che la nostra collaborazione si dimostri piacevole o quantomeno proficua, perchè nutro grandi aspettative circa il ruolo al quale mi avete chiamato.
    Ma prima di tediarvi con le mie ciance, è il caso io lasci a voi la parola; non è altresì necessario che vi presentiate, perchè sono certo non vi sia sfuggito come vi conosca già tutti. Personalmente.
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    Secondo le proprie tempistiche, perfettamente incuranti gli uni dei movimenti degli altri, i membri del Concilio vergarono il nome della loro preferenza sulla propria scheda: non ci furono indugi, esitazioni o ripensamenti, perché avevano a lungo ponderato quella decisione, e ora che i giochi erano fatti -mentre Ya'burnee eseguiva lo spoglio dei voti-, ogni Pasha attendeva di scoprire se il cavallo su cui aveva puntato sarebbe risultato quello vincente.

    « I voti sono stati raccolti, il Concilio ha espresso il suo volere. »
    esordì il Senzavolto meccanico, spezzando il silenzio denso di aspettativa
    « La maggioranza decreta Lazav come legittimo Pasha del Kanti e membro del Concilio delle Sabbie
    con effetto immediato.
    »

    Imperturbabile, la Geisha si limitò ad abbassare il capo, celando dietro il ventaglio finemente dipinto la curva lieve delle labbra, atteggiata in un sorriso soddisfatto; lo Speziale dalla pelle bronzea, invece, come un bambino entusiasta ed irriverente non seppe trattenersi dal gettare un'occhiata divertita allo Squisito -il nervoso signore del Distretto delle Ceneri- gorgheggiando una risatina sommessa alla sua esternazione di frustrazione e disappunto a stento trattenuta.

    jpgPer fortuna, Kalanjanus ebbe la prontezza di distogliere il tiro delle iridi dorate dallo sfortunato collega prima di venir notato: a salvarlo, tuttavia, non fu la lungimiranza di evitare una sfuriata dall'interessato e un'altra occhiataccia di rimprovero dalla sua amante, bensì la pronta risposta delle sue percezioni e la sua genuina curiosità: rumori dall'arco antistante la scalinata di ingresso annunciarono l'imminente arrivo del neo-nominato membro dell'Esarcato... e lui era davvero impaziente di vedere con i suoi occhi che tipo fosse quel Lazav.
    E non ebbe di che rimanere deluso.

    Molte paia di occhi conversero sulla sagoma comparsa in cima ai gradini -comprese le iridi scarlatte di Najaran e quelle auree di Kalanjanus-, ma prima che si avesse il tempo di metterne a fuoco le forme e i colori, l'immagine del nuovo venuto tremolò e mutò, trasfigurando il neo-incoronato Pasha del Kanti ad ogni passo della sua discesa fino al tavolo della riunione: un guerriero dell'Anello d'Ossidiana, la Signora del Distretto della Polvere nel suo regale kimono, un povero mendicante dei vicoli del Bazar delle Talpe, il costrutto Senzavolto che presiede a quella riunione, il defunto Pasha Preek...

    Miei illustri colleghi, permettetemi di ringraziarvi della fiducia che già mi avete concesso.
    esordì il fantasma, esattamente col tono e coi modi che l'originale avrebbe usato
    Mi presento a voi che mi avete giustappunto eletto ed anche a voi che avete espresso una differente preferenza.

    Uno sfoggio di abilità che si sarebbe potuto trovare incauto e di cattivo gusto, visto il recente assassinio di cui la sua ultima maschera era stata vittima... come anche una teatrale richiesta di fiducia, visto quel che comportava il presentarsi a degli sconosciuti (per quanto dei suoi futuri colleghi) esibendo come una carta scoperta quello che aveva tutta l'aria di poter valere come un prezioso asso nella manica. A meno che non fosse un astuto depistaggio, ovviamente.

    Perché, da bravo amante dei giochi, al Pasha delle Luci venne in mente che potesse pur sempre trattarsi di un qualche diversivo per concentrare l'attenzione di tutti su qualcosa di oggettivamente straordinario... così da allontanarla da ciò che si potrebbe desiderare lasciar inosservato. Scrollò le spalle: non faceva alcuna differenza per lui.

    Come già sapete il mio nome è Lazav e da oggi presenzierò a questo delicatissimo concilio. Mi auguro che la nostra collaborazione si dimostri piacevole o quantomeno proficua, perchè nutro grandi aspettative circa il ruolo al quale mi avete chiamato.
    sfaldando l'illusione, davanti a loro rimase una figura avvolta in un liso mantello bruno
    Ma prima di tediarvi con le mie ciance, è il caso io lasci a voi la parola; non è altresì necessario che vi presentiate, perchè sono certo non vi sia sfuggito come vi conosca già tutti. Personalmente.

    Impercettibilmente, a quelle parole, un sorrisino enigmatico ridisegnò le labbra dello Speziale: certamente, era una dichiarazione azzardata da fare, e fu quasi certo che stesse bluffando, ma... l'importante è mostrare convinzione. E poi, a lui l'azzardo non dispiaceva.

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    « Benvenuto nel club più esclusivo di Merovish! »
    salutò allegramente il Moro, alzandosi per meglio accogliere il Mutaforma
    « Il mio nome è Kalanjanus Asman Kadar -ma penso tu lo sappia già-, e adoro il tuo stile! ♥
    Spero andremo d'accordo – soprattutto negli affari. »


    Poco distante da lui, la Strega dagli Occhi Malvagi mostrò ben meno trasporto per i convenevoli, rimanendo immobile nella sua postazione, richiudendo il ventaglio e riponendolo nell'obi, già piegando le labbra in un sorriso dall'impeccabile cortesia mentre rivolgeva la parola al nuovo arrivato; non aveva particolarmente apprezzato la performance a causa dell'ultimo numero del trasformista, ma finezze come l'educazione e la lungimiranza la trattennero dal lasciar trasparire alcunché. Dopotutto, se era vero che fosse troppo presto per farselo piacere, sarebbe stato parimenti oltremodo prematuro il contrario.

    jpg
    « Se le vostre abilità corrispondono anche solo alla metà di quanto è stato portato alla nostra attenzione, non dubito che saprete ripagare la fiducia rendendo il giusto servigio al Presidio. »
    esordì pacata la fanciulla dai lunghi capelli d'ebano, chinando il capo in segno di rispetto
    « Auspico che la nostra collaborazione in seno a questo Concilio possa essere duratura, stabile ed efficace - a beneficio dei nostri interessi e di quelli del Sud. »

     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    E anche quel dado fu tratto.
    Invisibili, i fili del Destino vennero nuovamente manovrati dalle tenebre, in modo da tessere infiniti ingranaggi che, silenziosamente, si sarebbero poi messi in moto.

    Al contrario di altri suoi colleghi, Zimmertraugher dai Cunicoli dai quali si torna non nascose il ghigno strafottente che gli nacque in viso, quando il nuovo Pasha dell'Esarcato venne acclamato dalla loro meccanica guardiana.
    Per un attimo, solo per un attimo, tornò ad essere Zimmer il mercante di bussole, l'autore del pluripremiato rotolo di carta igienica all'essenza di ortica, o della lancia senza punta per bambini, o dei bambini appuntiti per le lance.

    E quel ghigno strafottente era tutto per il suo collega delle ceneri, lui e il suo malcelato malcontento. Per un istante, il Boggart rosso-scagliato si domandò cosa mai avesse votato Egon.

    Ed eccolo li.
    Un altra tessera del puzzle che andava a inserirsi sapientemente nel gioco politico della Tana, dando chiaro sfoggio della sua abilità.
    Lazav, quello era il suo nome, ora.
    E ad ogni passo, quel nome mutava di aspetto, di significato.
    Un mutaforma nella città degli assassini, dei truffatori, dei mostri...
    un degno rappresentante della bandiera merovisha.

    Una improvvisa stilettata di dolore risvegliò Zimmer dalle sue pontificazioni.
    Stava diventando vecchio, il buon Boggart... capitava sempre più spesso che si perdesse nei suoi stessi pensieri, ritrovandosi a perdere il contatto con la realtà.
    Con noncuranza, nascose il braccio che aveva grattato con troppa enfasi sotto la veste, fissando il neoeletto Pasha.

    Perché si, la sua fu un entrata ad effetto e che effetto!, una dimostrazione di potere, di ostentata sicurezza... che in un osteria del distretto della fame, avrebbe fatto la sua porca figura.
    In quel momento, tuttavia, Lazav aveva appena fatto il primo passo in una vasca piena di squali.

    Il buon Boggart non disse nulla, tuttavia. Si limitò ad aspirare profondamente dalla pipa in avorio, ravvivandone le braci col mignolo annerito. No, il suo ghigno non era ancora sparito del tutto.

    Fu la Dama del The ad apostrofarlo, tuttavia.
    Conoscete dunque anche me, mio signore? la voce meccanica suggeriva deferenza, ma anche una punta di curiosità.
    Zimmer inarcò un sopracciglio, stupito.

    Il volto meccanico si piegò in un sorriso di cortesia, reso freddo dalla natura meccanica del Pasha dei Caduti.
    I miei figli spesso si ... interrogano, sul mio passato. Sapreste voi quindi illuminarli? la curiosità si trasformò, sottile come una lama, in una provocazione.

    Una vasca piena di squali, caro Lazav... e sembra proprio che uno di essi stia sorridendo nella tua direzione.
     
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    LAZAV
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    E' sufficiente un solo errore per sprecare un'occasione d'oro, così come -talvolta- anche un solo dettaglio, una sola emozione, possono tramutare la recitazione in capolavoro o il pubblico in vera estasi. Lazav se ne rende ben conto: per il delicato ruolo che si è scelto (e non solo, invero) egli vive ogni singolo istante sotto questo dettame. Ciononosante, nel vorticare caotico di illusioni e mezze verità che costituiscono la sua quotidianità -in quel mare confuso e schiumante di notizie immediate o d'informazioni difficilmente affidabili, di Voci sinistre e di ambasciatori fasulli- il Genio si trova pienamente a suo agio, quant'è vero che Merovish è la sua casa e, ci si augura, pure il suo ridente futuro.
    Così, parzialmente incurante della sorpresa dei suoi ospiti ed altrettanto indifferente agli avertimenti che quelli già gli rivolgono (per muta forma o per chiaro avviso), il novello Pasha si accomoda sul proprio modestissimo scranno e da esso si appresta alle risposte di rito:

    Gli omaggi mi sono certo graditi, esimi colleghi, e tosto li ricambio: ancora una volta, dunque, mi sento onorato di questo prestigioso potere.

    La sua mano tamburella amichevole eppur decisa sul tavolo, facendo rimbalzare con un paio di schiocchi sonori ciascuna delle falangi terminali entro il campo tracciato dal proprio Distretto.

    Quanto agli affari -ed al Bene- del Nostro Presidio, sono certo avrò molto da apprendere. Innanzitutto da voi.

    Per quel che vi è concesso osservare, infatti, il volto si contrae in un sorriso a primo dire genuino: le labbra tradiscono un'arcuarsi sufficientemente disteso ma -è evidente- dettato più dalle necessità che da un risvolto ilare di cui non c'è effettiva traccia. Ancora, le membra del nuovo arrivato paiono tutt'altro che rigide, a trasmettere un senso di serenità e distensione che sono d'obbligo per il primo incontro formale -là dove non c'è ancora spazio, teoricamente, per litigi ed acredini dovuti a conflitti d'interessi o a macchinazioni già in atto.
    Lazav è dunque composto, tutt'altro che nervoso, in pace con voi e con se stesso: nulla di meglio per giocare ad un tavolo del potere, no? Specie quando una personalità scomoda avanza una domanda parimenti spigolosa -specie quando un'automa obbedisce ad una banale subroutine che la costringe con impellenza ad una verifica di quanto ha appena udito.

    E' già tempo del mio primo, inderogabile incarico! Ne sono lusingato -davvero!

    Il manto calato sugli occhi si volge allora in direzione della Dama del The, soppesando la di lei figura con un singolo, misurato cenno del capo. Solo dopo qualche istante -una manciata di secondi per lasciar sedimentare il dubbio sulle parole che egli stesso ha appena profferito- quella voce anonima, impersonale (non più quella di Preek dal momento in cui ne ha abbandonato le sembianze) si degna di rispondere all'inquisitrice a capo dello schiavismo merovisho.

    Ed un quesito tutt'altro che semplice, mi permetto di aggiungere: sono tentato di sfidare i qui presenti a saper rispondere, per quanto sia il tempo che voi tutti già avete trascorso assieme!

    Il Genio tergiversa giusto il necessario, sobillando la medesima domanda a tutta la platea e -in questo- portando ciascuno dei Pasha (così come il Comandante della Legione) ad interrogarsi circa la fattibilità del quesito proposto o ancora a sondare intimamente il grado d'incertezza e d'ignoranza con cui ognuno di loro si affaccia alla politica del Concilio.

    La cosa più sorprendente di tutte, però, è che un mutaforma quale io sono possiede innumerevoli vite -una per ogni grande evento, una per ogni personalità sfuggente così pure una per ogni qualunquissimo giorno.
    Perciò, mia insigne amica, non è certo mistero ch'io abbia fatto la tua conoscenza ben prima della tua ascesa al potere, quando ancora servivi la Casa del Sangue in un traffico di schiavi fortemente inefficiente. Anzi, ti svelerò di più: tra i sussurri che hanno smosso alle fondamenta il tuo distretto, rendendolo l'impero ch'è oggi, ci sono anche quelli di guardiani corrotti, di acquirenti insoddisfatti e di visitatori scandalizzati -tra i malumori artefici del monopolio schiavista vi sono innumerevoli volti, sempre nuovi ma sempre coerenti.

    Ed ora il sorriso del Genio del Kanti (quel poco che si rende visibile del vostro anziano ospite) si trasforma in un ghigno estremamente compiaciuto -nulla di sguaiato, ma comunque un qualcosa di abbondantemente complice. Non importa che il Pasha dei Caduti sia freddo ed irraggiungibile oltre la sua corazza di numeri e logica -non importa che la di lei memoria silicea ricordi davvero, senza errore, ogni singolo istante della sua vita artificiale: Lazav filtra la propria influenza lasciando intendere che il proprio potere è radicato a fondo nel passato della Tana, che le sue conoscenze non si limitano al recente avenire ma che si annidano invece tra le ombre più dense che da sempre stanno in agguato tra cunicoli e mercati d'ogni sorta.

    Se ben ricordi c'è anche quello di un trascurabile mercante, un vecchio innominato la cui merce ha causato ben più di qualche problema...
    Com'è che si dice, su a nord? Ah, già: la goccia che ha fatto traboccare il vaso...

    Una goccia cui Lazav -onestamente- ha contibuito in misura molto ridotta, quand'ancora si chiamava Zygoin e dai tumulti previsti sperava di ricavare numerose cavie ad un prezzo irrisorio. Ma tant'è... quanti di loro -Eversori esclusi- saprebbero distinguere la pura verità entro una verità più ampia, benchè leggermente più opaca?

    Se permetti, tuttavia, non vorrei rendervi l'impressione sbagliata sul mio conto: non sono qui per beneficienza, men che meno nei vostri confronti. Vi è indubbiamente chiaro, assai meglio di me, come il commercio d'informazioni sia una delle colonne portanti di questa città ed io -per quanto possa essere uno sprovveduto ed un pivello in questa sala- non ho certo intenzione di fare il tuo gioco, mia Dama.
    Ciò non toglie, ovviamente, che si possa disquisire amabilmente del tuo passato ma... ogni tua curiosità -ed ogni tua astuzia- hanno un prezzo cui siete tutti chiamati, se l'offerta vi alletta ancora.
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    L’entrata in scena del neoeletto Pasha fu diretta e d’impatto, diametralmente opposta al suo consueto modus operandi, denso di sotterfugi e mediazioni. Pur non trattandosi della prima volta che assisteva ad un’esibizione metamorfica imbastita dal Simbionte, fu incuriosito dalla sua decisione di scoprire le carte in tavola in maniera così esplicita.

    Mentre gli altri membri dell’Esarcato accoglievano a modo loro la nuova colonna portante della loro istituzione, Bid’daum restò in silenzio in attesa dell’occasione propizia per condurre il Concilio verso l’ultima questione all’ordine del giorno: un’istanza presentata in separata sede a Ya'aburnee e da quest’ultima approvata senza essere comunicata agli altri partecipanti – un trattamento previsto solo per un numero esiguo di argomenti.

    « Mi vedo costretto a rifiutare la sua offerta, Pasha Lazav: i trascorsi della Signora dei Caduti non sono il tipo di mercanzia che vorrei trattare al momento. »

    Colse la palla al balzo quando Lazav interruppe la digressione richiesta dalla Dama del The.

    « Ciò che vorrei portare all’attenzione di quest’assemblea è un altro genere di merce: nel settore è nota come “Ambrosia della Tempesta Eterna”, un nome altisonante per indicare una sostanza stupefacente dall’estremo effetto psicodislettico. Trattandosi di una droga potenzialmente in grado di sovvertire l’ordine pubblico, negli ultimi mesi la Legione delle Sabbie si è mossa per sradicarne la diffusione, smantellando diversi stabilimenti di produzione e mettendo al bando il suo principio attivo. »

    Appoggiò sul tavolo esagonale un campione sigillato di quell’allucinogeno, la cui chiusura era tuttavia intenzionalmente allentata: ciò avrebbe permesso al Comandante d’iniziare a intravedere il suo effetto magnetico in uno soltanto dei convenuti – l’unico già esposto in precedenza alla sua essenza.

    « Risalendo la rete di distribuzione abbiamo scoperto che questa sostanza è la porta d’ingresso in una setta di adoranti del Maelstrom, gestita nientemeno che dai figli del defunto Pasha Jalabhar. A quanto pare i due covano da anni rancore nei confronti di questo Concilio, perché non sono stati ritenuti idonei ad ereditare il titolo di Pasha: per questo motivo tramavano di assuefare alla loro droga gran parte della popolazione di Merovish, così da poter muovere un colpo di Stato col supporto di migliaia di burattini. »

    Un piano ben architettato, doveva ammetterlo. In mancanza di una rete di spionaggio efficiente come quella delle Voci forse non sarebbero riusciti a sventarlo in anticipo.

    « Poche ore fa i miei uomini hanno fatto irruzione nel covo della setta, situato nei sotterranei della reggia del qui presente Pasha Egon. Lui stesso è stato avvistato prendere parte al culto celebrato quest’oggi, poco prima della nostra riunione. »

    Mosse quell’accusa con flemma, come se stesse trattando un dato di fatto e non un’imputazione da verificare.

    « Per quanto il mio operato possa sembrare poco ortodosso, è stato necessario per accertare che il Pasha delle Ceneri non è più indipendente, ma è assoggettato a questi nemici del Presidio. E questa è la prova inconfutabile… »

    Con un gesto innocuo aprì il recipiente.

     
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    { Merovish, Sala del Concilio delle Sabbie }
    pov – Egon Emeros

    L’ostentazione dei trucchetti del nuovo Pasha lo irritò. Gli individui così sfuggenti e mutevoli non li aveva mai digeriti. Quando perfino la sgualdrina meccanica fallì nel suo tentativo di cogliere in fallo quel Lazav, Pasha Egon aveva capito che si trovava di fronte ad un osso duro da manipolare: appena rientrato nella sua dimora avrebbe dato ordine d’indagare sul suo conto.

    Il successivo intervento del demonio in uniforme rappresentò per Egon l’inizio della fine.

    Pupille dilatate, nausea in risalita nell’esofago, sudori freddi, occhi lucidi, crampi allo stomaco e spasmi alle gambe. L’ansia lievitò incontrastata. Strinse nervosamente le mani sotto al tavolo. La sola digressione sull’Ambrosia sarebbe bastata a metterlo sulla difensiva, ma trovarsela a portata di mano gli provocò un’acuta crisi d’astinenza. Non riuscì nemmeno a fiatare mentre quel maledetto abominio snocciolava la natura della setta che aveva accolto nei sotterranei della sua reggia, nonché il raid avvenuto in sua assenza – architettato proprio in concomitanza della convocazione al Concilio per far intrufolare indisturbati i suoi tagliagole. Non riusciva a pensare ad una risposta, c’era soltanto una cosa che totalizzava i suoi pensieri… ed era così dannatamente vicina.

    Perse del tutto il controllo quando fu aperta.

    « Tu il nostro pianto, Tu la nostra gioia, i mondi rispondono al Tuo respiro…! »

    Pasha Egon si gettò sgraziatamente sul tavolo, sbraitando una sorta di mantra e protendendo le mani verso la sua condanna. Prima che potesse raggiungerla intervenne Ya'aburnee che - muovendosi a velocità disumana - afferrò saldamente Egon per la collottola, interrompendo a mezz’aria il suo tuffo.

    « Come ben sapete, il sistema d’incantamenti imposto su questo tavolo impedisce l’uso di poteri o congegni per alterare la volontà degli altri partecipanti. L’unica causa ammissibile è perciò la sua sottomissione a questa droga e, di conseguenza, a chi ne regola la distribuzione. »

    Il Comandante Bid’daum proseguì le spiegazioni senza scomporsi, mentre a meno di un metro Egon - dall’aspetto devastato e agognante - scalpitava invano sperando di divincolarsi.

    « Pasha delle Ceneri, la sua reazione mostra un’evidenza significativa di uno stato mentale alterato, riconducibile all’influenza di terzi. Il protocollo impone di sottoporre a votazione palese la sua idoneità come membro del Concilio. »

    L’entità guardiana si espresse ancor più freddamente, trascinando indietro il riottoso impomatato e immobilizzandolo al suo sgabello.

    « I restanti Ufficiali sono pregati di esprimersi, toccando i rispettivi emblemi nel caso ritengano consono far decadere il qui presente Egon Emeros dalla sua carica; l’astensione sarà considerata un voto a favore del suo mantenimento. »

    Qualcuno un tempo disse che bisogna aspettarsi di tutto in politica,
    dove tutto è permesso fuorché lasciarsi cogliere di sorpresa.

     
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    Gli omaggi mi sono certo graditi, esimi colleghi, e tosto li ricambio: ancora una volta, dunque, mi sento onorato di questo prestigioso potere. Quanto agli affari -ed al Bene- del Nostro Presidio, sono certo avrò molto da apprendere. Innanzitutto da voi.

    La replica del Pasha neo-eletto giunse pronta e cortese (forse perché ancora legata alle sembianze del defunto Preek), accompagnata dal sorriso disteso -e forse un po' tronfio- di chi non ha nulla da temere, ma mentre le sue dita tamburellavano sul tavolo delle riunioni in un gesto distratto e disinvolto, la Signora del Distretto dei Caduti prese la parola... con una curiosità che celava nella sua spassionata innocenza un insidioso trabocchetto.

    Conoscete dunque anche me, mio signore?
    I miei figli spesso si ... interrogano, sul mio passato. Sapreste voi quindi illuminarli?


    E' già tempo del mio primo, inderogabile incarico! Ne sono lusingato -davvero! Ed un quesito tutt'altro che semplice, mi permetto di aggiungere: sono tentato di sfidare i qui presenti a saper rispondere, per quanto sia il tempo che voi tutti già avete trascorso assieme!

    Dismettendo un momento i panni dell'Eunuco per tornar nei propri, Lazav cominciò ad intessere quella che si prospettava come una lunga e articolata risposta prendendo tempo per rigirare lo stesso quesito all'intera platea, argomentando quella che suonò una mezza giustifica; quando poi proseguì il discorso, alludendo alla sua sedicente partecipazione occulta all'ascesa della Dama del Thé, una perplessità guardinga arcuò il fine sopracciglio della Signora delle Polveri: certamente, la storia profilata era credibile... ma questo bastava a renderla veritiera? Anche e soprattutto in un luogo come Merovish?

    jpgIl Pasha delle Luci, al contrario, si lasciò scivolare sulla sua porzione di tavolo con uno sbadiglio -discreto e sottotono- e le braccia conserte a fare da appoggio al mento; non voleva risultare offensivo o scortese, come invece non aveva avuto remore a mostrarsi verso Egon, ma... la sua espressione da studentello annoiato rendeva piuttosto evidente a chiunque (senza mistero e senza imbarazzo) che quella faccenda lo preoccupasse o coinvolgesse relativamente poco: per quanto si fosse guadagnato a pieno titolo il proprio ruolo nell'Esarcato, e svolgesse le sue mansioni con grande efficienza e regolarità, non nutriva particolare ambizione di farvi ulteriormente carriera o timore di perdere la posizione ottenuta.
    Un atteggiamento per cui Najaran non mancava di rimproverarlo.

    Ciò non toglie, ovviamente, che si possa disquisire amabilmente del tuo passato ma... ogni tua curiosità -ed ogni tua astuzia- hanno un prezzo cui siete tutti chiamati, se l'offerta vi alletta ancora.

    « Mi vedo costretto a rifiutare la sua offerta, Pasha Lazav: i trascorsi della Signora dei Caduti non sono il tipo di mercanzia che vorrei trattare al momento. »

    A salvare Kalanjanus da quei discorsi, che minacciavano di trasformare il Conclave in un qualcosa a metà tra una seduta di analisi e una chiacchierata da salotto (ma senza liquori, senza odalische, e senza falafel – che privava la cosa di ogni attrattiva), arrivò inattesa -ma con impeccabile tempismo- la voce di Bid'daum; a quanto pareva, c'erano questioni più urgenti... e, il Moro ebbe modo di appurarlo non appena il suo amicissimo Castigo le presentò loro, soprattutto più interessanti.

    « Ciò che vorrei portare all’attenzione di quest’assemblea è un altro genere di merce: nel settore è nota come “Ambrosia della Tempesta Eterna”, un nome altisonante per indicare una sostanza stupefacente dall’estremo effetto psicodislettico. Trattandosi di una droga potenzialmente in grado di sovvertire l’ordine pubblico, negli ultimi mesi la Legione delle Sabbie si è mossa per sradicarne la diffusione, smantellando diversi stabilimenti di produzione e mettendo al bando il suo principio attivo. »

    ...perché, sì, ecco: in quanto Speziale, cose come i composti alchemici, i veleni, i virus e le droghe erano una delle sue tante passioni; incuriosito come un bambino, l'uomo alzò la testolina dall'incrocio delle braccia, spalancò gli occhi dorati con meraviglia, e ascoltò con attenzione le parole del Legionario, squadrando con visibile curiosità il campione apparentemente sigillato che questi pose sul tavolo esagonale.

    « Risalendo la rete di distribuzione abbiamo scoperto che questa sostanza è la porta d’ingresso in una setta di adoranti del Maelstrom, gestita nientemeno che dai figli del defunto Pasha Jalabhar. A quanto pare i due covano da anni rancore nei confronti di questo Concilio, perché non sono stati ritenuti idonei ad ereditare il titolo di Pasha: per questo motivo tramavano di assuefare alla loro droga gran parte della popolazione di Merovish, così da poter muovere un colpo di Stato col supporto di migliaia di burattini. »

    jpgMentre Kalanjanus contemplava in silenzio l'affascinante novità, del tutto incurante di nomi e persone coinvolte nell'illecito, Najaran -ben più attenta, sensibile e addentrata nelle trame politiche- sgranò gli occhi dietro al suo ventaglio... e nel passare in rassegna con gli Occhi Malvagi le reazioni degli altri presenti, fu forse la prima a notare i segnali visibili sul volto di uno dei loro colleghi, già prima che lo Sciamano Nero lo chiamasse direttamente in causa.

    « Poche ore fa i miei uomini hanno fatto irruzione nel covo della setta, situato nei sotterranei della reggia del qui presente Pasha Egon. Lui stesso è stato avvistato prendere parte al culto celebrato quest’oggi, poco prima della nostra riunione. »
    proferì senza emozione il Khutiano, prima di scoperchiare il recipiente
    « Per quanto il mio operato possa sembrare poco ortodosso, è stato necessario per accertare che il Pasha delle Ceneri non è più indipendente, ma è assoggettato a questi nemici del Presidio. E questa è la prova inconfutabile… »

    « Tu il nostro pianto, Tu la nostra gioia, i mondi rispondono al Tuo respiro…! »

    In uno scatto tanto istintivo quanto sgraziato, il Pasha delle Ceneri si tuffò sul ripiano come un esaltato, ma il suo raptus fu prontamente bloccato dalla Moderatrice, che lo afferrò per un lembo del kimono... e sebbene ne avesse visto le avvisaglie, la Signora del Distretto della Polvere non poté far a meno di sobbalzare davanti a una tal animalesca bramosia; al contrario di lei, il Padrone delle Luci rimase assorto nella contemplazione dell'Ambrosia, mentre -in sottofondo- il Comandante delle Sabbie ultimava la sua esposizione.

    « Come ben sapete, il sistema d’incantamenti imposto su questo tavolo impedisce l’uso di poteri o congegni per alterare la volontà degli altri partecipanti. L’unica causa ammissibile è perciò la sua sottomissione a questa droga e, di conseguenza, a chi ne regola la distribuzione. »

    « Pasha delle Ceneri, la sua reazione mostra un’evidenza significativa di uno stato mentale alterato, riconducibile all’influenza di terzi. Il protocollo impone di sottoporre a votazione palese la sua idoneità come membro del Concilio. »
    rimettendo coattivamente a sedere Egon, Ya'aburnee prese la parola
    « I restanti Ufficiali sono pregati di esprimersi, toccando i rispettivi emblemi nel caso ritengano consono far decadere il qui presente Egon Emeros dalla sua carica; l’astensione sarà considerata un voto a favore del suo mantenimento. »

    Dietro la seta dipinta del ricco ventaglio finemente decorato, la donna in kimono strinse le belle labbra scarlatte fino a fonderle in una linea sottile e meditabonda, soppesando nonostante tutto i risvolti che una decisione avrebbe potuto comportare: per quanto estromettere Egon fosse la cosa più ovvia da fare, non aveva ancora una visione sufficientemente ampia della situazione; forse, il Legionario aveva omesso alcuni dettagli per non appesantire ulteriormente la questione, ma Strega dagli Occhi Malvagi non poté far a meno di chiedersi l'identità del responsabile -o dei responsabili- dell'assoggettamento del collega, delle modalità in cui ciò era avvenuto, e soprattutto dello scopo a monte di quell'azione.

    « Domando scusa, Comandante: avrei una domanda, prima di prendere una decisione.
    Vi è già nota qualche informazione più specifica circa la mente di questo piano? »

    sollevando graziosamente la mano libera, la donna interpellò il Khutiano
    « L'identità di chi ha assoggettato Lord Egon, come e quando è avvenuto il contatto tra loro, qualche dettaglio in più sulle finalità del culto... se i colpevoli sono stati tutti presi, e la faccenda può dirsi a tutti gli effetti chiusa...? »
    jpg
    Accanto a lei, invece, il Moro raddrizzò la schiena e votò per l'espulsione: senza battere ciglio, e senza pensarci due volte; tuttavia, anche lui aveva una domanda. Sia per il Castigo che per l'intera assemblea dei Pasha.

    « Signori, e Signore... Pensate che sarebbe possibile per me acquistare un campione di questa Ambrosia? »
    domandò candidamente, sorridendo a ciascuno dei presenti
    « Mi piacerebbe aggiungerla alla mia collezione...! ♥ »
     
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    La Dama del distretto dei Caduti fissò inespressiva il neo-eletto collega, il volto meccanico incapace di trasmettere le emozioni, emozioni che in molti – sbagliando – affermavano non potesse nemmeno provare.
    Con studiata lentezza si passò la mano di ceramica lungo i capelli sintetici, raccolti nella più tipica delle acconciature da geisha. Gli angoli della bocca si contrassero in un freddo sorriso.
    La inviterò a prendere un The nelle mie abitazioni, una sera. Sarà bello chiacchierare dei ragni che tessono tele nell'oscurità, o dei merli che volano nelle notti senza luna. affermò, chinando il capo.

    Zimmer la fissò sorpreso. La conosceva probabilmente meglio di chiunque, la dentro... eppure, era la prima volta che la vedeva colpita
    ... al giusto prezzo, naturalmente. concluse la Pasha del Sangue, chiudendosi poi in quella sua fredda compostezza.


    Infine, successe.
    Il ticchettio del fato aveva finalmente scoccato la sua ora, i suoi ingranaggi avevano forzato lo svilupparsi degli eventi e, infine, un individuo finalmente raccoglieva ciò che aveva seminato.
    Il monocorno sciorinò le sue accuse con freddo distacco, come Zimmer gli aveva visto fare in innumerevoli altre occasioni.
    Inevitabilmente, come sempre accadeva in circostanze simili, quando il potere degli Eversori toccava il suo apice, il vecchio Boggart rievocava quella lontanissima caccia di tanti anni fa.
    Un'improvvisa fitta di dolore interruppe però la via dei ricordi. Un lungo solco rossastro gli attraversava il braccio destro. Il prurito era aumentato senza che il Rosso se ne accorgesse, finendo per scorticarsi da solo con gli artigli. Il molliccio imprecò a denti stretti, arrotolandosi la manica della giacca per coprire la ferita.

    « Tu il nostro pianto, Tu la nostra gioia, i mondi rispondono al Tuo respiro…! »


    Quasi saltò sulla sedia.
    L'incidente lo aveva distratto, facendogli perdere il grosso dell'azione.
    Con le sue stesse mani, il Pasha Eagon si era condannato, cedendo alla lussuria per quella misteriosa sostanza posizionata ad arte dal buon Bid.

    Adoratori del Maelstorm.
    Nella sua lunga vita, ne aveva vista di gente strana.
    Quasi tutti bipedi – guarda caso. Ma aiutiamoli a casa loro, dico io. Che ci rubano pure il lavoro.
    Ma gente che adorava una tempesta dimensionale capace di fagocitare tutto il semipiano...
    Quella nuova droga doveva essere parecchio tosta, per generare simili idiozie.

    Di tutto l'aspetto politico, al Boggart non fregava nulla. Votò per l'espulsione di quel tossico, e non ci pensò più.
    Il suo sguardo era perso in quell'urna lasciata socchiusa, quell'esca posizionata ad arte per far abboccare il povero Eagon, che ora si apprestava ad affrontare il suo destino.
    E la reazione di Kalanjanous lo fece ghignare come non faceva da mesi: a volte si dimenticava di non essere l'unico alchimista, in città... ne tantomeno, il più bravo.

    In caso, sarebbe carino studiare assieme chesta sostanza con amici alchimisti, si? cinguettò mellifuo in direzione del collega delle Luci.
    In passato si sarebbe lanciato in una trattativa selvaggia, con colpi di scena, rutti selvaggi e corruzione a mano aperta.
    E si, a mercanteggiare era ancora il migliore.

    … ma Kalanjanus gli piaceva, com'è già noto.

    La Dama al suo fianco, si trattenne dal votare.
    Forse attendeva una risposta alle domande della Strega... o forse, questa sua mancanza era ella stessa il suo voto.
    Il suo immobilismo era assoluto.





    - in realtà, era finita la pila-
     
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    LAZAV
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    Non appena si conclude il suo precedente intervento -e cioè ben prima di ascoltare la replica della diretta interessata- Lazav si ritrova a soppesare l'istantaneo silenzio e a ponderare se il suo improvvisato espediente per chetare la curiosità e le astuzie della Dama del The fosse invero giunto a buon fine; per quanto il Genio pratichi costantemente la fine arte della menzogna con cura e con reiterato impegno -per quanto abbia progetti di costruire su di essa parte della propria scalata sociale, ben oltre quanto già era riuscito a compiere- egli stesso non può che ammettere di non esserne così francamente esperto da spacciare per verità ogni propria illazione, il tutto senza temere fallacie o ritorsioni di sorta. Lazav non compie certo l'errore di mentire a se stesso circa l'essere ben lungi dal perfetto bugiardo, ciononostante supplisce le attuali carenze con tutta la compostezza e la tranquillità di cui può essere padrone: egli ben conosce il sospetto e perciò sa che ogni minimo accenno di nervosismo tradirebbe le sue affermazioni, svelandone la natura parziale e faziosa.

    Come ordini, Comandante. Ci occuperemo allora delle tue richieste.

    A trarlo da ogni impiccio e concludere la questione prima di un'ulteriore conferma, però, giunge un alleato solido quanto inatteso -nella voce di Bid'daum si fa anzi strada un differente proposito, in parte deludendo le frementi attese del neo-eletto Pasha circa la propria performance ed in parte agevolandone l'imporsi sulla scena spegnendo ogni possibile o subitanea critica. All'ordine del giorno vi è infatti una questione ben più critica che non le presentazioni del nuovo collega -appurato che l'elezione di Lazav quale Pasha del Kanti si è svolta sfiorando l'unanimità, ben poco rimane d'istituzionale oltre alle congratulazioni di rito e, come suggerito dal tono inflessibile del Comandante delle Legioni così come dal marcato disinteresse dello Speziale, ogn'altra conversazione centrata sulla figura dell'incappucciato qualunque dovrà attendere altri lidi ed altra occasioni.

    Ma non mi permetterei mai di deludere colei che mi ha interpellato: sarà un piacere disquisire di spie e di segreti, magari sorseggiando un buon qingmáochá. Quando sarà, allora, non mancherò di certo all'invito.

    Un breve cenno del capo -tutta cortesia ed accondiscendenza- in direzione della bambola meccanica che per prima ha osato metterlo alle strette con un quesito di difficile risoluzione. Nel mentre, oltrepassato il primo sbarramento ed il relativo nervosismo, il Genio si concede un nuovo giro di schiocchi sull'emblema del proprio presidio: può sembrare un gesto banale, infantile persino ma... beh, a Lazav interessa che si fissi quanto prima tra le osservazioni dei suoi colleghi, perciò non mancherà di ripeterlo di tanto in tanto; egli infatti adora essere profilato, così che, descritto nei dettagli ed analizzato nei comportamenti, possa infine usare a proprio vantaggio la sagoma conforme alle aspettative altrui.

    Come anticipato, tuttavia, la situazione degera rapidamente verso questioni della massima urgenza: il monocorno non tarda ad esporre la problematica sotto i vari aspetti che gli competono, sottolineandone ulteriormente le drasticità mentre la ragnatela si tende sino al punto di spezzarsi e rivelare invero la propria ineluttabile preda. Pasha Egon non può infatti esimersi dal rispondere alla chiamata, anelando disperato alla fonte della propria dipendenza e così dichiarandosi ai colleghi per ciò che realmente è divenuto -schiavo di una volontà non propria, vuoto guscio in cui risiede un potere non più amministato con la dovuta lungimiranza.

    « Tu il nostro pianto, Tu la nostra gioia, i mondi rispondono al Tuo respiro…! »


    Al di là dei fatti e delle accuse mosse con cognizione di causa -e cioè una volta ristabilita la pace del consesso per opera della Moderatrice e della sua artefatta infallibilità- Lazav giunge però alla conclusione che il kuthiano ha agito senza soffermarsi (come invece avrebbe dovuto) su di una pletora di dettagli capaci di rendere il tutto ben più oscuro e preoccupante. Al medesimo obiettivo dev'essere anzi giunta pure la Signora delle Polveri, com'ella stessa non tarda a puntualizzare, opportunamente schermata dal ricchissimo ventaglio che la contraddistingue: il rapido processo per votazione cui è sottoposto or ora il Pasha delle Ceneri manca infatti di un'adeguato impianto e di altrettanti dati, con il rischio che l'intera faccenda si trasformi in un'esecuzione sommaria, servita sul piatto politico al fine di concludere in breve l'ordito e di non dar ulteriore adito alle sue equivoche origini.
    Il che, effettivamente, potrebbe rispecchiare la verità una volta considerato il piano dal punto di vista degli Eversori: l'estromissione immediata e senza appello di un membro del Concilio aprirebbe una nuova posizione entro quel club a dir poco prestigioso e questo -ponderata la parità tra congiurati e rimanenti membri- potrebbe giocare ad estremo favore per piazzare un'ennesima personalità d'interesse, tale da conquistare la maggioranza assoluta ed incontestabile in sede di governo. Ciò che però sfugge a Lazav (e perciò lo frena dal prendere una decisione senza un'adeguata lettura di quanto si sta dipanando) è l'effettività di quel nome: gli Eversori non possono contare all'attivo un gran numero di membri fidati -purtroppo il declino della Gilda ha accelerato di colpo negli ultimi tempi- e ciò rende incerta la manovra alla quale lo stesso Genio del Kanti potrebbe prendere parte col proprio, decisivo voto.

    Mi devo dichiarare concorde con entrambi, stimati colleghi: uno studio accurato della sostanza potrebbe garantirci una fondamentale solidità nella comprensione di chi sia l'artefice ultimo del tentato colpo di stato, qualora gli ideatori dichiarati si rivelassero pur loro soggetti al controllo del succitato stupefacente.
    Ancor più, se mi concedete la terminologia sicuramente inappropriata, potrebbe svelare un rimedio o un antidoto del quale dotarci per evitare ulteriori defezioni o addirittura risanare la popolazione colpita.

    Ad avanzare la proposta arriva allora un terzo ticchettio delle falangi sul tavolo, un'abitudine che per questa singola occasione muta con ricercata attenzione al fine di evitare un voto involontario: la mano del più recente dei Pasha s'è infatti spostata a prendere contatto con il lato inferiore del tavolo, di fatto nascondendosi alla vista ma non all'udito.

    Ma, soprattutto, sono le preoccupazioni del Pasha Najaran ad essermi particolarmente affini: la macchinazione di cui siamo stati resi edotti mostra delle evidenti lacune e -pur non dubitando della tua buona fede, Comandante- credo sia tuttavia necessario gettar luce su ogni angolo buio della faccenda, così da rimuovere consapevolmente l'eventualità di ipotesi inesplorate o accuratamente dissimulate in questa.

    Il tutto, ovviamente, ai fini di non lasciar casualità irrisolte che in futuro -prossimo o lontano che sia- possano riemergere e minacciare il potere o la lealtà del kuthiano e dei suoi segreti alleati.
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    La sceneggiata pietosa di Egon aveva turbato il clima del Concilio. Un’espulsione sommaria di un Pasha era una questione delicata e - sebbene sia Kalanjanus che Zimmer si fossero già espressi a favore - ritenne opportuno convincere i noduli più rigidi del loro sistema oligarchico: nominalmente Najaran e la Dama del The. Per quanto riguardava la titubanza di Lazav a votare, la interpretò come una messinscena necessaria per rinforzare la sua immagine di ente svincolato dalle influenze di altri occupanti di quel tavolo. Non si scomodò a richiudere il campione di Ambrosia, lasciando che l’aspetto di Egon degenerasse con l’intensificarsi della crisi d’astinenza, rinforzando così le sue argomentazioni.

    « Una dei due figli di Jalabhar si chiama Millea, è lei l’officiante del culto nonché la mente che tramava nell’ombra. Dalle indagini abbiamo dedotto che Egon sia stato avvicinato da lei poco dopo la sua nomina a Pasha, in modo che potesse fornire alla sua setta una base operativa protetta dalla sua autorità. »

    Snocciolò le informazioni richieste senza farsi attendere, evitando di sporgersi per votare finché tutto l’Esarcato non avesse espresso chiaramente la propria volontà: era un subdolo gesto di finta cortesia per assicurarsi che i Pasha sentissero di avere la precedenza nelle questioni che li riguardavano più da vicino.

    « Stando alle dichiarazioni ottenute dagli accoliti, il credo del Maelstrom avrebbe condotto i prescelti sani e salvi attraverso un’imminente Riscrittura, lasciando loro in eredità il nuovo mondo. »

    Egon si agitò sul posto all’udire quelle parole,
    segno che la dottrina era stata scalpellata a fondo nel suo encefalo.

    « Durante l’incursione odierna Millea e suo fratello sono riusciti a fuggire, ma la Legione è sulle loro tracce. Abbiamo troncato la loro fornitura di Ambrosia, confiscato i magazzini, catturato molti dei loro adepti e disperso gli altri: il caso non è ancora chiuso, ma confido che lo sarà molto presto. »

    Quando in seguito Kalanjanus e Zimmer mostrarono interesse per una dose di quella sostanza, ne approfittò anche per trattare la questione dell’antidoto sollevata da Lazav.

    « La Divisione Scientifica della Legione sta già studiando da settimane i campioni di droga raccolti e prevedono di elaborare prossimamente un programma di disintossicazione efficace. Detto ciò, trattandosi di questioni di rilevanza per il Presidio, metterò a disposizione dell’Esarcato altri campioni da analizzare. »

    Stando ai risultati di laboratorio, non sarebbe stato rischioso affidare a terzi la formula di quella droga: per quanto potente, la sua somministrazione richiedeva tutti gli elaborati stimoli psicologici della setta per attecchire realmente nella mente delle vittime. Una volta smantellato il culto del Maelstrom e disintossicati i suoi adepti, l’Ambrosia della Tempesta Eterna sarebbe rimasta un innocuo pezzo da collezione per alchimisti.

     
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    LAZAV
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    E pronta giunge la risposta del monocorno, puntuale e precisa non meno di quanto richiesto: egli snocciola dunque punto per punto ciascuno dei dubbi che i tre pasha sollevano prima d'esperimersi al voto, chiarendo ulteriormente il quadro pur ammettendo che la questione non può dirsi intimamente risolta.

    Sta bene, allora. Penso sia di fondamentale importanza permetterti di procedere e portare a compimento l'incarico al quale sei già obbligato, senza ulteriori sperchi di tempo.

    Già questo primo assenso tradisce il mutato consiglio di Lazav, decisamente più prono ad una delibera concorde con quella dei due singolari alchimisti.

    Per quanto io t'inviti alla massima trasparenza presso i membri di questo Esarcato: credo sia volontà comune che ogni sviluppo in merito ci sia comunicato tempestivamente, così da permetterci un'efficace tutela del presidio.

    Non una critica, non un consiglio: semplicemente una constatazione neutra, nella quale il Genio del Kanti riversa il proprio status acquisito e le proprie, apparenti preoccupazioni per la sicurezza del territorio cui è stato chiamato in vesti di parziale governante.

    Anche e soprattutto nell'eventualità che una nuova Riscrittura ci colpisca per davvero: ogni genere di avvisaglia discussa tempestivamente potrebbe fare la differenza, ammesso che un tale evento sia effettivamente alla portata di questo Concilio.

    Paure legittime? Una vana preoccupazione? Oppure il timore di perdere tutto proprio ora che il suo successo è stato coronato con la massima carica del meridione? Perchè ultimamente girano certe voci sul fatto chè è passato davvero troppo tempo dall'ultima catastrofe dimensionale -la storia semiperduta di Endlos racconta di eventi ciclici ed alternati, Estati ed Inverni che invero non si registrano ormai da un considerevole quantitativo d'anni: certo, probabilmente non c'è da temere ma... è proprio quando ci si dimentica del vulcano sopito che questo produce più danni, esigendo un prezzo tanto più alto quanto più è radicata la cecità di chi lo ha troppo a lungo ignorato.

    Comunque posso ritenermi perlopiù soddisfatto del tuo operato, Comandante delle Legioni: non sospettavo che oltre le apparenze pubbliche vi fossero tali celerità e precisione, nè invero una siffatta libertà d'iniziativa. Mi auguro che essa sia sempre spesa verso il Bene di queste terre, così che si possa continuare a procedere verso un comune obiettivo...

    Un'ultima stoccata indirizzata ovviamente a quel Bid'daum ch'egli non dovrebbe conoscere all'infuori dell'odierna sede, un rimprovero che per questa volta si configura evidentemente ostile, tale da sobillare marcatamente un divario tra ragionevoli autonomie e concessioni immotivate. (Come se Lazav non avesse cieca fiducia circa le indagini del Castigo, come se il Genio arrivasse davvero a dubitare del Gerarca suo superiore).

    Quanto al resto... ci sono ulteriori sorprese all'ordine del giorno?

    La mano dell'incappucciato riemerge allora dal lato oscuro del tavolo, poggiandosi ora sul versante esposto alla luce fioca della sala ed in particolare soffermandosi sull'emblema raffigurante il Distretto del Kanti: un rapido tocco -un giro di dita, come suo solito- esprime infine la propria favorevolezza all'espulsione di Pasha Egon, liquidando la questione con un disinteresse proporzionale soltanto alla gravità della risoluzione in atto.
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    In caso, sarebbe carino studiare assieme chesta sostanza con amici alchimisti, si?

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    « …? »

    Sinceramente preso in contropiede, il Pasha delle Luci sbatté le palpebre un paio di volte con aria sorpresa, voltandosi a scrutare il governatore del Distretto della Fame con le iridi dorate: si era già aspettato un netto rifiuto dall'intero consesso dei suoi Pari -e magari anche una bella strigliata per aver avanzato con tanta sfrontatezza una simile richiesta-, ma non trovò tracce di sarcasmo sui buffi lineamenti rossastri dell'altro... e tanto bastò a trasfigurare la piega interdetta delle sue labbra in un sorriso smagliante, facendolo contento come un bambino.

    « Sarebbe davvero fantastico, Zimmy...! ♪ »

    Naturalmente, avvertì lo sguardo scarlatto della Signora della Polvere che gli perforava la schiena
    -rovente di rimprovero-, ma con sorniona
    nonchalance fece finta di nulla...

    Mi devo dichiarare concorde con entrambi, stimati colleghi: uno studio accurato della sostanza potrebbe garantirci una fondamentale solidità nella comprensione di chi sia l'artefice ultimo del tentato colpo di stato, qualora gli ideatori dichiarati si rivelassero pur loro soggetti al controllo del succitato stupefacente. Ancor più, se mi concedete la terminologia sicuramente inappropriata, potrebbe svelare un rimedio o un antidoto del quale dotarci per evitare ulteriori defezioni o addirittura risanare la popolazione colpita.
    argomentò Lazav, tamburellando nervosamente con le dita sul tavolo della riunione
    Ma, soprattutto, sono le preoccupazioni del Pasha Najaran ad essermi particolarmente affini: la macchinazione di cui siamo stati resi edotti mostra delle evidenti lacune e -pur non dubitando della tua buona fede, Comandante- credo sia tuttavia necessario gettar luce su ogni angolo buio della faccenda, così da rimuovere consapevolmente l'eventualità di ipotesi inesplorate o accuratamente dissimulate in questa.

    ...anche perché, per fortuna del Moro, le parole proferite dal neo-incoronato Pasha del Kanti parvero offrire alla Strega dagli Occhi Malvagi spunti molto validi per conferire uno scopo nobile e concreto alla curiosità infantile del suo amante, troppe volte pericolosamente vicina a rasentare l'incoscienza – oltre che fine a sé stessa.

    « Una dei due figli di Jalabhar si chiama Millea, è lei l’officiante del culto nonché la mente che tramava nell’ombra. Dalle indagini abbiamo dedotto che Egon sia stato avvicinato da lei poco dopo la sua nomina a Pasha, in modo che potesse fornire alla sua setta una base operativa protetta dalla sua autorità. Stando alle dichiarazioni ottenute dagli accoliti, il credo del Maelstrom avrebbe condotto i prescelti sani e salvi attraverso un’imminente Riscrittura, lasciando loro in eredità il nuovo mondo. »

    Nuovamente sollecitato dal Mutaforma a chiarificare alcuni dei punti rimasti ancora scuri in quella faccenda, fu il turno del Comandante della Legione di prendere la parola per esporre i fatti all'assemblea, e la donna fu pertanto ben lieta di tacere, restando in ascolto e prestando attenzione mentre il Kuthiano rievocava lo sgradevole ricordo di Jalabhar, il precedente Signore dei Caduti.

    « Durante l’incursione odierna Millea e suo fratello sono riusciti a fuggire, ma la Legione è sulle loro tracce. Abbiamo troncato la loro fornitura di Ambrosia, confiscato i magazzini, catturato molti dei loro adepti e disperso gli altri: il caso non è ancora chiuso, ma confido che lo sarà molto presto. »

    jpgA voler essere ottimisti, l'attuale situazione dipinta dal Castigo sembrava suggerire una prossima e felice risoluzione (magari definitiva) alle circostanze che avevano subdolamente messo fuori gioco un altro dei pilastri del Sud -che sarebbero dunque stati chiamati presto a sostituire-, eppure... Najaran non era arrivata ad ergersi sugli eterni tumulti della Tana con i modi cortesi che padroneggiava, né aveva certamente preservato quella sua posizione per un tempo utopicamente lungo attraverso i suoi continui rovesciamenti confidando nelle autorità o minimizzando i problemi, perciò -dal canto suo- la minaccia ai Pasha e alla loro libera volontà (che era poi la più preziosa risorsa del Presidio) sarebbe rimasta viva fintanto che la testa dei Traditori fosse rimasta attaccata al collo.

    Per un istante, la Signora della Polvere accarezzò l'idea di inviare il proprio Mastino -il gladiatore che le aveva giurato fedeltà, durante lo scontro coi Titani dell'Arena Nera- ad estinguere il pericolo, ma accantonò all'istante quell'idea improbabile: oltre l'azzardo di separarsi dalla sua spada più capace e fedele, lo stesso Abdel sarebbe stato contrario all'idea di lasciare il suo fianco; soprattutto, di lasciarla
    sola con Kalanjanus., e -Senza contare il fatto che fosse anch'egli un Pasha -quindi un potenziale bersaglio-, e che sarebbe stato preferibile tenere anche il suo amante lontano dal pericolo: ne andava della stabilità e prosperità del Sud...

    « La Divisione Scientifica della Legione sta già studiando da settimane i campioni di droga raccolti e prevedono di elaborare prossimamente un programma di disintossicazione efficace. Detto ciò, trattandosi di questioni di rilevanza per il Presidio, metterò a disposizione dell’Esarcato altri campioni da analizzare. »

    ... perciò, in effetti, non c'erano alternative valide al lasciare che la Legione e il Mastino svolgessero da soli le proprie mansioni; esaminare l'Ambrosia e trovare un modo per mitridatizzarsi da quella volgare droga sembrava essere l'unica cosa utile e saggia in cui impiegare l'attesa. E con una puntina di irritazione, la Strega non poté far a meno di sentirsi un po' piccata nel realizzare che il Moro fosse probabilmente giunto a quella conclusione logica semplicemente per istinto e senza passaggi intermedi.

    Sta bene, allora. Penso sia di fondamentale importanza permetterti di procedere e portare a compimento l'incarico al quale sei già obbligato, senza ulteriori sperchi di tempo. Per quanto io t'inviti alla massima trasparenza presso i membri di questo Esarcato: credo sia volontà comune che ogni sviluppo in merito ci sia comunicato tempestivamente, così da permetterci un'efficace tutela del presidio.
    replicò Lazav, mentre gli astanti ancora metabolizzavano le informazioni
    Anche e soprattutto nell'eventualità che una nuova Riscrittura ci colpisca per davvero: ogni genere di avvisaglia discussa tempestivamente potrebbe fare la differenza, ammesso che un tale evento sia effettivamente alla portata di questo Concilio.

    « ...ah, si riferisce alla leggenda de “l'Inverno di Endlos”? Ne ho sentito parlare da alcune anziane signore durante i miei viaggi, e ne letto qualche accenno durante i miei studi. ...in effetti, dalla descrizioni sembrerebbe un bel casino, ma è cooosì affascinante! »

    Il tono allegro con cui il Pasha delle Luci commentò l'intervento del nuovo padrone del Distretto del Kanti non fece alcun mistero del suo entusiasmo verso quel fenomeno catastrofico, e la Signora della Polvere gli scoccò un'occhiata severa e preoccupata.

    « Mi piacerebbe poter assistere! »
    « No, non ti piacerebbe. »

    Smorzando l'entusiasmo dell'altro sibilando all'indirizzo dello Speziale, la Strega dagli Occhi Malvagi si limitò a ricambiare con un pacato silenzio la perplessità apparsa sul viso bronzeo dell'uomo, e quando tornarono a prestare attenzione al discorso, Lazav stava dando voce a un quesito che riguardava tutti.

    Quanto al resto... ci sono ulteriori sorprese all'ordine del giorno?

    jpg
    « Presumo non resti che indagare sull'Ambrosia in separata sede,
    e cominciare a guardarci intorno per selezionare i prossimi candidati da esaminare... »

    gli rispose con garbo Najaran, eludendo l'espressione interrogativa di Kalanjanus e votando per l'espulsione
    « Dopotutto, il Distretto delle Ceneri ha bisogno di essere sotto controllo,
    e qualcuno dovrà pur sostituire Egon. »

     
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    Tutte le voci si intonarono alla melodia che in quelle sale s'era scelto di interpretare. Una pericolosa macchinazione era stata svelata, e come spesso accade alle minacce intessute nell'ombra, buona parte del pericolo era evaporato una volta portato alla luce del sole.
    I segreti uccidevano più dell'acciaio e del veleno, e tutti i membri di quella tavola lo sapevano perfettamente.
    Perché era grazie ai loro segreti che erano riusciti a sedere su quegli scranni, grazie alle loro macchinazioni erano infine giunti all'apice della catena alimentare del meridione.

    Era dunque deciso.
    Bandire il Pasha delle ceneri, svelare gli intrighi dell'Ambrosia, e spezzare definitivamente quella minaccia che si era pericolosamente stretta attorno al collo dell'esarcato.

    Solo la Dama del The sembrava titubare in quell'ultima votazione: ancora non aveva sfiorato l'emblema del suo dominio per condannare quel suo pari che aveva congegnato contro di loro.
    Preek, il mio predecessore, e ora Egon... " la leader della Casa del Sangue produsse l'equivalente meccanico di un sospiro.

    Anche il più solido degli imperi è pronto a cadere, a causa di un leader debole. Metà della nostra leadership è appena mutata, cosa dice questo di noi?
    nonostante le sue parole, anche lei alla fine votò in sintonia con i suoi compagni.

    Preek era stato assassinato.
    Egon si era dimostrato indegno di sedere a quella tavola.
    E il suo predecessore... lei stessa gli aveva reciso di netto la testa, quando aveva messo in pericolo Merovish rischiando una guerra con gli Elldroc.


    Consiglio una maggiore... astuzia, in futuro. A tutti noi. terminò, chiudendosi nuovamente in quello stoico silenzio.

    Zimmer, figlio anche lui dei disordini che avevano portato ad un riassestamento del gruppo dei sei più potenti di Merovish, annuì mestamente. La Dama stava solo ripetendo ciò che lui aveva già detto nei primi momenti di quella riunione... seppur con parole più sottili.

    Il Rosso dei cunicoli diede un ultima occhiata all'Ambrosia, cercando probabilmente qualche idea per tirar fuori un vantaggio economico o strategico da quella nuova droga. Poi riprese a grattarsi distrattamente il braccio, sospirando stanco.

    Se chesto è tutto, io ha bussole da vendere e lampadine da riparare. biascicò laconico.
    Politica politica politica.

    Si stava così bene nell'ombra...
     
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    { Merovish, Sala del Concilio delle Sabbie }
    pov – يقبرني

    Uno dopo l’altro gli Ufficiali piantarono i chiodi sulla bara di Egon, lasciando l’onore dell’ultimo voto proprio all’individuo da lui più odiato. Quando anche il Comandante della Legione decretò il suo destino premendo l’emblema al centro del tavolo, lo Squisito smise di dimenarsi e una profonda stanchezza gli schiacciò le membra. Con voce rauca biascicò la sua ultima dichiarazione da Pasha.

    « Voi non meritate… questo Presidio. »

    Ya’aburnee invece si limitò a portare a termine il protocollo.

    « I voti sono stati raccolti, il Concilio ha espresso il suo volere. L’unanimità decreta la decaduta di Egon Emeros dalla sua carica di Pasha delle Ceneri e membro del Concilio delle Sabbie con effetto immediato. »

    Formulaica e asettica come solo una guardiana sintetica poteva essere, issò delicatamente ma con fermezza l’Esarca ostracizzato, sollevandolo - non solo metaforicamente - dal suo incarico. L’ex Pasha accettò di buon grado l’appoggio offertogli per rimettersi in piedi, incassando l’ineluttabilità della sua rovina con un ammirevole stoicismo.

    « Esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, la seduta è tolta. »

    Il Senzavolto invitò i presenti a lasciare la sala, scaglionando l’esodo come da prassi per evitare che i risentimenti maturati nel Concilio potessero trovare uno sfogo violento in quel luogo inviolabile. Quando anche l’ultimo degli Ufficiali lasciò la sala, i Cristalli di Luce incastonati nelle colonne si spensero progressivamente, come se l’Upperdark stesse inglobando i fari di quel palcoscenico ormai spoglio. Prima che il buio inghiottisse nel suo oblio anche l’antica custode, un’ultima anomalia accadde nel Cuore della Terra Ostile.

    « Chi mai l’ha meritato? »

    Infine regnò soltanto il silenzio.

     
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