La Luce del Deserto

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    Nel deserto il team “Luce” lavorava senza sosta nella ricerca della perduta Kamar. La squadra coinvolgeva studiosi provenienti dai tre principali istituti del presidio meridionale, ma non solo: infatti vi erano degli impavidi mercenari per il totale di sette persone – Karim e sua sorella inclusi.

    Per ormai due settimane i gemelli si erano alternati nel lavoro ampliando e mescolando le loro conoscenze per poi raffinarle con le menti dei colleghi. Un'esperienza resa surreale dall'atmosfera creata dal cielo e la sabbia che s'incontravano in un abbraccio che sembrava non avere né inizio né fine. Proprio come i fratelli Fusa corrispondevano ad un paradosso senza spiegazioni -uniti ma divisi- anche quel luogo consisteva in un insieme di enigmi.
    Un labirinto senza mura, una follia fatta di specchi e un vuoto pieno di miraggi. Eppure non era raro che a Merovish si consigliasse di cercare la propria anima nel deserto, perché anche un singolo granello tra milioni lì viene notato dal vento.

    Sotto un grande gazebo al riparo dal sole cocente del mattino si stava consumando l'ennesima riunione. Il caldo era soffocante, eppure l'entusiasmo non mancava e quando Amiivlyx indicò col dito tozzo e peloso un punto ben preciso della mappa Karima non poté che sorriderle.

    “Ci siamo!”
    Annunciò la Dottoressa del Serraglio poggiando una mano sulla spalla scoperta - dura e grigiastra - della giovane studentessa. Finalmente sembrava che fossero riusciti a trovare l'area in cui sarebbe dovuta apparire la “Luce del Deserto”: città perduta visibile solo alla luminescenza di un fenomeno naturale. La zona si trovava a Daleli, una steppa semi-desertica. Tuttavia la brillante studentessa di geologia, goblin di circa venticinque anni, aveva esposto il problema per cui le strade che portavano a quel luogo erano tutt'altro che sicure.

    “Lenyan, lei ha modo di guidarci fin lì?”

    Chiese la donzella grugnendo attraverso un microfono auricolare che rese comprensibile e melodiosa la sua voce ma ancor più grottesche le sue zanne. In quel momento Alinor -addetto tecnico informatico – tastò sul computer alcuni pulsanti facendo apparire dalla cartina un ologramma tridimensionale completo. Karima non mancò di notare l'espressione scocciata del collega dai riccioli scuri e si crogiolò nella preoccupazione: le aveva confessato che il mezz'orco -Lenyan- non gli piaceva per nulla. Inoltre l'aveva descritto come un attaccabrighe con manie megalomani, aggiungendo che durante le selezioni non aveva fatto altro che mancare di rispetto al professor Gallineo.
    Tuttavia la Dott.ssa Fusa aveva letto dagli appunti di Karim che -per qualche bizzarra ragione- il mercenario sembrava esser simpatico alla massima autorità in campo psichiatrico, ovvero la Professoressa Alister, e che lui stesso lo trovava una valida guida per il deserto. Effettivamente, fino a quel momento, si era dimostrato tale.

    “Si sta svegliando!”
    Una voce eccitata catturò l'attenzione dei presenti dal fondo della tenda, a parlare una donna dalla fulva chioma color fuoco chinata su un poco più che bambino che si stiracchiava sulla brandina. Karima era rimasta shoccata la prima volta che aveva sentito delle capacità di quel giovane cacciatore -come si faceva chiamare lui. Infatti era stato scelto poiché in grado di compiere viaggi spirituali in cui il tempo e lo spazio sembravano compattarsi, permettendogli di percorrere la storia di qualcuno o qualcosa. Era stato lui a descrivere il regno perduto attraverso una coroncina legata ad esso mostrandolo agli studiosi che ora se ne occupavano.
    Intanto la storica Artemide aveva assunto una tonalità simile a quella dei suoi capelli; Karima sospettava che si fosse presa una cotta per Karakuriki, uno degli ingaggiati come scorta. Quella situazione la faceva ridacchiare sotto i baffi: trovava buffo vedere una brillante esperta in storia antica comportarsi come una liceale. Comunque non era il tempo per quei dettagli.
    Così Fusa tornò alle cose importanti prendendo una bottiglia d'acqua da una borsa-frigo e porgendola al ragazzino assieme a un scatoletta piena di datteri.

    "Prendi."

    Lo invogliò rassicurante.
    "Hai trovato qualcosa d'interessante? disse Artimede staccando finalmente lo squardo dal bel ragazzotto.



    Edited by Jester - 29/1/2018, 23:01
     
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    LAZAV
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    Lenyan
    Che cosa significa trovare la Luce? Beh, essenzialmente trovare se stessi. E non per amor di metafora, ma nei fatti concreti: sotto il nome di Luce -o Luce del Deserto- va infatti un'antica leggenda mormorata pigramente nelle bettole e nei mercati della Tana. Il mito racconta di una fiorente civiltà tra le sabbie -una delle tante, a voler prestare orecchio alle molte fandonie che circolano sullo Yuzrab e sul suo perduto passato- la quale per troppa superbia e per simile avidità finì con l'annientarsi e con lo sparire per sempre. Di essa sarebbero perciò rimaste nient'altro che rovine ben celate allo sguardo ed alla conoscenza, tali per cui -non importa quale l'intento e quale l'attrezzatura- l'unico modo di rintracciarle sia scrutare le distese sabbiose al chiarore delle lune endlosiane, quando al culmine della propria luminosità la luna corrente irragi con riflessi e bagliori i resti di una siffatta gemma del passato. Ed è esattamente a questo aspetto che si riferisce allora il significato vero e pulsante del rivenire la Luce (una saggezza ahimè bistrattata dal materialismo imperante a Sud): cercarla senza mettersi realmente in gioco è soltanto una perdita di tempo, laddove invece affrontare se stessi e comprendere la propria natura (ed i propri limiti) sia l'unica chiave per accedervi senza inganni.


    E cosa ti aspettavi da un cialtrone merovisho? Sarà morto all'angolo di un vicolo, come i suoi degni compari! Ah, questa città è satura di promesse non mantenute... il più delle volte perchè chi ci sperava ha invece cessato i suoi giorni.

    A parlare è un ragazzino slanciato, un giovane adulto invero, la cui pelle è cotta dal sole del deserto ed il cui vestiario tradisce un che di tribale: un mezz'orco di appena vent'anni (forse) le cui sembianze Lavaz ha ideato per celarsi una volta di più e non farsi riconoscere dal suo compare -quel bimbo con al seguito una coppia di goblin- per il putrido oste non-morto di prima.

    E il deserto non è da meno, invero. Siete fortunati ad aver scelto uno come me!

    Nel commentare sbruffone la prevedibile assenza di cui Karakuriki si lamenta, nel riferirsi alla defezione di un avventuriero incontrato davanti ad un piatto di ripugnante stufato -qualcuno che Lenyan non dovrebbe conoscere, ma di cui il ragazzino umano gli ha raccontato- ecco che il belloccio brunito scruta l'orizzonte senza farsi troppo impensierire dal nulla scintillante che quello stesso gli rimanda. Nel copione che Lazav sta recitando è infatti previsto ch'egli sia un corrente inquilino delle sabbie e tale, invero, è il motivo per cui è stato arruolato alla spedizione: guidare i cervelloni dell'Accademia -ed in particolare i meno avvezzi alle insidie dello Yuzrab- fin nel punto ch'essi ritengono più proficuo per la ricerca in essere.

    Ma sicuro, Doppiavoce!

    E difatti a tanto si limitano i suoi colleghi di disavventura: la ricercatrice Amiivlyx -da lui ribattezzata con uno sciocco nomignolo per la di lei necessità di utilizzare un traduttore istantaneo (a causa degli incomprensibili grugniti della sua lingua natia)- conferma nuovamente che le principali preoccupazioni della spedizione sono l'arrivare integri sulla meta e il non perdersi in inutili disquisizioni con quell'attaccabrighe del mezz'orco -ed in ciò, invero, lo sguardo diffidente ed astioso del tecnico informatico la dice lunga.

    Non vi ho mica portato sin qui per abbandonarvi in pasto ai Wyrm!

    Anche se, onestamente, potrebbe essere un bello spettacolo. Ma no, oggi no: a raggiungere la Luce del Deserto ci tiene anche Lazav e così -osservando di tanto in tanto un vecchio orologio (una bussola rotta?) estratto dal borsellino consunto che Lenyan tiene legato al fianco- il Genio in incognito si premura di controllare la via più sicura per lo scopo comune. Bella comodità essere degli Eversori, effettivamente non c'è motivo per non farne parte (e così non si spiega la carestia di personale che affligge la gilda, salvo per l'assenza di validi candidati di qui a... troppo tempo).

    Ci toccherà fare una lunga deviazione verso Ovest ma... alle nostre selezioni sembravate tutti sicuri di voi: di certo camminare un po' nella rena arsa non sarà un problema, dico bene?

    Oh, certo che no. Con tutta l'attrezzatura essenziale che non è consigliabile lasciare al campo base, spingersi lontani trascinandosi dietro il necessario sarà semplice quanto spremere quei granelli dorati ed aspettarsi che ne esca l'oro blu del meridione. Ma tant'è: se davvero i cervelloni vogliono arrivare sani e salvi alla Luce (o al punto sul quale credono di aver capito dove si potrebbe trovare) sarà essenziale aggirare i pericoli di cui la Bussola dei Desideri dà chiaro segnale.
    E poi, a dirla tutta, un pizzico di soddisfazione personale pungola Lazav/Lenyan a gioirne davvero: se non fosse stata per l'anziana psicologa dell'equipe -se la professoressa Alister non avesse insistito per includere il mezz'orco nella spedizione, nonostante i pareri contrari del responsabile Gallineo e di altri membri poi inviati sul campo- ecco che probabilmente tutti loro si sarebbero ritrovati capeggiati da qualcun altro, magari proprio il poppante biondo che già fa da referente per buona parte della missione in corso. Sebastian, si chiama. E Lazav non lo perde d'occhio, perchè da pochi rapidi scambi ne ha già compreso l'ostico potenziale -al punto d'instaurare una tensione di sfida con la propria identità di comodo.
    PASSIVE SKILLS
    DIMIR DOPPELGANGERMETAMORFOSI SCENICA
    QUICKCHANGEMETAMORFOSI DELL'ANIMA
    TAVERN SWINDLERSPARABALLE (ANTI-AUSPEX)
    TRAIN OF THOUGHTMINDFUCK-ALERT (AUSPEX)
    EQUIPMENT
    DIMIR CLUESTONEBUSSOLA DEI DESIDERI (ARTEFATTO)
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    Sebastian Barth



    ~ { Post Attivo

    Qualche volta, ma non sempre, Micolash era lì.
    Lì, dove i sogni son più oscuro, i luoghi dove la memoria si calcifica e marcisce, lì si trova il Signore degli Incubi.
    Sebastian lo incontrava sovente, ma non troppo. Talvolta i passaggi tra i Sogni, come strati su strati di carne e tessuti, si aprivano sui corridoi delle Frontiere. Qualche volta, armato di coraggio, Sebastian le aveva esplorate. Era riuscito ad entrare nell'Attico di Mergo, prima che Micolash, il Signore degli Incubi, lo cacciasse via. Ma da allora Sebastian poteva entrare, senza del tutto volerlo, nei lunghi corridoi della grande biblioteca. E qualche volta, ma non sempre, Micolash era ancora lì.

    "Oh Kos, o come ti chiamano altri... Kosm!
    Le senti le nostre preghiere?
    Come un tempo li hai donati all'ottuso Rom
    donaci gli occhi, donaci gli occhi!
    Apri gli occhi della nostra mente
    e liberaci dalla nostra idiozia"

    Un canto, forse. O una preghiera, il cuore malato di un uomo che si era perduto nelle Frontiere tra i Sogni.
    Micolash e la sua Scuola di Mergo erano sprofondati nell'Incubo. I loro cadaveri, scheletri o poco più, giacevano da qualche parte nel Viaggio Nascosto di Yahar'gul. E lì sarebbero rimasti, in eterno.

    Allora Sebastian ripeteva per sé queste parole. Apri gli occhi della mia mente e liberami dalla mia idiozia. Perché era sempre bene tenere a mente che nei Sogni era facile perdersi, tanto quanto era facile entrarvi.
    Si alzò dal suo giaciglio di colpo. A uno sguardo esterno si poteva dire che avesse riposato, quando in realtà era stato sveglio tutto il tempo. Le palpebre, calate da un lato, erano sempre schiuse dall'altro; e viceversa, quando doveva rientrare. In principio ebbe fatica a riconoscere i mondi, ma col tempo aveva imparato molti trucchi: distendersi e fingere di dormire era uno di questi. Si stiracchiò in ogni caso, giacché il suo corpo per molte ore non si era mosso da quella posizione.

    Al suo fianco c'era Karima, come sempre da quando lo aveva visto all'opera per la prima volta. Fusa, poco più in là, gli porse subito una bottiglia d'acqua e una scatoletta di datteri.
    Sebastian afferrò il tutto e ringraziò per l'offerta, il suo metabolismo non necessitava né di acqua né di cibo ma si sforzava di nutrirsi come chiunque altro; il suo cervello non doveva assuefarsi agli effetti collaterali dei viaggi e delle Fiale di Sangue. Sorrise, una volta finito, e si alzò pronto a continuare.

    "Hai trovato qualcosa d'interessante?" gli chiese Artimede.

    Si rispose Sebastian, con estrema felicità. Ora so perché nessuno è mai riuscito ad entrare nella città, anche quando il suo miraggio appare nel deserto.

    Si guardò intorno. L'entourage della spedizione era al gran completo. Attese che ognuno porgesse orecchio e disse loro tutto quello che aveva trovato nel suo ultimo viaggio.

    VARIE

    Mana totale: 95%
    Mana consumato in questo turno:

    Stato Fisico: ottimale
    Stato Emotivo: contento

    Equip:

    Porta-Oggetti Borsa porta oggetti + Passiva di Tasca Dimensionale.

    Black Marsh katana (74cm) + Passiva di Cambio-Forma (da legno a metallo).

    Runa dei Cacciatori Runa + Passiva di Informazioni Quest Aggiuntive.

    Passive:

    Insight: Mossa Prioritaria

    Attive utilizzate:


    Attive in corso dal turno precedente:


    PS:

    Mi scuso per il ritardo ç___ç

     
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    La luce sembrava essere molto vicina.
    Il giovane umano aveva dato prova delle sue capacità, nonostante fosse stato Cut a lanciarsi per prendere il colpo al posto suo, durante la prova preliminare alle Cave del Sapere.
    Assieme a lui altri tizi si erano distinti per le loro capacità o riflessi. Uno di essi era Lenyan, un mezz’orco molto slanciato e con cui si trovava d'accordo su molte cose, fra cui la scomparsa misteriosa di uno dei mercenari adibiti alla missione.
    Dopo una prima conferma iniziale era sparito nel nulla, lasciando a Karakuriki una spiacevole sensazione.
    L’altro era un piccolo ragazzo dai capelli brillanti e dorati, già lo odiava.

    A seguirlo vi erano i suoi due inseparabili goblin: Scratch e Cut.
    La squadra sembrava già bella che formata, tanto che al loro ritrovo a Daleli il Re non potè fare a meno di strabuzzare gli occhi.

    ”Ma guarda quanta gente che abbiamo qui, non avrei mai detto che questa cosa della Luce interessasse a così tante persone.”

    La maggior parte erano umani e Karakuriki non poteva fare a meno di sentirsi a disagio.
    I soli due membri della squadra che attirarono la sua attenzione, furono una ricercatrice goblin e la storica conosciuta come Artemide, alla quale si avvicinò.

    ”Ottimo. Adesso che il ragazzo si è svegliato speriamo di poter ottenere qualche informazione in più. Sarebbe una bella notizia per un team così’ affiatato. ”


    Stato fisico: Ottimo
    Stato mentale: Agitato
    Mana: 100%

    Passive:

    Benedetto dal Maelstrom:
    Una potente sostanza allucinogena ha risvegliato delle capacita sopite nel cervello del personaggio. In qualunque situazione riesce a percepire la presenza e il peso della Tempesta Eterna, che permea l’intero Multiverso e mette in comunicazione diversi piani dimensionali.
    [Passiva di percezione del Maelstrom]

    Il Chip:
    All’interno del cranio di tutti e tre vi è impiantato una piccola chicca tecnologica, in grado di percepire perfino l’elettricità prodotta dai pensieri, analizzandola e rendendola comprensibile.
    Il canale su cui opera il chip è sconosciuto a tutti e solo Scratch ne è a conoscenza, ma grazie a questa linea speciale, i tre riescono a rimanere sempre in contatto, riuscendosi a scambiare informazioni, pensieri e perfino immagini.
    -(Pensieri e Vista Condivisa)

    Pet:

    Scratch:
    Goblin dalla strana pelle turchese, ma dall’ancor più strana componente metallica che gli sostituisce completamente l’arto destro e metà del volto. Si stacca da terra di un bel metro e mezzo, studiando tutto ciò che è attorno a sé con la sua infallibile perspicacia e rapirà di calcolo.
    Preferisce molto di più parlare che combattere, nonostante questo gli piace comunque la battaglia per poter testare al meglio le sue armi.

    Cut:
    Anch’esso appartiene alla stessa razza del turchese, ma a differenza di ques’ultimo ha una pelle incredibilmente rossa, dovuta ovviamente alle sferze di sole sotto cui è cresciuto. Si può notare subito come il suo sguardo sia più cattivo del compagno e come manchi un pezzo di lingua, cosa che non gli permette di dire correttamente la lettera “P”, finendola per sostituire con la “Z”. Cresciuto come un cane da guardia, non conosce l’alfabeto e non riesce a parlare, inoltre è sempre incline a combinare casini e a passare subito alle mani.


     
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    Alle parole di Lenyan il tecnico sbuffò infastidito, mentre Amiiylor ignorava la provocazione - era abituata a quel genere di trattamento, solo che lo trovava strano da uno più brutto di lei.

    -Credo che in tal caso sia saggio muoversi prima di mezzogiorno, impiegheremo almeno 3 ore per avvicinarci al luogo e sosteremo nelle ore più calde.-

    Solo in quel momento la goblin si decise a dare attenzione al ragazzino che, appena destato, aveva affermato di saper il motivo per il quale era così difficile raggiungere la luce nel deserto.

    Le lunghe ciglia di Karima sbatterono mentre le sue iridi d’ambra venivano rapite dal fanciullo. La donna era impressionata dalle capacità del giovanotto e serbava la speranza di poterlo convincere a studiare. Da grande sarebbe potuto diventare un brillante archeologo o lavorare al Serraglio o magari fare il professore. Alla dottoressa piaceva fantasticare su tutte quelle splendide possibilità; però doveva essere cauta e studiare bene il modo per proporgli quelle prospettive. Per ora aveva individuato due o tre corsi che potevano fare al caso suo. Le sue dita scure e affusolate s’intrufolarono fra le sue ciocche bionde rassettandole, poi gli carezzarono delicatamente la guancia rosea.

    -Dicci tutto teppistello.-
    Lo incitò con tono gentile e un sorriso smagliante e genuino. Intanto accanto a lei Artemide pungolò il fianco di Karakuriki con l’intenzione di farlo sobbalzare per il solletico.

     
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    LAZAV
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    Lenyan
    Ah davvero? Interessante. Molto interesante. E quindi il ragazzino biondo ha già penetrato il segreto millenario dietro al quale la perduta città di Kamar si cela!? Bene. Ottimo! Lazav è genuinamente curioso di conoscere quale sia detto stupefacente mistero ma -ancor più- come il piccolo umano abbia svelato quello ch'è rimasto un enigma per ogni altra mente vi si sia applicata negli ultimi secoli.

    ...ma diccelo finchè ci muoviamo: se vogliamo rispettare le direttive di Doppiavoce non abbiamo un singolo istante da perdere!

    Ovviamente nulla di quest'interesse del Genio filtra attraverso le parole ch'escono dalla gola di Lenyan -in pieno accordo col doppiogioco nel quale il Pasha recentemente eletto eccelle, le due identità (reale e fasulla) non debbono sovrapporsi nè mostrare evidenti segni di contatto (pena la costituzione d'un anello debole o addirittura debolissimo nella catena d'inganni e di sotterfugi che l'artefice multiforma ha già sotteso per larga parte delle sue attività merovishe).

    In caso contrario, le sabbie della nostra clessidra ci sommergeranno a morte prima di raggiungere la meta prefissa...

    Va da sè, tuttavia, che quello spigliato mezz'orco non perderà una sillaba della tanto conclamata spiegazione -pur vestendo i panni di un illetterato principalmente dedito alle escursioni tra i pericoli dello Yuzrab, la promessa di scoprire gli espedienti reconditi con cui la Luce del Deserto si rende introvabile ai più si profila quale una nozione tutt'altro che sconveniente per una guida turistica suo pari. E tal deve essere: un evento tanto incredibile da richiamare silenzio per tutto il modesto campo improvvisato, riunendo perciò i vari studiosi (e sì, anche Karakuriki, l'altro mercenario digiuno di scienze) in una sorta di semplice consesso pronto ad apprendere la verità dalle labbra del biondo infante.

    Allora, ci si dà una mossa? O non siete più dell'idea di violare quelle rovine?

    Indi per cui, ribandendo il concetto or ora espresso, il brunito giovinastro rimprovera chiunque s'atteggi a ritardatario, col rischio di condannare l'intera spedizione al fallimento. E non c'è scusante di sorta ad impedire che quello stesso aitante ragazzo vada ad istigare chi rallenta il passo o anche solo accenna a fermarsi, nessuna pietà a prevenire che Lenyan pattugli il gruppo e sospinga (per lo più con incitamenti velati da una leggerissima ombra di scherno) l'immancabile lumaca.
    Le uniche pause che l'inflessibile guida concede loro sono a cavallo del pranzo ed è questo un lunghissimo ma povero pasto da consumarsi nell'arsura che nonostante le tende e gli abiti opportuni asfissia tutti i presenti sotto l'impietoso, arcigno spadroneggiare dell'astro diurno. Il cammino riprenderà poi verso la metà del pomeriggio -sufficientemente in là con la giornata da garantire ai meno portati alla vita sul campo di riprendersi dalla fatica della traversata con un rapido sonno- ma così, nuovamente, le sollecitazioni da parte della fasulla identità di Lazav riprendono spronandoli a portare a termine l'ultima porzione del tragitto. Lo scopo, comunque, è ben chiaro: le tappe si devono forzare per far sì che la luna non sfugga loro, privandoli poi per un intero ciclo -e perciò per un mese pieno- della possibilità concreta di localizzare le brillanti cupole della tanto favoleggiata Kamar.

    Ecco a voi, signori miei!

    Erompe infine chi li ha guidati per la giornata, capeggiando quella spedizione con l'invidiabile freschezza di un autentico nativo delle sabbie. Il tono è gioviale, ilare quasi. E ciò non promette nulla di buono -oh, no!

    Questo strepitoso nulla è con assoluta precisione il punto che mi avete indicato sulla mappa. Siete proprio sicuri che tutta la fatica per raggiungerlo verrà ripagata?

    Ahia. Un commento tanto prono alla sfiducia non aiuta a risollevare il morale di chi ha versato lacrime e sudore per conquistare un fazzoletto di qualunquissima sabbia, del tutto lontano da ogni appiglio lungo un orizzonte dipinto di niente. Per contro, comunque, c'è da dire che ogni singolo membro dell'èquipe vi è arrivato pienamente integro -cosa non da poco se si presta ascolto ai racconti degli agguati e degli incidenti all'ordine del giorno quando si affronta il deserto: ciò vorrà pur dire qualcosa, no?
    Magari -esempio spassionato che potete liberamente seguire- che un grazie a quel seccante selvaggio lo si può anche rivolgere. O -perchè no?- che una delle giovani pulzelle lì presenti possa pure pensare ad un diverso tipo di ringraziamento in vista della nottata che sta per sopraggiungere. Qualcosa che possa aiutare a tenersi caldi nel proverbiale gelo notturno dovuto all'escursione termica estrema. Qualcosa al quale, è ben evidente, l'adolescente dai canini sporgenti sta ammiccando con una certa insistenza.
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    Sebastian Barth



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    Tutto era pronto. Sebastian fremeva, come poche volte gli era capitato. L'avventura aveva un sapore piacevole, uno che poteva quasi degustare. Era la sensazione del nuovo, dello sconosciuto; l'ignoto che si offriva con tutte le sue possibilità. Era questa la Luce del Deserto: un'avventura. Pericolosa? Certo. Avrebbero trovato guai in attesa? Senza alcun dubbio. Ma chissà che il suo cuore non batteva proprio per questo. Nella sua giovane vita, il Cacciatore aveva esplorato molto poco. Dare la caccia ai mostri, spesso, ti sottrae tempo prezioso. L'esplorazione, spesso, era limitata al cercare tracce. Non ora, però. Ora poteva visitare una città antica da cima a fondo! Balzò sulla jeep e il vento era già una canzone che fischiettava tra i suoi capelli.

    *

    Nei Sogni i luoghi erano limitati. Poco spazio, capace di racchiudere soltanto il necessario. Ma non era così per il deserto: lo Yuzrabi si aprì all'orizzonte fin dove il suo occhio poteva arrivare. E anche se sapeva che la loro destinazione era su uno dei confini esterni dello stesso, si lasciò cullare dall'idea che quel mare di sabbia non avesse davvero fine. Quando poi raggiunsero Daleli, constatò come il limitare delle sabbie fosse separato soltanto da un ampio margine desolato. Il deserto lasciava il passo a una steppa, che fra arbusti, polvere e vento ululante, allargava ai suoi occhi l'idea che a un deserto se n'era soltanto sostituito un altro.
    La jeep sfrecciò rapidamente tra rovine, di ogni tipo e dimensione. Fantasticò sui resti di quelle antiche e ignote civiltà, immaginandole alle prese con quella che doveva essere stata una regione florida. Non era certo la prima volta che vedeva un simile scenario: Loran, di cui aveva visitato le catacombe, era un tempo una regione ricca di vita, di commercio e scambi. Prima che la piaga delle bestie giungesse a distruggerla. Immaginò allora quale grande catastrofe avesse colpito quei luoghi. Forse l'avanzare del deserto e le alte temperature avevano costretto la civiltà antica a lottare per le risorse? O forse la comparsa di creature terribili ne aveva causato il declino? Guardò le rovine con una certa malinconia. Le sue domande non avrebbero mai trovato risposta, perché l'entroterra era abitato solo da fantasmi, sussurri e un vento rovente. Presto si sarebbe lasciato alle spalle anche quel luogo; la jeep avrebbe proseguito oltre, per rientrare nello Yuzrab ma da un altro versante. Lì, dove la Luce del Deserto li stava aspettando.

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    Attive utilizzate:


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    PS:

    Ancora le mie scuse v__V

     
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    La Dottoressa Karima prese in pugno la situazione...
    “Ok signori! Direi che abbiamo un piano.”
    Annunciò la donna dalla pelle scura.
    “Andremo subito nel posto prestabilito, tuttavia con tutto questo materiale...” allargò le braccia per indicare la tenda dove si trovavano “siamo troppo pesanti.”
    La donna dalla fulva chioma rossa smise di ammiccare verso a Karakuriki e parlò.
    “Ci penserò io ad occuparmi di tutta l'attrezzatura e riportarla indietro.”

    Dalla decisione con cui disse quelle parole Fusa capì immediatamente il suo timore nel dover affrontare le sfide che li avrebbe condotti alla Luce nel Deserto e annuì tuttavia...
    “Karakuriki ti affido la sicurezza di Artemide che dovrà raggiungere sana salva il Serraglio dove riceverai la tua ricompensa. Attenzione all'attrezzatura possibilmente, ma la Professoressa ha la priorità.”
    Ci tenne a precisare, per poi rivolgersi al resto del team.
    “Noi prenderemo le restanti due jeep.”
    Poi la ragazza si girò verso il giovane Cavaliere.
    “Se sei pronto possiamo andare sono curiosissima di sapere cosa hai scoperto!”
    Chiocciò la dottoressa con un sorrisone.

     
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    Sebastian Barth



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    C'era una sorta di rituale, che precedeva ogni esplorazione. Sebastian lo eseguì in segreto, quasi se ne vergognasse: suo nonno gli insegnò a farne mistero, il suo successo dipendeva espressamente da ciò. Sfilò dalla sua borsa una seconda fiala di sangue, diversa da quella che aveva dato al resto della troupe. Di chi fosse, ne era all'oscuro. Era certo soltanto del suo effetto, il siero amplificava all'estremo la sua capacità di discernere tra sogni e realtà. Perché quel confine era assai labile, ed era meglio non smarrirlo mai.

    Discese dalla jeep con uno scatto felino, atterrando con un guizzo che anticipò la sua emozione. Davanti a lui si stagliò un gigantesco arco a tutto sesto, con tre fori di passaggio -quello centrale più grande degli altri. Lo zoccolo del basamento era in travertino, un minerale che aveva visto poche altre volte in vita sua. Era certo non fosse del tutto proveniente da Endlos, ma non dubitò che il Maelstrom ne fosse l'artefice. Erano effigi ricavate in bassorilievi di pregio e qualità, ma ne ignorò la natura. Li osservò bene, cercando qualsiasi indizio che potesse metterlo in allarme. Non trovò nulla. Meglio così, pensò.

    Fece cenno agli altri di seguirlo, tenendo ben pronta la sua spada. La prima parte delle rovine era in ottimo stato, quasi che la città fosse stata abbandonata soltanto il giorno precedente. Tuttavia, alcuni danni evidenti nelle strutture lasciavano suggerire una qualche genere di evento catastrofico, nulla che avesse raso al suolo l'area urbana, ma abbastanza sufficiente da renderla disabitata. La Luce del Deserto era spoglia e avvolta in un silenzio greve.

    VARIE

    Mana totale: 95%
    Mana consumato in questo turno:

    Stato Fisico: ottimale
    Stato Emotivo: contento

    Equip:

    Porta-Oggetti Borsa porta oggetti + Passiva di Tasca Dimensionale.

    Black Marsh katana (74cm) + Passiva di Cambio-Forma (da legno a metallo).

    Runa dei Cacciatori Runa + Passiva di Informazioni Quest Aggiuntive.

    Passive:

    Insight: Mossa Prioritaria

    Attive utilizzate:


    Attive in corso dal turno precedente:


    PS:

    Se ho toppato qualcosa, ditemelo.

     
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    LAZAV
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    Lenyan
    Già, non c'è tempo per attendere oltre, lo stesso Lenyan è stato ben chiaro al riguardo. E così, dovendo operare una scelta su come spicciare ancor più la processione del gruppo, la Dottoressa Karima si assume infine la piena responsabilità di privarsi di molta dell'attrezzatura, nonchè della coppia costituita dalla rossa studiosa e dal secondo mercenario: per quanto mantenere il team compatto sia effettivamente la scelta migliore in termini di sicurezza, la triste realtà del dover fare i conti con un plenilunio ormai imminente ha di fatto la massima ed indiscutibile priorità, perciò non esistono vincoli tali da privare tutti (ed è questo il punto: tutti, a meno del sacrificio di alcuni, ne rimetteranno) dell'occasione unica di penetrare Kamar e i suoi vociferati segreti.

    Non preoccupatevi: vi ricorderemo qualcunque cosa vi accada... e spero sia altrettanto per voi, non dovessimo riemergere dalla città-fantasma!

    A tutti gli effetti è una provocazione quella che lo spiantato mezz'orco lascia vibrare nell'aria via via meno asfissiante, un monito a non scordarsi di chi affronta i pericoli ignoti di una leggenda ormai a portata di mano (ma che, per contro, rimanda al futuro le minacce insite in una seconda traversata delle sabbie). Ma tant'è: l'astro diurno si getta inarrestabile verso la linea dell'orizzonte e i cinque rimasti (Alinor, Doppiavoce, Karima, Sebastian e l'immancabile Lazav Lenyan) non possono che procedere guidati dal giovanissimo cavaliere, fino al punto d'inoltrarsi ancora nella vastità del Sud e perdere irrimediabilmente le tracce dei due compagni diretti invece al comodo ambiente del Serraglio merovisho.

    E dunque? Come rinveniamo questa beneamata città perduta?

    Ma non fa ora a lamentarsi pubblicamente di quel che gli pare un rantolare nel buio che subito le congiunture astrali (questa volta per davvero!) lo zittiscono parandogli innanzi uno spettacolo senza precedenti: un caleidoscopico rimbalzare di riflessi e lucori cattura immediatamente l'attenzione del giovinastro, lasciandolo ammutolito ad osservare come il pieno allinearsi della luna color sabbia riveli invero ciò che le stesse sabbie hanno a lungo celato.

    Ma.... wow!. E' spettacolare!

    Ed in effetti è così, spettacolare: poco altro c'è da dire nell'ammirare un gioco di vetri e luci che sembra accuratamente predisposto per il pubblico che loro stessi rappresentano -poco altro si può confermare se non che, finalmente, la Luce del Deserto ha svelato il proprio sfuggevole volto ad un gruppo di determinati ricercatori. Ci vorrebbe una fotografia -o altro modo- per immortalare quello ch'è un evento mai agguantato prima nella storia recente del Presidio Meridionale, ma giustamente -in preda all'euforia del momento e a quel che una detta scoperta rappresenta- la goblin con traduttore annesso scalpita impaziente, lanciando la jeep in una folle corsa in direzione del riverbero proveniente dalle cupole slanciate contro il cielo.
    Come non seguirla, allora? Stando ai resoconti rinvenuti negli angoli più polverosi delle Cave del Sapere, la chiave d'accesso alla gemma or ora ritrovata non splende per più di un'ora e così -se non ci s'incammina subito- si rischia pure che un'errata valutazione delle distanze (cosa non affatto rara per i miraggi dello Yuzrab) lasci insoddisfatti e a bocca asciutta ad appena un palmo di naso dalla meta.
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    Il Professor Karim impiegò qualche secondo per capire cosa stesse accadendo, i suoi riposi forzati di ventiquattro ore gli facevano perdere il filo della vita. Una volta gli era capitato di risvegliarsi con gli abiti della sorella a casa di un'amica di lei – fu il giorno più imbarazzante della sua vita...
    Guardosi attorno scorse il panorama di rocce e sabbia dal finestino della jeep e ricordò che la meta era la Luce nel Deserto, sorrise. Era stato fortunato ad essere “attivo” proprio nel lasso di tempo che gli avrebbe permesso di ammirare il miraggio, tuttavia non poté che dispiacersi per Karima, sapeva quanto la Dottoressa tenesse a visitare la città fantasma, sospirò... forse un giorno avrebbero avuto una vita normale.


    -oOo-

    Sotto i raggi lunari si svelò nella steppa immersa nell'oscurità un diamante di obelischi e cupole di vetro e un brivido percorse tutta la squadra, erano a Kamar. Trattenendo il fiato l'insegnante raccattò la sua videocamera dallo zaino e iniziò a riprendere.

    “Nono giorno del mese di Canopo dell'anno xx, registrazione del Professor Karim Fusa.
    Questa ripresa è svolta a Daleli, e la città che si vede emergere dal canyon abbiamo ragione di pensare si tratti di Kamar, nota anche come Luce nel Deserto o città perduta”.

    In meno di cinque minuti le jeep arrivarono sotto un arco da cui nascevano una sfilza di torri accessibili.
    “Ci troviamo all'entrata della città e, come si può vedere dalle immagini, questa si ramifica in più piani tra cui quelli superiori...” riprese ciò che lo circondaca “...e inferiori completamente celati dalla foschia”.
    Prese la torcia.
    “Poiché la stima del tempo a nostra disposizione è limitata tra i 45 minuti e l'ora e mezza, proporrei alla team di procedere”.
    Detto ciò il docente universitario superò a grandi passi il resto della squadra e proseguì con gli occhi luccicanti.
    “Dopo un arco a tutto sesto ci ritroviamo davanti a delle torrioni di architettura merovisha tra loro collegati con ponti.”
    Si fiondò in una torre e con la torcia illuminò il suo interno...
    “Possiamo ammirare un affresco rappresentante un uomo che cavalca un leone, indice di forza e autorità, qui invece c'è un forziere dove si era soliti lasciare le scorte alimentari”.
    Si chinò verso Sebastian “Alcuni interpretano il leone anche come un simbolo di empietà”
    Proseguì velocemente in un'altra torre attraverso il collegamento in pietra dall'aspetto tutt'altro che rassicurante, e nella costruzione successiva trovò un'altra illustrazione -questa volta molto difficile da decifrare.
    “Come vedete di tratta di una figura dai capelli lunghi e, poco lontana, l'immagine di una falce. Potrebbe riguardare un messaggio di fertilità in caso si tratti di una donna in un periodo di mietitura o di guerra con l'immagine della morte accanto a un cavaliere -solitamente in questo tipo di opere sono loro a portare acconciature fulve”.
    Si spostò.
    “Purtoppo non posso proseguire poiché il ponte è crollato”.
    Si voltò senza smettere di riprendere e si rivolse al resto della squadra.
    “Raggiungiamo i piani inferiori.”
    Annunciò facendo strada per un tortuoso sentiero che portò la squadra ad immergersi nella nebbia.
    “Ami, per favore aiutami ad illuminare quest'enorme monumento dalla cupola di vetro!”
    Chiocciò alla goblin con voce eccitata mentre con una mano riprendeva e con l'altra teneva la torcia.
    “Per l'ossidiana!”
    Il Professor Fusa si girò di scatto illuminando un muretto.
    “Cos'è stato? Lo avete sentito?
    Alinor si accigliò e Ami scosse la testa, così l'uomo dalla pelle bronzea si strinse nel mantello pesante.
    “Ero certo di aver sentito qualcosa schiantarsi al suolo... lei non lo ha sentito?”
    Chiese a Lanyan.



    Energia: 100%
    Lucidità: 100-10%=90%

    Passive:

    Passive

    • Trick Detector: Nel corso del tempo i due professori hanno sviluppato la capacità di riconoscere qualunque trucco mentale.

    • Mindfuck-Alert: Karim è due professori. Devo aggiungere altro?

    • Duality: In Karim albergano le identità uniche di due gemelli omozigoti di sesso opposto. Ogni ventiquattro ore queste si alternano allo scoccare delle due/tre del pomeriggio, ora solare/legale. Ciò avviene attraverso la metamorfosi del corpo e dei ricordi dell'individuo, mentre la coscienza rimane immutata e per questo anche le conoscenze e abilità. Ogni volta che un fratello entra in scena l'altro si 'addormenta', pertanto i due non hanno necessità di dormire una volta in gioco.

    • Nevermind: I fratelli Fusa vestono permanentemente l'abito tipico della saggezza. Ogni volta che prendono la parola è tale l'ammirazione che suscitano nel prossimo da esercitare quasi uno stato di coercizione. Ciò li rende abili oratori e temibili avversari nel mondo della politica.

    • I Am Machine: Potere che permette ai fratelli Fusa di carpire ogni singolarità dell'individuo con cui interloquiscono: movimenti facciali, corporali, tono della voce e abbigliamento. In modo da poter tracciare uno schema più o meno preciso della persona che hanno di fronte. Ad esempio potranno comprendere la professione e l'indole di chi hanno di fronte; capacità utilissima per scovare indizi. Starà al QM decidere eventuali dettagli che solo Karim/a sarà in grado di notare.


    Edited by Jester - 31/5/2018, 10:23
     
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    Lenyan
    Ah, se solo avesse potuto! E invece... Poco male: se anche doveva costringersi in quel ruolo, nulla avrebbe impedito a Lazav di assorbire ogni stilla di quel che il mondo perduto dipanatosi ai suoi occhi aveva da offrire -e ciò, a tutti gli effetti, costituiva una sorta di vantaggio segreto all'insaputa degli avventurieri a cui si accompagnava...

    Riesci a capire tutto questo solamente guardando dei ruderi?

    Fingendo un'abbondante dose di sbigottimento -e sì, fingendo al meglio delle proprie ampie possibilità- Lenyan si rivolge ammirato al professore ed alle sue spiegazioni-lampo mano a mano che il gruppo si fa strada coeso in quella perla lattescente emersa come per incanto tra la rena. Ora che sono così prossimi all'oggetto della loro ricerca -ora che possono osservare direttamente quant'è sopravvissuto ai secoli ed al deserto, senza filtrarlo per i rivelatori baluginii della luna di sabbia- le ampie vetrate tuttora integre li benediscono con tenui sfumature sul bianco e nel rosa, come un'argilla che non sappia decidersi o che -ancora- rimbalzi di tonalità in tonalità per un sortilegio antico e dimenticato.

    Sono sconvolto! Cioè... pensavo fossi uno scienziato, non un archeologo!

    E questo, banalmente, è l'arguto tentativo di comunicazione che soggiace l'apparente dimenticanza di chi Karim sia in realtà: lo scambio continuo con la di lui sorella pare giustificare una certa dose di confusione nel ragazzo dai canini sporgenti (da ricordare, infatti, che non è stato selezionato per le sue capacità analitiche o di memoria, ma semplicemente perchè poteva dirsi a suo agio tra le sconfinate distese dello Yuzrab), ciononostante è da ammettere che il professore ci sa proprio fare: pochi persino tra i suoi ranghi possono dirsi tanto preparati circa le perdute civiltà del deserto, nè invero si incontrano con frequenza personalità parimenti spigliate in ambiente accademico.

    Questo, questo: guarda qui!

    Considerato allora che quello stesso sembra celare una risposta per tutto -e, perchè no, desideroso di mettere alla prova un potenziale tassello via via sempre più interessante- Lazav Lenyan richiama l'attenzione dell'euforico studioso indicandogli i decori (o quel che ne rimane) d'una serie di anfore in frantumi: la storia ch'esse paiono raccontare vede coinvolte delle entità mastodontiche emerse dal sottosuolo, talvolta dotate di ali o di zampe e -forse- responsabili della rovina dei villaggi ad oggi noti complessivamente col nome di Daleli. L'elemento più chiaro del racconto, tuttavia, giace nella densa coltre di nubi che come un muro (od uno schermo) nasconde e protegge le alte cupole dalla furia dei succitati mostri gangantueschi.

    Secondo te ci dobbiamo preoccupare?

    Chissà! L'entusiasmo del docente non sembra affatto smorzarsi a quella puntualizzazione ed anzi lo stesso istiga i compagni -compreso quel bimbo silenzioso che ha svelato senza sforzo il segreto più inaccessibile del Sud- a procedere verso i piani inferiori, immergendosi nelle profondità della storia (e della maledizione) di cui Kamar si fa custode: ad accompagnare la discesa è un flebile sussurro come pronunciato dal Silenzio stesso, un sibilo che vibra inascoltato assieme all'impalpabile foschia depositatasi sul fondo del canyon. A volte esso suona come un lamento trascinato tra rimpianti e sofferenza, delle altre prende anzi la parvenza d'un timore sospettoso teso tra malevolenza e gelosia; il non più così baldanzoso mezz'orco trattiene per sè queste prime impressioni, evitando di allarmare i compagni nel mentre di comprendere per davvero la natura delle presenti suggestioni. Non è da lui, certo, ma ambienti spettrali ed ignoti, sepolti nella solitudine e dimenticati dalla civiltà si configurano spesso come oggetto di superstizioni o allucinazioni (anche collettive), al punto di giustificare ogni stranezza fin lì udita come un prodotto inconscio della tensione verosimilmente sperimentata.

    Uno schianto? Dove? Io... no, nessuno schianto.
    Piuttosto... ho come l'impressione di udire dei richiami, oltre quel banco di nebbia laggiù...

    Quando poi Karim palesa che le sue stesse percezioni hanno raccolto qualcosa d'inusuale (almeno considerando che nessun altro dei presenti ha rilevato alcunchè di simile) ecco che lo stesso giovinastro condividerà con i presenti il dubbio di cui sopra: non sentite anche voi delle voci?
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    Sebastian Barth



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    I piani erano cambiati, ma non era un problema. Privarsi di parte dell'attrezzatura, nonché di parte della troupe, poteva essere una mossa astuta. Solo il tempo, però, avrebbe risposto con certezza. Di certo, al momento, la fretta aveva imposto una scelta forzata. Il plenilunio era imminente: non avevano osato mancarlo. Sebastian, poi, era abituato a compiere quei viaggi da solo. Avrebbe potuto concludere la missione anche da solo, in casi estremi. Si guardò bene dal dirlo: suo nonno gli aveva insegnato che certe cose era meglio tenerle per sé.

    La Jeep si era fatta avanti con coraggio, ma era contento di averla abbandonata così presto. Gli Incubi, a volte, infestavano anche i macchinari. Scuoté la testa. Se all'arrivo la Luce del Deserto sfolgorava brillante, in colori cangianti e caleidoscopici, adesso quelle luci erano visibili solo dall'esterno. Avevano soltanto un'ora per entrarvi, stando alle leggende -magari lo stesso tempo per esplorarla tutta. Una Luna dorata, dietro a grandi cupole di vetro e diamanti, illuminò le strade deserte della Città.
    Con la coda dell'occhio, Sebastian catturò il Dottor Karim, intento a... cosa stava facendo? Sgranò gli occhi. Si avvicinò al marchingegno, senza però ostruirne la visuale. Qualunque cosa fosse, era chiaramente utile al professore. Cercò allora di studiare l'oggetto dall'altro lato e, balzando nel tentativo di raggiungere Karim in altezza, scoprì che le immagini della Città venivano come catturate -come mai così piccole?- e imprigionate in un vetro.

    Bello! Un sorriso fece largo sul suo viso. Una magia cattura immagini: ne voglio una anche io!

    Il dottore, però, non gli rispose. Forse quell'oggetto faceva molto altro. Magari era esso che permetteva al professore di studiare così bene i resti della Luce. Gli trotterellò vicino, sperando in un momento per poter arraffare l'oggetto e carpirne i segreti. Solo la densa foschia lo distrasse, ma, se in un primo momento aveva messo mano alla borsa pensando di over affrontare del veleno, si rilassò quando comprese che non aveva niente da temere dalla nebbia. Di certo non poteva intralciare il loro cammino!

    “Alcuni interpretano il leone anche come un simbolo di empietà”

    Sebastian inarcò le sopracciglia. Non mi piacciono gli animali: sono i primi a trasformarsi.
    In particolare, i corvi e i cani. Una volta aveva trovato anche degli ibridi: cani con teste di corvo e corvi con testa di cane. Entrambi rumorosi, puzzolenti e molto fastidiosi. Provava un certo sollievo nell'ammazzarli, anche se il nonno gli aveva sempre raccomandato di non lasciarsi trasportare da sentimenti tanto empi. Forse sono un Leone anche io, pensò. Alzò lo sguardo. Non ci fu un ruggito, poco prima di...

    Sebastian si bloccò di colpo. C'era qualcosa nell'aria. Mentre i compagni di ventura parlavano di rumori o voci, lui sentiva un verso. Il ringhio sottile ma roboante di un animale. Un felino, forse. Qualcosa di grosso. Ma non riuscì a localizzarlo. Sembrò provenisse da ogni lato. Guardò d'istinto la spada e vide ch'era ancora di legno.

    State calmi. Si girò verso gli altri. La Black Marsh si tramuta in metallo in presenza di un mostro, ma qualsiasi cosa stiamo sentendo, o non è nei paraggi o forse non è reale. Allucinazioni da Sogno: non erano una novità, ma non era bene prenderle sottogamba. Restiamo sull'attenti e proteggiamo il professore.

    Il ruggito aumentò, ma nulla sbucò all'orizzonte e la sua spada era ancora di legno. Cercò nei dintorni tracce o segni, tracce del passaggio di altre creature o entità di ogni genere. Per ora era certo di potersi fidare solo delle sue capacità, ed era deciso a sfruttarle.

    VARIE

    Mana totale: 95%
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    Stato Fisico: ottimale
    Stato Emotivo: contento

    Equip:

    Porta-Oggetti Borsa porta oggetti + Passiva di Tasca Dimensionale.

    Black Marsh katana (74cm) + Passiva di Cambio-Forma (da legno a metallo).

    Runa dei Cacciatori Runa + Passiva di Informazioni Quest Aggiuntive.

    Passive:

    Insight: Mossa Prioritaria

    Attive utilizzate:


    Attive in corso dal turno precedente:


    PS:

    Sorry :(

     
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    Il Professore fece qualche respirò profondo in modo da riprendere la concentrazione; poi il suo sguardo ambrato saettò tra le mura delle case circostanti e più di una volta avvistò ombre che vagavano tra i vicoli e facce inquietanti affacciate alle finestre. Tuttavia qualcosa continuava a contorcersi nelle budella dell’insegnante: una sensazione che suggeriva che per quanto spaventoso quello che accadeva non poteva nuocere loro, almeno per ora. A dirla tutta non era la prima volta che Karim provava qualcosa del genere; gli accadeva spesso davanti ai saltimbanchi e illusionisti che di tanto in tanto bizzicavano a Merovish e spesso davanti agli ologrammi utilizzati durate le lezioni. Inoltre, con ciò che aveva appena confidato Sebastian, bastava far due più due per capire che si trattava di illusioni.

    “Ti ringrazio Sebastian e mi raccomando ricordiamoci che anche la Signorina deve tornare a casa sana e salva!”

    Disse il Prof. indicando Ami.
    “Comunque credo proprio che Sebastian abbia ragione e ho posso supporre con un lieve margine di errore che la causa sia la nebbia. Al piano superiore non abbiamo riscontrato questi tipi di problemi, inoltre me lo sento… nella pancia!”
    Sorrise Karim per poi iniziare, quasi fosse impazzito, a disegnare in aria degli strani simboli con la mano libera dalla telecamera. Al che la fitta foschia si allontanò per qualche metro dal suo corpo e, in subordine, anche da quelli degli altri.
    -Come voleva dimostrarsi! Statemi vicino e non dovremmo avere problemi. Ho utilizzato un incanto abbastanza potente per tener lontane eventuali interferenze. Onestamente è la prima volta che mi cimento con questo esercizio in un ambiente tanto ostile e quindi…no, volgarmente non so quanto durerò. –
    Il Professor Fusa insegnava di tanto in intanto -perlopiù come supplente- medicina runica all’Accademia Alchemica e lì aveva imparato un trucchetto simile.

    “Prof. si tratta di un ufficio pubblico!”
    La doppia voce di Ami surclassò i suoi grugniti mentre con una mano bitorzoluta la goblin puntava il fascio di luce su una scritta fuori dal monumentale palazzo dalla bella cupola.
    “Un tribunale!” Aggiunse Karim pieno di entusiasmo riprendendo la scritta antica. “Bene! Qualcuno vuole sfondare la porta?”
    “Prooooooof!”
    Lo rimproverò la goblin con quella che ormai Karim considerava un’esclamazione tipica degli studenti.
    “Dai… non c’è tempo per le mezze misure, dobbiamo prendere più informazioni possibili. E poi in fondo in fondo anche io ho l’animo ribelle di un merovisho.”
    Scherzò Fusa col brio tipico dei docenti giovani.
    “Signori, prego… divertitevi!”
    Si rivolse a Lanyan e Sebastian.



    (Pausa a lavoro e posto!)
    Energia: 100%-10%=90%
    Lucidità: 90%

    Riassunto: Usando Trick Detector e Mind fuckalert ha studiato il problema e ha utilizzato il suo potere per tenere lontane le allucinazione da lui e anche da voi. Trattandosi di un "attacco passivo" attraverso l'ambiente circostante ho speso un medio per tre pg e un png (magari è 'na boiata ma il prof è un tipo previdente).



    PASSIVE


    • Trick Detector: Nel corso del tempo i due professori hanno sviluppato la capacità di riconoscere qualunque trucco mentale.

    • Mindfuck-Alert: Karim è due professori. Devo aggiungere altro?

    • Duality: In Karim albergano le identità uniche di due gemelli omozigoti di sesso opposto. Ogni ventiquattro ore queste si alternano allo scoccare delle due/tre del pomeriggio, ora solare/legale. Ciò avviene attraverso la metamorfosi del corpo e dei ricordi dell'individuo, mentre la coscienza rimane immutata e per questo anche le conoscenze e abilità. Ogni volta che un fratello entra in scena l'altro si 'addormenta', pertanto i due non hanno necessità di dormire una volta in gioco.

    • Nevermind: I fratelli Fusa vestono permanentemente l'abito tipico della saggezza. Ogni volta che prendono la parola è tale l'ammirazione che suscitano nel prossimo da esercitare quasi uno stato di coercizione. Ciò li rende abili oratori e temibili avversari nel mondo della politica.

    • I Am Machine: Potere che permette ai fratelli Fusa di carpire ogni singolarità dell'individuo con cui interloquiscono: movimenti facciali, corporali, tono della voce e abbigliamento. In modo da poter tracciare uno schema più o meno preciso della persona che hanno di fronte. Ad esempio potranno comprendere la professione e l'indole di chi hanno di fronte; capacità utilissima per scovare indizi. Starà al QM decidere eventuali dettagli che solo Karim/a sarà in grado di notare.

    ATTIVE (Difensive)

    • Tournitique: La difesa consiste nel proiettare nella realtà dalla mente di Karim formule runiche sotto forma di barriere a 360°. A seconda della composizione esse possono essere volte a difendere da attacchi di natura fisica, mentale, illusoria o energetica. In caso il gemello le modifichi adeguatamente queste possono essere indirizzate a proteggere altri individui.
    (Variabile)
     
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    LAZAV
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    EVERSORI DI MEROVISHHOUSE DIMIR
    Lenyan
    Illusioni? Suggestioni? Semplici credenze o più articolate allucinazioni? Kamar non sembra volersi concedere nemmeno a chi l'ha penetrata e ciò, indubbiamente, pone un ostacolo tutt'altro che preventivato.

    Se lo dite voi cervelloni... vi credo!
    Però questa foschia non puzza -e di solito tutte le cose malvagie lo fanno...

    Nelle veci di un Lenyan remissivo e prono a prestare ascolto ai più saggi, il Genio comincia a guardare con diffidenza quella nebbia sospetta fonte dei sussurri e delle voci succitate: oltre la finzione e la coerenza ch'egli deve reggere -oltre perciò lo scarso acume del mezzorco e la facile impressionabilità che una cultura limitata impone- il Pasha in incognito non gradisce affatto l'essere caduto vittima di un tranello sensoriale. Per chi come lui vive al confine tra verità e mezogna, traendo soddisfazione nell'inganno altrui e parimenti lucrando sulla manipolazione delle informazioni in quel della Tana... vedersi giocare lo stesso brutto tiro assume il significato di uno smacco non da poco, specie se il tutto è passato così in sordina da non insospettirlo minimamente.

    WOO! MAGIA!
    Sei anche un mago?

    Ma la breve attenzione -o presunta tale- del brunito ragazzo vien presto catturata dagli incantamenti runici di cui lo stesso Karim dà prova: non che Lazav sia davvero così disperato da non distinguere la reale fonte nonchè natura di quell'espediente, non che il Genio non sappia perlomeno intendere la relativa funzione prima di saggiarne con mano gli effetti (di fatto desumendola dal contesto e dalle dichiarazioni del professore)- ma nella pantomima ch'egli veste di comune accordo con l'identità fittizia tale è il suo ruolo. Uno sciocco, gretto nativo delle sabbie, capace di condurli sani e salvi fin sul limitare della Splendente Città Perduta ma -per tutto quel che ne consegue- nient'altro che uno stolto, limitato mezzorco originario del deserto.

    Sì, capito: dobbiamo sbrigarci!

    E pertanto, dando rapido corso alle direttive ricevute, quel medesimo spiantato ragazzo si metterà alla ricerca di indizi valevoli od ogni altro genere di utilità: senza perdersi nell'ammirare la deliziosa perizia di quel contrasto illusorio (principalmente perchè, come detto, chi si nasconde dietro le fattezze di Lenyan ben conosce quel genere di pratiche seppur sotto un diverso tipo di approccio), senza replicare la scenetta per la Black Marsh e la relativa, sconvolgente capacità di mutar sostanza in presenza delle sole minacce tangibili, ecco che quel tribale autoctono dai canini sporgenti passa al setaccio una gran quantità di macerie e rovine sparse, dissepellendo perlopiù ciarpame senza azzardarsi ad uscire dall'area protetta allestita dal professore che li accompagna.

    Indi, quando Doppiavoce rinviene la presenza d'un tribunale e lo indica tanto a Karim quanto agli altri, l'urgenza di violarlo al fine d'investigare al suo interno spinge il gemello merovisho ad una proposta che mai nessuno -nemmeno Amy, in effetti- si sarebbe aspettato giungere da qualsivoglia bocca se non quella di Lenyan stesso: sfondare la porta? Ma stiamo scherzando? Che insegnamenti sono quelli d'un professore dell'Accademia? Mica si abbasserà al livello di un ladruncolo qualunque, vuoi mai che mimi le discutibili scelte di un teppistello!

    SI'! SUPER! GRANDE IDEA!

    Erompe invece entusiasta il mezzorco al seguito, gli occhi già lucenti per la prospettiva di menare le mani. Se non che, in effetti, Lazav è tutto fuorchè un guerriero e così -cerando di appianare le divergenze tra il ruolo che incarna e la realtà di cui è costituito- egli si giocherà la carta fattore tempo come giustificazione ad un approccio ben più immediato e meno sfiancante... in special modo se al quadro in esame si aggiunge la postilla è meglio evitare di far danni.

    Ma a ben pensarci ne ho una ancora migliore -una che forse i ribelli di Merovish non hanno ancora scoperto: perchè forzare una serratura quando la si può aprire senza difficoltà?

    Un sorriso sornione guida allora la mano dello scapestrato dalla pelle scura fin al borsello che pende dal fianco, rimestando al suo interno per estarvi subito dopo una criptica scheggia di quella che parrebbe essere ossidiana lavorata: veicolando allora un misero obolo d'energia -senza ricorrere ad incanti di sorta o a sotterfugi parascientifici- quel caotico ammasso di sfaccettature picee prende a modellarsi fluido ed ormai privo di forma, dimodochè esso vada a costituire un negativo perfetto nell'esatto istante in cui il Genio lo inserisce per la fessura del chiavistello di cui sopra.
    Un ultimo scatto -ed un cigolio poco rassicurante nello scostare i battenti dell'uscio- sono perciò tutto quel che li separa dalla sede istituzionale loro innanzi.

    Impeccabile guida nel deserto e pure finissimo scassinatore: vedete che avete fatto bene a scegliermi, sì?
    PASSIVE SKILLS
    DIMIR DOPPELGANGERMETAMORFOSI SCENICA
    QUICKCHANGEMETAMORFOSI DELL'ANIMA
    TAVERN SWINDLERSPARABALLE (ANTI-AUSPEX)
    TRAIN OF THOUGHTMINDFUCK-ALERT (AUSPEX)
    EQUIPMENT
    DIMIR CLUESTONEBUSSOLA DEI DESIDERI (ARTEFATTO)
    DIMIR KEYRUNEPASSEPARTOUT (ARTEFATTO)
    DIMIR SIGNETMARCHIO DEL VUOTO (ARTEFATTO)
    ACTIVE SKILLS
    BASSOKEYMASTER ROGUESFIS
    ENERGY95%CONDITIONSPERFECT


    Edited by AnimeHunter - 12/7/2018, 20:41
     
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