[Quest] Happy Easter

A tale of Bunnies #1

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    ???


    Heil…tictac…mio Signore!
    Una voce umida e spezzata riecheggia nell’antro e rimbomba creando degli echi distorti che ricordano vagamente le risate di un folle.
    Gli altri presenti si limitano a chinare il capo rispettosi.
    La figura imponente del leader si avvicina al circolo ristretto che egli stesso ha riunito.
    Potrebbero esserci dei problemi con il prossimo villaggio.
    Proprio così, tictac lo avevo detto!
    Fulminio lo sguardo ferale zittisce il mistico che cela il viso dietro le grandi orecchie soffici. Ha esagerato, esagera sempre.
    Lord Tic-Tac intervieni come meglio ritieni, lascia che la tua visione ti guidi.
    Invece Lord Fuffino, inviate un guardiano a difesa del centro di mungitura.

    La risposta è un’imponente un tintinnio sinistro, quello di una grossa mano che cozza contro uno scudo scintillante.


    Villaggio di Umezan


    I fiumi scorrono sempre. Placidi secondo le leggi di natura incedono, scavano, saltano e stagnano senza porsi dubbi o domande. Ignorano quelli che sono i problemi degli esseri senzienti, seguono le loro regole e si disinteressano completamente.
    Eppure, lo scrosciare di un piccolo torrente della zona nord del presidio Ovest sembra quasi un fitto chiacchiericcio che si intreccia. Quasi come una comare che bisbiglia una notizia calda sentita poco fa.
    In realtà la notizia calda è veramente partita da una comare che lava i panni nel ruscello insieme alle altre donne del villaggio. Delicati occhi a mandorla che si intrecciano in un chiacchiericcio fitto, quasi quanto i colpi di saponetta per lavare via lo sporco dal bucato.
    Ho sentito dire da mio marito che spesso commercia con il villaggio di Meneko, che quando è andato lì qualche giorno fa non ha trovato nessuno…un villaggio fantasma! E’ questa la fine che faremo anche noi! I demoni ci faranno scomparire una famiglia per volta…avete sentito dei Kabe? Non è vero?
    Ed ecco che senza nemmeno farsi lusingare un po’ subito la vecchia lavandaia, seduta qualche metro più a monte rispetto le altre, le informa delle notizie succulenta.
    Devo dire che la scomparsa di Amiko non mi dispiace affatto, continuava a cinguettare vicino Kira e lo portava sulla cattiva strada; comunque il capovillaggio ha detto che si è allontanata tra i monti per recuperare alcune erbe ed è stata trovata morta in un crepaccio. Pace alla sua anima.
    Risponde arguta ed informata Eleonor mentre armata di spazzola si accanisce contro una macchia di stufato sul bavero di una camicia bianca.
    Tutte fandonie, tutte fandonie!
    Riprende la moglie del mercante che ora si anima, si alza in piedi lasciando una lunga tovaglia sguazzare nell’acqua calma del torrente di montagna.
    E cosa mi dici? Credi che Yoki sia veramente scappata con un mercante dopo essersene innamorata perdutamente? Ti sembrava il tipo? Si, certo era una lussuriosa e lo sappiamo tutte, ma non è certo plausibile! E poi, ancora, Rowa? Iko? Lolu e Punzo? Dove sono? Credi veramente che sia sino trasferiti nel cuore della notte, lasciando qui tutti i loro averi? Per cosa? Credi veramente che una famiglia scappi di colpo perché una vecchia zia è morta?
    E tutte queste sparizioni in così pochi giorni?
    Coincidenze? Io non credo!

    Sibila come una serpe mentre continua il suo comizio. Si vede che è una che ci sa fare in queste cose. Modula il tono, agita le mani quasi a voler plasmare le sue parole per renderle più reali. E’ persuasiva, colorando un po’ il racconto, calcando un po’ la narrazione, ma al contempo mostra i fatti per quello che sono.
    Gli occhi di tutte sono calamitate dalla narrazione. Qualcuna mugugna, molte annuiscono con vigore oramai persuase dall’anziana.
    Queste sono fandonie belle e buone, mie care e se ci credete siete delle stupide!
    Sbuffa infine immergendo i piedi sino alle caviglie nell’acqua fresca per poter riagguantare il lenzuolo che viene lentamente sollevato. Una lunga stria rosata gli dona un nuovo colore. Una serpe rossa, sempre più rossa, dal monte del ruscello sta tingendo di sangue il bucato del villaggio.
    Nessun chiacchiericcio, solo urla.

    A seguito del ritrovamento della testa mozzata del primo Ranger Wei nel torrente adiacente il villaggio, il conto delle persone scomparse ammonta a ventiquattro.
    Io, Ooka delle Nubi incrociate, in qualità di Capo Villaggio ricerco la figura di tre avventurieri che difendano il villaggio e scoprano chi si è macchiato di tali crimini.
    Il pagamento verrà corrisposto con beni di primo consumo e valuta locale.


    Chi accetterà tale proposta, affissa in buona parte delle bacheche del regno e scoccata di bocca in bocca come diceria nelle migliori taverne del semipiano, verrà calamitato presso il piccolo villaggio.
    Coloro che hanno accettato saranno riuniti in una locanda alla periferia della città. Ognuno riceverà una camera spartana e spoglia.
    Una sera, dopo un paio di giorni di attesa, venite tutti riuniti nella sala grande: una stanza completamente in segno con un grosso bancone oramai vuoto ed una serie di tavoli disposti a semiluna rispetto un caldo camino che riscalda ed illumina la fresca serata.
    Il capovillagio sta per arrivare ad illustrarvi la situazione.
    Oltre voi, nella stanza, c’è solo un ragazzo dai capelli color cenere, il volto coperto da una maschera bianca, il torace muscoloso ben in vista. Ai piedi della sedia un bastone corto pieno di spuntoni, una specie di arma rudimentale. Non parla, di tanto in tanto vi scruta guardingo. Negli ultimi giorni non è mai uscito dalla sua stanza.



    Angolo del QM #1
    Spero sia tutto abbastanza chiaro. In realtà tutto è poco chiaro, mi rendo conto ma con il tempo capirete tutto.
    Un villaggio è stato completamente ripulito e sembra che ora ci stiano provando anche con un secondo.
    Il capovillaggio, dopo varie menzogne, ha deciso di reclutare qualcuno. Dopo qualche giorno di attesa per l’arrivo di nuovi avventurieri, siete tutti richiamati in una semplice locanda per fare il punto della situazione.
    Decidete pure da voi se siete arrivati già da qualche giorno o da poco, la cosa non influirà sulle “conoscenze” dei vostri pg. Nel villaggio regna la legge marziale, quindi nessun ha parlato con voi e nessuno si aggira per le strade.
    Per ogni dubbio scrivetemi pure dove preferite.
    Giro solo di introduzione, quindi scadenza a breve.

    Scadenza: 16/02/18

    Bando: Qui
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

    2euoc53


    Endlos apparve a skekDor come un mondo bizzarro, quando il dio, abbandonati i flutti del Maelstrom, ricadde su di esso con la leggerezza di una piuma.
    Non solo i creatori del semipiano sembravano essersi volatilizzati nel nulla, ma la razza umanoide, rispetto alle altre, aveva rapidamente preso il dominio di ogni cosa.
    Avrebbe tollerato di certo tutto ciò, se l'uomo non si fosse permesso di provare ad assoggettare le leggi di natura attraverso la tecnologia.
    Dei tanti misfatti che lo Skeksis non perdonava ai mortali, quello di piegare le energie primordiali al loro scopo, attraverso l'uso del freddo metallo e di diavolerie animate da grotteschi intrichi di fili e ingranaggi, rientrava fra i più gravi. Forse secondo solo alla bestemmia. Ma non era, in fin dei conti, anche l'uso della tecnologia un modo come un altro per nominare invano il nome degli esseri superiori? skekDor era convinto di sì.

    Per questo, raramente si recava all'Ovest. Quel Presidio, più di tutti, adoperava simili diavolerie. Aveva persino scorto, sempre dalla distanza, una città presumibilmente di sole macchine. Quale orrore!
    Eppure, era proprio in quel luogo che viveva la strega Jester, uno dei tanti alleati che il mezzo-Mistico aveva raccimolato in lungo e in largo per Endlos, calcandone la superficie coi suoi soli nudi piedi.

    Ma perché skekDor, allora, si era spinto appena qualche giorno prima nuovamente verso l'Ovest? Non c'erano faccende ben più interessanti ad aspettarlo al Nord e al Sud? O in qualunque altro posto?
    Presto detto, il reale motivo: la possibilità di accrescere il numero di suoi fedeli, offrendo agli endlossiani ancora un pizzico delle sue facoltà divine.

    Mentre vagava con lo sguardo sulla bacheca del Bazar delle Talpe, giù a Merovish, mai si sarebbe aspettato di trovare un annuncio riferito alla sparizione di diversi umani, in uno sperduto villaggio del Presidio adiacente. Il foglio era un po' stropicciato, e doveva esser lì già da qualche giorno.
    A Merovish arrivavano così tante richieste d'intervento che, spesso e volentieri, buona parte di esse passava in sordina. L'azione combinata dell'umidità e del veloce "ricambio" di offerte trasformava fogli di appena poche ore in logore pergamene dall'erronea fattura antica.
    Ad ogni modo, intuendo la possibilità di un guadagno facile, skekDor decise di agguantare quella stravagante occasione al volo. Doveva far presto, però. L'annuncio parlava di tre avventurieri: non uno di più, non uno di meno!
    Concentrò la sua mente sullo spirito di Jester e, in un battito di ciglia, si teletrasportò a casa sua. Da lì, raggiungere il villaggio in questione non gli richiese che poche ore, forte del potere del vento e della guida degli spiriti erranti.

    L'accoglienza, di primo acchito, non fu proprio delle migliori. Pur non palesando sin da subito la sua natura divina, lo Skeksis ostentò un certo disappunto nell'apprendere che avrebbe dovuto trascorrere ben due giorni in una stanza che ben poco si confaceva a una figura di spicco. Comunque, poco gli cambiava.
    Una finestra da cui assistere all'alba c'era. Il minimo sindacale per chi necessitava dei raggi solari per rigenerare il proprio corpo.

    In ogni caso, fece il possibile per ridurre a zero i contatti col prossimo. Dal giorno del suo arrivo a quello della chiamata non lasciò mai la sua stanza, almeno fino a che non fu l'ora di chiacchierare col "grande capo" della faccenda per cui lui e altri due avventurieri erano stati chiamati.
    La domestica incaricata di sistemare la sua stanza avrebbe trovato tutto al suo posto, compreso il giaciglio. L'ambiente le sarebbe parso uguale a come l'aveva lasciato qualche giorno prima, eccezion fatta per un pesante odore di morte ed essenze profumate.

    La riunione si tenne in una grande sala, attorno a un bancone circondato da tavolate disposte a semicerchio.
    Mugugnò stridulamente, lo Skeksis, quando riconobbe un volto noto fra coloro che avrebbero aderito con lui all'impresa: c'era la femmina di tritone, quella con cui s'era intrattenuto a Laputa ormai diverse stagioni fa! Chissà se nel frattempo aveva mutato giudizio, rispetto alle sue credenze...

    In ogni caso, per ora a parte lanciarle una veloce occhiata, preferì concentrarsi sugli altri due.
    Di uno non c'era molto da dire. Umano, probabilmente: brandiva un rozzo bastone chiodato, e teneva una maschera a celargli il volto.
    L'altro, al contrario, era oltremodo peculiare. Di volpi skekDor ne aveva viste parecchie, durante i suoi viaggi. E ne aveva assorbito l'anima.
    Mai, però, si sarebbe aspettato di trovarne una dal portamento umanoide.
    La scrutò a lungo, visto che al momento del capovillaggio non c'era traccia.

    Quanto a Mugen, questo il nome dell'enigmatico volpone, non avrebbe potuto fare a meno di urtarsi il naso con l'olezzo proveniente dallo Skeksis. Gioie e dolori del possedere un olfatto molto sviluppato, indubbiamente

    Salute: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Fu durante il suo girovagare per le terre dell’Ovest che Mugen si imbatté in quella misteriosa richiesta di aiuto. Dal canto suo era sempre stato ben disposto a mettere la sua spada e il suo artiglio al servizio di una giusta causa, anche a dare la vita se necessario. Ma di questi tempi offrire i propri servigi in cambio di un pasto caldo e magari qualche soldo poteva tornare utile anche ad un demone come lui. Peccato solo che non fossero in molti -tra gli umani- ad avere una mentalità abbastanza aperta per ingaggiare una kitsune. C’era chi era diffidente, chi ne aveva paura o chi si offriva di pagarlo senza chiederne l’aiuto in cambio solo per timore di essere fatto a pezzi e divorato. C’erano poi quelli che si rivolgevano a lui per bieche ragioni, scambiando il Demone Volpe per un assassino su commissione. Assai lontano dall’accettare spesso e volentieri finiva per mandare all’aria i piani di questi furfanti.

    Poi c’erano loro… i disperati.
    Quelli che avevano davvero bisogno di aiuto ed erano disposti ad accettare chiunque.

    Fatto sta che la Volpe aveva deciso di raccogliere la chiamata e così, dopo qualche giorno di viaggio, eccolo arrivare al villaggio di Umezan. Fu chiaro fin dall’inizio che l’atmosfera non era delle migliori.

    Le strade erano deserte e fatta eccezione per il locandiere che lo aveva accompagnato nella sua stanza non aveva avuto interazioni con nessuno. Si limitò quindi ad aspettare che il Capo Villaggio si facesse vivo per metterlo al corrente dei fatti. Nel frattempo non gli restava che attendere, consumando le pietanze che gli venivano offerte e godendosi un po’ di sano riposo nella piccola stanza che gli era stata data. Era abituato a dormire tra i boschi e per lui quell’ambiente semplice e spartano era quasi un lusso.

    Fu solo dopo un paio di giorni che gli avventurieri che avevano raccolto la richiesta di aiuto vennero convocati nella sala comune della locanda. La Volpe prese uno dei posti più vicini al camino nella speranza che gli odori di fumo e di legna bruciata riuscissero a coprire il tanfo di carne in putrefazione che aleggiava pesante nella stanza. Non che ci fosse davvero un cadavere, ma tra i presenti c’era una creatura che ci andava molto vicino.

    Pensò ad un non-morto, esaminando quella specie di avvoltoio in decomposizione. Ma a pensarci bene quella vecchia mummia di Khatep non puzzava così tanto, o almeno così gli sembrava di ricordare.

    In ogni caso doveva conviverci.
    Cercò di mantenere i nervi saldi e minuto dopo minuto il tanfo parve diventare più sopportabile. Sperare di abituarsi era davvero un’utopia, ma quantomeno doveva riuscire a isolarlo e distinguerlo dagli altri odori. Era chiaro che avrebbe dovuto imparare a collaborare con quella creatura.

    Del Capo Villaggio intanto non sembrava esserci traccia, così Mugen si limitò ad attendere in silenzio -come gli altri del resto-, rilanciando di tanto in tanto le occhiate dell’umano mascherato.



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Bonus alla Forza
    Auspex Olfattivo
    Auspex Uditivo
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), udito iper sviluppato (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Passiva di volo
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Malia di riverenza quando impugna Anguirel
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma anche con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione. (Malia di riverenza)


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    ZEGANA
    ZEGANA ¤ PRIME SPEAKER
    SIMIC¤ ¤ ¤100%
    Da quando è approdata su Laputa la Portavoce dell'Alleanza Simic non si è poi spostata molto, salvo che per il tragitto che conduce dall'alloggio ch'ella occupa nel girone più interno della città volante al corridoio che permette l'accesso al suo studio sito nel Magisterium. La di lei quotidianità verte infatti tra catalogazioni di specie botaniche d'interesse, l'allestimento delle serre dimensionali per le quali ha ricevuto assistenza dallo staff della stessa Accademia di magia e, ovviamente, la compilazione d'interminabili plichi burocratici nei quali ella certifica l'assoluta necessità e la pari buonafede della sua attività di conservazione. Insomma, non un'esistenza aprticolarmente attiva o movimentata, laddove essa si profili comunque come una somma d'incarichi di massima responsabilità, arduo compimento e, nondimeno, tediosa routine. Ma, pur non considerando il fatto che dopotutto a Zegana ciò non dispiace -che la sua vita, in qualità di prima dignitaria della gilda che per l'appunto rappresenta, ormai da tempo si è adattata a questa mole dincombenze- bisogna ben ammettere che è un lavoro da sogno: quanti altri possono ambire d'intrattenersi con Magistri d'altissimo calibro (magari applicandosi pure per diventarlo in prima persona, a breve) entro un ateneo saturo d'incanti e di meraviglie (là dove le energie non sembrano mai sciuparsi, là dove la sperimentazione è addirittura incoraggiata) sotto l'egida amorevole di un governo che riconosce il valore della conoscenza (il che non è poca cosa, per quanto voci insistano che perfino Merovish si sia recentemente mossa in tal senso) a pochissimi passi da ogni eventuale comodità (si trattino di sale da the per un leggero scambio d'idee, di giardini floridi ove riposare gli occhi e rinnovare l'ispirazione o di botteghe ove le chincaglierie più incredibili rivelano che ogni applicazione arcana può generare creatività e stupore)? I Saggi di Palanthas, probabilmente. Ma nel Presidio Orientale non vi è alcuna isola volante colonizzata -nessuna fortezza fluttuante che possa vantare questo nome- e perciò... già, di fatto nessuno a parte pochi fedelissimi colleghi (o futuri tali) della tritone possono decantare la fortuna di poter approfittare d'una simile, impareggiabile occasione.

    Tutto ciò considerato, la domanda che segue giunge allora ovvia, puntualissima e -invero- alquanto pregnante: perchè diamine Zegana è con le pinne a mollo (e vabbè, questo potrebbe anche starci: è un pesce umanoide, in fin dei conti!) nei pressi di un villaggio dell'Ovest endlosiano (che sì, per carità, è giusto sotto l'orbita laputense, non così distante insomma!) raccogliendo sementi ed altri campioni di suo interesse (qui neanche vi rispondo, dovreste saperlo!)?
    Presto detto: ella attende. Attende che il capovillaggio di Umezan -questo il nome del piccolissimo borgo presso cui è attualmente ospite- si palesi e, a seguito della chiamata alle armi agli avventurieri di cui si è reso artefice, fornisca delucidazioni in merito all'annuncio che rimbalza di chiacchiera in chiacchiera sin da quando la tritone è scesa dal Presidio Errante per del lavoro sul campo. Semplice, conciso, impeccabile. Solo che sono almeno due giorni ch'ella ha risposto all'appello e -in tutta onestà- impegnata come può dirsi Zegana ha colto l'occasione per procedere con i propri campionamenti benchè si ritrovi leggermente oltre i limiti territoriali inizialmente pianificati. Poco male, comunque: prima o poi sarebbe comunque giunto il turno di classificare anche la flora di questo angolo tra l'occidente e il settentrione e perciò... basta considerarlo un avvantaggiarsi sui tempi, ecco. Il vantaggio c'è tutto, peraltro: una volta risolto il mistero che affligge i villaggi della zona -e così scongiurato il coprifuoco forzato dei quali son vittima- la Portavoce potrà finalmente richiedere udienza agli anziani ed ai farmacisti di qui, così da velocizzare non poco la raccolta di dati ed informazioni circa i nomi comuni, gli usi e le tradizioni delle erbe spontanee di questi pendii.

    Non c'è da stupirsi, allora, che la fatidica serata in cui l'adunanza si concretizza -quando finalmente, attorno al fuoco della locanda ove la Portavoce riposa, gli eventi promettono di prendere avvio- la tritone calchi le scene con il di lei tipico algido incedere, l'espressione apatica cui non rinuncia se non in rade occasioni e, ancor meglio, con quell'alterigia propria di chi non si sente minimamente in difetto ma anzi non avrebbe problema alcuno nel rivoltare quest'assente preoccupazione contro i propri ospiti. In questo, ovviamente, il ritmico rintocco del tridente poggiato a terra -personale sigillo che ne scandisce l'avanzata verso il centro della stanza- e l'accompagnarsi ad un costrutto legnoso -un elementale silvano di sua creazione e pieno dominio- non fanno che accrescere l'aura di potere che la stessa già irradia sotto forma di una perpetua malia di carisma.
    Non c'è da stupirsi perchè, in parte, questo atteggiamento è dettato dal non voler prolungare oltre -se priva di valide motivazioni- la digressione che s'è concessa visitando il presente villaggio. Non c'è da stupirsi -o ce n'è ancor meno, se volete- perchè dall'altra gli occhi della capogilda Simic han scorto, già accomodato innanzi il camino, uno sgradito ospite: lo Skeksis con il quale, ben più di dieci lune orsono, ella s'è lasciata a male parole e tentata baruffa. Non c'è da stupirsi, invero, perchè da un diplomatico della sua caratura -da una fine e navigata ambasciatrice sua pari- nessun gesto inconsulto o aperta faida sono attesi, quali che possano essere i frangenti pregressi.
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    ???


    Sarà tutto molto interessante tictac-sai?
    Il folle continua a parlare con il suo collega, il suo opposto. Se egli infatti è a capo della "mente" del gruppo, il suo opposto è colui che comanda il braccio armato dell'armata.
    Camminano in un lungo corridoio, ma il matto continua ad inondare il collega di mille frecciatine.
    Sono già sulla tictac strada, intendo dire quella buona. Presto capiranno cosa sta succedendo...e poi sarà per noi un gran bel tictac da risolvere. Se posso permettermi di consigliarti, caro tictac amico...manda uno dei tuoi guardiani migliori perchè quello che hai intenzione di inviare, tictac, è assolutamente inadatto! TICTAC ha parlato, fanne tesoro
    Lord Fuffino ziga in risposta un acuto. Lo ignorerà molto probabilmente; le "Cassandra" di tutti i tempi e luoghi, per definizione, devono essere ignorate.


    Villaggio di Umezan


    Il tempo passa e l'unica cosa che cambia è il crepitio del camino che via via che arde la legna passa da uno scoppiettante trillio ad un mogio scricchiolare. La temperatura all'interno dell'osteria sale di un paio di gradi e l'odore denso del fumo va a coprire quello acre di cadavere e profumo che già aleggia nella stanza.
    Lo strano figuro mascherato si limita ad osservarvi di tanto in tanto. Il piede si muove a toccare l'arma rudimentale al suolo per controllare che sia sempre lì. Questa situazione di stallo non gli piace e sembra puzzargli di trappola. Chi è dotato della capacità di percepire le illusioni o in ogni caso di coprendere cosa vi è di magico nella zona, potrà notare che la maschera del figuro emana una strana luminescenza, sicuramente si tratta di un qualche artefatto magico in grado di generare illusioni, o qualcosa del genere.
    Quando ormai avete probabilmente perso ogni speranza che la situaziona esca di questo pantano inesorabile, ecco che le cose cambiano.
    La porta si spalanca di colpo lasciando entrare un paio di folate di vento con una pioggerellina sottile sottile. L'individuo che si fa avanti è un grosso omone, alto quasi due metri con spalle piazzate e grosse mani nerbolute. Indossa un semplice kimono grigio in lana pesante, una fascia bianca alla cintola ed un paio di calzari alti di cuoio (che stonano leggermente con l'abbigliamento orientaleggiante). La pelle è pallida, gli occhi sottili e castani, due baffetti sottili coprono labbra appena disegnate. Il viso, di quello che si rivelerà essere poi il capo-villaggio, però è anche la spiegazione di quel soprannome che già conoscete "nubi incrociate": due grosse voglie violacee balloniformi partono dalle due mascelle e si incrociano poco sotto il naso.
    Il figuro, sulla quarantina, giunge ansimante e con gli occhi piccoli vi osserva attenti. La mano destra vi fa cenno di muovervi e seguirlo.
    Chiedo scusa per la poca galanteria. Sono molto lieto che abbiate risposto ben in quattro al mio annuncio, vi assicuro che vi sono risorse economiche per tutti. Ora, però, vi prego di seguirmi...perchè c'è già una scena del delitto su cui indagare. Mentre andiamo vi spiegherò tutto.
    E così rapidamente si volta e si avvia lungo la strada verso il famigerato luogho del delitto.
    Il villaggio di Umezan è uno dei tanti villggi della zona, nulla di particolare o segnalare. Poco distante dalla catena montuosa al Nord è riuscita a sopravvivere per diverso tempo sia grazie all'abbondanza dei minerali sia grazie alla presenza di diversi fiumi. I fiumi disegnano una sottile trama labirintica di isolette paludose su cui i cittadini hanno edificato varie strutture orientaleggianti. Le varie isole sono collegate da ponti più o meno strutturati per rendere più agevoli i trasferimenti. Intorno il villaggio solo grossi alberi, o per meglio dire la foresta è ovunque ed il villaggio vi si annida all'interno. Le temperature sono discretamente rigide ed un vento sottile sferza e sibila tra gli alberi.
    Accompagnati dal capovillaggio attraversate almeno due passarelle ed andate oltre l'isola centrale del villaggio su cui sono edificati almeno dodici edifici differenti, tutti quelli dedicati alle attività comuni. Attraversate un paio di isole popolate da singole abitazioni che sembrano vuote, prive di abitanti.
    Ventiquattro cittadini sono scomparsi, anche se dovrei dire che in realtà sono stati rapidi ed uccisi.
    E' la stessa identica sorte che è toccata ad un villaggio vicino, poco più di sessanta anime, scomparse in due mesi.
    Il ritmo con cui veniamo rapiti è rigoroso: uno al giorno, se un giorno ne vengono rapiti due, saltano un giorno. Non siamo riusciti a capire di cosa si tratti ne chi sia il colpevole. Le scene sono sempre linde o per lo meno non abbiamo mai trovato nulla di così evidente.

    Di tanto in tanto si volta verso di voi per controllare che lo seguiate e per esporre meglio il resoconto. La pioggia sottile continua ad investirvi e rinfrescarvi, se non fosse per il vento che rende tagliente la temperatura, sarebbe quasi piacevolmente rinfrescante. Diversi dei ponti che attraversante sono radenti l'acqua stagnante e paludosa su cui si dipana il villaggio, ora potete capire il senso di quei calzari così dissonanti; semplice comodità.
    Abbiamo attuato diverse tecniche per limitare i danni e trovare i colpevoli. Abbiamo cominciato con le ronde, senza successo. Abbiamo istituito il coprifuoco e questi dannati hanno cominciato a rapire intere famiglie. Anche se il villaggio non è grandissimo per come è dislocato, capite bene, che se succede qualcosa qui - indica una piccola abitazione isolata su un'isolotto argilloso - nemmeno il suo vicino di casa si accorgerà di nulla. Così abbiamo deciso di riunire la popolazione nelle case più grandi e dotarle di guardie. Abbiamo adottato questa misura da appena due giorni...due giorni di pace, motivo per cui ero quasi sicuro di potervi mandare via...ed invece non è andata così. Stanotte hanno colpito presso l'abitazione Woma, una delle più piccole. I miei uomini sono già lì, ma hanno solo circondato la casa.
    Si gira verso di voi accennando un sorriso. Capite chiaramente che si aspetta grandi cose da voi e che, nei limiti delle risorse che ha a disposizione, ha cercato di fare il possibile per preservare il suo villaggio da questa follia.
    Notate in lontananza, ad un paio di passarelle, una costellazione di luci che si muovono, probabilmente la vostra meta, manca poco.
    Il ragazzo dai capelli color cenere si muove con il gruppo, appena un passo dietro il capovillaggio. Dalle occhiate che si è scambiato con Ooka potreste immginare che i due si conoscono.




    Angolo del QM #2
    Altro giro introduttivo. Il capovillaggio arriva di gran carriera e vi porta verso la scena del crimine "fresca fresca" di rapimento. Durate la camminata vi spiega in dettaglio cosa è successo e quali sono state le misure prese per arginare il problema.
    Se avete domande siete liberi di farne. Il ragazzo mascherato, che pare conoscere già Ooka, segue il gruppo in silenzio.

    Per dubbi, domande e perplessità utilizzate pure il bando o contattemi.


    Scadenza: 23/02/18

    Bando: Qui
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

    2euoc53


    A una più attenta analisi, skekDor dovette ammettere che anche l'umano mascherato, dopotutto, avesse ben poco del mortale ordinario. La sua maschera, infatti, suscitava nello Skeksis strane sensazioni. Come se quell'artefatto non fosse un semplice strumento per celare le fattezze del volto, bensì un'arma in piena regola. Chissà, magari nell'arco dell'intera missione avrebbe avuto occasione di vedere all'opera un simile incanto.
    "Mmmh..." Mugugnò stridulamente a quel pensiero.

    L'atmosfera si fece pesante, visto che il capovillaggio ancora non si vedeva in giro. Almeno, presumibilmente per tutti gli altri. skekDor preferì infatti trascorrere quella che per un comune mortale sarebbe parsa un'eternità sprofondando in uno dei suoi soliti sogni a occhi aperti. Difficile dire se stesse scrutando nel passato alla ricerca di un qualche dettaglio utile, o se semplicemente si fosse arreso a controllare il futuro, per scorgere ciò che sarebbe dovuto avvenire di lì a poco. In ogni caso, per lui il momento della chiamata fino all'arrivo di Ooka trascorse in un battito di ciglia.

    L'omone che si palesò non diede affatto una buona impressione a skekDor. Tralasciando il pessimo gusto riguardo la cura del viso, indossava dei vestiti che stonavano fra loro, e per di più la cosa non sembrava preoccuparlo minimamente!
    Ciarlò riguardo il bisogno di seguirlo in fretta, che c'era qualcosa da mostrare loro. Un qualcosa che, contrariamente alle aspettative, accolse il giubilo dello Skeksis, visto che si trattava di nuove vittime. Non che ne fosse lieto in senso stretto: insomma, era lì per aiutare!
    Batté le mani un paio di volte alla maniera dei pargoli, il mezzo-Mistico, cinguettando allegro: "Oh, bene. Bene!"

    Considerata la planimetria del villaggio, anziché rischiare di finire coi piedi ammollo, skekDor optò per seguire il gruppo a tre palmi dal suolo. In altre parole, fluttuando nell'aria.
    Alterò dunque il suo centro di gravità eterico, intersecandolo con le dimensioni che continuamente attraversavano la realtà di Endlos. In tal modo, adattando di volta in volta la rifrazione della sua anima, poteva all'effettivo traslarsi da un punto all'altro dello spazio, come se volasse.
    E sebbene per gli endlossiani vedere qualcuno volare non fosse poi questa gran novità, di certo avrebbe destato in loro interesse notare che lo Skeksis applicasse una tecnica... piuttosto singolare. Le vesti non si muovevano sospinte dal vento, né i teschi e le cinghie tintinnavano fra loro. Era come se skekDor, fermo come una statua di cera, si muovesse in un ambiente privo di atmosfera alcuna. Altro fatto curioso: la pioggia pareva scivolargli addosso, persino sulle vesti, senza bagnarlo minimamente. Sembrava un corpo estraneo e refrattario ad ogni cosa che lo circondasse.

    Ad ogni modo, tornando alla faccenda, dopo aver superato un paio di isolotti su cui erano state costruite abitazioni, il "grande capo" parlò ancora. Narrò del fatto che sparisse una persona al giorno, e di come ciò fosse avvenuto già in un villaggio vicino.
    Quindi, svelò anche la sua strategia per opporsi al fenomeno: radunare intere famiglie nelle case più grandi, e difendere alla bene e meglio capre e polli.
    Una tattica pressoché inutile, visti i risultati. Ma ancora, skekDor tacque. C'era qualcosa che gli sfuggiva, un particolare che al momento non riusciva a mettere a fuoco. Snervante, davvero. Però, anche eccitante!

    E anziché provare a risolverla da subito alla sua maniera, preferì attendere per un altro po' lo svolgersi degli eventi. Non era da solo, lì. I tre tipetti con lui -ne era sicuro- avrebbero saputo intrattenerlo a dovere!
    Comunque, giusto per parlare per primo, mormorò: "Deduco che tu non sappia nemmeno in che modo trafughino i corpi. Ammesso poi che di corpi si parli. Se non ci sono tracce, non c'è da escludere che le vittime vengano rapite da vive, e magari "sistemate" altrove, con comodo."

    Salute: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:


     
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    ZEGANA
    ZEGANA ¤ PRIME SPEAKER
    SIMIC¤ ¤ ¤100%
    Com'è il detto? Endlos non fa distinzioni? Beh, calzante invero. Da quando la Portavoce ha lasciato Ravnica -da quando ella ha memoria e così crede, in effetti- ben pochi son stati gli umani a rappresentare quella discendenza che, stando alle cronache, infesta il multiverso e per lungo periodo ha rappresentato la maggioranza del semipiano. Ad essere onesti, infatti, il più delle situazioni nelle quali ella s'è ritrovata coinvolgevano invece specie e genìe fortemente dissimili, provenienti da storie e forieri di tradizioni che nulla o quasi potevano dire di condividere.
    E la riunione odierna non è da meno, per dirla tutta: allo skeksis e alla tritone si è unito un colosso dalle sembianze di volpe, mentre il solo apparente umano che staziona tra il fumo del caminetto e il lezzo cadaverico tristemente noto alla dignitaria ostenta di per sè una curiosa anomalia: nella foggia di quella maschera calata sul volto -intrisa di arcano potere e di malevoli intenti- la capogilda Simic ravvede un'eccezionalità da non sottovalutare, nonchè la legittima giustificazione della sua presenza frammezzo figuri ben più alieni.

    L'idillio dell'attesa infinita -così come la possibilità di spendersi in chiacchiere là dove nessuno dei quattro osa fratturare il pesante silenzio di scoppietti e mugugni- viene però interrotto dall'ingresso ritardatario di chi lì ha invocati: dopo manciate di minuti che paiono ore, infatti, Ooka delle Nubi Incrociate si palesa senza necessità di presentazioni e, senza nascondere un'indelebile firma in volto che ne certifica al di là di ogni dubbio l'effettiva persona, egli fornisce agli avventurieri riunitisi il triste sfoggio di tutta la propria inadeguatezza (ma pure della semplicità e dello scarso decoro richiesti per ambire al titolo ed agli onori di capovillaggio in quel nucleo di sperdute palafitte lignee).
    In Zegana nemmeno urge la necessità di renderlo edotto della propria levatura, preferendo quindi ignorare i convenevoli (così com'egli stesso li ha trascurati) per concentrarsi sull'affannata richiesta di un uomo incredibilmente annaspante nonostante la solida corporatura di cui dà prova a prima vista. Egli li prega infatti di seguirlo repentinamente, onde raggiungere la sede dell'avvenuto misfatto e cioè della più recente sparizione -quella stessa notte- presso una piccola abitazione di compaesani.

    Stando al resoconto che lo stesso capovillaggio stende, la ritmicità dei rapimenti (anzi: delle uccisioni) e le modalità assolutamente impeccabili con cui questi avvengono hanno tutto il motivo di destare ampi sospetti e preoccupazioni; ancor più, il ragguaglio sufficientemente dettagliato che quello offre li avverte che nessuna delle prime contromisure d'emergenza adottate ha portato frutto alcuno... o almeno, ciò si mostra vero alla luce del delitto appena compiutosi: ronde e guardie non hanno infatti impedito che a seguito di un paio di giorni di stallo l'attività delittuosa riprendesse e -per quanto Ooka non sia stato eplicito sul numero dei residenti Woma perduti in un sol colpo- la di lui tranquillità nell'esposizione lascia intendere che tutto proceda secondo la logica fin qui osservata, come a sancire un rituale che in certo modo produca cadenza ed abitudine distorte ma comunque rassicuranti contro l'ignoto e la paura generati da detti inspiegabili eventi.

    Mi permetto di sottolineare che con l'attesa che ci ha imposto si è, per quanto involontariamente, reso complice di questo nuovo crimine.
    Non soltanto: ci ha privato del tempo di analizzare la situazione con piena calma, di osservare gli eventi mutare in risposta al raggruppamento delle potenziali vittime e -contestualmente- di formulare domande ed ipotesi sulle quali avremmo potuto esperire in prima persona.

    Le primissime parole con cui la Portavoce s'indirizza a Nubi Incrociate promettono allora d'abbattervisi tanto impietose e secche ch'è difficile distinguerle da plateali accuse nè, invero, risulta ovvia una replica senza ch'egli ne risulti ferito (al pari del vento e della pioggerella attuali, fin troppo arcigni per chi non può vantare un'ottima affinità con l'acqua e con i pantani degli acquitrini).
    Ma tant'è: per inficiare la dignitaria è richiesto ben più impegno, per impressionarla vi deve essere giusta motivazione, per invocarne clemenza vuolsi che logica e raziocinio abbiano mosso ogni precedente azione. Ed il povero capovillaggio -schiacciato tra la consapevolezza che i propri amici, parenti e conoscenti son destinati ad una turpe fine e la vana speranza che un'idea tanto ovvia quanto di facile realizzazione possa realmente arrestare le sparizione (come ad ignorare volutamente che anche i vicini villaggi siano credibilmente giunti a quell'inefficace soluzione)- non può dirsi salvo dal giudizio implacabile della tritone.

    Ciò premesso, mi sfuggono le sue aspettative nel permetterci un sopralluogo dell'abitazione incriminata: ha già ammesso che le sparizioni non lasciano traccia evidente, perciò gradirei piena onestà circa i suoi sospetti.

    Lo sguardo non si degna di fissarglisi addosso, lasciando Zegana libera di volgere le iridi ambrate -quelle fredde, sottili lame indagatrici- nei ditorni con l'intento di cogliere stranezze di sorta, eventuali curiosi (nonchè trasgressori del rigido regime di sicurezza imposto da giorni), e -soprattutto- quali siano le vie d'accesso, i collegamenti, la dislocazione e le distanze relative dell'abitazione colpita rispetto ogni altro elemento saliente dei paraggi.

    In secondo luogo ritengo fondamentale che c'informi circa chi ha effettuato la scoperta, in che modalità e tempistiche. Esigo anche di potervi conversare direttamente, per saggiare in prima persona eventuali finezze che potrebbero indirizzarci al meglio.

    Nel mentre anche skekDor ha dato avvio alla sua personale caccia d'informazioni, proponendo un primo quesito scettico sulla buonafede del rapporto offerto loro come a sospettare una frettolosa analisi dei casi di sparizione, probabilmente intessuta di superstizioni e fraintendimenti non affatto rari nei piccoli paesini dell'Ovest -tanto più considerata la storia recente e l'ahiloro inoppugnabile esistenza di kami ed altre entità soprannaturali malevole.

    Se ho ben compreso, a suo dire le guardie hanno soltanto circondato la zona e nessuno ha violato il perimetro da quel momento. E' corretto?
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    SIMIC SIGNETTRIDENTE (ATTREZZATURA)
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    ROOT-KIN ALLYELEMENTALE LIGNEO (SUPPORTER)
     
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    Mugen non poté fare a meno di notare, durante quella lunga attesa, quale strano e interessante gruppo di avventurieri avesse deciso di rispondere a quella richiesta di aiuto. Una Volpe, una Tritone, un Avvoltoio in decomposizione ed un umano Mascherato. Nessuno di loro si rivelò abbastanza loquace da rompere il silenzio, preferendo magari riorganizzare le idee in vista della missione che li avrebbe impegnati di lì a poco o forse perché semplicemente si aspettavano che il Capo Villaggio potesse arrivare da un momento all’altro. Ma l’attesa si rivelò ben più lunga del previsto, la legna ebbe il tempo di ardere e riscaldare l’ambiente di qualche grado -e l’odore di fumo di spargersi e impregnare tutta la stanza- prima che Ooka delle Nubi Incrociate facesse la sua tanto attesa comparsa.

    Dal canto suo anche il Capo Villaggio, una volta raggiunta la locanda, preferí non perdersi in chiacchiere. Era chiaro che la situazione era davvero disperata e ben al di là delle sue possibilità. Non doveva essere stato facile per lui vedere sparire la sua gente uno dopo l’altro -o a gruppi di due in alcuni casi- senza sapere chi o cosa ne fosse la causa. Mentre camminava per il villaggio -studiandone i contorni e la geografia- Mugen cercò di non perdersi alcun frammento di informazione del racconto di Ooka. Si era recato in quel villaggio remoto per offrire i suoi servizi e d’ora in poi venire a capo di quella faccenda era la sua priorità.

    Il Demone poteva solo immaginare quale terribile situazione stessero vivendo i poveri abitanti di Umezan. Vedere i propri cari sparire e il terrore di poter essere i prossimi non doveva essere facile. E per affidare le proprie sorti a quel quartetto improbabile -che in altri momenti avrebbero magari cercato di scacciare con torce e forconi- dovevano essere proprio disperati.

    Le varie contromisure adottate si erano poi rivelate inefficaci e il Capo Villaggio li stava conducendo proprio sull’ultima scena del crimine, ma a detta sua le precedenti sparizioni non avevano lasciato alcuna traccia.

    Solo dopo che l’Avvoltoio e la Tritone esposero i loro dubbi la Volpe si fece avanti con i suoi interrogativi.

    “Oltre alla testa del Primo Ranger avete ritrovato i corpi di altre persone scomparse?”

    Ooka aveva sottolineato come venissero rapiti e uccisi e se le scene del crimine erano immacolate e non mostravano tracce di sangue, lotta o altro bisogna dedurre che forse altre salme erano spuntate. O forse bastava la testa del Primo Ranger per far assumere il peggio a quei poveri cittadini dell’Ovest? In fondo dopo circa un mese di sparizioni era anche ragionevole -e umano- assumere il peggio.

    “In tal caso sarebbe possibile esaminarli?”



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Bonus alla Forza
    Auspex Olfattivo
    Auspex Uditivo
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), udito iper sviluppato (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Passiva di volo
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Malia di riverenza quando impugna Anguirel
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma anche con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione. (Malia di riverenza)


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    time-management

    ???


    Perchè sei così pensieroso, mio amore?
    Una vocina acuta ed estremamente armoniosa si disperde negli echi di quella che potrebbe essere una grotta. Basta qualche semplice parola per lenire tutte le preoccupazioni ed i pesi che gravano sulle spalle del Capo.
    La femmina zompetta verso il suo cavaliere e con gesti rapidi comincia a slacciare la pesante armatura. Lei è tra le poche elette a conoscere i segreti celati dietro quella piastre d’acciaio scuro. Per i nodi più complessi si aiuta con i lunghi incisivi.
    Mi destano preoccupazione le parole di TicTac.
    TicTac dice tante cose, lo sai, la gran parte sono una matassa di confusione e follia. Le sue previsioni raramente si avverano.
    Certosina continua la sua opera sino a svestire dalla pesante armatura il suo Lui.
    E’ vero, ma se….
    La frase viene interrotta dal movimento lento e cadenzato della coniglietta che catalizza l’attenzione del Primo Coniglio. Ali nere come la pece l'ammantano e la circondano celando alla vista l'amplesso.


    Villaggio di Umezan


    Continuate ad avanzare tra ponti, passarelle e sentieri fangosi. Tra la pioggia e la luce che tenue filtra tra gli alberi riuscire a comprendere pienamente la geografia del villaggio è piuttosto difficile. Su ogni isoletta ci sono in media una o due strutture, quella che sembra una casa padronale e poi una più piccola per i servitori, i depositi o comunque strutture vestigiali di quella principale. Avete attraversato (sorvolato o traslato a seconda dei casi) almeno otto isolette da quella su cui si trovava la taverna, solo un paio erano illuminate e presumibilmente abitate.
    Il Marchiato, il Capo-Villaggio, mentre continua a mostrarvi la via ne approfitta per rispondere alle vostre domande, in particolare risponde al MezzoMistico che osserva, per dovere di cronaca, con un certo timore, è palese che non riesca a spiegarsi quello strano metodo di trasporto che sta utilizzando.
    Non ne abbiamo idea, è corretto. Sappiamo che scompaiono, non sappiamo se ci catturano vivi o meno. L’unico indizio riguarda l’ultimo o meglio…penultimo assalto: abbiamo ritrovato la testa mozzata di un nostro ranger nel fiume. Probabilmente, a differenza degli altri, si farà difeso ed il risultato è stato uno scontro. La testa è stata seppellita ormai da diversi giorni.
    Spiega rispondendo anche alle domande della volpe mentre sempre più vi avvicinate a quel a quel nugolo di luci danzanti, ormai mancherà solo un ponte per la destinazione designata. Peccato che il capovillaggio si ferma e si volta verso l’Ambasciatrice. Le sue parole sono pungenti e non nascondo un giudizio che è inequivocabilmente corretto. L’omaccione sembra profondamente ferito, fa un lungo sospiro e viene interrotto dal ragazzo con la maschera.
    Non essere così dura.
    Grazie Akira, ma ha ragione e ne sono consapevole. In ogni caso mi rendo conto che non vi ho presentato Akira -indica il ragazzo mascherato che lo segue a distanza di qualche passo- si trattata di un mercenario che ormai da un paio di mesi di tanto in tanto ci aiuta con i piccoli problemi del villaggio, compresa l'organizzazione delle difese. Spero andrete tutti d’accordo.
    In ogni caso, tornando al discorso precedente, il problema è che il nostro villaggio non è particolarmente ricco. Speravo di aver trovato una soluzione a basso costo…invece non è stato così.
    Ho fermato tutti dall’entrare nella casa per un semplice movito: le cose sono cambiate.
    Sin ora i rapimenti avvenivano in luoghi isolati e solo di uno o due individui.
    Adesso è cambiato tutto: sono entrati in una casa, hanno rapito due famiglie e combattuto contro due guardie armate. Il luogo dello scontro non è più un luogo sperduto nella foresta, ma la casa di una nobile famiglia. Spero che questo ci permetta di avere qualche indizio in più, no?
    E visto che vi pago o meglio pagherò per questo, ho deciso di non peccare nuovamente di cupidigia.

    Spiega con calma prima di riprendere a camminare verso la destinazione e continua a rispondere alle vostre domande. Le grosse mani salgono al viso e lo asciugano dall’acqua.
    Abbiamo creato una rete di sentinelle che girano tra le varie abitazioni ogni ora per controllare che tutto vada bene. Quando è arrivata qui ha trovato la porta sfondata e nessuno risponde dall’abitazione. Quindi o sono tutti stati rapiti…o peggio.
    La sentinella è già sul posto, non avrà problemi a rispondere alle vostre domande, ma non credo che potrà dirvi molto.

    Dopo l’ultimo ponte giunge sull’isoletta tanto desiderata. Davanti a voi c’è una specie di piccola pagoda grigiastra a due piani. Intorno la casa una decina di uomini che stanno incastrando nel fango dei grossi pali ardenti alla sommità coperti da ombrelli di tela. Tutti sono piuttosto presi dal creare un perimetro di sicurezza intorno alla casa. L’ingresso, la porta principale una sorta di grosso portone di ferro e legno, è completamente divelto e scardinato, giace al suolo generando un’immagine di profonda tristezza.
    Si avvicina un ragazzetto con i capelli rossicci, ben più scuri del normale perché completamente zuppi, e vi saluta tutti con un cenno del capo. Indossa un kimono corto che mostra delle gambe snelle, ben allenate e molto pelose. Vi spiega che è lui il primo arrivato sul luogo del delitto, oramai oltre un’ora fa. Non c’era e non c’è segno di vita. Nemmeno un lamento o un vago scricchiolio. Solo l’incessante mormorio della pioggia. Solo un paio di luci nella casa sono rimaste accese. Nessuno è entrato per controllare perché il Capovillaggio ha così deciso. Ormai sono tutti consapevoli che dopo che i nemici colpiscono non lasciano sopravvissuti, a questa regola non sono mai venuti meno.
    Nubi incrociate si volge verso di voi. Siete voi adesso che prendete le redini in mano.
    Il Mascherato, colui che risponde al nome di Akira, si accuccia al suolo e muove le mani nel fango. Sembra disegnare qualche strano sigillo e poi recita delle parole incomprensibili. Sembra preparare qualche incantesimo, per quanto chi è dotato di percezione magica non avverte alcuna vibrazione.
    Non ci sono tracce recenti, purtroppo.
    Sbuffa piuttosto indignato tirando un calcio al sigillo prima disegnato.




    Angolo del QM #3
    Il Capovillaggio risponde alle vostre domande dando un bel po’ di informazioni.
    Arrivate sul luogo del delitto e le informazioni che avete sono piuttosto scarse.
    @Zegana: grazie alla tua scurovisione puoi notare che oltre la porta divelta, in quello che sembra un semplice corridoio ci sono diversi mobili rovesciati, sedie e quelle che sembrano chiazze di sangue.
    @Mugen: grazie al tuo auspex olfattivo, pesantemente limitato dalla pioggia, percepisci una scia di sangue e qualcosa di animale che si allontana dalla casa e si porta nel fitto della foresta. Odore di sangue fresco proviene invece dalla casa.
    A voi decide cosa fare ora.

    Scadenza: 02/03/18

    Bando: Qui
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

    2euoc53


    skekDor inarcò un sopracciglio, come se gli fosse venuta improvvisamente in testa una buona idea. Poi, mugugnando stridulamente di piacere e ostentando un malefico sorriso, incrociò le dita davanti al becco: "Mmmh... Più tardi, conducimi alla tomba del vostro ranger. Forse si può tentare qualcosa." Esclamò, rivolto all'omaccione. Gli si fece pure tanto vicino da sfiorargli con la punta degli artigli la veste.

    Ignorando poi bellamente le parole del "grande capo" riguardo al pagamento futuro che gli sarebbe spettato, lo Skeksis si concentrò invece su Akira. Questo era il nome del misterioso individuo dalla maschera magica. Un tipetto singolare, come già appurato poc'anzi. Aspettava davvero l'ora di vederlo all'opera con impazienza! Chissà cos'era davvero capace di fare? Sperò proprio che non lo deludesse.

    Ad ogni modo, quelli della compagnia erano diretti verso il luogo dell'ultima sparizione\omicidio\qualunque-cosa-fosse-capitata-agli-occupanti-della-palafitta.
    Ancora una volta, lo Skeksis si chiuse nel silenzio, anziché ciarlare a vanvera. Non era così che gli piaceva indagare, ma d'altro canto, prima di esporsi direttamente, avrebbe preferito non rischiare di fare la figura dello stupido.
    Così, arrivati all'abitazione, il mezzo-Mistico avanzò a mezz'aria, superando senza rivolgergli un solo sguardo il ragazzo dai capelli rossicci e fermandosi a meno di un metro dalla porta divelta.
    Voleva iniziare a vederci chiaro, su quella faccenda. Era stanco di procrastinare.

    Socchiuse gli occhi, e quando li riaprì nulla parve cambiare. All'esterno, almeno. In realtà, lo Skeksis aveva deciso di fare affidamento sul suo "occhio interiore".
    Da lì a trenta metri di raggio tutt'intorno, avrebbe così placidamente sondato l'essenza di chiunque si fosse trovato nell'area, compresi i suoi compagni di ventura e i soldati accorsi a rinforzare il perimetro. E magari anche uno dei possibili rapitori.
    In tal maniera, avrebbe per altro potuto indovinarne la corretta natura. Cosa non da poco, visto che ancora non sapevano con cosa avessero a che fare.

    Zegana, come prevedibile, era una mortale e la sua anima aveva esattamente la forma del suo corpo: rugoso, viscido, un anfibio sulla terraferma.
    Lo stesso si poteva dire per il capovillaggio. Un umano nerboruto, né più né meno.
    Quanto a Mugen e Akira... Chissà se le sue doti gli avrebbero mostrato una semplice volpe antropomorfa e un umano, o qualcosa di celato, diverso, nelle profondità del loro corpo?

    Ad ogni modo, non aveva di certo dilapidato parte delle sue energie solo per cerziorare chi fossero in realtà i suoi compagni di gruppo! L'altra metà della circonferenza sarebbe infatti andata a scandagliare l'interno della casa. Se all'interno ci fosse stato qualcuno provvisto di un'anima, a skekDor non sarebbe sfuggito.
    Anche se quanto detto da Akira riguardo la mancanza di tracce fresche non dava adito a speranze in merito

    Salute: 100%
    Energia: 100%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Percezione dell'anima:
    Ogni essere vivente, organico o artificiale che sia, dispone di un fluido vitale che attraversa ogni atomo del suo corpo e gli permette di muoversi e pensare. skekDor, concentrandosi, è in grado di espandere le sue sensazioni fino a un'area circolare di 30 metri, individuando esattamente la posizione di ogni creatura presente al suo interno attraverso la percezione della risonanza dell'essenza, a prescindere dal fatto che questa sia eventualmente mascherata da Abilità Passive. Le varie essenze trovate figureranno nella sua mente sottoforma di animelle verdi delle fattezze degli esseri originari, consentendogli così per altro di distinguere anche le singole creature le une dalle altre [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Medio]

    Riassunto:

    skekDor si concentra e usa le sue doti di sciamano per percepire l'essenza di chiunque si trovi in un raggio di 30 metri da lui, arrivandone anche a indovinare la corretta natura del corpo


     
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    ZEGANA
    ZEGANA ¤ PRIME SPEAKER
    SIMIC¤ ¤ ¤90%
    Spiegazioni efficienti e per lo più grandemente concise: forse aveva errato nel sottovalutare gli abitanti di quello sperduto villaggio. Forse -ma soltanto forse- si sarebbero dimostrati più di semplici zotici qual era presunto fossero: senza poter dire di sperarlo vivamente -o di sperarlo affatto- Zegana comunque propende fidente per quest'opzione non così remota. Dopotutto, come mai stancherà di ripetersi, rinvenire persone valevoli con le quali conversare risulta sempre un'ardua impresa -ed Endlos, salvo qualche rada eccezione, non è da meno.

    La ringrazio del resoconto. Ora posso dire di avere una base sulla quale cominciare ad agire.

    Asciutta, diplomatica e assolutamente scevra di preoccupazioni di sorta: la Portavoce non si cura (inizialmente) della critica rivoltale dal ragazzino mascherato ma -forte di un carisma asettico e di un'apatia inscalfibile- ella può permettersi di reggere qualsivoglia confronto, presente compreso.

    Quanto a lei, trovo singolarmente curioso che sia accorso in aiuto di questa comunità con piena esattezza nel periodo sotteso alle sparizioni del vicino villaggio.

    Ed è questa, niente meno, una critica tutt'altro che velata al presuntuoso ospite dai modi silenziosi e dalla sospetta presenza: nel profferire queste parole Zegana ricorre ad un banale espediente nel quale ella stessa può dirsi ampiamente versata e -richiamando alla mente un unico caposaldo così da escludere ogni altra ingerenza mentale o illusoria che sia- la tritone non perderà occasione di scrutare a fondo tal Akira, la sua maschera e -sul finire dell'attivazione- persino ai dintorni ed al buio androne della pagoda sarà dedicato un rapido sguardo. L'intento -com'è prevedibile- sarà quello di localizzare effettive discrepanze sensoriali rispetto quanto è possibile esperire in assenza di detta difesa psichica; in particolar modo, sperando di aggirare gli incantamenti ingannevoli del travestimento per il volto, ella desidera comprendere se è davvero possibile fidarsi dell'unico elemento già presente al di lei arrivo.

    Non trova maggiormente sensato un suo ausilio a quell'altro nucleo, invece che a questo ancora salvo dai misteriori rapimenti?

    Perchè -quasi non serve ripeterlo- alla capogilda il succitato individuo non ispira granchè fiducia: tolti gli abitanti vittime delle sparizioni, tolto skekDor e la sua prevedibile estraneità alla faccenda, tolto persino il gigante dalle fattezze di volpe -che, così fuori contesto rispetto al villaggio, non avrebbe motivo di palesarsi ora se fosse il reale responsabile dei crimini già noti- Zegana non può intimamente soprassedere all'identità misteriosa che le si accompagna, incapace di fidarsi a seguito di quei bizzarri campanelli d'allarme che le sono trillati in simultanea.

    Ad ogni modo ci dia prova tangibile delle sue capacità: l'arcano in cui si è appena speso non era che un fasullo tentativo d'impressionarci ma, come ogni altro qui presente presumo ci terrà a sapere, non è fingendo di tracciare incantesimi che si guadagnerà la mia fiducia.

    E così la tritone rende palese anche ai suoi compagni di viaggio che le movenze, le parole ed i simboli di cui Akira si rende artefice non sono che vacui espedienti cui nulla segue di concreto e di effettivo. Poi, cogliendo l'occasione d'informare i vicini, ella si spende pure nel condividere quanto la sua vista le permette di scorgere nel buio fitto oltre il portone divelto.

    Ritengo ad esempio che interessi a tutti i presenti la conferma di una colluttazione -o di simile, movimentato episodio- avvenuta all'interno della struttura stessa, come indicano il mobilio rovescio, le suppellettili sparse e le tracce ematiche che si possono intravedere da qui.

    La figura della capogilda dell'Allenza si muove allora in direzione di quello stesso ingresso, trascinandosi appresso il famiglio legnoso che -mera marionetta e muto compagno- l'ha seguita fin lì attraversando meccanicamente ponti e passerelle che lei stessa ha varcato. Indi, senza sprecarsi di persona ma lasciando che sia la propria pedina a svolgere ogni ingrato compito, ella lo comanda etericamente affinchè esso afferri una delle torce a disposizione (quelle che con tanta fatica son state fissate dalle guardie lì riunite) e la preceda all'interno dell'abitazione violata -purchè, ovviamente, qualcuno non fermi per tempo tritone e costrutto dall'introdurvisi.

    Ragazzo, se non ti dispiace gradirei che mi accompagnassi nell'esplorazione del padiglione.

    Si rivolge infine alla sentinella fradicia che ha ammesso di aver rinvenuto la casa così stante -quel giovinastro rossiccio le cui gambe, esposte alle intemperie, non mostrano segni di cedimento al freddo ed al vento tagliente.

    Io sono Zegana e, se vorrai dirmi il tuo nome, avrò cura di rivolgermi a te in modo più consono.
    PASSIVE SKILLS
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    CARVEN CARYATIDAPATIA (ANTI-AUSPEX)
    DOWSING SHAMANRABDOMANZIA
    FATHOM MAGESCUROVISIONE (AUSPEX)
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    SCATTER ARCPERCEZIONE MAGICA (AUSPEX)
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    VIGEAN INTUITIONTRICK DETECTOR (AUSPEX)
    VOIDWIELDERTASCA DIMENSIONALE
    EQUIPMENT
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    Mentre avanzavano di isolotto in isolotto Mugen ebbe modo di studiare la geografia del villaggio. Ogni isola non ospitava che più di un paio di strutture, solitamente quella che sembrava una casa padronale era affiancata da qualche edificio più piccolo. Forse case per i servitori, forse depositi o botteghe varie. Durante quella camminata tra ponti e sentieri sotto la pioggia sottile Ooka non mancò di rispondere alle domande dei tre. L’unico corpo ritrovato era quello del Primo Ranger, o meglio la sua testa, e questa era stata sepolta ormai da diversi giorni. Molto difficile dunque che conservasse ancora qualche traccia del suo assassino, ma l’Avvoltoio -per ragioni che Mugen ignorava- chiese comunque di essere condotto in seguito alla tomba del Range. Probabilmente, a detta del Marchiato, doveva aver provato a difendersi e quello era il risultato.

    Il Capo Villaggio appariva visibilmente scosso da una situazione che non era solo oltre il suo controllo ma che stava infliggendo dure perdite alla sua piccola comunità. I suoi tentativi di risolvere la faccenda in modo poco dispendioso avevano provocato il disappunto della Tritone, che a ragione aveva fatto notare come le azioni del Marchiato li avessero privati di un’opportunità unica per mettere a fuoco qualche indizio in più che potesse aiutare a svelare il mistero dietro a quelle inquietanti sparizioni.

    Ooka aveva compreso i suoi errori, e Mugen aveva ormai preso a cuore la vicenda ed era ben deciso ad impegnare tutto se stesso per venirne a capo.

    “Non si preoccupi del compenso, ne discuteremo quando questa faccenda sarà finita. Non posso farle promesse, ma le assicuro che farò quanto in mio potere per aiutare il villaggio di Umezan.
    A proposito… io sono Mugen Fudo.”


    Disse per confortare il Capo Villaggio sulla serietà delle sue intenzioni e per presentarsi agli avventurieri con cui condivideva il fardello di quella missione. Tutto il villaggio contava su di loro e per dare il meglio bisognava che cominciassero a lavorare insieme.

    Mentre seguiva il gruppo Mugen cominciò a varare le sue prime ipotesi. Da demone e cacciatore il suo primo pensiero non poteva che andare a qualche creatura che aveva fatto di Umezan la propria scorta di cibo. Il ritmo con con cui avvenivano i rapimenti in qualche modo poteva suggerire la cadenza con la quale la presunta creatura decideva di saziare la propria fame.

    Il Capo Villaggio passò poi a spiegare quelli che erano i dettagli dell’ultima sparizione. Questa volta l’attacco non era avvenuto in qualche luogo sperduto nella foresta, ma all’interno di una casa di una nobile famiglia. L’aggressore o gli aggressori avevano dovuto fare i conti con due guardie armate e a detta di Ooka due intere famiglie erano scomparse. Giunti sul luogo del delitto la Volpe non poté fare a meno di notare l’enorme porta divelta. Non era difficile immaginare che chi aveva fatto questo non doveva avere avuto nessuna difficoltà a braccare gli abitanti che vivevano in casolari più isolati e a decapitare il Primo Ranger.

    Seguendo l’iniziativa di Zegana il Demone Volpe, dopo essersi passato una mano sul muso zuppo di acqua piovana, condivise con i presenti ciò che il suo fiuto gli stava comunicando.

    “È molto debole, ma riesco a percepire una scia di sangue ed un sentore animale che si allontanano nella foresta. Con questa pioggia non sono sicuro di quanto riuscirei a seguire questa traccia nel fitto della boscaglia, ma in ogni caso credo sia meglio capire prima cosa sia effettivamente successo nell’abitazione.”

    Dopodiché, deciso a seguire Zegana e la sentinella e prima di afferrare a sua volta una torcia, la Volpe condivise con il gruppo anche la seconda traccia percepita.

    “Sento anche odore di sangue fresco provenire dalla casa.”



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Bonus alla Forza
    Auspex Olfattivo
    Auspex Uditivo
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), udito iper sviluppato (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Passiva di volo
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Malia di riverenza quando impugna Anguirel
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma anche con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione. (Malia di riverenza)


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    ???


    Sei coniglietti andavano a spasso
    uno di loro batteva contro un sasso;
    cinque conigli andavano al mare
    uno di loro si è visto affogare.

    Quattro coniglietti andavano in un prato
    uno di loro non si è più trovato;
    tre coniglietti vedevano un bue
    uno ne scappa, rimangono in due.

    Due coniglietti andavano all’ovile
    un cacciatore sparava col fucile;
    un coniglietto che aveva buon cuore
    rimasto solo morì dal dolore.

    Ma una fatina con la sua bacchetta
    fa ritornare i conigli alla casetta.




    Villaggio di Umezan


    La risposta del Capovillaggio alla richiesta del mezzomistico è un gelido brivido lungo la schiena. Dopo qualche secondo di perplessità e lo sguardo spiritato quanto inquieto, annuisce. Sarebbe disposto a tutto pur di riuscire nella missione di proteggere il suo villaggio.
    Sempre il Mezzo Mistico è il primo, anzi il secondo dopo l’uomo mascherato, ad attivarsi per fare qualcosa di utile. Un’onda di risonanza spiritica si espande dal corpo in decomposizione e va in vibrazione contro ogni anima che incontra.
    Cominciamo dalle cose semplici: tutti gli uomini del villaggio, quelli che puoi anche comodamente vedere, non sono altro che uomini. Per quanto riguarda quello che invece c’è nella casa, si tratta di due anime o sarebbe meglio di brandelli di anime. All’interno dell’abitazione, circa ai limiti della sua onda di risonanza vi sono due cadaveri. Nei limitari della foresta e nei dintorni, non vi è nessuno.
    Passiamo alle cose complicate: il tizio mascherato che dice di chiamarsi Akira. Così come già alcuni di voi avevano compreso quella maschera è molto più di quello che sembra. Quando cerchi di percepire la sua anima hai un sentore di sicuramente non umano, ma anche qualcosa di sporco o comunque corrotto da una specie di maledizione. Quando però cerchi di dare una forma più precisa a quell’anima ecco che un flash arancione, spiritualmente parlando, interviene e ti acceca, sempre spiritualmente parlando. Se dovessi in questo istante guardare il tuo collega mascherato, lo ritroverai ad osservarti arcigno, come qualcuno che ha messo il naso dove non doveva.
    Questo sguardo, poi, viene anche rivolto a Zegana. Prima di tutto per le parole dure e crude che sono state riservate al mascherato che però prontamente risponde
    Sono mesi che aiuto il villaggio di tanto in tanto. Quando posso svolgo missioni qui, ma anche a Cuke a Mafiu, Meneko e Zingha. Sopravvivo così. Per caso è problema?
    Il capovillaggio con ampi movimenti delle mani cerca di intervenire a pacificare la zona.
    Vi prego, vi prego. Akira ci ha aiutati ben da prima delle sparizioni, ora per costruire un piccolo argine, ora per scacciare qualche demone, ora per organizzare le difese cittadine. Ora concentriamoci sul problema attuale.
    In realtà però quello su cui dobbiamo concentrarci è quello che fa la Simic. Isolando la mente, avvolgendola dietro una corazza di ricordi, l’incantesimo che permea la maschera via via si indebolisce. Quello che cominci ad intravedere è lo spuntare di orecchie bestiali che si allungano dietro il capo, fermo restando che l’immagine è fumosa e distorta, ti sembrano bianche e grigiastre. Allo stesso modo il viso comincia a sbocciare dietro la maschera, denti lunghi, lunghissimi quasi, una coppia centrale di sciabole si allunga quasi fino al mento. Aguzzi ed affilati. Il corpo è coperto da un pelo folto, morbido, dello stesso colore di quelle orecchie pezzate. Nell’insieme ti sembra di percepire qualcosa di animale, di un roditore o forse di felino, però il tutto è degenerato, sporcato da qualcosa di diverso, di più oscuro, appunto come detto di una maledizione. Anche per te, però, interviene un flash arancione a bloccare la tua percezione.
    Sicuramente chi avete davanti a voi è in grado di percepire cosa state facendo e rispondere di conseguenza.
    Quando avete finito di perdere tempo a scrutarmi, sarebbe il caso di cominciare a lavorare. Si, il mio rituale non ha prodotto alcun risultato, problemi? L’arte shamanica non è mai certa.
    Se avete delle domande, vi prego, ponetemele piuttosto che usare questi sotterfugi!
    Io sono un maledetto! Siete soddisfatti? Il marchio della bestia della foresta brucia sulla mia fronte. Non ho potuto far altro che il mercenario, trovare chi avesse bisogno di me per non essere ghettizzato! Porto questa maschera per celare il mostro che covo dentro. Tutti qui lo sanno e lo accettano, non è un problema! Durante le sparizioni ho dormito nella casa del Capovillaggio a vista, proprio per dimostrare la mia innocenza, vi basta?
    Capovillaggio controlliamo il perimetro.

    Sbraita piuttosto infastidito mentre recupera una torcia e con Nubi incrociate e tre uomini del villaggio, che lo conoscono e gli danno qualche manata amichevole sulla schiena, comincia a girare intorno la casa per controllare il perimetro.
    Intanto voi cominciate ed esplorare la zona interna. Il ragazzo segue la Simic con fedeltà ed un certo timore
    Il mio nome è Xoy, è un piacere fare la vostra conoscenza mia signora.
    Squittisce mentre resta un paio di passi dietro giusto per sicurezza.
    Il piccolo corridoio di legno che attraversate è proprio come Zegana ve lo aveva descritto: piccolo e pieno di mobili gettati alla rinfusa. Dopo una decina di passi ritrovate una grossa pozza di sangue alla vostra destra da cui si diparte un piccolo fiumiciattolo che si allunga alla vostra destra dove vi è la scala che porta al piano superiore. Sulla scala, a sette gradini per essere precisi, trovate il corpo senza vita della prima guardia. Un uomo dai tratti orientali, una semplice armatura di paglia intrecciata ed una serie di ferite disposte su tutto il corpo. Si tratta di ferite da artigli o comunque armi affilate. Potete essere quasi certi che si è trattata di qualche animale, visto che il collo è completamento squarciato da un morso. Brandelli di pelle e muscoli riposano due gradini più in basso. A voi decidere se procedere lungo le scale o in avanti in quello che sembra un grosso salone in cui regna ancora una volta il caos.
    Per chi è dotato di olfatto sviluppato il forte odore di sangue, o per meglio dire la seconda fonte dell’odore di sangue, si trova al piano terra. Sempre per chi è dotato di olfatto sviluppato, ma un po’ per tutti, quello che sentite è un pungente odore d’acido: Udo è accasciato contro la libreria e libera ripetutamente il suo stomaco. I rumori dei conati che lo scuotono rimbombano come tuoni nel piccolo corridoio.





    Angolo del QM #4
    Attraverso le vostre abilità recuperate un po’ di informazioni.
    Per quanto riguarda Akira, per specificare un po’ di cose, ha in qualche modo percepito cosa stavate facendo ed ha utilizzato una difesa spiritica per la tecnica del Mezzo Mistico mentre una tecnica illusoria/psion di livello superiore alla difesa di Zegana. Le informazioni sono parziali, ma ne avete ricevute diverse.
    Intanto iniziate l’esplorazione del piccolo corridoio. Ovviamente se volete tornare indietro da Akira ne avete facoltà, ho dato per scontato che vi siete inoltrati solo di pochi metri ed il tutto si svolge nel giro di pochissimi minuti.

    Scadenza: 10/03/18

    Bando: Qui
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Uno dei tanti vantaggi del possedere un occhio interiore, risiedeva di sicuro nella possibilità di poter scorgere al di là di quella che gli umani chiamavano "realtà".
    Un corpo fisico poteva esser manipolato quasi a piacimento dai mortali: cambiato nelle forme, alterato da travestimenti e sotterfugi biechi! Lo stesso si poteva dire per il carattere. Un uomo poteva convincersi di esser freddo e calcolatore, pur rimanendo il primo degli sciocchi, e ostentare una simile condotta così bene dal convincere i dirimpettai meno astuti a creder che davvero fosse mutato in tal guisa.

    Con l'anima era diverso. L'anima, o per meglio dire l'energia vitale, altro non era che il soffio di vita, la scintilla che gli esseri superiori avevano inserito nelle loro creazioni, perché fosse motore e carburante del corpo.
    skekDor poteva vedere questo motore immobile, questa fonte di energia inesauribile. E comprenderne la natura.
    Umani, nient'altro che umani attorno a lui. E l'uomo in maschera, per quanto ambiguamente non presentasse una forma precisa della sua essenza, era a sua volta qualcosa di mortale, non un essere divino, né un fantasma. Se skekDor avesse intensificato i suoi poteri, di sicuro avrebbe superato il puerile blocco posto da Akira al suo impietoso scrutare, e avrebbe avuto certezza della sua esatta natura. Pur tuttavia, non era quello il motivo per cui si era messo a cercare le anime.
    E per quanto la sua curiosità fosse inesauribile, essa era al momento rivolta al mistero più grande, quello dei popolani scomparsi.

    Batté le palpebre un paio di volte, sentendo le parole di Zegana, e prima che la situazione degenerasse, incalzando assieme al capo del villaggio, esclamò: "Quest'uomo non ha niente a che fare col nostro intrigo, tritone. O pensi che la soluzione sia tanto semplice? Che l'assassino, se di questo si tratta, si diletti a investigare sui suoi stessi delitti? Ihihih! Talvolta affidarsi unicamente al fine ragionamento può portare a conclusioni erronee, nevvero?" La canzonò. Ma prima che l'altra potesse riportare in auge l'amichevole schermaglia che avevano inscenato tempo addietro al Presidio Errante, lo Skeksis schioccò la lingua sul palato e tornò serio: "Due cadaveri, all'interno. E tracce di ciò che furono... Purtroppo, forse sono stato troppo ottimista con la mia previsione."

    Il mezzo-Mistico non ascoltò lo sfogo di Akira. L'avrebbe trovato oltremodo noioso. Piuttosto, si recò a sua volta all'interno, e superò bellamente Zegana e l'umano che aveva scelto come guida.
    Lui sapeva esattamente dove andare: verso uno dei due cadaveri!

    Giust'appunto, lo trovò riverso su una scala, nella stessa posizione che gli aveva suggerito la sua facoltà poc'anzi.
    Il suo torace era orrendamente attraversato dai segni di una belva. Il suo volto somigliava a una macabra maschera di una marionetta del teatro bunraku, mentre dalla scala i rivoli di sangue scendevano per gravità in rigagnoli tanto fini da somigliare a matasse di fili.

    Fregandosene delle considerazioni altrui -ma avendo comunque la faccia tosta di coinvolgerli nel suo monologo-, skekDor fissò coi piccoli occhi vermigli chiunque si fosse trovato lì insieme a lui, esclamando con un bisbiglio cavernoso: "Riverso sulla linfa che prima gli riempiva il corpo, con la faccia tesa dall'ultimo spasmo di dolore dovuto al "bacio" del suo aggressore, questo miliziano è morto portandosi nella tomba ben più che la sua anima..."
    Lo Skeksis portò la mano davanti a sé, col dorso rivolto al cielo, e concentrò il mana nel palmo.
    "...ma il suo compito non è finito. Anche da morto, potrà esserci utile."

    Come il tayū di un dramma di tutto rispetto, avrebbe dato lui voce alla marionetta. Era rotta, probabilmente da buttare, ma non per questo avrebbe fatto brutta figura.
    "Spirito cui questo corpo apparteneva... E chiunque altro non abbia ancora trovato la pace eterna... Io vi convoco qui al mio cospetto, perché barattiate il fiato che vi offro per le informazioni di cui mi abbisogno."
    Il mana prese la forma di una sfera amorfa verde smeraldo, e skekDor unì al buffo monologo dei movimenti sinuosi di bacino. Ci fosse stata della musica di sottofondo, sarebbe andato perfettamente a tempo col ritmo di uno shima uta.
    Fluttuando ancora a mezz'aria, la robusta coda di rettile ciondoloni fra le gambe, spazzò col ventaglio di piume posto alla sommità di quest'ultima a destra e a sinistra, e al contempo usò la zampa libera per afferrare il globo dall'altro lato, e iniziare a schiacciarlo.
    Conficcò gli artigli nell'incanto evocato, come a cercare di perforarne la superficie.
    Aggrottando lo sguardo e scoprendo una fila di denti marci, skekDor bofonchiò: "Alla luce... Io vi chiamo... Alla luce!"

    Il globo esplose, e una forte brezza investì l'intera zona, spargendo il pulviscolo verdognolo un po' ovunque nell'ambiente. Se ci fossero stati in esso spiriti erranti o fantasmi, essi sarebbero diventati visibili all'istante.
    skekDor, ovviamente, sperava di poter parlare col morto.
    Se ci fosse riuscito, lo spirito sarebbe stato un fantasma in piena regola: privo di gambe, sostituite da un cono etereo, e col corpo smeraldino ricoperto delle ferite che l'avevano strappato alla vita

    Salute: 100%
    Energia: 95%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Linguaggio dei morti:
    Concentrandosi, skekDor può entrare in sintonia con l’ambiente in un’area di 25 metri. Se in esso sono presenti anime erranti, queste non solo diverranno visibili come fiammelle verde brillante, ma sarà possibile comunicare con loro. Si tratta di una comunicazione collettiva, udibile e visibile anche da eventuali alleati in zona [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    Riassunto:

    Fermandosi davanti al cadavere del soldato morto davanti alle scale, skekDor con un incanto ne evoca lo spirito, compreso quello di altri fantasmi erranti presenti in zona, così da poterci parlare


     
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    ZEGANA
    ZEGANA ¤ PRIME SPEAKER
    SIMIC¤ ¤ ¤90%
    E di colpo sembra che l'accusata sia quell'appariscente tritone dalle scaglie in alterne tinte di blu o d'azzurro, le iridi ambrate ed un lungo tridente elaborato ad accompagnarne la figura nonchè il portamento fiero: le si torcono contro tanto l'oggetto dei di lei sospetti -quell'Akira che, vergognoso della propria condizione, continua a celarsi allo sguardo indagatore della Portavoce- quanto il capovillaggio dai modi pacati e dalle scelte dubbie -quel Nubi Incrociate che, reticente come non mai, ancora non si è speso in una totale chiarezza della vicenda in atto- ma soprattutto (non senza un briciolo di intima sorpresa, che non filtra però all'esterno) lo skeksis al quale ella stessa già aveva attribuito impietosi valori di vuoto e ciarlante clamore -un individuo saccente, pomposo ed inutilmente intriso di vanaglioria ma, al contempo, privo di ogni valevole serietà o dell'adeguata morigeratezza fondamentale in chi detiene per davvero una benchè minima forma di potere riconosciuto.

    Sì, è un problema. Ed è un problema attuale.

    Zegana risponde rimprovero per rimprovero, ostentando pari biasimo a chiunque le abbia rivolto parole di sfida o di scherno. Com'è possibile che i primi due non si rendano conto dell'attualità dei di lei crucci? Quanto fonda deve radicarsi la loro cecità per decidere a priori che certi dettagli non meritano importanza quando -a prescindere- nulla è da escludersi ed anzi ogni non detto rischia di fuorviare le considerazioni del gruppo? Un moto di sfiducia s'impossessa allora della capogilda Simic, tristemente conscia che metodo e logica son continuo ostaggio di decisioni irrazionali e di un'assente consapevolezza... anche da parte di chi, decantandosi gran saggio, dovrebbe quantomeno osteggiare un tal vizioso comportamento oscurantista.

    Con gli indizi in nostro possesso permangono aperti un'infinità di scenari secondo i quali l'artefice di detti crimini avrebbe tutto l'interesse di monitorare i nostri sforzi e -laddove possibile- di vanificarli contestualmente, così da assicurarsi di poter continuare ad agire secondo la propria rigida pianificazione sino ad esaurimento del presente villaggio.

    Perciò nessuna grazia e nessun salvataggio nei confronti di skekDor e del suo vizio d'avvilire ingiustamente la tritone -nessuna cura e nessun desiderio di mettere da parte l'astio se questo tuttora serpeggia e si fa nido o cova di malevolenza per il futuro.

    Ciò in chiaro, mi permetto di dissentire con ambo le oziose critiche che mi si rivolgono: è esattamente l'assenza di raziocinio a lasciar supporre che un tal eventualità si mostri semplice laddove, invece, risulterebbe ben più complessa e d'ostacolo che non quella ove noi si svolga ogni indagine scevri dal timore di un sabotaggio dall'interno.

    Siamo d'accordo? Zegana non abbandonerà mai -e dico mai- il baluardo della scienza a favore della credulità insulsa e della fiducia cieca in quanto non mostra sostegno alcuno alle proprie affermazioni. E tanto vale, ovviamente, anche per il mercenario maledetto, suo malgrado vincolato ad un'ottusità tipica delle genti dell'Ovest ma -non per questo- utile ad assicurargli una vita piena e pregnante.

    In quale distorta maniera dovrei ritenermi soddisfatta? Non traggo alcun piacere dallo scoprire la sua miserevole condizione, nè gioisco della sua incapacità di compiere un rituale codificato.

    Ed è evidente dal volto tirato, freddo ed inamovibile ch'ella ostenta -il medesimo viso di sempre, privo di ogni mutamento ed anzi sicuramente non più lieto per la situazione che si sta svolgendo.

    Cionondimeno non posso ritenermi soddisfatta perchè il lavoro che sto già svolgendo produce immancabile i suoi frutti: lei continua a tacere i dettagli della maledizione di cui è vittima e -se ciò può avere un senso agli occhi di chi già la conosce- al senno d'ogni altro non fa che alimentare il giusto sospetto. In special modo alla luce di quanto lei è veramente, ora che ho potuto vederlo.

    Ed è questa soltanto una mezza verità, della quale (probabilmente) solo la stessa Portavoce è a conoscenza. Salvo opportune capacità dei presenti, infatti, nessuno saprà dire fino a dove s'è spinta l'indagine della tritone (nemmeno Akira, in linea di principio), perchè la natura ambigua e insostanziale dell'espediente da lei usato non dovrebbe produrre alcun segnale di successo o di altro mutamento (e ciò significa, banalmente, che lo stesso mercenario potrebbe dover affrontare il dubbio che il suo ostacolo sia stato in altro modo aggirato).

    Si riguardi e faccia attenzione nel pattugliare la zona, ma sappia anche che non le crederò soltanto perchè me lo chiede.

    Le ultime, dure parole rivolte ad Akira si fanno perciò forti della di lei capacità di scovare menzogne e tranelli -con l'affinità sviluppata nei contesti amministrativi (e con l'esperienza maturata in quel di Ravnica) Zegana può vantare un discreto intuito di base, corroborato da tutta una serie di reiterate attenzioni volte a smacherare per tempo i bugiardi ed i truffatori.

    Quanto a te, Xoy, seguimi senza toccare nulla.

    Il trio composto da Portavoce, famiglio legnoso e ragazzino-sentinella s'inoltra quindi nel buio della casa violata, rischiarando le tenebre con torce e con il baluginio dell'osservazione. Essi cedono però il passo ai due compagni sul caso, con lo skeksis che lesto li anticipa per invocare la perduta essenza di un cadavere lì rinvenuto, mentre la Volpe dà seguito al proprio olfatto e si mostra propensa ad altro. Zegana, dal canto suo, si ferma invece ad osservare forma e natura delle ferite sul collo della guardia assassinata, come a volervi riconoscere l'origine e -sulla scia di quanto ha appreso- confrontarle con le lunghe zanne di cui Akira serba il segreto.
    PASSIVE SKILLS
    ALPHA AUTHORITYCARISMA (MALIA)
    CARVEN CARYATIDAPATIA (ANTI-AUSPEX)
    DOWSING SHAMANRABDOMANZIA
    FATHOM MAGESCUROVISIONE (AUSPEX)
    MASTER BIOMANCERCOMPETENZE BIOLOGICHE
    MERFOLK OF THE DEPTHSAPNEA
    MINDSTATICMINDFUCK-ALERT (AUSPEX)
    SCATTER ARCPERCEZIONE MAGICA (AUSPEX)
    UNCOVERED CLUESLIE DETECTOR (AUSPEX)
    VIGEAN INTUITIONTRICK DETECTOR (AUSPEX)
    VOIDWIELDERTASCA DIMENSIONALE
    EQUIPMENT
    SIMIC SIGNETTRIDENTE (ATTREZZATURA)
    FAMILIARS
    ROOT-KIN ALLYELEMENTALE LIGNEO (SUPPORTER)
    ACTIVE SKILLS
    MEDIOSERENE REMEMBRANCEDMIS
     
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