Phoenix of Sadness

Algor Mortis ~ Epilogo: Nargil

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    { Presidio Nord, Valiinorê }
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    All’indomani dell’assedio, la valle di Valiinorê pareva un immenso campo profughi.
    Non potendo rientrare nelle rispettive case per via dei danni strutturali che avevano compromesso la stabilità degli edifici che non erano stati rasi al suolo, i superstiti si erano accampati lungo la strada alpestre, nelle radure e alle pendici dei monti. Le cataste di cadaveri ardevano senza sosta, innalzando innumerevoli colonne di fumo visibili a miglia di distanza. I congiunti delle vittime si stringevano in lutto al cospetto delle pire funerarie, contemplando con sguardo assente il fragile avvenire che avrebbero dovuto custodire per onorare il sacrificio dei loro cari.

    Purtroppo il cordoglio non poteva ancora eclissare l’onere che gravava sul fronte della resistenza: mentre le lacrime scorrevano copiose e i feriti soffrivano sul ciglio della morte, i filatteri dei Re Lich avevano già cominciato la loro silenziosa opera di ricomposizione spiritica – minacciando di vanificare l’immolazione degli eroi caduti durante la battaglia notturna.

    L’ennesima chiamata alle armi fu diramata in tutto il Settentrione (e perfino oltre), volando sulle ali dei corvi e dei gufi messaggeri messi a disposizione dalle relative tribù barbariche dell’Uthgardt: Valiinorê aveva bisogno di rinforzi per compiere diverse spedizioni simultanee alla ricerca dei nascondigli nemici, così da liberare definitivamente il Nord dalla Piaga dei Non-Morti.

    L’appello avrebbe fatto confluire molti mercenari e avventurieri nei territori della Calaverna del Pettirosso, dove la magione abbandonata della dinastia Kuzporat e i ruderi di Valiinorê alle sue pendici avrebbero assistito alla riorganizzazione approssimativa di tre squadre disposte a mettersi in viaggio verso gli angoli più remoti del Dominio del Gelo. Mossi da principi altruisti, dal richiamo di un’impresa destinata a entrare negli annali, o più venalmente dalla ricompensa monetaria offerta ai volontari accorsi, i tre dispiegamenti partirono all’alba del giorno successivo – affidandosi alle coordinate fornite dal vecchio Faust, una sorta di sensitivo cieco che aveva rintracciato l’impronta spiritica di tre Re Lich, e che avrebbe continuato a indagare sull’ubicazione dell’ultimo Sovrano della Morte nei giorni a venire.



    { Presidio Nord, Koldran }
    Augustus | Leonard | Umbrella

    La bufera sferzava i rilievi montuosi senza sosta, riducendo la visibilità e ostacolando la scalata ad ogni passo. Bastava mettere un piede in fallo per scivolare in un precipizio e sicuramente la spedizione non si sarebbe arrestata per cercare di recuperare un incauto arrampicatore caduto nel vuoto: l’obiettivo finale era molto più importante della vita dei singoli componenti della squadra.

    Nonostante ciò, i soldati stranieri alla guida del gruppo si sarebbero mostrati professionali e solidali per mantenere compatti gli altri alpinisti improvvisati che avevano scelto di sfidare il massiccio più alto e impervio del Dorso del Drago di Pietra. Rispondevano agli ordini di un trio di coscritti perfettamente coordinati, che già avevano provato il piacere di crivellare Nargil di proiettili e si auspicavano di poter fare altrettanto col suo filatterio.

    Salendo di quota l’aria si sarebbe rarefatta a tal punto da ostacolare la respirazione, pertanto le maschere d’ossigeno messe a disposizione dai soldati sarebbero state essenziali per raggiungere la vetta entro un paio di giorni – sempre che la montagna non reclamasse prima la vita di qualcuno nel corso delle marce forzate fra i crepacci nascosti dei ghiacciai o durante le arrampicate sulle pareti rocciose.


    Benvenuti a questa prima fase tri-partita dell’Epilogo di Algor Mortis!
    Chi ha partecipato all’Assedio può sfruttare questo primo turno per approfondire i postumi della battaglia e giustificare la scelta di rischiare nuovamente la vita contro i Re Lich.
    Se siete new-entry della campagna, siete liberi di descrivere come i vostri pg sono venuti a conoscenza di Valiinorê e cosa li ha convinti ad imbarcarsi nella spedizione.

    Per tutti quanti, le avversità del viaggio citate in questo primo turno saranno piuttosto interpretative: approcciate le difficoltà presentate come preferite e usando il buonsenso – sfruttando dell’equipaggiamento specifico, le capacità dei vostri PG, oppure eventualmente affidandovi all’aiuto di compagni o PNG (chiedetemi e vi sarà dato). Per semplicità, il consumo di mana durante il viaggio sarà perlopiù trascurabile, quindi sbizzarritevi pure con le tecniche (sempre nel limite della ragionevolezza), perché giunti a destinazione sarà trascorso abbastanza tempo per ricaricare l’energia consumata durante la traversata.

    Se avete dubbi sulla trama o su qualche riferimento di background, oppure se vi servono delucidazioni di qualsiasi tipo, non esitate a chiedere! La scadenza è fissata a Lunedì 11 Marzo.
     
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    Cra

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    mjo9om

    Numerologia 33: Ricerca


    Non avrebbe mai immaginato che il Nord, il suo Nord potesse patire una piaga così grande.
    Tutto è cominciato quando ha presentato a Drusilia un resoconto su alcune attività in quel Presidio: negli anni diversi aviatori non sono mai toranto dalle missioni atte a stabilire un collegamento con Najaza, così da poter costruire un piccolo avamposto in quel Presidio. Gildarts, il suo salvatore, è uno dei pochi che è riuscito sempre a tornare. A questo, poi, si somma anche la volontà del Numerologo di investigare sul demone Asmodeus, il Conte dell'Ingordigia, che ormai da anni ed anni si muove alle sue spalle, di tanto in tanto gli sferruzza l'anima, uccide qualche conoscente, ed amenità simili. Tutto questo ha reso necessario che il Numerologo partisse per la sua terra natia.
    L'eco di quello che è successo a Valiinore è giunto presto anche al piccolo villaggo natale di Augustus, dove quest'ultimo è tornato per salutare il padre e quei sparuti amici che gli sono rimasti. Una ricarica all'anima che fa sempre bene, ma che è stata interrotta dalla piaga dei non-morti.
    Il tempo che il padre lo aggiornasse sulla situazione ed ecco che il Numerologo, per mezzo delle arti arcane, si è subito avvicinato al villaggio.
    Gli si è spezzato il cuore.
    Vedere le pire funerarie ardere, i corpi martoriati dei suoi concittadini, ha lacerato, se possibile, ancor di più la sua anima già rammendata. Le visioni orrorifiche di quello che è accaduto sul campo di battaglia desteranno i suoi sonni per mesi, forse anche anni. Per quanto possibile si è subito prodigato per dare un mano: le arti della Numerologia gli han permesso di curare gli ammalati, riplasmare le case distrutte in piccole abitazioni solide e confortevoli contro i gelidi venti. Con l'aiuto di qualche ragazzo, poi, si è messo a miscelare erbe per creare tonici rinvigorenti, pastrocchi curativi e quanto fosse necessario alla popolazione fiaccata dalla piaga dei non-morti.
    Di fronte ad un simile scempio, però, non è potuto tirarsi indietro quando è stato richiesto il supporto per scacciare via completamente le orrende creature dal semipiano. Distrugge i cuori per distruggere i corpi. Non è un gran conoscitore di queste creature, ma gli è bastato per rispondere prontamente si alla richiesta di aiuto. Non ha fatto differenza quale nemico andare a stanare, poco cambia, l'importante è riuscire nell'impresa.
    Ha raffazzonato alla bene e meglio un piccolo zaino, per lo più per avere le scorte necessarie al viaggio e qualche cianfrusaglia che potrebbe potenzialmente tornare utile e si è messo subito in cammino con gli uomini che han già provveduto a combattere il Lich nemico.
    Durante la camminata ha certo di recuperare qualche informazione sulle abilità e le doti del mostro, non ha idea se il filatterio potrà difendersi o sarà difeso da qualcuno, quindi meglio raccogliere le informazioni necessarie in anticipo. Inoltre si è presentato al gruppo come Numerologo, esperto di spiritismo.
    A prescindere dagli abiti caldi, completamente neri per massimizzare il risultato, con qualche inserto in calda pelliccia, a mano a mano che il gruppo ascende, il gelo gli entra nelle vene e gli spacca le labbra. Non è più abituato. Inoltre il respirare si fa sempre più pesante, grave. Si, non è proprio più abituato.
    Per cercare di rendere la spedizione più semplice, per se stesso e tutto il gruppo, ha sfruttato le sue doti Numerologiche, ovviamente. Il corteo spiritico disposto a macchia di leoparto intorno la sua figura, funge da utile vedetta uditiva e di pericoli, come valanghe e simili. Dove le pareti rocciose risultavano troppo ripide o faticose da scalare, il Numerologo è intervenuto plasmando la terra cambiandone forma e materiale, costruendo così scalette rigide e poco scivolose, o creando appigli per favorire la scalata. Dove la montagna, però, vinceva, arrecando graffi e ferite al gruppo, ecco che con le sue arti spiritiche provveda a sanare il necessario. A completare il tutto, sempre a supporto degli altri e di se stesso, la telecinesi si è rivelata essere piuttosto utile, permettendo di applicare rampini e funi anche a grande distanza. In alternativa rendere animati gli zaini così che seguissero da solo il gruppo, ha reso più tollerabile il lungo trasporto. Ove poi il vento e le condizioni ambientali lo permettevano il Numerologo ha anche sfruttato la sua capacità di levitazione per spostarsi senza vincoli terreni.
    Insomma, per quello che ha potuto ha cercato di aiutare il gruppo nello scalare il mostro roccioso nel migliore dei modi.
    Infreddolito, stanco e fiaccato dal lungo cammino, grazie anche al coro gioioso di spiriti infervorati dalla voglia di vendicare i caduti, il Numerologo continua ad incedere senza sosta.
    Ma siamo arrivati?
    Domanda togliendo per qualche secondo la maschera per porre la domanda ai capi gruppo, è pronto a scalare tutto il dorso del drago, ma avere una meta renderebbe tutto più semplice.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Lettura dell'Anima - Telepatia e Radar bugie
    Corazza spiritica - Armatura naturale, Resistenza +50%, Levitazione
    Velo dell'Anima - Visioni

    Attive
    ۸ Numerologia: 1, l'Indipendenza
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero uno Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Uno è il numero dell'indipendenza e del singolo, del coraggio e della capacità di imporre il proprio io sugli altri. Dirigendo lo spirito verso un bersaglio inanimato Augustus sarà in grado di spostarlo a proprio piacimento.
    Tipologia: Attiva (telecinesi/attacco fisico)
    Consumo: Variabile
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 5, il Mutamento, Prima variante
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero cinque Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Cinque il numero del mutamento e della sessualità. Dirigendo lo spirito verso un oggetto bersaglio non incantato potrà andare a mutare la struttura molecolare di questo attraverso l'alchimia. In breve è in grado di mutare il materiale di cui è composto l'oggetto in uno a suo scelta (max 15 kg).
    In quest la durata della mutazione è a discrezione del QM.
    Tipologia: Attiva (trasmutazione)
    Consumo: Basso
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 6, Sviluppo
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero sei Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero. Tale manipolazione rende lo spirito temporaneamente visibile sotto forma di vaga fluorescenza.
    Sei è il numero dello sviluppo. Lo spirito penetrando in un dato oggetto non incantato è in grado di plasmarne la forma trasformandola in una a scelta del Numerologo. Sarà così possibile trasmutare oggetti e trasformarli temporaneamente in altro (in quest la durata della mutazione è a discrezione del QM).
    La massa trasmutabile è condizionata dal consumo (max 15 kg).
    Tipologia: Attiva (trasmutazione)
    Consumo: Basso
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 10, Cerchio
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero undici Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Dieci è il numero del cerchio, del ritorno e del continuo ma anche della completezza e della divinità. Ispirato da questo numero uno spirito si dirigerà verso un bersaglio curando le sue ferite.
    Tipologia: Attiva
    Consumo: Variabile
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 17, Animazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno o più spiriti e bisbigliandogli il numero diciassette Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Diciassette è il numero della resurrezione. Gli spiriti, in numero proporzionale al consumo, penetrando in qualsiasi tipologia di oggetti andranno ad animarli e seguiranno gli ordini mentali del Numerologo. Sarà così possibile animare una statua, un tavolo o una spada ed impartire loro qualsiasi tipo di ordine. Grazie al potere alchemico di Augustus a tali oggetti verrà temporaneamente donata una particolare fludità che permetterà movimenti più naturali.
    Tipologia: Attiva (attacco magico/spiritico - danno fisico)
    Consumo: Variabile
    Durata: Un/Due turno/i
    Tipologia: Attiva (supporto spiritico/psionico)
    Consumo: Variabile
    Durata: Un/Due turno/i


    Equip esplorazione
    Zaino: zaino di media capienza
    Razioni/Acqua: razioni con barrette ipercaloriche per tre pasti. Una borraccia da un litro.
    Gessetti: sei gessetti (due bianchi, due rossi, due verdi)
    Corde: Due corde di 5 metri ognuna
    Fiammiferi/stracci: Una scatola di fiammiferi (venti in totale) e due semplici stracci di stoffa bianca di circa 50x20 cm.
    Coperta: una coperta di lana sottile.
    Occhiali: semplici occhiali di ricambio.
    Quaderno/penne: Un quaderno con una trentina di fogli, due penne (una nera ed una rossa).
    Provette: tre provette in plastica con tappo ermetico a pressione. Capienza 20 ml cadauna.

    Scheda: Qui

    Riassunto
     
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    Bimbo Sperduto

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    La montagna non lo voleva lasciare andare. Era passata solo una manciata di giorni dal suo arrivo in quello strano mondo e dal suo incontro fortuito con Malakair Melekairsson. Nella borsa che portava al fianco, ripiegata con cura in mezzo alle boccette di ingredienti ormai agli sgoccioli, c'era la lettera di presentazione indirizzata all'Alfiere dell'est. Proseguendo in quella direzione, una volta abbandonato il dorso della catena montuosa, incontrò ciò che rimaneva di Valiinorȇ. Camminando per le sue strade, popolate perlopiù da soldati e cercatori d'oro, sentì per la prima volta parlare della piaga – e ascoltò descrivere da altri quanto aveva già avuto modo di vedere da solo, qualche notte prima.

    Era da poco tramontato il sole sul suo primo giorno di cammino. Non era abituato ai sentieri della montagna e perciò procedeva a rilento. Doveva valutare ogni appoggio, distinguendo le rocce gelate da quelle stabili, facendosi largo tra la neve che inganna la vista, nascondendo i percorsi battuti dagli uomini. Il suo occhio sinistro, per complicare ulteriormente le cose, da ore mostrava dappertutto le tracce del passaggio di qualcosa con cui sembrava condividere la direzione. Non lasciava un solco particolarmente grande, ma la sua forma era indecifrabile.
    Stava cercando un riparo dal vento, che altrimenti gli avrebbe impedito di mantenere un fuoco acceso per tutta la notte. Si rese conto che era vana la speranza di incappare in qualche rimasuglio di altri accampamenti lasciati da scalatori più esperti di lui. Cercando di imitare un suo vecchio compagno di caccia (del suo mondo di origine) si mise a scavare un buco nella neve, che ricordava essere stato al centro di un buffo aneddoto sulla sopravvivenza in un clima ostile di uno dei membri più anziani dei votati al Nero, nell’ormai lontana Cattedrale. Era sicuro che quella storia fosse stata condita da particolari piccanti ma, conoscendo l’alchimista in questione, sapeva che c’era un fondo di verità; si augurò solo che fosse abbastanza per salvarlo dal freddo della notte.
    Arrivato quasi a metà dell’opera si fermò, scoprendosi inquieto. Il suo occhio sinistro non vedeva più tracce nella neve intorno a lui; aveva invece cominciato a percepire segni ben più familiari. L’orizzonte si faceva sfocato e distorto come nel più caldo dei mesi estivi. Una chiazza nera dietro a una roccia poteva significare la presenza di uno spirito guidato dall’ira.

    Leonard avvicinò prima la mano alla fondina dove teneva la pistola ma, non volendo allertare tutti gli esseri nel raggio di chilometri, optò per la lama, che fissò rapidamente al braccio. Una volta controllato che il freddo non avesse in qualche modo intaccato i meccanismi interni, si avvicinò chino sulle ginocchia a quella che già sospettava essere una bestia di qualche genere. Nonostante la poca distanza che lo separava dalla cosa, lo spirito che intravedeva nel buio non accennava a farsi più chiaro. Era un caotico ammasso di energia negativa, e sembrava guidato da una miriade di impulsi deboli – come echi di sentimenti passati – a formare un’inerzia in qualche modo violenta.
    Nascosto tra le rocce, Leonard scoprì il corpo di un uomo privo di vita, e ciononostante intento a sbranare con voracità priva di senso il poco che rimaneva di una piccola lepre. Negli occhi vuoti, nel grigio spento che le abitava, l’alchimista percepì il depravato incontro tra vita e morte e ne fu disgustato. La creatura, resa forse debole dalla fame, cercò di saltare addosso alla Piuma di Corvo ma finì per crollare a terra. L’uomo poggiò la punta della lama sulla nuca della bestia e attivò il meccanismo a percussione. Il rumore sinistro delle ossa frantumate venne attutito dalla neve, che si tinse di una strana melma nerastra.

    L’ultimo istante della non vita di quell’essere tornò alla mente di Leonard mentre ascoltava le discussioni dei soldati, nelle strade di Valiinorȇ. Capì che non si trattava di un caso isolato, ma di una ferita aperta nelle regioni settentrionali; questo giustificò la bizzarra attività spirituale che aveva registrato durante la discesa a valle. Nelle ore successive, mentre raccoglieva provviste e ingredienti utili per il viaggio verso est, cominciò a riflettere sulle parole del piccolo uomo che aveva incontrato, giorni prima, sul dorso del drago di pietra. Per quanto gli sembrasse strano, non era più così sicuro che il suo arrivo in quell’angolo sperduto di mondo fosse stato dettato solo dal caso.
    Entro l’ora di pranzo aveva già chiesto di poter far parte della spedizione. Quando gli dissero che sarebbe dovuto ritornare sulla catena montuosa che aveva appena lasciato, per poco non si mise a ridere di fronte a tutti: se davvero il destino esisteva - come sosteneva Malakair - aveva un gran senso dell’umorismo. Poco importava, a conti fatti, il dove: si trattava di una caccia e lui era un cacciatore. Mangiando un boccone assieme ai futuri compagni di viaggio capì meglio verso cosa stavano marciando: i Lich spargevano una corruzione simile a quella che infestava le sue terre native.

    Grazie a una pelliccia da aggiungere al suo cappotto e a una maschera per facilitare l’ossigenazione ad alta quota, il viaggio per Leonard cominciò meglio di quello che l’aveva condotto all’avamposto. Seguendo gli scalatori più esperti capì quanti e quali errori aveva commesso durante la discesa e si sentì fortunato per essere riuscito, nonostante tutto, ad arrivare in fondo a quella piccola impresa. Passava parte delle notti a preparare composti alchemici di Albedo, in grado di spronare i corpi dei più deboli (o degli occasionali feriti) a superare le avversità di una montagna che non desidera ospiti. Si offrì come avanguardia, una volta presa confidenza con i terreni e, sfruttando la lama a percussione, ricavava piccole cave nella dura roccia per permettere ai picchetti degli scalatori di trovare appigli più solidi. Il fuoco dell’Atanor continuava a bruciare sangue e carne delle poche bestie che incontravano durante il percorso: Leonard era un piccolo cuore caldo nella spedizione stretta dal freddo più spietato. L’occhio sinistro, tinto di rosso, era pronto a vedere che forma avesse lo spirito della creatura che infestava quelle terre.

    Equipaggiamento chiamato in causa

    Lama a percussione
    L’arma principale utilizzata da Leonard durante le sue spedizioni con le altre Piume di Corvo. Una lama larga e appuntita, lunga poco più di mezzo metro, incassata in una sede – assicurata a sua volta al braccio del cacciatore. Il meccanismo al suo interno permette di estendere e ritrarre velocemente la parte tagliente, variandone la portata: se la massa dell’arma la rende naturalmente più goffa rispetto a una spada comune, la possibilità di alterare sensibilmente la forma rende le traiettorie dei colpi meno prevedibili.
    Arma bianca

    Attrezzi da Alchimista: Atanor, boccette, ceneri e acqua
    Le Piume di Corvo sono solite portare con loro il necessario per le trasmutazioni più basilari. In una borsa di cuoio, fissata alla cinta, si trovano boccette vuote, della comune acqua, ceneri di bestia e il necessario per accendere un fuoco. Solitamente sul fianco opposto gli alchimisti tengono un piccolo Atanor, vanto degli artigiani della Cattedrale: questo forno in miniatura permette alle Piume di Corvo di operare in situazioni di fortuna: entrambe le camere (inferiore, dove avviene la combustione e superiore, dove si deposita il prodotto della trasmutazione) sono ben isolate per resistere ad acqua o altri agenti atmosferici – solo così risulta possibile utilizzarli nel clima singolare del Mare di Nebbia. Una volta accesa, la camera di combustione riesce a mantenere il suo calore per molto tempo, permettendo all'alchimista di eseguire rapidamente le trasmutazioni più semplici.
    Attrezzatura da Alchimista

    Passive chiamate in causa

    Vedere Oltre
    Dopo una lunga convalescenza a seguito dell’incidente, gli alchimisti più esperti capirono qualcosa in più rispetto al dolore e alle visioni che Leonard lamentava. Un contatto fugace con l’essenza della Rubedo aveva dotato il suo occhio della capacità di vedere oltre, di scorgere gli spiriti che si celano dietro i confini dei cinque sensi: il tono rosso assunto dalla pupilla lo testimoniava. Purtroppo la mente acerba di Leonard, nel costante tentativo di tradurre nella sua lingua – la logica – ciò che l’occhio sinistro vedeva, ammorbava il cacciatore con visioni raccapriccianti.
    Nonostante l’incubo in cui spesso si trova catapultato, questa capacità gli ha permesso di scovare nemici altrimenti invisibili durante le cacce nel mare di nebbia. Gli alchimisti votati al bianco sono però convinti che l’occhio finirà per trascinarlo verso la pazzia.
    Potere Passivo – Auspex spiritivo, 30 metri di raggio (cono visivo)

    Ali del Corvo
    Gli abomini del Mare di Nebbia sono in grado di colpire molto duramente. In alcuni casi, una disattenzione può risultare fatale. Per questo le Piume di Corvo affinano le loro capacità di movimento, acquisendo col tempo un’agilità eccezionale: difficile, per un combattente inesperto, eguagliarle in destrezza e velocità.
    Potere Passivo – Potenziamento fisico dell’agilità

    Tecniche attive chiamate in causa

    Fluido Rigenerante
    Mischiando assieme cenere di bestia all’acqua bollente, lasciando che nell’Atanor fluisca il sangue dell’alchiista, si crea un intruglio biancastro e torbido. Lasciandolo riposare alla luce lunare per qualche minuto è possibile far raggiungere al composto il secondo stadio della trasmutazione alchemica: l’Albedo. L’unguento così generato è in grado di migliorare le capacità rigenerative del corpo, curando ferite di entità lieve o modesta. Un alchimista esperto potrebbe forse fare di più.
    Tecnica – consumo Medio – Abilità di cura, utilizzabile solo previa approvazione del QM
     
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    Art Full of Meat

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    “Profeti e eroi, ma solo dopo la morte.
    Oro e gloria, ma solo dopo l’oblio."


    Le montagne del Koldran erano bellissime. La neve attraverso i suoi occhi aveva sempre avuto un fascino particolare, quasi poetico in certi luoghi e con la giusta luce. Ma desso, a spezzare tutto ciò c’erano le macerie: un grigio che ricopriva ogni via mischiandosi col bianco candore che lentamente sembrava cercare di coprire in un vano tentativo ciò che quella cruenta guerra si era lasciata alle spalle. Camminava fra le vie, e col cuore in mano cercava di aiutare come poteva gli abitanti del luogo aiutandoli a trasportare qualche ferito o spostando qualche masso nel tentativo di recuperare qualche oggetto o ricordo ormai sommerso sotto le macerie di qualche casa.
    Quello scontro, sfidare la morte letteralmente faccia a faccia, e ripensare hai compagni caduti per quella causa, lo rattristavano e allo stesso momento gli davano la voglia di continuare a combattere per non rendere vano il loro sacrificio; ciò che provava mentre camminava fra quelle strade colme di macerie erano sensazioni frammiste fra amore e odio, disperazione e voglia di perseverare per mettere fine al tutto, contrastanti e difficili da raccontare.
    I giorni passavano mentre l’intera città si mobilitava aiutandosi reciprocamente e cercando con tende improvvisate di ritrovare un minimo di quella pace presente prima di quella cruenta guerra, e richiamati proprio dal successo e dal disastro, arrivarono nella città avventurieri, mercenari e semplici civili uniti dalla causa comune pronti ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.
    Tutto sembrava riprendersi, se pur lentamente, ma la chiamata alle armi non tardò ad arrivare: anche se avevano respinto l’ondata dei Lich, non avevano nient’altro che vinto una battaglia e se non avessero sfruttato quel vantaggio, presto sarebbero tornati, e sia loro che la città non avrebbe sicuramente resistito a una seconda guerra, e proprio per questo motivo furono divisi in gruppi e mandati in spedizione secondo le indicazione di quel misterioso anziano, che sembrava saperne parecchie sui non morti che avevano infestato quelle terre.
    Fu aggregato a un giovane e nuovo gruppo in sicuramente una delle più impervie fra le spedizioni per porre fine definitivamente alla piaga: Avrebbero dovuto scalare le temute montagne del Koldran, nelle quali oltre a fronteggiare un freddo ancora più pungente di quello percepibile nel villaggio, dovevano fare i conti con il poco ossigeno presente a quelle altezze.
    Partirono, e dopo poche ore erano già immersi in una vera e propria bufera di neve in un sentiero impervio. Umbrella, accompagnato dal suo fedele ombrello ben saldo allo zaino riposto sulla schiena si stringeva nel ripieno giubbotto chiudendosi a fatica nel gonfio e morbido cappuccio mentre cervada di dosare la respirazione attraverso la maschera carica d’ossigeno. Durante tutta la traversata, Umbrella avrebbe aiutato i compagni come poteva, facilitando l’accensione di fuochi, liberando il passaggio e soprattutto riscaldando i compagni nei momenti in cui il freddo era più pungente con una semplice imposizione delle mani.
    Avrebbe voluto conoscere i nuovi compagni, sapere cosa gli aveva spinti a intraprendere quella difficile impresa, ma soprattutto avrebbe voluto saperne di più sui quei soldati che ora gli guidavano dato che, se ora era li in quella spedizione, era grazie anche a loro. Ma il mix fra l’impervio sentiero, la sferzante bufera e l’ossigeno che scarseggiava sempre di più ogni minuto che passava, non era sicuramente una buona situazione per fermarsi a fare due chiacchiere, costringendolo cosi a rimandare ogni domanda quando sarebbero stati in un momento di maggiore tranquillità, sempre sperando che riuscissero ad averne uno.


    UmbrellaEnergia: 110%
    Stato fisico: Infreddolito
    Stato mentale: concentrato
    Passive:
    [Instant casting] - [Raggio visivo e sonoro ampliato] - [+10% Energia Massima]
    Equipaggiamento:
    Umbrella – X768: Arma semiautomatica d’agente con anima in anti-materiale a recupero di gas con rivestimento del passaggio dell’aria in lamiera d’acciaio e collegati da cross-pin. La carica d’aria viene incanalata e pressurizzata in proiettili d’aria a rilascio in tre modalità: proiettile calibro 50. BMG, colpo ad aria ravvicinato per azioni di movimento e colpi a bruciapelo. Camere a vuoto create artificialmente nelle vene dell’ombrello con fori di incanalazione ad argento e mercurio permettono un istantaneo fluire dell’aria pressurizzata rendendo impercettibile il tempo tra la pressione del grilletto e l’uscita del colpo dalla punta. Rivestimento in carbonio con retina di titanio a “X” separata per ogni una delle 8 sezioni simmetriche dell’ombrello, conferendo cosi una elevata resistenza di perforazione sia hai proiettili che contro gli urti. Le 8 costole dell’ombrello presentano una affilatura forgiata a laser con lama al nanometro. Ha una lunghezza di 110cm e un peso complessivo di 6Kg.

    Attive:
    _Wind Element - Heat up: Con un semplice movimento della mano, sfruttano il potere del vento, è in grado di portare liquidi e solidi a temperature molto alte in modo tale da farle evaporare o addirittura sciogliere ad una distanza massima di 7metri
    [Consumo: Medio]

    Auger Umbrella: Un forte vento rotatorio viene sprigionato dalle mani sul manico dell'ombrello, in questo modo l'arma inizierà a girare dandogli un forte potenziale di perforazione trasformando l'arma in una potente trivella.
    [Consumo: Alto]

    Schiocco infuocato: con un semplice schiocco delle dita, Umbrella è in grado di creare una piccola scintilla che dirigendosi rapida in direzione di un obbiettivo, al momento del contatto modificherà la quantità d'ossigeno circostante creando una vampata infuocata che può variare di intensità e potenza in base al suo consumo. Basso: Crea una piccola fiammata in grado di bruciare capelli, indumenti, o materiali facilmente infiammabili. Medio: la vampata infuoca inizia ad avere alte temperature e a contatto con la pelle è in grado di creare ustioni o di appiccare veri e propri incendi. Alto: una grossa vampata infuocata investe l'obbiettivo avvolgendo interi arti nelle fiamme e data l'elevata temperatura oggetti di materiali semplici come ferro, plastica, legno iniziano a fondersi. Critico: La vampata avvolge completamente l'obbiettivo bruciandolo vivo letteralmente, Ferro e Acciaio iniziano a fondersi, e nel caso di materiali compositi il calore si trasmette sulla lega andando a ustionare la pelle a contatto con essi lasciando anche segni permanenti.
    [Consumo: variabile]

     
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    { Koldran, Cima del Massiccio }
    Augustus | Leonard | Umbrella

    La scalata del rilievo più imponente del Koldran si rivelò ostica ma tollerabile grazie al contributo di ciascuno degli arrampicatori. La vista mozzafiato offerta a quell’altitudine esigeva un pegno di vertigine che spesso sfociava in capogiro. La pressione atmosferica esigua sanciva un tempo limite di sopravvivenza per il corpo umano, incapace di adattarsi alla quota estrema dove nemmeno le aquile osavano volare. La luce abbagliante del sole riverberava sullo strato di nubi sottostante, inondando di bianco il ghiaccio perenne che ricopriva la roccia.

    « Siamo quasi alla vetta. »

    Uno dei tre capigruppo pronunciò le parole tanto attese attraverso il casco protettivo. Marciando nella neve profonda che rivestiva l’ultimo costone della montagna, il gruppo raggiunse infine la sommità: sul posto trovarono una bizzarra struttura tenuta in piedi da tendaggi che non parevano affatto composti da tessuto, bensì da materia plasmata da chissà quali forze arcane. L’insolito ritrovamento si sarebbe meritato commenti stupiti dai presenti, se solo una folata impetuosa di vento non avesse spazzato improvvisamente la cima montuosa, minacciando di trascinare nel baratro gli scalatori.


    La raffica di vento conta come un’offensiva fisica ad area di entità critica.
    Da qui in poi i consumi di mana andranno registrati nello specchietto riassuntivo.

    La scadenza è fissata a Sabato 4 Maggio.
     
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    Mani che si cercavano tra loro, uomini allo stremo appesi alle rocce, senza più la forza di proseguire, trascinati dai compagni più freschi – che il giorno precedente avevano a loro volta ricevuto lo stesso trattamento. La scalata aveva provato tutti i membri della spedizione, ma ormai si muovevano come un unico corpo e il dolore di uno era il dolore di tutti. L'attrezzatura per l'alta quota era diventata, negli ultimi giorni, assolutamente indispensabile per non perdere i sensi dopo ogni piccolo sforzo.

    Le parole di uno dei capigruppo dettero nuova energia ai corpi degli uomini, ormai tanto concentrati sul raggiungere quella meta da essersi quasi dimenticati il motivo di quel viaggio. La Piuma di Corvo, mentre aiutava un mercenario di fronte a lui a scavalcare una modesta parete di roccia, non riusciva a condividere l’entusiasmo: erano ancora troppi i dettagli circa quell’obiettivo che sfuggivano alla sua comprensione. Ignorava inoltre buona parte della storia che aveva portato alla partenza di quella spedizione. L’esperienza gli aveva insegnato che era inutile cercare di prepararsi a qualsiasi evenienza, se non si conosce il nemico: sarebbe rimasto all’erta, ma sapeva di dover improvvisare e la cosa lo rendeva nervoso.

    Sulla cima si imbatterono in una struttura senza tempo, costruita in una materiale bizzarro, che il suo occhio rosso non riusciva a mettere a fuoco – da quale parte della realtà si trovava?
    Le urla di alcuni uomini lo avvertirono del pericolo imminente: un vento così impetuoso da gettare a terra i membri del gruppo più robusti colse tutti di sorpresa. Vide alcuni dei compagni rotolare giù da quel dirupo che avevano scalato con tanta fatica: i loro volti erano contorti dal terrore, ma non riuscì a sentire la loro voce. Un fischio violento gli perforava le orecchie, mentre faticava a tenersi in piedi.

    Fu costretto ad affidarsi a movimenti ormai collaudati. La mano destra stringeva ancora la Lama a Percussione. Il terreno presentava qualche crepa che, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto sfruttare a suo vantaggio. Spostò il pollice verso un piccolo aculeo e si procurò un taglio: le gocce di sangue corsero veloci all’interno della camera di combustione dell’arma, creata dagli artigiani della Cattedrale, e ne misero in funzione il meccanismo. La lama si ritirò verso l’interno. La Piuma di Corvo la inclinò verso terra, poi scaricò il colpo.
    La punta si fece strada nella roccia, fornendo all’alchimista un appiglio prezioso. Il contraccolpo fu brutale: sentì una fitta alla spalla e per poco non mollò la presa. Si aiutò con l’altra mano, consapevole che non avrebbe potuto usarla per salvare nessun altro.

    Se ci fosse qualcosa di poco corretto fammi sapere, sono un po' arrugginito per quanto riguarda il rapporto tra consumi energetici e danni. Nel caso modifico! :sisi:

    Scheda: link;
    Stato fisico: moderati danni alla spalla destra;
    Riserva energetica: 80%

    Equipaggiamento utilizzato
    Lama a percussione
    L’arma principale utilizzata da Leonard durante le sue spedizioni con le altre Piume di Corvo. Una lama larga e appuntita, lunga poco più di mezzo metro, incassata in una sede – assicurata a sua volta al braccio del cacciatore. Il meccanismo al suo interno permette di estendere e ritrarre velocemente la parte tagliente, variandone la portata: se la massa dell’arma la rende naturalmente più goffa rispetto a una spada comune, la possibilità di alterare sensibilmente la forma rende le traiettorie dei colpi meno prevedibili.
    Arma bianca

    Tecnica utilizzata
    Percussore
    Le Piume di Corvo sono in grado di utilizzare la propria energia vitale anche per attaccare. Facendo confluire il sangue nella piccola camera di combustione della lama a percussione, si attiva un meccanismo che permette di rilasciare un singolo colpo – tramite l’estrazione pneumatica ad alta velocità della punta – assai più deciso del normale. Nonostante la semplicità della tecnica, l’attacco è in grado di provocare danni ingenti e di perforare materiali resistenti, senza richiedere alcun movimento del cacciatore (se non l’attivazione del marchingegno). Quando viene consumata una quantità di energia media o superiore la Nigredo ricopre temporaneamente la lama (scorrendo su apposite scanalature) per evitare che si danneggi all’impatto.
    Tecnica – consumo Variabile (consumo ALTO in questo caso)
     
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    Numerologia 33: Ricerca


    Ma siamo arrivati?
    Domanda ancora una volta, inutilmente, mentre svolazza tramite la levitazione verso una sporgenza di pietra poco più lontana. Nonostante questa terra lo abbia accolto nei suoi natali, si rende conto che non si è mai occupato di questa particolare zona. E' sempre stato troppo flaccidino e molliccio per sperare di scalare il Koldran. Poi, per sua fortuna, da ormai diversi anni si è trasferito su Laputa, dove al più puoi provare a scalare le mura merlate. Comincia ad apprezzare i montanari ed alpinisti che con tanta facilità e vigore si dedicano a queste folli scalate.
    Ah
    Rimpiange di non essersi mai dedicato alla sua forma fisica, ma solo alla mente. Una mancanza importante che prima o poi dovrà vedere di compensare. Respira a pieni polmoni dalla maschera combattento quel vago senso di testa vuota che ormai da quasi un giorno lo accompagna.
    Quando giunge l'annuncio del raggiungimento della meta, la prima ha festeggiare è la cara Giulietta che comincia ad urlare e poi fa partire una bellissima ola con tutti il resto del corteo di non morti che stan lì appiccicati all'anima del Numerologo.
    Arrancando sulle ultime rocce lo spilungone si porta finalmente sul tetto di Endlos. Lunghi, lunghissimi respiri mentre un senso di bruciore in tutti i muscoli è ormai la normalità. Si sistema lo zainetto dietro la schiena così da meglio distribuire il carico. Lo sguardo occhialuto si va a poggiare sulla strana costruzione di tendaggi presenti lì sulla vetta. Non riesce bene a capire se è lo stomaco del drago che si è rivoltato o solo dei tendaggi di pessimo gusto.
    Sta per aprire bocca per lanciare un commento sagace e stupido (cosa che cerca di censurare anche Giulietta), ma per fortuna interviene una potente folata di vento a zittirlo. Avverte il pericolo avvicinarsi, è la stessa Giulietta ad avvertirlo, e grazie alla rapidità di trasduzione della sua energia agli spiriti cerca di operare subito una difesa. Cerca di trasmettere le sue energia al corteo che dovrebbe andare a creare una sottile patina intorno al corpo del Numerologo, una sfera di difesa che dovrebbe schermarlo, almeno in parte, della folata. Sfruttando la levitazione si lascia trascinare dal vento che lo sbalza indietro, quasi vicino al baratro. Si cerca di rannicchiare, senza grossi risultati, se non quello di voltarsi sulla propria sinistra che bacia la terra. La tuta si lacera e la pelle struscia contro la neve. Non è tanto il dolore, perchè quello lo provano gli spiriti e lo urlano a gran voce, è il gelo che attiva rapidamente la mente del Numerologo. La corazza spiritica di cui è dotato dovrebbe tamponare in parte del ferita, una striscia rossa dietro la spalla che sgocciola appena nella neve.
    Si fa forza e si rimette rapidamente in piedi. Torna a cedere il suo potere ad uno degli spiriti che dovrebbe prendere forma come una specie di sferetta lattiginosa che rapidamente zigzaga verso la costruzione che hanno davanti e tutto lo spiazzo. Lo spirito, nutrito con le sue energia, sfoglia di piani del tempo e si muove indietro, per scrutare, osservare e scoprire, cosa sia successo nel passato di questo luogo. Il mantra del Numerologo è capire per agire, quindi subito si dedica nel ricercare informazioni dall'ambiente circostante per capire contro cosa stanno combattendo.
    Lo sguardo occhialuto, intanto, si muove tra i compagni, cerca di comprenderne le ferite e le criticità, ma cosa più importante si guarda intorno, anche verso il cielo, alla ricerca del o dei nemici.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi
    Mana: 110-5-5= 100%

    Status Fisico: Taglio superficiale spalla sinistra
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Lettura dell'Anima - Telepatia e Radar bugie
    Corazza spiritica - Armatura naturale, Resistenza +50%, Levitazione
    Velo dell'Anima - Visioni

    Attive
    ۸ Numerologia: 22, la Creazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero ventidue Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Ventidue numero della creazione e del materialismo. Lo spirito viene forgiato attraverso i sigilli alchemici e plasmato attraverso la manipolazione mentale al fine di trasferirlo temporaneamente nel piano materiale. Lo spirito che appare come fosse una nebbia lattiginosa può essere plasmato a creare una barriera sferica o rettangolare che possa difendere il suo evocare da eventuali offese di carattere fisico, magico o psionico.
    Tipologia: Attiva (difesa fisica/magica/mentale)
    Consumo: Variabile Basso
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 18, Segreto
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno o più spiriti e bisbigliandogli il numero diciotto Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Diciotto è il numero dei segreti e dei misteri. Augustus sarà in grado di utilizzare uno spirito, dopo aver pagato un obolo adeguato, per interagire con qualsiasi tipologia di oggetto/ambiente. Lo spirito potrà recuperare informazioni sul passato dell'oggetto e sugli eventi che lo hanno riguardato. Nella pratica il QM può fornire informazioni sull'oggetto e sul suo passato.
    Tipologia: Attiva
    Consumo: Basso
    Durata: Un turno


    Equip esplorazione
    Zaino: zaino di media capienza
    Razioni/Acqua: razioni con barrette ipercaloriche per tre pasti. Una borraccia da un litro.
    Gessetti: sei gessetti (due bianchi, due rossi, due verdi)
    Corde: Due corde di 5 metri ognuna
    Fiammiferi/stracci: Una scatola di fiammiferi (venti in totale) e due semplici stracci di stoffa bianca di circa 50x20 cm.
    Coperta: una coperta di lana sottile.
    Occhiali: semplici occhiali di ricambio.
    Quaderno/penne: Un quaderno con una trentina di fogli, due penne (una nera ed una rossa).
    Provette: tre provette in plastica con tappo ermetico a pressione. Capienza 20 ml cadauna.

    Scheda: Qui

    Riassunto
    Giunto sulla cima si difende con un consumo Basso dalla folata di Medio+, parzialmente frenata dall'armatura naturale e dal PU di resistenza, riportando una ferita lieve alla spalla sinistra. Grazie all'assenza di dolore si alza subito ed invia uno spirito per studiare il passato del luogo e della strana costruzione per ottenere qualche informazione in più. A guardia alta cerca di capire dove sia il nemico.
     
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    “Profeti e eroi, ma solo dopo la morte.
    Oro e gloria, ma solo dopo l’oblio."


    Non era un esperto. E il Koldran era sicuramente un temibile avversario per chi non era abituato a tanta fatica in una strada tanto impegnativa e impervia come quella che loro avevano deciso di percorrere. I muscoli sia delle gambe che delle braccia iniziavano a dolergli, e il respiro gelato si fece faticoso per l’aria che iniziava a scarseggiare data l’altezza.
    Si rese conto pure lui che il ritmo del suo passo stava iniziando a calare, ma di certo non avrebbe voluto essere un peso per tutto il gruppo, quindi continuò a salire senza batter ciglio. Dall’ultima sosta passò almeno quelle che gli sembrano un altro paio d’ore di cammino prima di sentir finalmente pronunciare dai capogruppo le parole tanto attese:
    « Siamo quasi alla vetta. »
    Per quanto generica, sicuramente era una notizia di conforto per l’intera squadra, e infatti, superato l’ultimo crinale la cima finalmente si mostrò hai loro occhi, ma nemmeno il tempo di tirare un respiro di sollievo ed ecco che la montagna tornò a infierire, con ancora più forza e prepotenza: un vento gelato e raffiche spaventose travolsero il gruppo che già stremati dovettero in pochi secondi reagire a quell’inerzia che ora che erano arrivati sembrava volergli respingere giù, riportarli al punto di partenza, se non ucciderli direttamente. Era come se la montagna stessa ripudiasse la loro presenza, facendo di tutto per scacciarli dai suoi pendii.
    Il braccio sinistro si porse prontamente a proteggere il viso mentre il corpo piegato in avanti cercava di contrastare quella forza della natura. Con difficoltà estrasse l’ombrello agganciato al suo zaino, per poi utilizzarlo come punteruolo al terreno. Ciò gli permise di prender qualche manciata di secondi per decidere la prossima mossa. Un gesto e l’intero corpo del giovane fu coperto da una patina trasparente; un strato di un vento contrario ridusse la micidiale forza sul già provato Umbrella che gli permise di recuperare un minimo di forze e dare uno sguardo a ciò che lo circondava per quanto gli fosse possibile attraverso la tormenta: un tendaggio particolare, una struttura inusuale che aveva tutta l’aria di non poter essere opera umana, ma la tormenta era forte e rendeva difficile vedere con chiarezza. Poi si girò indietro cercando i suoi compagni che come lui, sembrano aver subito in pieno la folata proteggendosi come meglio riuscirono.
    Con la mano libera cercò di allungarsi, in un disperato tentativo di aiuto verso l’uomo che grazie a un qualche tipo di lama di fortuna era riuscito a piantarla al terreno e ad aggrapparsi ad essa. Non riusciva a valutare se fosse ferito o se la lama fosse abbastanza salda al terreno da reggere il peso di un uomo in quei pochi secondi, ma un appiglio più saldo o ulteriore sarebbe sicuramente stato d’aiuto
    “AGgrAPpatI A Me…!”
    Cercò di urlare attraverso le bende che gli proteggevano il viso e il vento incessante porgendo una mano in suo soccorso. Non potevano mollare ora. La vera ricerca per il filattero, cominciava solo adesso.


    UmbrellaEnergia: 110 - 10 = 100%
    Stato fisico: Infreddolito - affaticato
    Stato mentale: concentrato
    Passive:
    [Instant casting] - [Raggio visivo e sonoro ampliato] - [+10% Energia Massima]
    Equipaggiamento:
    Umbrella – X768: Arma semiautomatica d’agente con anima in anti-materiale a recupero di gas con rivestimento del passaggio dell’aria in lamiera d’acciaio e collegati da cross-pin. La carica d’aria viene incanalata e pressurizzata in proiettili d’aria a rilascio in tre modalità: proiettile calibro 50. BMG, colpo ad aria ravvicinato per azioni di movimento e colpi a bruciapelo. Camere a vuoto create artificialmente nelle vene dell’ombrello con fori di incanalazione ad argento e mercurio permettono un istantaneo fluire dell’aria pressurizzata rendendo impercettibile il tempo tra la pressione del grilletto e l’uscita del colpo dalla punta. Rivestimento in carbonio con retina di titanio a “X” separata per ogni una delle 8 sezioni simmetriche dell’ombrello, conferendo cosi una elevata resistenza di perforazione sia hai proiettili che contro gli urti. Le 8 costole dell’ombrello presentano una affilatura forgiata a laser con lama al nanometro. Ha una lunghezza di 110cm e un peso complessivo di 6Kg.

    Attive:
    Wind Skin: Un cuscinetto d’aria trasparente al tatto simil-gomma va a formarsi sulla parte del corpo interessata dall’urto, andando ad assorbire totalmente l’impatto, permettendo così ad Umbrella di continuare l’azione dovendo applicare solo una minia forza opposta con la parte del corpo interessata con l’urto.
    [difensiva fisica e magica - variabile -
    Consumo: medio]

     
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    { Koldran, Nido di Goblas }
    Augustus | Leonard | Umbrella

    La sferzata di vento fece precipitare nel vuoto alcuni mercenari incauti, risparmiando invece i soldati meglio equipaggiati e i volontari dai riflessi pronti. Bastarono pochi istanti di bonaccia affinché i sopravvissuti potessero trovare riparo a ridosso della bizzarra struttura che sorgeva sulla cima del monte.

    Infilandosi attraverso le membrane rossicce, i presenti scoprirono che al centro del nido ribolliva un involucro mastodontico di fiamme arcane – tanto vibranti di potere antico da accartocciare l’atmosfera circostante. Pochi secondi dopo il nucleo si scisse in una coppia di ali aranciate, da cui emerse un lungo collo che terminava in un muso dal becco frastagliato e dal portamento solenne. Gli occhi sfavillanti di un antico Karura ricambiarono lo sguardo dei nuovi giunti e lo sostennero per un lungo istante, prima di sporgersi verso una sagoma spettrale seduta in disparte.

    Le vestigia emaciate di una figura incompleta erano ricurve sotto il peso della vecchiaia, offuscate da fibre d’energia necromantica in lenta rigenerazione. Il viso scavato e impalpabile dell’ombra indugiò sulle maestose fattezze della fenice nordica, senza nemmeno degnare di uno sguardo il plotone d’esecuzione.

    « Goblas, il Karura più antico del Nord! Vegliavi su Najaza dapprima che io nascessi ed eri solito appollaiarti sulle balconate dell’Obelisco della Spina… quante giornate di studio mi hai allietato, vecchio lord. »

    La voce corrotta del Dotto che aveva seminato il terrore a Valiinorê era a malapena riconoscibile. Quel simulacro frammentario di Nargil si stava esprimendo con nostalgia senile, crogiolandosi nei ricordi di una vita un tempo lieta.

    « Avrei voluto essere come te, perciò ho cercato il segreto della tua immortalità. Prima che me ne accorgessi la giovinezza mi aveva già abbandonato, mentre tu restavi immutabile… era inevitabile che nella mia ossessione finissi per affidarti la mia vita, non credi? »

    Goblas rispose emettendo un verso flautato d’indubbia tristezza. Per chiunque potesse scorgere oltre la materia, la visione del piano spiritico presentava un paesaggio desolato e sublime al contempo: un nucleo d’anima putrefatta risiedeva all’interno dell’anziana fenice, indissolubilmente vincolato alla sua esistenza corporea. Intorno a questo nocciolo orbitavano le energie spiritiche della fenice stessa, come una nube di elettroni la cui traiettoria non poteva essere stimata con certezza. Come tramandato dalle leggende, l’aura vera e propria del Karura risultava impercettibile, perciò era possibile inferirne l’esistenza solo indirettamente.

    « Questa non ci voleva. »

    Il trio di Generali si espresse all’unisono, manifestando dell’esitazione per la prima volta dall’inizio delle loro operazioni nel Settentrione. Se il filatterio del Re Lich era un Karura di Najaza, distruggere un tale recipiente comportava una serie di conseguenze difficilmente trascurabili: non solo si trovavano al cospetto di una creatura leggendaria ammantata di purissimo fuoco sovrannaturale e formalmente patrimonio della capitale nordica (a prescindere dal fatto che negli ultimi tempi il Paese delle Stelle Cadenti avesse tagliato i ponti con l’esterno), ma quest’ultima stava covando un uovo… e se il mito attribuiva ai Karura un’intelligenza sopraffina, ciò comunque non poteva garantire che l’esemplare sarebbe stato ragionevole con chi aveva appena invaso il suo nido.


    @Augustus: ricevi dai tuoi spiriti l’informazione che quella struttura è effettivamente il nido di un Karura.

    Chi dispone di un Auspex Spiritico nota chiaramente che Goblas è il filatterio di Nargil.

    Se avete dubbi o domande, non esitate a chiedere: si tratta di un turno piuttosto importante e le vostre scelte impatteranno - nel bene o nel male - sul finale della campagna. La scadenza è fissata a Martedì 28 Maggio.
     
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    Numerologia 33: Ricerca


    Questa proprio non ci voleva. Quando lo spirito torna a far parte della sua schiera, denso di ricordi, al Numerologo si spezza il cuore. Prima di tutto perchè le sue origini sono settentrionali, quindi è cresciuto con il mito della fenice di Najaza. Ha adorato l'idea di quegli uccelli meravigliosi. Non gli è mai capitato di vederli in prima persona, perchè non ha mai visitato Najaza (tranne quando un demone voleva mangiarlo, ma son dettagli), ma numerosi sono stati i mercanti che gli han più e più volte descritto le bellezze di simili creature. Se ben ricorda in un villaggi vicino vi era anche un totem fatto di fenici di legno, animali sacri venerati quasi come divinità.
    Trovarsene una davanti gli crea un certo sgomento. Il cuore gli salta un battito, o forse più che altro è l'ipossia che ormai avanzata. Fa lunghi respiri mentre osserva gli altri uomini del manipolo in che condizioni sono. Molto sono cadati ed andranno soccorsi, ma ora il vero problema è quel mostro che sta infettando l'anima della Fenice. Un simile capolavoro mostruosamente distorto dalla mente del Lich.
    Non può tollerare un simile affronto.
    Ma cosa fare? Una parte degli spiriti del suo corteso si è già messo a pregare la Fenice. Ma ora, quel povero uccello, va salvato. Come fare? Potrebbe cercare di spezzare il sigillo, o la maledizione che tiene unite le due creature, ma ci vorrebbe tempo e non è certo del risultato. Potrebbe provare a guarire la fenice, proprio come se il filatterio fosse in qualche modo una malattia da estirpare. Ma anche per questo ci vorrebbe tempo e molti sforzi. L'unica opzione concreta è stremare l'animale, cercare di catturarlo e poi dedicarsi ai rituali adatti alla separazione.
    Intanto però devono riuscire a sopravvivere allo scontro e volgerlo al proprio favore.
    Arriccia appena la boccuccia e pensa rapidamente come cercare di guadagnare qualche punto a proprio favore. Prima di tutto si concentra e lascia scorrere le sue energie in uno degli spiriti che cerca di plasmare secondi dettami del numero quattro: la praticità. Lo spirito, una sferetta lattigginosa si dirige verso la finesce e cerca di entrare in risonanza con la sua mente. Lo scopo è quello di selezionare un ricordo preciso e mascherarlo temporaneamente: nello specifico il Numerologo cerca di far dimenticare al volatile il fatto che sia stato deposto un uovo, il suo uovo e tutto ciò che è ad esso collegato. Così facendo dovrebbe almeno temporaneamente placare l'ira della Fenice.
    La mano sinistra, intanto cede altre energie ad uno degli spiriti che si illumina come una lampadina. Lampadina che viene scagliata contro il nemico e che si divide rapidamente in sei lunghi spilloni. Con cura ed estrema dovizia il Numerologo cerca di direzionare i vari spilloni in modo da evitare, almeno per quello che vede, l'anima della Fenice e cercare invece di punzecchiare ed infilzare quella del Lich.
    Indietreggia di qualche passo cercando una posizione intermedia tra il pendio alle spalle e la fenice davanti a sè. Molleggia sulle gambe, pronto a spostarsi rapidamente se dovesse servire. Braccia incrociate davanti a sè (inutile visto il tipo di nemico, ma sarà l'abitudine).
    Può realmente funzionare questa strategia?

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi
    Mana: 100-10-10=80%

    Status Fisico: Taglio superficiale spalla sinistra
    Status Mentale: Perfetto

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    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Lettura dell'Anima - Telepatia e Radar bugie
    Corazza spiritica - Armatura naturale, Resistenza +50%, Levitazione
    Velo dell'Anima - Visioni

    Attive
    ۸ Numerologia: 4, la Praticità
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero quattro Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Quattro è il numero della praticità e della memoria, ma ogni numero presenta anche un rovescio della medaglia e quello del numero quattro è la fiacca, la lentezza e la spossatezza. Dirigendo lo spirito verso un bersaglio sarà possibile manipolare la sua mente ed in particolar modo estirpare temporaneamente quella che è un'idea o un nucleo semplice di memoria. Ad esempio sarà possibile far dimenticare temporaneamente al bersaglio un nome, o magari uno scopo, o ancora il perchè sta compiendo una certa azione.
    Tipologia: Attiva (attacco psionico)
    Consumo: Medio
    Durata: Due turni

    ۸ Numerologia: 33, Ricerca

    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero trentatré Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero. Tale manipolazione rende lo spirito temporaneamente visibile sotto forma di vaga fluorescenza.
    Trentatré è il numero della ricerca e della guarigione. La sua controparte, invece, è rappresentata dalla malattia. Lo spirito pregno delle energie del Numerologo va a circondare il nemico e comincia a bersagliarlo con sei spilloni che vanno a ferire direttamente la sua anima. Si tratta di un danno spiritico che si manifesta sul piano reale con la comparsa di dolore ulcere su tutto il corpo.
    E’ possibile condensare l’attacco in un singolo assalto o sfruttarlo in due successivi di minore entità.
    Tipologia: Attiva multicolpo (attacco magico)
    Consumo: Medio
    Durata: Un turno

    Equip esplorazione
    Zaino: zaino di media capienza
    Razioni/Acqua: razioni con barrette ipercaloriche per tre pasti. Una borraccia da un litro.
    Gessetti: sei gessetti (due bianchi, due rossi, due verdi)
    Corde: Due corde di 5 metri ognuna
    Fiammiferi/stracci: Una scatola di fiammiferi (venti in totale) e due semplici stracci di stoffa bianca di circa 50x20 cm.
    Coperta: una coperta di lana sottile.
    Occhiali: semplici occhiali di ricambio.
    Quaderno/penne: Un quaderno con una trentina di fogli, due penne (una nera ed una rossa).
    Provette: tre provette in plastica con tappo ermetico a pressione. Capienza 20 ml cadauna.

    Scheda: Qui

    Riassunto
    Utilizza la tecnica Numerologia 4 (costo Medio, spalmato con un Basso per due turni) per far dimenticare alla fenice di aver deposto l'uovo e tutto ciò che ne deriva, così da poterla rendere più mansueta. Successivamente utilizzata la tecnica Numerologia 33 (consumo Medio, un turno) per cercare di trafiggere con sei spilloni spiritici il filatterio e non l'anima della Fenice, per quanto possibile.
     
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    Afferrò la mano di un uomo col volto coperto da bende, a cui non fece in tempo a dire grazie. Aveva la spalla indolenzita, ma a confronto con i tanti sbalzati oltre i confini di quello spiazzo poteva dirsi davvero fortunato. L’attimo di sollievo passò via come nulla quando Leonard venne avvolto dal bagliore rossastro delle fiamme; la montagna si accese come una torcia e l’ondata di calore, mozzando il fiato nelle gole impreparate dei presenti, ricordò a tutti quanto il freddo non fosse l’unico elemento da temere.

    Una belva di dimensioni colossali, simile a un uccello, si manifestò agli occhi increduli dell’Alchimista. Il suo corpo non era avviluppato dalle fiamme: era esso stesso, in un certo senso, una fiamma. Ma dietro all’apparenza maestosa, l’occhio sinistro scrutò un fondo incancrenito; un parassita antico che rimandava a un potere smisurato – ormai un eco lontano, che lasciava spazio solo a un piccolo e vigliacco costrutto, abilmente nascosto in un corpo ben più grande e robusto di lui.

    “...era inevitabile che nella mia ossessione finissi per affidarti la mia vita, non credi?” diceva quella figura spettrale, legata da un filo d’argento all’infestazione che giaceva nel cuore della bestia di fuoco.
    Nel suo mondo, i mostri raramente mostravano i resti di uno spirito tanto umana. Per questa ragione, lo trovava ancora più aberrante; la patetica visione alimentò la determinazione della Piuma di Corvo, decisa a portare a termine la missione.
    Tirò fuori la pistola e cercò di rallentare il respiro, chiedendo alle gambe un nuovo sforzo. Piegò le ginocchia e saltò rapidamente verso il fianco della bestia – non voleva restare in piena vista. Durante il movimento, mentre passava attorno agli altri mercenari increduli, notò che qualcuno stava già passando all’azione: dell’energia spirituale si stava accumulando attorno all’area incancrenita della belva e la minacciava.
    Lui non avrebbe potuto puntare subito allo spirito: sarebbe stato necessario prima scavarsi una strada attraverso il corpo. Probabilmente uno dei suoi compagni alchimisti votati al Bianco avrebbe saputo fare di meglio per curare quella creatura, ma Leonard era un combattente. Lasciò quindi cadere qualche goccia di sangue nell’Atanor e, dalla camera inferiore del forno, nel giro di qualche secondo uscì fuori una piccola sfera nerastra. La fece correre nel caricatore della pistola e puntò nel punto dove, tra le fiamme, vedeva più chiaramente quel parassita: ‘agli spiriti serve un supporto fisico per sopravvivere in questo mondo’, gli avevano detto fin da piccolo. Fece fuoco, incurante delle conseguenze, obbedendo all’istinto del cacciatore.

    Non un post esageratamente elaborato, ma non volevo bloccare il tutto. :)

    Scheda: link;
    Stato fisico: moderati danni alla spalla destra;
    Riserva energetica: 70%

    Equipaggiamento utilizzato
    Pistola
    Così come le lame a percussione hanno preso il posto, tra i cacciatori del Mare di Nebbia, delle spade tradizionali, allo stesso modo le armi da fuoco si sono sostituite ad archi e balestre. I vecchi armamenti trovano ormai posto durante le cerimonie: troppo difficile perforare la pelle spessa degli abomini senza l’ausilio di polvere da sparo o di altri ritrovati della tecnologia.
    Questa pistola a colpo singolo spara proietti a grande velocità, in grado di perforare le difese naturali delle bestie cacciate dalle Piume di Corvo. Le dimensioni ridotte la rendono una candidata ideale una lama a percussione. Dato l’ambiente per la quale è stata progettata, risulta particolarmente resistente all’umidità e, più in generale, all’acqua.
    Arma da fuoco – Pistola a colpo singolo

    Passive in uso
    Vedere Oltre
    Dopo una lunga convalescenza a seguito dell’incidente, gli alchimisti più esperti capirono qualcosa in più rispetto al dolore e alle visioni che Leonard lamentava. Un contatto fugace con l’essenza della Rubedo aveva dotato il suo occhio della capacità di vedere oltre, di scorgere gli spiriti che si celano dietro i confini dei cinque sensi: il tono rosso assunto dalla pupilla lo testimoniava. Purtroppo la mente acerba di Leonard, nel costante tentativo di tradurre nella sua lingua – la logica – ciò che l’occhio sinistro vedeva, ammorbava il cacciatore con visioni raccapriccianti.
    Nonostante l’incubo in cui spesso si trova catapultato, questa capacità gli ha permesso di scovare nemici altrimenti invisibili durante le cacce nel mare di nebbia. Gli alchimisti votati al bianco sono però convinti che l’occhio finirà per trascinarlo verso la pazzia.
    Potere Passivo – Auspex spiritivo, 30 metri di raggio (cono visivo)

    Ali del Corvo
    Gli abomini del Mare di Nebbia sono in grado di colpire molto duramente. In alcuni casi, una disattenzione può risultare fatale. Per questo le Piume di Corvo affinano le loro capacità di movimento, acquisendo col tempo un’agilità eccezionale: difficile, per un combattente inesperto, eguagliarle in destrezza e velocità.
    Potere Passivo – Potenziamento fisico dell’agilità

    Tecniche utilizzate
    Ali del Corvo - Attiva
    Inoltre, concentrando la propria energia vitale negli arti periferici, una Piuma di Corvo è in grado di compiere un singolo scatto ancora più rapidamente, utile per cercare di guadagnare una posizione di vantaggio durante uno scontro.
    Tecnica – consumo Basso

    Goccia Nera
    Una piccola quantità di Nigredo, prodotta bruciando sangue nell’Atanor, viene fatta solidificare velocemente in acqua – dopo essere stata modellata fino a farle assumere forma sferica. Utilizzata come proiettile, la Goccia Nera è più forte di una normale munizione ed è in grado di corrodere la materia organica, a seguito dell'impatto.
    Tecnica – consumo Basso

    Riepilogo: Leonard, dopo aver utilizzato la percezione spirituale passiva per individuare il cuore del filatterio, scatta verso il lato sinistro della fenice utilizzando Ali del Corvo (passiva + attiva), cercando di guadagnare una posizione più defilata. Lì utilizza Goccia Nera per creare un particolare proiettile e poi fa fuoco con la pistola, mirando all'area del corpo dove (crede) di aver visualizzato lo spirito del parassita.
     
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    “Profeti e eroi, ma solo dopo la morte.
    Oro e gloria, ma solo dopo l’oblio."


    Pochi minuti di stallo, di lotta e resistenza, contro una tormenta impressionante.
    Mentre afferrava la mano del compagno, vide qualcun'altro del gruppo in lontananza venir scaraventato via, per poi perdersi nel caos di neve e vento gelido che gli rendeva difficile la vista, gli fischiava le orecchie e gli congelava le membra.
    Solo pochi minuti, per fortuna, e poi tutto si calmò, riportandoli in balia del gelido freddo di quelle montagne, ma sicuramente meno punitivo di una vera e propria tormenta.
    Prima ancora che alla nuova innaturale struttura, l’occhio passò dal viso del compagno che aveva aiutato a rialzarsi, a tutti gli altri, cercando di comprendere l’entità dei danni subiti da ognuno. Quelle terre potevano essere crudeli, e nonostante tutti fosse coscienti della grande pericolosità di quella spedizione, non tutti poteva essere pronti a reagire a ogni difficoltà.
    Gli occhi cerulei scrutarono i compagni, quando, la reazione sbigottita e sorpresa del cacciatore accanto a lui, non attirarono la sua attenzione: lo guardò negli occhi increduli e forse impauriti, mentre un rosso vivo vibrava nella retina dell’uomo; si girò, comprendendo che quella luce e quello stupore provenivano dal nido intravisto prima oltre la bufera, e poi davanti a lui, Una visione magnifica. Un enorme fiamma viva come niente che aveva mai visto prima tremava con un’intensità e maestosità innaturale di fronte a lui.
    Gli occhi si spalancarono in un’espressione di stupore e incredulità. Rimase immobile, mentre da quelle fiamme tanto pure e vive emerse la leggendaria creatura in tutta la sua epicità, spalancando le sue ali alla vista del gruppo immobile e sbalordito.
    Non riusciva a crederci. Aveva sentito parlare della Fenice in leggende, storielle, e miti. Ma nulla di concreto tanto che fino a pochi istanti fa, quasi dubita della sua effettiva esistenza, ma invece era li, una creatura tanto mitologica, sostava in tutta la sua magnificenza davanti hai suoi occhi.
    Non riusciva a crederci… non poteva crederci.
    Rimase immobile a osservarla, senza parole.
    I suoi compagni, furono più lucidi di lui a uscire da quell’incantesimo che quella visione che aveva sorpreso il cuore di tutti, tanto da agire: pure lui aveva sentito la voce, e quel mix d’azione e sconcertatezza lo fecero tornare in se, soprattutto il suono che per un’istante sovrastò gli altri, un colpo di pistola. Tutti sembrarono aver compreso la situazione: la fenice era direttamente collegata col filatterio che stavano cercando, il difficile era capire il come fossero collegati. Dato il suo ritardo nel muoversi, ciò gli permise di osservare le azioni dei compagni, e entrambi sembrarono mirare a un punto preciso della Fenice, e tutti i presenti sapevano dell’importanza e la sacralità di quella creatura, e senza una buona ragione, nessuno di loro avrebbe osato torcere un capello a quella creatura. Gli altri dovevano aver capito o notato qualcosa che a lui era sfuggito.
    “Perché…”
    Doveva pensare, e infetta, dopo quelle offensive, difficilmente la creatura se ne sarebbe stata buona, fraintendendo la Sicuramente buona volontà delle loro azioni. Non riusciva a comprendere. Pensò e ripensò guardando e ammirando ogni dettaglio di quel corpo maestoso, ma nulla gli suggerì il perché di un’azione tanto avventata.
    Gli scese una lacrima, di commozione, in un frammisto di gioia e tristezza
    “ Perche l’avete ferita?... PERCHE SPARARGLI!?”
    Urlò al cacciatore, che nel frattempo si era allontanato. Mollò il fedele ombrello, ancora saldamente infilato nella neve difronte a lui, e prima ancora che la Fenice potesse reagire a quell’affronto, distese il braccio sinistro davanti a se, con la mano aperta in direzione del leggendario uccello: un forte vento, come un improvviso aumento della forza di gravità avrebbe gravato sulla bestia. Era certo che un simile trucco non sarebbe bastato a ferire qualcosa di tanto leggendario e potente, ma proprio quello era il suo obbiettivo, voleva solo bloccarla, rallentarla, e non ferirla, sperando cosi di placare la sicuramente ira che un tale gesto offensivo avrebbe scaturito.


    UmbrellaEnergia: 100 - 20 = 80%
    Stato fisico: Infreddolito - affaticato
    Stato mentale: Incredulo, impressionato, meravigliato, sconvolto, confuso
    Passive:
    [Instant casting] - [Raggio visivo e sonoro ampliato] - [+10% Energia Massima]
    Equipaggiamento:
    Umbrella – X768: Arma semiautomatica d’agente con anima in anti-materiale a recupero di gas con rivestimento del passaggio dell’aria in lamiera d’acciaio e collegati da cross-pin. La carica d’aria viene incanalata e pressurizzata in proiettili d’aria a rilascio in tre modalità: proiettile calibro 50. BMG, colpo ad aria ravvicinato per azioni di movimento e colpi a bruciapelo. Camere a vuoto create artificialmente nelle vene dell’ombrello con fori di incanalazione ad argento e mercurio permettono un istantaneo fluire dell’aria pressurizzata rendendo impercettibile il tempo tra la pressione del grilletto e l’uscita del colpo dalla punta. Rivestimento in carbonio con retina di titanio a “X” separata per ogni una delle 8 sezioni simmetriche dell’ombrello, conferendo cosi una elevata resistenza di perforazione sia hai proiettili che contro gli urti. Le 8 costole dell’ombrello presentano una affilatura forgiata a laser con lama al nanometro. Ha una lunghezza di 110cm e un peso complessivo di 6Kg.

    Attive:
    Forza G: un forte vento in un'area prestabilita spinge verso il basso qualsiasi cosa, come un rapido aumento della gravità, limitando la movibilità di cose o persone. Umbrella, nel caso si trovasse entro il raggio della tecnica non ne subirà nessun effetto.
    [Consumo: Alto - 10m]

     
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    Pretender

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    { Koldran, Nido di Goblas }
    Augustus | Leonard | Umbrella

    Goblas comprese perfettamente la situazione.
    Nei suoi secoli di vita aveva assistito all’ascesa e alla caduta di molte dinastie, ultima fra tutte la casata Aldeym di Banebriar’s Place. La stirpe dell’ultimo Alfiere del Nord si era guadagnata la sua fetta di storia in un lungo percorso costellato da aneddoti e sussurri rochi, un vociare sommesso che aveva accompagnato l’ascesa di quei tetri balivi fino alla soddisfazione delle loro pretese feudali. Ricordava chiaramente come perfino l’Alfiere Moloch - forte del potere paterno e della caparbia volontà di affermarsi - avesse fatto proprie le arti necromantiche, servendosi a sua volta di un filatterio per condividere le conoscenze di un Lich.

    L’antico Karura stava contemplando il ripetersi di una storia sempre uguale, in cui generazioni di mortali ripudiavano la propria condizione effimera e si opponevano al ciclo naturale della vita tramite la necromanzia. Tuttavia l’anziana fenice non si sentiva di biasimarli, poiché dinanzi al fuoco incrociato che la investì - martoriandola nella carne e nello spirito - anche Goblas intuì l’onnipresente paura della morte che perseguitava le razze prive di un mezzo sicuro per reincarnarsi e perpetuare la propria esistenza.

    Per quanto Goblas non desiderasse opporre resistenza, l’istinto di sopravvivenza prese il sopravvento durante il suo martirio, attivando prematuramente quel meccanismo d’immolazione che avrebbe dovuto fecondare il suo uovo a tempo debito. La fenice avvampò in sfolgoranti fiamme arcane, il cui crepitio assordante riecheggiò per le valli montane. Mentre il nocciolo di fuoco squagliava la roccia insieme al ghiaccio perenne - increspando l’atmosfera rarefatta col proprio calore immane e irradiando le cime del Koldran di fulgore azzurrognolo - l’eruzione di potere fece innalzare incandescenti flussi di magia primordiale fino al firmamento.



    Quella colonna di luce visibile a miglia di distanza era uno degli eventi più rari del Settentrione, trattandosi del rituale di metempsicosi con cui l’esigua popolazione dei Karura sublimava la propria esistenza ogni cinquecento anni.

    Al termine del rogo il consunto spettro di Nargil si trovò genuflesso in mezzo alla roccia fusa, intento ad accarezzare l’uovo che non aveva completato il proprio ciclo di sviluppo. Mentre le ceneri di Goblas si adagiavano su quel guscio ignifugo, il Dotto non poté che provare un’immensa tristezza.

    « Non potete nemmeno immaginare l’errore che avete commesso. Potevamo affrancare il mondo dalla morte… e forse avremmo trovato un modo per salvarci da Loro. »

    Oltre a rivolgersi ad eventuali fortuiti sopravvissuti, le vestigia del Re Lich parevano assorte in un decrepito soliloquio, in cui le parole si sgretolavano insieme ai rimasugli della sua esistenza rediviva.

    « Quando gli Ibernati faranno ritorno, implorerete anche voi di avere a disposizione altri secoli per capire come affrontarli… ma sarà troppo tardi… sarà sempre troppo tardi. »

    E infine la cenere tornò alla cenere.


    L’immolazione di Goblas conta come un doppio critico energetico per ciascuno dei presenti. Le tre guide del gruppo sono state completamente carbonizzate dall’esplosione.

    L’ultima scadenza è fissata a Martedì 9 Luglio.
     
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    Cra

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    mjo9om

    Numerologia 33: Ricerca


    Non riesce a capire perchè alcuni componenti del gruppo si muovano quasi ad opporsi alle loro azioni. Stupidamente si rende conto che probabilmente non tutti sono dotati della capacità di vedere l'oltre e quindi di comprendere realmente cosa sta succedendo.
    Attiva la sua telepatia così da sussurrare direttamente alle menti degli alleati cosa si sta cosumando oltre il Velo.
    Le parole del non-morto, però attirano la sua attenzione. Si volge giusto in tempo per sentire tutto il suo corteo spiritico urlare per avvisarlo di un enorme pericolo imminente.
    Solo una volta ricorda di aver percepito una sensazione simile. Non ricorda bene il contesto, ma riconosce perfettamente la sensazione. Qunado la provò, si ritrovò semplicemente morto.
    L'ondata di energia, calda e bellissima, come solo la morte può essere, gli si avvicina rapidamente. Sfruttando la percezione dei pericoli e la capacità di rilasciare ai suoi spiriti istantaneamente le sue energie, ecco che il Numerologo cerca di compattarsi attorno al proprio corpo a mò di un santuario di protezione da quella vampa di morte e distruzione.
    Chiude gli occhi istintivamente quando le fiamme avvolgono e divorano i corpi delle tre guide. Sente il bacio caldo della fenice che gli si avvicina sempre più. Sbuffi di fiamme penetrano nella barriera e si avviluppano ora intorno la spalla destra, ora sul viso, ora intorno le gambe. La montatura degli occhiali si infiamma e lo costringe e gettarli via, mentre ogni movimento gli pesa e gli brucia. In particolar modo è la mano destra che viene investita dalle fiamme quando si muove in questo gesto. Brucia rilasciando fumi tossici, ma per fortuna il dolore viene assorbito dalla schiera spiritica.
    Anche se il dolore è assente, sente le urla degli spiriti che soffrono al suo posto, e cosa ben peggiore cade in ginocchio quasi completamente esausto. Si sente stanco, privo di forze, imperlato da un sudore che brucia, come sale su una ferita.
    Nella neve, inerme, immerge la mano e l'avambraccio ustionati. Anzi, si lascia cadere sul fianco destro cercando di tamponare quanto è appena accaduto.
    Boccheggia mentre lo sguardo miope si muove sulle sagone degli altri presenti. Cerca i sopravvissuti a tale potenza distruttiva.
    Nella mente, oltre le urla, il monito del non morto, echeggia inquietante.
    E...ehi....
    Con un filo di voce, cerca di richiamare gli altri.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi
    Mana: 80%-40-20=20%

    Status Fisico: Taglio superficiale spalla sinistra + Ustione grave arto superiore destro
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Lettura dell'Anima - Telepatia e Radar bugie
    Corazza spiritica - Armatura naturale, Resistenza +50%, Levitazione
    Velo dell'Anima - Visioni

    Attive
    ۸ Numerologia: 22, la Creazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero ventidue Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Ventidue numero della creazione e del materialismo. Lo spirito viene forgiato attraverso i sigilli alchemici e plasmato attraverso la manipolazione mentale al fine di trasferirlo temporaneamente nel piano materiale. Lo spirito che appare come fosse una nebbia lattiginosa può essere plasmato a creare una barriera sferica o rettangolare che possa difendere il suo evocare da eventuali offese di carattere fisico, magico o psionico.
    Tipologia: Attiva (difesa fisica/magica/mentale)
    Consumo: Variabile Critico + Alto
    Durata: Un turno

    Equip esplorazione
    Zaino: zaino di media capienza
    Razioni/Acqua: razioni con barrette ipercaloriche per tre pasti. Una borraccia da un litro.
    Gessetti: sei gessetti (due bianchi, due rossi, due verdi)
    Corde: Due corde di 5 metri ognuna
    Fiammiferi/stracci: Una scatola di fiammiferi (venti in totale) e due semplici stracci di stoffa bianca di circa 50x20 cm.
    Coperta: una coperta di lana sottile.
    Occhiali: semplici occhiali di ricambio.
    Quaderno/penne: Un quaderno con una trentina di fogli, due penne (una nera ed una rossa).
    Provette: tre provette in plastica con tappo ermetico a pressione. Capienza 20 ml cadauna.

    Scheda: Qui

    Riassunto
    Si difende dalla vampa per un totale di Critico+Alto, incassando poco meno di un Alto sottoforma di ustione grave dell'arto superiore destro. Rannicchiato nella neve per lo sforzo, cerca di capire se ci sono altri sopravvissuti.
     
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    Bimbo Sperduto

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    Perché? Una bestia di quelle dimensioni e dotata di uno spirito ancora più imponente - sebbene incancrenito da quella presenza maligna - non poteva cadere così facilmente. Se le ragioni dell’essere rimanevano ben al di fuori della sua portata (non era abituato, dopotutto, a calarsi nei panni dei propri avversari disumani), il cacciatore capì fin troppo in fretta che proprio nella resa quella cosa avrebbe manifestato il potere più grande.
    La temperatura salì bruscamente mentre la belva diventava un tutt’uno con la fiamma. Il ghiaccio si fece vapore e la roccia si coprì di crepe. Leonard fu costretto a chiudere l’occhio sinistro: quello spirito ormai era insostenibile. Il fuoco addentò per prime le carni delle tre guide della spedizione; la piuma di corvo passò la lama sul braccio e si procurò un taglio. Lasciò che il sangue cadesse rapido nella camera superiore dell’Atanor che, grazie al calore dell’ambiente, sembrò ancora più efficiente del solito.
    Una melma nerastra corse poi in direzione contraria, ritornando verso la ferita e ricoprendo poi l’intero corpo dell’alchimista che, spossato per la grande quantità di sangue persa, finì con le ginocchia a terra. L’energia arcana mutò il colore delle fiamme che, a poco a poco, illuminarono la terra e il cielo di azzurro. Lo strato protettivo di Nigredo cominciò a sgretolarsi poco dopo essersi solidificato.
    Quando quel Corpo Nero che circondava il suo se ne andò, le fiamme subito lo assalirono. Si voltò di spalle, sfruttando la schiena come infelice copertura per permettere a un altro po’ di sangue di correre verso il forno da alchimista, ripetendo il processo. Mentre la sua pelle veniva trapassata da mille aghi incandescenti, Leonard ripose tutte le sue speranze in quel secondo strato di massa nera e putrida.

    Il rogo scomparve nel nulla, lasciando a terra cadaveri e cenere. L’alchimista vide i frammenti bianchi correre in aria. Sdraiato a terra, con la schiena bruciata rivolta verso il cielo, contemplava l’uovo e lo spettro - il prima e il dopo dell’esistenza. L’uno avrebbe avuto bisogno di quel calore per ricevere la vita, l’altro si era legato alla fiamma con un cordone ombelicale marcio ormai reciso. Ascoltò i vaneggiamenti del fantasma, con la testa annebbiata e il corpo ormai quasi del tutto privo di energie. “Uno scontro dura secondi, non secoli”, pensò. “Se non si è pronti subito, tanto vale accettare la morte.”
    Cercò di alzare una mano e grugnì, non senza sforzo, in risposta a un compagno che cercava segni di vita in quel cimitero ad alta quota. Avevano vinto? No, non era la parola giusta. Era finita? La spedizione era finita, i suoi compagni erano, in larga parte, finiti, il loro nemico sembrava esserlo e, con lui, anche la missione.

    Tutto è bene quello che finisce bene...?!

    Scheda: link;
    Stato fisico: moderati danni alla spalla destra, ustioni pesanti su tutta la schiena;
    Riserva energetica: 10%

    Equipaggiamento utilizzato
    Attrezzi da Alchimista: Atanor, boccette, ceneri e acqua
    Le Piume di Corvo sono solite portare con loro il necessario per le trasmutazioni più basilari. In una borsa di cuoio, fissata alla cinta, si trovano boccette vuote, della comune acqua, ceneri di bestia e il necessario per accendere un fuoco. Solitamente sul fianco opposto gli alchimisti tengono un piccolo Atanor, vanto degli artigiani della Cattedrale: questo forno in miniatura permette alle Piume di Corvo di operare in situazioni di fortuna: entrambe le camere (inferiore, dove avviene la combustione e superiore, dove si deposita il prodotto della trasmutazione) sono ben isolate per resistere ad acqua o altri agenti atmosferici – solo così risulta possibile utilizzarli nel clima singolare del Mare di Nebbia. Una volta accesa, la camera di combustione riesce a mantenere il suo calore per molto tempo, permettendo all'alchimista di eseguire rapidamente le trasmutazioni più semplici.
    Attrezzatura da Alchimista

    Passive in uso
    Vedere Oltre
    Dopo una lunga convalescenza a seguito dell’incidente, gli alchimisti più esperti capirono qualcosa in più rispetto al dolore e alle visioni che Leonard lamentava. Un contatto fugace con l’essenza della Rubedo aveva dotato il suo occhio della capacità di vedere oltre, di scorgere gli spiriti che si celano dietro i confini dei cinque sensi: il tono rosso assunto dalla pupilla lo testimoniava. Purtroppo la mente acerba di Leonard, nel costante tentativo di tradurre nella sua lingua – la logica – ciò che l’occhio sinistro vedeva, ammorbava il cacciatore con visioni raccapriccianti.
    Nonostante l’incubo in cui spesso si trova catapultato, questa capacità gli ha permesso di scovare nemici altrimenti invisibili durante le cacce nel mare di nebbia. Gli alchimisti votati al bianco sono però convinti che l’occhio finirà per trascinarlo verso la pazzia.
    Potere Passivo – Auspex spiritivo, 30 metri di raggio (cono visivo)

    Tecniche utilizzate
    Corpo Nero
    La rapida combustione di sangue nell’Atanor riduce il fluido vitale in materia nerastra, che le Piume di Corvo sono in grado di far scorrere sul loro corpo – arrivando a coprirlo tutto in pochi attimi. La Nigredo forma una seconda pelle capace di assorbire urti o contrastare assalti energetici; le bestie del Mare di Nebbia utilizzano varie tipologie di attacchi (a seconda di quale deformazione il loro spirito deviato abbia apportato al loro corpo) e, pertanto, per i cacciatori è di vitale importanza poter variare le proprie difese all’occorrenza. Ciò avviene modificando le proporzioni tra sangue, temperatura della camera di combustione e apporto d’aria nell’Atanor. Questa tecnica utilizza un procedimento alchemico basilare per dare forma all’energia vitale dei combattenti, ed è pertanto un’arte mista, praticata solo al di fuori delle mura della Cattedrale.
    Tecnica – consumo Variabile (doppio utilizzo: Critico+Alto) - Difesa mista: Fisica oppure Energetica (in questo caso energetica)

    Riepilogo: Per difendersi dall'ondata di calore, Leonard utilizza per due volte la tecnica "Corpo Nero", la prima volta con un consumo energetico Critico e, la seconda volta, Alto. Per attivare per la seconda volta la protezione, si procura ustioni diffuse sulla schiena. Al termine del cataclisma, allo stremo delle forze, rimane a terra con i sensi annebbiati.
     
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