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{ Merovish, Bazar delle Talpe }
Tutti
Nel groviglio urbano della Tana brulicava una società multiforme, laddove la capitale sotterranea si configurava come un frenetico crogiolo di etnie e culture. Delegando ai ghetti di periferia il ruolo di quartieri spiccatamente razziali, i Distretti del Bazar delle Talpe erano invece caratterizzati da un’incessante mutevolezza: bastava svoltare un angolo per passare da venditori di tappeti volanti a tecnici alle prese con test di diagnostica per esoscheletri ricavati da rottami variopinti. Lungo i tendaggi del mercato l’odore di spezie esotiche poteva confondersi molto in fretta col pescato di dubbia freschezza cucinato per strada su banchetti ambulanti.
In mezzo a tanta diversità era comune sentirsi spaesati. Le urla dei venditori sovrastavano a malapena il vociare degli avventori e i cicalecci dei passanti: i frammenti sconnessi di conversazioni si amalgamavano in una baraonda cacofonica, inframezzata dalla musica etnica, dai versi di creature randagie e dai lampeggi intermittenti di sporadici droni che sorvolavano la folla – diretti chissà dove.
Farsi largo nella calca richiedeva un discreto fegato, poiché spesso si finiva a sgomitare tra pedoni di stazza ciclopica e nanerottoli in grado di passare agilmente tra le gambe altrui, magari intenti a sfilare con noncuranza il borsello di chi era troppo impegnato a scansare il barrito bavoso di un contrariato viandante preso a spallate sulla spiritromba.
Nel cuore pulsante di Merovish s’intrecciavano molte vite, talvolta attirate da affari profittevoli oppure - più comunemente - in cerca di occasioni ancora ignote da cogliere al volo. Chi poteva sapere quale ninnolo introvabile si sarebbe rinvenuto nella più anonima delle bancarelle? E chi poteva prevedere quali incontri irripetibili avrebbero avuto luogo sotto le volte rocciose?
Per scoprire cosa avesse in serbo la Tana quel giorno non restava che tuffarsi nella ressa, lasciandosi trasportare dalla corrente del fato o magari nuotando controcorrente rispetto alla fiumana di destini in moto.
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Che giorno era?
Posai la mano sul materasso, tirandomi a sedere. Inspirai a pieni polmoni l'aria della stanza, e mi rallegrai di non venir investito ancora una volta dall'odore nauseante di chiuso e polvere, odore che aveva fatto da regnante per giorni interi in quell'appartamento, chiuso e sigillato da chissà quanto tempo.
Cosa mai avrei potuto fare quel giorno era una delle grosse domande che mi aveva colto non appena avevo posato i piedi sul freddo pavimento. Andare nuovamente alla biblioteca, ad attingere dal quell'infinito sapere? È vero, avevo divorato diverse decine di libri, cercando di apprendere quanto più possibile sul posto dove ero capitato. Sembrava essere qualcosa di totalmente diverso dalla terra che conoscevo, qualcosa su un piano dimensionale decisamente diverso. Avevo letto di terre e creature mai viste, frutti che non risiedevano nemmeno nelle mie più recondite idee, invenzioni per noi umani impossibili, ma divenute di tangibile realtà in questo luogo.
Non avevo tempo per rimuginare su quanto avessi perduto, dovevo riflettere su quanto avessi guadagnato da questo avvenimento. «Non tutti i mali vengono per nuocere» mi ripeteva fino allo stremo Allie. Ogni cosa ci accadesse, lei mi schiaffeggiava con quel sorriso perfetto, ricordandomi di quanto fossi stupido ad arrabbiarmi e cercare soluzioni impossibili. Le soluzioni erano sempre lì, girato l'angolo sul quale io continuavo a sbattere la testa.
Mossi passi lenti verso l'armadio, dove ancora non tenevo alcun vestito, se non la mia adorata armatura, unico ricordo del mondo dove vivevo prima. La indossai, nuovamente senza alcuna difficoltà, mi calzava a pennello tutte le volte. Strinsi il pugno sinistro. Dopo l'incidente di benvenuto nella Tana, sentivo di tanto in tanto qualche leggero dolore. Ripensandoci a mente fredda, essere accolti con sonore martellate sul braccio non è di certo piacevole, a maggior ragione se in quel momento l'armatura non era perfettamente incastrata e quei bastardi facevano perno proprio sull'omero, sperando di strapparmi via il braccio.Rabbrividii all'idea. Non mi preoccupava perdere un arto, lo avrei ritrovato con la morte stessa. Mi preoccupava più semplicemente quanta fatica avrei fatto a cercare di ucciderli il più lentamente possibile.Ancora mi rammaricavo di avergli fracassato il cranio tanto velocemente a quei quattro buoni a nulla. Avrei dovuto giocare di più con loro, sentire meglio il loro sangue sulla pelle attraverso l'armatura, udire con attenzione le loro urla alzarsi alla volta della tana.
Invece no, da bravo cretino, avevo deciso di donargli una morte veloce. Stupido, stupido Jo.
Spalancata la porta di casa, mi ritrovai investito da quella bizzarra illuminazione che si diffondeva per tutta la tana. Era normalissima luce solare, ma ai miei occhi il modo in cui filtrava tra le rocce e si rifletteva qua e là era sempre uno spettacolo anormale, qualcosa per cui soffermarsi a contemplare ogni volta. Scrollai la testa, liberandomi dai miei pensieri e dai calcoli fisici su come diavolo funzionasse tutta quella illuminazione naturale. Dove sarei dovuto andare oggi, quale parte della tana mi mancava da esplorare? A dirla tutta, avevo in pratica battuto ogni singolo centimetro di quelle zone in cui si potevano trovare meno persone possibili. Oggi, per qualche inspiegabile motivo, mi sentivo attratto dal Bazar delle Talpe. Volevo davvero scoprire se potevo racimolare qualcosa di utile od interessante. E così, senza ulteriori indugi, chiusa la porta di casa mi lasciai alle spalle il mio quartiere, diretto a quell'angolo di caos e diversità.
Stare in mezzo a tutta quella gente mi aveva sempre infastidito, ma chiuso nella mia armatura mi sentivo un attimo più tranquillo. Certo, dovevo porre maggiore attenzione a non infilarmi in zone strette, o rischiavo di aprire la pancia a questo e il braccio a quello, ma poco male, era nei loro interessi scostarsi a tal prezzo.
Cosa mai avrei trovato in mezzo a tanta gente e tante bancarelle?
Scheda Jo. -
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PRESENTAZIONE
«Eppure, sono sicuro di esserci già passato di qua.»
Tra le vie di Merovish l’atmosfera si era fatta meno bollente, nonostante il Sole fosse sopra di loro, su una distesa deserta.
Sebastian percorreva le vie della Tana a passo spedito. Indossava l'uniforme dei cacciatori e un kimono dorato dalle sfumature arancio, sgualciti nei punti dove il calore, la sabbia, e lo scontro con alcune creature si erano fatti più intensi. Tossì. Non era abituato a luogo così affollati: in genere, nei suoi viaggi, l'unica compagnia che aveva avuto era quella delle bestie e dei mostri. Ma nessuno di essi si alzava di buon mattino per accaparrarsi qualche affare, giù al mercato. E, a proposito di mercato, Sebastian dovette riconoscere che suo nonno doveva averne visti ben pochi, perché nessuno di quelli di cui gli aveva parlato somigliava nemmeno lontanamente al Bazar delle Talpe.
Quasi tutte le mercanzie del Sud dovevano passare di lì, si trovò a pensare. D'altronde, un groviglio di strade immenso, coperte tendaggi variopinto sospesi tra intrecci lignei o grate, si dipanava verso le viscere della terra. Forse per questo si chiama delle Talpe?
L’atmosfera era pregna degli odori d’alimenti, animali, schiavi e artigiani al lavoro: un rutilante oceano di colori e merci d’ogni foggia. Chissà quanti metri quadri che non avevano subito modifiche sostanziali da tempi immemori e dove perfino la luce era filtrata attraverso grandi vetrate, simili ad acqua cristallizzata.
Sebastian si districò alla penombra di negozi e caravanserragli. Si era perso, ma non l'avrebbe mai ammesso. Si guardò intorno più volte, man mano riconoscendo i tendaggi e i drappeggi dei negozi, o le loro mercanzie, abbastanza da comprendere che non stava facendo altro che girare intorno. E dire che era abituato a dedali del genere. Com'è che diceva suo nonno? Che un buon cacciatore deve essere un bravo dungeon crawler. Ricordare le scorciatoie, i punti già visitati, esplorare tutte le vie... Forse non era lo stesso per il Bazar delle Talpe, semplicemente perché non era un luogo perduto. C'era vita lì. Troppa vita. E la troppa vita, per Sebastian, era quasi nauseant...
«Ouch.»
E dire che non l'aveva proprio visto. Di colpo, aveva urtato qualcuno. Si era ritrovato col sedere a terra prima ancora di capire chi o cosa avesse urtato, e nel tempo che impiegò a rialzarsi, non fece caso ad altro che ad assicurarsi di essere tutto intero. Si scrollò la polvere di dosso con ampie manate, sistemò la citura, la katana, e quindi sollevò gli occhioni azzurri in cerca della persona che aveva urtato. Avrebbe poi calato il capo, appena capito chi fosse, eseguendo un farfugliamento impreciso di scuse e mortificazione.
«Io... ecco... non ho... mi spiace... non volevo... tutto bene?»
{ INDICE - ABILITÀ}
Abilità
Stato Fisico † In perfette condizioni.
Stato Emotivo † Distratto.
Mana Residuo † 100%
Mana Speso † 0%
Gilda † LAM
Rango † Soldato semplice
Conto † 25/34
Revisione † Qui
Equip †
Borsa Porta-Oggetti
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Black Marsh
Categoria: Equipaggiamento arma bianca.
Runa dei Cacciatori
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Abilità Passive †
Borsa porta-Oggetti
Categoria: tasca dimensionale portatile.
Raggio: ///
Tipologia: solo per le quest.
Limitazioni: non si può usare senza la borsa.
Black Marsh
Categoria: Trasformazione.
Raggio: ///
Tipologia: per battaglie e quest.
Limitazioni: agisce in funzione della natura avversaria.
Runa del Cacciatore
Categoria: Info aggiuntive.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.
Insight
Categoria: Supporto.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.Abilità Attive † Nessuna
Riassunto
Allur, dato che non so se i turni veranno rispettati, ho lasciato vago "chi" potrei aver urtato, se Jo o Jira. Essendo che non posso essere autoconclusivo, siete pure liberi di ignorare la cosa, e in quel caso dirò che ho urtato un anonimo abitante della città. Detto ciò: è stato divertente recuperare uno stralcio del romanzo per descrivere il bazar. Spero vada bene, per qualsiasi cosa fatemi sapere
{ POST - INDICE}
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{ Merovish, Bazar delle Talpe }
Jonathan | Sebastian
La consueta baraonda del mercato all’ora di punta fu bruscamente interrotta da diversi altoparlanti che diffusero ciclicamente un annuncio di lavoro mercenario retribuito.
« Popolo di Merovish, il Sodalizio delle Ceneri cerca esperti nell’arte venatoria! Col patrocinio degli Emirati Meridionali si offre un lauto compenso a chiunque desideri collaborare! »
Aguzzando le orecchie sarebbe stato possibile ricavare delle notizie basilari dai vari sprazzi di conversazioni: laddove il “Sodalizio delle Ceneri” pareva essere una storica organizzazione dedita al bracconaggio di bestie naufragate e perlopiù nocive, gli “Emirati Meridionali” dovevano essere invece il vociferato ente intergovernativo da poco istituito tra i governi del Sud e di Yasul. Da ciò si poteva dedurre facilmente la credibilità del bando d’assunzione di cacciatori esperti e la concretezza della ricompensa ventilata – una manna dal cielo per qualsiasi mercenario rimasto scottato da datori di lavoro poco affidabili e restii a pagare quanto pattuito.
L’annuncio causò parecchie reazioni differenti. Taluni accolsero con stupore l’associazione di quei nomi prestigiosi, affrettandosi a cercare ulteriori informazioni per un bando tanto clamoroso. I meno avvezzi all’avventura si soffermarono a discutere animatamente su quell’ente di recente fondazione che aveva rivoluzionato il panorama politico del Meridione. Qualcuno sputò in terra - dubitando del cambiamento per i più disparati motivi - mentre altri inneggiarono a quell’istituzione che stava progressivamente attecchendo nell’immaginario collettivo: non erano in molti a conoscere in modo approfondito i meccanismi dell’organismo comunitario, ma la maggior parte dei passanti pareva conoscerlo almeno di nomea – a giudicare da come quasi nessuno era rimasto indifferente al comunicato.
Conseguentemente l’affluenza d’interessati alla filiale del Sodalizio fu notevole… chissà se avrebbe annoverato anche due raminghi in particolare che vagavano per il Bazar a quell’ora?. -
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Il mio incedere lento e l'osservare attentamente in ogni dove venne interrotto di colpo. Non uno strano essere, non un burbero residente.
Qualcuno mi finì addosso, qualcuno di leggero e per nulla "doloroso". I miei occhi andarono fulminei alle ginocchia, avendo l'essere impattato contro il mio fianco. Niente tracce di sangue o altri liquidi, nulla di nulla. Non doveva aver preso le lame, per grazia divina. Guardai a terra e mi voltai, in cerca del povero distratto. In realtà, non mi interessava più di molto cosa si fosse fatto, però dopo l'uscita dai cunicoli avevo cercato di mantenere un profilo basso, evitando inutili dicerie o discussioni. Perché infilarsi nei guai proprio ora?
Lo sguardo si posò finalmente sul malcapitato.
Sembrava un ragazzino, a malapena mi sarebbe arrivato ai pettorali. Un biondino tutto energico, da come scattò in piedi a chiedere scusa. Lo guardai da attraverso la maschera, farfugliando un verso sommesso. Squadrandolo da capo a piedi, non sembrava un normale fanciullo: o era uno scappatello, o qualcosa di decisamente diverso ma altrettanto imprevedibile, visto che girava munito di nientemeno che una katana poco più corta di un metro. Insomma, qualcosa di bizzarro, in un mondo bizzarro, che non la smetteva di sorprendermi in maniera bizzarra per tutte le sue bizzarrie.
Già detto che questo posto era davvero bizzarro?
Allungai una mano verso di lui, fermandomi a metà via. Non sapevo come avrebbe reagito alla mia vista, era quindi meglio attendere che fosse lui, magari, a fare il primo passo.
«Tutto bene? Io?»
Sospirai, lasciando cadere la mano verso il fianco.
«Ragazzino avresti potuto conficcarti qualche pezzo della mia armatura nella pelle, se non finire addirittura su una delle lame. Piuttosto, stai bene tu?»
Mentre attendevo una risposta, una voce risuonò per il bazar.
Un invito, assolutamente formale ed impeccabile, a recarsi non si sa esattamente dove per un lavoro di caccia, ben retribuito e "garantito". Soldi sicuri non facevano mai schifo, tantomeno se assicurati da quelle che avevo sentito essere istituzioni importanti nella culla della Tana.
Feci una smorfia, sotto il comodo elmo, e poi mi rivolsi nuovamente al ragazzo.
«Ero venuto in cerca di qualcosa di interessante al Bazar, ma sembra ci sia qualcosa di ancora più interessante altrove, dato l'annuncio. Ti saluto dunque, vedrò di trovare dove recarsi per aderire a questo lavoro. Sempre se non ti interessa anche a te. A quel punto potrei aiutarti a non scontrarti con qualcun altro nella ressa»
Perché fossi tanto gentile, con quel totale sconosciuto, non sapevo esattamente dirlo. Forse la totale assenza di facce conosciute iniziava a gravarmi sull'anima, e lo scambio di qualche parola con chi sembrasse umano non era poi tanto orribile come prospettiva.
Puntai due dita verso la folla che si muoveva, facendo come il segno di una pistola, per indicare verso dove sarei andato.
«Se interessa anche a te, credo che seguire la massa che ha preso a muoversi non sia una cattiva idea. Dovrebbero saperne più di me».SPOILER (clicca per visualizzare)Se ho dilatato troppo il tempo di risposta con 5 giorni ditemelo, che vedrò di ridurlo a massimo 3! Scusatemi tantissimo!. -
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ATTO PRIMO
Sebastian fece una specie di mezzo balzo. Non era un salto vero e proprio, non uno alto, né troppo in là. Giusto e misurato, come quello di un bambino che s'impettisce e scatta sull'attenti e, nello scattare, proietta sé stesso a pochissimi centimetri dal terreno. Portò le mani in alto e col volto pacioccone sorrise.
«Io sto benissimo! Il nonno diceva che ho la testa dura come il ferro!»
Aprì gli occhioni azzurro cielo: la persona che aveva urtato aveva addosso un'armatura! Non ne vedeva una così da molto tempo. Guardandola bene, non sembrava così imgombrante. Eppure, il nonno gli aveva sempre detto che un cacciatore non sa che farsene di una simile accozzaglia di ferro. Non farebbe che rallentarlo. Solo un eretico di Cainhurts era così pazzo da pensare di usarne una. Non sono un eretico, io! E quindi, di colpo, decise che quella corazza era ingombrante anche se non lo era.
Stava per aggiungere altro, ma una voce lo interruppe.
« Popolo di Merovish, il Sodalizio delle Ceneri cerca esperti nell’arte venatoria! Col patrocinio degli Emirati Meridionali si offre un lauto compenso a chiunque desideri collaborare! »
Venatoria? Sebastian dondolò il capo, portando una mano sul mento.
«Stanno cercando un donatore di sangue?»
Il nonno gliene aveva parlato: c'erano mondi dovei il sangue si poteva usare per guarire; dove non era velenoso. Non tramutava in beste gli uomini. Si chiese se non fosse quella l'arte venatoria! Dallo stupore generale che l'annuncio aveva suscitato, Sebastian ne dedusse che doveva essere una cosa di vitale importanza. Decise, senza pensarci su, che forse valeva la pena vederlo e che non poteva perdersi qualcosa del genere. Magari poteva imparare qualcosa su come usare il suo?
«Aspetti!» fece, agitando la mano. «Io mi chiamo Sebastian.» Si affiancò allo sconosciuto: Black Marsh non si era trasformata in metallo, il che poteva dire due cose: non era una bestia e/o non era una figura pericolosa. In entrambi i casi, sembrava a suo agio in quel posto e, d'altronde, se era vero che il nonno gli aveva insegnato a non fidarsi degli estranei, gli aveva anche insegnato a combattere. Non aveva niente da temere! «Sono di ritorno da una stupendiosa spedizione in un posto caldissimo e misterioso. E tu?»
{ INDICE - ABILITÀ}
Abilità
Stato Fisico † In perfette condizioni.
Stato Emotivo † Curioso.
Mana Residuo † 100%
Mana Speso † 0%
Gilda † LAM
Rango † Soldato semplice
Conto † 25/34
Revisione † Qui
Equip †
Borsa Porta-Oggetti
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Black Marsh
Categoria: Equipaggiamento arma bianca.
Runa dei Cacciatori
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Abilità Passive †
Borsa porta-Oggetti
Categoria: tasca dimensionale portatile.
Raggio: ///
Tipologia: solo per le quest.
Limitazioni: non si può usare senza la borsa.
Black Marsh
Categoria: Trasformazione.
Raggio: ///
Tipologia: per battaglie e quest.
Limitazioni: agisce in funzione della natura avversaria.
Runa del Cacciatore
Categoria: Info aggiuntive.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.
Insight
Categoria: Supporto.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.Abilità Attive † Nessuna
Riassunto
Nada, un po' di convenevoli prima di arrivare al luogo d'interesse.
{ POST - INDICE}
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Il medico che c'era in me scoppiò a ridere. Una risata fragorosa, forte, lunga. Peccato era tutto dentro la mia testa, sarebbe stato divertente sentire quella risata rimbombare nell'elmo, sarebbe stato altrettanto divertente vedere come avrebbe reagito il ragazzino a tale risata.
Cercai di non scompormi, sorridendo nascosto dallo strato di ferro. Mi stava persino fermando dall'andare per qualche chiacchierata. Non poteva farmi male legare con qualcuno, alla fine, men che meno se era un semplice ragazzino. Mai abbassare la guardia, vero, però non potevo mantenere per sempre quel solido strato di solitudine e abnegazione ai sentimenti che mi avvolgeva. Così, abbandonata la rincorsa alla folla, mi voltai verso il ragazzo. Dovetti abbassare appena la testa per guardarlo bene mentre agitava la mano, quella differenza di quasi mezzo metro in altezza non era per nulla comoda, soprattutto per discorrere comodamente con lui. Optai per abbandonare l'idea di stare in piedi, appoggiandomi ad un muretto lì vicino, così da abbassarmi di quella ventina di centimetri utili a facilitare il discorso.
«Una stupendiosa spedizione eh?» ripetei, quasi affascinato. Era divertente sentire come parlasse, sembrava trasparire una profonda innocenza, sebbene quell'andare in giro armato di katana urlasse esattamente il contrario.
«E ti andrebbe di dirmi qualcosa di più di questa stupendiosa spedizione? Io non ho fatto nulla di eccezionale da tanto tempo, mi limito a sopravvivere a questo posto totalmente nuovo»
Mi abbassai appena, avvicinandomi a lui, per poi dire a voce più bassa.
«Arrivo da un posto veramente, veramente lontano! Ancor più lontano degli alti monti delle regioni settentrionali!» calcai quelle due frasi come se dovessero essere l'inizio di chissà quale avvincente e mirabolante favola. Anche se in realtà era più una sorta di incubo, ma dettagli.
«E no, nanetto, niente donatori di sangue. Per arte venatoria si intende coloro che sono abili nel cacciare. A giudicare dal tuo aspetto e dal tuo equipaggiamento, oserei dire che qualcuno ti ha insegnato qualcosa del mestiere, non è forse vero?» dissi, picchiettando con le dita sulle ginocchia, producendo un tintinnante rumore metallico.
Allungai una mano nella sua direzione, sebbene ebbi un secondo di esitazione nel pensare a come l'avrebbe presa una stretta di mano "fredda"«Jonathan, ma puoi chiamarmi Jo, per semplicità». -
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ATTO SECONDO
Anche se a primo sguardo non si poteva dire, Sebastian non era un comune ragazzetto. Gli sarebbe costato davvero poco bruciare la distanza con lo sconosciuto, ma non ne ebbe il bisogno: prim'ancora di decidere di ricorrere al suo Respiro, questi si era fermato appoggiandosi a un muretto. Non poté giudicare la sua espressione, nascosta com'era dall'elmo. Tuttavia, era evidentemente molto curioso della sua avventura nella Città Perduta.
«La più stupendiosa di tutte!» rispose, sorridendo così tanto che, a momenti, sembrava dovesse aprire la testa in due parti distinte, da mascella a mascella. «Eravamo in questa cissà sabbiosa, dove una civiltà perduta aveva lasciato poche testimonianze: ci siamo arrivati in Sogno, ma era come se fossimo davvero lì!»
Solo in quel momento Sebastian realizzò di non aver capito molto di quella spedizione. Erano andati lì per scoprirne l'accesso e ci erano riusciti. Ma, alla fine, erano tornati a mani vuote; anche se era possibile portare con sé oggetti attraverso i Sogni, loro non avevano avuto modo di prendere niente. Non che la città avesse qualcosa da regalare in ogni caso.
«Anche io vengo da molto lontano!» Lo sguardo del ragazzetto si spalancò. «Ho attraversato innumerevoli Sogni prima di finire qui.»
Il nonno gli ripeteva sempre che la distanza percepibile tra i Sogni era tutto fuorché oggettiva. I Sogni si sovrapponevano come fogli posti uno sopra l'altro, spesso mai in diretto contatto. Ma vi erano Sogni dove era possibile vedere quelli successivi o quelli precedenti; altri che aprivano verso posti adiacenti, ma che a loro volta, dopo un lungo giro, riportavano al luogo di partenza. Endlos era uno di questi: un Sogno che attirava verso di sé altri Sogni, che li fagocitava con il Maelstrom e li rendeva parte di sé. Un luogo di Frontiera, dove però agli Incubi non era concesso entrare. Almeno per ora.
« Abili nel Cacciare? » I pensiero di Sebastian si interruppero di colpo. Io sono abile a cacciare! « Il nonno me ne aveva parlato! Però lui li aveva chiamati... gladiacori? Gladiamori? Gladiatorri... Si, insomma. Io non sono come loro: io sono un Cacciatore di Belve, il nonno mi ha insegnato tutto ciò che bisogna sapere su come dare la caccia alle Besti, specie quelle inebriate dal Sangue e che scorrazzano nei Sogni! »
Le Bestie erano una volta uomini, gli ripeteva sempre il nonno. Dare loro la caccia per divertimento non avrebbe reso il loro compito diverso dalla sete di sangue che avevano le Belve. Per questo dovevano guardarsi bene dall'usare le loro abilità per diletto, perché il passo per diventare una creatura maligna era breve. Assai breve. Bastava solo un po' di sangue...
« E tu, Jonathan? Perché hai quell'armatura pesantissima? »
{ INDICE - ABILITÀ}
Abilità
Stato Fisico † In perfette condizioni.
Stato Emotivo † Interesssato.
Mana Residuo † 100%
Mana Speso † 0%
Gilda † LAM
Rango † Soldato semplice
Conto † 25/34
Revisione † Qui
Equip †
Borsa Porta-Oggetti
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Black Marsh
Categoria: Equipaggiamento arma bianca.
Runa dei Cacciatori
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Abilità Passive †
Borsa porta-Oggetti
Categoria: tasca dimensionale portatile.
Raggio: ///
Tipologia: solo per le quest.
Limitazioni: non si può usare senza la borsa.
Black Marsh
Categoria: Trasformazione.
Raggio: ///
Tipologia: per battaglie e quest.
Limitazioni: agisce in funzione della natura avversaria.
Runa del Cacciatore
Categoria: Info aggiuntive.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.
Insight
Categoria: Supporto.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.Abilità Attive † Nessuna
Riassunto
Come prima, scambio di info e chiacchiericcio
{ POST - INDICE}
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{ Bazar delle Talpe, Filiale del Sodalizio delle Ceneri }
Jonathan | Sebastian
Come molte altre celebri infrastrutture del Meridione, anche la succursale del Sodalizio delle Ceneri si sviluppava verticalmente nelle viscere delle terra. Si trattava di un torrione cavo simile ad un alveare concentrico, in cui varie balconate e saloni si affacciavano da ogni direzione sulla struttura centrale, racchiusa da cortine metalliche mobili che - come il guscio di un armadillo - potevano serrare o dischiudere i piani centrali alla vista di chi si sporgeva dalle balaustre.
Innumerevoli cacciatori (o aspiranti tali) si erano radunati ai vari livelli dell’edificio, attirati dall’annuncio udito tra le vie del Bazar. Mercenari di ogni razza, nomea e stazza attendevano che il nucleo della filiale si schiudesse per informare i presenti delle specifiche del bando: alcuni guardavano di sottecchi i possibili concorrenti - appuntandosi mentalmente chi tenere d’occhio - mentre altri ignoravano (almeno apparentemente) gli altri convenuti. Tra i tanti accorsi in prossimità della strana coppia “Jo-Seb” spiccava uno spadaccino falconiere stoicamente in attesa, che non pareva minimamente impensierito dall’attenzione che aveva catalizzato tra i più navigati del settore mercenario.
Quando il nocciolo si aprì come un fiore metallico - sbocciando in un turbinio a raggiera - la luce innaturale che filtrava dai rosoni diametralmente opposti rimbalzò sulle superfici levigate di quel titanico meccanismo torcente. Il guscio sferragliò armonicamente catturando la maggior parte delle attenzioni e fornendo indirettamente ai più scafati un’occasione irripetibile per studiare i millantati esperti nell’arte venatoria lì riuniti: dopotutto una delle tante regole non scritte di Merovish sanciva che il cacciatore di oggi poteva facilmente diventare la preda di domani… e nella Tana il confine tra bracconieri e cacciatori di taglie era labile e sfumato.. -
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Non appena Sebastian parlò di sogno, qualcosa in me si fermò. I secondi si dilatarono tanto che divennero intere manciate di minuti. Sentivo ogni lettera scandita dal ragazzo con tanta lentezza e pesantezza da divenire mannaie vocali su fragile carne.
Sogno. Lui aveva viaggiato attraverso i sogni.
Cosa intendeva? Era qualcosa di lontanamente vicino a ciò che cercavo io?
Il respiro si fece lento, quasi assente, e sul mio viso, sebbene coperto e non visibile, si dipinse un' espressione strana, surreale. Sembrava quasi bramassi ogni singolo centimetro di quella storia, ma che al contempo ne fossi tremendamente terrorizzato.
Inspirai, un lungo ed interminabile respiro, tanto forte da far quasi male ai polmoni. Dovevo pensare ad altro, dovevo abbandonare l' idea orribile che mi era balenata nella mente.
Non potevo mettermi a torturare il ragazzo solo per avere tutte le informazioni che desideravo.
Non ero un mostro. Non ancora.
Venni riportato alla realtà dal suo dire che venisse da molto lontano anche lui. Fino a quel momento quello che sembravo dall' esterno era solo una semplice montagna di ferro in silenzio, senza alcuna reazione agli stimoli.
«Molto lontano, eh? Sarebbe quasi divertente fare un paragone su chi sia più lontano dei due, da casa, Sebastian. Se mai ti andrà di approfondire la chiacchierata, potremmo sempre farlo davanti a» e mi interruppi. Suggerire ad un ragazzino di fare chiacchiere davanti ad una birra era la cosa più lontana dalla "buona educazione" che potessi seguire, anzi, peggio ancora, mi sarei sentito in colpa nell'essere l'eventuale fautore della sua entrata nel circolo degli alcolici. No signore.
«davanti ad un buon succo ghiacciato, con questo caldo è una delle cose che più adoro!»
Davvero? Un succo? Ero diventato un completo idiota? Volevo farmi prendere in giro persino da un bambino ora? Certo, non avevo colpe se non ne sapevo assolutamente nulla su bevande ed affini presenti in quel posto, ma proporre un succo in quella maniera, sembrava come dargli un "la" nell'iniziare a pensare che lo stessi trattando come un semplice ragazzino.
Sospirai, non curandomi di quanto fosse udibile o strano il sospiro attraverso l' elmo.
«Che tu sia gladiatore o cacciatore, personalmente a me non fa differenza. Tendo a dare i nomi alle cose solo dopo averle studiate e conosciute, quindi per me ora potresti anche essere un ninja, che non farebbe differenza. Quello che mi importa però, è infilarmi in quella ressa e andare a sentire cosa abbiano da proporre come lavoro. Se ti interessa aggregarti, sarò ben felice di accompagnarti al posto, e, chissà, magari di far coppia nella caccia.» mi voltai e feci per andarmene, per poi fermarmi e tornare a guardarlo
«Questa armatura? Come ogni armatura, la uso come difesa. E fidati, per quanto sembri ingombrante, non è poi così pesante. Certo è che non mi muoverò tanto agile quanto potrei muovermi senza. E poi, questa armatura non fa altro che ricordarmi di tutto»
Lasciai volutamente la frase vaga, senza motivazioni, per poi voltarmi e dirigermi verso la folla. Che il ragazzo mi seguisse o meno mi importava relativamente poco, quello che premeva era scoprire cosa avesse da offrire il sodalizio. Ritrovarmi in mezzo a tutta la calca mise a dura prova la mia pazienza, soprattutto mentre cercavo di evitare di infilare questo e quell' altro. Ottenuto uno spazio decente a suo di spintoni e tagli ai presenti, mi ritrovai in piedi, silenzioso, ad ascoltare quello che avessero da dire.
Se non altro, l' architettura del sodalizio era decisamente affascinante, molto scenica l' entrata dal nocciolo, come si aprì quell' intarsio unico di metallo fu un vero toccasana per il mio animo scientifico. Mi persi nel calcolare i suoi movimenti e come fosse stato strutturato prima ancora che potessi accorgermene.
Mi guardai attorno, curioso di sapere se ero l' unico affascinato dalla maestranza nell' architettura, ma tutto ciò che colse la mia attenzione fu la presenza di un tizio, alto, strano, decisamente strano. Aveva un non so che di autoritario, quasi sapesse dannatamente alla perfezione il fatto suo. Lo sguardo dell' uomo era fisso sul nocciolo, ad osservare le persone che fino a poco prima vi erano racchiuse dentro.
«Dunque, cosa hai da offrirmi, cara la mia tana?» pensai.SPOILER (clicca per visualizzare)Ovviamente, non potendomi permettere di decidere di Seb di come si sposti o meno, ho lasciato che il mio Jo vada al comizio, se desideri fai interagire Seb con Jo come preferisci, mi basterà descrivere che il ragazzo era troppo attento per accorgersi del chiacchieare del ragazzino xD Spero vada bene il post!. -
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ATTO TERZO
«E che cos'è un succo ghiacciato?»
Gli tornò a mente, d'improvviso, l'immagine del nonno sulla grande sedia a rotelle. A volte, piangeva nel sonno. Il più di quelle volte chiedeva di essere liberato. Voleva che qualcuno spezzasse le sue catene. Tra un mugugnio e l'altro, non di rado lamentava qualcosa: ora il calore di una donna, ora la brezza del mare, ora del vino...
Sebastian non era consapevole del fatto che suo nonno non gli avesse parlato di tante cose, ma mai avrebbe ammesso a se stesso, pure ora che le sentiva per la prima volta, che fosse davvero così. Era semplicemente Endlos che era foriero di cose strane, cose nuove; d'altronde, il nonno gliel'aveva pure detto che viaggiare tra i Sogni porta a vedere cose assurde, cose che non esistono, o cose che esistevano e non ci sono più. Erano forse tutte queste cose che il nonno aveva sognato di riavere? Ora che era libero, chissà se le aveva ritrovate...
Per un lungo momento Sebastian rimase in silenzio. Jonathan stava parlandogli e, anche se poteva sentirlo, era come se la sua voce fosse ovattata. Sopra di essa, molto più insistente, era la voce del nonno che gli parlava e gli diceva grazie. "Grazie per avermi svegliato". Ma Sebastian sapeva, come sapeva ch'era successo a Micolash, che i Cacciatori che stanno troppo nei Sogni non hanno più un corpo dall'altro lato, e quando si svegliano dimenticano tutto, perché non trovano più niente al loro ritorno. E di colpo, l'idea che il nonno potesse averlo dimenticato gli riempì il cuore di pesantezza, si sentì strano e trattenne a fatica le lacrime. Forse, anche il nonno aveva perso il corpo, dall'altro lato, dal lato da cui era giunto, e in realtà non aveva dimenticato in realtà. Semplicemente, poteva non essersi più svegliato!
«Il nonno diceva che non bisogna immischiarsi nelle cose che succedono nei sogni», la sua voce era di colpo roca, interrotta dal suo tirar su col naso, «ma il nonno non c'è e io faccio quello che voglio, ora.»
Da qualche parte, nelle profondità ferite del suo ego, Sebastian sapeva di star facendo un inutile capriccio. Che si sentiva tradito, anche se non ne aveva un vero motivo. Aveva sempre saputo che il nonno non era stato mai felice, in quel piccolo Sogno che lui chiamava casa. Da quando l'Automa si era spento, anche Sebastian si era sentito come il nonno. Sì, in parte poteva capirlo: perché aveva scelto di farsi liberare, perché aveva voluto passare a lui il testimone, ma la Luna non era apparsa come previsto e, alla fine, in quel piccolo e grazioso Sogno non c'era che una grande casa vuota, un giardino immutabile, e lo stagnare infinito di un tempo imprecisato. Eppure, era in collera adesso. Una collera bambinesca, cangiante d'intensità e sfumature come la luce in un caleidoscopio.
« Sono curioso, vengo con voi. »
E l'arena nera, poi, che si apriva come i petali di un fiore, a Sebastian davano una spinta in più per proseguire. D'altronde, il nonno lo diceva sempre che un cacciatore è tale solo quando ci sono le belve, ma lui, fino ad allora, di bestie non ne aveva viste, né ne aveva granché cacciate, allora poteva mai dirsi Cacciatore davvero? No, ma forse nell'Arena, lì tra tutte quelle persone che come lui erano accorse all'annuncio, poteva magari finalmente fare ciò per cui era stato duramente addestrato.
{ INDICE - ABILITÀ}
Abilità
Stato Fisico † In perfette condizioni.
Stato Emotivo † Arrabbiato e curioso.
Mana Residuo † 100%
Mana Speso † 0%
Gilda † LAM
Rango † Soldato semplice
Conto † 25/34
Revisione † Qui
Equip †
Borsa Porta-Oggetti
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Black Marsh
Categoria: Equipaggiamento arma bianca.
Runa dei Cacciatori
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Abilità Passive †
Borsa porta-Oggetti
Categoria: tasca dimensionale portatile.
Raggio: ///
Tipologia: solo per le quest.
Limitazioni: non si può usare senza la borsa.
Black Marsh
Categoria: Trasformazione.
Raggio: ///
Tipologia: per battaglie e quest.
Limitazioni: agisce in funzione della natura avversaria.
Runa del Cacciatore
Categoria: Info aggiuntive.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.
Insight
Categoria: Supporto.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.Abilità Attive † Nessuna
Riassunto
Come prima, scambio di info e chiacchiericcio
{ POST - INDICE}
Edited by flama - 5/8/2019, 23:03. -
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{ Bazar delle Talpe, Filiale del Sodalizio delle Ceneri }
Jonathan | Sebastian
L’architettura esotica della succursale del Sodalizio si schiuse come un uovo meccanico, svelando al suo interno un concilio di statue dorate. A sorpresa fu proprio la scultura centrale a prendere parola, facendo rimbombare nel palazzo un tono simile a quello udito tra i vicoli del Bazar.
« Bengiunti, Cacciatori. »
L’orazione aveva un sentore di sacralità, vuoi per l’illuminazione da santuario, vuoi per la conformazione del pulpito da cui un idolo aureo si stava esprimendo.
« Creature di natura ignota infestano le rovine di Daleli, disturbando le vicine tratte commerciali. Il Sodalizio delle Ceneri pagherà a peso d’oro ogni preda catturata viva in buone condizioni. La carovana da noi sovvenzionata per questa spedizione partirà dai Cancelli di Merovish fra tre ore. »
Il banditore scultoreo salmodiò in maniera lapidaria la missione per cui si stava chiamando a raccolta un così ingente dispiegamento mercenario.
« Buona Caccia. »
Il nucleo si richiuse dopo aver offerto una fugace messinscena, lasciando i meno avvezzi interdetti dinanzi all’insolito contratto di lavoro: poche informazioni sulla selvaggina, grandi compensi prospettati e un generale senso di ambiguità per quanto concerneva la celebre gilda venatoria. I più navigati invece si erano già incamminati verso l’ingresso della Tana, equipaggiati per ogni evenienza e focalizzati sulle tonnellate d’oro promesse.
Nonostante tutto i Predatori si sarebbero messi in marcia, richiamati dal brivido della Caccia
e ignari di ciò che li attendeva tra gli antichi ruderi della steppa.. -
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Le parole furono poche, concise, dirette. Si offriva un compenso, grande, commisurato al peso stesso delle bestie riportate al sodalizio. La cosa divertente era proprio quella richiesta.
Vive.
Non sapevamo nulla di queste bestie. Né la loro pericolosità, né la loro natura. Potevano essere simili ai dinosauri terrestri e una cosa del genere ti faceva porre la più grossa domanda di tutte. Come diavolo avremmo fatto?
Sarebbe servito un plotone di 10 uomini per un'impresa del genere, e io vedevo gente correre via, in gruppetti massimi di 3, 4 persone. Erano tutti presi dal brivido della caccia, ma non mi spiegavo quanto brivido si riuscisse a trovare nella caccia all'ignoto.
Sapevo per certo, però, che non sarei rimasto lì ad aspettare. Sarei andato, con loro, verso le rovine. Magari sarei anche riuscito a catturarne una, o magari sarei presto finito ad ammazzarla macchiandomi l'armatura del suo sangue. Non lo sapevo, era una grossa incognita, ma tanto grossa da mettermi solo ulteriore desiderio di andare a scoprire cosa mi offriva questa caccia.
Tornai nel mio corpo, allontanando i pensieri e presi a guardarmi attorno. Sicuramente, se il ragazzino fosse stato ancora accanto a me, avremmo aumentato le probabilità di riuscita nella missione. Avremmo potuto spartirci il bottino, avrei potuto offrirgli un succo ghiacciato con quei soldi.
Sorrisi stupido sotto l'elmo, sorpreso dai pensieri frivoli che mi potevo concedere. Ero davvero tanto spensierato al solo ragionare sulla caccia?
Mi guardai accanto, scorgendo con sorpresa la figura di Sebastian, accanto a me. Tanto assorto ad ascoltare e pensare che nemmeno mi ero reso conto mi avesse seguito!
«Cosa farai Sebastian? Ti darai alla caccia anche tu, secondo quanto mi hai raccontato poco fa? Se si, ti andrebbe di recarci insieme a questa battuta? Potrebbe sempre farti comodo qualcuno che ti tenga alla giusta distanza i mostri, no?» dissi al ragazzo, protendendo verso di lui una mano aperta.. -
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ATTO QUARTO
«Forse dovremmo partecipare!»
Forse, sì. Non era riuscito a togliersi di dosso la sensazione di stare tradendo tutto ciò che il nonno gli aveva insegnato, ma, al tempo stesso, era ben più grande quel profondo desiderio di conquistare una qualche indipendenza. Una qualche, certo, perché, a dire il vero, non era molto convinto di cosa fosse, né di che avrebbe dovuto farsene una volta ottenuta. Sapeva soltanto, e lo sapeva come si sapeva a pelle che il fuoco poteva far male prima ancora di toccarlo, che trasgredire alle regole di una persona non più capace di costringerlo a rispettarle poteva consegnargli le chiavi per un tesoro che s'immagianva essere bello e grande. Eppure, non riuscì a dar pace al suo senso di colpa.
Era ancora preso dai suoi pensieri quando Jonathan gli offrì collaborazione, e Sebastian sentì le proprie catene scogliersi di colpo. «Sarebbe bello. D'altronde, sono o non sono un Cacciatore?»
C'era un grado di menzogna non detta, tra quelle parole. Profondo come il mare. Sì, la voce aveva detto che quei mostri stavano scorrazzando per Daleli. Ma non era Daleli una città abbandonata? D'altronde, lui ci era appena stato: era lì che si era svolta la sua missione archeologica. A chi potevano mai fare del male quelle bestie? D'improvviso, rabbrividì. "Non sono belve quelle a cui dai la caccia", gli aveva detto il nonno. Non aveva mai capito quelle parole: era certo che lo fossero, con zanne, artigli e pelo! O forse essere una bestia era diverso dall'essere una belva?
« Facciamo preso, non voglio mancare all'appuntamento! »
Quale che fosse la risposta ai suoi dubbi forse solo andando a Caccia avrebbe trovato risposta e, d'altronde, non era poi questo quello per cui il nonno lo aveva addestrato? Sicché, con un sorriso largo quasi quanto la sua faccia, fece cenno a Jonathan si deguirlo e s'imbarcamenò verso la meta stabilita dalla grande statua parlante.
Vada come vada, farò nuove esperienze!
{ INDICE - ABILITÀ}
Abilità
Stato Fisico † In perfette condizioni.
Stato Emotivo † Desideroso di partecipare.
Mana Residuo † 100%
Mana Speso † 0%
Gilda † LAM
Rango † Soldato semplice
Conto † 25/34
Revisione † Qui
Equip †
Borsa Porta-Oggetti
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Black Marsh
Categoria: Equipaggiamento arma bianca.
Runa dei Cacciatori
Categoria: Equipaggiamento oggetto.
Abilità Passive †
Borsa porta-Oggetti
Categoria: tasca dimensionale portatile.
Raggio: ///
Tipologia: solo per le quest.
Limitazioni: non si può usare senza la borsa.
Black Marsh
Categoria: Trasformazione.
Raggio: ///
Tipologia: per battaglie e quest.
Limitazioni: agisce in funzione della natura avversaria.
Runa del Cacciatore
Categoria: Info aggiuntive.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.
Insight
Categoria: Supporto.
Raggio: ///
Tipologia: solo per quest.
Limitazioni: a discrezione del QM.Abilità Attive † Nessuna
Riassunto
Nada, seguo le vicende e mi reco al posto stabilito.
{ POST - INDICE}
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