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.SPOILER (clicca per visualizzare)A seguire "Fragments of Evil"
Il corpo della Strega si contrasse in preda ad un attacco epilettico, gli occhi le uscirono fuori dalle orbite e un rantolio -come una minaccia- fu soffocato dallo schiumare della bocca. Poi la giovane morì: i suoi polmoni si irrigidirono e il suo cuore smise di battere. In quel momento Jester si levò dal letto vedendo se stessa scossa dagli ultimi spasmi.
Parte della Ciurma parte della Nave…
sussurrò qualcuno nella sua testa, ma fu solo un attimo. Il corpo della fanciulla tornò a rigenerarsi ribadendo la propria appartenenza alle creature aliene comunemente chiamate Selvatiche. Al che lo spirito della Strega venne risucchiato da quel corpo che tornava alla vita e quando le iridi d’ossidiana si spalancarono si trovarono nell’oscurità della propria stanza. Agitata la fanciulla contò fino a 5 tentando di calmarsi, ma il continuo ciondolare del vascello non l’aiutava. Mare mosso!
La Hunter s’alzò di scatto affidandosi al proprio En e si diresse verso la cuccia delle sue bimbe. Come previsto Lilith non dava segni di vita, doveva essere morta davvero nel sogno del Comandante della Legione. Scacciò Michelle che avvolgeva la sorella intenta a prendere le misure prima di cibarsene, al che sibilò infastidita ma non si permise di mordere. Si limitò ad appallottolarsi con fare aggressivo, l’istinto animale le suggeriva di temere l’aura di malvagità che si espandeva prepotentemente da quella che considerava la propria madre.
Jester la ignorò e uscì con la lunga carcassa bianca stretta al petto per nulla infastidita dal proprio orribile aspetto: la sua vestaglia bianca era sporca di vomito, inoltre le sue gambe nude erano viscide di urina e sangue. Tuttavia la fanciulla ostentava solo stanchezza e un colorito peggiore del solito, per il resto sembrava che tutto ciò che avesse addosso non le appartenesse. L’unico dettaglio preoccupante in lei era il suo braccio destro, tre volte il sinistro. Qualcosa sembrava pulsarle sottopelle rendendo l’epidermide come una buccia d’arancia, dai lati di quell’enorme bozzo carne come radici si attaccavano fino all’osso. Tuttavia il Capitano della Morte x Multicolore era molto più preoccupata per la propria bambina.
“Portami dal rapace // O non ti darò pace!”
Ordinò alla prima anima che trovò a vagare per i corridoi di quel posto maledetto, aveva una forma incorporea pertanto la Strega non riuscì a riconoscerlo ma a lei non importava. Guardava fissa la sua bimba ciondolante impegnandosi a non piangere, ma i suoi occhi erano tutti rossi e le lacrime continuavano a scivolarle sulle guance nonostante lei tentasse di fermarle. Il fu marinaio la portò sul ponte dove skekDor passeggiava incurante delle onde e i loro spruzzi. La donna gli si avvicinò come un fantasma, ma quando cercò di parlare non vi riuscì… aveva un nodo in gola ed era furiosa.
Avevano fatto male alla sua piccola Lilith.
Allungò le braccia -fregandosene della devastazione del destro- porgendo il basilisco verso la divinità alata.
“Riportatela alla vita // La mia bimba squisita”
La sua voce era scossa dai singhiozzi ed era difficile capire se stesse supplicando od ordinando. L’unica cosa chiara era la sua disperazione.. -
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A quanto sembrava il Giullare doveva aver beccato lo Skeksis in un momento piuttosto intimo, ma non se ne curò. Il suo sguardo d'onice era opaco e fisso sulla sua bambina, l'unica cosa che le sembrava importante in quel momento. Così le sue labbra sputarono rime ancor prima che lei potesse ragionare sul cosa dovesse dare in cambio per riportare alla vita la propria serpe.
"Anime dei nostri nemici // Chi Vi lava i vestiti
Lasciarmi delle cicatrici // Cibi dolci i più ambiti."
Disse la Strega dando ad ognuna delle seguenti proposte la medesima importanza, come se un pasticcio di cioccolata potesse essere eguale ad uno di carne umana. Oppure...
"Decidere del mio braccio // E io al riguardo taccio."
Chiocciò la fanciulla mentre un brivido di gelo le scuoteva il corpo, ma non si trattava solo del freddo. Sentiva come se qualcosa le succhiasse la forza vitale -o più intimamente- spirituale. Le iridi scure scrutarono l'arto destro e si socchiusero appena, faceva male, era come se era come quando vagava nella fonda oscurità ancora persa nel sogno di Bid'daum; stavolta però il male non partiva da fuori ma da dentro di lei.
L'espressione della Strega si riempì d'ira arrossandole il volto pallido, un istinto le urlava che però sarebbe toccato a lei scegliere la fine che avrebbe fatto quel tumore. Quindi si sentì in dovere di fare un passo indietro -almeno mentalmente- avrebbe scelto cosa fare del suo braccio, non di ciò che vi era dentro.
Dopodiché Jester tornò al presente, gli occhi rossi sull'orlo delle lacrime... no, non doveva piangere.
Porse nuovamente Lilith al cospetto di skekDor.. -
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La mano del rapace si artigliò sul corpo della serpe mentre la Strega annuiva spasmodicamente in un loop senza fine. A lei non importava se questo patto di resurrezione l'avrebbe legata a skekDor indissolubilmente: ogni accordo, alleanza e prezzo lei lo avrebbe accettato... voleva solo essere felice.
Dei bagliori nacquero sul ventre di Lilith disegnandole sul corpo un marchio arcano, poi la serpe si mosse presa dalle convulsioni finché nuova vita non si accese dentro di lei. A quel punto il suo corpo longilineo si riempì di bozzi, noduli così grossi da squarciarle pelle e scaglie, ma per ogni lembo staccato ne appariva subito un altro finché la creatura non divenne gigantesca. Il rettile era avvolto su sé stesso, ma si fosse "srotolato" avrebbe potuto ricoprire la larghezza del ponte. Gli occhi di Jester si riempirono di lacrime a quella meravigliosa visione, era la prima volta che vedeva la sua bambina raggiungere quelle dimensioni. Senza paura, estasiata, la donna le si avvicinò e le carezzo il muso ignorando le zanne.
"Sei tornata // Mia adorata."
Trasudante gioia e pazzia il Giullare si voltò verso lo Skeksis con un'espressione stralunata: le palpebre spalancate come una pazza e la bocca aperta piena di un riso isterico ed incredulo.
"Oh... skekDor caro // Nulla par amaro"
Poi la donna si bloccò, e camminò sulle punte dei suoi piedi nudi attorno al Dio. Stava notando qualcosa a cui non aveva fatto caso: il suo odore, il suo aspetto sembrava più giovane.
"Impressionante // Direi aitante"
Dopodiché la donna batté le mani tornando dalla sua bambina ma non riuscì ad arrivare che si accasciò a terra urlando e portando la mancina al proprio braccio destro che si ingrossava a vista d'occhio quasi volesse esplodere. Faceva male, troppo male!. -
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Il parassita stava crescendo nel braccio della Strega a ritmi costanti e un'attenta analisi avrebbe potuto rilevare che nel giro di qualche giorno il corpo estraneo avrebbe infettato interamente il suo ospite. Per ora l'involucro sembrava aver preso solo l'arto destro del Giullare mettendo radici -terribilmente vistose- attorno all'osso che probabilmente sarebbe marcito da lì a poche ore.
Queste deduzioni erano chiare a Jester che però non avrebbe potuto notare ciò che sarebbe parso palese all'occhio interiore di skekDor: due anime. Oltre all'essenza della Strega vi era palesemente quella dell'intruso che, una volta attecchita, succhiava la forza spirituale della donna tentando di svilupparsi. Inoltre l'aura del parassita era riconducibile a qualcosa di molto simile ad una creatura extra-terrestre (come tutti su Endlos) in grado di sviluppare un intelligenza e quindi non dotata solo di puro istinto.
"Andiamo in infermeria // Voglio strapparlo via!"
Chiocciò Jester indecisa se parlare del braccio o solo della creatura cercando di alzarsi sulle gambe malferme. In suo aiuto il basilisco tentò di sostenerla. Tuttavia una volta alla porta la Strega le impedì proseguire: era troppo grande rischiava di combinare un macello. Chiamò a sé invece uno spirito della nave che l'accompagno agli ultimi ponti lì dove vi era la non proprio sterile infermeria. Si sedette su una brandina.
"Non mi dona come ricamo // Idee su come lo estirpiamo?"
Tentò un sorriso allo Skeksis ma la vista di quel bozzo grottesco e tutte quelle "radici" la disgustavano provocandole anche conati di vomito aumentato dal proprio odore di piscio e sangue.. -
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"Ma cosa..." fu il pensiero della Strega una volta che raggiunta l'infermeria lo Skeksis iniziò a spogliarsi. Pensò si trattasse di uno strano rituale per estirparle quella piaga dal braccio, ma quando un'ascia sbucò dalla schiena del Dio trattenuta da un terzo robusto braccio impallidí tirandosi indietro sulla branda.
Voleva mormorare qualcosa, ma l'altro la incalzò con una semplice spiegazione: per toglierle quel male doveva dare un taglio netto alla situazione. Sul volto del Capitano si disegnò un'espressione consapevole ma al contempo confusa.
Sapeva dentro di sé che l'arto andava estirpato, ma sbagliava o skekDor l'aveva appena chiamata "immortale"? Non gli aveva mai confessato la sua natura Selvatica come faceva a saperlo? O forse si riferiva al suo ospite?
Ma quest'ultimo caso era improbabile: Khatep le aveva spiegato chiaramente che Bid'daum aveva una natura longeva ma mortale e le pareva impossibile che quel parassita potesse avere una vita più lunga del suo creatore. Anche se a pensarci alcune magie superavano la morte degli incantatori che le castavano. Un broncio andò a disegnarsi sulle labbra della Strega e dai suoi occhi calarono lacrimoni pieni di rabbia. Quello lí voleva ammazzarla due volte in un'ora e per evitare di morire doveva comunque rischiare di crepare per emorragia. Paradossalmente però morire sarebbe stata una scelta "migliore" rispetto a perdere il braccio destro e avere grosse difficoltà a combattere. Quel pensiero la disgustava, la morte era una forma di debolezza che non poteva accettare: gli altri erano vivi dal doppio dei suoi anni e non erano mai morti... lei invece aveva perso il conto.
Continuò a piangere ancora più forte e stavolta anche il naso le colava mentre un'aura di terrore si spandeva dal suo corpo facendo scappare gli spiriti che l'avevano accompagnata. Gli unici morti che restarono furono i fuochi fatui che ormai avevano perso la propria individuità.
"Mostratemi un taglio da maestro // Ora siete il mio braccio destro"
Cinguettò la giovane singhiozzando mentre tirava la manica della vestaglia fino alla spalla lasciando l'arto pallido in bella vista. Avrebbe voluto vedere mentre le sarebbe stato tagliato via ma il suo sguardo era offuscata dalle lacrime che non volevano smettere di scendere. Poi un pensiero la fece scoppiare a ridere, ma se skekDor vedeva le anime, forse aveva compreso che la sua era immortale?!. -
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La Strega della Luna urlò di dolore e nell'infermeria fecero irruzione tre entità sinistre e spettrali seppur profondamente diverse fra loro. Il primo apparso era Anne, uno spettro dalle fattezze femminili avvolto completamente da rosse fiamme fatue che spesso era al fianco di Jester. Il secondo sembrava esser sempre stato lì. si trattava di una specie di ombra, uno sbiadito ricordo di quello che fu un capitano del vascello. Il terzo apparve in una nuvola verdognola e ancor prima di rendersi visibile fu riconosciuto come l'unico non-morto fatto di carne, era François il torturatore che aveva messo alla prova la MxM all'inizio della sua ascesa.
Il trio fissò la scena che gli si consumava davanti con fare interrogatorio, poi i loro "occhi" -solo il vecchio capitano sembrava averne- puntarono il braccio riverso al suolo.
"Richiedete l'eliminazione dell'intruso?"
Chiese lo spettro di fuoco mentre il torturatore, il cui volto maciullato si contorceva in un ghigno indecente, tirava fuori le sue lame gemelle. A quello spettacolo Jester sentì il proprio corpo accendersi di rabbia: era colpa di quell'obbrobrio se aveva perso un braccio. Si sedette sulla brandina e notò la difficoltà che un gesto così semplice le costava. Il suo sguardo furioso andò sullo Skeksis e scoprendo la sofferenza che lo albergava provò dei forti sensi di colpa, perché non aveva cauterizzato la sua ferita invece di occuparsi di lei. A quel pensiero dovette dare ragione a Khatep... Bid'daum era pericoloso.
La donna s'alzò e superò il pennuto violaceo cercando di attirare l'attenzione su di sé, non voleva che la ciurma spettrale del Graogramàn vedesse in difficoltà lei o il suo braccio destro... l'unico che ormai le rimaneva.
"L'intruso ha una colpa grave..."
Annunciò la Strega raccogliendo il braccio deformato dalla pozza di sangue e uscendo nel corridoio chiedendosi se fosse lei stessa o la nave a barcollare per via delle onde, forse entrambe.
"In quanto Capitano lo condanno..."
Di tanto in tanto fili di carne si allungavano dall'arto attaccandosi alle gambe lunghe viscide di sangue ed urina della Strega, ma François di volta in volta tranciava quei filamenti rosati.
"...A pagare anno dopo anno..."
Continuò la Strega spalancando la porta della propria camera da letto e lanciando un'occhiata di complicità al suo Dio alato.
"Parte della Ciurma parte della nave!"
Concluse la Strega sbattendo con forza quello che ormai era un ammasso di carne e ossa indistinta sull'altare dove ogni attuale membro dell'equipaggio -vivo o no, volento o nolente- aveva prestato giuramento.
Vittoria!
Secondo la Selvatica quel gesto aveva appena costretto l'anima di Bid'daum ad unirsi all'Entità del Graogramàn e agli ordini del suo Capitano. Un pensiero che fece sospirare di gioia la Strega, ma il sorriso sulle sue labbra morì a breve.
"Per tutti i kami... si sta nutrendo dell'energia spirituale del vascello per nascere."
Avvertì il vecchio capitano, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, mentre protuberanze come mani deformi iniziarono ad avvinghiarsi all'altare e il pezzo di carne iniziasse a pulsare.
"Cosa sta succedendo // Perché sta crescendo?"
Chiese la donna guardandosi attorno e cercando confusa e arrabbiata lo sguardo di skekDor mentre recuperava dalla scrivania una carta-lama pronta a combattere. Poi la Strega si zittì e lanciò la carta verso una parete lasciando che vi si conficcasse lasciando ogni volontà di duellare. Il riso l'avvolse in un modo che avrebbe fatto dubitare ad ognuno dei presenti della sua sanità mentale.
Quello non era Bid'daum!. -
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"Nessuno ne faccia parola // Con skekDor rimango sola!"
All'ordine della Strega gli unici a rimanere nella stanza oltre a lei e il secondo in comando furono i fuochi fatui privi di coscienza. La donna rimase per qualche attimo in contemplazione di quell'abominio e l'unico rumore fu il suo respiro affannato poi, piena d'euforia, la giovane tentò di abbracciare con il suo unico braccio lo Skeksis per poi liberarlo subito dopo -sempre che ci fosse riuscita. Nuovamente le lacrime le solcavano il viso rasserenato.
"L'ospite della nostra Nave // Può rivelarsi una chiave."
Dal sorriso inquietante che si disegnò sul volto sconvolto dalla morte e la perdita di un arto si poté capire chiaramente che quel "ospite" suonava come "ostaggio". Poi un punto interrogativo si disegnò sul volto della donna, ma fu solo un attimo. Quello accanto a lei era il suo secondo in comando, doveva renderlo partecipe.
"Il comandante della legione // Quello delle sabbie in sud regione
Potrebbe averci un legame // La cosa fa gola alle mie brame."
Le iridi oscure della Selvatica brillarono nelle tenebre.. -
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Con un piccolo passo la donna si avvicinò a quell'ammasso di carne che succhiava energia dalla nave mentre i bagliori dei fuochi fatui risplendevano sul suo viso donandole un'aria folle. Lasciò scivolare il commento circa la rigenerazione del braccio, doveva ricordarsi di chiedergli quanto sapesse della sua immortalità.
"Non ne sono del tutto sicura // Ma è un frammento attecchito
Divenuto carne supera il mito // Nascerà se ce ne prendiamo cura"
Disse la giovane per poi continuare.
"A Bid'daum l'ho rubato // Non se n'è reso conto
Potrebbe esserci tornaconto // E non sarà neanche reato."
Rubato era una bugia, doveva essergli entrato al braccio quando aveva colpito lo strato del sogno prima di crepare.
"Un legame da sfruttare // Tipico dal tuo fedele Giullare"
A quelle ultime parole le labbra della Strega si tirarono da un lato in un sorriso sadico e le sue dita diafane andarono a carezzare l'embrione flaccido. A quel tocco dalla massa di carne rosea fuoriuscirono numerosi tentacoli che si attaccarono al dorso della mancina che la donna recise ritraendosi con forza. La osservò notando le striature violacee che la creatura le aveva lasciato.
"Un disgustoso parassita //"
Fu la constatazione ovvia.
"// Che sfrutteremo a vita"
Non avrebbe potuto mai abbandonare davvero la nave, Jester lo aveva condannato ancor prima che nascesse come un battesimo che in alcune culture si fa ai neonati il loro ospite non aveva avuto il diritto di scegliere. Rivolse un sorriso gentile allo Skeksis... Delizioso!.