[Quest] Una Fiamma nel Buio

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    LAZAV
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    Ad essere onesti -perfettamente onesti- Lazav si sarebbe aspettato un diverso comportamento da ciascuno dei lì presenti: ammesso che fossero tutti vincolati al copione (e che questo si stesse leggendo nel giusto modo), l'apatia insperata da parte del guardiano malevolo non faceva che appiattire la sceneggiatura e, se pur aiutava a non eccedere oltre il buono ed il giusto, lasciava come un senso di vuoto cui gli altri non erano adatti sostituti. Lo Skeksis, infatti, era atteso lamentarsi ed esternare continuamente il proprio status divino, ammorbando i compagni con un'indesiderata divisione classista ma -al contempo- ricordando loro che effettivamente diverse erano le rispettive capacità nonchè estrazioni. Per concludere, anche all'antropomorfo si davano aspettative di varia natura: Tattawur svolgeva appieno l'incarico di pedina accondiscendente, là dove -invece- gli si richiedeva un irrisolvibile contrasto tra la curiosità per questo mondo emerso e, parimenti, una repulsione per l'insormontabile distanza culturale.
    Poco male: nonostante le sue previsioni fossero corrette soltanto in parte, il Genio stava guidando il gruppo verso l'inevitabile svolgersi degli eventi e tanto bastava. Nessuno si sarebbe sottratto al proprio destino, quel giorno, nemmeno lui. Nemmeno Llaba.

    Signori, il gioco è vostro.

    Vi appella infine, una volta giunti al limitare del Distretto incriminato, prima che possiate impegnarvi in alcunchè -ancor prima che le prede di bianco vestite si palesino sulla destra di quello sfondo caotico e movimentato.

    Vi consiglio solamente prudenza: conoscete la posta in palio, così come chi è seduto al tavolo. A voi decidere la strategia d'azione, rammentando sempre non è un solo giro ad assicurare la vittoria.
    Mai.

    Gli occhi con cui quello sfrontato ragazzino vi squadra ora sono in qualche modo cambiati -come se per poco, pochissimo invero, un male più grande e più subdolo si fosse impossessato di lui a sovrascrivere il mefitico miasma dell'Essenza. C'è del malsano che vortica ora nei suoi pernsieri, del malato che in qualche modo non lo allontana troppo dal tanto odiato padre: i più scaltri di voi potranno senza dubbio leggere le molte sfumature di quegli avvertimenti profferiti senza pudore o vergogna alcuna, rendendosi perciò conto di come il Primogenito alberghi un desiderio di vendetta tanto affascinante quanto di pericolosa impellenza.

    Se posso permettermi, non fate l'errore di una mossa azzardata. Chi gioca male le proprie carte, qui a Merovish, perde la mano e l'intera partita.

    E con questo reiterato -benchè sibillino- consiglio egli si separa infine da voi: potrà sembrarvi strano -potrà sembrarvi insensato- ma con un cenno egli cattura la vostra attenzione in direzione della congrega di cultisti... subito prima di guadagnare la direzione opposta, ad ora rapito da inspiegabili, ulteriori interessi.
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    I servitori del padrone di casa fecero del loro meglio per cacciare fuori il gruppetto e spedirlo verso la porta d'ingresso. skekDor lanciò occhiate gelide a chiunque osasse avvicinarsi più del dovuto. E del resto, bastò il suo aspetto grottesco a impedire ai più ardimentosi di mettergli anche solo un dito addosso. Anche perché, se fosse stato diversamente, non avrebbe reagito delle sue azioni.
    Giunto all'esterno, ascoltò le parole del ragazzotto riguardo al distretto che avrebbero dovuto ispezionare per primo. La paura di perdersi o, peggio, di venir rapito non interessò minimamente il mezzo-Mistico. Figurarsi se una divinità del suo calibro si lasciava intrappolare da dei piccoli, beceri mortali!

    Parlando dell'ambiente nel quale fu condotto... Come al solito, lo Skeksis in mezzo a desolazione e caos si sentiva a casa! Vedere così tante creature sofferenti per la condizione nella quale i loro aguzzini le avevano poste lo mandò in sollucchero.
    Più volte mugugnò di piacere posando la vista su schiavi percossi, o condotti fuori delle loro gabbie per esser ceduti a chi aveva pagato per la loro libertà.
    Le dita solcarono le rughe del muso, con movimenti carezzevoli e lenti. Assorto da quella vista, quasi si stupì quando fu richiamato all'ordine dal ragazzotto: avevano trovato chi cercavano, apparentemente.
    Gli rivolse un'occhiata di pura sufficienza, quindi spostò l'attenzione sull'insetto, proferendo: "Garthim, perché non vai in avanscoperta e saggi la loro forza, mmmh?"
    Sporcarsi le mani personalmente era un qualcosa che skekDor faceva assai di rado. Oltretutto, era oltremodo sicuro del fatto che, se ci si fosse messo d'impegno, probabilmente avrebbe rischiato di uccidere anche il rampollo della casata decaduta che erano venuti a cercare.
    Parlando di quest'ultimo, era la copia sputata di Llaba.
    E di nuovo, ciò lasciò lo Skeksis interdetto: quella che percepiva non era l'anima di un dio. Ma se quell'umano e Llaba erano fratelli, allora dovevano per forza essere entrambi immortali. D'altro canto, nemmeno Llaba aveva la risonanza tipica degli dei. Eppure, per qualche ragione, quando aveva detto di essere una divinità skekDor aveva scelto di credergli arbitrariamente. E tutt'ora ci credeva.
    Strano, davvero strano...

    Quando tornò alla realtà, skekDor si rese conto che, all'effettivo, il ragazzotto era sparito. Aveva preso un'altra direzione, poco ma sicuro. Lo Skeksis vedeva i tizi in bianco allontanarsi, ma Llaba non era in quella direzione. Poco male, comunque.
    Facendo scivolare le mani nelle ampie maniche della veste e portandole cinte in grembo, skekDor tirò il fiato e sussurrò: "Beh, Garthim... Fintanto che decidi, penso proprio che li seguirò. Avevo giusto voglia di un bagno di folla..."
    E, detto questo, s'incamminò alla volta degli sconosciuti con la sua solita andatura ballonzolante. La gente che aveva intorno gli scivolava di fianco, schermandolo appunto da occhiate indiscrete.
    Per il momento, gli faceva comodo sentire sulla pelle la pressione data da corpi che lo toccavano. Oltretutto, era piacevole stare così a diretto contatto col cibo. Immaginò di falciare tutte quelle anime in un sol colpo, e di farne incetta, scorpaggiata, bagordo!
    Lappandosi il becco, dimentico dei compagni, si mosse dunque alla volta dei tipi incappucciati.
    La lentezza della sua marcia, unita al fiume di gente, sarebbe stato dalla sua. Finché non si faceva troppo vicino, poteva seguire gli spostamenti dell'obiettivo senza attingere a nessuna delle sue facoltà

    Salute: 100%
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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea.. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:


     
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    Uscì senza alcuna protesta dalla dimora degli Alashard. Per qualche motivo, non si sentiva a suo agio all'interno di quella struttura, trovando sgradevole la presenza del proprietario e del modo in cui veniva -senza alcuna apparente nota di merito- servito e riverito. Faticava a comprendere simili comportamenti, ma dopotutto in quanto mercenario aveva un compito da portare a termine e a quello si sarebbe dedicato nonostante la curiosità, tornasse a far sorgere domande nell'animo dell'Evoluzione.

    ≪Non comprendo una cosa. Nell'annuncio trovato si parlava di un figlio scomparso, l'unico erede della famiglia. Poiché il mio popolo ha conosciuto simili sofferenze, ho scelto di dare il mio contributo specialmente per questo motivo. Ma io vedo un secondo figlio e al contrario di noi Elldroc, voi umani alla nascita non avete un ruolo specifico da ricoprire in una comunità. Perché tanto affanno, quando la casata è comunque salva?≫

    Chiese genuinamente a Llaba. Poteva concepire la perdita di un proprio caro e l'astio nei confronti di qualcuno, poiché il padre non sembrava troppa stima per il figlio, ma non concepiva come certi sentimenti ostacolino qualcosa di più importante a parere dell'Elldroc: il mantenimento della casata. Dopotutto queste casate, non erano come delle piccole colonie? Alla morte di una regina, ne saliva un'altra al comando.
    Magari Llaba sarebbe riuscito a colmare -in parte- la sua curiosità mentre si spostavano nel Distretto dei Caduti.
    Tattawur non aveva mai messo zampe in quel distretto di Merovish. L'interesse nutrito verso quella zona era veramente basso data l'indole del giovane Elldroc. Non era poi così diversa da come lo aveva immaginato: un luogo pieno di individui privi di libertà e con marchi imposti sul corpo dai loro padroni i quali li avrebbero venduti al miglior offerente. A prima vista era facile intuire quali mansioni avrebbero svolto gli schiavi una volta comprati. I più massicci, erano destinati ai lavori di fatica o alle lotto per compiacere i loro padroni poiché l'Elldroc, aveva scoperto come alcuni trovassero divertimento negli scontri... usanza che insolitamente gli fu utile.
    Aveva scoperto persino l'esistenza di schiavi istruiti solamente al compiacimento sessuale del padrone. Uno scopo privo di senso, poiché per quale motivo vi era bisogno d'accoppiarsi senza il fine ultimo di concepire?
    In tutto quel marasma di invidiui, alcuni spiccarono a tal punto da attirare l'interesse dell'Evoluzione e del gruppo stesso con cui egli vagava per quelle strade.
    Uomini vestiti completamente di bianco; difficilmente riconducibili a schiavi.
    Avrebbe voluto ascoltare l'intero discorso fatto da l'uomo il quale sembrava a capo di quel gruppo, ma per sua sfortuna riuscì solo a comprendere la parte finale, dove veniva presentato il nuovo adepto che li avrebbe avvicinati alla verità. Quale verità? Inoltre la faccia fin troppo "familiare" dell'adepto, lo identificava come il fratello gemello di Llaba, il disperso -ma neanche troppo a questo punto- Talid.
    Si trattava effettivamente di un rapimento? Poiché il ragazzo non sembrava costretto a muoversi con quello strano gruppo di... cosa? Effettivamente l'Elldroc non aveva alcuna idea nei riguardi di tali individui poiché sette e affini, erano realtà conosciute alla creatura.
    Solo allora si rese conto che uno dei suoi compagni, si rivolgeva a lui adottando un nome insolito. skekDor, il quale si era autoproclamato divinità, tendeva a usare quella parola: Garthim.
    Ad aver avuto un sopracciglio, probabilmente Tattawur l'avrebbe inclinato in maniera quasi disumana per quanto perplesso.

    ≪C'è uno sbaglio. Io mi chiamo Tattawur, non Garthim. Inoltre eviteri lo scontro contro quelle persone... a questo punto mi chiedo se Talid sia stato veramente rapito e se sia suo interesse non voler tornare alla propria dimora.≫

    Una fuga dai propri doveri era pratica a cui gli umani sembravano affini... e poteva capirlo visto i modi contorti che il padre sembrava mostrare nei suoi confronti.
    Non capì l'ultima affermazione di Llaba. Cosa erano le carte e in che modo gli avrebbero causato la perdita delle mani? Restò un mistero anche il motivo per cui scelse di non seguirli andando altrove, ma dopotutto era quella caratteristica imprevedibile degli umani a renderli così... interessanti?

    Fortunatamente la presenza di tanti individui, delle razze più diverse, poteva dare al gruppo una parvenza di copertura. In situazioni diverse, l'Elldroc pensava che diversamente sarebbero riusciti a passare inosservati; in quel contesto aveva però una possibilità.
    L'intenzione dell'Evoluzione era chiara e lampante, seguire silenziosamente il gruppo vestito di bianco mantenendosi a debita distanza, senza perdere di vista Talid. Al momento non era sua intenzione riportarlo dal padre, ma solo capire cosa stava accadendo. Solo giudicando le parole del ragazzo avrebbe deciso quale strada percorrere. Dopotutto il denaro aveva uno scarso significato per l'essere.
    A passo mantenuto li seguì, cercando di amalgamarsi tra la folla, di non farsi notare da nessuno senza ovviamente perdere di vista anche i suoi compagni.
     
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  4. _MajinZ_
     
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    Il gruppo di bianco vestito si muove e voi fate lo stesso, passando inosservati nonostante le vostre particolari apparenze che tuttavia a Merovish non fanno testo: tutti sono abituati a vedere creature anche più eccentriche di voi, come il famosissimo Blob Desertico e altre bestie simili. Tuttavia se all'inizio della missione eravate in quattro a ballare l'allegalli, adesso siete rimasti in due a seguire il gruppo, visto che il Fulmine ha fatto perdere le sue tracce... così come lo stesso Llaba. Il gemello infatti svanisce inghiottito dalla folla, la stessa folla che copre i movimenti del pollo e dell'insetto, almeno finché entrambi non raggiungono l'imboccatura di un cunicolo. Si tratta di un percorso buio, che somiglia tanto alle fauci aperte di un Wyrm... e proprio come quest'ultimo, inghiotte la bianca processione fino a farla sparire e l'unico modo per continuare a seguirla, è quello di ascoltare la nenia prodotta dalle loro preghiere.
    Nessuno pare accorgersi della presenza di intrusi alle loro spalle, quindi i due “ospiti” continuano a seguire Talid e i suoi compari all'interno. Il tempo passa e non capite davvero per quanti minuti o addirittura quante ore camminate nel buio, alla fine però qualcosa rompe quella monotona oscurità, tanto da costringervi a stropicciare gli occhi per il fastidio: una fiamma alta e rossa brucia al centro di una sala, salendo per diversi metri verso il soffitto dell'ampia camera che si allarga davanti a voi. Attorno al falò ci sono gli adepti inginocchiati e prostrati in avanti, con la fronte appoggiata alla polvere. Oltre il fuoco notate un altare, presidiato da quello che pare una specie di Gran Sacerdote e accanto a lui ci sono tre persone: uno straccione, una giovane donna e infine Talid. La tunica che indossano loro tre è la più semplice, fatta di una lunga tonaca di seta bianca.
    Giovani figli del Negromante, quest'oggi è di sicuro un grandissimo giorno per tutti noi.
    L'uomo inizia a parlare con una voce... alterata quasi, il tono pare quasi racchiudere più di una voce, rendendo il tutto davvero strano. Nascosti dietro un grosso masso, riuscite comunque ad avere una buona visuale sulla scena.
    Finalmente i segni sono diventati favorevoli e siamo ormai in grado di richiamare il nostro Padre, dandogli modo di camminare nuovamente sul nostro mondo. Oggi scorrerà il sangue. Il sangue di un povero abbattuto da una vita ingiusta, quello di un nobile che dalla vita ha avuto tutto e una giovane donna che ancora non ha provato i piaceri della carne.
    Mentre parla notate gli sguardi di Talid e gli altri, i loro occhi sono spenti e vuoti, non reagiscono nemmeno davanti all'annuncio del loro sacrificio. Il Grande Sacerdote invece sorride estasiato, davvero convinto delle sue parole.
    Prima di tutto però... preghiamo.
    In quel momento anche lui abbassa il capo e si rialza la stessa cantilena che vi ha condotto fin li, anche se questa volta pare addirittura più intensa. Voi intanto potete decidere cosa fare, se intervenire o attendere ancora l'evoluzione degli eventi... o magari aspettare il ritorno di Llaba, anche se quest'ultimo al momento ha ben altri affari a cui badare.
    Il finto primogenito infatti si muove con passo sicuro tra i vicoli, abbandonando il distretto dei Caduti per entrare, assicurandosi prima di non essere seguito, all'interno di un vecchio rudere... almeno in apparenza. Superata una pesante porta di metallo, Lazav si ritrova davanti agli occhi gelidi di una persona che di chi condivide quegli occhi, ha solo la nazionalità. Su una poltrona infatti siede una donna: indossa un tailleur rosso scuro e una giacca con i gradi militari ne copre le spalle. I suoi capelli sono biondi e la sua bellezza non indifferente è deturpata da una serie di cicatrici e antiche bruciature. Alla sua destra e alla sua sinistra ci sono due uomini, vestiti eleganti e armati di fucili automatici.
    Bene, le esche sono in posizione?
    Domanda lei, un viso nuovo ma ormai noto, per chi lavora alle dipendenze del Direttore dei Servizi Segreti Meridionali. Davanti al Dimir siede Balalaika, la responsabile della sezione spionaggio e torture. Una persona intelligente e affilata come la lama di un pugnale.


    _ __ ___ __ _



    Turnazione: Libera
    Scadenza: 5 Giugno
    Note del QM: Per esigenze di copione ora vi trovate divisi, ma avete comunque piena libertà di scelta: potete decidere se irrompere ora per salvare Talid, oppure attendere per capire meglio cosa accade. Per quanto riguarda Lazav, al momento deve fare un importante rapporto uwu enjoy <3
     
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    LAZAV
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    Lo so, lo so. Vi starete chiedendo che senso ha imbarcarsi in una quest in quattro quando la metà dei partecipanti sparisce. Vi starete domandando perchè capita sempre a voi -probabilmente vi starete assillando sul come e sul quando vi siete attirati una tale sventura. Lo so che ve lo state chiedendo, anche se lo negherete. Lo so e basta.
    Il fatto è che questa missione cui avete prestato ascolto -questo pericolosa faida famigliare in cui vi siete invischiati- non è che un tranello tesovi da opportune coincidenze e da altrettanto inattese fortuità. Che la chiamiate ventura, divina sorte, caos, macchinazione, casualità o quant'altro -che le riconosciate un potere, una scelta oppure una totale imprevedibilità- essa ormai vi ha in pugno e vi conduce verso un destino col quale potete interagire ma... non controllare. O almeno, questo riguarda voi.
    Lazav, infatti -Llaba, nella fattispecie- sceglie bene di defilarsi dal vostro gruppetto, di allontanarsi dalla vostra rovina e di tutelarsi sbirciando per un istante appena oltre il sipario di chi sta seguendo l'intera vicenda comodamente seduto in poltrona. Il tutto, ovviamente, non prima d'aver recuperato la curiosità di Tattawur:

    Credevo fosse esemplare: mio Padre non mi considera suo Figlio per il solo rifiuto che ho posto alle sue pratiche immonde. Ciò non è vero per mio Fratello, che si è invece macchiato di detti abomini allo scopo di ottenere per sè l'intero potere della Famiglia.
    Chi tra noi è dunque il vero Erede? Colui che ha onorato gli avi e le tradizioni, salvaguardando la rispettabilità della Casata, oppure chi si è svenduto alla malattia di un reietto, tradendo ogni dettame ed ogni credo per la troppa avidità di cui è vittima?
    Ma tutto ciò non importa: Talid si è già condannato da sè e così anche suo Padre. Entrambi avranno ciò che meritano, ciò che hanno voluto e -soprattutto- ciò che la Famiglia ha deciso per loro.

    Ed è con quest'ultima minaccia che il giovane, infine, sparisce senza darvi modo di ribattere oltre. Egli s'insinua tra la folla, sguscia tra i corpi e -esattamente così come vi si era presentato- la Città lo accoglie come si accoglie un padrone: segni ad altri impercettibili hanno invece un'enorme significato per Lazav, guidandolo verso una remota regione del Distretto adiacente, là dove accessori scarlatti di volta in volta lasciano una traccia, un gesto, un sussurro.
    Le Voci lo conducono infatti fino all'imbocco di un vicolo buio, stranamente deserto, entro il quale nessuno può scorgere il Genio Dimir apprestarsi ad un duplice rapporto di caccia. Egli sta infatti giocando su più livelli e, se sotto le spoglie del Primogenito dovrà rendere conto alla donna russa cui ora giunge in udienza, nelle vesti dell'Eversore Lazav sarà invece la bionda e ferrea mafiosa a ragguagliare l'agente in incognito sul suo imminente futuro da Pasha.

    Мисс Балалайка...

    Il ragazzino comparso oltre il portone dello stabile in disuso si prostra immediatamente in un saluto colmo di rispetto ed ammirazione per l'avvenenza della sua interlocutrice mozzafiato.

    Как я и обещал группа движется к цели.

    Non sono certo le guardie del corpo ad intimorire il mutaforma, nè i fucili che quegli gli puntano addosso: Lazav ben conosce la pericolosità che la donna cela dietro la propria fredda corazza e -se ciò la dipinge come un'adeguata collaboratrice del Lampo- per certo le ha guadagnato la posizione di prestigio e di delicato intervento che ora ella ricopre.

    Я не уверен, что это будет достаточно, чтобы гарантировать нам успех перехода ... не без дополнительной помощи, но ... Я думаю, что это будет заботиться о вас, мисс.
    Или Совет еще не дал, и вопрос становится не столь актуальным?

    Lazav è cauto per una sola ragione -ed una soltanto: Balalaika non è a conoscenza di chi sia in realtà il ragazzino giunto a farle rapporto e -benchè ella conosca con piena sicurezza che il finto Llaba è un agente della Gilda di mercenari... la russa non sospetta minimamente si tratti di più che di una Voce, addirittura di uno tra i suoi superiori.
    Ella non sa che Lazav è prossimo alla nomina di Pasha del Kanti e, ritenendolo soltanto una delle molte pedine che il suo boss Dimitriy le ha messo a disposizione per gestire la sicurezza delle trame in cui l'organizzazione è invischiata, dovrà farne buon uso anche nell'eventualità che il Concilio delle Sabbie elegga un nemico imprevisto.
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    skekDor accompagnò la spiegazione di Tattawur riferita al suo nome con uno svogliato cenno della mano. Si stava ormai dirigendo dietro ai tizi vestiti in bianco, e non aveva attenzione che per loro.

    Presto il gruppetto imboccò un cunicolo buio e angusto, e né skekDor né l'insetto ebbero più la protezione della folla. Poco male, visto e considerato che a schermarli sarebbero state le tenebre.
    Il mezzo-Mistico spostò per un istante le iridi su Tattawur, giusto il tempo di canticchiargli in versi:

    "E le fauci della fredda pietra si dischiusero al lor cospetto /
    come un antro scuro e tetro che gli si parò dirimpetto /
    mentre, ahimé, più per dovere che per vero diletto /
    i due andavano in cerca del figlio prediletto!"


    Compiaciuto per quel componimento, skekDor si batté le mani da solo e mugugnò stridulamente di gusto. Poi, come se l'insetto non fosse stato là, disse: "Pura poesia... Peccato non disporre di un pubblico ricercato. Bah, me ne ricorderò."
    E imboccò senza indugio la via buia. La marcia sarebbe stata lunga, ma lo Skeksis non avrebbe percorso tutta quella strada in silenzio. Avrebbe ripetuto più volte il poemetto che s'era inventato su due piedi in quel mentre, come a volerne ricordare non solo le parole, ma persino le più piccole sfumature con cui l'aveva sciorinato.
    A farlo tacere ci pensò il fuoco rosso e vivido che gli urtò gli occhi a un certo punto. Aggrottò lo sguardo, schermandosi il muso con una manica della veste.

    In breve... Avevano in effetti ritrovato il figliol prodigo. Peccato che fosse sull'orlo di un baratro. skekDor ascoltò le parole dette dal gran sacerdote con certosina attenzione. Stavano per sacrificare lui, uno straccione e una vergine al fine di riportare in vita qualcuno o qualcosa.
    "Mmmh..." Accompagnato da uno dei suoi soliti mugugni, skekDor mise in moto il cervello. Era nascosto dietro una grossa roccia, ma all'occorrenza poteva sporgere il capo per vedere. Peccato che non gli servisse.
    La situazione era chiara, e quanto a tener d'occhio i presenti... aveva i suoi modi.
    Per altro, questo gli avrebbe permesso di fare un po' di chiarezza su qualche punto. In primis, scoprire con cosa avrebbe avuto a che fare di lì a poco e, chissà, con un po' di fortuna forse sarebbe riuscito anche a percepire la presenza del "nuovo invitato", per cui tutti i presenti si stavano prendendo tanto incomodo.
    "Ora cerca di non muoverti... Garthim." Disse sbadatamente a Tattawur, e poi socchiuse gli occhi. Immobile come una statua di cera, skekDor espanse le sue sensazioni tutt'intorno a sé.
    A poco servivano gli artifizi del vestiario, di fronte al suo occhio scrutatore. Nessuno scudo, di ferro o di carne che fosse, sarebbe riuscito a celargli il vero.

    Il mezzo-Mistico cercò di percepire le anime di tutti i presenti. Il primo fu proprio l'insetto, visto che gli stava di fianco. A seguire, i sudditi più vicini alla sua posizione, in linea d'aria. E poi... chissà. A occhio e croce con la sua influenza avrebbe coperto tutta la zona in cui era stato allestito lo "spettacolino teatrale".
    Se ci fosse riuscito, avrebbe potuto quindi "vedere" nella sua mente ogni creatura nella sua più pura essenza. Nuda, priva di vestiti o mascheramenti, e nella posizione esatta in cui si trovava in quel mentre il suo involucro di carne.
    skekDor leggeva l'anima, un etere che ben pochi mortali erano capaci di manipolare e asservire ai loro scopi. Per il momento, si limitò a questo

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    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea.. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Percezione dell'anima:
    Ogni essere vivente, organico o artificiale che sia, dispone di un fluido vitale che attraversa ogni atomo del suo corpo e gli permette di muoversi e pensare. skekDor, concentrandosi, è in grado di espandere le sue sensazioni fino a un'area circolare di 30 metri, individuando esattamente la posizione di ogni creatura presente al suo interno attraverso la percezione della risonanza dell'essenza, a prescindere dal fatto che questa sia eventualmente mascherata da Abilità Passive. Le varie essenze trovate figureranno nella sua mente sottoforma di animelle verdi delle fattezze degli esseri originari, consentendogli così per altro di distinguere anche le singole creature le une dalle altre [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Medio]


     
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    Non si sentiva capace di dare giudizio. Estraneo a simili fatti, leggi e usanze così distanti a quelle abituali per l'Elldroc, riteneva superfluo esprimere un suo parere privo di una realtà dei fatti e inoltre la scomparsa dell'umano le avrebbe rese mere parole al vento. Eventi che portarono a far perdere qualsiasi fiducia verso Llaba. Era evidente come desiderasse la disfatta del fratello e del padre, figure per il quale nutriva un profondo odio.

    ≪Sei una strana creatura. Diversa dai comuni abitanti della superficie.≫

    Tagliò corto l'Evoluzione osservando i modi bizzarri di fare dell'unico del quartetto rimasto con lui. Non era solo l'aspetto, simile a quelle creature viste solo in dipinti a renderlo curioso, ma anche il modo di comportarsi. Sembrava un essere dotato di un forte ego, una presunzione rara tra gli Elldroc. Non esitò entrando in quel cunicolo buio senza avere alcun problema di vista. Vivere nel sottosuolo, in profondità ancora più oscure di Merovish, era impossibile senza una vista capace di distinguere sagome in assenza di luce. Per Tattawur risultò facile orientarsi, capire in quale direzioni si stavano muovendo e quindi eventualmente, ritirarsi con altrettanta rapidità senza perdersi.
    In lontananza si udiva la litania degli accoliti, i misteriosi uomini in bianco. Si era fatto un'idea sommaria riguardo ai culti e le divinità, finendo per ritenere tali comportamenti come un'usanza superflua... a meno che non si trattasse dell'adulazione di una figura realmente esistente ed estremamente potente. Non aveva idea di chi fosse questo Negromante, ma non era intenzione dell'Evoluzione lasciare che il rito in suo onore andasse a buon fine. Probabilmente sarebbe dovuto intervenire, approfittando dell'effetto sorpresa per prendere di sprovvista gli accoliti e abbatterli con la propria forza fisica. Non sembravano avversari da temere, ma preferiva non correre troppo commettendo un banale quanto fatale errore. Preferiva quindi attendere, cercare un momento più propizio per agire e ottenere qualche informazione, nonostante il suo incarico si basi semplicemente sul trarre in salvo Talid.
    skekDor sembrava inoltre avere qualcosa in mente, decise quindi di rispettare i suoi intendi concedendogli la possibilità di mettere in atto i suoi intenti.

    Riquadro Tecnico. - Tatawwur.

    Energia: 100%

    Passive:
    Corpo, Evoluzione
    Passiva di resistenza
    Passiva di forza
    Scurovisione
    Forma alternativa

    Doni della natura:
    Armatura Naturale
    Artigli

    Attive Usate:
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