[EM][MxM] Sultan's Dream

{ Presidio Centrale, Yasul }
Tutti

Fin dalle prime luci dell’alba nella Punta Sud del Presidio Centrale c’era un fermento conviviale.
All’entrata di Yasul il bazar periferico accoglieva le carovane che avevano solcato le dune dello Yuzrab: alcune di queste scaricavano la mercanzia tra botteghe e bancarelle, altre all’interno di depositi capienti, da cui poi la merce sarebbe stata smistata verso destinazioni differenti. Magazzinieri, carovanieri e dettaglianti erano gli ingranaggi di un meccanismo economico oliato e profittevole per tutti i soggetti coinvolti.

Ai vestiboli della città camelidi e pachidermi di varie razze si godevano qualche momento di meritato ristoro dopo le lunghe traversate, in attesa che i loro padroni terminassero le consuete contrattazioni. A volte capitava che qualche proboscide ingorda sconfinasse sui banchetti della frutta, provocando battibecchi tra gli interessati, ma raramente un diverbio degenerava a tal punto da richiedere l’intervento della Guardia d’Argento – la milizia ufficiale del Pentauron che tutelava l’ordine anche nell’esotica Punta del Ferro, soprattutto nei punti d’attracco dei dirigibili privati o di linea.

Un ponte intarsiato di arabeschi collegava il bazar con la città alta - nota ai locali come qasba - dove minareti e cupole dorate s’infittivano risalendo per il centro storico. L’arazzo urbano di vibranti tonalità calde era punteggiato dal verde delle palme, ma la vegetazione dalle sfumature più brillanti era senz’altro concentrata nei giardini di Palazzo Yarasmid, la reggia che dominava l’intera Yasul. Un tempo dimora dell’omonima dinastia di reggenti - terminata pochi anni prima con la misteriosa sparizione dell’ultimo discendente, il Primo Sole Abraxsas - attualmente nel sontuoso edificio alloggiavano i due Shah eletti a cadenza triennale per governare il Distretto a nome di Lord Aeon.

La fine del mandato consolare era ormai prossima e l’instabilità politica provocata dall’omicidio di Pasha Preek - un tempo Primo Consigliere di Abraxsas, in seguito prominente Shah - era palpabile. La morte dell’Eunuco rappresentava la fine di un’era in quell’arabeggiante angolo della città-stato pentagonale: per quanto l’anonimo burattino suo pari fosse adatto per concludere gli atti di ordinaria amministrazione, era indubbio che le imminenti elezioni sarebbero state un trampolino irripetibile per chiunque ambisse a colmare il vuoto di potere lasciato da Preek.

Per le strade saltava all’occhio un nutrito numero di stranieri, molti dei quali erano giunti a Yasul per ingraziarsi i candidati favoriti o per tentare in prima persona la scalata al potere. Nonostante la candidatura al ruolo di Shah fosse ristretta alla sola casta “Wuzurgan”, non era insolito che i forestieri più facoltosi riuscissero a infiltrarsi nel ceto abbiente locale. Si trattava comunque di un investimento ingente e rischioso che in passato - stando agli aneddoti origliati al mercato - aveva trascinato sul lastrico molti magnati esteri.

Gli sguardi dei popolani soppesavano i viandanti con discrezione, in cerca di chiunque contemplasse con insistenza Palazzo Yarasmid: avevano imparato a riconoscere l’espressione sognatrice di chi vorrebbe inerpicarsi sulla duna scoscesa della politica locale – una duna che tuttavia celava serpi e scorpioni sotto le sue fattezze dorate.

{ Yasul, Bazar Periferico }
Karim | skekDor | Lazav

Il fumo dei narghilè e l’aroma pungente delle spezie donavano al bazar un’atmosfera rustica. Sotto ai turbanti si scorgevano volti berberi e saltuariamente anche musi di etnie ancora più esotiche, pertanto uno Skeksis di scorta ad un giovane uomo del Sud non avrebbe dato nell’occhio in mezzo a quel calderone multietnico.

Karim cercò di scambiare due parole con la fruttivendola che lo stava servendo, ma il passaggio di una carovana sollevò un clamore tale da rendere ardua la conversazione. La signora bofonchiò qualcosa sulla natura furfantesca dei governanti prima di ritrarre scocciata le casse esposte, salvando la merce dalla calca formatasi per il transito del sontuoso convoglio.

Erano pochi i magnati esteri che potevano ostentare tanta ricchezza: tra le tende qualcuno azzardò che si trattasse di un Pasha dell’Esarcato Commerciale, giunto per esercitare pressioni elettorali e assicurarsi che gli interessi di Merovish fossero tutelati dai candidati papabili. L’accoglienza ricevuta fu pertanto mista e contradditoria, un connubio di applausi e sputi accompagnati da lodi e insulti. Fortunatamente la situazione non degenerò in una sommossa popolare grazie all’operato della Guardia d’Argento, che agevolò la circolazione e disperse le combriccole più facinorose.

La colonna fu costretta ad un cambio di marcia all’ingresso della città alta, ma l’avanzata
di quella corte itinerante proseguì imperterrita mentre si addentrava nel centro storico.



{ Yasul, Qasba }
Lazav

Per quanto la fortuna potesse giungere in soccorso agli audaci, nel caso del Pasha del Kanti un’entrata in scena tanto appariscente non poteva basarsi solo sull’auspicio di attirare la buona sorte: una tale agitazione delle acque serviva sicuramente per snidare chiunque dimorasse sul fondo torbido della stagnazione politica. La mossa d’apertura doveva essere necessariamente ardita e clamorosa, sia per mantenere una continuità con l’immagine del defunto Pasha Preek, sia per destabilizzare gli equilibri di potere e osservarne il riassesto dopo il pretenzioso debutto di un nuovo attore nelle alte sfere di Yasul.

Quando la portantina raggiunse infine la splendida piazza antistante a Palazzo Yarasmid, il pellegrinaggio partito dal profondo Sud subì una battuta d’arresto: i maestosi battenti del cancello non si aprirono e il seguito dell’abbiente visitatore fu costretto a interrompere la marcia. Mentre la guarnigione privata in testa al corteo recepiva le direttive delle Milizie d’Argento in servizio presso la soglia, i ricchi astanti affacciati dalle finestre si godevano la lezione d’umiltà impartita allo sfrontato ospite.

Fu allora che un uccellino dal piumaggio rossastro e dalla coda sfarzosa sorvolò la folla, posandosi infine con sicurezza nei pressi di Pasha Lazav – ovunque questi avesse effettivamente deciso di assistere al dipanarsi degli eventi.

« È prassi per gli Shah uscenti di non concedere udienze al termine del loro mandato, se non su invito ufficiale e per motivi improrogabili. »

Il volatile stava cinguettando in maniera intellegibile, come un pappagallo ammaestrato per fare da ripetitore.

« Pasha Lazav, durante la sua permanenza a Yasul la prego di considerarsi ospite del Sodalizio delle Ceneri. Troverà un alloggio auspicabilmente di suo gradimento nella nostra sede in riva al Lago di Rivenore. »

Terminato il messaggio da riferire, il pennuto ripartì in volo diretto verso est, alla volta delle sponde lacustri che racchiudevano la Chiave delle Dimensioni. La strategia d’apertura di Lazav aveva sortito un effetto tangibile, eppure pareva che la situazione non fosse del tutto sotto controllo: possibile che il Genio avesse trovato una controparte in grado di rivaleggiare con le sue macchinazioni?



{ Yasul, Bazar Periferico }
Karim | skekDor

Passata la carovana, gli schiamazzi nel bazar si attenuarono… ma la calma era destinata a durare poco. Un’ombra gigantesca si stagliò sul mercato, costringendo i passanti a sollevare lo sguardo: la causa dell’adombramento era il passaggio a bassa quota di un dirigibile dalle tinte cinerine, che esibiva il simbolo di una fenice su entrambi i lati del pallone.

Un altoparlante montato sull’aeronave trasmise a ripetizione un annuncio udibile in tutta la periferia della Punta del Ferro.

« Popolo di Yasul, il Sodalizio delle Ceneri vi offre un omaggio su iniziativa del Califfo. »

Il velivolo che stava sorvolando la zona scaricò una pioggia di palline colorate, grosse come un pugno ma morbide come gommapiuma. Una volta raccolte, le bilie si sarebbero aperte immediatamente, mostrando la loro vera natura: si trattava di uova leggerissime in grado di schiudersi non appena venivano scaldate dal calore corporeo altrui.

Naturalmente si scatenò un trambusto tra i popolani, che si gettarono come predatori sul regalo piovuto dal cielo. Trattandosi soprattutto di appartenenti alla casta “Azat” (uomini liberi poco più che proletari), per loro ricevere un dono da parte di un’organizzazione tanto facoltosa era un’occasione quasi irripetibile. La natura gratuita delle uova impose immediatamente una regola tacita tra i contendenti, rinforzata da un meccanismo d’imprinting bilaterale dei nascituri: non più di una creaturina a testa, pena il deperimento spontaneo dell’uovo successivo a contatto con chi era già diventato “genitore” – come scoprirono presto i più avidi fra i presenti, che rischiarono il linciaggio da parte dei testimoni della loro ingordigia rimasti a mani vuote.

Non era dato sapere in anticipo se i variegati colori delle uova corrispondessero a qualche particolarità nei bizzarri animaletti che contenevano. Ci fu tuttavia un’anomalia che sarebbe sfuggita a molti ma non agli occhi attenti di Karim: un singolo uovo argenteo - diverso da tutti gli altri - era precipitato sul tetto del minareto attiguo ad una ventina di metri dal suolo.

Si trattava solo di un abbaglio o di un’esclusiva elargizione del misterioso “Califfo”?

{ Yasul, Taverna }
Karim | skekDor

Dopo aver recuperato l’uovo argenteo la strana coppia si rintanò in una locanda di dubbia reputazione, cercando di far avvenire la schiusa al riparo da sguardi indiscreti. L’oste osservò stranito i due avventori che si erano seduti senza ordinare niente, ma quando questi iniziarono a mangiare un frutto comprato altrove si spazientì e s’incamminò verso di loro, pronto a redarguirli.

« Ehi, voi due: questa locanda non è una zona campeggio, volete ordinare o… ma che diavolo?! »

Il corpulento locandiere berbero fu interrotto dalla comparsa dell’uovo, che si materializzò dal nulla e atterrò in grembo a Karim. La superficie argentata del guscio s’incrinò immediatamente, ramificandosi in spaccature lucenti da cui filtrò un calore intenso. D’un tratto la calotta dell’uovo si sollevò come un coperchio, rivelando al suo interno il musetto di un pulcino sfolgorante. I frammenti dell’uovo si staccarono progressivamente, crepitando come tizzoni ardenti. La creaturina pigolò e si sgranchì le membra, riconoscendo d’istinto il professor Fusa come suo genitore.

Tutti gli altri avventori si erano accalcati attorno al tavolo per assistere a quell’evento irripetibile: i goblin si erano arrampicati sui tentacoli del loro compare cefalopode per avere una visuale migliore, mentre il pachiderma e il marcantonio sgomitavano con l’oste per ritagliarsi un po’ di spazio. Qualcuno entrò trionfalmente nella taverna per mostrare ai suoi compagni di bevute il cucciolo che si era accaparrato al bazar, ma venne comprensibilmente ignorato.

« La fenice del Sodalizio…! »

« Bipede, quanto vuoi per chelo? Io paga peso d’oro! »

« Offro il doppio del nano! »

« Chi tu chiama nano, negro de mi scroto!? »

« Ehi, niente razzismo nel mio locale! »

Tra le rimostranze dell’oste e il sovrapporsi di controfferte, il cefalopode dovette trattenere coi tentacoli il suo piccolo amico verdognolo per evitare che si scatenasse una rissa, con conseguente intervento della Guardia d’Argento. La situazione si stava decisamente scaldando, e non solo per la schiusa di un rovente uovo di fenice.



{ Yasul, Belvedere }
Lazav

Durante il tragitto che avrebbe portato il corteo da Palazzo Yarasmid fino al confine orientale del Distretto, le Voci riportarono progressivamente molte informazioni al loro datore di lavoro.

Nel bazar periferico quello stesso Sodalizio che voleva ospitare il Pasha aveva appena elargito alla popolazione una pioggia di uova incantate. Si trattava dell’ultimo di una lunga lista di gesti filantropici indetti dal cosiddetto “Califfo” – fondatore dell’organizzazione, socio in affari di Pasha Preek e candidato favorito alle imminenti elezioni.

Inoltre sempre al bazar era stato avvistato lo Skeksis che aveva già tentato la sorte in Arena Nera per due volte e - fatto meno noto ai più - che aveva assistito in prima persona all’omicidio dell’Eunuco, essendo stato ingaggiato come mercenario nella sua ultima spedizione archeologica. Sembrava che lo Skeksis stesse scortando il professor Fusa, docente di parapsicologia al Politecnico del Distretto della Polvere nonché fratello della bella Karima, ricercatrice presso il Serraglio già nota a Lazav.

All’orecchio del Genio giunsero molti altri sussurri, riguardanti magnati provenienti da ogni angolo del semipiano che bramavano il ruolo di Shah e che si erano già messi in moto per ottenere la cittadinanza a Yasul, requisito indispensabile per chiedere il passaggio di casta agli uffici anagrafici e risultare così candidabili.

Dopo l’ennesima svolta nelle vie della qasba, il lago sud-orientale fu finalmente visibile. Il vasto specchio d’acqua offriva una visione mozzafiato, in cui i raggi solari rilucevano come migliaia di diamanti sulle increspature del lago. Equidistante dalle sponde - incastonata laddove normalmente sorgerebbe un Distretto del Pentauron - si trovava l’isola più fantasticata dell’intero semipiano: Rivenore, la Chiave delle Dimensioni, Fulcro coordinativo del mondo al centro del Maelstrom e Castello di Lord Aeon – Guardiano del Tempo, Custode della Chiave e Sovrano di Endlos.

Da qualche parte all’interno di quell’immensa fortezza si trovava l’unico individuo da sempre al di sopra di tutti gli Alfieri. L’alone di potere che circondava quella rocca in lontananza era sufficiente per accantonare momentaneamente le faccende impellenti, così da concedersi qualche istante per contemplarne l’irraggiungibile bellezza.

{ Yasul, Taverna }
Karim | skekDor

Tenendo in braccio il neonato pulcino di fenice, Karim declinò ogni offerta pervenuta. Sfruttando il suo carisma riuscì a placare il brusio e a farsi udire dai presenti. Il ragazzone rispose per primo, porgendogli un biglietto da visita intarsiato di arabeschi.

« Peccato, ma se dovesse ripensarci passi dal quarantesimo Cartello corporativo al Dedalo dei Principi Mercanti e chieda di Shahid. »

Mentre l’offerente di ritraeva con un inchino di cortesia, il goblin riuscì a divincolarsi dai tentacoli del suo compare e bisbigliò in direzione del padrone di Fawkes.

« Lui di Ladroni dei Quaranta?! Io sentiva puzza di bifolco. Tu no fidarti, io Mazqerd del Grande Acciaio, goblin più affidabile de Yasul tutta…! »

Purtroppo non ci fu occasione di terminare le presentazioni né di approfondire la mancata sponsorizzazione di un candidato, poiché il decollo dello Skeksis attirò l’attenzione di tutti. L’avvoltoio putrescente fluttuò verso il soffitto ma evidentemente prese male le misure: capovolgersi in volo stando un metro sopra la testa di Karim - che sfruttando il suo metro e ottanta si era alzato per comunicare meglio col pubblico - fece impigliare skekDor alla vicina lumiera fissata al soffitto della locanda. L’ardita manovra aerea compiuta al chiuso tirò giù la plafoniera, che s’infranse sul pavimento ai piedi dello sconcertato oste.

« Ora basta, non voglio altre rogne! Ripagatemi il lampadario e andatevene subito, altrimenti chiamo le guardie! »

Minacciando un intervento della Milizia d’Argento, il taverniere avrebbe preteso un congruo risarcimento per il danno subito. Fiutando la piega che potevano prendere gli eventi, la maggior parte degli avventori si defilò dopo aver pagato le proprie consumazioni.



{ Yasul, Riva del Lago di Rivenore }
Lazav

Dopo aver rimirato a sufficienza lo splendore di Rivenore dal belvedere, la carovana scese per le strade intricate giungendo sul lungolago. Lungo i bordi di quello specchio fluido si respirava il profumo delle leggende, che volevano il lago come l’accumulo delle lacrime del Maelstrom successive ad ogni catastrofico “Inverno di Endlos”. Molte altre storie e dicerie s’intersecavano lungo le sue rive, azzardando addirittura che le sue profondità lacustri non avessero un fondo, bensì sfociassero direttamente nel substrato vorticante del Multiverso.

Per quanto sarebbe stato interessante sondare il confine fra verità e mito, Lazav non poteva permettersi digressioni dettate dalla curiosità: ogni risorsa mentale doveva focalizzarsi sul Califfo e sull’impero che aveva edificato a Yasul – per indagare i misteri della Chiave delle Dimensioni forse ci sarebbero state altre occasioni in futuro.



La sede del Sodalizio delle Ceneri si profilò come un maestoso complesso di palazzi e giardini, che rivaleggiava in sontuosità con lo stesso Palazzo Yarasmid. Al di là delle mura perimetrali si potevano origliare i più disparati versi esotici, così come si potevano intravedere le sommità d’immense voliere. Ancora più in lontananza era visibile il pilone di aggancio dell’aeroscalo privato, a cui si ancoravano i dirigibili che facevano sosta nella proprietà del Califfo.

La statua maestosa di una fenice dalle sfumature cinerine vegliava sul cancello principale. I suoi occhi di brace parevano scrutare ogni componente del corteo. Schierato nel caravanserraglio interno, il comitato di accoglienza fu impeccabile e solerte, pronto a indicare le stalle libere per i dromad e gli alloggi differenti per tutti i membri della corte itinerante.

La partita politica avviata alle prime luci dell’alba si apprestava a entrare nel vivo durante il pomeriggio.
Una volta giunto nella tana del leone, a Lazav non restava che incontrare il padrone di casa.