[MxM] Sbarco al Porto Sepolto

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    "Primo giorno,
    la Strega apre gli occhi, ma non sono sicura capisca.
    Secondo giorno,
    oggi siamo riusciti a farle una trasfusione.
    Terzo giorno,
    le ho detto che mancano quattro giorni, lei ha annuito dicendo che riferirà il messaggio. Delirio?
    Quarto giorno,
    gli occhi d’onice sono vigili... a quanto pare non morirà.
    Quinto giorno,
    era molto felice, continuava a ripetere che lui sapeva.
    Sesto giorno,
    ci siamo quasi.
    Settimo giorno…"


    “Terraaa!”

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    L’urlo echeggiò per il ponte e in pochi secondi l’intero equipaggio si ritrovò in subbuglio. Spiriti eccitati corsero ad ammainare le vele, altri si occuparono dell’ancora. Addirittura spiriti che si erano annichiliti nel tempo parevano animati da nuova forza. Al timone vi era lo spettro di uno dei vecchi capitani, l’ultimo sembrava svanito nel nulla e alcuni dicevano che avesse perso il senno vedendo la MxM salire al potere. Ma Jester era sicura non fosse così! skekDor aveva minacciato lo spettro davanti a tutti, ed era stato lo stesso rapace a portarle la pergamena custodita dall’uomo.
    Il Giullare si rigirò la carta fra le dita diafane e lesse con un sorriso il titolo della poesia, “Risveglio del kraken”. La giovane era stesa sul letto con le lenzuola pulite alla meglio e come luce disponeva di fuochi fatui dai colori caldi. Un buon compromesso al momento, ma prima o poi avrebbe arredato meglio quella stanza. Poi il suo En percepì -improvvisamente- qualcosa che si solidificava al di fuori della porta, così nascose velocemente la pergamena in un libro che infilò sotto il cuscino.
    “Forza avanti // Entri e canti”
    Diede ordine la donna ancor prima che qualcuno potesse bussare. Al che la figura captata svanì e dal legno sbucò fuori un fuocherello rosso.
    “Mezz’ora all’ancoraggio!”
    Disse l’essere con una voce femminile a cui Jester rispose con urletti eccitati saltando giù dal letto e correndo per tutta la camera.
    “Anne non tentennare // Mi devo sistemare!”
    Sciorinò la fanciulla indicando uno specchio lungo dall’aria malconcia e iniziando una sfilata alquanto pacchiana. Doveva assolutamente essere bellissima per l’occasione!

    - Tutti

    Ancorare a cento metri dal Porto Sepolto non fu una cosa semplice. Le coste del sud erano rocciose e infide, bastava poco per andarsi a schiantare contro uno scoglio e ancora meno per impigliarsi in uno di quelli celati dalle acque. Ma cosa che più preoccupava l’equipaggio era l’attracco. Non solo perché a bordo erano in pochi coloro che avevano ormeggiato una nave di quelle dimensioni negli ultimi ottant’anni, ma anche perché il rischio di essere attaccati era alto. Gli abitanti del meridione non erano certo famosi per la cortesia e quella nave così sinistra non ispirava di certo fiducia. Anzi, con ogni probabilità, tutti gli uomini di mare l'avrebbero riconosciuta come il Veliero fantasma. Probabilmente se la MxM avesse messo a punto una strategia si sarebbe accorta che una struttura antica come quella del Graogramàn avrebbe avuto di molto più senso all’Ovest. Ma arrivati a quel punto era inutile procrastinare…
    Così, nelle luci del pomeriggio inoltrato, il Veliero emerse all’orizzonte. Un colosso dei mari circondato da fuochi fatui che spiegava le vele grigie e logore al vento caldo, ma a capeggiare sulla scena c'era la polena. Una sirena di ferro dai capelli di serpe e le ali da arpia col volto distorto da urla straziate. Silenziosa e sinistra la sua figura scivolava sulle onde che parevano come le sottogonne di una dama e poi, quando gli occhi di tutti furono rapiti, il suo cammino si arrestò.
    A quel punto due “persone” scesero dall’imbarcazione e la situazione fu peculiare: una creatura alata dai colori violacei volò a qualche metro dall’acqua seguendo una donna. Quest’ultima percorse in verticale la silhoutte della nave per poi camminare sulle onde e parlare animatamente col suo compare. La passeggiata aveva un’andatura lenta e qualcuno, se interessato, avrebbe avuto il tempo di raggiungere il punto in cui i due si dirigevano. Quando furono arrivati la giovane dalla treccia lunga avrebbe saltato come un'acrobata sulla banchina per poi esibirsi in un veloce inchino.
    “Buondì, son io Capitano // Di un colossale mistero
    Cerchiam una tesa mano // Per il presente Veliero!”

    Sciorinò Jester irriconoscibile -se non per il modo di parlare- nel suo semplice abito da pirata. Una scelta pensata da Anne che l’aveva convinta ad accantonare l’idea di abbigliarsi in uno dei suoi sfarzosi abiti giullareschi. “Solo per oggi” le aveva detto lo spirito, “per dare un’idea più autoritaria”...
    "Non basta il mare // Vogliamo attraccare"
    Continuò la Strega con un sorriso.



    Ciao ragazzi,
    ringrazio tutti per partecipare a questa scena. Per chi si trova al Porto ovviamente la regola è "fare quel che si vuole".
    A chi è sulla nave chiedo invece di prepararsi all'ormeggio; dalla vostra avete i png degli spiriti e dei sopravvissuti della Miriam (3 persone tra cui Ciclone) a cui chiedere pareri. Ovviamente Vorel, Van Vite e i superstiti non ricordano nulla del "Protocollo Miriam", sanno solo di esser scampati dalle fauci del kraken.
    Intanto Jester e skekDor vi anticipano per trovare un posto a cui attraccare.

    Scadenza 5 Novembre
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Era trascorsa quasi una settimana, da quando skekDor e il resto dei ribaldi, che prendevano il nome di "MarinaxMercantile", avevano fatto loro il Graogramàn, la nave fantasma su cui, in definitiva, avevano deciso di stabilirsi.
    Ben poco degno di nota era successo, nei giorni successivi alla conquista. O, almeno... di quel che i più ricordavano.
    Jester aveva trascorso il viaggio sul letto, provata dallo sforzo che le era stato richiesto al fine di "dominare" il vascello e i suoi precedenti occupanti.
    La strega, che fin dal giorno successivo verteva in uno stato d'incoscienza di cui difficilmente avrebbe avuto ricordo, solo nel giro dell'intera settimana sembrava aver ripreso un po' di lustro. O forse, le sarebbe venuto alla mente qualcosa, magari degli ultimi due o tre giorni precedenti l'arrivo alle coste di Daleli. Difficile, invece, che avesse dettagli chiari della sua convalescenza. Sapeva di aver perso del sangue, molto. Forse, persino troppo.
    Dalla sua, lo Skeksis sembrava proprio averci messo lo zampino. Senza farsi scoprire, com'era da sempre solito fare.
    Il perché del suo gesto sembrava piuttosto chiaro, al contrario del motivo per cui, come dapprima a Valiinorê, avesse celato il suo intervento diretto ai più.
    Ma certe oscure materie erano forse argomento di disputa per altri esseri eterni come lui. Cosa mai avrebbero potuto capirne dei semplici mortali dei moti della sua mente?

    Come se non bastasse, skekDor aveva anche un altro motivo per rimanere sulla nave tutto quel tempo, anziché gironzolare per Endlos.
    Un altro evento macabro aveva accompagnato la carneficina dell'equipaggio della Miriam. Un evento che era accaduto nel completo silenzio, lontano da occhi indiscreti, e senza che nessuno, se non pochi, ne avessero la minima idea. Forse, proprio in virtù di ciò, la faccenda appariva ancor più grottesca di quanto già non fosse.
    A Jester, lo Skeksis aveva solo consegnato la pergamena per controllare il Kraken, senza aggiungere poi molto altro sulla maniera in cui ne era entrato in possesso. Quanto a eventuali quesiti riguardo la sorte dell'ex-capitano, invece, aveva liquidato la discussione con uno dei suoi sonori schiocchi di lingua sul palato.

    E dunque, come già anticipato, al momento dell'arrivo a Daleli i più non avrebbero avuto dubbi o remore. Nonostante la carneficina che s'era consumata sulla nave, e i moti di spirito che avevano rischiato di ledere l'etica personale di buona parte dell'equipaggio, la mente di un po' tutti era limpida come uno stagno. Merito della magia dello Skeksis, ovviamente. Sebbene, di nuovo, skekDor avesse preferito tenersi per sé quell'ennesimo merito: questa un giorno sarebbe potuta essere una carta molto utile da giocare, per ribaltare l'intero tavolo.

    Il pomeriggio era inoltrato, quando finalmente il vascello si trovò alla distanza giusta per gettare gli ormeggi. Prima d'attraccare, onde evitare inutili spargimenti di sangue, il giullare pensò bene di fare da "ambasciatore", raggiungendo la costa e spiegando la situazione a chiunque si trovasse al porto.
    E a chi sarebbe toccato l'onere di seguirla, ovviamente?
    "Umpf!"

    Gettandosi in mare, ma senza affondare, la strega e lo Skeksis sfiorarono l'acqua coi piedi, iniziando a camminare su di essa. La prima, attraverso la sua magia, riusciva a piegare le leggi della fisica al suo diletto. Il secondo, in una maniera incomprensibile ai più, osava l'impossibile; il suo volo era invero una pura messinscena, un artificio necessario a celare la realtà: ovvero che a spostarsi al suo volere non fosse il suo corpo, ma il mondo intero stesso!
    Visivamente, in ogni caso, i due stavano effettivamente per raggiungere la costa.
    A skekDor venne chiesto di mostrarsi accomodante, per quanto possibile, e di evitare atti di violenza.
    "Solo se non ci attaccheranno per primi, mia cara..." Esclamò skekDor, con tono sostenuto. E poi, cinguettando mellifluo a bassa voce: "Oh, Grande Cristallo... Fa' che ci provino!"

    Raggiunto il porto, anche il mezzo-Mistico cercò la solidità della pietra, come sicuro appiglio. Al contrario di Jester, tuttavia, scelse un atterraggio ben più elegante. Si sollevò in alto e poi ridiscese giù, lento e leggiadro come una piuma.
    Non aveva apportato alcun cambiamento ai suoi abiti, e questo all'effettivo sembrava renderlo un degno membro della ciurma della nave fantasma all'orizzonte.

    Lasciò che Jester parlasse, e non la interruppe né aggiunse altro. Solo, cacciò le zampe nelle ampie maniche della veste, sondando con la sua solita mutria severa i presenti

    Salute: 100%
    Stato psicologico: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    - Pietra d’Ombra:
    Una piccola pietra nera cubica, simile ad uno scuro opale. Attivando quest’artefatto è possibile creare una fitta cortina di nebbia scura che si dirige contro un nemico o una specifica zona, limitando così la visuale dei presenti [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Variabile]

    - Orologio da taschino:
    Si tratta di un comune orologio a carica, legato a una catenella. Gran Mastro Gingillo ne fece dono a skekDor, durante il loro primo incontro. Fa da tramite per la tecnica temporale dello Skeksis

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Zona morta:
    L'ombra che skekDor proietta sul terreno a seguito dell'esposizione a un qualsiasi tipo di illuminazione è ben più di ciò che sembra. All'occorrenza, infatti, essa si tramuta in un passaggio per una dimensione creata dalla divinità. Quando viene aperta, la Zona morta crea sulla superficie del terreno occupata dall'ombra (Le cui dimensioni variano a seconda della volontà dello Skeksis) un mare di Dirac di profondità infinita. Qualunque cosa o oggetto designato si troverà su suddetto piano sprofonderà al suo interno per effetto della gravità. Dato che il portale assorbe solo l'obiettivo scelto dalla divinità, oltre la sua soglia non esiste alcuna atmosfera o spazio di sorta. Carne, vegetali o pietanze intrappolati all'interno resteranno esattamente nello stato in cui erano al momento del trasferimento (rimanendo eventualmente caldi e non subendo gli effetti della decomposizione), ad esempio. skekDor utilizza solitamente la Zona morta per stiparci dentro oggetti che, in altra maniera, gli sarebbe d'impiccio trasportare [Abilità Passiva Gdr-only – Tasca dimensionale]

    - Miraggio della quintessenza cangiante:
    skekDor è in grado di sfruttare le sue capacità di illusionista per far assumere al suo corpo la forma che più gli aggrada. Diversi veli di energia l'avvolgeranno, celando le sue reali forme ai sensi di chiunque non sia in grado di vedere al di là dell'illusione così scaturita. La metamorfosi gli permetterà dunque di assumere le sembianze di un personaggio di cui skekDor abbia chiara l'immagine nella mente, o di una generica razza (purché umanoide) per tutto il tempo che gli sarà necessario, o fino a che l'incanto non sarà annientato. Tuttavia, una simile metamorfosi sarà appunto illusoria: pur venendo percepito alla vista, al tatto, al gusto, all'odore e persino nella voce e nei suoni prodotti dal corpo come una creatura totalmente differente, lo Skeksis continuerà a vantare le proprie abilità e capacità fisiche. Eventuali capi di vestiario, oggetti o armi possedute dal personaggio impersonato saranno percepiti in tutto e per tutto simili all'originale, ma non potranno ovviamente essere utilizzati in Duelli e Quest, in quanto meramente irreali [Abilità Passiva - Metamorfosi Scenica + Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso; Durata: fino alla fine del Duello\Quest, o fino a che non venga annullata]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    Riassunto:


     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Luce.

    Non è certamente qualcosa si possa dire che manchi alle Terre del Sud, il sole aveva sempre reso quelle terre calde e riarse. Non all’astro celeste apparteneva il lampo che apparve quel giorno al Porto Sepolto, però.
    I presenti sembravano incuriositi da qualcosa, prima dell’avvento della Luce, probabilmente osservavano la donna dagli abiti pirateschi e la creatura che la accompagnava. Entrambi avevano fatto il tragitto dalla nave alla costa senza usare una scialuppa e sebbene non fosse la prima volta per nessuno, rimaneva qualcosa di inusuale. Forse si era persino formato un piccolo capannello di persone che voleva vedere i nuovi arrivati, capire se erano venuti a commerciare o se erano i soliti piantagrane. Fu in quel momento che la Luce si manifestò.
    Il lampo fortissimo avvolse la strada che Jester e il suo compagno stavano percorrendo, talmente inaspettato forse da costringerli a volgere lo sguardo per non essere accecati.

    Jester, la vecchia scarpa è piuttosto scontenta.


    Un drago lungo circa cinque metri si trovava comodamente sdraiato sulla strada, i suoi occhi rossi come braci sembravano scrutare fin nel profondo dell’anima le creature su cui si posavano e le squame bianche riflettevano scintillanti la luce del sole, al di sotto delle ali spiegate si trovavano due “piccoli” basilischi.

    Pensava saresti morta, guidando la nave, era preoccupato.


    La voce del drago sprizzava crudele ironia, i denti lunghi e affilati come coltelli sembravano ansiosi di azzannare qualcuno, forse anche per questo che quando la creatura si alzò le persone cominciarono ad allontanarsi rapidamente, sciolto l’incanto chiamato terrore che le teneva ancorate al suolo. Il drago si mosse con eleganza felina, ricoprendo i pochi metri che lo distanziavano dal Giullare, degnando skekDor a mala pena di uno sguardo fugace. Gli occhi di lui erano a pochi centimetri da quelli di lei, avrebbe potuto staccarle la testa con un morso, se avesse voluto.

    Lo sai bene che non hai il permesso di morire, tu sei nostra.


    Disse con voce suadente e profonda, lo sguardo di chi osserva uno spuntino agognato nel quale prima o poi affonderà i denti.

    Come concordato, ti abbiamo riportato i tuoi cuccioli. Adorabili, per essere delle creature inferiori. Effettivamente ti si addicono.

     
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    Cra

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    Nel ventre di roccia in cui vive, sta continuando a leggere i suoi auspici. Le dita dinoccolate e segnate dal tempo continuano a tirare dei dadi, delle ossa di pollo e delle piume di uccelli multicolori. Lo sguardo velato dalla nebbia del tempo si anima di una nuova gioia quando legge il risultato del suo ultimo lancio.
    La piccola grotta si affaccia direttamente su uno strapiombo sul mare, per raggiungerla si deve scendere una scalinata scavata nella dura pietra. Nelle giornate di tempesta capita spesso che la spuma delle onde invada il piccolo anfratto fumoso di incensi e candere.
    Ha atteso tutta la vita ad aspettare questo momento, lo testimoniano i ninnoli che ha costruito per anni ed anni che pendono come stalattiti nella caverna. Ciarpame intrecciato a fili di lenza sono stati cuciti con cura magistrale, glifi incogniti disegnati su denti di animali ormamai estinti al fine di garantire poteri sovrannaturali (e falsi) a quei talismani. Nel delirio lucido del vecchio tutto è intrecciato in maniera magistrale, tutto ha un suo senso, tutto ha un suo perchè ed ovviamente tutto è vero.
    Lucidamente vero. Splendente.
    Forse per chi lo dovesse osservare dall'esterno è solo un povero pazzo che blatera di follie, ma dietro il suo sguardo velato si dipana un mondo fatto di pesci rossi fluttuanti, specchi e sentieri infiniti.
    Continua ad osservare l'ultimo lancio dei suoi dadi, dai bordi logori e smussi per i tanti rotolamenti. Al posto dei classici punti ci sono invece delle figure arcane, ora degli occhi, ora dei triangoli, ora delle piccoli serpi stilizzate. Non può credere che oggi è finalmente giunto il suo giorno. Balbetta e si passa la lingua sulle labbra. Non vuole illudersi, non vuole sentire quel sapore dolce amaro dell'illusione.
    La mano tremante afferra nuovamente i dadi e li lancia.
    Il dado è tratto.
    Nella grotta dovrai stare, finchè un cinque o un otto non compare.
    Ripete come un mantra mentre somma il risultato. Gli occhi brillano di nuova luce mentre la fragile figura del vecchio si arrampica lungo la scala di pietra che lo farà riemergere dal suo anfratto. L'ombra lontana sull'orizzonte è il suo richiamo, la vede già, sa bene cosa deve fare.
    Intanto sul tavolo degli aruspici riposano tre occhi aperti e due bisce.
    Colui che vede, e che conosce, si avvicina a grandi passi al molo. Lo sguardo ebefrenico è una ragnatela di rughe profonde e scure per il troppo sole. Indossa una specie di pannolone bianco avvolto con cura (a mò di lottatore di sumo), sul capo ben rasato c'è una corona fatta di piume di pavone intrecciate, al collo pendono almeno una ventina di collane di lunghezze differente da cui ciondolano ninnoli dei più disparati; piume, denti di animali, piccoli vetri colorati, sassi, croci di legno e piccoli fogli di pergamena su cui son stati dipinti glifi rosso sangue.
    Tra le mani stringe un piccolo bastone di legno, quella che un tempo era un cucchiaio da cucina, alla cui sommità è stata legata una sfera piena di semi essiccati, pendono qui e lì dei nastri colorati.
    Quando vede il duo avvicinarsi camminando o volteggiando sulle acque (per non parlare poi del drago), comincia a muovere agitato la sua maracas, la gola gratta un suono gorgheggiante come fosse una teiera. Lo sguardo vispo, animato da un delirio concreto e reale, si sposta tra gli altri presenti. Apre la bocca, fa un respiro profondo. I muscoli della pancia tonda che si contraggano, la tensione del delirio prima che sia pronto a sbocciare. Un urlo, antico, atavico, che sfoga anni di deliri in una singola e verissima predizione accompagnata dal setacciare del suo strumento musicale.
    Lui sa.
    MORIREMO TUTTI!
     
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  5. P-A
     
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    In un sentiero come tanti che si diramavano fino ad oltre l'orizzonte scorgibile mozzato dal lucchio dei riflessi del sole sulla scottante terra giallastra,arida e con a mala pena qualche cenno di vita nei dintorni,dove il vento caldo accarezzava le sterpaglie e i rami secchi di alcuni rovigli e alberi appassiti,nel silenzio assordante di questo caratteristico percorso,un uomo dal passo lento e lo sguardo sicuro attraversava quel percorso infernale non curante del clima ostile.
    I capelli argentei legati in una lunga coda, il lungo cappotto aveva lasciato spazio alla canotta smanicata nera, le mancina sudata cercava nella borsa alla sua sinistra la borraccia con quel poco d'acqua che era rimasta delle scorte che aveva preparato per il viaggio,aprendola con un gesto veloce bevette fino all'ultima goccia l'acqua che ormai era calda come te appena fatto,da quanto tempo era al sud? da quanto girava per quelle terre senza avere la ben che minima idea di dove stesse andando?.
    Mise nuovamente la borraccia nello zaino e rialzando lo sguardo notò in lontananza un complesso di strutture,a mala pena visibile e dalle forme ondulanti per via del calore
    finalmente
    poco dopo arrivo ai cancelli di quella piccola cittadina,si addentro nelle strade cercando innanzi tutto un posto dove poter riempire la sua borraccia e fare scorte di viveri prima di ripartire nuovamente,Però cercando li intorno non sembrava esserci molta gente,dava l'impressione d'essere deserta.
    Proprio mentre il ragazzo faceva per scorgere in giro anche una sola anima viva vide delle figure armate dirigersi freneticamente e in formazione verso una specifica direzione,li segui senza farsi troppe domande arrivando al porto,dove in lontananza si scorgeva un veliero che a vederlo già dalla distanza aveva l'aria di essere tutt'altro che amichevole e sopratutto una gigantesca creatura si stagliava di fronte al mare dando le spalle alla città mentre la maggior parte dei presenti si dava alla fuga alla vista di quel maestoso essere.
    un..drago
    sgranò gli occhi dallo stupore,una creatura mitica come quella cosa ci faceva in un porto,come ci era arrivata? e sopratutto come potevano fermarla adesso?
    CITAZIONE
    MORIREMO TUTTI!

    Un urlo lo fece rinsavire e svegliare dal sua apparente stato catatonico risvegliando in lui un primordiale istinto di sopravvivenza che lo portò a cercare riparo dietro le mura di un edificio osservando la scena da lontano,notando inoltre che di fronte al drago si trovavano due figure che in quel momento non riusci a distinguere bene,ma di loro sembrava familiare..
     
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    You say I'm changing?
    Sorry, I didn't know
    I had to stay the same.


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    6QEG6UA
    GRESSIL

    E così il Signore del Male aveva deciso di andare al mare.
    L'idea onestamente non dispiaceva a Gressil. Era sicuramente più apprezzabile della media dei piani di Laz, come "hey, potrei fingere di morire", o "oggi mi va conquistare l'inferno".
    Il Porto Sepolto non era esattamente una località turistica, ma era sicuramente più piacevole di Merovish. E poi era bello per una volta esplorare un posto nuovo, e camminare liberamente in strada sapendo che nessuno avrebbe cercato di catturarli, ucciderli o peggio.

    Il fu Lazarus Lee aveva difeso bene la sua nuova identità. Agli occhi altrui, il capo della Seele era solo un innocuo merovisho — un mozzo in cerca di divertimenti appena scesoda una barca, magari, magari. Un ragazzo in pantaloni e ciabatte, la pelle scura ricoperta da esotici tatuaggi, gli occhi chiari nascosti da un paio di occhiali da sole. Certo, è inusuale che un moccioso si porti dietro un gremlin come animaletto da compagnia, ma i Merovishi hanno sempre avuto un certo gusto per l'orrido.

    Un piano privo di rischi.
    E allora perché si sentiva così agitato?


    Erano arrivati da poche ore al Porto Sepolto. Avevano trovato una stanza, lasciato lì la loro roba e ora stavano esplorando la città, immersi tra la folla di pescatori, pirati e commercianti. Figure in larga parte poco raccomandabili, ma nessuno sembrava avercela con lor-
    «Hey, Gressil, guarda. Un veliero stregato.»

    D'improvviso il padroncino lo prese sotto le ascelle, sollevandolo oltre la propria testa per mostrargli meglio la scena.
    Al capo opposto di un molo, uno spettrale veliero grigio torreggiava tra le acque. Il capitano doveva essere la ragazza che era sul molo, quella accompagnata da... Un gigantesco pollo viola? Rammentava d'aver visto quella creatura al Nord.
    «Oh.»
    Sentiva già il sapore di potenziali guai corrodergli la gola. Stava già preparando una ramanzina nella sua testa ("no capo, noi NON andremo ad investigare-"), quando un flash di luce lo obbligò a chiudere gli occhi.
    Quando li riaprì, vide che sul molo era comparso un drago.
    «Oh.»

    Scese dalla testa del padroncino, andando ad appendersi al suo collo per fissarlo nelle palle degli occhi.
    «Dimmi che non intendi sputtanarti l'identità segreta solo per dirgli ciao.»
    «Rimango nascosto se vai tu a salutare da parte mia. Sbruffoneggia. Fallo per me.»
    Un'occhiataccia.
    Un sospiro.
    «Non mi paghi abbastanza per questo.»

    Si lasciò andare, atterrando sul pavimento con un sonoro plop. Mentre il padroncino si ritirava, nascondendosi in mezzo alla folla, lui si avvicinò al molo, saltando su delle casse per poi arrampicarsi sull'albero di una barca lì attraccata.
    Ma era Jester, il capitano! Dall'alto della sua posizione, ora riusciva a vederla chiaramente.
    Alle sue spalle, sentì qualcuno urlare "MORIREMO TUTTI". Decisamente appropriato alla situazione, doveva dire.
    L'impulso di allontanarsi era sempre più forte. Ma se si fosse ritirato, Lazarus Lucius avrebbe combinato chissà cosa, e quindi...

    «Dunque è per questo che tu e la mummia non vi fate più vedere in giro? Troppo impegnati a giocare a mogliettino e maritina?
    "Tu sei nostra". Bleagh.
    » Distorse la bocca come se stesse per vomitare.
    «Sei assolutamente disgustoso, Intet.»
    Un ghigno sornione.
    Doveva ammetterlo: era divertente fare lo sbruffone.
     
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    Da un posto EPICANTE

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    Apri gli occhi.
    Ops, errore mio … l’occhio.
    Sei sdraiato su di un morbido letto e tutto attorno a te è appena illuminato. La testa ti gira e non ricordi neppure tu il perchè. Devi averla battuta quando hai coraggiosamente combattuto contro il Kraken, facendolo allontanare così dalla Graogramàn.

    "Wow non pensavo di aver tutto questo coraggio!"

    Dici con fare entusiasta mentre ti alzi dal letto.
    Sei vestito con dei semplici abiti da notte, forse trovati dentro uno dei tanti armadi del vascello fantasma. Non dovrebbero essere tutti marciti? Che strana circostanza.

    "Ben svegliato Leaf ..."

    Lo spettro apparve improvvisamente dal nulla e per poco questa sua apparizione non ti fa svenire. Ti massaggi l’occhio e torni a guardare lo spirito che alberga nella nave.

    "Salve a te ... scusami la domanda ma che giorno è oggi?"

    "Oh beh questo è il terzo giorno da quando avete allontanato il Kraken. Fra quattro arriveremo a Terra quindi fino a quel momento riposa."

    Quindi avevi dormito ben tre giorni? Non era proprio da te dormire tanto in quel modo ma d’altronde potevi anche permettertelo.

    "Mo-molto bene. Grazie dell’informazione cercherò di farne buon uso."

    Inutile dire che i quattro giorni successivi a quella notizia gli passi a meditare ed a esercitarti nel combattimento corpo a corpo con i bastoni. Non vuoi sicuramente fare una misera figura come quella fatta con il Kraken. Le uniche volte in cui esci sono per mangiare e per vedere come stanno i compagni, sono poche però le interazioni che cerchi con loro.

    Quando arriva la notizia che in lontananza si vede terra, sei però uno dei primi a gettarti fuori dalla tua stanza e a correre sul ponte, giusto in tempo per vedere il tuo capitano.

    "Ciao anche a te Capitano!"

    Non appena viene impartito l’ordine di attracco da Jester, subito corri a dare una mano a quei poveri fortunati della Miriam.
    Ricordi chiaramente come il Kraken abbia fatto cadere molti dei loro uomini in mare.

    "Salve capitano Ciclone. Sono qui per dare una mano!"

    Lui ti sorride.
    Ha un buon ricordo di te ed è contento di vederti.
    Subito ti da gli ordini migliori per poter attraccare senza troppi problemi, per tua fortuna hai navigato altre volte ed hai un’esperienza base su come si faccia a manovrare una nave e i suoi ordini sono come incontrare dei vecchi amici.
    Chissà che troverete al porto ad aspettarvi.


    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Ottimo
    Mana: 100%

    L’indistruttibile:
    Un semplice bastone, ad una prima occhiata, lungo un metro e venti coperto in più punti da lunghe fasce rosso ruggine. Il colore del legno è grigio cenere e per quanto esile, il suo punto di forza sta proprio nell’essere duro come il più puro dei metalli. Una mazzata da parte sua sicuramente si ricorda per un bel po’.

    - (Arma bianca; Duro come metallo)

    Patto degli Antichi Alberi:
    Legame sviluppato con gli Alberi Antichi al fine di poter evocare in qualsiasi momento i bastoni che avevano da offrigli. Per poter siglare il patto ho dovuto cedere il suo occhio destro e giurare sulla sua vita di non venire mai meno agli accordi imposti.

    - (Passiva Only gdr)

    Asso nei bastoni:
    Vite è a tutti gli effetti un provetto guerriero nell’uso dei bastoni. Grazie a questa abilità riesce perfino a impugnare le sue armi con le dita dei piedi, menando colpi come se gli impugnasse direttamente nella mano buona. Questa sua bravura gli è stata trasmessa dal patto con gli Antichi Alberi che, vedendolo degno, gli hanno anche insegnato come evocare le sue armi con agilità fulminante.

    - (Maestria nell’uso dei bastoni da combattimento; Insta-casting
     
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    [MxM] Sbarco al Porto Seporlo
    Fase: I
    L’alba vista dalla prua della nave era qualcosa di magnifico: una leggera luce dai colori caldi e morbidi ricopriva l’orizzonte e con essa i leggeri ondeggiamenti del mare venivano colorati di un soffuso arancio. Più Black passava il tempo su quella lurida e tetra nave, e più se ne stava innamorando.
    Il mondo hai suoi occhi risultava sottosopra, letteralmente: le braccia a peso morto all’ingiù mentre le gambe andavano a incastrarsi attraverso la scacchiera di corda che portava alle vele più alte. Gocce di sudore gli solcavano il viso, mentre col fiatone osservava quello spettacolo meraviglioso. Rimase un minuto in quella posizione, a contemplare l’orizzonte mentre faceva riposare i muscoli, per poi ripartire con quell’allenamento sugli addominali al limite del possibile. Per quanto i fantasmi che popolavano la nave non avessero bisogno di dormire, la nave all’alba era sempre più tranquilla e suggestiva ed era anche per quel motivo che preferiva allenarsi a quell’ora.
    Trascorse fino al mattino su quella corda per poi scendere e coricarsi nella sua stanza. Con un asciugamano intorno al collo e il torso nudo si guardò allo specchio, asciugandosi il sudore. I muscoli tesi per l’allenamento risaltavano nel suo riflesso. Ripensò a ciò che era successo settimane prima: il caos, il sangue e il sacrificio di quel giorno in cui diventarono parte della nave entrando a far parte della ciurma. Non aveva rimpianti di quella decisione, ma una strana sensazione gli attanagliava lo stomaco quando ripensava a tutto ciò che era successo. Si lasciò cadere all’indietro nel letto, per poi addormentarsi fino a tarda mattinata, cosi da recuperare le energie e essere pronto a dare il 120% al suo risveglio. E così fu.
    L’agitazione del ponte lo svegliò e dopo un’attimo per riprendersi dal torpore del risveglio, in cinque minuti si alzò, si vestì, andò in bagno, e si guardò allo specchio e corse all’esterno. Assaporò l’aria salmastra che si faceva spazio fra quell’ambientazione quasi cupa, per poi salire sul cornicione difronte al timone potendo così scrutare tutti i presenti sulla nave, e con entrambe le braccia hai fianchi esclamò:
    “Mezze cartucce! Oggi il più grande dei guerrieri, a deciso di darvi l’opportunità di dimostrare il vostro valore” saltò giù piombando al centro del ponte con la sua solita aria di sufficienza, scrutando tutti i presenti dall’alto verso il basso. Alcuni marinai si fermarono ad ascoltarlo, mentre la maggior parte di essi lo ignorarono, ormai abituati a scenate del genere, continuando nelle loro faccende che li impegnavano a mantenere “viva” la nave.
    “Chi di voi…” adocchiò un barile posto al lato del ponte, lo raccolse alzandolo con entrambe le braccia, lo posò con forza producendo un sonoro tonfo al centro della nave per poi esclamare: “Chi di voi ha il coraggio di Sfidare il più forte fra gli dei!?” Il gomito destro con decisione si posò sul barile, e con il braccio piegato e la mano semi aperta, era pronto a sfidare chiunque volesse dei presenti a braccio di ferro
    “Fatevi sotto!...”
    < Tsk!>> un rozzo fantasma con uno stuzzicadenti alla bocca e la benda a un occhio lo guardò male con aria di sfida <<un ragazzino come te me lo mangio a occhi chiusi! >> prese sostanza ma rimanendo sempre sotto forma di spirito, mentre camminava con passo deciso verso il giovane sfidante. Pose il gomito a sua volta sul barile. Le mani si incrociarono, si fulminarono a vicenda con lo sguardo divertiti mentre un piccolo gruppetto iniziò a formare una piccola folla intorno ai due, incuriositi dall’imminente sfida. I due si guardarono dritti negli occhi fino a quando Black incomincio il conto alla rovescia:
    “3...”
    <<...2>>
    “1...”
    I muscoli di entrambi si contrassero, le mani strinsero con decisione e il bisbiglio della folla intorno a loro si tramutò in grida di incitamento con imprecazioni e esultanze. Black rideva con un sorriso affilato e lo sguardo dritto sull’avversario mentre i due bracci in contrapposizione tremavano leggermente per lo sforzo. Il marinaio ormai deceduto resse il confronto di sguardi per i primi secondi, poi più che il tempo passava, più lo sforzo divenne evidente sul suo viso. Black impassibile manteneva il suo sguardo di sfida e dopo una trentina di secondi il marinaio iniziò a cedere. Passo dopo passo, centimetro dopo centimetro, il suo braccio si stava piegando all’indietro mentre Black avanzava senza accusare il minimo segno di fatica.Resistette un’altra decina di secondi, poi, stufatosi, impresse potenza con decisione e lo strattone fu tanto forte da far sobbalzare di un passo laterale l’ex-pirata dichiarando cosi la sua sconfitta e la prevedibile vittoria di Black. Il pubblico esultò in un grido di esaltazione lasciando che il giovane si crogiolò in quella sua vittoria alzando un pugno al cielo
    “CHI è il prossimo?!”
    “ Chi ha il coraggio di sfidare l’uomo più forte di un Dio!!?”

    »Energia:110%
    »Stato fisico: Perfetto
    »Stato mentale: Carico, entusiasta
    »Passive: Eco dell'anima:+ 10% energia Max - Il corpo di un Dio: Potenziamento alla forza - Tasca Dimensionale:Trasporto armi/Eliminazione peso
    »Equipaggiamento:
    »Slot I:
    »Slot II:


     
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    { Presidio Sud, Porto Sepolto }
    pov – ???

    Nelle oscure profondità marine qualcosa stava sondando il fondale. Banchi di pesci e meduse degli abissi si allontanavano al passaggio della sua mole, sottoposta alla titanica pressione subacquea. Nella quiete ovattata dell’immersione si stagliava un mondo totalmente diverso da quello continentale: presso le dorsali oceaniche s’innalzavano fumarole nere che mitigavano la temperatura proibitiva, mentre i canyon sottomarini - erosi da secoli di correnti torbide cariche di sedimenti - frastagliavano il fondo sconfinato del mare. Era un mondo remoto e pressoché inesplorato, rischiarato brevemente da quella bioluminescenza azzurrognola che flottava nel buio e navigava nei suoi recessi.

    Al termine dell’esplorazione la sagoma imponente salì in superficie e riemerse tra le onde. Diversi sfiatatoi spruzzarono condense di vapore acqueo per riequilibrare la pressione interna e permettere il ricircolo dell’aria. Avanzando a pelo d’acqua, il colosso trovò sulla sua rotta una chiglia consumata da secoli di navigazione, eppure ancora tenuta insieme da poteri sacrileghi. Trovando il galeone spettrale ancorato all’ingresso della baia del Porto Sepolto, l’ombra gargantuesca celata dalla spuma si arrestò davanti al Graogramàn. Poi tornò completamente a galla, mostrandosi alla ciurma del veliero.

    Un bio-sottomarino affusolato e palpitante esibì alla luce del sole il proprio scafo organico e perfettamente idrodinamico. Dalla membrana esterna sporgevano barbigli e altri apparati sensoriali di dubbia anatomia, difficilmente riconducibili alle comuni specie marine. Emettendo un gorgoglìo agghiacciante, la materia vivente si raggrinzì, rivelando un boccaporto simile all’orifizio di un leviatano.

    Il portello valvolare si dissigillò, permettendo l’uscita di un gigantesco grumo di carne e occhi che levitò nel vuoto fino a raggiungere l’altezza del ponte della nave fantasma. L’aberrazione ricoperta di tentacoli oculari scandagliò l’equipaggio con le sue innumerevoli pupille mobili, poi rumoreggiò con le fauci e sputò uno scatarro purulento al di là della battagliola perimetrale, sfregiando la superficie lignea che qualche mozzo incorporeo si era premurato di tirare a lucido.

    « Chi di voi ratti di sentina può spiegarmi perché cazzo avete ormeggiato qui, bloccando l’accesso al Porto? »

    L’abominio fluttuante bofonchiò fragorosamente,
    agitando l’uncino fissato ad un tentacolo.

     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    { Presidio Sud, Porto Sepolto }
    La Guarnigione, il Principe, il Grigio



    La cantina è buia, umida e maleodorante.
    A lui non importa.
    E' silenziosa, questo è l'importante.
    L'assenza di luce non lo disturba, l'umidità gli ricorda la sua ultima dimora.
    Occasionalmente, qualche ratto sguazza in quell'oscurità, sgattaiolando furtivo fra paglia e vecchi scaffali. Raramente, qualche ubriaco della taverna al piano di sopra si trascina laggiù, forse per rubacchiare qualche bottiglia di torcibudella, forse anche solo per schiacciare un pisolino.

    Ma non capita più tanto spesso.
    Ed è una fortuna, perché il locandiere l'ultima volta ha faticato davvero molto, a pulire tutto il sangue.

    Poi una porta viene aperta, e l'aria dell'esterno invade quel rifugio, assieme ad un irritante fascio di luce. Sull'uscio aperto, un membro della Guarnigione, un drappo color porpora sulle spalle e l'elmo di bronzo sotto braccio.
    Primo Legato? Sta... sta succedendo qualcosa ai moli. E il Comandante, signore... non riusciamo a svegliare il Comandante.
    L'enorme orco sbuffò irritato, prima di alzarsi per compiere il proprio dovere.

    ~

    Una scossa fece vibrare con forza ogni singola pietra del Faro, facendo disastro del mobilio al suo interno. Carte nautiche, mappe dello Yuzrab, forzieri e mille ninnoli rovinarono a terra, sparpagliandosi sul pavimento in legno della stanza. Jorah saltò dal letto, con un ben poco virile urletto. SONO SVEGLIO! SONO SVEGLIO!
    Non lo era.
    Quello era solo il suo corpo impostato sul pilota automatico, schiavo dell'abitudine nell'esser svegliato dai pugni del suo secondo in comando sulle antiche mura di quella pittoresca struttura.
    Un velo di sbronza gli offuscava ancora lo sguardo (e numerose bottiglie di vetro vuote cigolarono pigramente dal pavimento), mentre il principe dei moli si riprendeva. Il mento era coperto da una cenno di barba malrasata, e la testa continuava a pulsare.
    Ancora in braghe di tela, si affacciò dal piccolo balconcino che collegava il suo antro col resto del mondo.

    Ti sembra questo il modo di svegliare il tuo Comandante?! urlò, sbilanciandosi forse troppo e rischiando di cadere dall'alto del suo nido.
    Dalla terra ferma, l'Orco Grigio si limitò a lanciargli il suo solito sguardo truce, ripulendosi le nocche del pugno dai calcinacci del Faro.
    Jorah stava per lamentarsi nuovamente, quando poi lo sentì.
    Era qualcosa nell'aria salmastra, nella brezza che soffiava attraverso gli scogli frastagliati e fra il legno marcio dei suoi moli.
    Come l'eco di una campana nella notte, o il suono della voce di una bella donna nella nebbia.

    Qualcosa era cambiato, nel mondo.
    Qualcosa di interessante stava per arrivare.
    Afferrati i suoi vestiti e il suo stocco, il Comandante della Guarnigione si lanciò giù dal balcone, il ghigno piegato in una smorfia allegra.

    ~

    Il drappello di militari calcò finalmente il legno dei moli del Porto Sepolto. Non era un gruppo numeroso: una manciata di uomini in armatura, il volto coperto da maschere, cappucci o elmi metallici. Nonostante il loro equipaggiamento differisse, lo spettro di una divisa comune aleggiava nel loro abbigliamento: come se una volta, tanto tempo fa, vi fosse un certo vigore nella loro uniforme. I drappi color porpora, anche se sbiaditi dal tempo e dalla sabbia, li identificavano come membri della Guarnigione, un antico distaccamento della Legione delle Sabbie che in secoli di lontananza dalla Capitale si era messo in proprio, a difesa delle regioni più remote e selvagge del presidio meridionale.
    La loro base era appena fuori dalle mura del Porto Sepolto.

    In testa al drappello, il Comandante della Guarnigione, Jorah il Bandito, avanzava ad ampie falcate verso il gruppo di persone che per prime avevano accolto i nuovi arrivati, accompagnato dal suo secondo in comando, un enorme orco nonmorto che brandiva un enorme scure nera.
    Sai, mio Grigio amico... te lo devo proprio dire: devi lavorare di più sulla comunicazione. commentò verso l'orco il principe dei moli a mezza voce, mentre si avvicinavano.
    Perché avevo l'impressione fossimo qua per accogliere dei nuovi arrivati e la loro curiosa nave...E NESSUNO HA PENSATO DI DIRMI CHE UN FOTTUTO DRAGO SE LA PASCOLAVA NEL MIO CORTILE?!

    a onor del vero, c'era diversa gente accanto al capitano della “curiosa nave” e il suo pennuto (?) accompagnatore. Gente sicuramente interessante e piena di aspettative verso il proprio futuro.
    Però si. C'era un fottuto drago su quel molo. Un drago di cinque metri.
    Potete capire come l'attenzione dei soldati fosse focalizzata su quel grazioso particolare.

    “MORIREMO TUTTI!” urlò qualcuno, e Jorah non poté che alzare le braccia al cielo, concordando in pieno.

    Però ehi, la gente non stava ancora bruciando, il mercato non era ancora distrutto, il vino non era stato ancora rubato o disperso. Quindi forse non sarebbe stata una di quelle giornate.

    Cercando di ignorare l'istinto di sopravvivenza e di affidarsi più al caso e alla sua famosa buona sorte, il Comandante cercò in tutti i modi di ignorare il drago e di rivolgersi ai due nuovi arrivati.
    I soldati della Guarnigione rimasero nelle retrovie, immobilizzandosi come delle statue, e il Grigio con loro. I suoi occhi, di un innaturale color porpora, non persero di vista la creatura nemmeno per un istante.

    Benvenuti! Benvenuti! si affrettò a salutare Jorah, ansioso di incontrare chi aveva attirato tanta curiosità nella sua bella cittadina, pronunciandosi in direzione del piratesco capitano che parlava in rima e al suo … accompagnatore.
    Ma che gente strana, quella mattina.
    Benvenuti al Porto Sepolto... unico approdo sicuro in tutto il Mar Meridionale. Consideratevi sotto la mia personale protezione... e sotto quella dell'Esarcato Commerciale di Merovish, di cui sono fiero portavoce. si, i tentacoli della Tana arrivavano anche fin li. Il Comandante sprofondò in un inchino, allargando le braccia dietro la schiena in modo da abbracciare la cittadina portuale alle sue spalle.

    Era effettivamente un bell'angolo di mondo, il Porto Sepolto. Un ponte fra due universi, quello delle inclementi acque del mare e dell'oceano di dune dello Yuzrab. Vi consiglio di effettuare il prima possibile le manovre di approdo... credo stiate creando coda. continuò rialzandosi, accennando con un sorriso alla curiosa imbarcazione che era appena sorta dal mare appena prima del veliero dei nuovi arrivati.

    ... e non preoccupatevi della tassa portuale. Come per ogni peccato, il primo lo offre la casa. terminò con una smorfia divertita.
    Come dite? Qualcuno ha detto “boggart”? Non so di cosa stiate parlando.


    Edited by Kami della Falsa Speranza - 18/11/2018, 23:40
     
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    Trovata la sua stanza, quella che sarebbe divenuta la sua nuova casa, il giovane corvino crollò sul letto. Era completamente privo di forze, tra combattimenti, sventramenti e tutto quello che la presa del veliero aveva comportato.

    « Debole. »

    Una voce riecheggiò nella stanza. Anche se il timbro era leggermente diverso e il tono decisamente sprezzante, non poté non riconoscerne la provenienza.
    Era lui.

    Si girò sul letto, troppo a pezzi per alzarsi. Lo sguardo fisso verso il soffitto, mentre le pupille vagavano ai lati della poca visuale che quella posizione gli consentiva.
    La porta sbatté di colpo, costringendolo a uno scatto d’istinto.
    Le ferite si riaprirono.
    Il sangue gli macchiò la maglia.
    Le energie lo abbandonarono.

    « Ciao, Daligar numero... cavolo, ho perso il conto. »

    Quando aprì gli occhi, la sua faccia lo stava fissando.
    I loro volti erano identici, così come i loro corpi. Non fosse stato per quel sorrisetto beffardo con cui lo scherniva, avrebbe potuto essere un’immagine riflessa in uno specchio.

    « Tu sei... »

    Chiese il ragazzo, ancora confuso.
    Si guardò finalmente intorno. Il letto della sua stanza, molto semplice e in un comune legno di scarsa qualità, si era trasformato in uno sfarzoso letto a baldacchino in legno pregiato, lavorato e lucidato. La struttura era stata impreziosita con disegni in oro che spiccavano sul materiale scuro di cui era fatta. Le lenzuola erano in pura seta, morbide al tocco e delicate sulla pelle.

    « Te. »

    Concluse il suo ospite, comodamente seduto a tavola. Girava il cucchiaino nella tazza di liquido scuro, producendo un leggero suono metallico ogni qualvolta toccava la ceramica.
    Mentre il giovane membro della MxM lo raggiunse, l’ospite bevve un sorso di tè e riprese a parlare.

    « Sei una versione di me. O io sono una versione di te, se preferisci. »
    Sorrise.
    « Questo non cambia che siamo legati. Come quelli che ti hanno preceduto e quelli che ti succederanno. »
    Pausa.
    « Siamo tutti… Daligar. »

    Concluse con un sorriso. Il giovane, ancora stravolto, si sedette al tavolo e vide comparire davanti a sé una tazza identica a quella del suo ospite. Il liquido nero che la riempiva fumava leggermente. Al contatto con le mani gli trasmise una dolce sensazione di calore. Di casa.
    Assaggiò un breve sorso, scottandosi.

    « Dove siamo? »
    Chiese, posando la tazza e bagnandosi le labbra con la lingua.

    « Qui. »
    Disse l’altro, toccandosi la tempia con un dito.
    « Siamo nelle tua testa. E nella mia. »

    I due iniziarono a parlare, mentre fuori i giorni passarono. I fantasmi entravano e uscivano dalla sua stanza per curargli le ferite durante quello strano sonno da cui sembrava non volersi svegliare. La porta della stanza era chiusa a chiave dall'interno, così che nessuno avrebbe potuto disturbali.



    Scusate l’asocialità. Ci vediamo quando si sveglia ;)
     
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    -Intet, Gressil, skekDor, Prajas, Signore dei moli, Predicatore-

    Una luce bianca invase il molo e la Strega smise di respirare… lui era arrivato! Gli sarebbe piaciuta vestita così? Aveva un alito accettabile? Si sarebbe ingelosito del poll… no, impossibile! Lui era troppo sicuro di sé.
    La giovane avanzò speranzosa mentre le due persone con cui stava parlando fino a quel momento indietreggiarono. Due signori di mezz’età che, spaventanti dall’enorme drago apparso sul molo, rischiarono quasi di cadere in acqua. La giovane le ignorò, intenta com’era a guardarsi attorno, ma il suo volto si riempì ben presto di delusione… Khatep non c’era!
    Poi un sorriso si disegnò nuovamente sul volto della donna quando due serpi strisciarono verso di lei sibilando. Aaaawww le sue bambine! Si accovacciò carezzando la testolina della dorata, ridacchiando mentre la nera la prendeva a testate su un braccio. Poi lasciò che le due si arrotolassero sulle sue braccia e il collo per poi poi tornare ritta sulle gambe con Intet -il drago- ormai a un passo da lei. La maestosa creatura come al solito sfoggiò la sua arroganza e pungente ironia, al che la Strega strinse le palpebre fino a fare dei suoi occhi due fessure. Lei era di Khatep, non del suo destriero! Stava quasi per farlo presente quando una piccola creatura marron-verdognola e grinzosa, dagli occhietti rossi e vispi si intromise chiamandoli “mogliettino e maritina”. Il volto della Strega s’illuminò per l’ennesima volta quel giorno, mentre la sua bocca andava a formare una piccola “o”... era un animaletto delizioso. Anche stavolta fu sul punto di esprimersi, voleva chiedere a skekDor se potevano tenerlo (quasi scordandosi di essere lei il “capo”), ma fu interrotta.

    Un uomo con al seguito un gruppetto di “mantelli porpora” stavano dando loro il benvenuto offrendo il primo giro di attracco. La Strega battè le mani felicissima di quella generosa offerta.
    “Ma che notizia meravigliosa // Stavam chiedendo questa cosa
    Vorrem scartoffie da firmare // Spesso useremo questo mare!”

    Chiocciò la Selvatica per poi notare che qualcuno, alla vista del veliero, urlava che sarebbero morti tutti. Con la sua solita grazia gli rispose urlando così da mostrare le sue doti da scaricatrice di porto.
    “Ma no! Non tema // Non è un anatema!”
    Poi le iridi della pirata si posarono sull’orco-grigio e non morto -ADORABILE- parte dei “mantelli porpora”, sembravano intimoriti da Intet e be’... aveva senso! Cosa poteva dire per tranquillizzarli senza far incavolare quel bestione bianco? Trovato!
    “Scusate è di famiglia // Tranquilli che non vi piglia.”
    Poi chiese al maestoso essere.
    “Ma papi non viene? // Come sta? Bene?”
    Dopodiché tornò all’orco.
    “Hei, qualche volta vieni in arena? // Sembri proprio uno che mana!”
    Sciorinò la frase candidamente saltellando sul posto, aveva una voglia assurda di fare a botte. Però poi lasciò cadere la domanda nel vuoto ricordandosi del perché fosse lì. Prese un respirono… doveva essere PRO-FES-SIO-NA-LE!
    “skekDor, avvisiamo // Ormai ci siamo!”

    Disse al rapace in un velato “ordine” di richiamare l’attenzione degli altri membri e puntando il dito verso la nave… ma quando il suo sguardo si posò su questa ebbe un attimo d’esitazione.
    “Cos’è quell’affare // Salito su dal mare? ”
    Disse fissando una specie di palla che galleggiava davanti al Veliero.

    -Black Star, Van vite, Robo schifoso-

    Un volgare essere fatto d’occhi e arpioni si presentò sul ponte attirando l’attenzione di tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze. La creatura era giunta per rimproverare il Veliero di stare in mezzo alle scatole e, effettivamente, era così!
    Il vecchio capitano al timone ringhiò…
    “Aye! Attendiamo il permesso da terra, senza non possiamo partire.”
    A quel tono burbero alcuni spettri si gonfiarono minacciosi sul ponte facendo intendere d’esser pronti all’attacco, ma il vecchio li fermò.
    “Ricordatevi quello che ha detto il comandante!”
    A quelle parole i fantasmi si calmarono, loro prendevano ordini dai membri della ciurma al momento viventi, e in caso di comandi contrastanti seguivano le direttive del più alto in carica. Tuttavia, ogni tanto, coloro che avevano perso il senno si scordavano di quello che veniva detto loro.
    “Vaaaaan! Aiutami a trattenerli.”
    Urlò l’ex capitano all’uomo con la benda. Un uomo davvero interessante, abilissimo con la lavorazione del legno. Con il suo aiuto gli spiriti erano riusciti ad occuparsi della nave in meno di due giorni. Solitamente erano in di mare e a razionare le provviste raccattate dalla Miriam prima che affondasse. Ora Van Vite era accompagnato dai pochi sopravvissuti della nave distrutta e studiava un buon modo per attraccare una bestia come il Graogramàn. Il gruppetto era accompagnato da un paio fuochi fatui. Infatti questi servivano per impedire che i fantasmi attaccassero chi non era membro.
    Poi dei suoni attirarono l’attenzione del vecchio le cui iridi si posarono sul giovane Black Star intento a sfidare gli spiriti della nave in esercizi estenuanti. Bizzarro come quel ragazzino piacesse tanto agli abitanti del Graogamàn, gli si erano tutti affezionati e giocavano con lui senza problemi. Alcuni si sorprendevano della sua forza, pur avendo recuperato -in parte- quella che era stata la loro energia da vivi -con il subentro della MxM- in pochi erano riusciti a pareggiare con lui, e nessuno a batterlo.
    “Black… vedi di dare una mano!”

    -Daligar-

    La ormai nota Anne, lo spirito avvolto dalle fiamme, si prendeva cura di Daligar proprio come una croce rossina. Qualche voce di corridoio sussurrava si fosse presa una cotta per il baldo giovane dal braccio bionico, ma lei negava tutto infuriandosi e diventando rossa. E ogni volta ripeteva che certamente le piaceva il modo valoroso di combattere di lui… fino alla morte, come un vero pirata, ma nient’altro.

    “Come va?”
    Chiese la donna bendando la ferita sul petto del giovane che ormai si stava del tutto rimarginando grazie ai suoi interventi. Era stato un lavoro lungo e meticoloso, aveva addirittura dovuto sterilizzare la ferita col fuoco prima di ricucirla. Ma era positiva, se la sarebbe cavata solo con una grossa cicatrice.
    “Siamo praticamente al porto del sud, ma per ora ti sconsiglierei di andare a dare un’occhiata, sei ancora troppo debole.”



    Avete tempo fino al 16 per la risposta! Se avete bisogno chiedete pure. BACI!
     
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    VOREL
    VOREL ¤ OF THE HULL CLADE
    ¤ ¤ ¤SIMIC COMBINE
    Il Porto Sepolto. Nel Meridione. Che quella fosse la meta del Capitano gli è noto, ciononostante pur sforzandosi non riesce a collegare il perchè della rotta. Sprazzi di memoria lottano tra di loro come a smentirsi a vicenda; fulgidi istanti di delirio s'alternano a fantasie altrettanto terribili, ciascuna rivendicando per sè il grado di realtà nel mentre che taccia le altre d'illazioni. Si è imbarcato come mercenario e come tale ha prestato servizio. Un lavoro di scorta, una nave da condurre a destinazione. Eppure, della nave con cui è salpato, nessuna traccia.

    Ad ogni tentativo di tratteggiare con maggior chiarezza l'accaduto, Vorel sprofonda dunque nello sconforto completo: una parte di sè richiama tuttora una versione dei fatti tragica, snaturata e pregna di follia. Ma per ogni sussurro di questa, molte altre frazioni del suo io confuso propongono invero differenti scenari. Un naufragio incontestabile, la placidità del mare che li schernisce tramutandosi in tempesta; un arrembaggio respinto soltanto per ritrovarsi a dover riparare lo scafo prima di colare a picco; il sole impietoso del Sud a far loro visita, immarcescendo le poche provviste nonostante la salsedine a conservarle e perciò condannandoli a vagare in preda alla fame ed alle allucinazioni; la lotta contro un gigante dei mari, scontroso quanto letale, culminata in una vittoria che a caro prezzo ha permesso loro di proseguire; i malanni dei lunghi viaggi, l'assenza di cure ed una pestilenza a decimare la ciurma.
    Ognuno dei racconti che vorticano nella mente del tritone trattiene con sè indizi d'autenticità e storture tipiche della menzogna, ciononostante il giovane -un tempo esuberante, ad oggi più spento- fatica a dar forma ad un unico pensiero: ciò che meno lo convince è l'assenza di un vuoto ed anzi, al contrario, l'eccesso di alternative. Fosse svenuto, almeno, potrebbe raccontarsi d'essersi perso la navigazione ed i suoi drammi, ma così...

    ...no, da solo non riesce a comprendere. Nè, invero, ha molte speranze di venirne a capo mai: sin da quando ha saputo reggersi in piedi ha sempre preferito l'azione al riflettere, le scorribande agli studi. Se qualcosa gli sfugge, pertanto, non è il caso di perderci il sonno e piuttosto darsi da fare rendendosi utile! Chi può affermare che non sia tutto il frutto del troppo bere? Ai compagni mica ha raccontanto che da tritone qual è può limitarsi a bere l'acqua dei flutti (salata e raspante in gola, senza necessità di dirsi dolce), scroccando così l'allegria del rum e la festosità calda che ne deriva. La vita procede, a prescindere che il passato si faccia oscuro. Ed un porto si profila all'orizzonte.

    Certo, non appena smette le attività e si ritrova solo qualcosa dentro di lui vapori. A martellargli in testa, in particolare, è il come mai non riesca più a nuotare. A respirare sott'acqua, per la precisione. Ed il dubbio d'esserne mai stato capace s'insinua al pari di una maledizione irta di sospetto: hai mai sfidato le profondità prima d'ora? Può dirsi davvero un tritone se non sa vivere sott'acqua più di qualche minuto? E' forse il dono dell'Allenza Simic a venir meno o sono i suoi ricordi sbiaditi a mentirgli al riguardo? Forse è solo paura -un trauma non superato. In questo, stando ai racconti dei compagni, l'aver attaccato briga subacquea con il colossale kraken funge da perfetta spiegazione. Ma ancora, per quanto possa provare ora un'inconscia repulsione per l'oceano libero e sconfinato, talvolta il quesito riemerge e lo fa tentennare d'essere ancora un umano -un barbaro rozzo ed incivile com'era tra le bande. Ah, se solo non ci fossero tutti quei ricordi -se solo non avesse netta e chiara l'esperienza della propria gioventù!

    Ed eccolo lì, allora, un poco defilato dagli altri, a cercare di immergersi e di trattenere il fiato quanto più a lungo possibile. Sembra un bimbo -uno testardo- che prova e riprova per sfogare le proprie ambizioni. Esattamente come un ragazzino, infatti, Vorel si limita a ripetersi senza fermarsi ad apprendere, ad analizzare i propri tentativi, a scoprire le cause del fallimento e a superarle come si converrebbe. Oltre lo scafo, a poppa, là dove nessuno lo può disturbare. L'unica novità degna si profila in un sordo vibrare di carne viva, prossima ad emergere sbuffando i vapori che la tenevano immersa. Rapito da una curiosità che gli è propria -salvato dai propri crucci per merito di stranieri che non lo facciano sentire inadeguato o strano- il tritone s'arresta dai propri assurdi allenamenti ed osserva chi (o cosa) sta cercando di attraccare al Porto ma non può per via del Veliero ingombrante.

    Una balena? Ben strana, invero. Più un divoracielo marino, in effetti, laddove quelle poche ricerche condotte sulla fauna endlosiana siano tutt'altro che propense a raccontare di specie simili a quelle ravnichiane. E a tal proposito, perchè s'è imbarcato sul Graogramàn sapendo ch'era diretto a Sud? Zegana gli aveva intimato di cercare appigli ad Est e -seppure l'oriente non gli avesse detto granche (sempre che ci sia stato, i ricordi si fanno sempre più traditori), partendo d'Ovest avrebbe dovuto scendere dalla nave prima di lasciare il presidio, così da terminare la propria cerca lungo le coste dell'Undarm ed il suo rigoglioso aprirsi di fronde.

    Non ci siamo! Proprio no! Perchè è tutto così evanescente? Perchè ogni dettaglio pare al contempo tutto ed il suo contrario? La mente grida d'essere debole, cerca di sfuggire ad una disamina più attenta. Vorel non sa più che pesci pigliare e lo schifo di confrontarsi ancora una volta -come se non l'avesse fatto a ripetizione da quando s'è risvegliato in cambina- lo trattiene una volta di più dall'interpellare Vite, Daligar, Black o il Capitano. Per non parlare di skekDor, certo, così misterioso ed inane da fare il paro con gli spiriti che infestano l'imbarcazione!

    Spiriti! Ecco un altro motivo per andarsene! Gli è dato di volta il cervello? Perchè s'è imbarcato su di un vascello maledetto ed appestato di non-morti? No, aspetta... si era deciso che non s'è imbarcato qui, ma che qui v'è giunto dopo la battaglia col mostro marino che... mostro, addirittura? Un tale insulto ad un fratello degli abissi? Mi pare un po' esagerato dire che... ma non voleva sentire ragioni! Li ha attaccati ignorando gli avvertimenti del tritone! Si è mostrato meschino e cieco! O forse, ha ben ragione a detestare quelli che per lui sono abomini di superficie: il mare è di chi lo sa attraversare al di sotto delle increspature -e per Vorel non è più così! Forse è davvero una buona idea andare per terra, almeno per un po'... e potrebbe soddisfare le richieste di chi lo ha patrocinato, prima di dimenticarsene di nuovo.

    Ah, che disperazione! Gli ci vorrebbe un buon sonno, non avesse dormito per giorni!
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    SIMIC CHARMMETAMORFOSI CONGIUNTA
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Neanche il tempo d'introdursi alla folla, che un lampo accecante investì la zona.
    skekDor si difese la vista sollevando una manica della veste davanti al muso. A giudicare dal sonoro schiocco della lingua sul palato, non doveva aver gradito particolarmente la comparsata.
    Se non altro, sembrava una figura importante. Era un drago. Non ne vedeva uno da... beh, molto poco, considerando che al Nord ce n'erano ben due.
    Lo sconosciuto non perse tempo a introdursi, e anzi iniziò subito una veloce marcia, che l'avrebbe portato al cospetto del giullare.
    Il becco di skekDor si mosse a osservare l'espressione di lei. Poiché la strega non tradiva rabbia o tensione, rimase fermo immobile dov'era, anziché impartire una lezione di galateo a quel lucertolone troppo cresciuto!

    Si presentò anche sulla scena... qualunque cosa fosse quella specie di animaletto dalle sembianze di una scimmia priva di peluria e piuttosto deforme. skekDor la osservò con malcelato disgusto, e al contempo piacere.
    "Oh, guarda. Anche gli scriccioli hanno il dono della parola. Che piano d'esistenza meraviglioso!" Esclamò lo Skeksis, riferito chiaramente a Gressil.

    Precipitevolissimevolmente, neanche l'avesse evocato direttamente il cielo, colui che era chiamato "Il signore dei moli" fece la sua comparsa, seguito da una nutrita schiera di umani in armatura e da... era un orco, quello?
    "Mmmh..." Mugugnò stridulamente lo Skeksis, affilando lo sguardo. Quell'arrivo inatteso gli era lieto, soprattutto in virtù del fatto che Jorah fosse stato effettivamente l'unico a ricordarsi le buone maniere.

    "Fa' piacere constatare che qualcuno ricordi ancora i dettami della buona educazione, e soprattutto del quieto vivere..." Asserì, facendo qualche passo in avanti.
    Le zampe celate nelle maniche della veste, le braccia piegate in modo che gli giacessero in grembo, skekDor continuò: "Davvero molto gentile da parte tua, mortale. Iniziavo a dubitare della proverbiale accoglienza del Sud, quando..."
    Fu interrotto. Jester gli chiese di dare il segnale alla nave di partire.
    Niente di più facile.

    Lo Skeksis sollevò una zampa al cielo e... Di nuovo, venne interrotto.
    C'era qualcosa, accanto al veliero. Una sagoma troppo distante per esser scorta, da cui era uscita una creatura fluttuante.
    Di primo acchito, gli venne spontaneo teletrasportarsi direttamente a bordo, così da poter affrontare la situazione di petto.

    Poi, però, si ricordò che se era sceso, era per fare da secondo a Jester. E, considerata la nutrita schiera di "sconosciuti", forse gli conveniva davvero rimanere lì dov'era.
    "Ho come il sentore che la nave approderà lo stesso, di qui a poco. Spero solo che nessuno di quei testoni faccia qualcosa di avventato." Commentò, riportando la zampa nell'ampia manica della veste

    Salute: 100%
    Stato psicologico: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    - Pietra d’Ombra:
    Una piccola pietra nera cubica, simile ad uno scuro opale. Attivando quest’artefatto è possibile creare una fitta cortina di nebbia scura che si dirige contro un nemico o una specifica zona, limitando così la visuale dei presenti [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Variabile]

    - Orologio da taschino:
    Si tratta di un comune orologio a carica, legato a una catenella. Gran Mastro Gingillo ne fece dono a skekDor, durante il loro primo incontro. Fa da tramite per la tecnica temporale dello Skeksis

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Zona morta:
    L'ombra che skekDor proietta sul terreno a seguito dell'esposizione a un qualsiasi tipo di illuminazione è ben più di ciò che sembra. All'occorrenza, infatti, essa si tramuta in un passaggio per una dimensione creata dalla divinità. Quando viene aperta, la Zona morta crea sulla superficie del terreno occupata dall'ombra (Le cui dimensioni variano a seconda della volontà dello Skeksis) un mare di Dirac di profondità infinita. Qualunque cosa o oggetto designato si troverà su suddetto piano sprofonderà al suo interno per effetto della gravità. Dato che il portale assorbe solo l'obiettivo scelto dalla divinità, oltre la sua soglia non esiste alcuna atmosfera o spazio di sorta. Carne, vegetali o pietanze intrappolati all'interno resteranno esattamente nello stato in cui erano al momento del trasferimento (rimanendo eventualmente caldi e non subendo gli effetti della decomposizione), ad esempio. skekDor utilizza solitamente la Zona morta per stiparci dentro oggetti che, in altra maniera, gli sarebbe d'impiccio trasportare [Abilità Passiva Gdr-only – Tasca dimensionale]

    - Miraggio della quintessenza cangiante:
    skekDor è in grado di sfruttare le sue capacità di illusionista per far assumere al suo corpo la forma che più gli aggrada. Diversi veli di energia l'avvolgeranno, celando le sue reali forme ai sensi di chiunque non sia in grado di vedere al di là dell'illusione così scaturita. La metamorfosi gli permetterà dunque di assumere le sembianze di un personaggio di cui skekDor abbia chiara l'immagine nella mente, o di una generica razza (purché umanoide) per tutto il tempo che gli sarà necessario, o fino a che l'incanto non sarà annientato. Tuttavia, una simile metamorfosi sarà appunto illusoria: pur venendo percepito alla vista, al tatto, al gusto, all'odore e persino nella voce e nei suoni prodotti dal corpo come una creatura totalmente differente, lo Skeksis continuerà a vantare le proprie abilità e capacità fisiche. Eventuali capi di vestiario, oggetti o armi possedute dal personaggio impersonato saranno percepiti in tutto e per tutto simili all'originale, ma non potranno ovviamente essere utilizzati in Duelli e Quest, in quanto meramente irreali [Abilità Passiva - Metamorfosi Scenica + Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso; Durata: fino alla fine del Duello\Quest, o fino a che non venga annullata]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    Riassunto:


     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Dunque è per questo che tu e la mummia non vi fate più vedere in giro? Troppo impegnati a giocare a mogliettino e maritina?
    "Tu sei nostra". Bleagh
    Sei assolutamente disgustoso, Intet.


    Volse appena lo sguardo di brace dietro di sé, verso la creatura che aveva così insolentemente esplicato il proprio desiderio di morire in quel preciso istante.
    A parlare era stato un gremlin, una piccola e patetica creaturina che si solito viveva nel lurido sudiciume ai bordi di società più sviluppate. L’ultima volta che aveva visto un membro di quella rivoltante specie di parassiti era stato… in compagnia di Lazarus Lee. La creaturina conosceva il suo nome e conosceva il suo padrone, che fosse una delle creaturine di Lazarus? Nel caso cosa la spingeva ad avvicinarsi? Forse era solo idiota.

    Intanto Jester, la donna per la quale Khatep l’aveva spedito in quella fogna di città portuale aveva abbracciato le sue stupide lucertole, aveva fatto segni al piccione viola che si era portato dietro e aveva cominciato a parlare qualche umano agghindato di chincaglie che si spacciava per l’autorità del luogo. Il tutto bypassando semplicemente la sua presenza, come se non fosse stato neanche lì.

    Non mi piace essere ignorato.


    Disse rivolto al giullare, facendo schioccare rumorosamente le fauci irte di zanne, più simile a una tagliola fatta di pugnali che non a una bocca.

    Quanto a te, gremlin, ti farò pentire di non essere morto col tuo padrone o rimasto rintanato nella tua fogna.


    Le ali della creatura si dispiegarono iniziando a frustare l’aria, un forte vento si propagò lungo tutta la via mentre il drago balzava in avanti, dandosi lo slancio per iniziare il volo. Il piccolo gremlin era in cima all’albero di una delle navi, a portata di voce, evidentemente la distanza posta tra lui e l’oggetto del suo scherno lo facevano sentire al sicuro, sbagliando.
    Bastarono un paio di battiti delle ali gigantesche per portarlo sul suo bersaglio, non aveva alcuna intenzione di fare qualcosa di impreciso come un attacco di passaggio, al contrario il suo obiettivo era affondare gli artigli delle zampe nel solido legno per poi strappare via la testa del gremlin a morsi.
    Cattura il gremlin senza ucciderlo, ho domande da fargli, potrai spolpargli le ossa più tardi
    Tsk, nuovo piano, invece di staccargli la testa gli avrebbe solo strappato un braccio.



    Erano passati pochi secondi dall’innalzarsi in volo di Intet all’inseguimento della sua preda, quando una nuova colonna di luce che sembrava discendere dal sole stesso piovve nell’esatta posizione occupata poco prima dal drago. Da essa emerse una figura dalla pelle olivastra e il portamento fiero, gli abiti erano leggeri e adatti all’arsura del deserto sebbene di squisita fattura, la mano sinistra reggeva un lungo bastone la cui sommità assumeva la forma di testa di drago dalle corna ricurve tra le quali splendeva un piccolo sole. Gli occhi eterocromi del nuovo arrivato scrutarono per un secondo la scena, scandagliando tutti i presenti prima che la luce alle spalle si spegnesse rivelando la figura di una donna dai lunghi capelli rossi alle cui spalle si trovavano una bilancia e un paio di ali piumate.



    Eppure, era un piano talmente semplice, si ritrovò a pensare Khatep.
    Intet doveva solo consegnare i basilischi a Jester e tornare indietro, null’altro, ora invece la mente del drago era rossa per l’ira e sembrava stare inseguendo, cosa? Un gremlin? Piccole sudice creature, non c’era da stupirsi amassero tanto Lazarus.
    Si guardò attorno, trovava improbabile che quel giovanotto promettente fosse morto davvero e ancora meno credibile il fatto che un gremlin avesse deciso di attaccare briga con un drago, ma non c’era nulla di anormale secondo la sua vista spirituale. Ancora una volta, nulla di strano e non una prova definitiva.
    Cattura il gremlin senza ucciderlo, ho domande da fargli, potrai spolpargli le ossa più tardi
    Si volse ignorando completamente i soldati meroviti, gli occhi si posarono sul volto di Jester mentre la visione periferica teneva d’occhio la creatura accanto a lei, le braccia si allargarono in un gesto inequivocabile.



    Ci scusiamo per qualsiasi disagio il drago possa provocare al Porto Sepolto.


    Diceva intanto l’Angelo della Giustizia dalla chioma di fuoco, che si era portata davanti al gruppo di soldati.

    Bastone del Serpente
    [Passiva di indistruttibilità, Passiva di Luminescenza 0-30m, Passiva Auspex Anime 30m]

    Collana di Setep
    Effetto Passivo: Individuazione della presenza tecniche attive di natura mentale e della loro potenza entro 15 metri dal portatore.
    Effetto Attivo: Utilizzando una spesa di mana sufficiente, è possibile neutralizzare qualsiasi tecnica di intrusione mentale diretta contro il portatore o contro creature alleate entro 10 metri.

    Intet, il Sognatore

    Famiglio
    [Pet, legame telepatico]

    Ali
    [Passiva di Volo]

    Zanne e Artigli
    [4 artigli, 1 morso]

    Vera Forma
    [Dimensione variabile, Grandi Gigantesche, tecnica per cambiare taglia]

    Vedere la Trama
    [Vedere la Magia]

    Potere Draconico
    [PU in Forza e Resistenza del 50%]

    Kitala, Bilancia della Legge

    Legata
    [Pet, Legame Telepatico]

    Angelo della Giustizia
    [Passiva di Volo, Passiva Anti-menzogne, Attiva Variabile Anti-menzogne (Non retroattiva, dura due turni), Spadone a due mani (150cm)]


    Edited by Settra - 9/11/2018, 23:07
     
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