Ospiti Improvvisi

[The Golden Mile ~ II]

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    Il Festival della Birra (II)

    La Città di Matafleur è una delle più grandi, belle e antiche del Presidio Orientale, ma anche una delle più famose e vivaci: i braccianti si riversano in questa metropoli per trovare lavoro nelle stagionali raccolte nei campi, chef e ristoratori vi si recano in pellegrinaggio alla ricerca di rare spezie e primizie particolari, così come fattucchiere e incantatori gironzolano per giardini e botteghe a caccia di ingredienti e componenti per i loro incantesimi, e le spose vi si contendono le migliori fioriture -e le migliori vendemmie- con cui rendere indimenticabili le celebrazioni per le proprie unioni...

    ...ma questa vicenda non parla di loro: c'è sempre tempo per prender parte alle imprese culinarie con cui Matafleur sfida il primato delle altre Sorelle della Valle, o per provare a gestire gli eccessi di un paio di future spose sul piede di guerra in rivalità - ma non quando i cieli notturni del mondo di Endlos sono rischiarati dalla Luna Rosata. Perché vuol dire che Achernar è arrivato, e il celebre Festival che Matafleur dedica alla Birra comincia.

    Non importa quale motivo vi abbia richiamato in città: come praticamente ogni giorno dell'anno, le vie sono gremite di gente di tutti i tipi, colorate da festoni e addobbi floreali, e palpitante di vita.

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    A dirla tutta, di movimento per le vie c'è n'è finanche troppo: disseminati in giro ci sono numerosi gruppetti di gente eccessivamente allegra, che sull'onda del buonumore del momento finisce per diventare troppo espansiva e troppo chiassosa, richiamando lo sguardo dei passanti anche quando si cerca di non prestarvi attenzione. E voi siete proprio una di queste comitive. O lo diventerete presto.

    Superata con successo la prima tappa del Miglio Dorato, gli avventurieri che per primi hanno risposto alla chiamata alle armi di Joyd calcano ancora una volta le strade affollate della città, più soddisfatti delle proprie capacità -che hanno permesso loro di conquistarsi gratuitamente la vittoria-, ma anche un po' più alticci per il fatto di avere ormai in corpo una pinta delle Birre Speciali che sono il vanto dell'evento: cervogia artigianale a tiratura limitata, disponibile esclusivamente per la durata del Festival cittadino, e ancora più gustosa perché arricchita dalla spezia della vittoria.

    « Bene, Compagnia! Direi di tornare a dare un'occhiata in piazza. »

    Dopo aver sistemato i compagni beoni che non ce la fanno a proseguire su di una panchina del viale -lasciandoli serenamente a ronfare in mezzo alle fioriere-, il Leader della spedizione si volta verso la truppa che ancora gli resta con l'evidente buonumore di chi si sta divertendo davvero, allargando le braccia in un benevolo gesto di accoglienza, rivolgendo loro un sorriso bonario e quell'invito, guardandoli poi uno per uno con gli occhi dorati.

    C'è la Punk Alhandra, dai corti capelli scuri e il fisico sottile,
    che continua a guardarsi intorno con l'aria nervosa e il tic all'occhio di chi ha preso troppi caffé.
    C'è l'unico e inimitabile skekDor, dalle rare e vistose fattezze di uccello, finalmente di buonumore così tanto da non aver smesso un momento di ridacchiare di questo o di quello da quando hanno lasciato il locale.
    C'è la bionda Cavaliera Elysandra: nobile e coraggiosa quando è avvolta dalla sua armatura, timida ed impacciata davanti al bancone, e un pochino stralunata per i suggerimenti dei folletti che le stan parlando.
    E ci sono il giovane Thory e il suo cagnolino Mr.Doge, che per non avere problemi con i tavernieri stanno sfruttando l'albinismo del ragazzo, camuffandosi per interpretare la parte di "Zio Tobia" (un anziano signore che ha lasciato la sua fattoria per venire a bere una birra in città con i suoi nipoti) e del suo fidato cane-guida... anche loro intossicati dalla Polvere di Fata.

    « ...magari troveremo qualche nuovo compagno che aspetta di unirsi all'impresa! »

    E, infatti... quando la combriccola giunge in vista della statua equestre della Piazza Centrale, che era già stata il loro punto di ritrovo, qualcuno ad attenderli effettivamente c'è: nuovi curiosi devono aver letto la tradizione del Miglio Dorato, stampata con caratteri tipografici eleganti ed ordinati sui bei volantini di carta patinata e dorata, che -per qualità e colore- riescono facilmente a spiccare in mezzo ai tanti altri pezzi di carta che circolano per la città quest'oggi, ed eccoli qui...

    ...pronti ad affrontare il percorso che attraversa tutta la città, facendo tappa nelle dodici locande più antiche della metropoli per consumarvi una pinta di birra, a scelta tra un leggendario assortimento che include anche le produzioni artigianali delle comunità naniche -e non solo- che dimorano ad Est.

    ...decisi a bere gratis in tutti punti del percorso, superando ogni volta una misteriosa prova a scelta dell'oste di turno, per riuscire ad arrivare sulle proprie gambe malferme fino alla "Fine del Mondo", l'ultimo locale della tratta!

    ...disposti ad unirsi all'autore firmatario del volantino: qualcuno di nome "Joyd" che cerca compagni di bevute avventure per tentare l'impresa. O forse no.

    Ciascuno può avere più di un motivo per imbarcarsi in questa missione o per volerla proseguire: voglia di una sfida, birra gratis, la fama nel Presidio, tempo da perdere, voglia di contatto umano, semplice curiosità... Tutto fa brodo, perciò: perché non fare un tentativo?
    Cosa potrebbe andare storto...?


    Quest-Master Point

    Benvenuti alla seconda Quest della Campagna! :grab:

    Per iniziare non sono richieste azioni particolari per questo primo turno, a parte presentarvi nel punto di ritrovo: la statua equestre nella piazza centrale di Matafleur.

    Per quanto riguarda le new-entry [Michael, Riful, Aine e Kyrill], avete massima libertà sul come, quando o perché il vostro personaggio sia giunto in città, abbia finito per ritrovarsi tra le mani il bando di Joyd, e abbia deciso di prender parte all'impresa. :geez:

    I veterani riprendono invece l'avventura direttamente dalla quest precedente, quindi sono ancora sotto l'effetto delle birre che hanno bevuto allora: Alhandra ha subito un'Impennata Sensoriale che le fa sembrare che il mondo attorno si muova al rallentatore, ma a chi la vede apparirà esaltata, su di giri, spastica, e piena di tic; skekDor è vittima di una Malia di Sbornia Allegra che gli rende impossibile contenere le risate, perché ogni cosa gli risulta esilarante. :pft:
    Infine, Thory ed Elysandra soffrono di vivide Allucinazioni Lisergiche in cui vedono folletti e fatine che gli/le parlano, spingendoli a fare/dire cose strane. :tend:


    Visto che siamo un bel gruppetto numerosetto, intendo tenere delle turnazioni comode per tutti,
    perciò la prima scadenza è fissata per il 13 settembre, compreso. :flwr:
    Se dovessero servire giorni di proroga, è sufficiente chiedere nel bando in Bacheca. :win:

     
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    Ospiti Improvvisi - [The Golden Mile ~ II]


    Era passato diverso tempo da quando Michael aveva ricevuto l'ultima missione. Non sembrava esserci molta attività ultimamente e sebbene non volesse rimanere fuori allenamento o diventare irraggiungibile, il rimanere fermo ad aspettare non faceva per lui. Proprio per questo motivo, il ragazzo aveva deciso che era il momento di informarsi di persona più che per sentito dire e sui libri di come fossero gli altri presidi.

    In realtà la considerava poco più che una scusa per viaggiare. Non aveva smesso un singolo giorno di allenarsi ovviamente, arrivando persino a muoversi a piedi finchè era possibile senza ritrovarsi nei guai fino al collo o con qualche problema per via degli ambienti a volte difficili da navigare.

    Oggi si trovava proprio in un posto interessante. La città di Matafleur, nel presidio dell'Est, era una meraviglia completamente diversa rispetto a quella del suo presidio, o perfino del suo mondo. Quel verde rigoglioso che aveva incontrato sul suo cammino era una completa novità, e lo lasciava a bocca aperta, mentre la città in cui attualmente si trovava aveva un altro tipo di fascino.

    Da buon turista improvvisato, ovviamente, Michael vagava perso, senza una meta precisa in quella città che era pronta ad offrirgli probabilmente quasi qualsiasi attrazione di cui fosse stato in cerca. Ma quello che aveva in serbo la città non era esattamente ciò che immaginava.

    Il suo occhio fu attirato con facilità verso un volantino vistoso, nemmeno le comunicazioni dei reali sembravano avere quello stile, e se lo sarebbe ricordato, essendo uno di loro. Certo era che la carta dorata faceva a gara di lucentezza con la sua armatura, il che lo rendeva facilmente visibile. Si avvicinò con passo certo verso uno di questi, estremamente incuriosito. Il suo sguardo assorto lesse ogni singola lettera, mentre il suo sguardo si illuminava sempre di più. Bere, divertimento, avventura. Era tutto ciò di cui aveva bisogno in questo momento di vuoto. Non aveva mai rifiutato una sfida, e se riguardava bere alcol (gratis, per di più) in pochi erano al suo pari, almeno nel suo mondo. Strappando quel volantino da dove lo aveva trovato, incurante del fatto che dovesse, probabilmente, rimanere al suo posto, se lo portò dietro mentre si dirigeva nella piazza centrale.

    La piazza era esattamente lo specchio della città. Piena di comitive di gente, qualcuno ubriaco e qualcuno un po' meno, ma suppose che fosse una diretta conseguenza di ciò di cui parlava il volantino. Lo metteva di buonumore sentire quel trambusto. In un certo senso, gli ricordava casa, i momenti in cui le città erano in festa e poteva liberarsi anhe solo per qualche ora di quel peso infinito che portava sulle spalle. Scosse la testa, cercando di liberarsi di quei pensieri, mentre fissava il volantino e attorno a sè ad intervalli regolari, cercando di capire chi fosse lì per il suo stesso motivo, e soprattutto chi lo avrebbe indirizzato nella giusta direzione.

    In fondo, quel volantino era talmente vistoso che era praticamente certo che potesse essere usato anche come segno di riconoscimento per chi voleva partecipare. Almeno, era quello che sperava, perchè come al suo solito aveva agito d'impulso, senza pensarci un secondo di più, e adesso doveva solo aspettare di venire coinvolto nella marea.

    Non vedeva l'ora.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Divertito, curioso.
    Energia: 100%

    Equipaggiamento:
    Prometheus' Armor [Armatura Completa; Resistenza Migliorata]
    Sword of Ra [Flamberga; 1,70m]

    Tecniche Utilizzate: ///

    Abilità:Fire's Descendant [Power Up +50% Vel; Immortalità]
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Abbassare la guardia non era proprio da skekDor, e infatti la divinità del Cristallo era sempre per certi versi sul chi vive, facendo attenzione più che mai ai suoi vestiti pregiati, anche se ogni qual volta qualche popolano del posto rischiava di finirgli addosso, le sue minacce non parevano avere lo stesso astio di sempre: "Fa' un po' attenzione a dove vai, tu birichino. Ihihih! Quanto a te, non fissarmi così, non ho spiccioli da darti. Pfff... Vuoi un baratto? Una birra per un'anima?"
    Anzi, pareva quasi che sparasse parole a caso.

    Pur avendo occasione di farsi valere e prenderne il posto, urElah lasciò fare skekDor, godendosi lo spettacolino comodamente lì dov'era, piccola luce all'interno del cuore di tenebra.


    Alcuni dei precedenti compagni avevano gettato la spugna. A quanto pare, il fegato di skekDor era tornato a funzionare a dovere, da quanto aveva ripreso a vivere. Un po' gli mancava l'esser pressoché immune a veleni e alcolici per una semplice questione "fisiologica", ma d'altro canto nulla batteva il non doversi più preoccupare di coprire la sua carne marcescente con strati su strati di trucco e profumi vari. Anzi anzi, nonostante la veneranza età, ora poteva ostentare il suo naturale e seducente colorito violaceo!

    "Uno, due, tre, quattro... Eheh... Nuove teste pronte a esser riempite d'alcol e svuotate del loro intelletto. Ma ce ne sarà dentro in primis, mi chiedo?" Mormorò, non appena raggiunta la piazza e posati gli occhi vermigli sui nuovi presenti.
    Fece spallucce, facendo tintinnare le miriadi di piccoli teschi che penzolavano dal suo verdugale: "Ai posteri ardua sentenza! Ihihih!"


    Salute: 100%
    Stato psicologico: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    - Pietra d’Ombra:
    Una piccola pietra nera cubica, simile ad uno scuro opale. Attivando quest’artefatto è possibile creare una fitta cortina di nebbia scura che si dirige contro un nemico o una specifica zona, limitando così la visuale dei presenti [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Variabile]

    - Orologio da taschino:
    Si tratta di un comune orologio a carica, legato a una catenella. Gran Mastro Gingillo ne fece dono a skekDor, durante il loro primo incontro. Fa da tramite per la tecnica temporale dello Skeksis

    Oggetti del Mercante:

    Bracciale Destro di Ercole - Ascia del Sangue - Anatema dei Numi - Unguento di Rendalim - Cocoguyan (x3)


    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Percezione dell'anima:
    Ogni essere vivente, organico o artificiale che sia, dispone di un fluido vitale che attraversa ogni atomo del suo corpo e che gli permette di muoversi e pensare. skekDor, concentrandosi, è in grado di espandere le sue sensazioni fino a un'area circolare di 30 metri, individuando esattamente la posizione di ogni creatura presente al suo interno attraverso la percezione della risonanza dell'essenza, tramite quello che definisce "occhio interiore". Le varie essenze trovate figureranno nella sua mente sottoforma di animelle verdi, delle fattezze degli esseri originari, consentendogli così per altro di distinguere anche le singole creature le une dalle altre [Abilità Passiva – Auspex Spiritico]

    - Servitore inosservato:
    Si tratta dello spirito dell'ex-capitano del vascello fantasma Graogramàn. skekDor ne ha divorato l'anima, costringendolo di fatto a diventare il suo servo fino a che ne avrà voglia. In quanto semplice fantasma privo di un'essenza a cui appigliarsi, lo spirito non può esser percepito dai comuni sensi, e non è in grado d'interagire in alcun modo con la materia circostante. La sua voce può inoltre esser percepita solo dallo Skeksis, che lo utilizza per sondare l'ambiente circostante [Abilità Passiva – Auspex Radar]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - L'eredità di Valiinorê:
    La fine della guerra contro i lich non ha solamente portato sollievo agli abitanti del Presidio Nord. skekDor, infatti, ha avuto modo d'assorbire l'essenza vitale di una mortale che, sfruttando magia e alchimia per sfuggire alla morte, ha ottenuto in effetti un'anima pressoché immortale. L'energia scaturita da essa ha permesso allo Skeksis di rigenerare il suo corpo a un livello tale da poter tornare vivo. Carne marcia e puzzo di morte sono ormai un ricordo per il mezzo-Mistico, che fra il ghiaccio e il gelo delle terre del nord ha scoperto di poter di nuovo produrre calore da sè, e il sangue ha ricominciato a pulsargli nelle vene sin dal primo battito di un cuore che quasi aveva dimenticato la sua funzione. Come conseguenza di ciò, il corpo di skekDor ha anche ripreso parte dello smalto di un tempo. Riflessi migliori, muscoli funzionali, e persino le braccia accessorie che teneva celate al di sotto delle spalline, pressoché atrofizzate, sono tornate a esser robuste e sensibili [Abilità Passiva – 100% Forza + 50% Velocità + 50% Resistenza + Due braccia in più]

    - Zona morta:
    L'ombra che skekDor proietta sul terreno a seguito dell'esposizione a un qualsiasi tipo di illuminazione è ben più di ciò che sembra. All'occorrenza, infatti, essa si tramuta in un passaggio per una dimensione creata dalla divinità. Quando viene aperta, la Zona morta crea sulla superficie del terreno occupata dall'ombra (Le cui dimensioni variano a seconda della volontà dello Skeksis) un mare di Dirac di profondità infinita. Qualunque cosa o oggetto designato si troverà su suddetto piano sprofonderà al suo interno per effetto della gravità. Dato che il portale assorbe solo l'obiettivo scelto dalla divinità, oltre la sua soglia non esiste alcuna atmosfera o spazio di sorta. Carne, vegetali o pietanze intrappolati all'interno resteranno esattamente nello stato in cui erano al momento del trasferimento (rimanendo eventualmente caldi e non subendo gli effetti della decomposizione), ad esempio. skekDor utilizza solitamente la Zona morta per stiparci dentro oggetti che, in altra maniera, gli sarebbe d'impiccio trasportare [Abilità Passiva Gdr-only – Tasca dimensionale]

    - Miraggio della quintessenza cangiante:
    skekDor è in grado di sfruttare le sue capacità di illusionista per far assumere al suo corpo la forma che più gli aggrada. Diversi veli di energia l'avvolgeranno, celando le sue reali forme ai sensi di chiunque non sia in grado di vedere al di là dell'illusione così scaturita. La metamorfosi gli permetterà dunque di assumere le sembianze di un personaggio di cui skekDor abbia chiara l'immagine nella mente, o di una generica razza (purché umanoide) per tutto il tempo che gli sarà necessario, o fino a che l'incanto non sarà annientato. Tuttavia, una simile metamorfosi sarà appunto illusoria: pur venendo percepito alla vista, al tatto, al gusto, all'odore e persino nella voce e nei suoni prodotti dal corpo come una creatura totalmente differente, lo Skeksis continuerà a vantare le proprie abilità e capacità fisiche. Eventuali capi di vestiario, oggetti o armi possedute dal personaggio impersonato saranno percepiti in tutto e per tutto simili all'originale, ma non potranno ovviamente essere utilizzati in Duelli e Quest, in quanto meramente irreali [Abilità Passiva - Metamorfosi Scenica + Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso; Durata: fino alla fine del Duello\Quest, o fino a che non venga annullata]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:


    Riassunto:

     
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    Mentre guardava con un certo cipiglio poco convinto la rappresentazione marmorea di una qualche personalità a cavallo rifletteva su come tecnicamente non aveva mai avuto un'idea precisa fin dall'inizio di dove era diretta e quindi non poteva dire di essersi effettivamente persa. Tuttavia anche così era abbastanza disdicevole aver smarrito ogni punto di riferimento e non conoscere nemmeno il nome di quella città, ma più di ogni altra cosa era il non sapere bene il dove andare che la infastidiva. Oltretutto a giudicare dalle prime impressioni quella in cui si trovava doveva essere una città decisamente insignificante se eleva al rango di simbolo un uomo che si accontenta di un misero equino come cavalcatura, specie in un semipiano infestato di bestie un minimo più dignitose come ad esempio grifoni, ippogrifi, manticore... dalle parti di Laputa ne aveva viste un sacco di quelle bestiacce chimeriformi, specie i primi. Però niente draghi, a parte il suo Abbadon. Che poi era il motivo per cui si era azzardata a mettere il naso fuori dalla sua cameretta prigione.

    Come se fosse capace di leggere i pensieri della sua proprietaria, il diretto interessato squittì all'interno della gabbia per uccellini in cui era confinato, agitando in modo frenetico le ali chitinose e mordendo con una delle due teste le sbarre, nell'inutile tentativo di divincolarsi dalla sua prigionia. Riful l'aveva appoggiato al suolo perché era pesante e si era stancata le braccia di scarrozzarlo qua e là, si sarebbe affidata alla magia se solo anche tenere attivo un incantesimo di locomozione iniziava ad essere stancante. Lo sapeva bene perché Abbadon continuava ad agitarsi, era lo stesso motivo che la riempiva di irritazione fin dal mattino. Ed a sottolinearlo un brontolio sommesso le salì dal pancino facendo eco alle strida del suo draghetto delle dimensioni di un canarino...
    Aveva fame. Non mangiava da quando era uscita evasa da Laputa.
    Era veramente degradante che una strega del suo calibro subisse gli effetti di qualcosa così basso e primitivo come la fame.

    Si obbligò a troncare le sue riflessioni filosofiche su come anche la più nobile e potente delle entità ha bisogno di cibo e si decise a guardarsi attorno in cerca del motivo per cui si trovava ai piedi di una statua così insulsa. In cerca di un modo per scroccare da mangiare senza ridursi a chiedere cibo come popolani di bassa risma, aveva trovato risposta in dei fogli appesi su di una bacheca di una bottega poco distante -ben lieta di ricevere risposta da un pezzo di carta rifinito in caratteri dorati ed eleganti senza dover quindi interagire con il volgo. Non aveva ben capito le modalità della sfida, ma di qualsiasi gioco si trattasse una strega del suo calibro avrebbe primeggiato senza problemi. E visto che si parlava di bere, da qualche parte doveva esserci per forza anche del cibo.

    png

    Quello che invece non aveva visto da nessuna parte era un prezzo di ingresso, il che era un bene visto che non aveva soldi con se.
    Quando finalmente sulla piazza fecero irruzione un gruppo di nuovi giunti che avevano tutta l'aria di essere una comitiva, lei si decise a riprendere in mano la gabbia contenente il suo drago nero bicefalo miniaturizzato e si diresse con passo impettito in direzione di quello che sembrava il capo. Quello che Joyd e gli altri avventori si sarebbero visti comparire di fronte era una bambina undicenne in mise da strega composta da un ampio cappello scuro tipico degli incantatori e mantellina anch'essa nera chiusa da una spilla su abiti relativamente semplici, camicetta bianca e pantaloncini scuri. Non aveva il più glorioso degli aspetti, ma compensava con un'aria alquanto convinta.

    « Sono qui per la tradizione del Miglio Dorato. »
    Esordì con fare convinto, senza dare adito al fatto che aveva giusto un paio di dubbi sulle modalità di esecuzione della suddetta tradizione.
    Poggiò il palmo sul petto dandosi un tono sicuro di se:
    « Mi presento: il mio nome è Riful, sono la leggendaria strega dell'Est che in passato ha terrorizzato piani di realtà differenti, scatenando ondate di devastazione in più reami, rovesciando regni e detronizzando signori della guerra. »
    Sollevò per un momento la gabbietta, scatenando le proteste accorate di Abbadon che venne sbalzato giù dal trespolo dal movimento improvviso.
    « Sono in viaggio per mettere a posto il mio drago gigante bicefalo nonmorto demoniaco. »
    Si bloccò, poi con colpevole ritardo di qualche istante si ricordò di aggiungere una doverosa nota a piè di pagina:
    « Normalmente è abbastanza grande da sovrastare palazzi, solo che per certe circostanze è ridotto così. Ho divinato la presenza in queste regioni di un drago abbastanza grande e potente da fare da ospite alla sua essenza, mi trovo qui per questo. »
    ... Forse aveva parlato troppo. Però insomma: era chiaro che doveva dare una spiegazione per cui il suo Abbadon era più piccolo di un gattino. Altrimenti rischiava di essere sottovalutata da quel branco di... di...
    Guardò meglio alle spalle del capo-comitiva e mutò radicalmente la sua espressione.

    C'erano tizi strani. Parecchi tizi strani. E non sembravano neanche sentirsi tanto bene.
    In che razza di gruppo era finita?

     
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    Matafleur, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Bene, Compagnia! Direi di tornare a dare un'occhiata in piazza. »
    Il ritorno in piazza fu per Alhandra decisamente... strano.
    « ...magari troveremo qualche nuovo compagno che aspetta di unirsi all'impresa! »
    Più che altro, percepì chiaramente una differenza sostanziale fra quelli che erano i suoi ricordi e la realtà. La stessa strada che aveva percorso poco prima -infatti- le parve infinita, forse perché il suo gruppo di bevute aveva deciso di procedere a passo di lumaca, fermandosi addirittura a stendere i più malandati fra le fioriere. Il tutto con una lentezza esasperante. E lei -stoicamente- aveva deciso di non perdere mai di vista le chiappe di Joyd, unica grande meraviglia di quella gita turistica.

    -Possibilechenonfiniscapiù?!?!
    Pronunciò tutto d'un fiato, probabilmente inconsapevole del fatto che nessuno l'avrebbe capita, piuttosto percepito un accavallarsi di suoni rapido ed incomprensibile. Riprese anche a saltellare, forse per sfogare tutta l'energia in eccesso. Come una bambina in overdose da zuccheri, atterrava prima su un piede e poi sull'altro. Talvolta saltellava anche a gambe unite, soprattutto quando erano fermi.

    I nuovi compagni l'avrebbero quindi incontrata per la prima volta in quello stato: una spilungona pallida, quasi anoressica ed in abiti punk tutta scompigliata, fin troppo impegnata a saltellare sul posto per salutarli. O forse lo aveva fatto, ma era stata così rapida da non farsi capire. Sembrava impaziente, a tratti scocciata.
    « Sono qui per la tradizione del Miglio Dorato. Mi presento [...] Ho divinato la presenza in queste regioni di un drago abbastanza grande e potente da fare da ospite alla sua essenza, mi trovo qui per questo. »
    Quando poi la streghetta prese a parlare (un monologo che per la donna sembrò durare tre esistenze e mezzo) si aggiunse al quadretto un violento e visibilissimo tic all'occhio.
    Muoversi Silenziosamente
    In termini gdr, altro non è che un anti-auspex. Essendo vissuta per gli ultimi anni come una semplice straniera squattrinata, Alhandra ha imparato a muoversi silenziosamente in modo da poter vivere rubando quà e là senza essere scoperta. Grazie alla sua abilità, affinata in anni in cui la disperazione prendeva il posto di ogni motivazione sensata o meno, ora la donna è in grado di non farsi notare nemmeno dall'osservatore più attento o con i sensi più acuti. Nemmeno percepire le auree può aiutare a trovarla... lei è un'ombra.

    [Assenza di Aura | Maschera dell'Anima | Mente Vuota | Apatia | Assenza di Odore | Furtività = 30pt]

    False Verità
    Quando si vive in territorio ostile, sola contro un numero indefinito di persone non necessariamente buone e ben disposte, come anche non necessariamente più deboli di te, è buona cosa imparare a muoversi nell'ombra, agire di nascosto, far perdere le proprie tracce e, soprattutto, essere una buona oratrice qualora si finisca in carcere e ci si ritrovi a doversi difendere da soli contro una giuria ben pagata. E si sa, quando ci si improvvisa avvocati, saper dire le bugie è una delle abilità di base che bisogna sapere a menadito. In termini gdr, Alhandra è in grado di mentire senza che qualcuno sprovvisto di difese possa scoprirla.

    [Spara-Balle passivo = 5pt]

    Ombra traditrice
    Lavorare come ladri non è la vita che tutti sognano, ed anche praticare i rudimenti della magia nera non è il massimo... ma alla lunga tutto dà i suoi frutti. La grande abilità di Alhandra nel manipolare le ombre le permette di percepire ogni ombra presente in un raggio di 15m da lei, comprese quelle in movimento. Questo le permetterà di percepire tutti i corpi solidi -animati e non- all'interno di una determinata area, purchè vi sia anche solo un lieve bagliore, così da creare ombra.

    [Auspex Ombre = 5pt]
    [/font][/color]
    Little Evil: Birra Scura già all'apparenza più densa e corposa del normale, che a dispetto del suo nome si rivela essere davvero buona, sebbene il gusto marcatamente amaro resti a lungo sul palato con una nota affumicata che ricorda il cacao o il caffé; contrariamente alle lieve letargia causata dalle altre birre, questa sua caratteristica tende a rendere chi la beve persino un poco più vigile del solito, perciò il personaggio che la assume subisce un'impennata sensoriale che gli fa sembrare che il mondo attorno a lui si muova al rallentatore; finché l'alcol resta in circolo, chi la beve riceve un Bonus alla Velocità che tornerà utile nella prossima tappa del Golden Mile.
    Fino ad allora, a tutti gli altri osservatori esterni, il PG sembrerà solamente: esaltato, su di giri, spastico, e pieno di tic... che può esprimersi in un salutare entusiasmo o nel nervosismo iperteso di un accanito consumatore di caffeina.
     
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    Festival della birra di Matafleur, Valle di Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.




    C’è soltanto una cosa peggiore dell’essere ormai adulta e dover sopportare i miei genitori: voler andare a vivere lontana da casa, fare un viaggio a Lafiel per cercare un posticino dove sistemarmi in futuro, tornare a casa a Matafleur e doverli sopportare ancora. Sono tutti un “E quando metterai la testa a posto? Quando ti sposi? Perché non vuoi vivere qui vicino? Proprio non capiamo perché non vuoi lavorare nella bottega di famiglia… Che bisogno c’è di andartene? Vivi qui e già non ti fai vedere mai! Pensa se vai via…”

    All’ennesimo “Ma un nipotino quando ce lo fai?” ho deciso che ne avevo abbastanza.

    "Vado a trovare Nara al negozio" - la scusa perfetta per togliermeli un po’ di dosso. Guadagnai la porta di casa a passo svelto, richiudendomela alle spalle giusto in tempo per sentire mia madre bofonchiare un “Ecco! Vedi che brava tua sorella…”

    Alzai gli occhi al cielo, muovendomi sull’acciottolato che avevo percorso così tante volte in vita mia che avrei potuto giurare che alcuni dei sassi fossero stati personalmente consumati da me e dalle mie suole. La bottega di fiori era vicina, ad appena dieci minuti a piedi; la raggiunsi facendomi largo fra i primi ubriachi della giornata, alcuni allegri ed altri già piegati in due ad appoggiarsi ai muretti di pietra e legna per tenersi faticosamente in piedi. La porticina di legno scuro era sempre uguale; nulla cambiava mai. Un brivido leggero mi scese lungo la schiena, e decisi di convincermi del fatto che fosse per avere addosso un vestito leggero che lasciava scoperte le spalle e non per i ricordi gelidi che cercavano di farsi spazio nella mia mente. Sulla porta un cartello scritto in corsivo diceva che Nara sarebbe tornata di lì a poco.

    "E ti pareva…"

    Infilato tra la porta e la cornice c’era qualcosa di molto più interessante: uno strano biglietto dorato che sembrava stare lì apposta ad aspettare me. Lo agguantai al volo, incuriosita. Joyd mi stava invitando a bere insieme fino alla Fine del Mondo.

    Mi rigirai il biglietto fra le mani con un sorriso. "Chi sono io per rifiutare il dolce oblio dell’alcool?"

    Ne avevo decisamente bisogno. Esattamente quello che mi serviva per affrontare la giornata e sopravvivere alla lagna dei miei.

    7ztmqRY

    Con un’espressione allegra afferrai alcuni fiori rosa nei grandi vasi accanto alla porta, intrecciandoli lungo la via verso la Piazza Centrale. Con un po’ di fatica - e stropicciando il lasciapassare dorato per la gioia che Joyd (o chi per lui) aveva lasciato alla porta del negozio - riuscii ad appuntarmi i fiori sulla testa, un tocco di colore necessario visto che avevo addosso un abito scuro quanto la cascata di capelli lunghi. Ero probabilmente in ritardo rispetto all’orario, ma sapevo che la piazza era abbastanza centrale e che probabilmente chiunque si fosse unito in quell’impresa sarebbe passato nuovamente di lì.


    "E poi le signore si fanno sempre attendere un po’… no?"

    Appena arrivata mi accorsi che doveva esserci sicuramente qualche altro ritardatario con lo stesso volantino o la stessa aria guardinga che avevo io: un uomo che sembrava pronto per andare in guerra, un giovane di circa la mia età, una ragazzina con un curioso cappello da strega ed un…"Una specie esotica di lucertola?" con sé. Strinsi gli occhi cercando di sbirciare meglio la gabbietta, chiedendomi cosa ci fosse di preciso lì dentro.

    Di fronte a noi un gruppetto eterogeneo ed allegro sembrava già provato dall’inizio del tour che il volantino prometteva. Un uomo dai capelli bianchi con un cane accanto - "Un attimo… è un bambino, quello?" - , una donna bionda elegante che decisamente non mi sarei mai aspettata in una combriccola simile - "Ma con chi sta parlando?" -, e accidenti, sembra proprio un uccello spennacchiato viola ridanciano. A scaglie. Non avevo mai visto niente di simile. "Oddio, che figata!"

    Continuai a scrutare il gruppo con un sorriso sempre più ampio sulle labbra. C’era poi una ragazza magra dai capelli scuri che continuava a battere un occhio, e mi chiesi se non stesse provando a fare l’occhiolino di continuo al bel ragazzo accanto a lei. Un giovane molto familiare. Spalle larghe, capelli scuri, i miei stessi occhi dorati… "Ehi, Kenneth!" dissi salutando muovendo il braccio destro, con ancora fra le dita il volantino dorato.

    Oh, da lontano sembrava proprio mio fratello. E l’avrei capito, eh, se avesse voluto affogare nella birra tutti i discorsi dei nostri vecchi – con lui che era partito, erano pure peggio che con me. Mi avvicinai di più al gruppetto.

    "Eee…ovviamente non è lui. Figuraccia della giornata: fatta."

    Fortuna che la ragazzina accanto a me con la sua strana creaturina nera s’era accostata al gruppo proprio prima di me e li stava distraendo con la sua presentazione.

    ”Sono qui per la tradizione del Miglio Dorato. Mi presento: il mio nome è Riful, sono la leggendaria strega dell'Est che in passato ha terrorizzato piani di realtà differenti, scatenando ondate di devastazione in più reami, rovesciando regni e detronizzando signori della guerra. Sono in viaggio per mettere a posto il mio drago gigante bicefalo nonmorto demoniaco. Normalmente è abbastanza grande da sovrastare palazzi, solo che per certe circostanze è ridotto così. Ho divinato la presenza in queste regioni di un drago abbastanza grande e potente da fare da ospite alla sua essenza, mi trovo qui per questo.”

    "Drago. Gigante. Bicefalo. Non-morto. Demoniaco. Certo. Bene. Avevo proprio azzeccato."

    Durante tutto il discorso avevo ormai raggiunto anche io il gruppo.

    “Ehm… Beh, piacere, Riful!" risposi alla strega al mio fianco. “E piacere di conoscere voi tutti. Io sono Aine", dissi semplicemente. “Non distruggo reami né allevo draghi mistici… Mi occupo solo di creare filtri, con tutti i fiori che si trovano qui…" continuai, abbozzando. “E quelli d’amore non mi riescono male!" conclusi, facendo un occhiolino alla ragazza magra che non staccava gli occhi di dosso al mio non-fratello. Oddio, forse erano proprio tic e non avances, le sue. Scossi un po’ la testa e fissai lo sguardo su quello che sembrava essere il capo gruppo, il non-Kenneth dal sorriso sornione. “È questa la compagnia di impavidi per il Miglio Dorato, sì?"


    Scheda
    ❀❀❀
    "Pensato" | "Parlato" | Narrato
    ❀❀❀
    Energia: 100%
    ❀❀❀
    Equipaggiamento:
    Anello con incastonate pozioni di difesa condensate | Filtro Ermafrodita
    ❀❀❀
    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert | Instant-casting



    Edited by GreyFox - 4/9/2020, 14:25
     
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    La prima tappa del Miglio Dorato si era conclusa con una vittoria schiacciante nei confronti dell'infame falso barista, di cui il ragazzo si era già dimenticato il nome. Il suo premio per tale impresa fu una buonissima birra; Che dopo averla bevuta e non essendo a conoscenza dei suoi effetti collaterali, egli iniziò a sentire e vedere strane creaturine, qualcuno potrebbe chiamarle fate o folletti, che gli consigliavano di fare cose molto strane e pericolose. In sua compagnia c'era come sempre il suo fedele compagno canide Mr.Doge, pronto a tirarlo fuori dai guai in ogni occasione.
    CITAZIONE
    « Bene, Compagnia! Direi di tornare a dare un'occhiata in piazza. »

    All'affermazione di Joyd (capogruppo e guida del Miglio Dorato) parte gruppo lo seguì in piazza per trovare altri membri da aggiungere alla squadra di ubriaconi del paese, Thory compreso. Anche perché c'era una fatina sulla spalla del belloccio che faceva segno al giovane di seguirla. (Fatina)
    "Pss...Seguilo...pss...vieni da me...pss...inforna il tacchino...pss...bacia la biondona...pss...brucia i locali...pss...coccola il cagnolino...pss"
    Oh...Doge...mio bel cagnolino vieni a farti coccolare......si così. Bravo cane hehe.........Andiamo, seguiamo quella fa...ehm Joyd.
    Per chiunque avesse visto il ragazzo negli occhi, avrebbe notato delle occhiaie tipiche di chi non dorme da 3 giorni e un'apertura alquanto eccessiva delle palpebre.
    Una volta arrivati in piazza, due persone si avvicinarono al gruppetto. Una ragazza e una bambina, di cui l'ultima accompagnata a sua volta da un animaletto di una razza sconosciuta allo zio Tobia Mush.
    CITAZIONE
    ”Sono qui per la tradizione del Miglio Dorato. Mi presento: il mio nome è Riful, sono la leggendaria strega dell'Est che in passato ha terrorizzato piani di realtà differenti, scatenando ondate di devastazione in più reami, rovesciando regni e detronizzando signori della guerra. Sono in viaggio per mettere a posto il mio drago gigante bicefalo nonmorto demoniaco. Normalmente è abbastanza grande da sovrastare palazzi, solo che per certe circostanze è ridotto così. Ho divinato la presenza in queste regioni di un drago abbastanza grande e potente da fare da ospite alla sua essenza, mi trovo qui per questo.”

    Alla presentazione delle due, Thory fece un lungo passo in avanti e si presento altrettanto:
    Salve! Io sono Thory..coff coff..lo zio di Thory Mush...coff coff...Tobia Mush....si proprio lo zio. E il mio qui presente aiutante Mr.Doge
    -SalveWoof
    Poi con un sorriso imbarazzato porse la mano ad entrambe, prima alla bambina e poi alla ragazza. Però non appena porse la mano quest'ultima, lo zio Tobia vide sulla testa della ragazza un'altra fatina (fatina) diversa dalla precedente e con uno sguardo ammiccante.
    "Pss...vieni da me...pss...offri da bere alla ragazza...pss...inforna il tacchino...pss...bacia la biondona...pss...brucia i locali...pss...coccola il cagnolino...pss"

    Fairy Dragon: Birra Bionda dal colore paglierino, a cui la stagionatura in botti di legno fatato dei boschi di Fanedell conferisce una caratteristica iridescenza arcobaleno, che ammicca sbarazzina dal di là del vetro; il suo sapore è morbido e dolce, e scivola così bene sulla lingua e nella gola da far venire voglia di berne subito un'altra... sebbene sia meglio evitarlo: non è chiaro se il pizzico di magia assorbito dalla cervogia trasmetta a chi la beve la capacità di vedere fate e folletti (solitamente celati ai mortali) o se essa induca semplicemente e banalmente delle vivide Allucinazioni Lisergiche, fatto sta che il PG -da ora in avanti- inizierà a vedere queste piccole creaturine dai colori psichedelici ronzargli intorno, parlare con lui, e invitarlo a seguirle per condurlo da qualche altra parte.
     
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    Quella scampagnata aveva preso una piega inaspettata, e tra i tanti possibili effetti dell'alcool la giovane Elysandra non si aspettava mica di ritrovarsi delle fate che parlavano in continuazione.
    Non che avesse mai sperimentato gli effetti di una sbornia, in passato aveva giusto assaggiato del vino e comunque mai più di un sorso, quindi...
    Insomma, era tutto abbastanza nuovo ed era disorientata, sopratutto perché gli altri membri della compagnia si comportavano davvero in maniera insolita, almeno quelli che erano rimasti: skekDor rideva in continuazione, Zio Tobia sembrava sfinito e Alhandra aveva un preoccupante tic all'occhio e aveva iniziato perfino a saltellare sul posto.
    «Ma sta bene?»
    «No che non sta bene! Ti pare stia bene?»
    «Infatti non sta bene, dovresti portarla da un medico e in quel vicoletto per niente sospetto ce n'è sicuramente uno.»
    il chiacchiericcio acuto di quelle due fatine che le gironzolavano attorno rendeva tutto ancora più confuso. Erano sempre lì a parlare, di continuo!
    Ubriacarsi faceva schifo, però non avevano torno su Alhandra, sembrava quella messa peggio. Ely le si avvicinò a passo incerto, di tanto in tanto con le mani allontava dal volto quelle fate fastidiose, e in realtà più la cavaliera si avvicinava all'amica più si accorgeva che stava guardando intensamente qualcosa.
    La curiosità prese il sopravvento, la Lyvellin si posizionò prima alle sue spalle per tentare di avere lo stesso punto di vista di Alhandra, poi sbirciando da sopra la sua spalla.
    «Perchè stai fissando il sede...» stava per chiedere la bionda innocentemente, ma fu interrotta dal giungere di nuovi e possibili compagni! Un guerriero decisamente alto e imponente che stonava un po' con quella situazione, però aveva dei bei capelli lunghi.
    «Già, davvero lunghi! Sono meglio dei tuoi!»
    «Sì, sono meglio dei tuoi!»

    «Non è vero! I miei capelli li curo ogni giorno e sono decisamente meglio dei suoi!» Ely rispose per le rime a quelle due fatine rompiscatole mentre le sue mani iniziarono a lisciarsi le ciocche che le cadevano sulle spalle. Comunque non potevano paragonare i suoi bei capelli dorati e curati con quelli di quell'omone muscoloso, era un affronto bello e buono! E prima che quella diatriba continuasse, entrò in scena un'altra persona, una piccola bambina vestita da streghetta: che cosa carina!
    La sua presentazione fu un peletto meno carina, ma presentò perfino la lucertola che aveva definito come "drago gigante bicefalo nonmorto demoniaco".
    «Sai, dovresti prendere quella lucertola e portarla in quel vicolo per niente sospetto
    «Già! C'è un veterinario che può farla tornare alle sue dimensioni originali!»

    Quei cosetti erano terribili, Ely semplicemente li ignorò e passò a salutare con la mano i due nuovi arrivati sfoggiando un sorriso «Piacere di conoscervi, io mi chiamo Elysandra!»

    Fairy Dragon

    Birra Bionda dal colore paglierino, a cui la stagionatura in botti di legno fatato dei boschi di Fanedell conferisce una caratteristica iridescenza arcobaleno, che ammicca sbarazzina dal di là del vetro; il suo sapore è morbido e dolce, e scivola così bene sulla lingua e nella gola da far venire voglia di berne subito un'altra... sebbene sia meglio evitarlo: non è chiaro se il pizzico di magia assorbito dalla cervogia trasmetta a chi la beve la capacità di vedere fate e folletti (solitamente celati ai mortali) o se essa induca semplicemente e banalmente delle vivide Allucinazioni Lisergiche, fatto sta che il PG -da ora in avanti- inizierà a vedere queste piccole creaturine dai colori psichedelici ronzargli intorno, parlare con lui, e invitarlo a seguirle per condurlo da qualche altra parte.

    Elysandra Lyvellin
    Stato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Brilla
    Energia: 100/100
    Passive:

    Grazia
    Visto il suo fisico e l'addestramento ricevuto, Elysandra ha sviluppato dei movimenti particolarmente veloci, precisi e graziati nonostante l'utilizzo di armature e di scudi, permettendole di essere decisamente agile in combattimento.
    Potenziamento del 50% ad Agilità. [5pt]

    Senso spirituale
    La natura dell'anima di Elysandra gli permette di percepire cose che non appartengono alla realtà fisica, come spiriti e anime.
    Auspex Spiritico [5 pt]


     
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    elowen è la più bella delle Sette Sorelle... ma questo, questo, è il clima dell’Est! »
    Non era la prima, e neppure la seconda, volta che Gostaff esprimeva quel giudizio, o uno simile, negli ultimi giorni.
    Effettivamente, se nella Città dell’Acqua le giornate erano state sospese in una sorta di principio di primavera, frizzante, fresco, ma anche reso a tratti sgradevole dall’umidità che si alzava dalla laguna, nella valle di Chediya ogni ora dall’alba al tramonto faceva pensare al paradiso.
    Una temperatura ideale, un sole che scaldava senza offendere, una luce morbida, calda. E poi il vento, che secondo Kiryll non si doveva assolutamente chiamare “vento”, perché quella parola evocava in lui il ricordo delle correnti ululanti che sferzavano Najaza cariche di neve. No, quella era piuttosto una delicata brezza, che a tratti quasi scompariva, una discreta carezza sulle gote, e a tratti si faceva appena più intensa, ed allora scuoteva le fronde e l’erba, facendola cantare, e levando dalle campane a vento un coro di note argentine.
    Il viaggio in barca discendendo la corrente del grande emissario della Laguna era stato meraviglioso. Piano piano, il paesaggio attorno a loro era cambiato: il muro di canne secche e giallastre da cui si levavano infiniti richiami d'uccelli si era aperto e infine scomparso, ed i prati umidi che circondavano il bacino si erano mutati in una vasta campagna verdissima, che si stendeva in dolci ondulazioni da ambo i lati del fiume. E le impressioni del soggiorno nella città lagunare, anche le più inquietanti, che fino a poco prima erano state così vivide, così presenti, iniziarono già a mutare la propria consistenza in quella perlacea del ricordo. Di quando in quando, la zattera scivolava vicino ad un gruppo di casette, piccoli villaggi animati dal moto incessante della ruota di un mulino, e dal dolce mormorio delle campane a vento.
    Quanto adorava quelle campane a vento!
    Aveva scoperto ben presto che gli abitanti avevano fatto della loro fabbricazione una vera a propria arte: ce n’erano di tutti i tipi: di legno, d’acciaio, d’argento, di terracotta… alcune semplici, altre decorate, e tutte con suoni diversi. Ma per quanto infinita potesse essere la scala di tonalità, mai si poteva avvertire una dissonanza, e il risultato era immancabilmente piacevole.
    « Vorrei comprarne una da portare a casa. Non abbiamo raccolto molti ricordi fino a qui, ma questo davvero lo voglio! »
    « Temo, mio caro, che portare una di queste a casa nostra sarebbe come cercare di trapiantarci un fiore dell’orto botanico… Il vento del Nord trasformerebbe la più armonica campana a vento in uno strepitìo infernale »
    Con aria delusa Kiryll si allontanò dalla bancarella davanti a cui si era fermato.
    Dall'attracco del traghetto alle porte di Matafleur ci erano voluti due giorni di cammino. Il biglietto per la navigazione fluviale aveva intaccato seriamente le loro sempre incerte finanze, e così avevano dovuto vedere scomparire in una nuvola di polvere la carrozza su cui si erano arrampicati tutti gli altri passeggeri. Ma Kiryll non lo rimpiangeva: dopo le settimane di marcia attraverso l'Etlerth e valicando i monti Shea, il suo fisico si era abituato a percorrere diverse miglia al giorno.

    Finalmente, ad un angolo fra due strade, i due viaggiatori accaldati e impolverati trovarono una fontana incassata nel muro di un palazzo.
    « Speriamo, Signorino, ci attenda un soggiorno più tranquillo di quello che abbiamo avuto a Selowen » sospirò Göstaff, bagnando una mano sotto il getto d'acqua e passandosela sulla fronte umida di sudore.
    « Già... » annuì il cadetto, ma in cuor suo sentiva divincolarsi la curiosità per ciò che li poteva attendere nei giorni a venire in quella città sconosciuta.
    Il precettore d'un tratto parve confondersi: « Insomma... volevo dire che spero non finiremo coinvolti in altri fatti violenti... – Kiryll si toccò con due dita il punto sulla tempia dove era rimasta la cicatrice di un coltello da lancio. I capelli che aveva rasato prima di lasciare Najaza erano ricresciuti, e non si notava nessun buco, ma i polpastrelli del ragazzo ormai conoscevano quella striscia di pelle nuda nascosta nella chioma ramata – ...ma quando dico che mi auguro un soggiorno tranquillo non intendo certo che ci annoieremo! »
    Il nobiluomo ammiccò furbescamente al suo protetto, quindi assunse l'aria che si usa quando si parla ad un ragazzo per la prima volta da uomo a uomo, si schiarì la gola, ed iniziò: « Dovete sapere, Signorino, e forse vi stupirà apprenderlo, che questa città in cui ci troviamo è stata, on peut dire, la porta attraverso cui generazioni di nostri nobili concittadini sono entrati una volta per tutte nell'età adulta. Questo non è qualcosa di cui ho discusso con vostra madre prima della nostra partenza... – di nuovo Göstaff ammiccò al ragazzo, e il suo discorso prese a scivolare sempre più rapidamente nel tono lirico che era una delle più grandi debolezze del saggio precettore – ...perché viene un momento, nella vita di un giovane, in cui bisogna lasciare il nido sicuro della fanciullezza, e volare incontro ad esperienze che non sono fatte per essere condivise con i genitori, ma con gli amici, ed io ho sempre cercato, nella vostra istruzione, di presentarmi al tempo stesso come maestro, sì – e qui gli mise una mano sulla spalla in un gesto che voleva essere di virile vigore – ma anche come amico. Così, il dito del maestro vi ha indicato le pagine dei libri che spiegano come la nobile tradizione del grand tour sia nata quale itinerarium initiaticum, ancestrale rito di passaggio dei giovani cadetti, che lasciano Najaza ancora fanciulli e vi ritornano uomini, eccetera eccetera... ma la mano dell'amico vi tenderà il boccale ricolmo dell'aspro e a voi ignoto nettare che, ahimé, in questo nostro mondo barbaro, nega a chi non l'abbia assaggiato il nome di adulto... »
    Fu con un certo sollievo che Kiryll finalmente capì che l'esperienza a cui il maestro alludeva era quella dell'ebbrezza alcolica. Per un attimo aveva temuto che per i membri dell'aristocrazia di Najaza Matafleur ospitasse per tradizione un altro genere di iniziazione, che il ragazzo non avrebbe desiderato condividere con il suo "amico" Göstaff.
    Quando il senso dell'arzigogolato discorso del maestro fu chiaro al ragazzo, questi ne rimase piacevolmente sorpreso. Fino a quel momento si era immaginato con rassegnazione che l'intrattenimento principale del Festival della birra gli sarebbe stato rigidamente precluso, e che si fossero affrettati a raggiungere Matafleur in tempo per i festeggiamenti solo per apprezzarne il lato folklorico. E invece, a quanto pareva, il vecchio Göstaff si era messo in testa di farlo ubriacare!
    Kiryll aveva un'idea piuttosto vaga degli effetti dell'alcol: vino e birra erano severamente vietati all'interno delle mura dell'Accademia. Accadeva ogni tanto che qualcuno venisse sorpreso di notte con una bottiglia introdotta chissà come dall'esterno, ma le punizioni che ne seguivano erano sufficienti a scoraggiare tutti gli altri.
    E così, la rigida società di Najaza, che al suo interno demonizzava l'ubriacatura, spediva i suoi membri a farne esperienza lontano dai propri confini, nel favoloso Est... Beh, se la tradizione era quella...
    Curiosamente, l'idea di prendersi la sua prima sbornia sotto lo sguardo vigile del suo antico precettore lo metteva effettivamente in qualche modo più a suo agio. Anzi, un'eccitazione improvvisa prese a formicolargli nel ventre, e quasi gli veniva voglia di dire: "benissimo, cominciamo?"
    Göstaff, intuendo probabilmente i sentimenti del suo pupillo, si fece sempre più tronfio e compiaciuto, anche perché non era finita lì. Era evidente che l'uomo si sentiva la miglior guida di viaggio di tutti i tempi. Con mano resa tremante dalla convinzione di aver superato se stesso, trasse di tasca un foglietto dorato.
    « Questo l'ho raccolto poco fa da terra. Se voi foste appena un po' più sfortunato, e il vostro precettore fosse un vecchio bacucco, l'avrei gettato con disgusto, ma si dà il caso che sotto questo viso sfatto dagli anni si celi ancora un'anima goliardica... »
    Il desiderio di compiaciere il ragazzo aveva ormai preso il sopravvento su Göstaff, e Kiryll, che se ne accorgeva benissimo, era ansioso di scoprire cosa centrasse ora quel volantino lucente!
    « Mio caro Kiryll – gli occhi azzurri del nobiluomo erano lucidi di autocompiacimento, il baffi biondi ritti sul viso imporporato – un certo Joyd ci offre l'occasione di rendere la vostra prima ebbrezza un ricordo davvero memorabile! »


    Purtroppo, se l'anima di Göstaff ambiva a distinguersi per goliardia, altrettanto non poteva fare per senso dell'orientamento: i due viaggiatori del Nord vagarono a lungo per le vie in festa di Matafleur prima di raggiungere finalmente la Piazza Centrale. Gli "Attends... Oui, je me rappelle!" erano suonati sempre più nervosi e imbarazzati, finché la statua equestre di un personaggio di cui "al momento non posso proprio ricordare il nome" era apparsa oltre un angolo. Ai piedi del monumento, un solo gruppo di gente era apparso abbastanza numeroso da poter sembrare quello che loro cercavano. E quando si erano avvicinati abbastanza perché le fattezze fin troppo inconsuete di alcuni di loro potessero far dubitare Göstaff della sua idea, era troppo tardi per fare marcia indietro. Kiryll, in un impeto di socievolezza che stupì lui stesso, si slanciò in mezzo agli sconosciuti e presentò se stesso e il precettore:
    « Salve! Siamo qui per il Miglio Dorato... uno di voi dev'essere il Joyd del volantino. Mi chiamo Kiryll Gyllenstierna, e viaggio assieme al mio tutore Göstaff von... »
    La formula, ripetuta così tante volte da quando erano partiti da essere diventata automatica, gli morì sulle labbra per la meraviglia, quando il suo sguardo cadde sul becco violaceo di una delle persone nel capannello. Una persona decisamente non umana. Ma il giovane Kiryll aveva, in quelle pur brevi settimane di viaggio, visto abbastanza da saper dissimulare lo stupore: si riprese rapidamente, finse un colpo di tosse, e continuò, cercando lo sguardo di qualcuno di meno bizzarro per ritrovare la naturalezza:
    « Göstaff von Aspendag, celebre erudito di Najaza. Vorremmo, se ce lo permettete, unirci a voi. »



    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Nella norma
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - //
    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Nella norma

    Edit: ho aggiustato due righe per inserire nella storyline del pg una scena precedente. (sono un po' autistico :geez: )


    Edited by T h e B a r d - 3/2/2021, 16:28
     
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    La Compagnia del Boccale

    Riuniti davanti alla statua equestre nel centro della piazza di Matafleur, potete farvi una prima idea di che razza di persone saranno i vostri compagni in quell'avventura che promette faville e bizzarrie: basta uno sguardo superficiale per notare che formate un bel gruppetto eterogeneo...

    Un giovanotto alto e ben piantato, dalla chioma fluente e completamente rivestito di un'armatura.
    Una Punk emaciata, con corti capelli scuri e un tic a un occhio, che saltella impaziente sul posto.
    Una fanciulla dai lunghi capelli corvini, ornati da un piccolo bouquet di fiori rosa, che agita il braccio...

    "Ehi, Kenneth!"

    ...un cenno a cui il Moro risponde con disinvoltura e un sorriso amichevole, perché -per quanto ne sa lui- "Kenneth" potrebbe pure essere un saluto locale (come dire "Ehi, salve!"), e, comunque, in fin dei conti, se una signorina graziosa ti rivolge la parola, chi è lui per fare il maleducato?

    In ogni caso: dove eravamo? Ah, sì! La descrizione del nostro gruppo di eroi!
    C'è il Guerriero corazzato, la Punk esagitata, la Demoiselle Noir... ma anche uno skekSis very purple e visibilmente di buon umore, e un ragazzetto Albino con folti baffoni finti e curvo su un bastone, accompagnato da un cagnolino dall'aria vispa.

    Nel gruppo dei veterani c'è anche una Cavaliera bionda, che cammina scacciando qualcosa di invisibile che le ronza davanti al volto, parlando con chissà chi, e... raggiungendo la sua amica (quella piena di piercing, che saltella e spara occhiolini) solo per aggirarla e mettersi alle sue spalle... e posarle il mento su una spalla per... per... seguire la traiettoria dello sguardo dell'altra, e.... e capire...

    «Perchè stai fissando il sede...»
    Pausa. Silenzio. Poi prende a lisciarsi le ciocche dorate per rimarcare un concetto
    «Non è vero! I miei capelli li curo ogni giorno e sono decisamente meglio dei suoi!»

    Non è chiaro con chi ce l'abbia: né con chi stia parlando, né a cosa si stia riferendo, ma... complice la sua aria composta -da ragazza seria e squadrata- vederla agire così crea un effetto particolarmente buffo; o, per lo meno, così deve sembrare a Joyd, che le scocca una lunga ed intensa occhiata da sopra una spalla, divertita ma anche un po' intenerita, prima di lasciarsi sfuggire un mezzo sospiro, un po' dissonante con l'atmosfera allegra.

    « Sono qui per la tradizione del Miglio Dorato. »

    A parlare è una bambina con un ampio cappello da Strega, e una lucertola nera bicefala dentro una gabbietta... ed è proprio lei a farsi avanti impettita, parandosi davanti al Capogruppo, richiamando la sua attenzione e rompendo il ghiaccio con audacia, portandosi una manina al petto per introdursi alla comitiva.

    « Mi presento: il mio nome è Riful,
    sono la leggendaria strega dell'Est che in passato ha terrorizzato piani di realtà differenti, scatenando ondate di devastazione in più reami, rovesciando regni e detronizzando signori della guerra.
    »
    esordisce con fare solenne, sollevando poi la gabbietta per esibirne l'occupante
    « Sono in viaggio per mettere a posto il mio drago gigante bicefalo nonmorto demoniaco. Normalmente è abbastanza grande da sovrastare palazzi, solo che per certe circostanze è ridotto così. Ho divinato la presenza in queste regioni di un drago abbastanza grande e potente da fare da ospite alla sua essenza, mi trovo qui per questo. »

    Per nulla interdetto da quella presentazione, come se avesse una certa esperienza con i bambini o con le streghe leggendarie e i loro draghi giganti bicefali nonmorti demoniaci, il Moro si piega su un ginocchio, così da portare gli occhi d'oro allo stesso livello delle iridi smeraldine della piccola, e levare una mano al petto, chinando il capo in cenno di ossequio.

    jpg
    « Sono onorato di fare la conoscenza della leggendaria Strega dell'Est, e sono lieto che abbia deciso di unirsi al mio modesto gruppo di avventurieri! »

    ...ma così facendo, l'uomo sgombera la visuale della Mini-Fattucchiera sulle personalità schierate alle sue spalle. E, per chissà quale ragione, guardando meglio la varietà di persone in attesa dietro a Joyd, il faccino di Riful muta espressione.

    « Milady intende viaggiare da sola...? »
    domanda, guardandosi intorno in cerca di qualcosa qualcuno
    « Non c'è per caso qualche servitore ad accompagnarla? »

    ...o genitori, fratelli più grandi, una zia, una vicina di casa, o qualsiasi altra persona assimilabile a un tutore? Naturalmente è quel che intende, ma non vuole certo guastare il gioco della ragazzina con domande che potrebbero suonare denigratorie ad un'Incantatrice di un tal calibro!

    “Ehm… Beh, piacere, Riful! E piacere di conoscere voi tutti. Io sono Aine"
    interviene la Dama di Fiori, approfittando della sorpresa della Streghetta
    “Non distruggo reami né allevo draghi mistici… Mi occupo solo di creare filtri, con tutti i fiori che si trovano qui… E quelli d’amore non mi riescono male!"
    rende noto a tutti, ricambiando un occhiolino complice della Punk
    “È questa la compagnia di impavidi per il Miglio Dorato, sì?"

    « Proprio noi, Signorina!
    Il mio nome è Joyd, e sono l'organizzatore e capo-gruppo della spedizione! »

    replica il Moro con un sorriso amichevole, tendendo alla fanciulla la mano per una stretta
    « Non sono originario del Presidio o del Semipiano, ma mi sto guardando intorno.
    Mentre i miei compagni qui presenti... »


    Salve! Io sono Thory..coff coff..lo zio di Thory Mush...coff coff...
    prende l'iniziativa il ragazzino Albino, porgendo la mano ad Aine con occhi spiritati
    Tobia Mush....si proprio lo zio. E il mio qui presente aiutante Mr.Doge
    -SalveWoof

    «Piacere di conoscervi, io mi chiamo Elysandra!»

    « Salve! Siamo qui per il Miglio Dorato... uno di voi dev'essere il Joyd del volantino. »

    In quel momento, altre due persone emergono dalla folla per avvicinarsi al gruppo: si tratta di un uomo dall'aria distinta -caratterizzato da due baffoni importanti-, e un giovanotto alto, pallido e benvestito, che deve essere evidentemente pieno di entusiasmo, a giudicare da come si lancia in mezzo al capannello, rivolgendosi a tutti con voce squillante; in risposta alle sue parole, l'interpellato Joyd sorride di rimando e ondeggia una mano in cenno di saluto.

    « Mi chiamo Kiryll Gyllenstierna, e viaggio assieme al mio tutore Göstaff von... »
    il ragazzo esita, guardando lo skekSis con meraviglia negli occhi chiari
    « Göstaff von Aspendag, celebre erudito di Najaza. Vorremmo, se ce lo permettete, unirci a voi. »

    « Questo è esattamente lo spirito che ci vuole, Ragazzo!
    Consideratevi i benvenuti nella mia Compagnia del Boccale! »


    Allargando le braccia in un gesto di accoglienza verso i nuovi venuti, il Moro saltella indietro di qualche passo per uscire dal cerchio, in modo da potervi osservare tutti in un'occhiata d'insieme, e... a giudicare dal sorriso gioviale che gli illumina il viso, pare molto soddisfatto.

    Così batte le mani due volte per catalizzare su di sé l'attenzione di tutti, prima di prendere la parola.

    « Molto bene! Se siete qui, assumo abbiate letto il mio volantino e sappiate già cosa andremo a fare: vincere sfide e conquistare consumazioni gratis! »
    riassume il Moro in tono gioviale e super-sintetico
    « Faccio un rapido riepilogo dei nomi, e poi si parte! Come dicevo prima: io sono Joyd, oggi qui come turista, la signorina coi capelli corti è Alhandra -ha un negozio di magia ad Altatorre-, la bionda accanto a lei è Elysandra -un Cavaliere dell'Est-, lo Zio Tobia è accompagnato dal suo cane-guida Doge, e quello viola è il Mistico skekDor. »
    riassume in breve, a beneficio dei nuovi, indicando di volta in volta ogni nominato
    « Invece, come nuovi acquisti, abbiamo la leggendaria Strega Riful, l'Alchimista Aine, il Magistro Göstaff con -immagino- il suo pupillo Kyrill, e... »

    Dondolando l'indice a mezz'aria, le iridi d'oro dell'uomo dai lunghi capelli scuri indugiano sull'uomo in armatura, rendendosi conto di non avergli ancora sentito spiccicare una parola; in ogni caso, il leader decide di non essere invadente (magari l'altro è timido, sotto anonimato, o muto), cosi, prima che l'interpellato abbia tempo di riempire il vuoto con la sua presentazione, Joyd schiocca le dita come se avesse trovato la soluzione di un difficile rebus, e sorride trionfante.

    « Visto che non ci hai ancora detto il tuo nome, per il momento sarai IronMan!
    E ora... si va! »


    Dopo aver offerto chiesto alla bambina in cosplay da Strega di tenerle la mano, così da non perderla nella folla -mascherando la proposta dietro una profooonda ammirazione per una cosi grande Incantatrice-, il Moro fa strada per le vie del borgo per una buona ventina di minuti: la destinazione è una graziosa casetta, separata dalla strada da una staccionata di legno e un anello di aiuole fiorite e colorate.

    L'insegna di legno che -attaccata ad un'asta di ferro battuto- pende nel vuoto identifica il posto come una locanda, e la battezza col nome di "Ospiti Improvvisi"; intanto, mentre percorre il vialetto che conduce alla porta, il Capo-Squadra pronuncia quelle che i Veterani hanno già sentito una prima volta in qualità di raccomandazioni o spiegazioni di rito.

    « Come da tradizione, non sappiamo cosa ci troveremo ad affrontare, perché ogni Oste può scegliere una sfida a sua discrezione: prove di forza, di intelligenza, di coraggio... »
    con un'alzata di spalle, l'uomo si ferma davanti al battente e bussa sonoramente sul legno
    « Se anche saltasse fuori qualcosa di strano o inatteso, l'importante è non farsi intimidire: siamo qui in tanti, e sono sicuro che possiamo affrontare di tutto, se facciamo squadra! »

    Nel momento in cui è girato verso di voi per riferirvi quelle parole, la porta si apre lentamente e in silenzio alle spalle di Joyd, e quello si volta per dedicare uno suoi sorrisi affascinanti al gestore dell'attività, pensando di ritrovarsi faccia a faccia con il loro ospite, ma... il Moro è costretto a ripiegare indietro il collo e correggere il tiro del suo sguardo, perché al livello degli occhi ha davanti solo i pettorali gonfi di muscoli -in evidenza sotto la stoffa di una maglietta ben tesa- di un uomo grossogrosso (termine tecnicissimo) che lo fissa con aria truce.

    C'è da dire che, pur con la sua corporatura elegante e longilinea, il vostro Capogruppo è un uomo piuttosto alto e prestante (più di un metro e ottanta di sicuro!), eppure quel tipo lo sovrasta per l'intera testa, e ha le spalle larghe il doppio delle sue; inoltre, la mascella squadratissima, il collo taurino e l'aria tetra gli danno un che di minaccioso, impressione stemperata appena dai baffoni biondi e dall'unico ciuffo di capelli dello stesso colore, che dalla testa pelata gli si arriccia sulla fronte.

    « Buongiorno, Signore! »
    esordisce il Leader della spedizione, allego ed affabile come sempre, senza perdersi d'animo
    « Siamo qui lei la Tradizione del Migl- »

    jpg
    « Mi dispiace: oggi siamo chiusi! »

    E senza dare tempo a nessuno di fare alcunché, il battente si chiude nuovamente davanti al vostro naso. Quindi.... adesso che succede...? La missione è annullata? Si torna in piazza a cercare un altro locale? Si potrebbe provare ad insistere, ma qualcuno se la sente davvero
    di mettere alla prova la pazienza di un tale colosso?


    Quest-Master Point

    Ben ritrovati a tutti i miei questuanti! :woot:
    Scusate il ritardo, ma ho cercato di dare un ritmo alle interazioni sociali, intrecciando i vostri vari interventi :tend: Inizialmente avevo pensato di dedicare il secondo turno alle presentazioni, ma molti di voi sono stavi bravibravi (termine tecnicissimo anche questo) e così abbiamo guadagnato un turno :win:

    Per il resto, non succede moltissimo: potete andare avanti a chiacchierare tra di voi e -seguendo Joyd- arrivate all'osteria che da il nome alla Quest; ad aprirvi arriva un energumeno con la faccia scura, che vi dice che il locale è chiuso e vi lascia fuori: a voi la reazione alla situazione e -naturalmente- proporre qualche soluzione.

    La prossima scadenza è fissata per il 4 ottobre, compreso. :flwr:
    Se dovessero servire giorni di proroga, è sufficiente chiedere nel bando in Bacheca. :yuppi:

     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Il becco adunco al cielo, gli artigli ricurvi che grattavano sul suolo e la sua andatura ballonzolante, a tratti pinguiniforme, lo Skeksis non si sprecò in poi troppe cerimonie alla vista dei nuovi membri del gruppo.
    Era lì per bere, e magari per divertirsi. Era inutile fare le presentazioni, se poi qualcuno dei nuovi fosse "caduto", com'era già capitato a un buon numero dei suoi vecchi compagni di bevuta.

    E poi c'era quella nuvola, in alto nel cielo, che proprio attirava la sua attenzione. Cos'era, poi? Un maialino volante? Un barile pieno di birra? Ohibò!
    Nemmeno il tempo di lambiccarsi un po' il cervello su quel pensiero inutile, che ecco che la compagnia era già giunta presso la prossima tappa.

    "Mmmh... "Ospiti inattesi". Un nome più che mai consono, nevvero? Ihihih!" Domandò a gran voce, apparentemente a sè stesso.
    E stava appunto per seguire il capo compagnia all'interno, sentendo già giù per il gargarozzo il piacevole frizzante sapore della prossima birra, che ecco che l'oste antepose la scortesia alla cordialità.
    Chiusi, finito. Andare via!

    Una lieve brezza sembrò accarezzare i presenti, e poco dopo lo Skeksis si librò a mezz'aria, leggero come una piuma mentre, dimentico della gravità, fluttuava vicino a Joyd: "Ihihih! Che succede, giovine? Problemi con l'oste?"
    Non diede tempo a Joyd di rispondere, e aggiunse: "Non sono in vena di dare in escandescenze, ma comprenderai il mio disappunto, se non potrò rinfrescarmi la gola con dell'altro nettare biondo."
    Fece spallucce: "E quindi, che si fa? Devo parlarci io?"

    Salute: 100%
    Stato psicologico: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    - Pietra d’Ombra:
    Una piccola pietra nera cubica, simile ad uno scuro opale. Attivando quest’artefatto è possibile creare una fitta cortina di nebbia scura che si dirige contro un nemico o una specifica zona, limitando così la visuale dei presenti [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Variabile]

    - Orologio da taschino:
    Si tratta di un comune orologio a carica, legato a una catenella. Gran Mastro Gingillo ne fece dono a skekDor, durante il loro primo incontro. Fa da tramite per la tecnica temporale dello Skeksis

    Oggetti del Mercante:

    Bracciale Destro di Ercole - Ascia del Sangue - Anatema dei Numi - Unguento di Rendalim - Cocoguyan (x3)


    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Percezione dell'anima:
    Ogni essere vivente, organico o artificiale che sia, dispone di un fluido vitale che attraversa ogni atomo del suo corpo e che gli permette di muoversi e pensare. skekDor, concentrandosi, è in grado di espandere le sue sensazioni fino a un'area circolare di 30 metri, individuando esattamente la posizione di ogni creatura presente al suo interno attraverso la percezione della risonanza dell'essenza, tramite quello che definisce "occhio interiore". Le varie essenze trovate figureranno nella sua mente sottoforma di animelle verdi, delle fattezze degli esseri originari, consentendogli così per altro di distinguere anche le singole creature le une dalle altre [Abilità Passiva – Auspex Spiritico]

    - Servitore inosservato:
    Si tratta dello spirito dell'ex-capitano del vascello fantasma Graogramàn. skekDor ne ha divorato l'anima, costringendolo di fatto a diventare il suo servo fino a che ne avrà voglia. In quanto semplice fantasma privo di un'essenza a cui appigliarsi, lo spirito non può esser percepito dai comuni sensi, e non è in grado d'interagire in alcun modo con la materia circostante. La sua voce può inoltre esser percepita solo dallo Skeksis, che lo utilizza per sondare l'ambiente circostante [Abilità Passiva – Auspex Radar]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - L'eredità di Valiinorê:
    La fine della guerra contro i lich non ha solamente portato sollievo agli abitanti del Presidio Nord. skekDor, infatti, ha avuto modo d'assorbire l'essenza vitale di una mortale che, sfruttando magia e alchimia per sfuggire alla morte, ha ottenuto in effetti un'anima pressoché immortale. L'energia scaturita da essa ha permesso allo Skeksis di rigenerare il suo corpo a un livello tale da poter tornare vivo. Carne marcia e puzzo di morte sono ormai un ricordo per il mezzo-Mistico, che fra il ghiaccio e il gelo delle terre del nord ha scoperto di poter di nuovo produrre calore da sè, e il sangue ha ricominciato a pulsargli nelle vene sin dal primo battito di un cuore che quasi aveva dimenticato la sua funzione. Come conseguenza di ciò, il corpo di skekDor ha anche ripreso parte dello smalto di un tempo. Riflessi migliori, muscoli funzionali, e persino le braccia accessorie che teneva celate al di sotto delle spalline, pressoché atrofizzate, sono tornate a esser robuste e sensibili [Abilità Passiva – 100% Forza + 50% Velocità + 50% Resistenza + Due braccia in più]

    - Zona morta:
    L'ombra che skekDor proietta sul terreno a seguito dell'esposizione a un qualsiasi tipo di illuminazione è ben più di ciò che sembra. All'occorrenza, infatti, essa si tramuta in un passaggio per una dimensione creata dalla divinità. Quando viene aperta, la Zona morta crea sulla superficie del terreno occupata dall'ombra (Le cui dimensioni variano a seconda della volontà dello Skeksis) un mare di Dirac di profondità infinita. Qualunque cosa o oggetto designato si troverà su suddetto piano sprofonderà al suo interno per effetto della gravità. Dato che il portale assorbe solo l'obiettivo scelto dalla divinità, oltre la sua soglia non esiste alcuna atmosfera o spazio di sorta. Carne, vegetali o pietanze intrappolati all'interno resteranno esattamente nello stato in cui erano al momento del trasferimento (rimanendo eventualmente caldi e non subendo gli effetti della decomposizione), ad esempio. skekDor utilizza solitamente la Zona morta per stiparci dentro oggetti che, in altra maniera, gli sarebbe d'impiccio trasportare [Abilità Passiva Gdr-only – Tasca dimensionale]

    - Miraggio della quintessenza cangiante:
    skekDor è in grado di sfruttare le sue capacità di illusionista per far assumere al suo corpo la forma che più gli aggrada. Diversi veli di energia l'avvolgeranno, celando le sue reali forme ai sensi di chiunque non sia in grado di vedere al di là dell'illusione così scaturita. La metamorfosi gli permetterà dunque di assumere le sembianze di un personaggio di cui skekDor abbia chiara l'immagine nella mente, o di una generica razza (purché umanoide) per tutto il tempo che gli sarà necessario, o fino a che l'incanto non sarà annientato. Tuttavia, una simile metamorfosi sarà appunto illusoria: pur venendo percepito alla vista, al tatto, al gusto, all'odore e persino nella voce e nei suoni prodotti dal corpo come una creatura totalmente differente, lo Skeksis continuerà a vantare le proprie abilità e capacità fisiche. Eventuali capi di vestiario, oggetti o armi possedute dal personaggio impersonato saranno percepiti in tutto e per tutto simili all'originale, ma non potranno ovviamente essere utilizzati in Duelli e Quest, in quanto meramente irreali [Abilità Passiva - Metamorfosi Scenica + Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso; Durata: fino alla fine del Duello\Quest, o fino a che non venga annullata]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:


    Riassunto:

     
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    Finalmente Joyd arrivò in piazza, insieme ad un'allegra combriccola variegata. Un pollo solo pelle di una strana colorazione, una donna armata (l'unica normale ai suoi occhi, tra l'altro) che parlava da sola, un ragazzo dai capelli bianchi con due palesissimi baffi finti e un cane al seguito, una ragazza dai capelli corti che sembrava una bambina iperattiva che si era appena iniettata in vena una dose di zucchero a velo purissimo, una ragazza dai capelli altrettanto neri ma molto meno corti attorniati da fiori, un nobile o almeno qualcuno che appariva come tale vista la sua presentazione e... Una bambina con una lucertola. Carina, tra l'altro, come animaletto. Ma forse non era il caso per lei di bere.

    Ma non sono qui per fare da babysitter, ci penserà qualcuno.

    Michael fu l'unico a non presentarsi, il che creò nel capo, Joyd, un senso di iniziativa nel dargli un soprannome. IronMan. Con una risata che sarebbe potuta sembrare strana, ma a petto gonfio accettò senza problemi l'appellativo.

    Mi chiamo Michael, perdonate le mie maniere. Ma se volete chiamarmi in quel modo, non fatevi problemi.

    Sorrise gentilmente, mentre osservava la fiumana di gente incanalarsi dietro Joyd. Non si fece particolari problemi al riguardo della compagnia, alla fine erano tutti lì per lo stesso motivo. Ma il vero problema arrivò arrivati davanti al loro obiettivo.

    Trovandosi davanti all'insegna con su scritto "Ospiti Improvvisi", Joyd iniziò a farn... Spiegare meglio la tradizione, sì. Ad attenderlo appena dietro la porta però, un energumeno che sembrava tutt'altro che amichevole. Ma non per questo Michael si sarebbe fatto spaventare. Aveva affrontato eserciti e mostri, e quella figura era l'ultima cosa che poteva preoccuparlo. Gli diede però una spiacevole sensazione.

    Mi dispiace: oggi siamo chiusi!

    Gli sbattè la porta in faccia, a tutti loro. Il sorriso di Michael, che era rimasto gioviale fino a quel momento, si spense con estrema rapidità. Il primo a fare qualcosa fu l'uccello spennacchiato, chiedendo se dovesse parlarci lui. Scosse la testa, approcciandosi alla porta.

    Visto che non voglio rimanere a bocca asciutta nemmeno io...

    I vestiti, o meglio l'armatura del giovane, si colorò di rosso, come se stesse prendendo fuoco. Passo dopo passo, si avvicina alla porta, e poi bussa.

    Una, due, tre volte. Con estrema compostezza, nonostante l'apparenza faccia presagire il contrario.

    Potrebbe fare un'eccezione? In fondo, la locanda ha un nome appropriato proprio per questa situazione.

    La frase era tranquilla. Il problema era nel suo carattere. Il fuoco si stava lentamente manifestando sui suoi vestiti, come a voler venire fuori improvvisamente. Era quello che stava succedendo nella sua mente.

    Se non si degna di aprire e chiedere scusa, gli tiro giù l'intero locale.

    Il guerriero, esattamente colui che si era dimenticato di presentarsi, si rifiutò di vedersi la porta sbattuta in faccia in una maniera così scortese, specialmente considerando che per un evento del genere, era impossibile che si fossero veramente avviati in quel posto in maniera improvvisa. Il suo volto lasciava spazio a un'impassibile espressione di nulla. Il suo entusiasmo stava per mostrarsi sotto un'altra forma.

    Sarai anche grande, ma non pensare di poter fare quello che vuoi.

    Narrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato
    Dati Tecnici - Scheda

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Molto poco divertito.
    Energia: 100%

    Equipaggiamento:
    Prometheus' Armor [Armatura Completa; Resistenza Migliorata]
    Sword of Ra [Flamberga; 1,70m]

    Tecniche Utilizzate: ///

    Abilità:Fire's Descendant [Power Up +50% Vel; Immortalità]
     
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    La fatina sopra la testa di Aine continuava a fissarlo e a mandagli bacini. A quanto pare gli ormoni in fermento da quindicenne uniti all'essere alticcio avevano svegliato un qualche bisogno recondito dentro il ragazzo. Tuttavia, doveva riuscire a controllarsi, doveva completare il Miglio Dorato restando (possibilmente) cosciente. Si girò intorno così da non averla più davanti ma per sua sfortuna, sulla testa di ogni ragazza del gruppetto c'era la stessa fatina che continuava nel suo intento di provocarlo. Tranne sulla streghetta, li ce n'erano due: Una con delle manette ai polsi e un'altra con una divisa bluastra e un manganello in mano, chissà perché.
    "Pss...vieni da noi...pss...offri da bere alle ragazze...pss...inforna il tacchino...pss...baciale tutte...pss...brucia i locali...pss...coccola il cagnolino...vai a bere...pss"
    A salvarlo da quella situazione furono i nuovi arrivati: Un uomo baffuto apparentemente importante e un ragazzo slanciato, entrambi ben vestiti. A distogliere ulteriormente l'attenzione del ragazzo ci pensò Joyd prendendo la parola.
    CITAZIONE
    « Se anche saltasse fuori qualcosa di strano o inatteso, l'importante è non farsi intimidire: siamo qui in tanti, e sono sicuro che possiamo affrontare di tutto, se facciamo squadra! »

    Finito il discorso motivazionale del belloccio il gruppo partì per la tappa successiva. Il secondo locale della serata era "Ospiti Improvvisi", un posto dal nome sicuramente azzeccato per questo gruppetto così variegato. Purtroppo il proprietario(?) chiuse prepotentemente la porta in faccia al caposquadra. A quel punto un'altra fatina comparì sulla porta. Era infuriata e continuava a picchiettare una lancia l'ingresso del locale; E non era la sola. Thory non accettava che un'altro barista imbroglione provasse a rovinargli la serata! Così si avvicinò alla porta per bussare ancora, stavolta con un bastone e con molta violenza. Tuttavia venne preceduto dall'ultimo arrivato, altrettanto arrabbiato con il proprietario che busso al suo posto. Probabilmente non voleva far scomodare il povero zio Tobia e per questo meritava una ricompensa. Tipo una caramella alla menta.
    Fairy Dragon: Birra Bionda dal colore paglierino, a cui la stagionatura in botti di legno fatato dei boschi di Fanedell conferisce una caratteristica iridescenza arcobaleno, che ammicca sbarazzina dal di là del vetro; il suo sapore è morbido e dolce, e scivola così bene sulla lingua e nella gola da far venire voglia di berne subito un'altra... sebbene sia meglio evitarlo: non è chiaro se il pizzico di magia assorbito dalla cervogia trasmetta a chi la beve la capacità di vedere fate e folletti (solitamente celati ai mortali) o se essa induca semplicemente e banalmente delle vivide Allucinazioni Lisergiche, fatto sta che il PG -da ora in avanti- inizierà a vedere queste piccole creaturine dai colori psichedelici ronzargli intorno, parlare con lui, e invitarlo a seguirle per condurlo da qualche altra parte
     
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    Festival della birra di Matafleur, Valle di Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.



    Devo ammettere che questo Joyd ha presenza di spirito, ed è molto cortese. Ha evitato che io dovessi sotterrarmi di vergogna, e per un comportamento simile gli uomini dovrebbero essere sempre premiati. Sembra avere addosso gli sguardi languidi della giovane piena di tic, e mi pare che anche la bellissima guardia bionda non abbia disdegnato uno sguardo alle sue grazie. Sorrido rivolta alle due ragazze, maliziosa e complice. Forse Joyd avrà il suo premio per le sue azioni, dopo tutto. Un uomo fortunato.

    Mentre trilla allegramente i nomi di tutti i suoi compagni di viaggio - più IronMan - il mio sguardo si rivolge agli ultimi venuti. Un ragazzo giovane e di bell’aspetto venuto dal Nord, probabilmente al suo battesimo con il Festival e con la birra stessa. Sulle labbra mi si dipinge un capriccioso sorriso da cacciatrice. Sembra parecchio carino, e magari le bevande gratis che Joyd sta decantando serviranno a farlo sbottonare un po’, o quanto meno a separarsi dal suo fiero accompagnatore. Il giovane ha trasalito in un modo così carino alla vista del Mistico...

    "La fama del nostro Festival ha attraversato così tante miglia e vi ha spinto a venire fin qui, Kiryll?", chiedo, inclinando il capo per far cadere ad arte una ciocca di capelli scuri sul lato del viso. Lo fisso intensamente negli occhi chiari, per distoglierli poco prima di metterlo a disagio. Mi mordicchio un labbro, guardandomi intorno con finta aria meditabonda. "In effetti, c’è tanta bellezza qui…" dico in un sospiro, per voltarmi ancora verso di lui con un sorrisetto.

    Divertita, seguo il capo di questa nostra improvvisata e piacevolissima compagnia. Chi l’avrebbe detto che avrei potuto davvero godermi questa giornata? Sono quasi un po’ triste che le taverne del Miglio Dorato siano così vicine, ma il pensiero che ce ne siano tante mi risolleva il morale. Approdiamo ad un locale che ho visto qualche volta passeggiando per la città, ma in cui non ho mai messo piede: “Ospiti inattesi”.
    Le mie labbra si arricciano nell’ennesima espressione compiaciuta, sentendo Joyd bussare. Mi liscio il vestito, pronta ad entrare e ad affrontare la prima tappa.

    "Mi dispiace: oggi siamo chiusi!"

    Il sorriso appena nato mi muore sulla bocca, e la fronte diventa un mare increspato di onde di disappunto. "Ma tu guarda questo, gli dispiace!" sbotto sottovoce facendogli il verso, sentendo la cocente delusione cominciare a montarmi dentro.

    Voglio vedere il cucciolo del Nord ubriaco, voglio vedere Joyd rilassarsi e godersi gli sguardi languidi delle fanciulle, voglio riempirmi le orecchie del riso dei miei nuovi compagni di avventura. E questo non è il modo di trattare un gruppo di persone nel giorno del Festival. Ho capito che il posto si chiama “Ospiti INATTESI”, ma non può essere che l’oste sia così imbecille sprovveduto da non aspettarsi nessuno in un giorno come questo.

    "Ihihih! Che succede, giovine? Problemi con l'oste? Non sono in vena di dare in escandescenze, ma comprenderai il mio disappunto, se non potrò rinfrescarmi la gola con dell'altro nettare biondo. E quindi, che si fa? Devo parlarci io?"

    Apprezzo incredibilmente la prontezza d’animo del Mistico, anche se mi sento un tantinello più adirata. Cerco di darmi una calmata con un sospirone; in fondo le donne che danno in escandescenze non sono così attraenti… Un broncio mi si dipinge sul viso. Nel mentre, Michael-IronMan bussa alla porta. Buon dio, sembra voler prendere fuoco dall’ira. Stringo gli occhi, sentendo uno strano interesse nascere dai gesti precisi e misurati di un uomo che sa quello che vuole e non ha paura di andare a prenderlo.

    “Potrebbe fare un'eccezione? In fondo, la locanda ha un nome appropriato proprio per questa situazione.”

    Anche Zio Tobia picchia alla porta con veemenza. "Sono decisamente la compagnia giusta per un evento come questo…", penso compiaciuta.

    Approfitto di una pausa fra i colpi alla porta per dire la mia, alzando appena la voce in modo che l’omone all’interno possa sentirmi forte e chiaro.
    "Sarete anche chiusi, ma degli ospiti stanno bussando alla vostra porta. Per quanto inaspettati…" - cerco a fatica di trattenere il sarcasmo, per quanto poco credo a questa eventualità - "…è vostro preciso dovere aprire questa porta. Non vorrete mica venire meno alle leggi sull’accoglienza? Sapete che porta mala sorte: gli ospiti sono sacri!", concludo, un po’ piccata. Avrò la mia birra, se non qui, altrove; la città è piena di posti in cui trascorrere piacevolmente la giornata. Ma qualcuno doveva pur ricordare a quello zuccone che non solo non sapeva fare il suo lavoro, ma che si stava pure attirando l’ira di qualche divinità risentita. Ed infrangendo pure un paio di leggi. Forse. Forse ho parlato troppo, in realtà. Guardo Michael, chiedendomi se il mio viso sia dello stesso rosso. Raddrizzo le spalle, cercando di darmi un contegno, fingendo che ogni mia parola sia stata intenzionale.
    "Ma quando smetterò di mettermi in ridicolo parlando così tanto come una ragazzina sciocca?"

    Scheda
    ❀❀❀
    "Pensato" | "Parlato" | Narrato
    ❀❀❀
    Energia: 100%
    ❀❀❀
    Equipaggiamento:
    Anello con incastonate pozioni di difesa condensate | Filtro Ermafrodita
    ❀❀❀
    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert | Instant-casting



    Edited by GreyFox - 28/9/2020, 01:37
     
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    er una frazione di secondo appena dopo essersi sbilanciato con tanto entusiasmo all’interno di quel gruppo di sconosciuti, Kiryll aveva provato una fugace vertigine. E se quelli si fossero limitati a fissarlo perplessi? Dopotutto, era esattamente la reazione che avrebbe avuto, nelle stesse circostanze, qualsiasi capannello di persone a Najaza. Perplessi, e con una punta di imbarazzato disgusto.
    Se Kiryll si era lasciato andare ad un’espansività che non gli era assolutamente naturale, che non gli sembrava naturale, lo aveva fatto perché quello era l’Est, “il Presidio dove tutti sono amichevoli, e attaccare discorso con la gente per via è considerata la normalità, per i simpatici abitanti di queste contrade…” O almeno così era scritto sulla guida tascabile che Göstaff portava ovunque e che gli aveva letto e riletto fin dalla loro partenza…
    Con suo sollievo, quelle tardive preoccupazioni furono immediatamente fugate dalle parole gioviali, e dal gesto di schietta accoglienza, di quello che doveva essere, evidentemente, Joyd:
    « Questo è esattamente lo spirito che ci vuole, Ragazzo! – esclamò lo sconosciuto allargando le braccia verso di lui e il suo precettore – Consideratevi i benvenuti nella mia Compagnia del Boccale! »
    Quindi l’autore del volantino dorato si fece un po’ indietro, allargando su tutti i presenti uno sguardo di contagiosa gaiezza. Tutto, in quel giovane, esprimeva gioia di vivere e fiducia nel mondo: la carnagione abbronzata di chi ha passato la vita all’aperto sotto un sole amico, senza preoccupazioni; gli occhi color del miele, che sembravano incapaci di contenere altro che sguardi benevoli; la fronte aperta, che non doveva mai essere stata solcata dal dubbio di poter non piacere a qualcuno. Fugacemente, Kiryll si disse che quel tipo era esattamente tutto il contrario di ciò che era lui…
    Con parlantina sciolta e belle movenze, il giovane si mise a presentare rapidamente il resto della “Compagnia”, così che Kiryll ebbe modo di osservare una dopo l’altra le fisionomie di quegli sconosciuti con cui avrebbe dovuto interagire. Mentre camminavano in cerca della Piazza Centrale, il ragazzo si era fatta un’immagine del genere di persone che avrebbero potuto partecipare al Miglio Dorato, per quanto vaga: uomini fra i venti e i trent’anni, in abiti comodi… nulla di più diverso da quella mal assortita brigata! Lungi dall’essere una comitiva di soli uomini, si trattava anzi per la maggior parte di donne, o meglio ragazze: una addirittura non doveva avere più di nove o dieci anni. Ma a che età si iniziava a bere nel Presidio Orientale? Degli “uomini”, invece, uno era uno strano vecchietto, rimpicciolito dall’età, accompagnato da un cane, un altro si era presentato in armatura completa, ed il terzo infine, come Kiryll aveva subito notato, aveva ben poco di umano. Non ce n’era nessuno, in definitiva, che si potesse dire davvero “normale”, così che il ragazzo ebbe l’imbarazzo della scelta riguardo a chi fissare con più curiosità: l’unico che evitò accuratamente fu “skekDor”, temendo di non riuscire a dissimulare lo sbalordimento per le sue fattezze mostruose.
    Al sentirsi affibbiare il soprannome di “Iron man”, il tizio in armatura esplose in una strana risata.
    « Mi chiamo Michael, perdonate le mie maniere. Ma se volete chiamarmi in quel modo, non fatevi problemi. »
    Kiryll gli rivolse un cenno del capo, per far capire che lo aveva sentito. Nel frattempo il resto della compagnia si era messo in moto, rispondendo al “Si va!” del suo carismatico capitano. C’era qualcosa di strano nel comportamento del vecchio, di zio Tobia: sembrava confuso, il suo sguardo saettava da una parte all’altra del gruppo di persone, come qualcuno che insegua il ronzio di una mosca in una stanza…

    « La fama del nostro Festival ha attraversato così tante miglia e vi ha spinto a venire fin qui, Kiryll? »
    Il cadetto trasalì, sentendosi chiamare col suo nome da una voce di ragazza. Si voltò, e di fianco a lui c’era “l’alchimista Aine”, una ciocca dei suoi capelli nerissimi appoggiata sullo zigomo, che lo fissava senza vergogna dritto negli occhi. Fu lui, naturalmente, a distogliere subito lo sguardo, forse arrossendo.
    …il Presidio dove tutti sono amichevoli, e attaccare discorso con la gente per via è considerata la normalità, per i simpatici abitanti di queste contrade…
    « Si… – boffonchiò, per prendere tempo. Cos’è che gli aveva appena chiesto? – …io e il mio precettore… – il ragazzo cercò con lo sguardo Göstaff, ma questi si era già avviato, pieno di entusiasmo, dietro alla coda di cavallo di Joyd, lasciando Kiryll da solo. Si era per caso appena voltato a scoccargli l’ennesimo occhiolino della giornata? Il cadetto mise istintivamente mano al pomo della spada, come a cercare sicurezza – …arriviamo da Selowen, ci siamo rimasti per tutto il Carnevale. »
    Non era affatto sicuro che la sua risposta fosse coerente con la domanda. A volte gli capitava di ripetere cose già dette, senza una ragione precisa, come se il suo cervello corresse ai ripari riempiendo il vuoto con una frase già pronta.
    Ricordando le lezioni di etichetta di Göstaff, che gli aveva insegnato che abbassare lo sguardo durante una conversazione suggerisce ambiguità e ipocrisia, il cadetto riportò gli occhi sulla ragazza che gli stava parlando, in tempo per vederla mordicchiarsi il labbro con aria assorta. Come Joyd, anche lei aveva le iridi color miele, e lunghi capelli corvini, lucenti.
    « In effetti, c’è tanta bellezza qui… », sospirò, ed il cadetto si sentì ancora più sulle spine, perché ebbe l’irragionevole impressione che la ragazza avesse letto ciò che gli era passato per la mente in quell’istante come su un libro aperto.
    Senza aggiungere altro, si incamminò anche lei dietro a Joyd. Kiryll immaginò a questo punto di doverla seguire, e continuare la conversazione, per non sembrare maleducato, o più probabilmente stupido. Allungò due passi per portarsi al suo fianco. La spada gli sbatacchiò fastidiosamente sulle gambe, facendolo sentire goffo.
    « Ho sentito che ti chiami Aine, giusto? E che sei un’alchimista? Sei di qui? »
    Troppe domande, così sembrava troppo interessato! Era troppo interessato?

    Non camminarono a lungo: a Kiryll sembrava avessero appena lasciato la piazza quando Joyd fece fermare il gruppo di fronte a un piccolo cortile fiorito, antistante quella che doveva essere la loro meta.
    « Come da tradizione, non sappiamo cosa ci troveremo ad affrontare, perché ogni Oste può scegliere una sfida a sua discrezione: prove di forza, di intelligenza, di coraggio... »
    Un fremito di eccitazione percorse il cadetto. Sarebbe stato divertente!
    L’autore del volantino raggiunse la porta e vi bussò. Strano, nelle locande non si dovrebbe semplicemente entrare? In effetti, dall’interno non proveniva il brusio che ci si sarebbe aspettati di sentire arrivare da una taverna in un giorno di festa.
    Ma quando la porta ruotò silenziosamente sui cardini, fu subito chiaro a tutti, dallo sguardo del colosso che apparve nell’oscurità oltre il battente, che gli Ospiti Improvvisi non era il tipo di osteria in cui si viene accolti a braccia aperte: il primo pensiero di Kiryll fu che Joyd si era sbagliato, che quella magari era una casa privata, su cui per un qualche caso era rimasta affissa l’insegna di un vecchio esercizio…
    « Mi dispiace: oggi siamo chiusi! »
    La porta si richiuse con uno schianto davanti al naso dell’autore del volantino. E si scatenò il pandemonio.
    « Ma tu guarda questo, gli dispiace! »
    Il bel viso di Aine si oscurò immediatamente, e la sua voce suonò carica di stizza, facendo a Kiryll l’effetto di una nota di violino non troppo musicale. Michael, il tizio in armatura, attraversò ad ampi passi il cortile, facendo scricchiolare minacciosamente la ghiaia del vialetto, sul volto il cipiglio truce di qualcuno che stia andando in guerra. skekDor addirittura si sollevò da terra!, librandosi verso Joyd.
    « …Non sono in vena di dare in escandescenze, ma comprenderai il mio disappunto, se non potrò rinfrescarmi la gola con dell'altro nettare biondo… »
    Michael iniziò a battere con il pugno guantato sul legno del battente. Dapprima il cadetto credette si trattasse di un riflesso del sole sull’armatura, ma man mano che si faceva sempre più intenso dovette convincersi che dalla figura del guerriero aveva preso ad emanare un bagliore arancione, come di fiamma!
    « Potrebbe fare un'eccezione? In fondo, la locanda ha un nome appropriato proprio per questa situazione... »
    Era bastato trovare chiusa una locanda, perché il gruppo sembrasse essere colto da un’improvvisa isteria! Kiryll si guardò attorno a disagio. Persino il vecchietto, curvo e guidato dal suo cane, aveva raggiunto la porta e aveva iniziato a percuoterla con il nodo del suo bastone.
    « Sarete anche chiusi, ma degli ospiti stanno bussando alla vostra porta. Per quanto inaspettati è vostro preciso dovere aprire questa porta. Non vorrete mica venire meno alle leggi sull’accoglienza? Sapete che porta mala sorte: gli ospiti sono sacri! »
    Erano tutti impazziti? Avevano intenzione di costringere l’oste ad aprire? Il cadetto del Nord si scostò di un passo dall’inviperita Aine e cercò negli sguardi di quelli che ancora non si erano uniti all’assedio della locanda un riflesso del suo stesso sgomento. Anche le altre due ragazze, la bionda e quella con i capelli corti, avrebbero reagito come gli altri? (Ignorò la bambina: se il buon senso sembrava aver abbandonato gli adulti, come poteva aspettarsene da lei?)
    Pensò di appellarsi a Joyd, ma il giovane si trovava proprio in mezzo al gruppo dei più infiammati, ed il ragazzo non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi all’occhio del ciclone.
    « Alhandra ed Elysandra, vero? – buffo, i due nomi facevano rima – Ma… è così importante entrare proprio in questa locanda? »
    Lo chiese con un’espressione mezzo divertita mezzo sconcertata, come a dire: non vi sembra che stiano tutti avendo una reazione un po’ esagerata?


    Nel frattempo, anche Göstaff si era sentito colpito nel suo nordico senso della civiltà dalle escandescenze della compagnia. Scoccando su tutti loro uno sguardo di altera disapprovazione, si era avvicinato, con fare protettivo, alla bambina, che Joyd aveva abbandonato per andare a bussare alla locanda. Di certo aveva pensato che la piccola potesse sentirsi spaventata dal trambusto che era scoppiato all’improvviso.
    « Che bella lucertolina… – disse, accovacciandosi sui talloni vicino alla bimba dal bel cappuccio rosso, e rivolgendole un affabile e affascinante sorriso da sotto i baffi brizzolati – come si chiama? »




    CITAZIONE
    « Parlato di Kiryll » « Parlato di Göstaff »

    Stato fisico di Kiryll: Nella norma
    Stato mentale di Kiryll: Basito
    Energia: 100%

    Poteri passivi:
    - //
    Abilità attive:
    - //

    Stato fisico di Göstaff: Nella norma
    Stato mentale di Göstaff: Nella norma
     
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