Aria di Primavera

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    L'Amore è un bellissimo fiore,
    ma bisogna avere il coraggio di coglierlo
    sull'orlo di un precipizio.


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    Quando i cieli notturni di Endlos sono rischiarati dalla Luna Verde di Mirach, i giovani del Presidio Orientale entrano in fermento, perché vuol dire che manca ormai poco al Giorno del Raccolto.

    Una tale esuberanza non è semplicemente dovuta al fatto che il gelo dei mesi invernali stia ormai sciogliendosi nel tepore della primavera, e nemmeno per l'abbondanza di frutta, verdure, tuberi e fiori che la terra fertile della Valle offre in dono ai suoi abitanti dopo mesi di duro lavoro: quelle, semmai, possono essere le gioie banali dei loro genitori!

    Men che meno, è il solenne senso di commozione ad emozionarli al ricordo -non loro e troppo lontano- delle radici storiche della festa; dopotutto, sono passate molte generazioni dal tempo in cui le malsane pianure furono bonificate dall'operato della Dama Azzurra, tornando così a dare buoni frutti e salvando molti villaggi dalle carestie e dalle pestilenze che imperversavano da anni.

    Tutto ciò che basta sapere ai ragazzi e alle ragazze è che nella metropoli dove dimorano, questa festività è particolarmente sentita, tanto da organizzarvi una celebre Sagra annuale, che richiama genti da tutto il Semipiano... e ciò significa che la bella Matafleur -incoronata con l'appellativo di "Citta dei Fiori"- si riempirà di volti nuovi e personalità interessanti.

    Coltivatori e giardinieri professionisti, appassionati col pollice verde, avventurieri di passaggio, nobilotti e mercanti in cerca delle più belle fioriture con cui trasfigurare le proprie dimore, coppie di futuri sposi in cerca delle decorazioni perfette per la loro festa, o anche solo semplici innamorati che amano indulgere in romantiche fantasie.

    Quest'oggi la Piazza Centrale è stata allestita per i grandi festeggiamenti, musicisti e altri artisti di strada si esibiscono circondati da capannelli di curiosi, e i mercatini disposti lungo il perimetro circolare -o in gazebo appositamente allestiti- sono un brulicare di vita; dopotutto, ad un certo punto della giornata, verrà celebrata la pittoresca cerimonia dell'Oracolo dei Fiori, e nessuno vuol farsi trovare a mani vuote davanti al possibile incontro fatale con la sua anima gemella!

    Per una certa alchimista che vende certi filtri potrebbe essere un'ottima occasione per fare ottimi affari... dico bene o parlo giusto?


    Info-Box

    Benvenuta nel Presidio Est! :woot:
    Il primo turno è a tua disposizione per una presentazione del personaggio, descrivendo il suo approccio alla festa, il suo arrivo sul posto, e qualunque cosa la situazione ti ispiri; nei prossimi post daremo invece propriamente inizio a questa mini-avventura! :flwr:

    Buon divertimento! :grab:

     
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    Ogni anno la stessa storia.

    Mia madre e mia sorella cinguettano felici - ma anche un po’ in ansia - sistemando fiori e coroncine nel banchetto che hanno portato in una viuzza accanto alla Piazza Centrale. È solo un piccolo tavolino di legno traballante con ai lati stretti vasi di ottone per i fiori a gambo lungo, ma per loro è importante come se fosse lo scranno di una regina. Me ne sto in disparte, appoggiata contro il muro, come una lucertola a caccia dei primi raggi caldi del sole primaverile, guardando distrattamente il via vai della gente nella Piazza, alla ricerca di possibili allocchi clienti per me.

    Il Giorno del Raccolto porta in città una miriade di persone; è un balsamo per gli affari di famiglia, certo, ma anche e soprattutto l’occasione perfetta per mettere a frutto i miei studi. È la prova del nove: se riuscirò a guadagnare abbastanza vendendo ciò che so fare meglio, niente potrà fermarmi dal partire e cercare la mia via nel mondo.

    “L’importante è lasciare casa dei miei, certo, ma voglio farlo a stomaco pieno e con abbastanza monete in tasca da comprare quelle bellissime ampolle di vetro azzurro..."

    Quindi sì, ogni anno la stessa storia. Ma quest’anno, sotto sotto, è un po’ diverso.

    Mi sento rimescolare emozioni diverse dentro; merito questo riscatto, dopo tutto quello che è successo negli scorsi anni. Ed è giusto che sia proprio tramite ciò che ha rischiato di spezzarmi: questa assurda fantasticheria dell’essere destinati ad innamorarsi della propria anima gemella... “...che di folli che ancora credono sia vera è pieno il mondo."

    Per esempio, c’è quella ragazzina accorata che sospira davanti a quel bardo carino dall’altro lato della Piazza. Un mezzo sorriso sghembo mi si dipinge sul volto. Mi stacco dal muro ed avanzo a passo felpato, come se fossi una pantera a caccia, come se la musica ed il chiacchiericcio e la gente ed i banchetti ed i fiori intorno a me non esistessero. Ho una mano infilata nella tasca dell’abito leggero color amaranto, e stringo fra le dita una sottile fiala di vetro, con un nastrino rosa carico di promesse legato sullo stretto collo in un fiocco.

    È la preda perfetta, scommetterei che sia una delle ragazze sciocche che stasera avrà un nastro colorato, in attesa dell’unico fiore giusto donato dal ragazzo che le ha inviato il destino.

    “Bleah."

    Lei è lì, tutta protesa verso il ragazzo, sbatte le palpebre degli occhioni quasi più in fretta delle mani. È tutta un sospiro. Comincio a preparare tutto il discorso nella mia mente: “Ciao! Ma sì, è davvero bravissimo! E questa festa... è tutto così romantico! ♥ Sarai anche tu stasera in attesa del ragazzo con il fiore abbinato al tuo nastro dal Destino? Oh, che bello! Ma senti, perchè non essere doppiamente sicura? In fondo, conoscersi così è una benedizione, e sicuramente vorrai che duri tutta la vita... "

    Continuo ad avvicinarmi, ormai sono così vicina che posso distinguere gli intrecci dei suoi capelli biondi. Ed ora la parte difficile... Come posso dirlo? Continuo a pensarci su: “Vedi, io vivo qui da anni, e conosco i migliori fiori intrisi della magia e dell’amore che permeano tutta la città... Ho qui un filtro d’amore, sicuramente il più efficace che sia possibile distillare... È perfetto, no? Avresti la certezza di successo... Con questo, chiunque tu incontrerai stasera sarai certa che resterà con te per sempre! ♥"

    Bene. Le sono accanto. Devo solo ripetere tutto ad alta voce. È perfetto.

    “Bah, io proprio non ce la faccio. Ma che schifo è!"


    Cominciamo bene. Mi volto, col viso in fiamme, sperando di evitare l’espressione confusa di lei e quella presumibilmente incazzata del musico, accelerando il passo per perdermi tra la gente che passeggia nella piazza.

    “Sono senza speranza." E faccio pure tutto da me!


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    « Grazie, cari! Siete stati fantastici! Vi adoro! »

    Terminata l'esecuzione dell'allegro brano musicale con cui ha fino a quel momento intrattenuto il pubblico adunatosi ai piedi del palchetto -giovinetta bionda e spasimante compresa-, il fascinoso Bardo dagli esotici tratti meticci (probabilmente un Mezzelfo) esegue una piroetta che conclude con un inchino...

    “Bah, io proprio non ce la faccio. Ma che schifo è!"

    ...e mentre ti allontani dalla fanciulla che avevi puntato come cliente per tornare mestamente sui tuoi passi, forse anche un pochino incalzata dall'occhiataccia ostile che il tuo commento ha attirato da parte sua (probabilmente, deve aver pensato che quelle parole siano state rivolte al suo idolo del giorno), senti lo schiocco con cui il Musico lancia un bacio alla platea, prima di ricominciare a pizzicare sulle corde del suo liuto le note della prossima ballata.

    Con le pive nel sacco per non essere riuscita a realizzare il tuo esordio nel mondo degli affari nel modo in cui l'avevi immaginato, torni sui tuoi passi: sei diretta al banchetto di famiglia, ma lungo il tragitto qualcuno ti finisce addosso>

    L'urto non è violento, visto che l'altra persona è una ragazzina grassoccia e coi capelli rossi, più bassa di te di una buona decina di centimetri, e... probabilmente timidissima, o per qualche ragione spaventata, o semplicemente maleducata, visto come -appena incontra il tuo sguardo- gli occhi nocciola le si sbarrano e le gote tonde le avvampano, prima di scappare via a testa bassa, senza dire una parola.

    Un atteggiamento un po' strano, ma di cui non hai tempo di preoccuparti adesso, perché il suono di una risata -una risata familiare, ma condita di una nota sciocca e frivola, e perciò allarmante- cattura la tua attenzione, calamitandoti gli occhi sul banchetto di famiglia.

    E sull'estraneo giovanotto che è fermo lì davanti, apparentemente occupato in una conversazione in cui tua sorella sembra piuttosto presa -troppo presa-, a giudicare da modo preoccupantemente svampito in cui reagisce alle parole di quel tale: un tizio alto e longilineo, di cui -dalla tua posizione- puoi vedere solo le spalle larghe e i capelli scuri...

    « Oh, capisco ..! E come si chiama quest'altro fiore? »
    "Ah, quella é una dalia: esprime gratitudine e affetto
    per una persona che è stata importante nella nostra vita! "

    « Affascinante... E quest'altro? »

    Non ti piace il tono vagamente allusivo di quello straniero: sembra fin troppo pericolosamente bravo a rendere ambiguo capire se con quel complimento si stia riferendo al fiore o alla sua interlocutrice.

    "È una camelia: indica ammirazione e..."
    « ...bellezza perfetta non esibita. »
    "... sì! Come-?
    « Lo lessi tempo fa, in un libro. »

    Conclude prontamente l'altro, con una rilassata alzata di spalle, ed immagini stia sorridendo con una qualche bella faccia da principe azzurro, facendo lo splendido, visto il modo in cui Nara arrossisce.

    « Perciò... Una camelia, eh...? »

    Pronunciando quelle parole con voce impostata -tipico del poeta che parla da solo-, come se stesse rimuginandovi sopra tra sé e sè, il forestiero solleva il fiore incriminato tra pollice ed indice, reggendolo per lo stelo e tenendolo tra sé e il volto della giovane fioraia, e rendendo volutamente ambiguo il fatto di star rivolgendo lo sguardo alla tua sorellina oppure alla delicata corolla colorata.

    E, come se non fosse stato già abbastanza spudorato audace, vedi quello sconosciuto adagiarle delicatamente la camelia tra i capelli -sfiorandole appena il viso con i petali-, e fare un passo indietro per ammirare il risultato, dando infine in un breve sospiro deliberatamente trasognato.

    « Che meraviglia...! ♪ »

    ... già: una performance degna del miglior bugiardo teatrante. E dal momento che non vorrai che la tua sorellina rischi anche solo lontanamente un'esperienza simile alla tua... è probabilmente meglio intervenire.


    Info-Box

    L'approccio da venditrice non ha funzionato, così Aine torna verso il banchetto di famiglia solo per notare che uno straniero -che vede per il momento solo di spalle- vi si è fermato; il giovanotto, però, più che concentrato sui fiori, sembra impegnato a flirtare con Nara in un modo palese e naturale, che denota grande esperienza e disinvoltura... troppa per lasciarti tranquilla. :sisi:

    Dovrebbe essere tutto chiaro - ma, puoi contattarmi in privato per qualsiasi genere di specifica :flwr:

     
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    Sospiro, e torno verso il banchetto di fiori trascinando i piedi.

    “Come penso di poter vivere a Lafiel se non sono in grado neanche di incantare una come quella biondina? Non riuscirei a procurarmi da sola un cliente neanche se mi piombassero addosso dal nul-"

    Una ragazzina in carne e dai capelli rossi mi è appena sbattuta contro.

    “Ehi! Attenta!"

    La guardo fra il sorpreso e lo scocciato, portando in automatico la mano nella tasca dell’abito per controllare che la fialetta delicata di vetro sia ancora lì ancora tutta intera dopo l’impatto. Guardarla dall’alto verso il basso deve averle fatto impressione: sbarra gli occhioni nocciola da cucciolo spaventato e scappa via. “Che dicevo? Neanche se mi piombano addosso! Era perfetta anche lei, timida, carina ma non bellissima, ed un aiutino a conquistare un uomo che…"

    La scena che mi si para davanti agli occhi devia e poi interrompe il flusso dei miei pensieri: “Un uomo che…fa lo splendido con Nara?"

    "È una camelia: indica ammirazione e..."

    “...bellezza perfetta non esibita.”

    "... sì! Come-?”

    “Lo lessi tempo fa, in un libro. Perciò... Una camelia, eh...?”

    Raddrizzo le spalle e velocizzo il passo. È esattamente uno di quei damerini licenziosi che circuiscono le giovani ingenue come mia sorella, ma so bene come vanno a finire queste cose: tante belle parole, complimenti a pioggia, e poi dopo una notte di sesso la lascerà sola e in lacrime, a chiedersi cosa abbia fatto di sbagliato, o peggio ancora, cosa ci sia di sbagliato in lei da non meritarsi l’attenzione di lui. “Hai sbagliato persona, cocco". Avanzo decisa, e sono ormai accanto al belloccio. Osservo meglio le spalle larghe, i capelli scuri e ribelli, e lascio che il tono ammaliatore mi attraversi. “Se proprio devi fare lo stron.. sciupa femmine con qualcuno, io saprei come gestirti, ormai."

    « Che meraviglia...! ♪ »

    “Già, certo che è una meraviglia. Non ci vogliono le lusinghe di un cliente per sapere che la mia bellissima sorellina vende le camelie migliori della città". Sono ancora alle spalle dell’uomo quando interrompo il suo sospiro trasognato, sperando che il mio tono piatto riporti Nara coi piedi per terra.

    Mi sposto dietro al banchetto, ancora senza degnarlo di uno sguardo. Metto una mano sulla spalla di Nara, dandole una scrollata, sperando che non sia così sprovveduta da cadere nella rete di questo tipo. Va bene che sogni ancora l’amore, ma che si trovasse un bottegaio onesto o un ragazzo buono, non uno così.

    Mi volto finalmente nella sua direzione, con un sorriso condiscendente sul volto, pugnalandolo con gli occhi.

    “Piuttosto mi dica un po’… Su quel suo libro insegnano anche metodi simili per cercare di conquistare una donna?" chiedo, mettendo su un finto broncio dispiaciuto. “In questo caso, dovrebbe proprio restituirlo a chi glielo ha venduto e chiedere un rimborso. Mi dispiace dirglielo, ma il suo approccio è tremendo, manca completamente di fantasia ed originalità. Scommetto che lo utilizza con ogni bella ragazza che le interessa, e questo è molto triste", conclusi, giocherellando con le corolle più vicine alle mie dita, senza staccare lo sguardo dal bellimbusto.




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    “Ehi! Attenta!"

    Nonostante la sorpresa e la spontanea insofferenza che l'impatto nella folla ti provoca, apostrofi prontamente la ragazzina dai capelli rossi con quella che -alla fin fine- ti esce più come una raccomandazione che non come una sgridata, ma -vuoi per timidezza, timore o semplice fretta- l'interpellata sembra non sentirti e si amalgama alla fiumana facendotela perdere di vista.

    Istintivamente, porti la mano alla tasca dell'abito amaranto per sincerarti che la fialetta che vi custodisci sia ancora intatta, ma non hai il tempo di rasserenarti per il contatto familiare con i suoi contorni, perché qualcos'altro richiama improvvisamente e con urgenza tutta la tua attenzione.

    “Un uomo che…fa lo splendido con Nara?" E che magari le farà perdere la testa, si approfitterà di lei, e poi le spezzerà il cuore? Nossignore: non davanti ai tuoi occhi. “Hai sbagliato persona, cocco." Così torni alla bancarella di famiglia a passo impettito, e ti intrometti nella conversazione con tempismo impeccabile e con un tono freddo ed algido come una lama spietata, piombando alle spalle di quel tipo.

    “Già, certo che è una meraviglia. Non ci vogliono le lusinghe di un cliente
    per sapere che la mia bellissima sorellina vende le camelie migliori della città."


    Ignorando volutamente il giovanotto, scivoli dietro al banchetto senza ancora degnarlo di un'occhiata, e intanto -come hai sperato- la tua voce suona come una doccia fredda alle orecchie dell'ingenua Nara, che si ridesta dall'idillio con un sussulto, e si volta per dedicarsi alla disposizione di alcuni fiori nelle fioriere di esposizione con le guance imporporate.

    “Piuttosto mi dica un po’… Su quel suo libro insegnano anche metodi simili per cercare di conquistare una donna? In questo caso, dovrebbe proprio restituirlo a chi glielo ha venduto e chiedere un rimborso."
    prosegui, trafiggendo la bella faccia di quell'uomo con un'occhiataccia fredda e penetrante
    “Mi dispiace dirglielo, ma il suo approccio è tremendo, manca completamente di fantasia ed originalità. Scommetto che lo utilizza con ogni bella ragazza che le interessa,
    e questo è molto triste"


    Per nulla intimidito dallo sguardo affilato che gli riservi, il giovane dai capelli scuri -alto e longilineo- sostiene i tuoi occhi con delle iridi di uno stupefacente color magenta, e ben lungi dal mostrarsi infastidito dal gelido approccio che gli hai riservato, lo vedi increspare le labbra ben disegnate in un sorriso elegante che sembra pure un po' sornione e vagamente compiaciuto.

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    « Una delicata Camelia, e una splendida Rosa, coronata di spine! ♥
    È proprio vero che la bella Matafleur è madre delle più straordinarie fioriture... ♪ »


    La replica dello sconosciuto arriva pronta e composta, come se non fosse per nulla scoraggiato e nemmeno sorpreso dall'atteggiamento che hai deciso di adottare con lui; probabilmente, deve avere esperienza anche con quei modi, e... non sembra intenzionato a battere in ritirata alla prima difficoltà, cosa per la quale puoi riconoscergli almeno il pregio della perseveranza.

    « La ringrazio per il suo parere spassionato, Madama Rosa, e ne farò certamente tesoro, ma temo di doverla contraddire: il libro in questione non era che un vecchio e noioso volume di botanica... una lettura che non potrebbe essere più lontana dagli interessi di qualunque damigella, ma in cui speravo di trovare qualche riferimento per alcuni bozzetti. »

    Il giovanotto parla con la voce spigliata di chi è abituato a fare l'oratore, sorride disinvolto come chi è consapevole del proprio fascino, e sembra davvero lieto dei tanti spunti di conversazione che gli hai offerto; tutti piccoli dettagli che si incastrano con il profilo dell'Artista, di cui ha appena fatto cenno, e con cui ha già sottilmente motivato la sua presenza -e insistenza- al banco della tua famiglia: se si vogliono disegnare dei fiori, è sensato cercare fiori da ammirare studiare dal vivo.

    « Nonostante questo, mi rincresce averla rattristata, Madama Rosa...
    ...e le sarei profondamente riconoscente se mi permettesse di fare ammenda. »

    prosegue, mentre lo vedi portarsi una mano sul petto ed eseguire un lieve inchino
    « Magari potrei offrirle un thè? Passeggiando per la fiera, ho notato una pasticceria davvero graziosa sul boulevard principale. »


    Info-Box

    Per il momento, prosegue la semplice interazione con il PNG: imperterrito ed impenitente, lo sconosciuto sfrutta l'arrivo di Aine per ravvivare la conversazione, e alla fine la invita ad un vicino locale per offrirle un thé e qualche dolce... e magari approfondire la conoscenza. :pft:

    Hai piena libertà su come comportarti e cosa rispondere! :flwr:

     
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    “Una delicata Camelia, e una splendida Rosa, coronata di spine! ♥ È proprio vero che la bella Matafleur è madre delle più straordinarie fioriture... ♪”

    Cerco di trattenermi dall’alzare gli occhi al cielo a quest’uscita melliflua e stantia; mi ricorda la stessa sensazioni dei dolcetti di nonna Mo quando li tira fuori da quella sua scatola di latta quando andiamo a trovarla. La tiritera sui fiori e sulla città dove sono nata l’ho sentita così tante volte... Senza contare quanto banale fosse associarmi ad una rosa appena visto il colore del mio vestito. Sospiro.
    Devo ammettere però che il ragazzo, qui, ha proprio un bel faccino, e degli occhi niente male. Se riuscissi a mandare in sottofondo tutte le cose che cerca di sciorinare per infiocchettarsi, non mi dispiacerebbe mica averci a che fare. Non è certo uno che abbia bisogno dei miei filtri per trovare una sprovveduta e giocarci - oggi la città ne è piena ed ha parecchie frecce al suo arco - ma non devo per forza pensare al lavoro ogni minuto di questa giornata, in fondo. Magari potrei concedermi una pausa rigenerante per concentrarmi meglio sulla vendita più tardi... no? E ai sensi di colpa ci penso dopo.

    “La ringrazio per il suo parere spassionato, Madama Rosa, e ne farò certamente tesoro, ma temo di doverla contraddire: il libro in questione non era che un vecchio e noioso volume di botanica... una lettura che non potrebbe essere più lontana dagli interessi di qualunque damigella, ma in cui speravo di trovare qualche riferimento per alcuni bozzetti.”

    Ci sono così tante cose sbagliate in questa sua uscita che mi viene da passarmi la mano fra i capelli per la disperazione. Prendo un nuovo respiro profondo, mascherando il gesto con un finto volerli acconciare meglio. Intanto, è uno che realizza bozzetti, probabilmente un pittore o un artista di qualche sorta; praticamente, l’unica professione al mondo che gli permetterebbe di guadagnare meno di me - anche se, visto che non mi sto muovendo a vendere nulla, probabilmente anche un nullafacente farebbe meglio della sottoscritta... -
    Mentre scaccio a fatica dalla mente l’immagine mentale di lui che chiede a Nara di posare nuda per uno dei suoi disegni, una parte indignata della mia mente registra che ritiene le donne troppo stupide per poter trovare un libro sulla botanica interessante. “Misogino superficiale!” Ne ho letti sicuramente più di lui, ammesso e non concesso che non si sia limitato a guardare soltanto le figure.
    Ed infine... Madama Rosa. Neanche lo sforzo di chiedermi come mi chiamo? Per quanto sia intrigante che non se ne sia andato via come un cagnolino bastonato alla mia uscita, se proprio vuol restarsene qui a parlare scavandosi la fossa, che almeno faccia lo sforzo di sapere con chi parla. Che dicevo? Fa così con tutte, forse neanche gli interessa con chi sta parlando.

    “In fondo, non interessa neanche a me chi sia lui. Mica devo sposarmelo.”
    Lo sguardo con cui lo sto trafiggendo - passato tra il belligerante e l’annoiato - comincia a sciogliersi a questa riflessione.
    “Già, Aine, non è che stai facendo tanto meglio.”
    Un po’ punta sul vivo, mi sforzo di ascoltare quanto ha da dire.


    “Nonostante questo, mi rincresce averla rattristata, Madama Rosa...e le sarei profondamente riconoscente se mi permettesse di fare ammenda. Magari potrei offrirle un thè? Passeggiando per la fiera, ho notato una pasticceria davvero graziosa sul boulevard principale.”

    L’immagine di Nara a fargli da modella per un disegno mi ritorna in mente, un flash fra gli altri pensieri. “Sì, decisamente meglio portarlo via di qui.” E poi chissà... magari quando abbandonerà questo atteggiamento sostenuto da dongiovanni potrebbe svelare qualcosa di meglio. In fondo, carino è carino. Alla peggio mi sarò rifatta gli occhi per un po’, e ci avrò pure guadagnato un thè.

    “Anche se non possiamo neanche incolpare il suo libro, ed il fatto che sia tutta farina del suo sacco renda tutto ancora più grave, Signor... , comincio a rispondere, prendendo un mazzettino di fresie profumate e fiori della nebbia di fronte a me. Per arrivarci mi sporgo un po’, e studio il ragazzo per vedere se tiene gli occhi fissi sul mio volto o se si sono spostati sulla scollatura del vestito. Faccio quindi nuovamente il giro del banchetto, continuando a guardarlo. “Non so ancora il tuo nome”, faccio intendere lasciando in sospeso il discorso per qualche secondo, con un mezzo sorriso e col capo inclinato. Giglio?
    Mi avvicino e gli porgo il mazzolino di fiori. Mistero e leggerezza, a buon intenditor...
    “...Verrò con lei. Mi fa strada?”


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    Edited by GreyFox - 14/9/2020, 15:15
     
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    “Anche se non possiamo neanche incolpare il suo libro, ed il fatto che sia tutta farina del suo sacco renda tutto ancora più grave, Signor... Giglio?

    Mentre ti chini casualmente in avanti con la scusa di voler comporre un piccolo bouquet con alcuni fiori del banchetto di famiglia -ma per mettere in realtà alla prova le attitudini del giovanotto-, studi il volto dell'uomo dalle iridi ametista, già pronta a giudicare il tuo interlocutore per la traiettoria del suo sguardo.

    « Avete spine implacabili, Madama Rosa...! ♪ »
    cinguetta il Giglio, con tono finto-afflitto
    « ...ma è parte del vostro fascino, dopotutto. ♥ »

    L'occhio sarà appuntato sul tuo viso, dimostrando il rispetto minimo che si richiede da una conversazione? O la tua provocazione lo avrà invitato a qualche occhiata licenziosa, attirandolo nel tuo tranello? E la verità è... nessuna delle due cose, in effetti: con la fronte increspata da un cipiglio concentrato, le iridi color magenta seguono i movimenti delle tue mani, soffermandosi con curiosità sui fiori che hai selezionato.

    A riprova della sua poca conoscenza in campo di botanica, lo Straniero non sembra conoscere il linguaggio dei fiori, eppure pare intuire la tua intenzione di dirgli qualcosa, così accetta il mazzolino quando glielo porgi, e dopo aver osservato la composizione per qualche intenso istante -con l'attenzione di un accademico che contempli un messaggio cifrato- ricambia il tuo sorriso e muove col capo un cenno di ossequio.

    « Questi sono davvero molto belli! Li incorporerò nella mia prossima composizione...! ♥ »
    “...Verrò con lei. Mi fa strada?”
    « Servo vostro, Milady. »

    Così dicendo, il giovane si concede qualche momento per trovare nel tascapane un laccetto colorato con cui vincolare i gambi del mazzolino floreale alla propria cintura, lasciandoseli penzolare al fianco... proprio accanto alla gonfia borsa del denaro, da cui preleva un paio di corone d'oro (decisamente un'esagerazione per qualche fiore!), che lascia sul piattino della cassa, alla custodia di Nara, con un occhiolino ed un sorriso affascinante.

    « Spero siano sufficienti. Vi auguro buon lavoro, Camelia! »

    Tua sorella minore lancia un'occhiata fugace alle monete, ma a giudicare dal piccolo broncio che le appare sul viso risulta evidente che avrebbe in verità preferito unirsi a voi o essere al tuo posto; soprattutto quando il Messer Giglio torns a voltarsi verso di te e ti porge il braccio, come un perfetto cavaliere.

    « Permette...? »

    png

    Che tu abbia accettato o meno il braccio che lo Straniero ti ha offerto, vi incamminate insieme verso uno dei tanti deliziosi localini che punteggiano la città in quel giorno di festa; risalire le ampie strade trafficate non è stato troppo disagevole, e il tragitto a piedi non ha richiesto che un buon quarto d'ora di marcia prima di giungere a destinazione, e lungo il percorso hai scoperto qualcosa in più sul tuo accompagnatore...

    jpg« Il mio nome è Kerobal: sono uno studioso della Biblioteca di Palanthas, nella Capitale. »

    Così si è presentato una volta che siete rimasti soli, con un ampolloso inchino da gentiluomo o da rodato commediante, senza farti pressioni di sorta per conoscere il tuo nome e limitandosi a scortandoti fino ad un'isolotto di tavolini e sedie dal design raffinato, separati dal marciapiede da una linea di fioriere rigogliose, che racchiudono quell'angolino in un'atmosfera intima ed idilliaca.

    Ora che siete seduti uno di fronte all'altra, col menù tra le mani e la quiete per discorrere, è lui ad intavolare un primo argomento.

    « Sembrate conoscere bene i fiori e il loro linguaggio... eppure sono curioso: come mai mi avete associato il Giglio? Per quel poco che ne so, si tratta di un simbolo di purezza... »

    Il sorrisino sardonico che gli aleggia sulle labbra ben disegnate basta a suggerire quanto trovi comica la cosa... ma, non di meno -come ogni buono studioso dovrebbe fare-, l'Artista aspetta che qualcuno più edotto di lui lo illumini su quella questione.


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    Ancora un semplice turno di interazione! :flwr:

     
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    Faccio un sorriso sorpreso e compiaciuto all’uomo dagli occhi ametista; sembra quantomeno essere in grado di non appuntarli sulle mie grazie e riesce a non perdersi alla semplice vista di qualche curva sotto la stoffa. Ottima cosa per un seduttore con poca intenzione di fare sul serio con una donna. Per di più, se quel libro di botanica lo ha letto sul serio, potrebbe tranquillamente aver colto cosa intendevo con quel mazzolino. Tipo sveglio. Affettato, pomposo, ma sveglio.

    Sto quasi per rivolgergli un sorriso sincero quando vedo che allunga una quantità spropositata di denaro a Nara. Non riesco a capire se con questo gesto pensi di fare colpo per la sua generosità, riservandosi il diritto di tornare e provare a ingraziarsi mia sorella, ma quello che so è che fare lo sbruffone facendomi la carità non è il modo giusto di stare al mondo. Il sorriso mi si congela sul volto, diventando gelido e di una cortesia puramente pro forma.

    Decido comunque nel giro di un attimo che non ha senso farne un caso: Nara ha la stessa espressione di un gatto accarezzato contro pelo con una mano bagnata, ed almeno quelle monete in più serviranno a farmi perdonare più tardi. La porterò in giro per la città a comprare qualcosa di carino, magari qualche nastro colorato da intrecciarle nei capelli, e forse la fialetta che porto con me potrei regalargliela per farle godere questa serata insieme a qualcuno di meno sfacciato del giovane Giglio.
    (La felicità di mia sorella…la scusa perfetta per non dover vendere il mio filtro, no?)
    Le faccio un sorriso rassicurante, mi volto in modo che il belloccio non mi veda direttamente e le mimo con le labbra un “fidati di me”.

    “Permette...? ”

    Accetto con un cenno cortese del capo il braccio che il Signor Giglio mi sta offrendo e lo seguo docilmente, cercando di sciogliere i muscoli e di lasciarmi reticenza e fastidio alle spalle ad ogni passo. Lo scopo di allontanarlo da Nara è già centrato, ed ora posso soltanto sforzarmi di prendere qualcosa di buono da questo tempo condiviso. Inoltre non penso proprio a lui come a un possibile cliente, e la cosa riesce a rilassarmi. Le strade familiari sono piene di suoni e profumi, ed il tocco caldo con il braccio del Giglio ha un che di confortante.

    “Il mio nome è Kerobal: sono uno studioso della Biblioteca di Palanthas, nella Capitale.”

    Considero di abbandonare il lei e passare al voi, non per sottolineare che lo rispetti meno, quanto per avvicinarci un po'. “Io sono Aine, e sono un’alchimista della città. Forse una delle rare donne che non trovano affatto noiosi i libri di botanica” lo pungolo, con le labbra arricciate in un sorrisetto sardonico. “…Ragion per cui, nonostante abbiate un bel nome, mi piacerebbe continuare a chiamarvi Giglio. In fondo, potete essere Giglio solo per me al mondo”, proseguo, aggiungendo un po’ di miele alle ultime parole.

    “Dalla Capitale…” riprendo dopo qualche passo, con un’espressione misuratamente pensosa. “È un sacco di strada da fare per perdersi nei cliché. Mai possibile che voi uomini pensiate subito alle rose?”, dico in un sospiro con la fronte corrucciata, sollevando gli occhi al cielo.

    Nonostante lo sfottò che gli ho rivolto, devo ammettere che Kerobal ha gusto: ha scelto un angolino niente male, bello ma semplice, privo di tutti quegli inutili fronzoli di cui continua a vestirsi. Lo fisso con attenzione. “È un vero peccato che si comporti come un teatrante che deve dimostrare qualcosa a un pubblico. È pure carino, dovrebbe soltanto togliersi di dosso quella maschera assurda da damerino…” rifletto, facendogli un sorriso incoraggiante. Magari il posto aiuterà.

    “Sembrate conoscere bene i fiori e il loro linguaggio... eppure sono curioso: come mai mi avete associato il Giglio? Per quel poco che ne so, si tratta di un simbolo di purezza... ”

    “Che adorabile faccino da schiaffi, il mio Signor Giglio”, rifletto ridacchiando. “Purezza. Lui!”
    A questo punto il mio ridacchiare è quasi diventata una risata di cuore, con tanto di lacrimuccia all’angolo degli occhi. Mi sforzo di prendere un respiro profondo e di rispondergli.
    “Non siate offeso, non ridevo di voi”, gli dico, fissando i miei occhi nei suoi. Belli. Chissà da dove arrivano occhi del genere. “È che non mi fate pensare proprio alla purezza, Signor Giglio”, dico giocherellando con i capelli. “Non vi avrei di certo affidato il mazzolino che avete legato alla vostra cintura, altrimenti”, aggiungo a voce più bassa, con un tono caldo e suadente, vagamente ammiccante, avvicinandomi a lui inclinandomi sul tavolino. Lascio che il mio sguardo affondi dentro il suo, che metta radici per un lunghissimo istante, a labbra socchiuse. Quando la tensione diventa palpabile, mi tiro su lentamente, spezzando qualunque incantesimo potesse nascere.
    Scuoto piano la testa, un sorriso leggero sulla bocca. “È che il giglio ha un significato diverso a seconda del colore…”, spiego con leggerezza, facendo un gesto distratto con la mano destra.
    “…Ed ancora non ho deciso di che colore siate per me.”

    Torno a guardarlo con un sorriso.
    “Avete tempo per sorprendermi, Signor Giglio.”



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    sull'orlo di un precipizio.


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    “Io sono Aine, e sono un’alchimista della città.
    Forse una delle rare donne che non trovano affatto noiosi i libri di botanica”


    Davanti alla frecciatina con cui ricambi la presentazione, il giovane Artista arriccia le labbra ben disegnate in un sorrisino in tralice, perfettamente a suo agio, e sembra sentirsi più complice della tua brillante arguzia, che non in qualche modo risentito o imbarazzato dalla velata recriminazione del vostro davvero recentissimo e ancora fresco passato.

    Dopotutto, per quanto il suo ego sia evidentemente grosso quanto un pachiderma,
    sembra essere anche un bersaglio decisamente difficile da centrare - o anche solo da scalfire.

    “…Ragion per cui, nonostante abbiate un bel nome, mi piacerebbe continuare a chiamarvi Giglio. In fondo, potete essere Giglio solo per me al mondo”

    « Oh, se Milady vuole già appropriarsi di una parte di me, posso solo che dirmene onorato...! »
    replica, fiutando la trappola melliflua e stando al gioco
    « E sia: per oggi sarò il "solo vostro" Giglio...! »

    Mentre vi sistemate al tavolino del bar, continuate a fare serenamente conversazione, e intanto tutto intorno è un via vai di gente... sia nella strada, al di là della siepe fiorita che separa lo spazio del locale dalla carreggiata, sia tra i separé di ferro battuto -supporto di edere e fiori rampicanti- che garantiscono un buon livello di privacy ai singoli tavoli.

    “Dalla Capitale… È un sacco di strada da fare per perdersi nei cliché.
    Mai possibile che voi uomini pensiate subito alle rose?”


    Per nulla scoraggiato dalla calcata esasperazione con cui riprendi la conversazione, sospirando crucciata e levando gli occhi al cielo, il giovanotto dagli occhi magenta sfodera un altro sorriso affascinante e reclina la testa bruna da una parte.

    « Le rose hanno titolo di "regine dei fiori", e tutte le donne sono regine. »
    replica con un'alzata di spalle, senza perdere quel suo sorriso
    « Il fatto che le rose siano il fiore più facilmente accostato alle signore non vuol dire certo che siano tutte uguali: è proprio sul nostro libro della discordia che ho letto che ne esistono quasi tremila varietà...! »

    Per un momento, mentre lo studi con attenzione negli occhi ed un sorriso sulle labbra, cala tra voi un certo silenzio... che torna a riempirsi con un altro discorso sui fiori: perché proprio il Giglio?

    Ricalcando quella lettura sulla personalità che ti trovi davanti, già solo rievocare la dicotomia esistente tra quel fiore e un simbolo di "castità e purezza" è sufficiente a indurti alle risa più accorate, ma per quanto possa apparire a primo impatto una cosa poco educata il vedersi ridere in faccia dal proprio interlocutore, lo Studioso di Palanthas si limita a reclinare la testa da una parte, con filosofia e con curiosità.

    “Non siate offeso, non ridevo di voi.”

    Quello annuisce, concorde: non l'ha pensato neanche per un momento; come già detto, sembra avere una considerazione di sé troppo solida e troppo alta per vacillare sotto il peso di qualcosa di grazioso ed innocuo come la risata spontanea di una bella fanciulla... e, decisamente, la purezza è un concetto così avulso dalla sua persona, che il contrasto di un simile accostamento farebbe in tutta sincerità sbellicare anche lui.

    “È che non mi fate pensare proprio alla purezza, Signor Giglio: non vi avrei di certo affidato il mazzolino che avete legato alla vostra cintura, altrimenti.”

    Incatenando i vostri sguardi, ed abbassando la voce in un tono basso e sensuale, ti protendi sul tavolino, verso di lui, che -vedendo il tuo gioco- ti imita con calma e discrezione, probabilmente con la pretesa di udire meglio quel mormorio confidenziale e guardare a sua volta meglio nei tuoi occhi; sulle labbra ha sempre quel sorrisino sornione ed accattivante, da gatto, perfettamente compassato anche quando -dopo un lungo istante- torni a ritrarti sulla tua sedia, scuotendo leggermente il capo e facendo ondeggiare i lunghi capelli setosi in una sinuosa onda nera.

    “È che il giglio ha un significato diverso a seconda del colore…
    ed ancora non ho deciso di che colore siate per me.”
    ”[/color]
    riveli, spingendo l'interlocutore ad arricchire il suo sorriso di una sfumatura compiaciuta
    “Avete tempo per sorprendermi, Signor Giglio.”

    A sorprenderti all'istante è tuttavia qualcos'altro: d'un tratto, ti viene gettato sulla testa un grande drappo di spessa stoffa (un lenzuolo o una tovaglia?), e mentre tutto diventa buio i suoi lembi sono usati per legarti alla meglio le braccia contro il corpo; la cosa che più ti preoccupa e disturba è che tuttavia un'altra: mentre intorno a te si alza una certa concitazione -esclamazioni sorprese, gambe di sedie che strusciano sul lastricato, e persino qualche porcellana che precipita al suolo e va in pezzi-, una mano si cala di prepotenza nella tua tasca, afferra la fiala che vi custodivi gelosamente (nell'attesa di un qualche acquirente), e si disimpegna alla svelta, scrollandosi di dosso ogni tuo tentativo di trattenerla alla cieca.

    jpgQuando riesci a sciogliere il debole nodo che ti ha avvinto nella sua stretta, e a toglierti dal capo la tovaglia che è stata usata per l'attacco, mentre gli occhi di tutti gli astanti sono rivolti alla strada -dove presumibilmente l'aggressore è scappato, mischiandosi alla folla- ti ritrovi a fissare lo sguardo sornione ed il sorriso imperturbabile di Kerbal, che sorseggia il suo thé da una tazzina con fare disinvolto.

    « Questo è stato singolare. »
    commenta con calma, prima di reclinare il capo da una parte
    « ...e siete adorabile anche con i capelli così arruffati. ♥ »

    Che razza di tipo! Starsene lì a fare salotto mentre tu vieni assalita e derubata! Ci sarebbe da prenderlo a schiaffi, da piantarlo in asso lì da solo, o da fargli una scenata, se non fosse che è probabilmente il miglior testimone di quanto è successo, visto che deve aver assistito a tutta la scena. ...magari puoi fargliela pagare dopo aver scoperto che cosa sa.


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    TA-DAN! Plot-Twist! :win:

    Mentre sei distratta a parlare con Kerobal qualcuno ti butta sulla testa una tovaglia, e ti sottrae la pozione che volevi vendere! :tend: Certamente non vorrai lasciar correre... anche perché, per esperienza personale, sai che potrebbe anche essere pericoloso lasciare un filtro del genere in mani incaute. :sisi: E se dovesse succedere qualche guaio... beh, in città sanno che sei una studiosa di Alchimia: potrebbe pure venirtene qualche rogna! :flwr:

     
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    Un secondo prima ho lo sguardo sornione del dongiovanni incatenato al mio, ed un attimo dopo tutto si fa buio. Prima che me ne renda conto qualcosa mi piomba addosso, oscurandomi la vista. La luce filtra attraverso la trama fitta e mi rendo conto che sia un tessuto. Faccio per togliermelo di dosso, chiedendomi che razza di strano gioco di seduzione abbia in mente Kerobal, quando mi rendo conto di avere le braccia strette dai nodi dello stesso tessuto. Mi tiro in piedi di scatto, sbattendo contro lo spigolo del tavolino e lanciando un’imprecazione degna dei peggiori scaricatori di porto.

    “Kerobal, non è divertente!” protesto, cercando ancora di divincolarmi e di togliermi di dosso qualunque cosa avessi sulla testa. Una mano si fa strada lungo il mio corpo, e un brivido freddo mi scorre lungo la schiena. “Qui? In mezzo a tutti? Ma è davvero impazzito?!”

    La mano si fa largo nella mia tasca, afferra la boccetta con il filtro d’amore, e di improvviso realizzo cosa stia accadendo davvero. Mi agito, mi giro, dimenandomi sotto a quel… “Che accidenti è? Ma insomma, mi date una mano?!” sbotto con rabbia, e nella foga rovescio la mia sedia, che cade in terra facendo più rumore di quanto mi aspettassi, facendomi sobbalzare. Finalmente riesco a liberarmi di quella che pare essere una delle tovaglie del posto, e mi giro verso il mio accompagnatore, che con tutta la nonchalance del mondo sorseggia con calma il suo thè.

    “Questo è stato singolare…e siete adorabile anche con i capelli così arruffati. ♥”

    Se i miei potessero sprizzare fuoco, Kerobal sarebbe già dovuto morire inghiottito fra le fiamme.
    “Singolare!” replico, con una voce più acuta di quanto volessi. Mi porto rapidamente le mani alle tasche per accertarmi che non manchi altro, e vedere che null’altro è stato rubato mi mette il cuore in pace per un breve istante.

    Cercando di rimettere i capelli in ordine, e puntando lo sguardo ora sulla direzione in cui si accalcano le persone, ora su Kerobal, chiedo: “Avete visto chi è stato? Che aspetto avesse e dove sia andato?”

    La mia mente realizza solo una frazione di secondo dopo che chiunque abbia deciso di frugare nelle mie tasche sapeva con esatta precisione cosa cercare. Non ha preso soldi, o altri filtri. È andato (o andata…) a colpo sicuro. Le persone che mi conoscono in città sono abbastanza, ma se dovessi contare quante conoscano l’esatta natura del mio lavoro, il numero scenderebbe considerevolmente. Quante altre invece sapessero cosa avevo in tasca con esattezza, beh, quelle potevo contarle sulle dita di una mano. E quante possano cercare un filtro del genere proprio oggi…
    Non faccio neanche il gesto di voler rialzare la sedia per fermarmi ancora lì. Fisso Kerobal trasudando impazienza e stizza, esortandolo con il linguaggio del corpo a darmi una risposta alla svelta; non posso lasciare che chiunque sia stato se ne scappi via incolume.


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    “Kerobal, non è divertente!”

    Il primo pensiero che segue il buio improvviso è che quella situazione sia qualche strano scherzo dell'uomo che ti accompagna, ma il sospetto dell'aggressione diviene certezza di furto non appena senti una mano affondare a colpo sicuro nella tasca del tuo abito e rapirne la fiala contenente le tue prodezze alchemiche.

    “Che accidenti è? Ma insomma, mi date una mano?!”

    Con una certa rabbia per l'inazione di quelli attorno a te, cominci a dimenarti sul posto, lotti per metterti in piedi, e nell'immediato ottieni appena il risultato di rovesciare la sedia che occupavi, producendo un gran fracasso. Almeno questo, vuoi sperare, richiamerà l'attenzione di qualcuno!

    Peccato solo che sia troppo tardi: quando riesci ad allentare il nodo dei lembi di stoffa che ti imprigionano, e liberarti dal cappuccio in cui la tovaglia è stata trasformata, il ladro si è già allontanato... e la bella faccia da schiaffi di Kerobal, e il modo spensierato in cui sorseggia il thé e pronuncia i suoi commentini smargiassi sono tutt'altro che di conforto.

    “Questo è stato singolare…”
    “Singolare!”
    “…e siete adorabile anche con i capelli così arruffati. ♥”

    Con uno sguardo capace di incenerire, ritorci contro il tuo interlocutore la parola del tutto inappropriata che ha scelto per l'inaccettabile attacco che hai subito sotto i suoi strani occhi magenta e in pieno giorno; quello, tuttavia, nel percepire la nota acuta nella tua voce agitata reclina con garbo la testa scura da una parte, sbattendo le palpebre perplesso e sostenendo il tuo sguardo stizzito.

    “Avete visto chi è stato? Che aspetto avesse e dove sia andato?”

    Intanto, ispezioni l'interno delle tue tasche solo per confermare quel che già sapevi: il ladro si è impossessato del Filtro... e, stranamente, solo di quello. Che si tratti di qualcuno che conosci? Improbabile scegliere un'aggressione in pubblico come approccio, in quel caso, perciò... Qualcuno che ti conosce? In città è effettivamente noto che ti rechi spesso dal tuo Mentore -un affermato alchimista- in qualità di studente, come già anche tuo fratello prima di te...

    Un sospiro afflitto lascia le labbra dell'Artista mentre depone a malincuore la sua tazza di tè e si rimbocca un poco la manica destra, richiamandoti alla realtà e -anche se sei ora piuttosto vigile- sorprendendoti un pochino nel modo in cui le sue dita affusolate affondano nella superficie della gemma di giada che orna la polsiera di pelle che indossa; con tutta la naturalezza del mondo, il giovane ne estrae una matita, e con l'altra mano recupera un tovagliolo di carta dal tavolino, cominciando a scribacchiare distrattamente qualcosa mentre intanto riporta lo sguardo su Aine.

    « Chi vi ha giocato questo strano scherzo è una ragazzina: più bassa di voi di qualche centimetro, ma più in carne... con capelli rossicci dall'aria ingovernabile legati in una crocchia alta, occhi colore nocciola molto espressivi, labbra ben disegnate, naso un po' schiacciato, viso tondo, fronte alta e graziose efelidi. »
    descrive a voce, continuando a scrivere senza guardare... anzi, no, a disegnare
    « Aveva l'aria timida e... combattuta, mentre ci seguiva per il viale, come se non sapesse se disturbarvi o meno; dalla quale cosa, ho dedotto che fosse una vostra amica, o qualcosa del genere. Certamente non mi ha ispirato l'intenzione di nuocervi, e il suo gesto mi ha colto un tantino di sorpresa, ma... in ogni caso non ho reputato ci fosse del pericolo. »

    Quando lo Studioso di Palanthas ripone la matita dentro il gioiello del suo bracciale e ti espone l'accurato ritratto che ha riprodotto sul tovagliolo ti trovi a contemplare una fedele riproduzione del volto della ragazzina che ti ha urtato in piazza non più tardi di un paio d'ore fa, quella che poi è scappata via a testa bassa, spaventata senza nemmeno una parola di scuse.

    « Ho notato che vi ha sottratto qualcosa: di che si tratta? Qualcosa di importante? »
    nel porre quelle domande il tono è quello serio e professionale che ci si aspetterebbe da un gendarme
    « La conoscete o sapete dove trovarla? Soprattutto: intendete cercarla per appianare la questione privatamente, o volete denunciarla alle autorità...? »

    Belle domande! Che risposte darai a te stessa, prima ancora che all'Artista? Di certo, non è prudente lasciare una pozione del genere nelle mani sbagliate... e in quelle di una bambina l'effetto che potrebbe prodursi è decisamente pericoloso: un filtro non è un giocattolo da usare incautamente, e la situazione potrebbe degenerare irreparabilmente in un attimo e per futili motivi... Tu lo sai cosa potrebbe accadere, perciò... Che cosa farai adesso?


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    Mille scuse per il ritardo :cry: Come già suggerito nel testo, è il momento di decidere cosa fare davanti al furto del filtro :sisi: Naturalmente è a tua completa discrezione coinvolgere Kerobal e in quale misura, scegliendo quali informazioni dargli su quello che sta accadendo. :flwr:

     
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    Vedere le dita eleganti di Kerobal infilarsi all’interno della gemma che porta al polso mi avrebbe fatta trasalire in un momento più tranquillo; non aveva semplicemente una matita infilata nel polsino, per ogni evenienza, l’ha proprio estratta dalla pietra verde. Sgrano un po’ gli occhi, bofonchiando un “utile” a mezza voce, amareggiata da non aver pensato a qualcosa di simile per proteggere il mio filtro.

    “Devo procurarmi qualcosa del genere”, realizzo.

    Mentre Kerobal è lì che scribacchia, gemo sommessamente e sposto il peso del corpo da un piede all’altro, impaziente di muovermi di lì per provare a riacciuffare il ladro.

    “Chi vi ha giocato questo strano scherzo è una ragazzina: più bassa di voi di qualche centimetro, ma più in carne... con capelli rossicci dall'aria ingovernabile legati in una crocchia alta, occhi colore nocciola molto espressivi, labbra ben disegnate, naso un po' schiacciato, viso tondo, fronte alta e graziose efelidi...

    Neanche lo ascolto più; la voce dell’artista è ormai rumore bianco, mentre nella mia testa le immagini si sovrappongono e si spingono, alla ricerca di un senso. Ancora le labbra di Kerobal si muovo aggraziate, come se lui stesso fosse un disegno, ma i miei occhi e la mia attenzione sono tutti sul tavoglio, dove il viso della ragazzina è disegnato con pochi tratti morbidi e precisi.

    “Aveva l'aria timida e... combattuta, mentre ci seguiva per il viale, come se non sapesse se disturbarvi o meno; dalla quale cosa, ho...

    Questo sconsiderato si è pure accorto che ci seguiva senza dirmi niente! Sollevo lo sguardo nuovamente su Kerobal, mentre ancora mi descrive la ragazzina, e sono furente.

    “Una mia amica?! Ci segue qualcuno ed avete pensato bene di non dirmi nulla?!”, sbotto, come una pentola in ebolizione incapace di contenere l’acqua e le bolle. Eppure il suo volto è sincero, il ritratto dell’innocenza. Mi rendo conto di essere arrabbiata per la situazione contingente, forse avrei fatto lo stesso se qualcuno avesse seguito lui. Prendo un respiro profondo, cercando di lasciar fluire via la rabbia.

    “Scusatemi, non è colpa vostra. E grazie, il disegno è perf...”

    I tasselli si schierano in ordine, si incastrano, e realizzo.
    Click.
    “So chi è.”

    È decisamente lei, la stessa di prima, la stessa che mi ha urtata nella folla. Rabbrividisco, realizzando che già il primo scontro non dev’essere stato frutto del caso, della folla o della goffagine. “Quella ragazzina sapeva benissimo cosa stava cercando”. Mi ha puntata, seguita, sospinta, osservata fino a quando non ha avuto l’occasione perfetta per prendersi ciò che desiderava. Ma perchè? Certo, avevo pensato a lei come a una possibile cliente, se solo fosse stata più grande e responsabile delle sue azioni, ma era così spaventata... “Deve averla mandata qualcuno. Qualcuno che sa meglio di lei chi io sia e cosa sia in grado di fare”.

    “Ho notato che vi ha sottratto qualcosa: di che si tratta? Qualcosa di importante? La conoscete o sapete dove trovarla? Soprattutto: intendete cercarla per appianare la questione privatamente, o volete denunciarla alle autorità...?”

    “Non ho idea di dove sia diretta o chi sia, ma mi è giù sbattuta contro poco prima di incontrarvi. Mi ha sottratto un filtro d’amore, mi ha richiesto parecchio lavoro per farlo”, replico con un mezzo gemito, realizzando quanto perfetto fosse il filtro nella graziosa fialetta di vetro.

    “Vi prego, venite con me e risponderò a tutte le vostre altre domande. Dobbiamo trovarla. Non mi piace essere derubata, tantomeno mi piace lasciare in giro una mia creazione senza che il proprietario sappia come utilizzarla correttamente.”, rispondo, concitata e preoccupata. Nella testa mi ronza un presentimento funesto. Cerco di calmarmi, ricordandomi che non è il filtro più pericoloso che io sappia creare, in fondo è solo un filtro d’amore...

    Solo un filtro d’amore.
    Sono una sciocca.
    So benissimo cosa possa fare una cosa del genere.
    Certo, è preparato bene, stavolta. Niente a che vedere con cosa è capitato a me la mia prima volta.
    Comunque.
    Niente è “solo un filtro d’amore”.



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    L'Amore è un bellissimo fiore,
    ma bisogna avere il coraggio di coglierlo
    sull'orlo di un precipizio.


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    { Bancarelle di Matafleur }
    Lynae Renehan

    Per quanto vasto e variegato sia, non c'è persona sul mondo di Endlos -che sia nativo dell'Est o di altri Presidi- che non abbia mai sentito parlare della Festa del Raccolto; dopotutto, si tratta di un evento molto atteso su per giù da chiunque e per i motivi più diversi: i commercianti sperano di fare buoni affari, i turisti arrivano da ogni dove in cerca di un'esperienza indimenticabile...

    ...e, naturalmente, poi ci sono tutti i giovani della Valle, sempre a caccia di occasioni di divertimento: molte delle comitive disseminate per le Sette Sorelle hanno persino l'abitudine di organizzare delle gite che abbiano come meta il Festival di turno, e... molti di loro sperano ogni volta di incontrare -o reincontrare- qualcuno di speciale attraverso gli abbinamenti dell'Oracolo dei Fiori.

    Quali che siano le tue motivazioni e le tue circostanze, anche tu ti ritrovi a fare parte della variopinta folla che anima le strade della città in questo giorno gioioso: vista la grande affluenza, tieni il tuo micino Pesca in spalla -per evitare che finisca accidentalmente calpestato da qualche visitatore poco attento-, e ciondoli da un banchetto all'altro, ammirando le più disparate mercanzie esposte.

    Mentre ti aggiri per la fiera pensando ai fatti tuoi, rapita dalla musica di un liuto con cui un Bardo dai ricci scuri e gli occhi blu sta incantando la piazza, qualcuno di gran fretta ti investe in pieno: si tratta di una ragazzina non molto alta e un po' grassoccia, probabilmente di quattordici o quindici anni, con i capelli rossicci un po' arruffati intrappolati in una crocchia, e due grandi occhi nocciola molto espressivi.

    Rimbalzando l'una contro l'altra, finite entrambe a terra... e con voi anche le molte fialette di profumi e oli essenziali che un erborista ti ha offerto in omaggio come campioni di prova, e quella che la sconosciuta stringeva tra le mani durante la sua corsa: purtroppo, alcune delle ampolline di vetro si sono rotte nell'impatto, spandendo nell'aria intorno a voi un bouquet di fiori così intenso da ottundere l'olfatto, ma ce ne sono ancora sei o sette rimaste intatte sul pavimento... tutte uguali e senza etichette di sorta.

    Sollevando il viso paffutello e graziosamente spruzzato di efelidi per gettarti un'occhiata mortificata, e borbottando appena qualche parola di scuse, la sconosciuta comincia a radunare le fialette ancora integre, e a soppesarle a due a due tra le mani tremanti come se ne andasse della sua vita.

    Alcuni passanti si fermano ad osservare la scena e ad offrirvi una mano per rialzarvi -mentre molti altri tirano avanti, cercando di non inciampare e non venire spintonati in quell'ingorgo-, ma tu rimani per qualche ragione assorta nel contemplare la ragazzina che ti ha spinto... perché, a guardarla negli occhi, ti sembra davvero preoccupata. Quasi in stato di shock.

    Il problema della fanciulla ti appare subito evidente: non riconosce la sua tra le fialtte di vetro che ha raccolto davanti a sé... e ti piacerebbe aiutarla, ma le ampolline sono tutte uguali a colpo d'occhio... il profumo diffusosi nell'aria da quelle rotte vi avrà probabilmente saturato l'olfatto, rendendo impossibile distinguerle a naso... e poi, state dando non poco intralcio, lì, in mezzo alla strada...

    È il momento di prendere l'iniziativa e fare qualcosa per dirimere questa situazione...!
    Ma che fare?


    { Bar della Piazza }
    Aine Leigh

    Intanto che l'Artista sciorina con ordine e metodo tutti gli elementi della pedinatrice -ora ladra- di cui ha preso mentalmente nota nel corso della breve passeggiata che ha condotto lui e l'accompagnatrice dal banchetto di fiori della tua famiglia al tavolino di quel bar, l'Alchimista cade in un assorto silenzio.

    Lo sguardo è fisso sul fazzolettino di carta con il ritratto della ragazzina, ma la mente vaga a velocità folle alla ricerca di un senso dietro quell'inspiegabile ed imprevedibile evento: non lo trova.

    Piuttosto, una punta di stizza la pungola all'idea che Kerobal si sia accorto degli strani movimenti intorno a loro senza dirle una parola in merito... ed è con lo sguardo rovente e la voce infuriata che la fanciulla non manca di farglielo presente.

    “Una mia amica?! Ci segue qualcuno ed avete pensato bene di non dirmi nulla?!”

    « ...se vi avessi avvertito che una quindicenne ci stava seguendo l'avreste davvero presa seriamente? »

    La replica del giovanotto giunge con serenità, e i suoi intensi occhi magenta sostengono l'occhiata adirata della bella Dama senza battere ciglio, e ...a ben pensarci... non ha tutti i torti... Chi poteva immaginare che una persona così giovane e dal faccino così pulito tentasse un simile colpo di testa, incensurata, in mezzo ai troppi testimoni che la folla di un giorno di festa offre, e per di più in pieno giorno?

    “Scusatemi, non è colpa vostra. E grazie, il disegno è perf...”

    Finalmente, le immagini del suo precedente incontro (e scontro) con l'indiziata divampano come una fiamma guizzante nella mente di Aine, ed ella si perde un istante nel fresco ricordo che la riguarda: i pezzi del puzzle vanno al loro posto, e l'immagine che delineano ha dei risvolti preoccupanti.

    “Quella ragazzina sapeva benissimo cosa stava cercando... Deve averla mandata qualcuno. Qualcuno che sa meglio di lei chi io sia e cosa sia in grado di fare...”.

    Ancora una volta, è la voce di Kerobal a ridestarti dal tuo febbrile elucubrare: con un pragmatismo che non si direbbe proprio tipico di un banale dongiovanni in cerca di divertimento, l'Artista ti pone una serie di domande che ti spingono a focalizzarti sulla contingenza del momento e sulle tue prossime mosse... un fare un po' incalzante, che non mitiga le tue angosce, ma probabilmente prezioso per spingersi a fare qualcosa.

    “Non ho idea di dove sia diretta o chi sia, ma mi è giù sbattuta contro poco prima di incontrarvi. Mi ha sottratto un filtro d’amore, mi ha richiesto parecchio lavoro per farlo.”

    Nell'udire quella rivelazione, l'interlocutore reclina appena la testolina castana da una parte, inarca un sopracciglio con aria perplessa, e sbatte le palpebre come chi crede di non aver sentito bene: non è chiaro se la reazione sia dovuta alla sorpresa di scoprire un tale talento nell'intrigante fioraia che ha appena conosciuto, o al fatto che nutra dubbi sull'effettiva capacità dei filtri d'amore (o dell'amore stesso), ma in ogni caso di astiene dal fare commenti.

    “Vi prego, venite con me e risponderò a tutte le vostre altre domande. Dobbiamo trovarla. Non mi piace essere derubata, tantomeno mi piace lasciare in giro una mia creazione senza che il proprietario sappia come utilizzarla correttamente.”

    Il tuo tono concitato e preoccupato ben esprime il senso di urgenza con cui un brutto presentimento ti si dibatte nella mente, e non importa quali argomentazioni riesci razionalmente a trovare come attenuanti alla gravità di quella situazione: quel filtro è comunque pericoloso, in mano ad una persona che non ne conosce le avvertenze e i modi di utilizzo.

    « Ho bisogno che mi spieghiate di più di questo filtro: gli effetti, la loro durata, il modo di somministrazione... »

    E intanto che Kerobal domanda più informazioni, dopo aver lasciato sul tavolino sufficienti monete per pagare un convivio -probabilmente contemplando un extra per il disturbo-, vi tuffate nella folla che sempre intasa le strade, seguendo la direzione presa dalla fuggitiva.


    Info-Box

    Buongiorno, ragazze! :woot: Chiedo scusa per il ritardo, ma ora che ho le idee chiare sull'intreccio a due -e un po' meno impegni- sono finalmente qui! :flwr:

    Con questo post, diamo il benvenuto a Lucy, e le diamo un turno per "ambientarsi nella situazione"; al prossimo sarete riunite e l'avventura prosegue :yuppi:

     
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    Matafleur, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.




    Comincio a farmi strada fra la folla con accanto quel giovane magnetico. Devo ammettere che un paio di occhi in più per rintracciare quella ragazza mi fanno comodo, soprattutto perchè Kerobal ha dimostrato di essere pronto - gli saranno bastati pochi istanti per imprimere nella memoria il volto della ragazza -, preciso - il suo disegno mi ha letteralmente sbigottita più ancora del furto, ed anche galante. Presa dalla concitazione, di certo non avrei pensato a saldare il conto, ma sembrava un uomo di mondo. Forse ho tolto a mia sorella un buon partito più che una scocciatura... Ma tutto a tempo debito. Ora devo pensare al filtro. Alla ragazza. Accidenti a lei.

    “Ho bisogno che mi spieghiate di più di questo filtro: gli effetti, la loro durata, il modo di somministrazione...”

    “In realtà non è nulla di troppo potente; è uno dei preparati più semplici, ed in effetti in città comincio ad essere nota per questo preparato”, gli rispondo, un po’ affannata per il passo svelto. Vorrei poter correre, ma ci sono troppe persone per la strada.

    “Quando due o più persone bevono dalla stessa fiala sentono immediatamente un’attrazione reciproca a cui non possono resistere”. Una piccola calca intorno banchetto alla destra della strada ad ingombrare il passaggio, un mercante rubicondo alla mia sinistra, ed eccomi a parlare di attrazione stando appiccicata a Kerobal. Decisamente a lui non sarebbe servito un filtro del genere.

    “Nella fialetta non c’è chissà quanto filtro, dubito che più di due – o al massimo tre persone possano bere più di un sorso...”, continuo, cercando di evitare lo sguardo di Kerobal. Sarebbe la ricetta perfetta per un disastro, con tante persone improvvisamente invaghite le une delle altre. “Ed in fondo l’effetto dura poco, di solito qualche minuto, quel tanto che basta a dare coraggio...”, dico, riprendendo coraggio a mia volta. Magari non le succederà niente di strano o di male, visto che l’effetto è limitato nel tempo. Magari solo un momento. Un attimo.


    “Vi prego, non ridete della mia preoccupazione. A volte anche solo attimo...”
    Scanso una vecchina coperta di ghirlande di fiori, una ragazza che ancheggia come un’oca e tre bambini saltellanti. La piazza è di nuovo in vista, quindi mi volto verso Kerobal per prendergli una mano e non perderlo mentre avanziamo nella strada sempre più gremita, dimenticandomi nella concitazione dell’effetto che posso esercitare toccando qualcuno. Devo stare più attenta. Lascio velocemente la presa, e fisso con attenzione Kerobal. In fondo l’ho toccato solo per un momento. Solo un attimo.

    “...a volte anche solo un attimo è abbastanza.”

    Sembra tutto normale, la strada, la folla, Kerobal. Sono solo io che ho il cuore in gola.

    “Va tutto bene?”

    Un vociare ed un gridolio si diffondono da un punto accanto a noi. Mi distraggo per un attimo, mi volto. Riconosco il bardo, la biondina adorante e... un attimo. La ragazza. Qualcuno lì accanto sta provando a tirarla su. Non è andata lontana allora! La folla non è del tutto inutile.

    “Eccola lì!”

    Mi volto verso Kerobal con un sorriso complice ed incoraggiante.




    Scuuuusate il super ritardissimo nella risposta!  prometto di tornare puntuale come un orologio svizzero, fanciulle 

    Scheda
    ❀❀❀
    "Pensato" | "Parlato" | Narrato
    ❀❀❀
    Energia: 100%
    ❀❀❀
    Equipaggiamento:
    Filtri in boccette di vetro | Anello con incastonate pozioni di difesa condensate | Filtro Ermafrodita
    ❀❀❀
    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert | Instant-casting

     
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    L'amore per Lynae verso i fiori era sempre stato immenso, fin da bambina, per questo la Festa del Raccolto per lei è uno dei momenti dell'anno più belli. Si è recata a Matafleur da sola, sfruttando passaggi su carri dai gentili uomini dell'Est. Il panorama attorno a sé cambiava con una dolcezza tipica di un paesaggio dalle tinte e dalle linee morbide, tenui, punteggiate di colori più accesi: rosso papavero, rosa ciliegio, e una piccola Pesca arancione appollaiata come un pappagallo sulla spalla.

    Camminare per Matafleur era per lei una scoperta e, quel giorno, finalmente viveva la Festa da sola. Avrebbe portato dei doni alla madre, alle sorelle, ma la giornata era per lei. Per la giovane donna che stava diventando. Chissà, forse l'amore avrebbe finalmente bussato alla sua porta... forse quel bardo affascinante, dalla voce suadente? 
    Oh, no, lui... lui avrà già chissà quanti corteggiamenti.
    Lynae non desiderava certo essere una delle tante, non dopo aver capito cosa si prova ad essere la più importante, l'unica.


    Distratta da un sospiro e da un ricordo nostalgico, quasi non si accorse di quella ragazzina paffuta e non fece in tempo a spostarsi dalla traiettoria della sua corsa.

    «Oh... ouch.»
    Mormorò.
    Spostò gli occhi tra il celeste e il violetto in quelle nocciole preoccupate, l'olfatto terribilmente compromesso da quegli odori sfuggenti e inebrianti. Sbatté un paio di volte le ciglia per mettere a fuoco una presenza tanto vicina e tanto improvvisa, per poi affrettarsi ad aiutarla.
    «Mi dispiace, ero distratta e non vi ho vista arrivare...»
    Tuttavia, la ragazza non sembrava calmarsi.
    Ma certo... sì. 
    Sarà stato qulacosa di importante, magari un dono.
    Alla sua età tutto sembra di vitale importanza.
    «Prendete anche le mie, per il disturbo»
    Le sorrise con dolcezza, per tranquillizzarla, non notando che qualcuno stava venendo loro incontro.


    Energia: 100%
    Stato fisico: illesa
    Stato mentale: dispiaciuta


    Tecniche utilizzate: -


    Passive degne di nota:
    Incanto Delicato: la sua bellezza eterea e il fascino della sua figura hanno una componente mistica, che fa rimanere abbagliati coloro che per la prima volta ammirano Lynae e che portano spesso sguardi ammirati su di lei.
    Cuore Generoso: la sua indole buona e premurosa la porta a comprendere con più facilità i sentimenti e le emozioni altrui.

     
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20 replies since 3/9/2020, 22:24   364 views
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