Oltre lo Stige di Acciaio e Cemento II

La situazione era critica. Nonostante la fuga della strega, la morte aleggiava ancora sull'intero gruppo e minacciava di portarsi via l'unica vita davvero importante. Rhaziel osservò il corpo dell'Alfiere con la sua visione termica, notando come la temperatura della donna stesse calando e ciò non era per nulla bene. Inoltre aveva perso i sensi, il che faceva scattare un ulteriore allarme: non avevano tempo da perdere, servivano immediatamente delle cure mediche. E non si trattava di qualche cerotto o alcuni punti... probabilmente serviva più di una trasfusione.

Ehi, basta. Stanno arrivando i soccorsi: lascia fare a loro.

Si rivolse al loro salvatore, lo fece con un tono maturo e saggio: non c'era nulla che potessero fare, anzi, una c'era. Dovevano togliersi dai piedi e lasciar fare a delle persone, si spera, competenti. Vedere delle ambulanze nere non era una bella cosa, sembravano essere li per tutt'altro fuorché per fare del bene... tuttavia da esse fuoriuscirono tanti piccoli angioletti, infermiere talmente piccole da risultare quasi ridicole. Le più grandi non avevano più di vent'anni. Ad ogni modo il gruppo di medici riuscì in qualche modo a cavarsela, prestando soccorso ai feriti e anche a chi ormai era più morto che vivo.
Drusilia, Junichi e Augustus vennero caricati su tre mezzi differenti, a causa della calca Rhaziel non riuscì a riunirsi ai compagni e rimase come uno scemo sotto la pioggia... giusto per rendersi conto che colui che li aveva salvati, era sparito nel nulla.

Fantastico.

Mugugnò lo sfregiato.

E ora che cazzo faccio?

Non aveva molte alternative... non sapeva praticamente nulla di quella città e l'unica persona con un po' di sale in zucca che gli era rimasta, aveva pensato bene di svanire. All'appello mancava anche la giullare e porca miseria, nessuno che si era preso la briga di chiedergli come stava. Anche lui era ferito, non era mica giusto.

Ohi!

Provò a farsi sentire dall'esercito medico.

Devo accompagnare l'Alfiere, fatemi andare con lei!

Sembrava tutto inutile. E i tagli bruciavano. E da quanto non beveva un goccio? Gli restava solo quello ormai: trangugiò il contenuto della fiaschetta tutto d'un fiato... gettando poi quest'ultima a terra, ammaccandola.

E basta piovere!

Come ultima scenata alzò le braccia in alto e se la prese con il cielo, che neanche si vedeva.