Occasione Sprecata

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    "Ogni potere eccessivo muore dei suoi stessi eccessi".

    (Casimir Delavigne)

    Deep Blue, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Quando il sole fu ormai stanco ed iniziò la sua lenta discesa, la bella Eva, seduta ad un tavolo vuoto del locale, notò distrattamente la sagoma di un bambino farsi -da grande e sfocata- sempre più piccola e nitida ad una delle finestre del Deep Blue, insolitamente chiuso per mancanza di personale.
    Charles e gli altri host erano stati congedati quella stessa mattina assieme a Quarion, giunto a trovarla per controllare che la situazione non fosse mutata dalla sua ultima visita, mentre Gaspode ed i suoi due nuovi "collaboratori" erano da poco usciti per una ronda. Qualora la situazione fosse loro parsa congeniale, avrebbero attuato il piano di infiltrarsi nella magione della Matriarca di Altatorre attraverso un antico apparato fognario, esattamente come avevano già stabilito, approfittando di un'annunciata assenza della Signora per qualche motivo che importava relativamente.

    Ad Eva non restava che attendere placidamente che fosse tutto finito, rinchiusa in quel posto che -in un modo o nell'altro- era riuscito ad unire tutte le strane personalità di cui si era circondata. Un compito semplice, ma ingrato... ed oltremodo noioso.
    Questo finché -quasi in risposta a qualche sospiro annoiato- il bambino alla finestra di prima, ora di fronte alla porta di ingresso, prese sonoramente a bussare nel tentativo di farsi notare. Doveva avere quattro anni circa e -se non si trattava di un orfanello- per come era vestito non era sicuramente originario di una famiglia ricca.

    -Signoina Eva? Ho una 'tterina del Signor Ga-Ga-Ga-a-nodel! Mi apra, peffavoreeeh!

    Qualora avesse aperto, senza perdere troppo tempo, le avrebbe consegnato un pacchettino di carta profumato con il sigillo dell'Est in bellavista.
    Al suo interno, in una grafia corsiva, elegante e ricolma di riccioli, l'Ambasciatore la aggiornava sulle ultime notizie ricevute dai suoi "uccellini" sparsi nel Presidio Centrale: la Matriarca doveva incontrarsi con un Ambasciatore di Najaza in segreto. Nient'altro fu accennato, solo la zona in cui sembrava diretta: più a nord di dove si trovava, ma particolarmente vasta, suggeriva che sarebbe stato complesso trovare il punto preciso.
    Ciò nonostante... aveva altro da fare?

    Spiarla, inoltre, poteva rivelarsi in qualche modo utile.

    .Istruzioni ~ Occasione Sprecata.
    Gioca pure Eva che va in giro: va bene qualunque cosa, purché tu dica che riesci a intravedere la Matriarca incappucciata ed in attesa di qualcuno solo a tarda notte, a nemmeno un'ora dalla fine di quella giornata. Si trova in una piazza nascosta fra alcuni palazzi: ti consiglio di agire in modo che non ti veda, o rischi di farla scappare.
     
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    Chiusura Straordinaria.
    Sul cartello, anche la data corrente e un motivo di convenienza: "per lutto". Così, Evangeline era seduta ad un tavolo poco lontano dal bancone, mescolando distrattamente un cocktail che si era preparata da sé, guardando nel vuoto e con una mano tenuta sul libro, chiuso, che si era portata da casa. Con i pensieri che andavano a Quarion, a Gaspode, e perfino ai due energumeni che avrebbero aiutato quest'ultimo ad infiltrarsi nella tenuta dei Von Schröder, Evangeline non riusciva a concentrarsi sulla lettura per più di un paio di righe di fila. Finì così per annoiarsi per tutto il pomeriggio.

    Osservando ogni tanto fuori dalla finestra, come se da un momento all'altro sarebbe dovuto arrivare qualcuno a dirle che il colpo era fatto, e che nessuno avrebbe più disturbato il locale, che i loro affari avrebbero ripreso a continuare indisturbati, vide l'immagine di un bambino farsi pian piano più nitida man mano che questa si avvicinava. Questa scomparve poco dopo ma, come in risposta ad un ennesimo sbuffo annoiato, qualcuno bussò alla porta.

    -Signoina Eva? Ho una 'tterina del Signor Ga-Ga-Ga-a-nodel! Mi apra, peffavoreeeh!
    Corse ad aprire, e si ritrovò a dover abbassare di parecchio il capo. Si trattava di un bambino sui quattro o cinque anni al massimo, sicuramente non uno da una famiglia particolarmente agiata.
    « Ciao! Entra pure un attimo, se vuoi. » disse distrattamente, guardando la busta che le fu quasi cacciata in mano. Sigillo dell'Est, carta profumata. Era lui. « Siediti pure, ti porto un succo di frutta, va bene? »
    Se avesse accettato, si sarebbe diretta al bancone e avrebbe versato quindi del succo di mela in un bicchiere abbastanza piccolo da poter esser retto senza problemi da un bambino di quell'età, riempiendolo di nuovo se l'avesse chiesto. Nel frattempo avrebbe letto la missiva recapitatale, gli occhi che si facevano faticosamente strada fra i ghirigori.

    Lisbeth Von Schröder avrebbe dovuto incontrare un Ambasciatore del Nord. La Matriarca sarebbe stata misteriosamente assente dalla sua dimora stasera e, se i conti quadravano, allora quella doveva essere la ragione. Congedò quindi il bambino una volta che questo avesse finito, dopodiché indossò un soprabito pesante, di quelli con cappucci ampi abbastanza da celare facilmente il volto di chi li indossava, di un colore grigio spento. Un'idea regalo di Gaspode, perché "non si sapeva mai". Seguendo la filosofia del cagnolino, Evangeline prese con sé anche un pugnale, che celò fra i suoi vestiti.

    La trovò solo verso tarda notte, incappucciata come lei, in una piazza in cui era stata già altre volte prima d'ora, ma che ora le sembrava più inquietante che mai. Con le spalle contro un muro, provò a fondersi alle ombre, respirando piano, e lanciando qualche occhiata nella direzione della matriarca, senza neppure sognarsi di aprire bocca.

     
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    (Casimir Delavigne)

    Vicoli, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Nel buio della notte, una donna attendeva paziente.
    Il trucco copriva ogni imperfezione dovuta all'età, lasciando al rosso intenso il compito di sviare l'attenzione dai difetti fisici con attenta strategia. Ogni dettaglio era un puro artificio, dal colore degli occhi –quel giorno di un azzurro candido e puro, quasi bianco– a quello dei capelli –di un rame vivace e brillante, palesemente finto. Un abito abbastanza anonimo -almeno per gli standard di Altatorre, tutt'altro che anonimi- era celato sotto un mantello scuro in raso, tenuto al collo da una spilla metallica -forse in ferro- e dalla forma insolita: la pietra preziosa, forse ametista, era lavorata in modo da apparire della forma di uno scudo ed era tenuta legata alla spilla grazie ad un intricato sistema di ghirigori dalla curiosa forma di una chiave.

    Era nata da una famiglia di naufraghi, gli Schröder, che si erano guadagnati con il tempo una discreta ricchezza ed un titolo nobiliare nelle terre del Presidio Ovest. Giunti come semplici contadini svariate generazioni prima, grazie ad un grande senso degli affari ed ottimi accordi commerciali erano divenuti proprietari di vastissimi latifondi e conosciuti per i loro prodotti su tutto Endlos. Cresciuta tra gli agi e le ricchezze, Lisbeth, non aveva mai condotto una vita difficile e non si era mai dovuta preoccupare di costruirsi un patrimonio da sola. Tuttavia, fin dalla più tenera età, aveva sempre mostrato una spiccata abitudine al comando, amministrando al meglio gli averi ed impiegandoli in modo redditizio. Tutto questo fino a quando Altatorre non divenne la perfetta scusa per la sua insaziabile sete di potere con l'ascesa di un Patriarca ancora celibe. C'è chi dice che ad uccidere i genitori di Lisbeth fu una rara malattia, chi invece vede la loro dipartita come il cancellarsi del più grande ostacolo tra la giovane ed il suo obiettivo: Lisbeth si trasferì ad Altatorre intenzionata a far sfruttare le proprie ricchezze e sposare l'uomo che avrebbe realizzato tutti i suoi sogni. Abituata a trattare con braccianti i cui diritti rasentavano quelli degli schiavi, trovò un ottimo strumento di guadagno nella tratta di sfollati e reduci di guerra. Pazientemente, passo dopo passo, strinse accordi e rinsaldò la sua posizione finchè accadde l'evento atteso: il suo matrimonio con il Patriarca, misteriosamente deceduto pochi mesi dopo le nozze, immediatamente dopo averla inserita nel suo testamento come unica erede di quella spilla che -di fatto- la indicava come successiva Matriarca ed amministratrice di Altatorre.

    -Dunque è giunta.

    La voce di un uomo si manifestò all'improvviso ed una sagoma si levò dalle ombre. Aveva la pelle violacea, i capelli d'oro e dei lineamenti aguzzi ed inumani, che tuttavia apparivano armoniosi ed eleganti, per quanto insoliti. Vestiva in nero ed anche lui portava un mantello, ma sembrava velo iridescente, quasi fossero ali di farfalla chiuse sulle spalle ed usate come elegante strascico.

    -Non mi tiro indietro dai miei doveri, e questa stessa notte salderò il mio debito.
    -Non vedo le vergini, tuttavia... e nemmeno un pugnale cerimoniale nelle vostre mani, umana.

    Nella voce dell'uomo vi era un non troppo velato disprezzo... e la passiva rassegnazione della Matriaca lasciava sottintesi raggelanti sul tipo di rapporto che vi era fra il Nord e quel preciso distretto di Altatorre.

    -Riceverete il pagamento entro la mezzanotte.

    .Istruzioni ~ Occasione Sprecata.
    Post introspettivo. Trai le tue conclusioni e attendi.
     
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    Attraverso il velo dell'oscurità notturna, Evangeline riuscì a distinguere dalla sua posizione la spilla che teneva fermo il cospicuo mantello di Lisbeth Von Schröder. Fu non tanto la gemma incastonatavi a colpirla (ametista, una pietra che solo ad Altatorre poteva far parte dell'abbigliamento di qualcuno che non voleva attirarsi addosso attenzioni), quanto invece ciò che fissava la gemma in questione al resto della spilla.
    Le ricordava una chiave. Con Gaspode e i suoi accompagnatori che ora potevano o meno trovarsi all'interno della villa, non riuscì a fare a meno di pensare che quell'oggetto potesse essere collegato in qualche modo a ciò che stavano cercando, non importava quanto prevenuto ed eccessivamente influenzato dagli eventi correnti fosse un simile modo di pensare, o quanto poco rilevante fosse, arrivati a quel punto, un simile dettaglio.

    -Dunque è giunta.
    Disse una voce maschile. Il suo proprietario si palesò non un secondo più tardi, giunto probabilmente da un altro dei tanti vicoli circostanti. Evangeline era certa di non averlo incrociato per strada: in un posto abitato praticamente da soli esseri umani dalla carnagione chiara come la sua, si sarebbe accorta e ricordata facilmente di una creatura simile, con la pelle viola ed un simile volto. Ironicamente, il suo mantello dai colori sgargianti era ciò che dava meno nell'occhio, in tutto l'insieme.

    -Non mi tiro indietro dai miei doveri, e questa stessa notte salderò il mio debito.
    Questa notte? Hanno davvero così poco tempo?
    -Non vedo le vergini, tuttavia... e nemmeno un pugnale cerimoniale nelle vostre mani, umana.
    Vergini? Quindi non era una questione di soldi, quella del famoso pagamento. Si domandò se Quarion fosse già a conoscenza di simili dettagli, e se avesse deciso allora di ometterli deliberatamente, per metterla alla prova o per non spaventarla, o entrambe le cose. Un pugnale cerimoniale significava che le vergini andavano uccise... ma, appunto, dov'erano?
    -Riceverete il pagamento entro la mezzanotte.

    ...quale posto più sicuro che casa propria, per una trafficante di esseri umani? Se fosse stato così, pregò che a casa Von Schröder Gaspode sarebbe stato in grado di sabotare il tutto. Altrimenti, avrebbe dovuto seriamente cominciare ad escogitare un altro modo per toglierla dalla circolazione.

     
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    (Casimir Delavigne)

    Vicoli, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Il tempo che separava i presenti dalla scadenza di quel contratto sembrava quasi un velo palpabile e pesante, ricamato con rovi e spine. Se l'ovvia e prevedibile ansia stampata sul volto della Matriarca ne faceva da protagonista per visibilità e potenza, la gelida postura dell'individuo dall'aspetto inumano rendeva quegli attimi insopportabili da sostenere, anche per chi -semplicemente- attendeva nell'ombra, come Eva. Oltre a pesare, il loro tempo si allargava a dismisura ad ogni attimo che passava; sebbene prima sembrasse avere una qualche logica, in quegli istanti mutava ad ogni capriccio e quasi si percepiva la sensazione che, tra un ripensamento ed una giravolta, decidesse a volte di tornare perfino indietro.

    Fu il suono di un enorme orologio a salvare tutti dalla follia... e a razionalizzare il necessario.
    L'uomo dall'incarnato violaceo attese un solo attimo prima di parlare, il tempo di vedere il volto già pallido della Matriarca sbiancare come il marmo pregiato presente nella sua dimora. Poi, con una calma ed una pacatezza quasi innaturali, si lasciò sfuggire un solo commento.

    -Un vero peccato, Milady.

    Retrocedette di un passo, per poi darle le spalle con l'intento di andarsene.
    La Matriarca, paralizzata dall'orrore fino a quel momento, riuscì a muovere dei passi verso di lui, tendendogli le mani con occhi supplicanti. Qualcosa era evidentemente andato storto, ma il viso femminile lasciava sottintesi ben più pesanti di un semplice accordo politico. La maschera in cui il suo volto si era deformato non rappresentava solo la fine di un'importantissima -quasi vitale- collaborazione, piuttosto ricordava la paura ancestrale di una preda nella tana di un cacciatore.
    Cosa nascondeva, davvero, quella donna?

    -I termini del contratto sono ufficialmente violati: sarà ricosso il nostro prezzo in anticipo.

    Continuò lui, allontanandosi ancora un po', con aria tranquilla... ed altrettanto serenamente si limitò a schioccare le dita.

    GRRRRRR!

    Nel buio della notte, un ringhio raggelante giunse a loro con innaturale violenza, spaventoso al punto da paralizzare chiunque sul colpo. Poi un altro, un altro ancora: i suoni ferali si duplicarono fino a rendere impossibile numerarli. Probabilmente Eva, presa dal panico ma ancora nascosta, avrebbe cercato con lo sguardo l'origine di quei versi, eppure le strade continuavano ad essere vuote e nemmeno una sagoma di cane (o lupo) era visibile fra le ombre.

    -AAAAAAAAAAAAH!!!

    L'urlo disumano della Matriarca avrebbe riportato l'attenzione su di lei, ed Eva avrebbe visto chiaramente schizzi di sangue copioso bagnarle l'abito ed il lastricato, risparmiando l'uomo che -intanto- si era allontanato da lei quanto bastava per rimanere pulito. A rendere tutto più macabro, l'enorme segno di un morso che aveva scarnificato dall'orecchio alla spalla destra la "povera" donna. Poi ne giunse un altro, che le strappò il corsetto e parte della lunga gonna, scoprendo alcune nudità la cui sola apparenza rendeva comprensibili molte dicerie sulle abilità di seduttrice ma che l'altro -pur vedendole- fissò come pezzi di carne esposti ad una macelleria. Il terzo morso giunse allo stesso punto, ma oltre al corsetto rimasto, le strappò via anche un seno. Una scia di sangue e frammenti di carne e grasso caddero per terra, mentre la vittima -ormai senza voce- bagnava il pavimento della sua urina e vomitava sangue.
    Ed intanto, ancora nessuna bestia era visibile.
    Il resto furono solo urla strozzate, altro vomito ed arti che venivano strappati letteralmente via dal resto del corpo e si allontanavano da soli a mezz'aria per le vie, disperdendosi in giro e sparendo dietro agli angoli. Il busto fu nuovamente afferrato da qualcosa e scosso a destra e a sinistra come un pupazzo giocattolo, prima di essere abbandonato lì, con pezzi di carne mancanti e molte interiora sparse in giro. La testa della Matriarca, strappata dal busto con un taglio che sicuramente non era stato netto, nemmeno fissandolo a distanza, rotolò fino alle scarpe del losco figuro che, forse schifato dalla sporcizia, la allontanò con un calcetto.
    Uno strano rumore di passi allertò infine il misterioso individuo, e fu allora che estrasse una pergamena dalla tasca, la srotolò e questa andò in autocombustione. La lanciò proprio su quella testa col chiaro intento di sfigurarla, prima di sparire nuovamente fra le ombre, assieme a qualunque cosa avesse sbranato la Matriarca, abbandonando così la scena del delitto in un tranquillo e surreale silenzio.

    Forse Eva non avrebbe avuto la forza di muoversi dopo la scena appena vista, eppure la paura di esser scoperta (o la curiosità di capire chi stesse per arrivare) l'avrebbe tenuta ancora un po' riparata nel suo nascondiglio. Dopo un tranquillo ticchettio di tacchi a spillo, la sagoma del misterioso visitatore infatti si avvicinò alla scena del delitto, posizionandosi in una parte illuminata della strada, mostrando le proprie fattezze e fissando il cadavere per terra con una certa perplessità. Come se si aspettasse qualcosa di simile, ma era finita molto peggio delle sue previsioni.

    -Puoi uscire, cara: sono tutti andati via ♥

    .Istruzioni ~ Occasione Sprecata.
    Quarion è comparso improvvisamente, immediatamente dopo la macabra scena dell'assassinio della Matriarca. Fa segno ad Eva di avvicinarsi, consapevole di dove lei si trova nascosta. Giocatela come vuoi: al momento non è presente davvero nessuno nei paraggi.
     
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    Ogni secondo che passava pareva dilatato dall'attesa, e da quell'impellente senso di aspettativa rispetto agli sviluppi dell'incontro fra la Matriarca e l'Ambasciatore. E non aveva neppure la benché minima idea di quanto mancasse all'ora fatidica, perché dalla sua posizione non riusciva a vedere il quadrante della torre dell'orologio, e anche se ci fosse riuscita, non sarebbe riuscita comunque a distogliere lo sguardo da quei due, casomai finisse per perdersi i dettagli di quello scambio o, peggio ancora, distrarsi e venire scoperta.

    Il silenzio venne infine rotto dal rintocco delle campane, annunciando l'arrivo della mezzanotte. Evangeline si sentì come più leggera, ma allo stesso tempo un rivolo di sudore freddo scese sulle sue gote. Perché alla fine dei conti quel suono non segnalava altro che una scadenza: se fosse stata rispettata o meno, però, dipendeva tutto da ciò che aveva fatto il suo socio nella tenuta della Matriarca. Sempre che fosse stato davvero lì, il luogo del pagamento.
    Evangeline deglutì.

    -Un vero peccato, Milady.
    Fu il commento, se non addirittura la sentenza di quella creatura inumana. La giovane alzò gli occhi al cielo, tirando un sospiro di sollievo, con le ginocchia che quasi le cedettero, come se fino a quel punto fosse riuscita a rimanere in piedi grazie alla sola adrenalina. Ce l'avevano fatta.
    Osservando il viso terrorizzato della Matriarca, Evangeline cominciò finalmente a connettere i vari punti e iniziare a riflettere con più lucidità su quello che stava succedendo. Vergini, pugnali da sacrificare... Che razza di debito poteva avere come prezzo non uno ma più sacrifici umani? Perché quell'individuo aveva parlato di "vergini", al plurale, senza contare che... Perché una trafficante di esseri umani avrebbe atteso così a lungo per fare uccidere quella che suonava essere una manciata di donne?
    Forse, il debito era davvero molto più consistente di quanto non avrebbe osato immaginare; specie quando il prezzo da pagare erano letteralmente delle vite umane. Senza contare gli altri, enormi interrogativi che queste osservazioni aprivano: che cosa aveva ottenuto Lisbeth Von Schröder in cambio, e chi erano gli altri contraenti?

    -I termini del contratto sono ufficialmente violati: sarà ricosso il nostro prezzo in anticipo.
    Uno schiocco di dita più tardi, un ringhio aberrante riempie l'aria, seguito da un altro, e un altro ancora, fino a che la piazza non sembrò riempirsi di bestie feroci che, tuttavia, non si vedevano da nessuna parte, neppure nascoste fra le ombre. Evangeline cercò di allontanarsi lentamente, ma le gambe non risposero, come paralizzate, la mancina che stringeva quel suo misero pugnale.

    -AAAAAAAAAAAAH!!!

    Si girò di nuovo verso la Matriarca, e sbarrò gli occhi quando vide tutto quel sangue e notò che alla donna mancava all'improvviso un pezzo del proprio corpo, come se le fosse stato strappato via a morsi all'improvviso. Poi giunse la volta della gonna e del corsetto, di fatto denudandola davanti a quel... a quel mostro. Quando il terzo attacco le portò via un seno, Evangeline dovette distoglierle lo sguardo e trattenere un conato di vomito. Nel frattempo, era riuscita ad iniziare a muovere le gambe, e di conseguenza ad allontanarsi, un passo lento e tremolante alla volta.
    Si fermò pochi metri più tardi, la testa che le girava a causa di quelle grida strozzate che, anche voltandosi dall'altra parte, non sarebbe mai riuscita ad evitare. Riuscì a riprendersi solo quando tutto fu finito, dopo aver preso un respiro profondo. L'odore di sangue, urina e interiora era la cosa più facile da sopportare, a quel punto.

    Quando osò provare di nuovo a guardare, di Lisbeth Von Schröder non era rimasta che la testa staccata dal corpo e gli arti sparsi in giro per la piazza, anch'essi strappati via dal busto che a sua volta giaceva abbandonato sul selciato. Così immobili, per qualche motivo, erano meno intollerabili alla vista.

    Nel bel mezzo della quiete dopo la tempesta, un rumore di passi mise in allerta tanto Evangeline quanto quell'essere, il quale srotolò una pergamena che, dopo aver in qualche modo preso fuoco, fu lanciata sul capo dell'ex-Matriarca. Mentre questo bruciava, il misterioso individuo scomparve nel buio.

    Ad apparire fu invece nientepopodimeno che suo padre.

    -Puoi uscire, cara: sono tutti andati via ♥
    Senza chiedersi neppure come facesse a sapere che si trovava lì (anche senza sospettare di poteri particolari, era pur sempre stato lui a condurla fin lì), Evangeline fece cautamente capolino dal vicolo, facendo attenzione ad evitare, se non le pozze di sangue oramai praticamente onnipresenti, almeno gli organi seminati nei posti più disparati.

    « Fortuna che sono abituata ai libri di mio fratello. » commentò, con la voce vagamente tremante. « Chi caspita era quell'uomo? »

     
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    Vicoli, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    -Oh, non ne ho la minima idea ♥

    Portandosi delicatamente una ciocca dei lunghi capelli dietro l'orecchio, l'Ambasciatore non distolse mai il suo sguardo dorato su ciò che rimaneva di quella carcassa.

    -Le mie informazioni si limitavano a quelle che già sapevi: sospettavo si trattasse di qualcosa di grosso... ma non fino a questo punto- ad impensierirlo non erano stati infatti l'omicidio o i debiti di sangue, in un certo senso abbastanza frequenti in alcune zone del Pentauron (se si sapeva cercare bene), piuttosto l'autorità che l'ormai defunta Lisbeth aveva concesso allo sconosciuto su di lei, sui suoi affari e tutto ciò che la riguardava. La Matriarca era una donna potente, dopotutto: se era stato concesso troppo a quella creatura aliena, le soluzioni sulla natura del loro rapporto si riducevano drasticamente -Temo che questa vicenda avrà delle ripercussioni.

    Sospirò seccato: non che nutrisse mire particolari o temesse per la propria persona, ma aveva appena constatato che -qualunque fosse stato il successore di Lisbeth- sarebbe molto probabilmente entrato in affari con Najaza (o sarebbe stato comunque contattato da questa) e, data la rinomata ed "entusiasmante" politica estera che riusciva a gestire quel presidio dimenticato dagli Dei, tentare approcci personalmente per aprire vie commerciali "sicure" con il suo Oriente sarebbe servito davvero a poco, non potendo comunicare con un "partner" misantropo e criptico nelle retrovie. Questo gli avrebbe reso il lavoro tremendamente difficile. E frustrante, soprattutto.
    Poi -improvvisamente- ebbe un'idea.

    FCQxrlD

    -I responsabili di Altatorre si riconoscono dagli altri signori perché indossano questa- chinandosi appena, raccolse la spilla violacea da un pezzo di corsetto della donna, quella col simbolo della chiave -Dicono che sia uno dei simboli di Lord Aeon. Dicono che il Signore di Endlos scelga i suoi vassalli in modo assai strano: cerca sempre negli altri una combinazione di astuzia, forza di volontà e fortuna... ed il titolo è quasi sempre vinto tramite una prova di forza. Questo accade per gli Alfieri; agli ufficiali di Altatorre basta passarsi una semplice spilla.

    Si guardò intorno, sogghignando appena per il disappunto. Poi, posando lo sguardo benigno sulla figlia, porse il gioiello conquistato ed ancora sporco di sangue sulle sue belle mani aperte, invitandola a custodirlo.

    -Se non indosserai tu questa spilla, il successore potrebbe non chiamarsi Lisbeth, ma sarebbe solo un nome a cambiare e ti ritroveresti ad affrontare gli stessi identici problemi che ti hanno condotta fin qui, con non pochi sacrifici- non sorrideva più, ma sembrava tranquillo -Se vuoi cambiare qualcosa, dovrai affrontare personalmente la questione.

    .Istruzioni ~ Occasione Sprecata.
    Ultima scelta.

    Se Evangeline non accetta, non cambierà nulla.
    Se Evangeline acccetta, il giocatore sarà nominato Ufficiale del Pentauron ed amministratore di Altatorre, esattamente come il suo personaggio, con tutti gli oneri ed i privilegi che ne conseguono.
     
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    -Oh, non ne ho la minima idea ♥

    Quella di Quarion non fu, in linea di massima, il tipo di risposta di cui Evangeline sentiva (e aveva) il bisogno in quel preciso momento. Sapeva già che Najaza si era isolata del tutto dal mondo esterno da oramai un po' di tempo, ma vedere addirittura l'Ambasciatore brancolare nel buio! Anche se, in retrospettiva, non aveva effettivamente molto senso che vi fossero eccezioni alla politica "eremita" della capitale del nord.

    -Le mie informazioni si limitavano a quelle che già sapevi: sospettavo si trattasse di qualcosa di grosso... ma non fino a questo punto- continuò suo padre biologico. La figlia annuì: avendo attinto ella stessa alle medesime fonti, si era aspettata qualcosa di meno cruento, quando si era parlato di "toglierla dalla circolazione". Magari un esproprio di qualche bene materiale, il venire a mancare di un appoggio che avrebbe minato parecchio il suo potere politico, o addirittura l'esilio. Essere indebitati nei confronti di qualcuno non era, per definizione, un rapporto alla pari. Considerato quello che aveva appena visto, però, c'era da domandarsi quanto potere avessero i creditori di Lisbeth Von Schröder non solo su di lei, ma sull'intero Distretto. -Temo che questa vicenda avrà delle ripercussioni.

    « Per usare un eufemismo. » commentò, lanciando un'ennesima occhiata ai resti della donna. « Anche se hanno appena punito la Matriarca, sarebbe ragionevole pensare che vogliano comunque rifarsi in qualche modo delle "perdite" subite. Forse non nei modi a cui sono abituata io, ma sì, presto o tardi potrebbero farsi di nuovo vivi. »
    Chi avrebbero cercato, però, era un'altra incognita oltre Evangeline. Se si sarebbero fatti vivi, aggiunse mentalmente, perché poteva essere pure plausibile che "rifarsi" era quello che avevano appena fatto. Del resto quel figuro aveva parlato di "riscuotere il pagamento in anticipo".

    Quarion si chinò sul pezzo più grosso rimasto del cadavere, prendendo la spilla con il simbolo della chiave di Lord Aeon. Viola, contro quello rosso di Argenstella, più familiare a lei.

    -I responsabili di Altatorre si riconoscono dagli altri signori perché indossano questa- Evangeline annuì. Lo sapeva già, ma lo lasciò continuare, immaginando fin dal primo momento dove suo padre sarebbe andato a parare. -Dicono che sia uno dei simboli di Lord Aeon. Dicono che il Signore di Endlos scelga i suoi vassalli in modo assai strano: cerca sempre negli altri una combinazione di astuzia, forza di volontà e fortuna... ed il titolo è quasi sempre vinto tramite una prova di forza. Questo accade per gli Alfieri; agli ufficiali di Altatorre basta passarsi una semplice spilla.

    L'Ambasciatore si guardò attorno, per controllare che non ci fosse nessuno nei paraggi o per fingere di stare cercando qualcuno, per aggiungere più teatralità al tutto.

    -Se non indosserai tu questa spilla, il successore potrebbe non chiamarsi Lisbeth, ma sarebbe solo un nome a cambiare e ti ritroveresti ad affrontare gli stessi identici problemi che ti hanno condotta fin qui, con non pochi sacrifici. Se vuoi cambiare qualcosa, dovrai affrontare personalmente la questione.-

    « Guarda, confesso di avere messo in conto questa possibilità fin dal momento in cui è partita l'intera operazione. » rispose, raccogliendo la spilla insanguinata dalle mani di Quarion. La alzò nel cielo notturno, come avrebbe fatto una persona se fosse stato giorno, sotto la luce del sole, e la fece rigirare nelle mani per qualche secondo, giocandoci, prima di pulirla dal sangue con un fazzoletto di stoffa. « Accetto, ma credo che, almeno per i primi tempi, avrò un bisogno enorme di qualche tuo consiglio. Spero non ti dispiaccia~ »
    Abbassò finalmente il cappuccio, e appuntò infine la spilla alla propria veste.
    « Forse, però, è il caso di allontanarci dalla scena del delitto. »

     
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    Impeto e tempesta

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    "Ogni potere eccessivo muore dei suoi stessi eccessi".

    (Casimir Delavigne)

    Vicoli, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    « Anche se hanno appena punito la Matriarca, sarebbe ragionevole pensare che vogliano comunque rifarsi in qualche modo delle "perdite" subite. Forse non nei modi a cui sono abituata io, ma sì, presto o tardi potrebbero farsi di nuovo vivi. »

    Nonostante l'inesperienza dovuta alla giovane età, Eva si dimostrò non essere svampita come molte amanti del padre, cosa che lo inorgoglì non poco, nonostante in quel momento le sue priorità fossero ben diverse dall'autocompiacimento.

    « Guarda, confesso di avere messo in conto questa possibilità fin dal momento in cui è partita l'intera operazione. Accetto, ma credo che, almeno per i primi tempi, avrò un bisogno enorme di qualche tuo consiglio. Spero non ti dispiaccia~ »
    Accettando la spilla, e dunque la carica, la fanciulla tornò a coprirsi il capo, desiderosa di tornare a casa.
    « Forse, però, è il caso di allontanarci dalla scena del delitto. »

    -Brava la mia bambina ♥

    Cinguettando come se di fatto non sostasse di fronte ad un cadavere brutalmente mutilato, Quarion si portò indietro la chioma lucente -che splendeva di rimando alla luce delle stelle- in un movimento spensierato. Poi si voltò e -al fianco di Evangeline- si diresse verso la loro nuova "base".
    Al resto ci avrebbero pensato con calma.
    Magari dopo una bella dormita.

    .Istruzioni ~ Occasione Sprecata.Ringraziando per aver portato avanti con me tutta la mini-campagna, comprendente le scene (+ quest):

    1. Family Business,

    2. Visite,

    3. Te Kaaiga,

    4. Il Prezzo del potere

    5. e l'attuale scena...

    ... mi permetto di fare un annuncio.

    Per compatibilità caratteriale con il precedente responsabile del Distretto, da cui erediterà i privilegi e le responsabilità, che ne ammira l'educazione, l'entusiasmo e l'interesse.
    Perché è un giocatore che ha imparato a conoscere bene il territorio in cui si muove, e non fa errori di ambientazione perché attento ai dettagli.
    Per essersi dimostrato nel tempo un giocatore assiduo, puntuale, attivo... ma soprattutto indipendente nel costruirsi trame proprie e capace di autogestirsi.
    Per questioni di trama, perchè il suo soltanto fra i pg giocanti -visto il suo legame di sangue con l'Ambasciatore del Presidio dell'Est ed il conflitto d'interessi col precedente governo- è quello più adatto per Backgraund a tale posizione...

    ... nomino l'utente Kuma come nuovo Ufficiale del Presidio Centrale -responsabile della sola Altatorre- avendo soddisfatto 4 su 5 dei criteri possibili per ottenere la carica.
     
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