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{ Pentauron, Confine tra Yasul e Bloodrunner }
Tutti
Nel perimetro delle Cento Torri la frontiera tra passato e futuro non era netta e definita, bensì appariva sfumata e graduale. La giuntura tra le Punte del Ferro e dell’Acciaio era una saldatura di diverse influenze urbane: laddove dalle strade polverose cominciavano le gettate d’asfalto, gli ultimi edifici di pietra esponevano insegne al neon tipiche del Distretto di Yin Da Xing, e alcuni pachidermi condividevano la carreggiata con motociclette e corrieri androidi; in lontananza si ergevano i grattacieli avveniristici del Bloodrunner, mentre dal lato opposto s’intravedevano i riflessi delle cupole dorate della qasba di Yasul.
Lungo questo confine si stava radunando una folla di curiosi provenienti dai due Distretti limitrofi, a cui si aggiunsero mercanti del Meridione e altri visitatori provenienti da ogni angolo del semipiano. L’evento della giornata consisteva nell’inaugurazione di Palazzo Imarat, un immenso complesso architettonico eretto in quella zona del Presidio Centrale e destinato a ospitare un ente intergovernativo fondato dal Concilio delle Sabbie del Sud e dagli Shah di Yasul.
Pochi fra i numerosi accorsi avrebbero avuto il privilegio di visitare in anteprima quella nuova sede del potere politico, esibendo l’invito ufficiale che recava un sigillo a celle esagonali contenente le lettere “EM”. Una rapida scansione della marcatura in filigrana d’oro sarebbe stata sufficiente per comprovare l’autenticità del documento e per sancire il diritto del portatore a varcare la soglia dell’edificio centrale.SPOILER (clicca per visualizzare)Benvenuti all’inaugurazione di Palazzo Imarat!
In questo primo turno siete liberi di descrivere come i vostri PG abbiano ottenuto l’invito e cosa li abbia condotti a interessarsi della nascente organizzazione comunitaria menzionata nella convocazione. Potete poi farvi strada tra la folla di curiosi fino all’ingresso dell’edificio principale del complesso.
Chi invece partecipa con PG o PNG Emiri è libero di collocarsi già all’interno dell’Imarat oppure altrove.
Per dubbi o domande il bando è a vostra disposizione, la scadenza è fissata a Lunedì 6 Maggio.. -
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Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.
Temete il pazzo esattamente come temete il malvagio. Il secondo almeno è prevedibile.
I soldi erano la malattia di ogni mondo. Essi sancivano in modo indiscutibile che una cosa, un determinato oggetto aveva un valore uguale per tutti. Un valore che poteva assumere un numero con sette zeri o pochi spiccioli.
Quanto si era disposti a pagare, quindi, per un semplice invito? Uno di quelli estremamente rari e che capitano solo quando se ne ha veramente bisogno?
Forse non tutti avrebbero sborsato la cifra che fu costretto a versare Gran Mastro Gingillo dalla Terra al distretto della Polvere.
Non si era mai avvicinato più di tanto a quel posto, dato che riteneva la loro tecnologia ancora retrograda per i suoi standard estremamente alti. Probabilmente stabilendosi in quel posto avrebbe causato una serie di eventi che avrebbero potuto rimodernare Merovish. Che fosse quello il suo destino?Oh, moh basta con gli spoiler.
Improbabile, dato che la famosa Polvere del Diavolo lo aveva già puntato. Serpeggiava sulle pareti studiandolo da lontano, intuendo forse la sua natura di essere estremamente futuristico e fuori contesto endlossiano. Gingillo aveva fatto lo stesso con lei mentre, con passo stanco, risaliva la gola infernale.
Solo quando iniziò a trovare il primo accenno di fila la polvere sparì, ritornando forse sul fondo della fossa.
Molta gente era in coda e tanta altra se ne andava, lamentandosi dell’increscioso prezzo di quello stupido biglietto.
Gingillo gli guardava con aria curiosa. Probabilmente loro non avevano la stessa motivazione che aveva lui, sicuramente si erano allontanati dopo che si erano incuriositi guardando quella lunga fila. Ma lui sarebbe rimasto fino alla fine, sborsando ogni cosa che gli venisse richiesta.
”Ad ogni costo.”
Quello stupido invito poteva svoltare la sua ricerca riguardo il robot fuggito dal piano dimensionale Mechanus. Un’occasione speciale come quella poteva permettergli di iniziare a tessere la sua rete d’informazioni o nel caso, forse la più rosea delle sue intenzioni, entrare a fare parte di una già esistente.
Aveva un disperato bisogno di notizie e assieme a esse anche del biglietto.
Era passato qualche tempo da quando aveva speso tutti, letteralmente ogni pezzo di materiale prezioso, i suoi soldi per prendere il foglio di carta. Però la sola vista del Palazzo Imarat, servì a non fargli rimpiangere la perdita di tutto quello che aveva acquisito su Endlos. Le cupole gli ricordarono immediatamente il pianeta Horatz, uno dei più belli che avesse mai visto.
Erano stati molti gli imprevisti per arrivare al Pentauron, dato che si era ripromesso di usare il meno possibile i suoi famosi passaggi dimensionali. La sua gioia però di essere finalmente arrivato lo pervase in tutto il corpo, un torrente intenso di emozioni.
Decise di non aspettare oltre e si preparò ad entrare.SPOILER (clicca per visualizzare)Passive:
- Una mente brillante in una scatola cranica sporca:
"Suo figlio è un vero e proprio genio. Consiglio letture complesse fin dalla tenera età e di seguirlo passo, passo nel suo sviluppo. Qualsiasi settore sceglierà, sarà senza ombra di dubbio un rivoluzionario e un grande innovatore."~ Psicologo di fiducia della famiglia Johnson
La mente di Mastro Gingillo è una delle più complesse e pulsanti di informazioni della Terra. Fin da quando era bambino ha dimostrato un'abilità latente nell'imparare formule complesse e nel ricreare manualmente congegni che aveva visto una volta soltanto. La sua particolare memoria fotografica gli ha permesso di ricordarsi ogni minima immagine, pagina, foto vista nell'intero arco della sua vita. Dimostratosi particolarmente incline nel campo tecnologico, ha potuto imparare velocemente un grande numero di nozioni su tale argomento, che si è riccamente ampliato nel corso degli anni. Il più delle volte gli basta una semplice occhiata per capire come funziona un particolare marchingegno e anche se fosse bendato riuscirebbe a trasformare, con i giusti attrezzi e del tempo, un accendino in un bazooka spara ghiaccio.
( Memoria Fotografica - Abile Costruttore (Only Gdr) - Comprensione del funzionamento di oggetti/abilità)
- Il siero divino nelle vene di un mortale
"La carne è debole rispetto al duro ed eterno metallo. In queste pietose condizioni non ci saresti affatto utile, lasciaci quindi la possibilità di potenziarti rispetto ai tuoi simili."~ Kharï Baldû, il Creatore
Mastro Gingillo si è spinto fino agli angoli più sperduti dell'universo, guidato come una marionetta dai Robot/Divinità del piano di Mechanus. Sfruttando la sua intelligenza e la possibilità di muoversi come più voleva ovunque, i tre hanno fatto in modo di rendere il loro burattino il più duraturo possibile. Grazie ad un particolare siero James non invecchia ed è rimasto fisicamente identico a come era non appena ha ricevuto la prima iniezione. Il siero non ha influito solo sulla sua età ma anche sulla capacità di reagire alle cose, che è divenuta praticamente istantanea quando si tratta di attivare mosse o richiamare robot.
( Non invecchia (Only Gdr) - Instant-Casting)
- L'invenzione più grande di tutti: l'armatura
"Guardate quanto è bella questa armatura. Me la sono costruita tutto da solo sapete? Ho fuso tutti i penny che avevo in fondo al cassetto delle mutande, poi vi ho attaccato un paio di tubi e ho versato dentro del liquido per pulire i vetri. Ed ecco che meraviglia è uscita fuori."~ James Johnson
Come già detto e ribadito un numero svariato di volte, James Jhonson è un genio e un abile costruttore. Queste due abilità non sarebbero servite a niente se non fosse stato in grado di allenarle in maniera intensiva, cosa che lo ha portato a creare l'armatura. Lui indossa sempre la sua adorata armatura (tranne di notte quando dorme), perché la percepisce come una sorta di figlia. Il semplice fatto d'indossarla non solo gli garantisce una forma fisica invidiabile, ma anche una leggera protezione su gran parte del corpo. L'armatura riesce a percepire i battiti cardiaci del corpo di James e si adatta ad essi mostrando a tutti, tramite effetti scenici che si svolgono sulla schiena, i sentimenti dell'uomo.Fra le innumerevoli tasche, in verità due vere e tre finte, si cela perfino uno stravagante portale verso la dimensione personale di Mastro Gingillo, dove solitamente ci getta dentro tutta la roba inutile. Dentro questa tasca dimensionale si trova anche tutto l'oro che ha guadagnato in centinaia di anni di vita, patrimonio che si è arricchito particolarmente quando riuscì a vendere un cane parlante ad uno strano tipo. D'allora Mastro Gingillo ha vissuto nella consapevolezza che non sarebbe mai stato povero.
(Tasca Dimensionale - Ricchezza (Only Gdr) -Armatura Riflette le emozioni (Only Gdr) - Armatura Totale)
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.Il Mangiamorte, ormai, ha girato quasi completamente questo semipiano. Ha ottenuto un discreto numero di informazioni utili per riuscire a sopravvivere, ma veramente scarse riguaro l'Oscuro Padrone.
Nel suo peregrinare si è subito trovato a suo agio nei quartieri del Sud. Frizzanti, sfacciati e gretti al punto giusto.
Proprio per questo motivo ha deciso di stabilirsi nelle terre sabbiose e da qui di volta in volta spostarsi negli altri presidi per poter proseguire le sue ricerche o suoi "studi" di magia applicata.
Per riuscire a spostarsi, però, ha trovato un piccolo intoppo: ha bisogno di denaro e di conseguenza un lavoro.
Ha accettato qualche piccola missione di caccia, preferisce qualcosa di dinamico che gli permetta di applicare le sue doti di incantatore su campo. Quando poi ha sentito che venivano ricercati figuri adeguati come corpo armato di accompagnamento, bhè, ha trovato l'occasione perfetta per mettersi in mostra. Il suo aspetto distinto, la buona educazione e le capacità magiche, alla fine lo rendono particolarmente utile come accompagnatore "armato". Quando poi ha scoperto che le persone da tutelare erano nientemeno che alcuni dei Pasha, i capi, del Presidio Sud, non può negare di aver cercato un paio di candidati al lavoro e di averli invitati a cambiare Presidio.
Ottenuto il posto si è subito distinto per la solerzia e la precisione. Poter liberamente utilizzare la sua magia contro banditi e briganti, gli ha dato un certo brio. Certo, al momento il suo potenziale magico è scarso, molto deprimente, ma è in lento risveglio. Con questa prospettiva presto potrà trovare l'Oscuro Signore e tornare al suo piano di esistenza e conquistarlo.
Qualche giorno addietro gli è stato comunicato che dovrà fare da scorta, finalmente, ad uno dei Pasha durante una grande innaugurazione. Ha deciso di sfruttare il momento per poter ottenere, magari, qualche informazione sulla possibile presenza del suo Padrone. Prima di tutto si è diretto verso i mercati dove ha sperperato un po' di denaro per avere il vestiario adeguato. Che mai si dica che un Serpeverde si sia mostrato sciatto o non adeguato al contesto.
Per l'occasione veste una camicia bianca con bavero e maniche a sbuffi, molto baroccheggiante. Un pantalone nero attillato è ben stretto da una cinta di cuoio nero con una fibia decorata con una serpe che si intreccia nel simbolo dell'infinito. I capelli biondi, quasi bianchi, sono ben stretti in una coda di cavallo liscissima. Completa il tutto una mantella nera, sottile e leggera dato il clima del Presidio. La bacchetta riposa al fianco destro come sempre.
Prima di tutto si è diretto al punto d'incontro dove ha conosciuto le altre guardie (degli inetti) ed il cocchiere. Eh si, perchè per l'occasione è stata allestita una carrozza di tutto punto. Grosse ruote nere decorate con arabeschi dorati e rossi che si ripetono anche a livello della struttura centrale della carrozza. Gli interni di un pesante velluto rosso sono celati da drappi neri dalla vista dei curiosi. La particolarità, però, sta nei sei elefanti nani, che a mò di cani da slitta, trainano la carrozza. I piccoli pachidermi sono stati preparati per l'occasione con opulenti copri zanne tempestati di pietre e diamanti e con delle imbracature laccate in oro. Sulla schiena degli animali son presenti dei piccoli bracieri da cui sale un fumo denso e biancastro, dall'odoro dolce ed ammaliante (gli han detto come forma di riverenza verso il Pasha).
Caricato in carrozza si son diretti verso la residenza del Pasha. Salzar è stato insignito dell'onore di provvedere all'interazione con lo Speziale. Quindi in silenzio scende dalla carrozza ed accoglie il Nobile mostrandogli lo scalino intagliato per entrare nella carrozza. Attende un cenno del capo come permesso per salire sulla carrozza e salire di fronte allo strano figuro. Ovviamente subito si presenta. Se lo era immaginato diversamente, ma ha imparato a non giudicare i libri dalle copertine.
Chiacchiera di banalità sul tempo e sul Presidio Sud per poter costruire un rapporto con il Pasha.
Quando sono giunto su questo semipiano mi è stato detto che il Re Talpa del Sud, vendeva schiavi senza volontà al Re del Nord in cambio di carichi di ghiaccio che utilizzava per riempire la sua piscina in cui nuotare, mentre il resto della popolazione moriva di sete.
Si, gli è successo veramente. E se per questo ha impiegato diverse settimane a rendersi conto che era tutta una finzione.
Non mi sembrate una Talpa che adora giocare con il ghiaccio
Il tono è neutro, certo non vuole offendere, vuole anzi creare una contatto. Giunti a destinazione si limita a scendere prima del Pasha per sbrigare le formalità di accreditamento, per quanto ve ne sia ben poco bisogno. Fatto tutto torna sui suoi passi, valuta la tenuta del cordone di sicurezza, e quindi si rivolge al Nobile.
Vi attendono, quando volete siamo pronti per entrare.
Mano sul fianco destro, pronto ad estrarre la sua bacchetta se dovesse servire.
Equipaggiamento: Bacchetta
Mana: 100%
Status Fisico: Perfetto
Status Mentale: Perfetto
Passive
Attive
Nessuna
Scheda: Qui. -
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Personaggio: Najaran
Interlocutore: SalazarCon l'aria assorta di chi ha la mente altrove, la Strega dagli Occhi Malvagi contemplava il familiare paesaggio desertico del Meridione scivolare quieto al di fuori del finestrino della carrozza, considerando tra una cosa e l'altra che -sebbene fosse passato molto tempo dall'ultima volta che aveva viaggiato al di fuori della Tana- quella era la prima volta dal suo arrivo nel Presidio Sud che le capitava di viaggiare su un mezzo tanto particolare: aveva certamente sperimentato le carrozze, e aveva anche provato il trasporto a dorso di elefante -un'esperienza che apparteneva a tempi remoti che non aveva troppo piacere a ricordare-, ma... un cocchio trainato da elefanti pigmei?
Davvero ragguardevole già solo per la bizzarria dell'idea... almeno nei canoni merovishi. Per quanto la donna non potesse esattamente ritenersi una assidua frequentatrice di ambienti mondani internazionali, aveva sempre trovato interessanti le culture degli altri Presidi, e... parlando di stravaganza nei mezzi di trasporto, ricordava di aver spesso sentito raccontare un caratteristico aneddoto sull'Ambasciatore dell'Est e il fatto che possedesse una carrozza volante, realizzata in cristallo e trainata da bianchissimi cigni. Non esattamente una cosa nello stile del Pasha della Polvere, ma... se la immaginava particolarmente intonata al suo abito bianco.
Ad ogni modo, pur avendo passato buona parte del viaggio crogiolandosi in quel piccolo e peccaminoso vezzo femminile che si ama associare a chi -pur nella buona fortuna- brama incessantemente qualcosa di più e qualcosa d'altro, Najaran si sentiva piuttosto soddisfatta della propria presentazione: i bracieri sul dorso degli animaletti produceva un denso fumo di incenso, il cocchio era di un bel nero lucido, gli interni erano foderati di velluto scarlatto... scelte cromatiche che non solo sposavano pienamente il suo gusto, ma che si accordavano perfettamente ai toni dei suoi lunghi capelli d'ebano, dei mistici occhi rosso rubino, e del kimono sulle stesse tonalità che aveva scelto di indossare in quell'occasione ufficiale.
Quando sono giunto su questo semipiano mi è stato detto che il Re Talpa del Sud, vendeva schiavi senza volontà al Re del Nord in cambio di carichi di ghiaccio che utilizzava per riempire la sua piscina in cui nuotare, mentre il resto della popolazione moriva di sete.
Lentamente -senza fretta-, lo sguardo cremisi della Strega si ritrasse dal panorama che si avvicendava fuori dal finestrino per protendersi fino al viso del suo interlocutore, increspando le labbra ben disegnate in un sorriso enigmatico mentre ne contemplava i bei lineamenti: doveva ammettere che, per non conoscerla affatto, il nuovo attendente sembrava avere un certo talento nel compiacerla; dopotutto, la Signora del Distretto della Polvere era una persona semplice: si accontentava del meglio, e quel giovane volenteroso ed elegante stava svolgendo il suo compito in maniera impeccabile e con una buona attitudine.
Non mi sembrate una Talpa che adora giocare con il ghiaccio
« Vi sorprenderebbe sapere quante cose io possa sembrare discostandomi da quello che sono. »
asserì sibillina la donna, squadrandolo con le iridi vermiglie e penetranti
« Soprattutto a Merovish. Non ci si può fidare di niente e di nessuno,
men che meno delle apparenze. »
Il resto della traversata passò tranquillamente, e non appena il mezzo di trasporto si fu arrestato, fu con solerzia encomiabile che Salazar sparì oltre la portiera per controllare che tutto fosse in ordine, salvo poi tornare sui suoi passi poco più tardi per comunicarle esattamente ciò che la Strega si aspettava di udire.
Vi attendono, quando volete siamo pronti per entrare.
« Direi che non c'è ragione di attardarsi, allora. »
E senza ulteriori indugi, facendosi scortare dalla sua guardia del corpo, Najaran abbandonò la quieta alcova dell'abitacolo per calcare i marmorei pavimenti del Palazzo Imarat, con la sola speranza di non imbattersi in tediosi intoppi... o in futili quanto spiacevoli situazioni.
Edited by - Destino - - 12/5/2019, 18:04. -
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LAZAV ¤ DIMIR MASTERMIND EMIRATI MERIDIONALI HOUSE DIMIR Assorta ma un poco annoiata, una ragazza attende nella hall di Palazzo Imarat. E' bionda, decisamente giovane e di carnagione più pallida di quanto non ci si aspetterebbe dalla popolazione yasula. Veste un abito chiaro e corto, un tubino fresco che si adatta pienamente al clima soleggiato della Punta di Ferro (per quanto esso si mostri non necessario negli ambienti climatizzati della sede emiratina). Se ne sta sdraiata sul bordo di un bancone lungo, inopportunamente adagiata sui legni pregiati che dovrebbero costituire il front-office della reception. Nessuno le si avvicina per ricordarle di mantenere un po' di decoro, gli addetti di sorveglianza rinchiusi entro la guardiola sembrano addirittura ignorarla come se ciò non fosse un problema.
A conti fatti, la ragazza immersa nella lettura non smuove allarmismi di sorta, nè preoccupa il personale presente entro il palazzo. Persino l'andirivieni di funzionari e personalità di spicco si colloca con esattezza e senza clamore entro un contesto che -altrimenti- parrebbe assurdo: dopotutto la giovane non sta di certo lavorando, non mostra alcun identificativo palese nè (a dirla tutta) si impensierisce del fatto che le proprie gambe scoperte (e la posizione reclinata) lascino un imbarazzante equivoco ad aleggiare per gli ampi spazi della hall. Sì, insomma: dopotutto le prostitute non sono una novità e si racconta esse si abbinino alla perfezione con uomini d'affari ed autorità in genere.
In effetti il di lei vestiario non manca di tradire ch'ella non può essere un'estranea qualunque: le fasce porpora che adornano la stoffa sono riccamente ingioiellate con ricami in filo d'oro ed una tempesta di acquemarine dai tagli variegati, tali da riflettere le luci del soffitto in un gioco di lucentezze cangianti ad ogni minimo sobbalzo per l'increscparsi di una pagina o del suo contenuto. Cionondimeno, pur volendo evitare di pensar male, non risulta ch'ella sia un Emiro legittimo nè tantomeno una consorte dichiarata. Perchè, allora, ella non desta scalpore visto e considerato che solo alle massime cariche della nuova istituzione è concesso di presenziare all'interno (e con tanta sfacciataggine)? Perchè la macchina organizzativa del gran giorno -quella stessa che si è prodigata di architettare tutto in vista dell'apertura formale del palazzo ai visitatori ed agli interessati- non s'accorge di un dettaglio fuori posto? Diamine, è così evidente: si tratta di un'intrusa-una poco di buono, peraltro!
E invece no, ovviamente. Dei presenti ognuno è a conoscenza che dietro quelle fattezze apparentemente innocue si celi Lazav, il Signore del Kanti di Merovish. Ciascuno che già abbia varcato la soglia di Palazzo Imarat da giorni è consapevole di come il Pasha si sia personalmente occupato di preparare l'accoglienza per gli ospiti e per i potenziali disturbatori. Nè, invero, oramai si stupisce più delle identità sempre nuove con cui l'eminenza meridionale è solita presentarsi in accordo con le macchinazioni di cui è nientemeno artefice. Certo, le sfumature mancano d'essere diffuse cosicchè solo gli addetti dei servizi d'intelligence siano al corrente (com'è giusto) dei segreti e delle contromisure da adottare ma... per i più, entro la sede emiratina, la prassi prevede di non scomporsi poi troppo: Lazav è un Emiro e -che egli abbia o meno degli strani interessi- il suo operato non si discute. Fintantochè il suo lavoro è coerente, appropriato ed efficiente -ma soprattutto non scavalca quello dei suoi colleghi o di altri dipartimenti- non c'è davvero motivo di osteggiarlo e sollevare così un caso diplomatico inopportuno. Specie perchè, in ogni caso, non è compito da impiegati e sorveglianti, bensì di quei medesimi altri Emiri che stanno per giungere e che -se lo vorranno- potranno accusare Pasha Lazav di scarsa professionalità.
Dunque, una giovine disinibita abita la reception di un palazzo prossimo all'inaugurazione e -come detto- non c'è motivo di scollarla dalla propria posizione. C'è da chiedersi, allora, il perchè ella sia lì -c'è da domandarsi come mai il Molteplice abbia così manipolato gli eventi per aggiudicarsi quella posizione dubbia e di paziente attesa. Ed è presto detto, invero: la scintillante Yasul ha visto nel recente periodo un avvicendamento politico molto delicato e pericolosamente inautentico (almeno stando alle informazioni di primo pugno che Pasha Lazav ha raccolto al riguardo), culminato con l'ascesa al soglio di Shah di una coppia di consoli potenzialmente rivoluzionari. Eppure, non sono nè Shah Fusa nè tantomeno Shah Califfo-lo so, lo so, ma vi assicuro che non è una battuta e che le città svizzere non centrano nulla-a sollevare la questione, bensì i loro predecessori: Pasha Preek (di cui Lazav è per così dire l'erede) e Shah Iotun hanno avuto a che fare, loro malgrado, con un parassita psionico alquanto sfuggente -un'infestazione psichica che turba non poco il Genio Dimir alla luce delle ripercussioni ch'essa ha avuto anche sulla sfera pubblica della Tana. Tal Cheliax si è mostrato capace di sostituirsi senza sospetto al proprio ospite, di fatto operando i propri interessi all'insaputa dei più, Multiforma compreso.
Per scongiurare il ripetersi di una tal drastica eventualità (e per saggiare con propria mano il potenziale spionistico che andrà d'oggi in avanti ad amministrare per conto degli Emirati Meridionali) Lazav è sceso in campo in prima persona, occupando la reception di Palazzo Imarat così che chiunque voglia accedere ai locali interni della sede -e a prescindere dal fatto che abbia di già superato i blandi controlli di routine dislocati in concomitanza delle porte d'accesso esterne- debba necessariamente interfacciarsi con lui.
O, per meglio dire, con lei. Quel dolce faccino sovrappensiero trincerato dietro una malia d'anonimato (così da celare, almeno in parte, la realtà delle cose) è dunque il primo ostacolo da superare per ciascuno degli astanti, siano essi colleghi Emiri, eminenze straniere di celebre fama o semplici perdigiorno in qualche modo entrati in possesso dell'invito richiesto. La recente esperienza ha insegnato a Lazav che nemmeno gli amici di sempre possono dirsi al di sopra di ogni sospetto e così, preso in scacco una volta, egli ha imparato a sue spese di dover essere ancor più cauto. Ossessivamente cauto. Per il suo e per il vostro benefidatevi!.MANA 100% ACTIONS PASSIVE SKILLS DIMIR DOPPELGANGER EYE OF THE STORM QUICKCHANGE UNDERWORLD CONNECTIONS TAVERN SWINDLER TRAIN OF THOUGHT WAY OF THE THIEF EQUIPMENT & FAMILIARS DIMIR CLUESTONE DIMIR KEYRUNE DIMIR SIGNET
Edited by AnimeHunter - 8/5/2019, 08:49. -
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Karim percorreva le vie della città Yasula con passo svelto dirigendosi presso il Palazzo Imarat, sede del potere del Distretto e pietra dove fondava l'alleanza tra il suddetto e il presidio Sud. Il tutto sotto il nome di "Emirati" o EM. Quel giorno in particolare era un giorno speciale, poiché il palazzo sarebbe stato aperto al pubblico -più o meno- in realtà si trattava di un piccolo gruppo di privilegiati che avrebbero partecipato a una visita guidata.
Con qualche preoccupazione di troppo il Professore non si scordò tuttavia di sorridere e rivolgere qualche occhiata al cielo limpido, provando un po' di nostalgia per le "stelle" che costellavano il soffitto della sua terra natia. Gli mancavano Merovish, nonostante tutto lo schifo che c'era, non poteva non pensare ai suoi genitori, alla scuola, ai colleghi ma soprattutto agli studenti. Nonostante sapesse che stava facendo la cosa giusta, pur non avendo la minima intenzione di tornare indietro, faceva fatica a non pensare alla sua vecchia vita. Eppure quello che stava accadendo a lei e a sua sorella era meraviglioso: con la loro posizione sociale potevano rendere il semipiano un mondo migliore.
Tuttavia a quei pensieri non poté un sorriso amaro disegnarsi sul suo volto abbronzato, gli dispiaceva un po'per sua sorella. Anche se lei non lo avrebbe mai ammesso le pesava non poter camminare liberamente per strada. Essendo stata nominata Shah era costretta a camminare sempre circondata da Athanatoi. Nei suoi bigliettini o nei video che gli passava se ne lamentava scherzosamente dicendo che erano un buon compromesso per la pace che volevano realizzare. D'altro canto entrambi lavoravano allo stesso modo alla stregua delle loro stesse forte, una volta Karim si era "risvegliato" dormendo sulla scrivania ed era molto strano... la condizione dei gemelli li assolveva dal dormire. Presto il Fusa aveva capito che sua sorella, stremata dopo una ventina d'ore di lavoro, si era addormentata ma non le aveva detto nulla. Darle della stacanovista e "sgridarla" non sarebbe servito a nulla dato che lui non era da meno.
Una volta davanti al Palazzo Imarat il Professor Fusa mostrò il suo badge da Emiro e una guardia lo fece entrare senza discutere. Catapultato nell'atrio dell’edificio ammirò le vetrate lungo il suo perimetro curvo e fissò il suo riflesso, anche se sfocato, nel pavimento lucido e pulito del pavimento di marmo. Gli piaceva quel palazzo: arte e serietà combaciavano perfettamente e niente era inopportuno o fuori posto. L'eleganza e la raffinatezza camminavano di egual passo e non c'era nulla che potesse rappresentare il potere e la giustizia in modo migliore. Inoltre i fratelli Fusa erano convinti che i simboli del potere non potevano essere evitati se si voleva essere rispettati e l'ordine era qualcosa di essenziale per dirigere le cose... non si poteva svolgere un lavoro altrettanto efficiente se si partiva dal bordello.
Con quei pensieri in testa il giovane uomo dalla chioma violacea salì le scale in direzione dell'ufficio della Shah dove tra un'ora avrebbe lasciato spazio alla donna. Karima ci teneva ad essere presentabile e dare il benvenuto agli ospiti.
Li avrebbe attesi nell'androne avvolta in un castigato -seppur fresco- abito bianco a fiori lilla e sandali argentati.. -
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{ Palazzo Imarat, Reception }
pov - Califfo
L’atrio invetriato era stato allestito per ricevere i primi ospiti ufficiali degli Emirati Meridionali: in prossimità della reception un lungo tavolo offriva un rinfresco prontamente servito da solerti inservienti, la cui impeccabile mise en place avrebbe facilitato anche un fugace ricevimento in piedi. Le vivande comprendevano stuzzichini, tramezzini e altre pietanze comodamente agguantabili senza posate, abbinate con bevande ghiacciate e aperitivi leggeri.
Al di là del buffet e dell’ampia guardiola d’accoglienza comparve una figura dalla pelle bluastra ammantata da pregiata seta pervinca, i cui lineamenti androgini del viso imberbe erano incorniciati da voluminosi orecchini che pendevano fino alla collana che adornava la scollatura delle vesti. L’elaborato turbante da sultano ingioiellato di zaffiri che troneggiava sul capo preannunciava lo status sociale dell’anfitrione.
« Benarrivati! Confido che le rispettive trasferte siano state agevoli. »
Con voce squillante salutò cordialmente tutti i convenuti, esibendo un sorriso squisito e ricambiando gli sguardi coi suoi occhi brillanti e totalmente bianchi.
« Il mio nome è Yasuf ʿĀmir Khalīfah, ma per semplicità potete chiamarmi “Califfo”. Sono uno degli attuali Shah di Yasul, nonché imprenditore del Sodalizio delle Ceneri. Vi ringrazio per la vostra presenza quest’oggi, in cui avremo modo d’inaugurare un mirabile progetto congiunto e di visitare insieme la sede che lo ospiterà; ma prima di avviarci, v’invito a registrarvi al banco dell’accettazione per sbrigare le ultime formalità. »
Il Califfo indicò il bancone degli addetti, pronti ad espletare le procedure burocratiche di registrazione: in quel complesso di edifici ci si poteva muovere solo se in possesso di un apposito badge, perciò il protocollo per la relativa consegna richiedeva una rapida annotazione delle generalità dei visitatori.SPOILER (clicca per visualizzare)Il primo post è riservato a Lazav in virtù della sua passiva d’iniziativa, poi il resto della turnazione è libera.
La scadenza è fissata a Giovedì 16 Maggio.. -
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LAZAV ¤ DIMIR MASTERMIND EMIRATI MERIDIONALI HOUSE DIMIR Le porte del Palazzo infine si aprono e gli astanti, ciascuno con i tempi ed i modi che preferisce, cominciano a riversarsi entro l'ampio atrio della hall emiratina. Per l'occasione, pavimenti, vetrate e soffitto d'avanguardia sono stati tirati a lucido più di quanto non potrebbero essere in virtù del proprio status di assoluta novità, di fatto rendendo la sede così brillante ed accogliente che i propri facoltosi ospiti non rimarranno certo delusi. Persino il buffet colmo di finger food e di lunghi calici spumeggianti stuzzica l'appetito di un rinnovato interesse, suggerendo una volta di più che l'accoglienza impeccabile è il miglior biglietto da visita di una macchina organizzativa, burocratica ed istituzionale basata sull'efficienza e sulla condivisione d'intenti.
Come tale, allora, il primo padrone di casa a comparire -quel Califfo che ha finanziato personalmente la costruzione del Palazzo- non manca di fare gli onori richiesti dalla situazione, accogliendo dunque il consesso lì riunitosi e presentandosi brevemente; nel suo discorso trovano anzi spazio pure gli accenni ad una visita guidata della struttura... ma, soprattutto, la necessità di espletare le ultime formalità di accettazione al fine di ottenere il lasciapassare richiesto a chiunque circoli entro la sede emiratina.
A questo dire (e per la prima volta in tutta la mattinata) la ragazzina svogliata di cui sopra alza lo sguardo, si prodiga in un brevissimo cenno del capo in direzione del Primo Sodale e, scrutando rilassata la torma contenuta di visitatori, offre loro cordiale sorriso ed un caldo invito ad avvicinarlesi.Siete i benvenuti a Palazzo Imarat: prego, vogliate seguirmi da questa parte.
Aggrazziata come mai un vecchio manipolatore potrebbe, la giovane addetta alla reception riunisce le gambe con un unico gesto pudico (quasi in contrasto con la sfacciataggine di prima) e si lascia scendere dal bancone fino a toccare terra con ambo le suole scalze; indi, ripresentandosi al di là del mobilio -così d'essere dirimpetto ai supplici- ella poggia sul lungo tavolo una pila di volumi elegantemente rilegati, la cui copertina rigida è impreziosita da motivi arabeggianti e dal medesimo stemma emiratino già presente sul sigillo e nella filigrana dell'invito per la giornata odierna. A sinistra di questi compaiono peraltro alcuni dischetti bianchi che -lucidi come se fossero rivestiti da un film plastico- riportano ciascuno un nome vergato in corsivo ed a matita: come prevedibile stando alla natura personale degli inviti, ciascun foglietto tondo è destinato ad uno specifico astante e perciò -dovesse qualcuno dei presenti risultare non previsto dalla lista degli ospiti convocati- sarà cura della giovane addetta provvedere ad una celere risoluzione del problema (estraendo, ad esempio, ulteriori adesivi intonsi).La procedura è rapida ed indolore, perciò vi basterà costituire una fila ordinata così da agevolarci per smaltire rapidamente la pratica.
Onde evitare allarmismi inopportuni (ed al fine di non svelare i propri intenti ad eventuali impostori), la ragazza attende che i singoli candidati si facciano avanti prima di spiegare ad ognuno di loro il significato della formalità burocratica: a chiunque ambisca visitare la sede -e perciò ottenere il badge necessario- è infatti richiesto di autografare la prima pagina del tomo di volta in volta presentatogli, quindi apporvi l'adesivo corrispondente e pazientare un frammento d'istante affinchè esso si colori di un verde foriero d'approvazione.Molto bene, la ringrazio! Questo è il suo lasciapassare per la visita guidata che avrà luogo a breve: le ricordo che non le è consentito uscire dal percorso previsto e che in caso di smarrimento del tesserino è sua cura avvertirci così da provvedere ad una sua sostituzione.
Con un secondo riso cordiale la receptionist si congeda da chi ha già sbrigato la procedura, consegnadogli il badge previsto e volgendosi dunque ai successivi questuanti non prima d'aver fatto celermente sparire il libro appena compilato. In effetti (come non mancherà d'essere evidente a chi già ne abbia fatto uso, a differenza invece dell'inscienza di chi si dica nuovo a quel genere di merce) la combinazione di Tomo biografico e di Sigillo del senso di squadra rappresenta un'ottimo controllo sugli ammessi a Palazzo nonchè una soluzione elegante che i firmatari intraprendono apparentemente di propria sponte, così da non dover forzare procedure più scomode ed inopportune (basate cioè su ispezioni corporee invasive o sospettose verifiche a matrice energetica) com'era anzi in voga presso i servizi d'intelligence del recente passato.
Se d'immediato la colorazione dell'adesivo può rivelare il buono stato di salute fisica (ma, ben più importante, di salute psichica e d'assenza di condizionamenti) di ogni richiedente, il successivo confronto con il contenuto del tomo saprà anzi certificare che chi ha apposto il sigillo sia effettivamente la personalità dichiarata sullo stesso. Intrusi, imbroglioni, mutaforma,Lazave parassiti psionici di turno sono quindi avvertiti: il Pasha del Kanti ha preso molto a cuore la questione sicurezza dei nascenti Emirati Meridionali (nonchè del Predisio Sud tutto e della Punta di Ferro ad esso associata), al punto di ricercare della merce rara ed insolita e spendervi il proprio patrimonio pur di consolidare sin dal principio un'istituzione che vuole essere scevra da ingerenze oscure.MANA 100% ACTIONS SEAL STATUS . -
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Personaggio: Najaran
Interlocutore: Salazar,Lazav(di sfuggita) e poi YasufAvanzando per l'atrio invetriato del Palazzo Imarat, seguita ad un passo di distanza dalla figura elegante e severa del suo attendente, la prima cosa su cui la Strega dagli Occhi Malvagi soffermò lo sguardo di rubino furono i presenti... e, naturalmente, non dedicò loro che un'occhiata rapida e fugace, ma le sue capacità analitiche ne incisero un'immagine nella sua memoria con attenzione chirurgica; le parve di scorgere un paio di personalità intriganti e carismatiche, per quanto sconosciute, ma probabilmente avrebbe avuto modo di studiarle meglio e più da vicino in un secondo momento.
« Benarrivati!
Confido che le rispettive trasferte siano state agevoli. »
Quando quella figura sfarzosamente abbigliata dei toni del violetto emerse dalla guardiola d'ingresso per accoglierli, il primo sentimento che la sua vista suscitò in Najaran fu il sollievo: nello scegliere l'abito per quella importante giornata, anch'ella era stata tentata di orientarsi su una scala cromatica fin troppo simile, ma -fortunatamente- la grande e stridente dissonanza che quella tinta avrebbe creato con gli addobbi del cocchio erano stati un deterrente utile a riconsiderare la propria scelta; così, nell'osservare il suo bodyguard con la coda dell'occhio -degnandolo di un secondo giudizio positivo-, la Signora della Polvere si concesse di arricciare un angolo delle labbra ben disegnate in un criptico sorriso, non potendo far a meno di considerare che -indirettamente ed inconsapevolmente- l'uomo l'aveva salvata da una delle più odiose circostanze che la sua vanità di donna potesse concepire.
« Il mio nome è Yasuf ʿĀmir Khalīfah, ma per semplicità potete chiamarmi “Califfo”. Sono uno degli attuali Shah di Yasul, nonché imprenditore del Sodalizio delle Ceneri. »
proseguì il padrone di casa, dai singolari occhi perlacei
« Vi ringrazio per la vostra presenza quest’oggi, in cui avremo modo d’inaugurare un mirabile progetto congiunto e di visitare insieme la sede che lo ospiterà; ma prima di avviarci, v’invito a registrarvi al banco dell’accettazione per sbrigare le ultime formalità. »
« Siete i benvenuti a Palazzo Imarat: prego, vogliate seguirmi da questa parte. La procedura è rapida ed indolore, perciò vi basterà costituire una fila ordinata così da agevolarci per smaltire rapidamente la pratica. »
Una ragazzina bionda -dall'aria piuttosto fuori luogo con il consesso solenne e la cornice elegante del Palazzo- si posizionò allora accanto al lungo tavolo dedicato alle "formalità", dando disposizioni agli invitati sul da farsi con il materiale che vi era stato disposto sopra.
« Molto bene, la ringrazio! Questo è il suo lasciapassare per la visita guidata che avrà luogo a breve: le ricordo che non le è consentito uscire dal percorso previsto e che in caso di smarrimento del tesserino è sua cura avvertirci così da provvedere ad una sua sostituzione. »
« Gentilissima. »
Dopo aver svolto quanto necessario, ed essersi congedata dall'inserviente con un mezzo sorriso, la Strega si allontanò dal capo della fila di qualche passo, dedicando finalmente le proprie attenzioni alle sontuose architetture che la circondavano... e individuando una figura che l'aveva particolarmente incuriosita, e fu a quella che si fece incontro, sempre seguita come un'ombra dalla sua solerte guardia del corpo.
« Eminentissimo Califfo Yasuf...! »
esordì raggiungendolo senza fretta, rivolgendogli un lieve inchino di ossequio
« Desideravo ringraziarla personalmente del benvenuto e congratularmi per le bellezze che il Palazzo già disvela al primo sguardo. Lo avrei fatto appena arrivata, ma sono stata distratta dal protocollo delle formalità... »
reclinando un poco la testolina scura da una parte, gli occhi scarlatti si fecero curiosi
« ...e a tal proposito: a cosa serve quella firma? ». -
.Interlocutore: Nessuno (nei pressi di Najaran e Yasuf)
Si guarda intorno, studiando le architetture di questo luogo. In anni passati tra i Mangiamorte, ha imparato a cercare informazioni, sia pur insignificanti, in qualsiasi cosa. Avere la giusta conoscenza, infatti, può rendere uno scontro estremamente facile. Altra cosa, poi, è che quando in un solo luogo, per quanto bellissimo ed apparentemente ben protetto, si accumulano tante personalità di un certo livello, bhè, è ovvio che il rischio che qualcosa vada storto diventa ben più importante e tangibile. D'altro canto, egli stesso durante il convegno annuale degli Auror organizzò un portentoso attentato, ricordato negli annali della storia della magia come la "notte delle urla" a causa dell'uso smodato dell'incantesimo Crucio da parte di tutti i Mangiamorte. In verità, fu una notte piuttosto divertente.
A parte questi fronzoli il Mago segue palmo a palmo l'enigmatica figura di cui è scorta. Gli occhi scarlatti e la fama di potentissima Strega gli han subito reso il personaggio particolarmente avvezzo. Probabilmente una fattucchiera di questo calibro deve aver avuto notizie riguardo l'Oscuro Signore, o quantomeno sentito parlare di lui. Deve semplicemente trovare il giusto momento per introdurre l'argomento e vedere cosa è in grado di pescare.
Ascoltate le parole di benvenuto si limita a mettersi in fila subito prima della dama. Controlla che non ci siano intoppi procedurali. Comunica il suo nome e la sua mansione alla donna addetta alle scartoffie. Quando viene preparato il tomo con il suo nome si limita a firmarlo senza fare troppe domande. Francamente gli interessa poco di queste formalità. Viene pagato per seguire la dama dagli occhi rossi e tutelare la sua sopravvivenza, tutto il resto è un contorno necessario.
Bene.
Concluse le formalità fa un paio di passi avanti ed attende che anche la Strega sbrighi il necessario. Sembra esser piuttosto decisa su cosa fare, quindi con la mano destra sulla bacchetta e la sinistra incrociata posteriormente sopra il sedere la segue in silenzio. Squadra i presenti, probabilmente tra quei visi di giovani e meno giovani vi sono alti capi di stato. Intrecciare amicizie e relazioni con quest'ultimi deve essere cosa importante ed utile.
Restando qualche passo dietro la donna, per evitare di esser troppo invadente nella conversazione con il Pasha, il Serpeverde se ne sta in silenzio e fissa, con una certa insistenza, la figura blu. Non riesce a ricordarsi bene a cosa associa questo figuro. Forse qualche creatura magica?
Equipaggiamento: Bacchetta
Mana: 100%
Status Fisico: Perfetto
Status Mentale: Perfetto
Passive
Attive
Nessuna
Scheda: Qui. -
..
-
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Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.
Temete il pazzo esattamente come temete il malvagio. Il secondo almeno è prevedibile.
Vi erano molte persone prima di lui, certamente arrivate fino a lì sia per curiosità sia per il grado di cui si potevano vantare. La maggior parte delle persone erano vestiti con abiti eleganti, succinti e assai costosi, i quali avrebbero richiesto una fortuna per essere lavati in caso si fossero macchiati con qualche salsa tipica del Pentauron.
Per fortuna Gingillo non aveva di quei problemi. Fra la sabbia che gli usciva anche dalle scarpe e pezzi di ruggine che si staccavano dalla sua amata armatura, la sola cosa che gli mancava erala dignitàuna nuvoletta di mosche sopra la testa per essere definitivamente declassato a senzatetto.
Qualcuno lo guardava, da molto lontano, iniziando a ridere di lui. Nulla però lo avrebbe fatto desistere dal suo obiettivo, un chiodo immaginario di quarantadue centimetri di pensiero fisso che gli si era ormai affondato nella testa. Di conseguenza sorrise a sua volta a coloro che lo guardavano dall’alto in basso, senza sapere quale effettivamente fossero le sue proverbiali doti.
Sulla Terra, la sua mica quella di Ted Carter, aveva inventato lo “Smartphone” ben venti anni prima rispetto a qualsiasi altra linea temporale, poteva vantare un intelligenza smisurata e uno spirito d’osservazione molto più acuto di una persona normale.
”Che stolti ...”, disse volutamente sputacchiando da tutte le parti, ”... se solo le correnti magiche del Maelstrom non avessero intaccato il sistema che uso per la tasca dimensionale della mia armatura, rimarrebbero muti se vedessero di quanti soldi effettivamente dispongo. ”
Erano tante le tasche lungo la corazza dell’inventore ma erano di più quelle che non funzionavano.Ehm … what?!
Disponeva infatti, oltre che al suo grande fascino, di una tasca che si apriva su una micro dimensione creata da lui e dai poteri divini di alcune creature. Dentro vi erano molte cose, compresi tanti soldi da far tremare le gambe ad almeno una decina di signorotti di alta borghesia.
Preferì quindi volgere il suo sguardo altrove, verso qualcosa che lo facesse sentire effettivamente bene e calmo: l’architettura.
Il palazzo, visto solamente da fuori, era meraviglioso ed estremamente immenso, tanto che avrebbe potuto ospitare cortei ancora più grandi. I colori erano passionali e intensi, che risvegliarono in lui sentimenti contrastanti.
Alcuni scorci di quel soffitto riuscirono a fargli battere il cuore a mille, più veloce di una locomotiva a tecno-vapore.
Vi era tanta meraviglia anche in quel mondo, così tanta che avrebbe voluto lasciar perdere la sua missione per poter apprezzare appieno ogni singolo angolo di quel semipiano conosciuto come Endlos.
Quel pensiero fece però riattivare il suo chiodo mentale. Sapeva che non poteva perdersi in frivolezze, in allegre passeggiate o anche pomeriggi persi semplicemente ad osservare. Lui era su Endlos per un motivo chiaro e preciso: lavorare.
”Salve ... ”, le parole gli morirono in gola quando vide la ragazza che si trovava alla reception, ”... bellissima.”
La voce era magicamente diventata più grave di qualche tonalità.
Una veloce passata tra i capelli per sistemarli al meglio, fece intuire le sue vere intenzioni.
”Se me lo dice con quel bel faccino, non posso fare a meno di firmare.”
Quando la sua firma venne posta sul foglio bianco, il grimorio crebbe come il fagiolo magico di Jack, lievitò come una pizza napoletana di quelle buone, si alzò più di un dodicenne in piena pubertà.
Eppure il Mastro non se ne rese conto, impegnato com’era a guardare la bella ragazza.
”Sai sono venuto fino a qui per cercare qualcuno di interessante e penso di averlo trovato … ”, sorrise sotto i baffi sembrando ancora più grottesco di quanto già non lo fosse, ”... nel caso quando hai finito qui, saresti libera per fare un giro lungo la sala principale? Scommetto che oltre che bella sei anche un’acuta osservatrice e avrai notato qualcuno di interessante. Che ne dici, ti andrebbe?”SPOILER (clicca per visualizzare)Passive:
- Una mente brillante in una scatola cranica sporca:
"Suo figlio è un vero e proprio genio. Consiglio letture complesse fin dalla tenera età e di seguirlo passo, passo nel suo sviluppo. Qualsiasi settore sceglierà, sarà senza ombra di dubbio un rivoluzionario e un grande innovatore."~ Psicologo di fiducia della famiglia Johnson
La mente di Mastro Gingillo è una delle più complesse e pulsanti di informazioni della Terra. Fin da quando era bambino ha dimostrato un'abilità latente nell'imparare formule complesse e nel ricreare manualmente congegni che aveva visto una volta soltanto. La sua particolare memoria fotografica gli ha permesso di ricordarsi ogni minima immagine, pagina, foto vista nell'intero arco della sua vita. Dimostratosi particolarmente incline nel campo tecnologico, ha potuto imparare velocemente un grande numero di nozioni su tale argomento, che si è riccamente ampliato nel corso degli anni. Il più delle volte gli basta una semplice occhiata per capire come funziona un particolare marchingegno e anche se fosse bendato riuscirebbe a trasformare, con i giusti attrezzi e del tempo, un accendino in un bazooka spara ghiaccio.
( Memoria Fotografica - Abile Costruttore (Only Gdr) - Comprensione del funzionamento di oggetti/abilità)
- Il siero divino nelle vene di un mortale
"La carne è debole rispetto al duro ed eterno metallo. In queste pietose condizioni non ci saresti affatto utile, lasciaci quindi la possibilità di potenziarti rispetto ai tuoi simili."~ Kharï Baldû, il Creatore
Mastro Gingillo si è spinto fino agli angoli più sperduti dell'universo, guidato come una marionetta dai Robot/Divinità del piano di Mechanus. Sfruttando la sua intelligenza e la possibilità di muoversi come più voleva ovunque, i tre hanno fatto in modo di rendere il loro burattino il più duraturo possibile. Grazie ad un particolare siero James non invecchia ed è rimasto fisicamente identico a come era non appena ha ricevuto la prima iniezione. Il siero non ha influito solo sulla sua età ma anche sulla capacità di reagire alle cose, che è divenuta praticamente istantanea quando si tratta di attivare mosse o richiamare robot.
( Non invecchia (Only Gdr) - Instant-Casting)
- L'invenzione più grande di tutti: l'armatura
"Guardate quanto è bella questa armatura. Me la sono costruita tutto da solo sapete? Ho fuso tutti i penny che avevo in fondo al cassetto delle mutande, poi vi ho attaccato un paio di tubi e ho versato dentro del liquido per pulire i vetri. Ed ecco che meraviglia è uscita fuori."~ James Johnson
Come già detto e ribadito un numero svariato di volte, James Jhonson è un genio e un abile costruttore. Queste due abilità non sarebbero servite a niente se non fosse stato in grado di allenarle in maniera intensiva, cosa che lo ha portato a creare l'armatura. Lui indossa sempre la sua adorata armatura (tranne di notte quando dorme), perché la percepisce come una sorta di figlia. Il semplice fatto d'indossarla non solo gli garantisce una forma fisica invidiabile, ma anche una leggera protezione su gran parte del corpo. L'armatura riesce a percepire i battiti cardiaci del corpo di James e si adatta ad essi mostrando a tutti, tramite effetti scenici che si svolgono sulla schiena, i sentimenti dell'uomo.Fra le innumerevoli tasche, in verità due vere e tre finte, si cela perfino uno stravagante portale verso la dimensione personale di Mastro Gingillo, dove solitamente ci getta dentro tutta la roba inutile. Dentro questa tasca dimensionale si trova anche tutto l'oro che ha guadagnato in centinaia di anni di vita, patrimonio che si è arricchito particolarmente quando riuscì a vendere un cane parlante ad uno strano tipo. D'allora Mastro Gingillo ha vissuto nella consapevolezza che non sarebbe mai stato povero.
(Tasca Dimensionale - Ricchezza (Only Gdr) -Armatura Riflette le emozioni (Only Gdr) - Armatura Totale)
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"Buongiorno. Sono la Dottoressa Karima Fusa, Shah di Yasul nonché amministratrice del Serraglio ed è per me un piacere darVi il benvenuto alla prima visita guidata presso il Palazzo Imarat."
Si presentò la donna dalla chioma color prugna con solennità e un sorriso leggero in volto. Quando vide che nessuno si accingeva ad intraprendere una conversazione con lei, almeno per il momento, si avviò alla reception. Lì la segretaria -o meglio Lazav versione fanciulla- fece firmare l'entrata ai presenti e la Dottoressa non si fece pregare. Le sembrava il minimo per un evento di quel genere... le avevano detto ci sarebbero stati provvedimenti speciali ed invece solo una firma? Be', lei si fidava. I suoi colleghi non avrebbero preso sotto gamba la sicurezza di civili, illustri visitatori e i due Shah di Yasul nel cuore della loro base. Soprattutto dopo gli ultimi fatti, bastasse pensare che alla presentazione dei candidati alla carica di Shah era riuscito ad intrufolarsi al party un mutaforma sotto forma di bambina.
La donna si guardò attorno e sorprese il Califfo parlare con una bellissima Dama dagli abiti eleganti. Probabilmente si trattava della Pasha di cui le avevano parlato, lei non sembrava essere contenta della firma per chissà quale oscura ragione, probabilmente era paranoica o aveva qualcosa da nascondere. Ma anche se ci fosse stato "qualcosa sotto" si trattava certamente di una precauzione per una migliore difesa e non un modo per accusare qualcuno. La Dottoressa comunque girò i tacchi sicura che il Genio dalla pelle blu se la sarebbe saputa smazzare egregiamente. Invece puntò una Signorina dagli abiti eleganti e la chioma bionda.
"Buongiorno."SPOILER (clicca per visualizzare)Mi rivolgo a Maria. -
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{ Palazzo Imarat, Reception }
pov - Califfo
Nella hall il viavai d’inservienti e ospiti non rallentò le procedure d’accettazione, che si svolsero in modo rapido ed efficiente come promesso dall’addetta. Il Djinn osservò compiaciuto la solerzia con cui il Pasha sotto copertura si prodigava per garantire una serena inaugurazione dell’istituzione immaginata da entrambi poco tempo prima: lo smacco subito da Lazav ad opera di un’entità camaleontica sommato al fato del suo predecessore Eunuco avevano risvegliato nel Molteplice un’esemplare dedizione ai nascenti Emirati Meridionali. Il Primo Sodale aveva riconosciuto la nobiltà d’intenti sottostante ad un tale investimento di risorse personali nella causa comune, a tal punto che aveva apposto il proprio autografo su di un tomo bianco ben prima dell’apertura inaugurale. Prevedibilmente il libro si era inspessito fino a raggiungere uno spessore enciclopedico, ma il Califfo non temeva una tale esposizione del suo vissuto: dal giorno della sua candidatura a Shah aveva accettato l’assottigliarsi della propria sfera personale come una conseguenza inevitabile del mandato pubblico.
Dopo aver rivolto uno sguardo d’intesa alla sua collega Shah, il Califfo si dedicò a Pasha Najaran e alle sue rimostranze sulla procedura di registrazione.
« Incantato di fare la sua conoscenza, milady. »
Glissò sull’uso improprio degli onorifici, giacché “Califfo” non era un titolo yasulo bensì una forma semplificata con cui preferiva approssimare il suo nome completo, proprio per risparmiare ai suoi interlocutori sgradevoli scioglilingua – destinati a peggiorare ulteriormente se nell’equazione s’inserivano anche le recenti nomine a Shah ed Emiro!
« Saprà meglio di me quanto sia delicata l’autenticazione negli ambienti altolocati, pertanto ci stiamo adeguando per fronteggiare le minacce alla sicurezza al meglio delle nostre possibilità… sarebbe tutto più semplice se solo la mia diletta Ya'aburnee potesse raggiungerci! ♥ »
Alluse alle vicende inerenti Pasha Preek e Cheliax, di cui era certo che Najaran fosse al corrente – e non nascose un tono vagamente infatuato mentre menzionava la Custode del Concilio delle Sabbie.
« Orbene, possiamo cominciare la visita! »
Non appena gli ospiti furono pronti a procedere, il Djinn giulivo batté le mani per richiamare l’attenzione e infine s’incamminò verso gli ambienti interni del complesso architettonico.
{ Palazzo Imarat, Tempio di Aramazd }
pov - Califfo
Il profumo d’incenso accolse la comitiva in un sacrario dorato, la cui opulenza arcaica era stata tirata a lucido da un recente restauro. Il Califfo accompagnò gli ospiti al cospetto dell’idolo centrale, che svettava di una decina di metri sopra gli astanti.
« Ci troviamo nel Santuario di Aramazd, la divinità solare patrona di Yasul. Il tempio è stato rinvenuto allo stesso livello delle prime fondamenta storiche della Punta del Ferro, il che attesta l’antichità del culto a cui la dinastia Yarasmid si associò designando i propri discendenti con l’appellativo di “Primo Sole”. »
Chiunque conoscesse la storia di Yasul avrebbe colto
i riferimenti alla stirpe regnante estintasi pochi anni prima.
« Come istituzione laica abbiamo scelto di preservare questo luogo di culto non solo per il suo indubbio valore artistico, ma anche come memorandum delle scelte di legittimazione teocratica di chi ci ha preceduto. »
Limitandosi ad esporre gli intenti dell’ente comunitario, il Califfo omise eventuali giudizi sull’operato della teocrazia degli Yarasmid: dopotutto gli Emirati non volevano affermarsi tramite un revisionismo storico, né si sarebbero fregiati di un’investitura divina proseguendo la tradizione del Distretto. Custodendo i tesori del passato e le relative lezioni, il nuovo paradigma di governo mirava a proporre qualcosa d’inedito nel panorama istituzionale del semipiano.SPOILER (clicca per visualizzare)La scadenza è fissata a Lunedì 27 Maggio..