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Koldran, Dorso del Drago di Pietra.
Presidio Settentrionale, Endlos.Guidati dai fratelli Von Niall, Matsumoto, Echo, Curtis, Elay ed Augustus raggiunsero un passo fra due alte e ripidissime montagne. Lì sorgeva un castello dall'aria molto antica: si trattava della base di quei due cavalieri, loro futuro riparo in quella notte fredda e particolarmente ventilata.
Non si trattava di una struttura particolarmente lussuosa, piuttosto una piccola fortezza: i luoghi comuni erano pochi, soprattutto destinati all'allenamento o alla raccolta di provviste, ed il resto era destinato alle camere degli occupanti. Gli arredamenti si mostravano spartani, nonostante abbondassero le pellicce, forse necessarie alla sopravvivenza durante gli inverni più freddi.
Non ebbero comunque modo di esplorarlo: furono immediatamente condotti all'individuo col più alto grado lì presente, sostituto di un tale Roryn Macduff, al momento impegnato in una spedizione che sarebbe durata diversi giorni. Il piano era quello di mangiare e dormire, riparandosi dalla tormenta che minacciava di raggiungerli nelle prossime ore.Sede dei Cavalieri del Koldran.
Presidio Settentrionale, Endlos.Fearghas Grigiomanto portò il boccale sul tavolo, dopo una vigorosa bevuta. Con i suoi quasi due metri d'altezza per una novantina di chili, rappresentava il tipico guerriero delle lande dell'Etlerth: tratti del volto particolarmente squadrati e mascolini, meravigliosi occhi blu, non molto curato -barba incolta, capelli biondi, lunghi fino alle spalle- e perennemente in un'armatura da barbaro, simile a quelle delle tribù sparse fra le lande ghiacciate. Nonostante le apparenze, era stato lui il "superiore" a cui i due fratelli Von Niall avevano fatto rapporto, chiedendo ospitalità per i poveri disgraziati che avevano incontrato sul Koldran e -nonostante le apparenze intimidatorie- si era dimostrato decisamente disponibile ad assicurare loro cibo, birra ed un riparo.
Ad esser precisi, era forse l'elemento più rassicurante in quella compagnia, almeno fra quelli presenti al banchetto che era stato improvvisato per gli ospiti, tutti dall'aria rigorosa, dura, composta e probabilmente con un albero genealogico che permetteva loro qualche vanto. Lo dicevano soprattutto le armature a piastre indossate, spesso lavorate con qualche stemma di antiche famiglie nordiche.
Oltre ai fratelli Von Niall, erano infatti presenti una decina di cavalieri molti simili fra loro d'aspetto, che lasciava intendere appartenessero al Nord da diverse generazioni, oltre ad avere probabilmente qualche legame di parentela alla lontana. Tutti dai capelli corvini o biondissimi, occhi dalle sfumature blu, grigie e nere. A diversificarli era forse l'età che si portavano alle spalle, e volti più o meno sospettosi verso i nuovi arrivati.
Fra loro, un uomo abbastanza anziano e dagli occhi violacei spiccava su tutti, probabilmente unico a non maneggiare armi in quel luogo. Aveva barba e capelli bianchi, ed indossava una tunica grezza, legata in vita da una corda. Usava il bastone per muoversi ed aveva come unico oggetto "prezioso" un paio di occhiali tondi sull'evidente nasone.
Al loro arrivo, Cedrick aveva parlato di quell'uomo come di uno studioso, responsabile della loro piccola biblioteca. Si chiamava Vladimir Braginski, e Matsumoto avrebbe potuto rivolgersi a lui per le sue ricerche da cartografo, disponendo loro di diverse mappe disegnate dagli esploratori del posto.
-Molto bene: presto torneranno gli altri e si avvicina il cambio della guardia- comunicò Fearghas, lasciando intendere che il banchetto era giunto alla sua conclusione -Spero che i nostri ospiti siano sazi.
A quel punto, i presenti si levarono dalla tavola: alcuni sarebbero andati a dormire, altri si sarebbero preparati a dare il cambio di guardia. Pure i fratelli Von Niall sarebbero andati a riposare, ovviamente dopo aver indicato le camere destinate agli ospiti, separate da quelle degli altri cavalieri.
-Penso che andrò prima in biblioteca- avvisò invece Matsumoto, rivolgendosi alla sua scorta -Magari mi sarà concesso di portare in camera alcune mappe, così da lavorare in pace durante la notte.
A sentirlo parlare, sembrava davvero appassionato del proprio lavoro, oltre che devoto alla missione che gli era stata data.
-Sarete stanchi per aver combattuto: andate pure a riposare. In una fortezza come questa non dovrei aver bisogno di una scorta.. -
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Koldran, Dorso del Drago di pietra
Presidio Settentrionale, Endlos.
I due fratelli guidarono il nostro piccolo drappello alla loro base; il sole era ormai calato, ed anche se il vento aveva smesso di sputarci rabbiosamente addosso fredda neve, il gelido manto della notte cominciava a stendersi sulle nostre spalle. Entrare in un luogo al chiuso, qualunque esso fosse, sarebbe stata una benedizione; il luogo dove ci trovavamo era persino meglio, una solida struttura di pietra e legno dal cuore scaldato da vari fuochi accesi al suo interno. Mi spolverai la neve residua dalle spalle per evitare di bagnare il pavimento ed entrai. I cavalieri ci informarono che il loro capo, tale Roryn Macduff non era presente, e che ci avrebbero portati al cospetto del secondo in carica, Fearghas Grigiomanto. Non potei fare a meno di chiedermi quali vicende tenessero impegnato Macduff altrove, ancora turbato dall’ultimo incontro ed ancor più dalla prospettiva che altri demoni potessero aggirarsi nel Presidio. Dopo aver varcato l’ingresso ed aver attraversato un paio di corridoi spartani, ci ritrovammo in quella che aveva tutta l’aria di essere la sala principale dell’edificio: trovammo un tavolo di legno scuro levigato coperto di cibo ed alcolici, circondato da altri uomini che avevano la stessa aria fredda e tagliente dei cavalieri del Nord. Mi spostai verso il caminetto e mi presi un attimo per osservare meglio il posto mentre i fratelli Von Niall facevano rapporto e chiedevano ospitalità per noi. Compresi meglio come mai fossi stato chiamato ”fratello”: tutti ci somigliavamo molto, anche se le età erano diverse. Erano tutti uomini dalla pelle chiara, alti e forgiati dal combattimento con la spada, figli del Nord che avevano messo a disposizione della difesa del Presidio le loro capacità. Mi chiesi quanti fossero arrivati lì spontaneamente, e quanti altri fossero arrivati lì sospinti dal destino.
Il calore del caminetto e l’odore del cibo mi fecero sentire quasi a casa; gli uomini rispettavano fedelmente la tradizione di dare il benvenuto agli ospiti, e decidendo che fosse scortese farli attendere, avanzai nella stanza e mi avvicinai al tavolo.
Subito Curtis si rivolse a quello che aveva l’aria di essere il sostituto di Macduff; un tipo strano, a guardarlo bene: mostrava la disinvoltura tipica di chi sa di essere al comando, ma non aveva niente del contegno dei suoi compagni d’arme.
"Posso sedermi qui? oppure è occupato da altri?"
Sorridendo, l’uomo lo invitò con trasporto a prendere posto. Accanto a lui andò a sedersi l’Ufficiale, ed accettai di buon grado l’invito a mettermi di fianco a lui ed al maggiore dei fratelli Von Niall.
“Grazie per la vostra gentilezza e di questo banchetto.”
“Che non si dica che non siamo ospitali! L'ospite in queste terre è sacro, e così deve essere!”
Tutta quell’espansività mi metteva a disagio, ma feci comunque un gesto cortese in risposta a Fearghas.
“"È bello che le giuste tradizioni siano rispettate” , dissi, conciliante. Accanto a Fearghas sedeva un uomo più in là con gli anni dallo strano sguardo ametista. Ci studiammo a vicenda con uno sguardo misurato mentre anche gli altri che erano con me e l’Ufficiale prendevano posto.
Subito Fearghas versò da bere a tutti una forte birra color ambra scuro in un gesto di benvenuto. Alla mia destra, Cedrick cominciò la danza dei convenevoli e delle presentazioni.
“Il nostro capo sarebbe ancora più entusiasta nel sapere che vi sono fratelli del Nord, fra questi viaggiatori.”
“Ah, davvero? Addirittura più di uno?”
“Augustus Asensi, è un piacere", rispose prontamente l’Ufficiale.
"Ed Elay Vos, per servirvi", gli feci eco.
Fearghas subito colse la palla al balzo, rispondendo all’Ufficiale. “Conosco il nome Asensi: c'era un medico famoso anni fa che girava per le lande ghiacciate. Ma credo fosse più vecchio di te.”
“Il Dr. Otto è mio padre", confermò Asensi; era forse la prima cosa del passato al Nord dell’Ufficiale che conoscevo, e appuntai mentalmente l’informazione.
A rispondere a me fu invece l’uomo seduto alla destra di Fearghas, quello dallo sguardo particolare. “Trovo singolare che un Vos vada in giro con... stranieri. Come vi siete conosciuti?”
“Ecco un uomo che sarebbe andato d’accordo con mio padre” , pensai amaramente. Non sembrava un tono scortese né sembrava dare un giudizio, ma marcare la differenza fra il mio nome noto e l’aspetto decisamente non nordico della compagnia mi fece capire molto dell’uomo.
"Di fatto è una storia molto particolare se devo dire, vi racconterò di come ho avuto il piacere di fare la conoscenza del Signor Vos qui. Fu una giornata particolarmente burrascosa nel freddo nord, per essere più precisi nell'Amnos. Ci ritrovammo ospiti in uno Zanzuki e fu allora che ci facemmo carico di aiutare una madre a ritrovare il suo bambino, la storia è veramente interessante da questo punto in poi, mi piacerebbe raccontarvela, magari più tardi, non vorrei essere troppo prolisso" risposte Curtis per me; in effetti, quella del Ragno era proprio una di quelle surreali storie da raccontare in una notte fredda davanti a un caminetto dopo qualche boccale di birra, ma dubitavo che gli uomini al tavolo volessero conoscere tutti quei dettagli.
“Più brevemente, accadono cose strane di recente, signor..."
“Vladimir Braginski" , si presentò brevemente, ed accolsi con un cenno del capo il suo nome.
“Come dicevo, capita di venire in soccorso gli uni degli altri, indipendente dalla propria origine, di tanto in tanto. Dovreste essere i migliori maestri in questo, nevvero?" tagliai corto, invitando i presenti a dire di più sul loro conto.
“Certo che siamo maestri! Questo posto ne è la prova! Siamo tutti ospiti di Roryn e di questo castello, dopotutto!" , rispose orgogliosamente Fearghas, soddisfacendo con il suo entusiasmo il mio desiderio di spostare l’attenzione dalla mia persona. Non mi sfuggì lo sguardo offeso di Braginski e di Cedrick, subito offuscato dalla cortesia e dalla compostezza. Curioso; l’istinto mi diceva che c’era qualcosa sotto, qualcosa di più profondo dell’avversione per il carattere gioviale dell’uomo a cui erano costretti ad ubbidire.
L’Ufficiale Asensi e Fearghas parlarono ancora del Dottor Otto; dalle parole dei due uomini andò dipingendosi un ritratto di un uomo retto, onesto e gentile, e non avrei potuto aspettarmi diversamente, vista l’integrità del figlio.
“Comunque sarei felice anche adesso di sentire un bel racconto! Mi sembri un giovanotto arzillo e pieno di energie! Mi piace!" si rivolse poi Fearghas a Curtis, e non potei sentire comunione più profonda con il disagio degli uomini del Nord che dimoravano in quella base. Presi a bere la mia birra per poter sopportare un altro degli sproloqui del signor Winbringer; sembrava averci risparmiato la storia del Ragno - grazie al cielo .
"Oh ma certo, mi piacerebbe allietarvi con un bel racconto, che possa essere una piccola paga per un'ospitalità da Re. Allora il più bel racconto che ho tratta della leggenda della driade e del giovane cacciatore…"
Sospirai, poggiandomi una mano sulla fronte, come incredulo. Dissimulai poi il gesto sistemandomi i capelli ancora un po' bagnati per la neve, cercando di non risultare troppo scortese. Qualche posto più in là, Matsumoto ed Echo sembrarono cominciare a fare conversazione con Kenneth, riuscendo finalmente a scongelarsi grazie al caldo della stanza e molto probabilmente a quello dato dall’alcool. Decisi quindi di avvicinarmi a Cedrick, in un tentativo di dargli una via di fuga da cacciatori e driadi di sorta.
“Dunque...ospiti di Roryn?" chiesi a voce bassa, senza coprire Curtis, sollevando un sopracciglio e sillabando in modo lento la parola ospiti . Sapevo di toccare un nervo scoperto, in qualche modo, ma sperai che dare la possibilità al cavaliere di rispondere con la propria verità lo facesse sentire meglio.
Cedrick sospirò prima di rispondermi. “Come avrai notato, molti di noi hanno radici a Najaza. Siamo qui per proteggere i confini, e Roryn ci ha accolti nella sua compagnia. Questo non riguarda Fearghas: lui è amico di Roryn e non ha nulla di nobile. Pare abbia legami con le tribù di barbari delle lande.”
“Ah. Capisco” , dissi in tono asciutto, comprendendo una marea di sottintesi.
Mentre Curtis continuava il suo racconto, continuando a bere dal suo boccale, alcuni dei soldati lì presenti si alzarono, iniziando a sgranchirsi le braccia. L'ora del cambio si avvicinava. Le parole di Winbringer presero a descrivere una scena decisamente spinta fra la driade ed il cacciatore, forse nel tentativo di scaldare gli animi e strappare qualche sorriso. Scossi la testa, mestamente; non eravamo in una taverna o in una bettola del Sud. Accigliato, presi a mangiare del miglio e lenticchie, per evitare che la birra compisse le sue magie troppo in fretta e per nascondere la mia espressione di fiero disappunto.
Dopo poco, mi rivolsi con lo sguardo a Braginski: non sembrava un cavaliere come tutti gli altri. Forse lo era stato da giovane, e conservava la memoria di chissà cosa s'era aggirato sui confini del Presidio. Sembrò infastidito quanto me, ma era forse meno bravo a dissimulare – o semplicemente più sorpreso e meno abituato ai racconti di Curtis.
Fearghas al contrario sembrava felice come un bambino, ed applaudiva a tutta forza, invitando con lo sguardo gli altri a fare altrettanto.
“BELLO, BELLO, BELLO! MI PIACI RAGAZZO! Quando tornerà Roryn gli racconterò questa bella storia.”
“... ma non ha detto come si son conosc…” cominciò Vladimir, prima di essere zittito dall'omone.
“Fratelli del Nord, simpatici stranieri e perfino il figlio di Otto! Sono orgoglioso di darvi rifugio: per qualunque problema ricordatevi che sarò sempre a vostra disposizione, finché sarete sotto questo tetto!”
“È da molto che vigilate su queste terre? Purtroppo ho lasciato il Nord da qualche anno ed ho perso i dovuti aggiornamenti, complice anche l’isolamento del mio villaggio natale ed il Dr Otto non più in età da viaggiare. Grazie per tutto l’onore che ci state riservando” , disse l’Ufficiale Asensi.
“Eh, ormai non li conto più. Almeno per ciò che mi riguarda, sono in giro da molti anni, ormai. Ma anche gli altri son via da un bel po'. C’è chi, fra i nostri compagni in missione, non vede le figlie ammogliate da quando erano bambine.” rispose Fearghas, e molti abbassarono lo sguardo a quelle dolorose parole. “Anche noi siamo vittime delle distanze, dei doveri e di molto altro.”
L’imponente uomo aveva perso la risata fragorosa, e l’aria si era fatta pesante. Alcuni dei soldati uscirono, lasciandosi alle spalle la stanza e la tensione.
“Ma questo è un banchetto, ne parleremo se vorrete dopo una bella dormita. Spero che i nostri ospiti siano sazi.”
Le parole di Fearghas erano senza dubbio ragionevoli; mi sporsi appena e scorsi Matsumoto e la sua espressione mi fece capire che aveva decisamente bisogno di un letto - e possibilmente di un secchio accanto ad esso.
"Penso che andrò prima in biblioteca" disse sorprendentemente Matsumoto, con un tono un po' biascicante. "Magari mi sarà concesso di portare in camera alcune mappe, così da lavorare in pace durante la notte."
Lo guardai aggrottando le sopracciglia, dubbioso.
"Sarete stanchi per aver combattuto: andate pure a riposare. In una fortezza come questa non dovrei aver bisogno di una scorta", continuò lui. Scoccai uno sguardo ad Echo per pregarlo di non lasciare solo il cartografo che cercava di tirarsi in piedi accanto a lui, tenendosi dritto per miracolo. Non ero stato inviato al Nord per lui e non avevo intenzione di seguirlo o fargli da balia dopo una sonora sbronza, ma era evidente che non lo si potesse lasciare a se stesso.
Dal canto mio, avevo recuperato qualche ora di sonno la mattina stessa, ed anche se la stanchezza si faceva sentire, temevo di più il freddo e la scarsa conoscenza del posto dove ci trovavamo. Certo, eravamo nel Presidio Settentrionale e quasi tutto mi era familiare, ma proprio per questo correvo il rischio di sottovalutare ciò che normale non era affatto e non avrebbe dovuto trovarsi lì. C’erano troppe cose fuori posto: bambini non morti nella neve, lupi che si comportavano come impazziti, la minaccia demoniaca tratteggiata dall’Ufficiale, il capo di un gruppo di cavalieri che non era dove doveva essere e lasciava le redini del posto in mano ad un amico che riscuoteva pochi consensi… Troppi pensieri che mi avrebbero tenuto sveglio senza scaldarmi. Tra l’altro, anche l’Ufficiale sembrava a caccia di qualcosa di più, a giudicare dalle ultime domande poste a Fearghas. Decisi quindi di finire gli ultimi cucchiai di cibo e la mia birra, e di restare ancora un po’ con chi si fosse attardato nella sala.
“Signor Grigiomanto, porgo ancora i miei più sentiti ringraziamenti per la gentilezza e per l’ospitalità. Spero non vi dispiaccia se passo ancora qualche momento qui; il caldo del caminetto è l’ideale per togliersi di dosso il freddo di tante ore di cavalcata nella neve. E vi prego: se possiamo ricambiare in qualunque modo la vostra cortesia, non avete che da chiedere.”SPOILER (clicca per visualizzare)<div align="center"><div style="border: 3px solid rgb(147, 101, 255); width:610px; float: justify; text-align:center; font-size: 15px; line-height:25px; font-family: Arial; padding-left: 5px; padding-right: 5px">
Scheda Elay
Legenda colori:
“Parlato”
“Pensato”
Testo
Energia:
100%
Equipaggiamento:
Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna | Filtro ermafrodita | Pozione dell’amicizia
Abilità Passive:
Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)
Abilità Attive:
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Edited by GreyFox - 24/11/2020, 02:15. -
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Koldran ● Dorso del Drago di Pietra
Presidio Settentrionale ● Endlos
Mi guardo in giro mentre entro nella sala gremita di gente. Trovandomi all'interno di questo edificio dall’ambiente caldo ed accogliente sento ancora i brividi su tutto il corpo pensando al gelo che abbiamo affrontato poco prima. Il freddo non passa mai così in fretta. Un veloce sguardo e noto che il gelo non è solo fuori ma anche qui dentro sulle facce delle persone, ancora più fredde di quella di Elay; non pensavo potesse essere possibile. Vedo il tavolo e noto subito l’uomo che sembra comandare qui; ci sono esattamente cinque posti liberi davanti a lui. Mi avvicino alla sedia centrale proprio di fronte a Fearghas Grigiomanto, colui che fa le veci della persona in comando da quanto ci era stato detto in precedenza. Lo guardo dritto negli occhi mentre poggio le mani sulla sedia: "Salve, mi chiamo Curtis Winbringer, posso sedermi qui? Oppure è occupato da altri?"
Vedo Fearghas annuire e farmi un sorriso, non mi aspettavo tanta gentilezza ed espansività da parte di un signore del Nord con tutti gli esempi che ho avuto modo di incontrare. Mi siedo appena dopo il sorriso e nel mentre faccio un cenno agli altri perchè prendano posto di fianco a me.
”Grazie per la vostra gentilezza e di questo banchetto.” Asensi al mio fianco non attende a fare i dovuti convenevoli.
”Che non si dica che non siamo ospitali! L'ospite in queste terre è sacro, e così deve essere!”.
La risposta di Fearghas è chiara, vuole dimostrare qualcosa a noi ma forse anche ai sottoposti. Sembra piuttosto felice di accoglierci in festa. Gli altri si siedono di fianco a me e non appena sto per aprire la bocca per ringraziare a mia volta per l’ospitalità, Grigiomanto si alza bruscamente. La stazza gargantuesca mi impressiona un po’ e tutti nella sala sembrano zittirsi. Senza neanche dire una parola versa a tutti noi ospiti una bevanda alcolica.
”Il nostro capo sarebbe ancora più entusiasta nel sapere che vi sono fratelli del Nord, fra questi viaggiatori.”
Cedrick vuole puntualizzare subito chi fa parte di loro e chi no, vedo. Interessante come la gente del Nord veda con quasi disprezzo gli altri, ma una diffidenza del genere mi creerà dei problemi nel farmi degli amici qui dentro.
”Ah, davvero? Addirittura più di uno?”
Fearghas ancora non si era formalmente presentato, pensando forse di non averne bisogno. ”Capisco che tutti sappiano già che sei il capo qui, ma almeno presentarsi è di prassi per delle buone maniere. Immagino di non potermi aspettare tanto da questi uomini rinchiusi in una specie di fortezza chissà da quanto ormai” , penso.
"Augustus Asensi, è un piacere", Asensi si presenta.
"Ed Elay Vos, per servirvi" alzando il boccale di birra per un brindisi. Mi sorprende come Elay sia così cordiale.
Fearghas risponde subito al brindisi mentre Vladimir accenna a qualche dubbio ”Trovo singolare che un Vos vada in giro con... stranieri. Come vi siete conosciuti?”
Ovviamente questa domanda posta in modo neutrale può far pensare a della semplice curiosità ma devo certamente affondare questi dubbi, non voglio rischiare che Elay dica troppo poco come suo solito dando spazio a speculazioni di sorta. Si sa che al Nord se qualche naufrago dice come la terra sia tonda non passa poi troppo tempo che quella persona diventa Endlostondista.
”Di fatto è una storia molto particolare se devo dire, vi racconterò di come ho avuto il piacere di fare la conoscenza del Signor Vos qui” dico alzando il calice con fare sicuro in direzione di Elay. ” Fu una giornata particolarmente burrascosa nel freddo nord, per essere più precisi nell'Amnos. Ci ritrovammo ospiti in uno Zanzuki e fu allora che ci facemmo carico di aiutare una madre a ritrovare il suo bambino, la storia è veramente interessante da questo punto in poi, mi piacerebbe raccontarvela, magari più tardi, non vorrei essere troppo prolisso.”
Riesco a svicolare per un po’, dando quanto basta per creare nella propria mente un’immagine cavalleresca di noi. Dopo un po’ però Fearghas sembra incuriosito, tornando al racconto di come ci siamo conosciuti.
”Comunque sarei felice anche adesso di sentire un bel racconto! Mi sembri un giovanotto arzillo e pieno di energie! Mi piace!”
Galvanizzato dalle parole di Grigiomanto inizio a parlare ma subito mi viene in mente una storia più interessante da raccontare ed anche abbastanza lunga, così da sviare ulteriormente i presenti dal fare altre domande al gruppo.
"Oh ma certo, mi piacerebbe allietarvi con un bel racconto, che possa essere una piccola paga per un'ospitalità da Re. Allora il più bel racconto che ho tratta della leggenda della driade e del giovane cacciatore" mi alzo schiarendo la voce.
"Mancavano diverse ore all’alba, ma la luce della luna non riusciva a penetrare tra le folte chiome degli alberi sotto cui avevano deciso di accamparsi per la notte. Dei cinque viandanti solo uno era sveglio, mentre gli altri dormivano in attesa del loro turno di guardia. Si erano sistemati in un piccolo spiazzo erboso sotto una grossa quercia, attorno a loro gli alberi erano fitti ed immersi nell’oscurità..."
Comincio la storia cercando di accompagnarla con gesti delle mani e delle braccia per mantenere viva l'attenzione dei commensali. Alcuni uomini cercano di seguirmi ma nessuno mostra un interesse così acceso per il racconto come Fearghas avanti a me, così continuo cercando di essere il più dettagliato possibile e cercando di far vivere quel momento come se i presenti fossero stati lì.
Parlo, parlo e parlo. Ormai la mia gola non fa che chiedermi pietà, così mi fermo giusto un attimo per bere un po’ di idromele. Solo adesso mi rendo conto di quanto lungo questo racconto sia. Vedendo alcuni uomini tra le fila iniziarsi ad annoiare decido di arrivare alla fine del racconto.
Fissando Fearghas finisco il racconto tanto lungo quanto avvincente e con una leggera scena osè tra la driade ed il cacciatore così da dare ai giovani attorno un sorriso prima di lasciare la tavola, magari tra di loro qualcuno andrà a letto felice ripensando a questo racconto.
Fearghas è il primo ad applaudire, gli altri hanno seguito poco dopo, forse non capiscono quando un racconto sia finito.
”BELLO, BELLO, BELLO! MI PIACI RAGAZZO! Quando tornerà Roryn gli racconterò questa bella storia.”
Vladimir sembra aver capito il mio gioco cercando di farlo notare, fortunatamente Fearghas non aveva finito il suo discorso.
”Fratelli del Nord, simpatici stranieri e perfino il figlio di Otto! Sono orgoglioso di darvi rifugio: per qualunque problema ricordatevi che sarò sempre a vostra disposizione, finché sarete sotto questo tetto!”
E così dopo un lungo racconto ed un bel banchetto alcuni uomini del castello sembrano separarsi da noi, probabilmente qualcuno dovrà fare la pattuglia mentre altri andranno a dormire presto per il cambio turno. Decido così di rimanere un altro po’ per godermi la compagnia dei presenti e magari farmi qualche altro amico oltre Fearghas che sembra aver apprezzato il mio modo di fare.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia:
100%
Abilità:
Trucchi del Mestiere:
Data la sua esperienza da emissario e le spiccate abilità personali in campo sociale, tali da renderli particolarmente carismatico a prima vista, Curtis Winbringer ha imparato negli anni molte tecniche di persuasione, ragion per cui sarà per lui abbastanza semplice rendersi conto di esserne diventato bersaglio. Gli risulterà -ad esempio- quasi naturale intercettare bugie pronunciate coscientemente (senza utilizzo di tecniche attive) allo stesso modo di come gli capita di fare lui stesso, o di scoprire vere e proprie illusioni o tentativi di imposizione mentale. Non gli sarà comunque possibile per lui comprendere con precisione in cosa esattamente l'offensiva ricevuta consista. [Malia passiva di carisma: 5pt + Mindfuck-Alert passivo: 5pt + Lie Detector: 5pt + Spara-Balle passivo: 5pt + Trick Detector: 5pt]
Edited by murphy0000 - 28/11/2020, 17:39. -
.Drink With The Living DeadNarrato - Parlato - Parlato Altrui - PensatoDati Tecnici - Scheda
Edited by S e v n - 29/11/2020, 16:00. -
.Sala da PranzoIl Nord può essere ospitale. Il Nord può dare, essere molto generoso, oppure può togliere, spietato come la gelida morte. Spera vivamente che il banchetto a cui a breve prenderà parte, sarà ospitale e generoso, come immagina. I due fratelli sono stati guaringhi, è certo, ma di buon cuore e disponibili. Questi cavalieri, uomini severi del Nord, hanno un buon cuore, o almeno questa è l'illusione che si sta costruendo il Numerologo.
Così dopo essere arrivato, messi i cavalli in salvo, così come le vettovaglie ed i propri averi il Numerologo si è preparato rapidamente per il banchetto. Non ha abiti da cerimonia, preferendo vestiti neri e spessi. Finalmente si sente veramente a casa, senza che l'Ambasciatore lo costringa a vestire in chissà quale modo sguargiante e pittoresco.
Prende posto con il resto del gruppo e fa la conoscenza dei cavalieri presenti nel castello. Si scambia diverse occhiate con Elay, per sottolineargli l'importanza del momento e quando il giullare che siede al centro della tavola si diletti di storie. Quando avrà tempo, dovrà chiedergli come si sono conosciuti veramente.
Scoprire che chi ha davanti conosce il padre, lo inorgoglisce grandemente. Le gesta del Dr. Otto sono un vanto per il Numerologo ed hanno plagiato il suo carattere sin dalla più tenera età. Forse è proprio grazie al suo buon cuore ha ha poi deciso di perseguire la strada dei Numeri e quindi il suo destino. In ogni caso, genitore a parte, resta focalizzato sulla discussione che si incastra al tavolo. Da un lato le domande dei nordici, dirette a scoprire legami e conoscenze, dall'altro la loro strategia di rivelare il minimo indispensabile ed ottere il massimo beneficio.
Stare a quel tavolo, poi, con il suo corteo di spiriti, anche se muto a seguito dei recenti avvenimenti, gli permette di studiare i suoi interlocutore. I loro legami, la verità delle loro parole, il rumore del tamburellio dei loro cuori, tutte informazioni che cerca di memorizzare per utilizzare a tempo debito. Questo è il suo ruolo: svelare le cose. La sua missione, la sua ricerca, come il trentatrè scarnificato nella sua pelle, memento del suo vero essere.
È da molto che vigilate su queste terre? Purtroppo ho lasciato il Nord da qualche anno ed ho perso i dovuti aggiornamenti, complice anche l’isolamento del mio villaggio natale ed il Dr Otto non più in età da viaggiare.
Si espone, cerca di ottenere un brandello in più di verità, ma l'interlocutore dribla e rimanda la questione. Si limita a sorseggiare la sua birra e mangiare abbastanza cibo per evitare di alcolizzarsi. Non è più abituato alla robustezza del nord, anche in fatto di alcol.
Grazie per ciò che state facendo per noi.
Spero un giorno di potervi ripagare
E lo pensa sul serio, non si tratta solo di belle parole. Sentendo poi Elay non può che annuirgli. Prendere un po' di caldo e qualche altra informazione è la via giusta.
Mi sembra un'ottima idea. Sento ancora il gelo nelle ossa.
Annuisce con un mezzo sorriso, limitandosi a salutare chi si allontana, tra cui Echo ed il cartografo. Per fortuna quest'ultimo ha un'adeguata scorta e non dovrebbe creare troppi problemi. Dal canto suo, concluso il pasto, riservandosi le ultime dita di birra, si alza dalla sedia e si sposta verso il fuoco vicino cui si radunano gli insonni. Si accomoda e per ora si limita ad assorbire le vampe calde del fuoco.
Ah.....
Un sospiro di vera pace.
Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
Mana: 110%
Status Fisico: Perfetto
Status Mentale: Perfetto
Passive
Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
Velo dell'Anima - Visioni
Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale
Attive
Scheda: Qui. -
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