Endlos Realm GdR - Gioco di Ruolo Fantasy by Forum

Posts written by GreyFox

  1. .


    Matafleur, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.




    “Niente paura: sono sicuro che dirimeremo la questione in men che non si dica! Potete stare tranquille: Signorina Aine e Signorina Lynae! Perché oltre che essere un impareggiabile musicante, si da il caso che il sottoscritto sia anche un brillante di un'importante organizzazione di paladini della giustizia!”

    ‘Sto bardo dovevano chiamarlo in un altro modo. Canta, suona, ora pure paladino. Tutto sa fare. Un factotum. Figaro! Ecco come dovevano chiamarlo. Non mi stupirei sapesse anche acconciare le chiome delle donne che seduce.

    Quando si avvicina ed ignora il mio consiglio di riprendere a suonare, lancio uno sguardo a Lynae per capire come si sentisse per questo Svetlano.

    Forse il messaggio non era chiaro abbastanza? O a Cinzano le buone maniere non si insegnano da piccoli?

    “Sì, come vuole, Svetlano...” sibilo stizzita. Fa pure per prendermi sotto un suo braccio, e a questo punto le buone maniere me le dimentico io. “E levami le mani di dosso!” esclamo, parecchio innervosita.

    Scocco uno sguardo deciso nella direzione del cantore, ma lui sembra ancora intenzionato a sospingere la bella Lynae ed a dirigersi con noi verso il punto di incontro concordato con Kerobal.

    “Coraggio, fanciulle! Raccontatemi pure l'accaduto! Potete naturalmente contare sul mio acume e la mia leggendaria discrezio...”

    Non faccio in tempo a pestargli un piede perchè taccia e cominci a farsi una manica di cavoli propri - agente della giustizia un paio di stivali! Invadente dongiovanni millantatore che non sei altro! - che una serie di forti rumori attira la nostra attenzione.

    Non sono i suoni di una ragazza in fuga placcata, nè uno schiaffo e schiamazzi per uno sfrontato approccio di Kerobal nei confronti della ladruncola. Devo aver fatto un errore di valutazione, chiedendo all’Artista di seguire la ragazza: in fondo Kerobal è un uomo affascinante e deve averlo di certo notato al mio fianco durante il suo furto e riconosciuto ora al suo inseguimento, e la sua vista non deve averla fatta sentire al sicuro, con buona pace dei miei intenti. In effetti non mi sarei stupita se la ragazzina avesse sentito di essere in pericolo e neanche se avesse fatto di tutto pur di scappare per evitare di dover pagare le conseguenze delle sue azioni.

    Saranno le gambe lunghe da mezz’elfo, ma Svetlano si stacca leggermente e ci precede in direzione della stradicciola. La penombra e l’impsovviso silenzio mi fanno preoccupare, il cuore prende a battere di nuovo più veloce nel petto; qualcosa di certo non tornava.

    “Fate attenzione, Lynae. Quel trambusto mi convince poco...”

    Dopo un ultimo sguardo preoccupato in direzione della fanciulla, alzo il passo e avanzo più veloce che posso per raggiungere il punto di incontro con l’Artista. Svolto l’angolo ed il sangue mi si ghiaccia nelle vene. C’è un corpo riverso sull’acciottolato, e non è quello della ladruncola. L’odore del sangue si mescola con quello del terriccio e quello dolciastro dei fiori.

    “Kerobal!”

    Con uno scatto mi fiondo rapidamente accanto al corpo di Kerobal, quasi sopraffatta dalla preoccupazione.
    È colpa mia, l’ho spedito io qui da solo.

    Mi inginocchio accanto al suo corpo, dimentica delle persone circostanti, della folla, della festa, del bardo, del furto.

    “Vi prego, rispondete!”

    Cerco di capire come stia, se respiri ancora, dove sono le ferite e quanto gravi siano. Non l’ho colpito io ma mi sento responsabile, preoccupata, arrabbiata. Troppo arrabbiata per pensare con lucidità su come prestare il mio aiuto all’Artista. Ho le dita sporche di sangue, e tremano quando gliele poggio sul petto. Le stacco, preoccupata di cosa il mio tocco possa fargli ora che sono tutto tranne che tranquilla. Sento lacrime di ansia e frustrazione condensarsi agli angoli degli occhi.

    “C’è un guaritore?” chiedo con voce alta ma tremante, densa di tante emozioni.

    Mi guardo intorno, riemergendo dalla bolla di panico, scandagliando le persone lì intorno, sperando che dalla piccola folla accorsa dalla via principale dopo il trambusto qualcuno possa aiutarci.

    Della ladra, invece, nessuna traccia. Quella dannata ragazzina! Già il furto mi aveva mandato fuori dai gangheri, ma fare del male all’Artista solo per garantirsi la fuga era crudele, ingiusto e sbagliato. Avrei potuto lasciar correre per un filtro d’amore, ma non per quello che aveva appena fatto.




    Scheda
    ❀❀❀
    "Pensato" | "Parlato" | Narrato
    ❀❀❀
    Energia: 100%
    ❀❀❀
    Equipaggiamento:
    Filtri in boccette di vetro | Anello con incastonate pozioni di difesa condensate | Filtro Ermafrodita
    ❀❀❀
    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert | Instant-casting

  2. .


    Matafleur, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.




    “Coraggio! Permesso! Fate passare! Non è nulla di grave! Circolate! Non c'è niente da vedere!”

    Mi dispiace ancora di più essermene uscita con quella frase terribile accanto al bardo; sembra un tipo pratico e per di più mi sta dando una bella mano ad allontanare la folla dalla nostra ladra.

    “Niente paura, donzelle: Svetlano, l'eccelso Bardo di Cinzano è qui per aiutarvi!”

    È più forte di me: appena Svetlano si autodefinisce l’eccelso Bardo di Cinzano scoppio in una risata così fragorosa da non passare inosservata. Giurerei che la stessa biondina di prima mi stia ancora guardando storto. E vabbé, non è me che deve portarsi al ballo, dopotutto.

    “Svetlano… da…” – cerco di ripetere a Kerobal, continuando a ridere. “Da Cinz…”

    Niente, ormai non riesco a smettere di ridacchiare. Devo fermarmi un attimo per prendere un respiro profondo ed asciugarmi una lacrimuccia al lato degli occhi.

    “Oh, mio Giglio, Kerobal, perdonatemi. Mi ha presa alla sprovvista” , rispondo a mo’ di scuse in direzione dell’Artista. Gli rivolgo un sorriso gentile ed un cenno per invitarlo ad avvicinarsi ancora insieme a me.

    Devo ammettere che questa presentazione ha tolto parecchio malumore e parecchia preoccupazione dalle mie spalle – complice la vista della nostra ladruncola con diverse fialette infrante. Riconosco persino un nastrino rosa, e la cosa mi fa ben sperare; avrò anche perso un filtro, ma poco male se è andato sul selciato.

    Svetlano continua con le sue stranezze, cercando di recuperare del liquido da terra. Sembrano essere andate in mille pezzi anche diverse altre fialette, forse della giovane fanciulla che ha involontariamente fermato la corsa della nostra fuggiasca. Mi spiace per lei, oltre alla bella botta ha probabilmente anche perso ciò che aveva con sé. Non capisco bene cosa stia facendo il bardo, forse è un qualche gesto scaramantico tipico di Cinzano per quando qualcosa va irrimediabilmente perso…

    “Che sfacelo! ...e che spreco! Questi profumi sono di ottima qualità! Presto: prima che sia troppo tardi!”

    Sembra recuperare qualcosa da terra per poi passare le dita sul viso e sul collo, suoi e delle fanciulle. Per quanto Svetlano sia carino, sarei stata abbastanza inorridita se mi avesse passato addosso le mani, con un tocco non richiesto e per di più dopo aver toccato gli stessi sassi calpestati da innumerevoli persone.

    Aggrotto un po’ le sopracciglia. “Uno strano modo per fare colpo su due fanciulle, non trovate?” chiedo a mezza voce all’Artista.


    Non so se per allontanarsi dalle dita del bardo o perché ancora in uno stato di ansia, ma la nostra piccola ladruncola si alza e cerca di allontanarsi alla svelta, con un faccino tanto preoccupato da farmi quasi dispiacere per lei. In fondo ha perso ciò che ha rischiato nel rubare, si ritrova con chissà cosa sul collo e con noi alle calcagna…

    “La tua non-amica sta scappando... di nuovo.” mi avvisa Kerobal. Annuisco in risposta, muovendo spontaneamente qualche passo nella direzione della ragazzina, ma portando al volo lo sguardo ancora sul bardo e sulla fanciulla ancora ferma nel punto dell’impatto.

    “...ma quel Bardo mi sembra strano.”

    Ed in effetti Svetlano ha il viso un po’ troppo vicino a quello della ragazza… Che ad onore del vero è molto bella. Forse il musicista crede che gliel’abbia fatta cadere dinanzi il destino.

    “Sembra un tantino troppo appiccicoso. Bardo o non bardo, non dovrebbe approfittarsi di una situazione simile.”

    “Se fosse per via del filtro, credo sarebbe meglio prendere in custodia lui e la damigella, prima che perdano il controllo.”


    Le parole di Kerobal sono come una doccia fredda. No, non può essere a causa del filtro, sono parecchio sicura del mio lavoro e non ho visto il Bardo portare le dita bagnate sulle sue labbra né su quelle delle ragazze. Ad ogni modo, è fastidiosamente troppo vicino alla ragazza, che non dev’essere proprio felice della cosa. Poche scene potrebbero mettermi più a disagio di un uomo che rivolge certi tipi di attenzioni indesiderate.

    Sono combattuta; non vorrei perdere di vista la ladruncola, non tanto per farle ripagare il torto subito quanto per ascoltare dalla sua bocca quale fosse la ragione per avermi messo una tovaglia in testa facendomi perdere il mio stupendo thé.

    “Mi dispiace molto abusare ancora della vostra disponibilità, ma sareste così gentile da cercare di raggiungere la nostra giovane ladra? Se vedesse me inseguirla probabilmente scapperebbe più in fretta, ma c’è la speranza che vedendo voi non si senta altrettanto minacciata” gli rispondo, dolendomi sinceramente di chiedergli di allontanarci. Ho accettato l’invito dell’Artista per togliere mia sorella dagli inghippi, ma contrariamente alle apparenze sembra davvero un tipo a posto e comincia a piacermi davvero. Ha delle doti innegabili ed è stato così gentile ad aiutarmi in un momento simile…

    “Cercherò di aiutare quella dolce fanciulla a fuggire dalle grinfie del bardo. Guardatelo, sembra un’aquila che abbia puntato un coniglietto in mezzo ad un prato…” dico in un sospiro, avviandomi già in direzione della giovane donna dagli occhi fra l’azzurro ed il violetto. Accanto a lei sembra esserci un gattino arancione un po’ innervosito dalla situazione.

    Mi volto ancora in direzione di Kerobal per accogliere la sua risposta e rassicurarlo. “Vi raggiungerò a bordo strada, da sola o con la ragazza se vorrà seguirmi. Lì c’è un piccolo spiazzo tranquillo” , gli dico, indicando il posto con una mano. “E stavolta sarà mia cura sdebitarmi per il vostro aiuto” , gli dico, sperando di non aver appena fatto una promessa troppo pericolosa.

    Con pochi passi fra l'ennesima gonna troppo ampia, un bambino con un’enorme dolce sgocciolante miele ed un capannello di ragazzetti curiosi riesco finalmente a raggiungere il punto dove le fialette sono andate in frantumi. Riconosco effettivamente pezzi di quella che era la mia fialetta, ma non gli dedico che uno sguardo di una frazione di secondo.

    “Grazie del vostro aiuto, Svetlano, ma ora potete tornare a suonare. Non vorrete privare tutti della vostra musica” dico in un tono un po’ concitato, nella speranza di far staccare gli occhi del bardo dal volto della fanciulla. Certo, questo potrebbe significare perdere di vista il bardo, contrariamente da quanto suggerito da Kerobal, ma c'è una parte molto orgogliosa di me che si rifiuta di pensare che il mio filtro possa aver a che fare qualcosa con la lascivia di Svetlano.


    Mi rivolgo poi finalmente alla ragazza, porgendole una mano per aiutarla a spostarsi da lì.

    “Venite, lasciate che vi aiuti. Rischiate di tagliarvi con questi pezzi di vetro, allontaniamoci da qui. State bene?” le chiedo con un sorriso rassicurante.

    “Mi chiamo Aine, e sono un’alchimista. Purtroppo la stessa ragazza che vi ha urtata ha dato dei pensieri anche a me, poco fa” , le spiego, in modo che senta in qualche modo una connessione con me che per quanto labile potrebbe almeno farle distogliere l’attenzione dal bardo.
    “Il mio accompagnatore sta cercando di raggiungerla” , continuo, nella speranza che lei per prima voglia ancora rivolgere qualche parola alla ragazza che le ha appena fatto fare un capitombolo e perdere alcune fialette.


    Scheda
    ❀❀❀
    "Pensato" | "Parlato" | Narrato
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    Energia: 100%
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    Equipaggiamento:
    Filtri in boccette di vetro | Anello con incastonate pozioni di difesa condensate | Filtro Ermafrodita
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    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert | Instant-casting

  3. .


    Base dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    La ricerca di Echo e Matsumoto si rivelò lunga, faticosa, e logorante da un punto di vista psicologico. Non riuscivo più a stare tranquillo in quella fortezza dopo i vari retroscena sulla sua natura, ed il non trovare i nostri compagni di viaggio mi aveva messo in uno stato di costante apprensione. Non solo saltavano i nostri piani di andarcene il giorno successivo nel modo più rapido possibile, ma cominciavo a disperare sulle loro condizioni. Se avessero fatto la domanda sbagliata al cavaliere sbagliato sarebbero stati in pericolo, e per noi sarebbe stato praticamente impossibile aiutarli. La notte fu agitata e riuscii a dormire poco e male, nonostante la stanchezza accumulata nei giorni precedenti. Owainn sembrava l’unico ad avere una cera peggiore della mia, ma in fondo agli occhi gli brillava una tenue speranza accesa dal piano dell’Ufficiale per farlo uscire vivo di lì.


    Per fortuna il mattino seguente Grigiomanto riuscì a calmare i miei sospetti più cupi e ci ricongiungemmo ai due membri mancanti del nostro drappello; la sua insistenza nel chiedere un nuovo racconto al signor Winbringer mentre percorrevamo i corridoi di pietra mi sembrò così fuori luogo da stizzirmi, ma almeno sapere che Echo e Matsumoto erano vivi e non avessimo quindi mancati al nostro compito di mantenerli tutti sani ed in vita mi rese possibile attraversare la fortezza resistendo al forte impulso di sbottare e chiedere al capo dei cavalieri del Koldran di darsi un contegno.

    Il mio sollievo nel rivedere i due uomini si infranse in un attimo al sapere che Echo non si sarebbe risvegliato tanto presto e che il cartografo aveva messo mano ad un libro di magia nera.

    “Mi perdoni, Sir Grigiomanto, ma cosa ci fa un libro simile in una fortezza rispettabile come la vostra?”, chiesi, un po’ piccato, senza misurare cautamente le parole come mio solito a causa della stanchezza e della tensione. Ad ogni modo non insistei tanto col discorso, perché la voglia di lasciare il posto era sempre più impellente e l’ultima cosa che desideravo era un conflitto; sapendo di dover lasciare lì Echo ancora per qualche giorno non potevo rischiare che la mia avventatezza influisse sul modo in cui i cavalieri avrebbero trattato il soldato, solo ed indifeso nelle loro mani.

    Partimmo comunque poco dopo, amareggiati e nervosi; riuscire a portare Owainn a Selowen fu certo una piccola vittoria e riuscì quanto meno a farmi sentire meno impotente, ma avrei potuto finalmente prendere un respiro di sollievo soltanto con il ritorno di Echo e dell’uomo che era stato inviato a proteggere e soprattutto dopo una vera notte di sonno. Avevo bisogno di tempo e calma per riorganizzare i pensieri, riprendere le forze e poi fare finalmente una bella chiacchierata sincera con il giovane del Nord, nella speranza che le sue informazioni fossero utili alla nostra causa.



    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia 90%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna | Filtro ermafrodita | Pozione dell’amicizia

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

  4. .



    Festival della birra di Matafleur, Valle di Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.



    Mentre skekDor spenna felicemente i suoi simili , distraggo volentieri l’attenzione da quello strano quadretto per portarla sul giovane del Nord. È così dolcemente impacciato che quasi riesco a credere che sia uno di quei rari uomini dal cuore buono.

    “Ah, sì, Selowen! Lo è davvero. Ma è una città dai molti volti… uno stesso ponte: sopra c’è una coppia che ammira la bellezza del canale, e sotto un gruppo di Naga gioca ai dadi, e se qualcuno viene sorpreso a barare non ci vanno leggeri con i coltelli. Ma è questo che la rende ancora più bella, più autentica, mi spiego?”

    Buono sì, ma forse non del tutto ingenuo, a dispetto del fatto di essere giovane. È il primo turista che sentivo parlare così di Selowen; di solito tutti si fermano dietro l’apparenza dei canali e dei palazzi, e sono solo le persone del posto che invece di lagnano di ciò che resta nell’ombra e macchia quella che per loro dovrebbe essere una città perfetta. Eppure, niente è davvero perfetto, e quest’uomo sembra addirittura vedere la bellezza nelle crepe che spaccano la superficie delle cose belle. Lo ascolto con un interesse più sincero.

    “Ma la prima volta in assoluto che ci si arriva… non si può dimenticare. Vi consiglio di prendere il primo battello del mattino, che parte prima dell’alba. Lo spettacolo vale il freddo, ve lo assicuro. I palazzi hanno questo colore rosa e dorato, che si rispecchia sull’acqua… Non si può descrivere, bisogna vederlo.”


    “Vi ringrazio molto di questo consiglio, e ne farò tesoro. Chissà se quei colori mi ispireranno qualche nuova creazione…”, gli rispondo con un sorriso tenero. In fondo, perché no? Da qualche parte devo pur cominciare ad esplorare il mondo, e l’immagine che ha dipinto sembra davvero bella.


    “E voi? Siete di qui? Anche Matafleur sembra bellissima. In verità... mi sembra che qui, ovunque, ci sia una bellezza a cui noi a Nord non siamo abituati.”

    “Sì, sono nata e cresciuta qui. Forse questo mi rende un po’ meno attenta alla bellezza che dite di trovarci; sono circondata tutti i giorni dalle stesse cose, quindi sono per me più familiari che stupende. E poi, se rappresentate anche solo in parte le terre del Nord, sono certa che abbiano fascino anche quelle”, gli rispondo con un complimento forse un po’ stucchevole ma sincero. “Magari un fascino più selvaggio e pulito, ma pur sempre attraente. Mi piacerebbe vedere dei posti parecchio diversi da questo a cui sono abituata, un giorno”, concludo in un sospiro scostandomi una ciocca di capelli dal viso.

    Cerco di mascherare un po’ la tristezza e la frustrazione di essere stata costretta a vivere dentro una scatola - bellissima, eh, ma pur sempre una scatola - per praticamente tutta la vita prendendo le pagnotte ed infornandole. Non riuscirei a guardare in faccia il giovane in questo momento, ed almeno il caldo del forno maschera il rosso che mi tinge il viso.

    Ripulisco alla meglio il ripiano dalla farina, e mentre cerco un punto in cui metterla via, mi accorgo con la coda degli occhi di un movimento rapido. Mi volto di scatto e subito individuo un gattone arancio accompagnato da una gatta più minuta e sinuosa; annusano l’aria incuriositi ma stanno senza ombra di dubbio puntando alla profumata carne di maiale che cuoce sulle braci. Cerco di avvicinarmi per spaventarli un po’ e farli tornare da dove sono entrati, ma i due mici non accennano a volersene andare. A giudicare dalla mole del gatto rosso non devono essere chissà quanto affamati, ma potrebbero essere a digiuno da un po’ e di certo devono essere ingolositi da quel ben di dio. Potrebbero addirittura essere di Otik, ma non vedo al loro collo nessun nastro e sembrano più studiare il posto che muoversi come se fosse di loro proprietà. Ad ogni modo, scacciarli in malo modo mi farebbe stringere il cuore, quindi mi avvicino all’arrosto, ne taglio un paio di piccoli pezzetti e li metto in un piattino, sempre tenendo i due mascalzoni d’occhio. Cerco poi con gentilezza di prendere in braccio la gatta, evitando movimenti bruschi, e recupero il piattino con la speranza che il gattone goloso ci segua.


    “Cerco di portare questi signorini via di qui prima che riempiano tutto di pelo”, annuncio con ritrovata allegria. “Già che vado fuori recupero qualche spezia. Riuscite ad occuparvi di tagliare questo spiedo meraviglioso, a dare un’occhiata al pane perché non bruci ed a cuocere le verdure? ”
    Brigata di Cucina - Aine | Kyrill | skekDor

    Task rimanenti:
    Pelare tuberi & cipolle | Cucinare le verdure |Spennare i polli | Impastare il Pane | Affettare la carne | Raccogliere le Spezie





    Scheda
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    "Pensato" | "Parlato" | Narrato
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  5. .


    Matafleur, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.




    Comincio a farmi strada fra la folla con accanto quel giovane magnetico. Devo ammettere che un paio di occhi in più per rintracciare quella ragazza mi fanno comodo, soprattutto perchè Kerobal ha dimostrato di essere pronto - gli saranno bastati pochi istanti per imprimere nella memoria il volto della ragazza -, preciso - il suo disegno mi ha letteralmente sbigottita più ancora del furto, ed anche galante. Presa dalla concitazione, di certo non avrei pensato a saldare il conto, ma sembrava un uomo di mondo. Forse ho tolto a mia sorella un buon partito più che una scocciatura... Ma tutto a tempo debito. Ora devo pensare al filtro. Alla ragazza. Accidenti a lei.

    “Ho bisogno che mi spieghiate di più di questo filtro: gli effetti, la loro durata, il modo di somministrazione...”

    “In realtà non è nulla di troppo potente; è uno dei preparati più semplici, ed in effetti in città comincio ad essere nota per questo preparato”, gli rispondo, un po’ affannata per il passo svelto. Vorrei poter correre, ma ci sono troppe persone per la strada.

    “Quando due o più persone bevono dalla stessa fiala sentono immediatamente un’attrazione reciproca a cui non possono resistere”. Una piccola calca intorno banchetto alla destra della strada ad ingombrare il passaggio, un mercante rubicondo alla mia sinistra, ed eccomi a parlare di attrazione stando appiccicata a Kerobal. Decisamente a lui non sarebbe servito un filtro del genere.

    “Nella fialetta non c’è chissà quanto filtro, dubito che più di due – o al massimo tre persone possano bere più di un sorso...”, continuo, cercando di evitare lo sguardo di Kerobal. Sarebbe la ricetta perfetta per un disastro, con tante persone improvvisamente invaghite le une delle altre. “Ed in fondo l’effetto dura poco, di solito qualche minuto, quel tanto che basta a dare coraggio...”, dico, riprendendo coraggio a mia volta. Magari non le succederà niente di strano o di male, visto che l’effetto è limitato nel tempo. Magari solo un momento. Un attimo.


    “Vi prego, non ridete della mia preoccupazione. A volte anche solo attimo...”
    Scanso una vecchina coperta di ghirlande di fiori, una ragazza che ancheggia come un’oca e tre bambini saltellanti. La piazza è di nuovo in vista, quindi mi volto verso Kerobal per prendergli una mano e non perderlo mentre avanziamo nella strada sempre più gremita, dimenticandomi nella concitazione dell’effetto che posso esercitare toccando qualcuno. Devo stare più attenta. Lascio velocemente la presa, e fisso con attenzione Kerobal. In fondo l’ho toccato solo per un momento. Solo un attimo.

    “...a volte anche solo un attimo è abbastanza.”

    Sembra tutto normale, la strada, la folla, Kerobal. Sono solo io che ho il cuore in gola.

    “Va tutto bene?”

    Un vociare ed un gridolio si diffondono da un punto accanto a noi. Mi distraggo per un attimo, mi volto. Riconosco il bardo, la biondina adorante e... un attimo. La ragazza. Qualcuno lì accanto sta provando a tirarla su. Non è andata lontana allora! La folla non è del tutto inutile.

    “Eccola lì!”

    Mi volto verso Kerobal con un sorriso complice ed incoraggiante.




    Scuuuusate il super ritardissimo nella risposta!  prometto di tornare puntuale come un orologio svizzero, fanciulle 

    Scheda
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  6. .


    Base dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    Appena un attimo dopo aver dato voce alle mie preoccupazioni, scrutai un po’ allarmato le mura intorno a noi. In fondo, non conoscendo il castello era possibile che esistessero passaggi segreti attraverso le mura spesse, camere nascoste, feritoie fra le spesse pietre in grado di incanalare i suoni, o semplicemente punti ciechi nei corridoi da cui potessimo essere osservati da qualcuno. Il ragazzo, Owainn Ruadh, sembrava terrorizzato in un modo troppo viscerale perché stesse mentendo; il fatto che era riuscito a nascondersi nella camera degli ospiti mi faceva sperare che nei dintorni nessuno si sarebbe preso la briga di tenerci d’occhio, ma un conto era nascondersi in una camera vuota non utilizzata, un conto era avere degli ospiti inaspettati che si erano dimostrati ciarlieri e curiosi. Forse saremmo stati noi stessi la fine di quel ragazzo, avendone parlato ad alta voce.

    Sperai che in qualche modo da me incompreso l’Ufficiale potesse percepire i miei pensieri, ma quello che mi preoccupava di più era Curtis. Poco prima mi aveva retto il gioco, ma sperai che parlasse del giovane il meno possibile. Meglio ancora, che non ne parlasse proprio con nessuno all’interno del castello. Sembrava turbato anch’egli, e ad onor del vero non aveva dovuto pensarci su due volte prima di decidere ad impegnarsi per portare fuori Owainn dalla fortezza. Al suo suggerimento scossi la testa in un diniego.

    “Non ha senso disturbarlo oltre.”, risposi a Curtis riferendomi ad Hans, con uno sguardo serio in volto. Non avevo intenzione di tornarci quella notte stessa. Dubitavo che mi avrebbe detto altro, e cominciavo seriamente a pensare che l’unico modo che avevamo di fargli del bene fosse mettere al sicuro sua sorella. “Dobbiamo essere cauti”, dissi. “Specie se siamo davvero osservati”, considerai mentalmente.

    “E dobbiamo essere rapidi, se lo vogliamo aiutare”, aggiunsi voltandomi verso l’Ufficiale, sempre parlando sotto voce, stavolta facendo un gesto nella direzione della nostra camera e riferendomi al giovane ragazzo.

    “La scelta che farei di getto è ovviamente tentare di farlo scappare, ma così facendo ci inimicheremo chiunque stia costringendo qui col ricatto molti di questi uomini, qualcuno che sa cosa stia davvero accadendo al Nord, qualcuno di pericoloso. Potremmo guadagnare un testimone, perchè c’è un motivo se qualcuno vuole il ragazzo esiliato o morto, certo. Credo comunque che salvare questa vita ci metterà a rischio in modi che non abbiamo modo di valutare con gli elementi che abbiamo...” , riflettei fra me e me.

    Scacciai quelle preoccupazioni con un sospiro. Non aveva senso non prestare soccorso a un uomo così giovane per paura dei rischi futuri. Per di più, qualunque informazione sarebbe stata importante per noi; Hans non avrebbe potuto sbottonarsi poi chissà quanto, costretto ancora fra le mura del castello, ma un testimone libero avrebbe potuto avere un valore incommensurabile.

    “Dovremmo cercare Echo e Matsumoto, ed andarcene il prima possibile in compagnia. Forse non con il buio, dati i pericoli della regione, ma comunque alla svelta”, considerai, cercando di restare volutamente ambiguo in modo che se fossimo stati davvero spiati il mio riferimento ad Owainn passasse come un riferimento ai nostri compagni di viaggio.


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    Scheda Elay

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    “Parlato”
    “Pensato”
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  7. .
    Giocatore: GreyFox
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    Base dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    Lasciai la stanza del giovane cavaliere con un senso di ingiustizia ed impotenza ad aleggiarmi sul cuore. Fino a pochi giorni prima i problemi del mondo sembravano fermarsi alla cerchia intima di persone con cui condividevo la vita, e sebbene il mondo fosse a portata di un passo, complesso e misterioso, nessun problema grave come quello del Re del Tempo mi aveva mai toccato da vicino. Ora che ero stato scosso alle fondamenta da quello che sembrava un pericolo che andava ben oltre la mia immaginazione, in qualche modo s’era aperta una breccia nella mia corazza che permetteva allo stesso tempo al mio dolore personale di venire diluito quanto a quello altrui di farsi strada dentro di me. Mi dispiaceva sinceramente per il giovane, per sua sorella, e per quanti altri stavano soffrendo per aver cercato un senso, una risposta.

    “L’unico modo per non annaspare e per cercare di dare un contributo concreto è cominciare a capire meglio quanto sta accadendo”, riflettei. Agire spinto dalla frustrazione avrebbe portato soltanto altri guai. Mi chiesi se non avessi tirato troppo la corda, sparendo a quel modo, ed allungai il passo per raggiungere la camera che ci era stata assegnata per la notte.

    Ero già pronto ad esibire un’espressione innocente e ferma ad eventuali domande o sguardi inquisitori del Cavaliere più anziano che aveva deciso di scortarci ai nostri alloggi, ma con mia grande sorpresa non lo trovai nè lungo i corridoi, nè nella stanza. Al contrario, un giovane uomo pallido, provato e spaventato veniva sballottolato fra le cure e le mani dell’Ufficiale Asensi e del Signor Winbringer.

    Aggrottai la fronte; non credevo d’aver sbagliato strada, nè stanza, altrimenti sarebbero stati in errore anche i miei due compagni di viaggio e l’uomo che li aveva condotti lì. Si trattava forse di un altro straniero soccorso nella tormenta al calare del buio con cui avremmo dovuto condividere il letto? Le espressioni tese mi suggerivano una soluzione meno semplice alla mia domanda; per di più, il ragazzo sembrava ferito e dubitavo che i Cavalieri lo avrebbero messo in una camera per gli ospiti senza prima averlo bendato o rifocillato come avevano fatto poco prima con noi. D’altro canto, non poteva essere entrato senza l’aiuto dei Cavalieri stessi in una fortezza del genere. A meno che non fosse una creatura di natura diversa nascosta sotto spoglie così fragili... Scacciai rapidamente quel pensiero. Strano a dirsi, ma il sangue rosso che lasciava la sua ferita mi tranquillizzava.

    “Aiutatemi... Aiutatemi... portatemi via... vi supplico.”

    A giudicare dagli abiti, sembrava un giovane di una famiglia nobile, e dai tratti avrei potuto scambiarlo per un mio concittadino. Se avessi dovuto azzardare un’ipotesi, avrei pensato ad una nuova leva dell’Ordine dei Cavalieri che dopo una brutta avventura con le creature non morte si era infilato i vecchi vestiti con cui era arrivato per poter tornare dritto dritto da dove era venuto.

    “Vi prego, portatemi via dal Nord.”

    Peggio ancora, poteva essere un giovane che a Najaza aveva visto troppe cose, che era stato mandato al Castello, dove aveva continuato a vedere cose terribili e dove poteva essere ancora punito o ricattato, e che stava disperatamente cercando di scappare per trovare la sua libertà. Era una prospettiva agghiacciante. Cominciavo ormai a credere che quell’Ordine fosse una prigione per giovani troppo scomodi. Avrei tranquillamente potuto far parte delle loro fila, se fossi stato coinvolto in un evento come quello del Cappio di Bronzo fra le mura della mia città natale, senza l’Ufficiale Asensi a farmi da guida. A quanti di loro era capitata una sorte simile?

    L’Ufficiale si prendeva cura delle ferite del giovane, con mano ferma e gesti sicuri.

    “Stai tranquillo, sei al sicuro adesso”, cercai di rassicurarlo.

    “Ti aiuteremo. Come ti chiami? E come sei finito qui?”

    Feci un cenno di assenso a quelle parole, chiudendomi la porta alle spalle perchè nessuno potesse vedere o sentire il ragazzo. L’Ufficiale mi rivolse ancora i suoi pensieri; sussultai alla sua domanda, ancora poco abituato alle domande telepatiche, ma rivolsi un cenno di assenso anche nella sua direzione. Non era forse il caso di parlarne con quel giovane lì presente, non volevo aggiungere angoscia ad altra angoscia, ma avrei voluto comunicare al più presto all’Ufficiale quanto scoperto. Il momento perfetto è quando l’Ufficiale chiede di allontanarsi per lavarsi il sangue di dosso; prima di lasciare il giovane per un attimo, cerco una coperta calda in cui avvolgerlo per farlo smettere di tremare. Che fosse freddo o tensione, lo avrebbe sicuramente aiutato. Cercai nella stanza spartana anche un catino; avrei potuto recuperare dell’acqua pulita anche per il giovane, per lavare meglio la ferita e permettergli di bere un po’ per calmarsi.

    “Ti porterò dell’acqua, così potrai bere, calmarti un attimo, e potremo lavare meglio le tue ferite”, gli dissi, in modo che sapesse che non stavamo nè abbandonandolo a se stesso nè andando a raccontare ad altri della sua presenza.

    Mi voltai poi verso il Signor Winbringer, invitandolo a seguire l’Ufficiale con lo sguardo, così che lontani dal giovane potessi raccontare loro quello che avevo appreso dal Cavaliere poco prima sul conto di sua sorella, parlando quanto più a bassa voce mi fosse possibile.

    “...e purtroppo credo che non sia l’unico costretto ad essere qui sotto ricatto”, dissi, facendo un cenno del capo per alludere al giovane che era sul letto nella nostra stanza.

    “Nobile causa di certo, ma quanti di loro sono qui per questo e non perchè testimoni scomodi di qualcosa nel cuore del Nord?” mormorai, senza aspettarmi una vera risposta.


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    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia 90%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna | Filtro ermafrodita | Pozione dell’amicizia

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

  9. .
    Giocatore: GreyFox
  10. .


    Base dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    L’Ufficiale Asensi ed il ciarliero Signor Winbringer parvero cogliere le mie intezioni ed assecondarle; un guizzo nello sguardo di Oddvar mi fece intuire che di certo non era uno sprovveduto, eppure mi lasciò tornare tranquillamente sui miei passi.

    Facevo fatica a dare dei meriti alla dea bendata, e continuai a passo svelto il mio cammino lungo il corridoio semi sconosciuto con ancora la tensione addosso a mozzarmi il respiro. Il mantello se ne stava acciambellato sul pavimento di pietra come un cucciolo abbandonato; lo tirai su con un gesto delicato e lo spolverai, sentendomi un po’ in colpa per il trattamento che avevo riservato all’ultimo dono ricevuto da mia madre. Lo risistemai sulle spalle, riconoscente che mi avesse ancora una volta servito bene; mi teneva al caldo e mi teneva al sicuro, e non avrei potuto chiedere di meglio.

    Le voci intanto si andavano allontanandosi, lasciandomi intendere che il drappello di uomini non si era fermato ad attendere il mio ritorno; probabilmente questo mi sarebbe costato una strigliata dall’Ufficiale ed un’intera serata di racconti per sdebitarmi dell’aiuto con Curtis, ma ne sarebbe valsa la pena.

    Appena dietro la porta intagliata un’anima in pena - e grazie al cielo, sola - faceva avanti ed indietro, misurando la stanza con passi cadenzati. Mi dispiaceva per quel giovane uomo, qualcosa in lui mi aveva fatto pensare a me stesso, al tormento che avevo provato in prima persona. Senza fermarmi troppo a riflettere per evitare di bruciare tempo prezioso, mi avvicinai all’uscio e bussai. Aguzzai le orecchie per cercare di sentire i suoni all’interno, dandomi dello sciocco per non averlo fatto prima che le mie nocche toccassero la porta.

    Probabilmente a quel suono avrei percepito la figura all’interno della stanza fermarsi, esitando un attimo. Avevamo portato via Oddvar da troppo poco tempo perchè il ragazzo potesse sperare in un suo ritorno, ma dato l’astio intravisto poco prima pensai che qualificarmi come qualcuno di diverso da Oddvar potesse darmi qualche chance in più di vedere quella porta aprirsi.

    “Sir Hans?” chiamai, con voce Chiara ma cercando di tenere il tono basso abbastanza da non far rimbombare la mia voce all’interno del corridoio.

    Mi avvicinai un po’ di più alla porta. “Avete bisogno di aiuto?” chiesi poi, senza mezzi termini, rendendo subito nota la mia intenzione di voler essere di supporto.

    Se il giovane avesse aperto o no la porta, avrei comunque continuato con una piccola giustificazione. “Mi siete sembrato turbato, poco fa. Volevo solo sincerarmi che steste bene.”


    <div align="center"><div style="border: 3px solid rgb(147, 101, 255); width:610px; float: justify; text-align:center; font-size: 15px; line-height:25px; font-family: Arial; padding-left: 5px; padding-right: 5px">
    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia 90%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna | Filtro ermafrodita | Pozione dell’amicizia

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

  11. .
    Giocatore: Greyfox

    Elaborato del mese: /
    Valutazione: /
  12. .
    Giocatore:GreyFox
    Elaborato del mese: //
    Valutazione: //
  13. .
    Benvenuto :) e GRAZIE per aver sottolineato quanto possano urtare le scritte gialle su fondo bianco :caffe:
    a presto in game!
  14. .
    Ciao Michele! Piacere di conoscerti :)
    Scusa per il mega ritardo di questa risposta... Benvenuto a bordo! Spero di trovarci presto in game ^^
  15. .



    Ombra del Giglio, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.



    Elay si osservò attorno con curiosità. Non era mai stato in un posto del genere: la farina, il rumore sordo della macina, i profumi ed il tepore lo avvolsero come una coperta, una strana coperta a cui non era abituato. Cominciava a sentirsi un po’ estraneo a quel luogo, a disagio, fuori posto, come se fossi fatto di soli spigoli in un posto tanto morbido, quando Antonio lo riportò alla realtà, strappandolo da quello stato pensieroso e nervoso in cui si trincerava da poco prima dell’inizio del suo viaggio.

    "Non sono solo a dire il vero. Ho tre collaboratori, ma due sono appena andati a fare una consegna. Quindi siamo rimasti io e il Sasso ..."

    Elay non fece in tempo a pensare che “il Sasso” fosse un soprannome per la testardaggine di uno dei lavoratori del mulino, che ecco comparire davanti ai suoi occhi una delle cose più strane che avesse mai visto.

    Un sasso.

    Letteralmente un sasso.

    Un sasso volante, senziente, in grado di spostare oggetti e porre domande.

    Elay rimase interdetto, immobile sul posto, e se Banderas fosse stato meno calmo di com’era avrebbe senz’altro fatto dietro front per abbandonare quel posto. Non era di certo la cosa più strana che avesse mai visto, nè la più pericolosa, ma i trascorsi lungo la catena montuosa lo avevano reso refrattario alle creature magiche di cui non comprendeva a fondo la natura.

    "Capo Banderas, sento che con sé porta un visitatore! Il suo passo mi è nuovo. Posso fare qualcosa?"

    "Per il momento no! Puoi andare. Per quanto riguarda lei invece, mio caro visitatore, gradisce del thè mentre mi racconta della sua avventura fino a qui?"

    Elay sbattà le palpebre un paio di volte, con una morsa che gli aveva improvvisamente mozzato le parole in gola. Un sasso. IL Sasso.

    Scosse la testa, e tornò padrone di se stesso, grato a Banderas di aver congedato il suo lavoratore e di avergli consentito di riprendersi da quell’attimo di sbigottimento.

    "Lo accetterei con grande piacere, signor Banderas. E la prego, non si trattenga dal chiedere aiuto nel caso in cui ne avesse bisogno, dato che si trova a corto di dipendenti quest’oggi", rispose il giovane.

    In effetti gli sarebbe stato molto più semplice portare qualche quintale di farina in giro per il laboratorio piuttosto che raccontare il motivo per cui si era messo in viaggio. Non ne aveva ancora mai fatto parola con nessuno, e tutta la gentilezza che il proprietario del mulino gli stava dimostrando lo faceva sentire stranamente vulnerabile; chissà se la bontà sarebbe riuscita ad aprire una breccia nelle difese che aveva eretto attorno al suo cuore ferito. Sicuramente i biscotti di cui sentiva il profumo avrebbero potuto almeno in parte lenire l’amarezza che gli mordeva il fondo dell’anima, e di quello fu sinceramente grato al proprietario del luogo, apprestandosi a seguirlo con un sorriso.




    Energia:
    100%

    Equipaggiamento:
    • Sanguigna
    • Licht – Spada in acciaio temprato

    Abilità Passive:
    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.
    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.
    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.
    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.


    Edited by GreyFox - 16/2/2021, 18:16
95 replies since 19/3/2020
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